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Vite senza fine
Le imprese comuni e straordinarie di un piccolo eroe moderno, fondatore della piú grande ditta di ferramenta dei suoi tempi. Un'epopea dimessa e struggente cucita intorno ai sogni di un uomo che, con viti e bulloni, vuole tenere insieme il mondo.rnrnGio Magnasco alle soglie del Novecento, ancora ragazzino, gioca con un chiodo cavallottino e una rondella da quindici. È un segno del destino che lo attende e lo vedrà diventare un mago della ferramenta. Gio Magnasco è un homo faber , si porta dentro il mito della razionalità e del progresso. Ma si porta dentro anche una profonda malinconia, la sensazione di un desiderio che non potrà mai essere appagato. Come il suo amore per la figlia dell'armatore Perrone, che dura tutta una vita ma resta quasi sempre confinato tra i pensieri. Gio Magnasco connette gli opposti e li rende complementari, come chiavi e serrature, come maschi e femmine di un tassello. Per questo nel suo strano negozio si vendono viti e ganci ma anche bottoni, lacci, nastri: l'unico negozio al mondo di ferramenta-merceria. «Mi piace mettere insieme le cose, – dice. – E che ci restino». -
L' animale più pericoloso
Dora Holler ha tredici anni e le idee chiare su ciò che non va nel mondo. Adesso si è data una missione: salvare il nido di una lince. Perciò scappa di casa con Gert, uno che ha conosciuto su Internet. rnrnSolo che Gert è un adulto e, soprattutto, il movimento ecologista di cui dice di far parte non esiste. Gert le ha mentito; mente sempre, perfino a sé stesso. Una fuga che doveva essere un viaggio iniziatico si trasforma in un incubo, impigliandosi nelle maglie di un disegno spaventoso che parte da molto lontano. La ricerca di Dora scatena volontari armati di fucile, teste calde e lotte di potere. Per salvarla serve qualcuno che ha conosciuto da vicino l'essenza piú pura dell'orrore, un uomo «secco come un colpo di manganello e dallo sguardo come filo spinato». Il capitano dei carabinieri Viktor Martini, quello che in un'altra vita, a Roma, ha catturato lo Squartatore di Testaccio. E da allora non è piú lo stesso. -
L' arte del disegno
Manet, Pissarro, Cézanne, Morisot, Seurat, Gauguin, Van Gogh... insieme ad altri illustri pittori del periodo realizzarono alcuni dei disegni più belli della storia dell'arte. Questo libro inserisce l'uso di questa tecnica nel contesto artistico francese del tardo XIX secolo, spiegando perché tali opere rivestono un'importanza pari a quella dei dipinti nella rappresentazione della modernità. Nella Francia di fine Ottocento, mentre gli artisti d'avanguardia introducevano nelle loro opere scene di vita contemporanea, un nuovo approccio ai materiali e una maggiore possibilità di esporre nelle mostre conferirono un'inedita dignità al disegno. Per la prima volta, dipinti e disegni condividevano gli stessi principî stilistici, contrassegnati da spontaneità, maneggevolezza e una deliberata assenza di rifiniture. I pastelli di Degas, gli acquerelli di Cézanne, i disegni a penna e inchiostro di Van Gogh e le opere a tecnica mista di Toulouse-Lautrec potevano e dovevano essere considerati del tutto autonomamente, e ciò si dimostrò fondamentale per lo sviluppo dell'arte moderna. «Gli artisti hanno ora a disposizione un ventaglio più ampio di materiali che possono utilizzare in nuovi contesti e senza alcun obbligo di aderire a prassi consolidate. Ciò vale in particolare per i materiali più teneri come il gessetto, il carboncino, la matita Conté, la matita litografica, il pastello, l'acquerello, la tempera e la gouache, ora tutti più facilmente reperibili in forma sia naturale sia di produzione industriale. C'era anche una maggiore apertura mentale rispetto all'uso di strumenti più tradizionali come la matita, la penna e i pennelli: Van Gogh, per esempio, amava le matite da falegname, le cannucce e le penne d'oca. C'era poi un più grande desiderio di sperimentare, e molti disegni vengono eseguiti con tecniche miste la cui analisi può risultare estremamente complessa e che non escludono l'olio, normalmente riservato alla pittura. L'improvvisazione dà spazio a varie forme di manipolazione della superficie, che viene macchiata, sfumata, sollevata, modificata con cancellature, raschiata, bagnata o trattata con fissativi adottando alcune tecniche comuni alle incisioni. A seguito di questi sviluppi, linea e colore nell'arte d'avanguardia convergono a tal punto da rendere il disegno indistinguibile dalla pittura». Con 224 illustrazioni a colori. -
