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Il capitano è fuori a pranzo
Un diario di vita che si snoda tra l'estate del 1991 e l'inverno del 1993, poco prima che Capitan Bukowski venga meno. Il tema è la morte, attesa senza rimorsi e con irriverenza perché la cosa terribile non è la morte, ma la vita che la gente non vive. Eppure c'è qualche rammarico: lasciare il mondo, lasciare la scrittura. Nei pensieri del suo diario di bordo, il Capitano ne ha per tutti: filosofi, poeti giornalisti, fotografi, musicisti, poliziotti e Hollywood intera. Salva la moglie che lo assiste, la musica di Mahler, il computer, medium ermetico che accudisce il flusso dei pensieri, le corse di cavalli. -
Il giorno prima della felicità
Don Gaetano è uomo tuttofare in un grande caseggiato della Napoli popolosa e selvaggia degli anni cinquanta: elettricista, muratore, portiere dei quotidiani inferni del vivere. Da lui impara il giovane chiamato ""Smilzo"""", un orfano formicolante di passioni silenziose. Don Gaetano sa leggere nel pensiero della gente e lo Smilzo lo sa, sa che nel buio o nel fuoco dei suoi sentimenti ci sono idee ed emozioni che arrivano nette alla mente del suo maestro e compagno. Scimmia dalle zampe magre, ha imparato a sfidare i compagni, le altezze dei muri, le grondaie, le finestre - a una finestra in particolare ha continuato a guardare, quella in cui, donna-bambina, è apparso un giorno il fantasma femminile. Un fantasma che torna più tardi a sfidare la memoria dei sensi, a postulare un amore impossibile. Lo Smilzo cresce attraverso i racconti di don Gaetano, cresce nella memoria di una Napoli (offesa dalla guerra e dall'occupazione) che si ribella - con una straordinaria capacità di riscatto - alla sua stessa indolenza morale. Lo Smilzo impara che l'esistenza è rito, carne, sfida, sangue. È così che l'uomo maturo e l'uomo giovane si dividono in silenzio il desiderio sessuale di una vedova, è così che l'uomo passa al giovane la lama che lo dovrà difendere un giorno dall'onore offeso, è così che la prova del sangue apre la strada a una nuova migranza che durerà il tempo necessario a essere uomo."" -
Il contrario di uno
Il volume raccoglie 19 racconti e un poemetto in versi. Cinque sono apparsi nella piccola raccolta ""I colpi dei sensi"""" (Fahrenheit 451, Roma 1993). In questa sequenza di racconti esiste un motivo conduttore: l'insistenza degli affetti e della memoria, l'ossessione di una felicità che trova condivisioni e coerenze e che prova di volta in volta a chiamarsi amore, comunismo, giustizia. Infatti, """"Due non è il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine. Due è alleanza, filo doppio che non è spezzato""""."" -
Di questo mondo e degli altri
"Di questo mondo e degli altri"""" raccoglie gran parte dei testi dei due libri di cronache scritte da José Saramago tra il 1968 e il 1969 per i giornali di Lisbona """"A Capital"""" e """"Jornal do Fundão"""", e riuniti poi nei due volumi citati, pubblicati rispettivamente nel 1971 e nel 1973. Sono settantatré racconti che descrivono quasi tutti episodi di vita reale vissuta da Saramago, in cui il grande scrittore lusitano alterna diversi registri narrativi. I temi spaziano dalle conseguenze del sisma alla sua grande passione per gli animali e per l'ecologia; i nonni analfabeti e pastori di porci; la Rivoluzione dei garofani; l'impacciata foto dei genitori; lui stesso bambino scalzo; la nebbia del mattino; i contadini; il """"mare portoghese""""; l'arrotino; le persone che poi diventeranno i suoi stessi personaggi... e, naturalmente, Lisbona e il Portogallo. Nei racconti che compongono questo libro c'è il """"vivaio"""" di tutta l'opera a venire del grande premio Nobel portoghese. Era lo stesso Saramago a ripeterlo frequentemente: """"Là dentro c'è già tutto""""." -
Viaggi e altri viaggi
Dice Antonio Tabucchi: ""Sono un viaggiatore che non ha mai fatto viaggi per scriverne, cosa che mi è sempre parsa stolta. Sarebbe come se uno volesse innamorarsi per poter scrivere un libro sull'amore"""". Eppure, in """"Viaggi e altri viaggi"""" ci sono i luoghi del mondo, un mondo sufficientemente grande per non essere quel """"villaggio globale"""" che vorrebbero i sociologi e i mass media. Vi entrano """"alla rinfusa"""" la Lisbona di Pessoa, il Brasile distante dalle mete obbligate di Congonhas do Campo, la Madrid dell'Escorial, il Jardin des Plantes a Parigi, l'Australia di Hanging Rock, la Séte di Paul Valéry, e poi Creta, la Cappadocia, Il Cairo, Bombay, Goa, Kyoto, Washington. Tabucchi ci accompagna con sovrana gentilezza a conoscere e a riconoscere i luoghi di una mappa singolare, certo, ma condivisibile attraverso la lingua familiare del racconto. Una mappa che si apre volentieri ad """"altre"""" forme di viaggio la rassegna delle città fantastiche degli scrittori, le letture di Stevenson, la misteriosa frase di uno zio davanti agli affreschi del Beato Angelico, le montagne di Eça de Queirós, l'Egitto di Ungaretti, l'evocazione dell'Amazzonia attraverso un grande libro come Il ventre dell'universo. Nell'uno e nell'altro caso - nei viaggi effettivi e in quelli evocati dalla letteratura - Tabucchi ci invita a vedere e a restare, a muoverci e a ritornare. Ogni volta l'appuntamento è una sorpresa, perché il mondo è sempre un altrove, una scoperta di noi stessi attraverso gli altri."" -
Le Beatrici
«Chi sto aspettando? Un amante, un marito, un figlio, una figlia o... forse uno sconosciuto.»Otto monologhi