La storia spezzata. Roma antica e Occidente moderno
Un racconto avvincente, che unisce storia economica, sociale, intellettuale in un continuo contrappunto fra antico e moderno.rn«Un libro destinato a durare». - Luciano Canfora, Corriere della Serarnrn«Abbagliante e luminoso». - Maurice Sartre, Le Mondernrn«Un libro fascinoso». - Paul Mattick, The New York Times Book Review«Perché mai la civiltà moderna dovette costruirsi a fatica come qualcosa di nuovo sulle rovine dell'antica, invece di essere la sua diretta continuazione?» La storia spezzata è interamente costruita intorno a questa domanda cruciale, formulata da Michail Rostovzev nelle ultime pagine del suo gran libro sull'impero romano. La risposta di Schiavone è entrata nelle cronache dell'antichistica di questi decenni. Ed è un racconto avvincente, che unisce storia economica, sociale, intellettuale in un continuo contrappunto fra antico e moderno, fra passati lontani ed epoche a noi molto piú vicine. -
Il gesto di Caino
Il gesto di Caino, il sangue di Abele, la punizione di Dio. Prima dell'amore per il prossimo, lo scandalo dell'odio fratricida interroga la vita umana.«Il gesto di Caino è senza pietà: uccide il fratello spargendo il suo sangue sulla terra. Non lascia speranza, non consente il dialogo, non ritarda la violenza efferata dell'odio. È da questo gesto che la storia dell'uomo ha inizio. Sappiamo che l'amore per il prossimo è l'ultima parola e la piú fondamentale a cui approda il logos biblico. Ma non è stata la sua prima parola. Essa viene dopo il gesto di Caino. Potremmo pensare che l'amore per il prossimo sia una risposta a questo gesto tremendo? Potremmo pensare che l'amore per il prossimo si possa raggiungere solo passando necessariamente attraverso il gesto distruttivo di Caino? Quello che è certo è che nella narrazione biblica l'amore per il prossimo viene dopo l'esperienza originaria dell'odio». -
Ora dormono. Storia vera e immaginaria dei miei antenati tedeschi
Capita a tutti, prima o poi, di sfogliare l’album di famiglia. Le pagine di Alessio Cremonini, però, raccontano una storia eccezionale. Il prozio Karl che partecipa al Putsch di Monaco ed è fra i primi tesserati del partito nazista; la visita di Göring, con la bisnonna che alza al massimo il volume di Radio Londra; il nonno Bruno salvato dalla carneficina di Stalingrado, poi responsabile della propaganda radiofonica della Repubblica di Salò; Laura diciassettenne che attraversa la linea gotica pur di raggiungerlo; Milano sotto le bombe, la cena con Karajan, la ferocia dei fascisti a un passo dalla fine. Sfilano sotto gli occhi del lettore, come fossero in pellicola, le sequenze più drammatiche della storia del Novecento. Così quell’incredibile album di famiglia diventa vivido e animato: il libro che si può scrivere soltanto una volta nella vita.Una famiglia liberale e progressista, nella Germania degli anni Venti, è una famiglia in pericolo. Il nazismo è un morbo che prolifera in fretta, anche in luoghi insospettabili come la clinica psichiatrica dei Lang. Il figlio maggiore, Karl, è un nazista della prima ora, che partecipa giovanissimo al Putsch di Monaco e appena può diventa membro del partito con la tessera numero 690. A casa si vergognano di lui, ma la sua ascesa è iniziata: quella tessera equivale a uno strumento di potere, il lasciapassare che condurrà Karl fino ai vertici dello Stato. Sembra l’innesco di un romanzo sul Terzo Reich, ma è la storia – vera, ricordata, tramandata, e poi reinventata – degli antenati di Alessio Cremonini. Suo nonno Bruno è l’altro figlio, il fratello minore di Karl. E tutto ciò che ha attraversato se l’è portato dentro fino alla fine, come un segreto di cui dire il meno possibile per tutelare i vivi e i morti. Eppure quella storia non è andata perduta: partendo da un diario scoperto per caso, da un plico di lettere e da qualche vecchio filmato girato dal nonno, a raccoglierla è il nipote regista, che da ragazzo lo tempestava di domande e adesso ricompone il quadro della memoria familiare e collettiva. Alessio Cremonini si muove sulla pagina come dietro alla macchina da presa: ora che tutti dormono insieme ai loro slanci, le loro battaglie e le loro colpe, quello che scorre sotto i suoi occhi è il grande film della storia con la S maiuscola. -
Sulla libertà
Con questo testo innovativo Cass Sunstein ci aiuta a ripensare il concetto di libertà. Per essere liberi, poter scegliere non è sufficiente. Dobbiamo anche essere in grado di orientarci. rnrnLe persone spesso hanno bisogno di strumenti che le aiutino a raggiungere i propri obbiettivi. Sia nei Paesi ricchi che nei Paesi poveri i cittadini spesso non hanno idea di come raggiungere la destinazione che desiderano. Questo è il motivo per cui non sono liberi. Le persone spesso inoltre affrontano seri problemi di autocontrollo, in quanto prendono decisioni oggi che possono peggiorare la loro vita domani. E, in alcuni casi, saremmo felici anche con scelte alternative, con un differente partner, lavoro o luogo in cui vivere. Tutto questo solleva la difficile domanda su quale strada promuova meglio il nostro benessere. Sulla libertà è un libro accessibile e brillante, che si muove agevolmente tra diritto, scienze sociali, arte e religione. Esso esplora una dimensione cruciale della condizione umana che i filosofi e gli economisti hanno a lungo trascurato, mostrando che cosa significhi davvero raggiungere la libertà. La libertà di scelta non è abbastanza. Per essere liberi, dobbiamo anche essere in grado di navigare attraverso la vita. Le persone spesso hanno bisogno di una sorta di dispositivo GPS che le aiuti a giungere dove vogliono andare – si tratti di salute, denaro, lavoro, dei figli o delle relazioni. -
L' angelo di Avrigue-Vento largo-Attesa sul mare
«Mi piacciono gli emarginati, coloro che hanno una vita nuda, dove tutto è passaggio, transito, clandestinità.»«L'etica di Gregorio, di Varì, di Edoardo è la discrezione, l'attraversare i confini, la natura, le esistenze degli altri senza darlo troppo a vedere: da qui le pause, i silenzi, le omissioni, le vaghezze dei dialoghi, spesso privi di battute conclusive, che contrastano con la precisione scientifica, materica della natura, delle artemisie polverose, dei glomeruli, del capelvenere, degli anemoni di Caen, delle ducamela» - Paolo Di Stefano, la LetturaDue sono romanzi di terra e uno di mare, ma tutti i personaggi di questi tre libri, contadini o marinai, sono fatti della stessa pasta, che è quella di un'umanità in estinzione, come in via di estinzione sono i paesi sempre piú spopolati da cui provengono, nell'entroterra dell'estremo Ponente ligure. Tutti e tre i protagonisti, Gregorio, Varí e Edoardo, sono sfiorati da figure femminili misteriose, affascinanti quanto sfuggenti. Ma non sarà l'amore, in nessuna delle tre storie, a farli uscire dalla loro solitudine quasi metafisica. Biamonti è uno scrittore che ha anticipato molti temi oggi diventati di attualità: i migranti e chi li aiuta a passare i confini, il fascino e la storia dei paesaggi abbandonati... Il suo sguardo lirico, la lingua ellittica dei suoi personaggi, il camusiano impegno etico di fronte ai disastri della storia, sono tutti elementi che ne hanno fatto un «piccolo maestro» dallo stile inconfondibile, amatissimo e imitato. Prefazione di Carlo Boccadoro. -
Il danzatore dell'acqua
Hiram Walker è nato schiavo in una piantagione della Virginia. Quando un giorno precipita nel fiume gli manca il respiro, come se fosse spinto a fondo dalle sue stesse catene. Ma il misterioso potere di una luce azzurra lo salva dalla morte: è l'inizio di una storia di rabbia e passione destinata a cambiare la sua vita e quella del suo popolo. Ta-Nehisi Coates ha scritto l'epopea di una nazione soffocata, un romanzo di formazione irresistibile come un libro d'avventura, intimo come una storia d'amore, potente come la promessa di un mondo piú giusto.«Coates aspira all'epica e parte con il piede giusto. Ci racconta la Virginia segregazionista al tramonto di un'età (per alcuni) dorata» - Gabriele Romagnoli«Un grande romanzo popolare sulla storia degli schiavi neri che è anche un romanzo d formazione» – Alessandra Sarchi, La Lettura«L'oblio è la vera schiavitú, dice un personaggio del romanzo, l'oblio è la vera morte. È ciò che rende Il danzatore dell'acqua un'opera senza tempo, degna di essere annoverata tra i classici della letteratura contemporanea». – Rolling StoneNella piantagione di Lockless vive Hiram Walker: ha diciannove anni ed è nato schiavo, ma possiede qualcosa che lo rende unico. Il padre di Hiram è il proprietario della piantagione: come spesso accadeva all'epoca, ha messo incinta una schiava e l'ha poi venduta quando Hiram era solo un bambino. Della madre Hiram non ricorda niente, nonostante la memoria portentosa che, insieme alla sua intelligenza, gli ha permesso di lavorare a stretto contatto con i bianchi. Un giorno, quando Hiram ha diciannove anni, succede qualcosa di inspiegabile: gettato nelle acque tormentose di un fiume, il giovane scopre di possedere un misterioso potere. Un potere, una visione che si trasformerà in una missione, per sé e per tutto il suo popolo. La storia della sua fuga dalla piantagione e di come imparerà a controllare la «Conduzione» è la storia della sua presa di coscienza, individuale e collettiva. È la storia di un riscatto e di un amore: perché è la storia di una rivolta. Quando negli Stati Uniti è uscito Il danzatore dell'acqua di Ta-Nehisi Coates il mondo editoriale ha capito di essere di fronte a un evento storico: il primo romanzo dell'intellettuale invitato piú volte alla Casa Bianca da Obama ha esordito direttamente al primo posto nella classifica del «New York Times», è stato scelto da Oprah Winfrey per il suo Book Club, è stato nominato tra i migliori libri del decennio dalla rivista «Paste» e inserito tra i libri dell'anno nelle liste di «Time», «The Washington Post», «Chicago Tribune», «Vanity Fair», «Esquire», «Good House- keeping», The New York Public Library, «Kirkus Reviews», «Library Journal» e dalla National Public Radio. A distanza di mesi il libro, se possibile, appare ancora piú urgente: attraverso l'immaginazione letteraria e la sua magia, Coates ci dà la possibilità di credere per un attimo in un'altra Storia, piú clemente nei confronti di coloro che per secoli furono oppressi dalla schiavitú. Ma dura solo un istante, perché Il danzatore dell'acqua è soprattutto una riflessione... -
Contare le sedie
Di quante vite è fatta la vita di una donna? Troppe, per perdersi ad assecondare il desiderio degli altri. Qui c'è una ragazza che avvita la caffettiera con la stessa forza con cui soffoca i sentimenti, una bambina che salta sul letto forsennata per disfare le trecce troppo strette, una donna con le scarpe sporche di calce che dirige gli operai nel cantiere della sua casa. E c'è una voce personalissima, ariosa, piena di accensioni, che sa raccontare i piccoli e grandi smottamenti, gli spigoli e i cambi di passo con la levità delle grandi scrittrici.«Armanino costruisce una serie di racconti che a loro volta hanno l'unità compatta di un romanzo in forma di scene» – il manifesto«Sto per non essere carina. Sento che sta per succedere e che nessuno se lo aspetta da una sempre carina come me».L'esercizio piú difficile è trovare la forza di dire semplicemente «questa sono io», mettere insieme i pezzi, e riconoscersi intera. Sembra una cosa ovvia, ma ogni ragazza sa che è una conquista. La bambina la cui prima parola è stata «betoniera», la studentessa che si appassiona ai numeri per amore di un surfista, la donna che scopre il desiderio di maternità dopo un incontro con le orche – sono tutte istantanee parziali, capaci di catturare l'essenza. La vita di una donna possiamo guardarla come un fiume che corre, o fermarla in corsa per saggiare ogni volta la trasformazione. È quello che fa Ester Armanino in questo libro curioso nella struttura, profondamente caldo. Un tassello dopo l'altro, il quadro si compone e il ritratto che ne viene fuori è tenacemente vivo, tridimensionale, fatto di attese, fughe, perdite, incontri, capacità di costruire, solitudine, fondamenta. E cosí, come in quel gioco delle sedie che si faceva da bambini, sottraendo un pezzo alla volta, il dolore può diventare una sfida alla pari, l'amore di sé – di tutte le donne che abbiamo dentro – un po' screanzato e finalmente possibile. -
L'uomo con la vestaglia rossa
Chi è l'uomo con la vestaglia rossa che compare nel famoso dipinto di John Singer Sargent? Quel dandy «vergognosamente bello» è il dottor Samuel-Jean Pozzi, intraprendente ginecologo della noblesse parigina di fine Ottocento, instancabile uomo di scienza ed esteta decadente. È seguendo le sue tracce che Julian Barnes ci porta nella rutilante Belle Époque europea, fra le celebrità che la animano, da Gustave Flaubert a Oscar Wilde, da Sarah Bernhardt a Edmond de Goncourt. Un viaggio affascinante in un'epoca tanto simile alla nostra: «decadente, frenetica, violenta, narcisistica e nevrotica».«Uno dei suoi libri migliori [...] Un pezzo di bravura che regala autentico divertimento» – Evening Standard«Il romanzo è il frutto pregiato di un autore amabile e pettegolo in modo generoso e sublime» - Leonetta Bentivoglio, Robinson«L'uomo con la vestaglia rossa abbonda di piaceri [...] È geniale e sfida ogni convenzione» – The SpectatorNell'estate del 1885 tre francesi giungono a Londra per un viaggio di piacere. Pur eleganti e disinvolti, i tre formano «uno strano trio»: due sono aristocratici, uno è un borghese; due hanno «tendenze elleniche», uno è di un'esuberante eterosessualità; tutti e tre – il conte Robert de Montesquiou-Fezensac, il principe Edmond de Polignac e il dottor Samuel-Jean Pozzi – frequentano gli stessi salotti mondani della Parigi fin de siècle, e li influenzano al punto da meritarsi una trasposizione artistica, in forma letteraria o pittorica, ad opera di alcuni fra i piú grandi artisti loro contemporanei, da Marcel Proust a John Singer Sargent. Ma che ci fa un medico borghese fra individui di cosí alto lignaggio, in una società tanto rigidamente stratificata? Samuel-Jean Pozzi è il figlio di un pastore di provincia, ma diventa un chirurgo e ginecologo di fama per aver messo a punto tecniche pionieristiche nella sua specialità medica. Entra nelle grazie dell'aristocrazia parigina per averne curato un buon numero di esponenti femminili, e altrettante averne amate (una su tutte l'attrice Sarah Bernhardt, che coniò per lui il lusinghiero epiteto di «Docteur Dieu»). Ma soprattutto la sua affinità con i poeti, gli artisti e i pensatori piú celebri della Belle Époque è dovuta al suo fascino di uomo di scienza e al suo amore per la razionalità e il libero pensiero. A partire dalla sua vita e da quella dei suoi compagni, Julian Barnes tratteggia un quadro vivacissimo di un'intera epoca e delle monumentali figure che la animavano – Henry James, Richard Wagner, Gustave Flaubert, Edmond de Goncourt, Paul Valéry, Dante Gabriel Rossetti, Alma-Tadema, Oscar Wilde... un parterre eccezionale, fra le pagine di Julian Barnes – e lo fa servendosi di testimonianze, epistole, diari, atti processuali, articoli di giornale, inserti saggistici e splendide illustrazioni. -
L' impero irresistibile. La società dei consumi americana alla conquista del mondo
L'evento piú significativo del XX secolo è forse stato il trionfo della società dei consumi americana sulla civiltà borghese europea. È di questa rivoluzione globale che si occupa L'impero irresistibile, il brillante resoconto di Victoria de Grazia su come lo standard di vita americano abbia sostituito lo stile di vita europeo e raggiunto un'egemonia culturale su scala mondiale. Un impero del mercato che ha assoggettato i suoi sudditi con le armi dei consumi di massa, pacifiche e seducenti. rnCon una nuova introduzione dell'autrice.rnCapitolo dopo capitolo, assistiamo all'imponente campagna condotta per tutto il Novecento da insospettabili eroi dell'imprenditoria e della pubblicità a stelle e strisce per conquistare il Vecchio Continente, esportando prodotti innovativi e tecniche di marketing dirompenti, forme di sociabilità e film hollywoodiani, nuovi stili di vita e inediti desideri. Con lo scopo di aprire nuovi mercati previa l'imposizione di nuovi modelli culturali. E tentando di superare le enormi differenze sociali, politiche, di gusto e cultura che caratterizzavano un'Europa variegata, tradizionalista e profondamente segnata da due conflitti mondiali, dai totalitarismi e dalle perenni disunioni. Ne risulta una magistrale storia, che ci riguarda ancora oggi, dei rapporti tra Europa e America all'epoca dell'avvento della società dei consumi. -
L' arte contemporanea. Un panorama globale
L'arte contemporanea è spesso provocatoria, può sconcertare o divertire, destare perplessità e talvolta scandalizzare. Cosa significa? È davvero arte? E poi, perché è così cara? Attento al lavoro di artisti di tutto il mondo, appartenenti a culture e tradizioni diversissime, il libro di Tony Godfrey vuol essere una guida originale per orientarsi nella storia dell'arte degli ultimi quarant'anni. L'autore è convinto che per capire l'arte contemporanea sia necessario saper ascoltare molte voci: di critici, teorici, curatori, collezionisti, ma anche degli stessi artisti e del pubblico. L'analisi si struttura intorno a sequenze di svolte creative e accese discussioni su cosa sia o dovrebbe essere l'arte, contestualizza e seleziona le opere più rappresentative dei principali artisti oggi in attività dalle Americhe all'Estremo Oriente, fornendo un'interessante e accessibile introduzione a un tema pieno di fascino e fonte di continue sorprese ed emozioni. -
Natura morta. La prima indagine del commissario Armand Gamache
L'ispettore Armand Gamache giunge sulla scena di una morte sospetta in un paesino a sud di Montréal, Three Pines. Jane Neal, una maestra in pensione che coltivava rose e dirigeva il gruppo parrocchiale femminile, è stata trovata accasciata in una delle foreste che circondano il villaggio. In molti usano arco e frecce per cacciare i cervi e non può che trattarsi di un incidente. Ma Gamache non si lascia ingannare. Dietro la bellezza e la serenità di Three Pines, si agita un che di sinistro. E quello di Jane Neal è stato un omicidio, ne è certo. Adesso non resta che indagare.«Il segreto dell'ispettore capo Gamache era che a cinquantacinque anni suonati, all'apice di una lunga carriera il cui slancio pareva essersi esaurito, la morte violenta lo sorprendeva ancora. Il che era strano, per un responsabile della Omicidi, e forse spiegava perché non avesse fatto piú progressi nel cinico mondo della Sûreté. Sperava sempre che si fossero sbagliati, che non ci fosse alcun cadavere, anche se in questo caso la crescente rigidità di Miss Neal non lasciava margini di dubbio. Rimessosi in piedi con l'aiuto dell'ispettore Beauvoir, Gamache si abbottonò il Burberry imbottito per proteggersi dall'aria fredda di ottobre e cominciò a ragionare». -
Lettere dal carcere
Con un ricco album di documenti e immagini fotografiche«La testimonianza di un combattente gracile che non si arrese mai» - La LetturarnLettere dal carcere è un libro unico. Forse interminabile. E un libro postumo, la cui prima edizione ho sotto mano, un libro di famiglia, come lo è per non poche famiglie italiane. La sua storia, come spiega Francesco Giasi nell'introduzione, inizia il giorno dopo la morte del suo autore, avvenuta a Roma il 27 aprile 1937. La prima edizione contava 218 lettere. Qui sono 511, di cui 12 inedite. E la storia personalissima di un pensiero conteso fra logiche di apparato, libertà di visione, dolore e tenacia di impegno. Le lettere corrono parallele alla stesura dei Quaderni del carcere, che rappresentano a loro volta una delle vette del pensiero saggistico italiano del Novecento, tradotti e studiati in tutto il mondo. Ne costituiscono il parallelo esistenziale e, forse, la premessa e la condizione. In tutte le sue edizioni, per merito dei o nonostante i suoi curatori, Lettere dal carcere è sempre apparso al suo lettore non come un libro-archivio, ma come un'opera compiuta e autonoma, perché autoritratto di un pensiero vivente nel suo divenire, nel suo dispiegarsi, ma anche nella sua novità radicale. L'ultima lettera della prima edizione (qui 442) era diretta al figlio Delio: «... mi sento un po' stanco e non posso scriverti molto. Tu scrivimi sempre e di tutto ciò che ti interessa nella scuola. Io penso che la storia ti piace, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti piú uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono tra loro in società e lavorano e lottano e migliorano se stessi non può non piacerti piú di ogni altra cosa. Ma è cosí?». Con un album fotografico. -
Un male strano. Poesie d'amore. Testo catalano a fronte
Ausiàs March (1400-1459) è uno dei grandi poeti lirici del suo tempo. Rispetto a Petrarca la sua concezione dell'amore è piú assoluta, piú laica, in definitiva piú moderna. rnrnDal punto di vista della profondità di pensiero, March è un vero poeta filosofo con un'apertura di conoscenze che la cultura umanistica dei suoi tempi aveva arricchito enormemente rispetto al secolo precedente. Se March era cosí importante e famoso, come mai oggi è cosí poco conosciuto? La risposta è semplice: scriveva in catalano, una lingua che viene emarginata quando Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia hanno unificato la Spagna sotto un unico regno e scelto il castigliano come idioma ufficiale (1469). Solo tra Otto e Novecento il catalano risorge, tuttavia perseguitato durante il quarantennio franchista. La lunga minorizzazione linguistica ha emarginato March dal Parnaso della poesia europea riducendolo a oggetto di studio per specialisti. La scelta qui proposta dall'ingente corpus delle poesie di March (circa mille versi su oltre diecimila) vuole essere un modo per riportare il poeta a un pubblico piú largo. Con questo obiettivo, i curatori hanno approntato una traduzione che cerca di rispettare il piú possibile lo statuto poetico di questi testi anche usando qualche libertà, e un commento filologicamente rigoroso, che chiarisce la struttura di ogni poesia e ne suggerisce il senso piú profondo. -
Invisibile
Un libro sulla rabbia giovanile, sulla passione erotica, su un implacabile bisogno di giustizia.«La prima volta che gli strinsi la mano fu nella primavera del 1967. Ai tempi frequentavo il secondo anno di università alla Columbia: ero un ragazzo ignorante e affamato di libri che coltivava la fede (o l'illusione) di diventare un giorno così bravo da potersi definire un poeta.»Nel 1967, Adam Walker ha vent'anni e studia a New York; la sua unica aspirazione è diventare poeta. Durante una festa conosce l'enigmatico professore parigino Rudolf Born e la sua seducente fidanzata, Margot, con la quale ben presto instaura una relazione. Rudolf, scoperto il tradimento, caccia la donna senza tuttavia mostrare risentimento nei confronti di Adam che continua a frequentarlo sino a quando, una sera, non assiste alla criminale esplosione della sua aggressività. Consapevole di aver vissuto un'esperienza che lo segnerà per sempre, Adam trascorre l'estate in città con la sorella, ritrovando il legame che li unisce sin dall'infanzia. In autunno Adam dovrà partire per Parigi, la città in cui è tornato a vivere Born. Adam sa bene che difficilmente potrà evitare di incontrarlo e che si dovrà cosí confrontare con la parte piú nera e imperscrutabile della propria anima. -
Romanzo rosa
Olimpia fa la bibliotecaria, è un'amante del cappuccino al bar, e la vera passione - la passione che tutto travolge - l'ha provata solo per tre giorni, nel 1977. Paola è avvocato, si è lasciata un matrimonio alle spalle e indossa vistosi giubbotti da aviatore. Nicola, invece, è un tipo che non si fa notare: brunetto, sui trenta, è anche carino, ma bisogna guardarlo sette o otto volte per accorgersi di lui. Manuela, poi, ha quarant'anni ed è disoccupata, ma investe i cento euro di un Gratta e Vinci per partecipare al corso in cui tutti questi personaggi s'incrociano: ""Come scrivere un romanzo rosa in una settimana"""", che Leonora Forneris, insegnante spinosa e scrittrice di fama, tiene al Circolo dei Lettori. Con la ricetta giusta e i trucchi del mestiere per confezionare, lezione dopo lezione, pagina dopo pagina, giorno per giorno, un Melody di sicuro successo. Tra passioni di carta e flirt reali, marmellate alle arance amare e misteriose limousine, uomini che amano i cani e donne che amano i gatti, Stefania Bertola ci trasporta in un universo dalle tinte pastello, creando un romanzo che sa di rosa. In ogni senso."" -
Eguaglianza e libertà
«I due valori della libertà e dell'eguaglianza si richiamano l'uno con l'altro nel pensiero politico e nella storia. Sono radicati entrambi nella considerazione dell'uomo come ""persona"""". Appartengono entrambi alla determinazione del concetto di persona umana, come essere che si distingue o pretende di distinguersi da tutti gli altri esseri viventi. """"Libertà"""" indica uno stato, """"eguaglianza"""" un rapporto. L'uomo come """"persona"""", o, per essere considerato come persona, deve essere, in quanto individuo nella sua singolarità, libero, in quanto essere sociale, deve essere con gli altri individui in un rapporto di eguaglianza». (Norberto Bobbio)"" -
Il gesto e il respiro. Pollock vs Rothko
Usando come sorprendente punto di partenza gli affreschi dell'Angelico a Firenze, Gregorio Botta racconta le esistenze opposte e parallele di Jackson Pollock e Mark Rothko con l'occhio dell'artista, spiegando le radici, la genesi e le conseguenze di due modi di dipingere agli antipodi. «Ecco perché la storia di questi due campioni è cosí importante e rappresentativa: perché custodisce non solo le loro vite dolorose, non solo la potenza delle loro opere, ma anche lo yin e lo yang dell'arte occidentale. O almeno: uno dei tanti yin e yang che la vanno animando.»Da un lato la perfezione del gesto, dall'altro la ricerca di una pittura che «respira»: Jackson Pollock e Mark Rothko sono stati gli interpreti finali di due visioni dell'arte che si fronteggiano da secoli. La storia intensa e drammatica di due personalità straordinarie, fondamentali nella creazione del paesaggio mentale dell'uomo contemporaneo. Hanno spostato il baricentro della pittura da Parigi a New York. Hanno condiviso amici e galleristi. Hanno esposto insieme, frequentato gli stessi critici d'arte, bevuto fiumi di whisky. Li accomuna anche la morte tragica. Eppure Jackson Pollock e Mark Rothko non potrebbero avere linguaggi piú diversi. Il primo diceva «Io sono la natura», e attraverso il dripping ha cercato l'espressione di sé. Il secondo ha inseguito il silenzio, la luce, il vuoto del non sé. Usando come sorprendente punto di partenza gli affreschi dell'Angelico a Firenze, Gregorio Botta racconta le loro esistenze opposte e parallele con l'occhio dell'artista, spiegando le radici, la genesi e le conseguenze di due modi di dipingere agli antipodi.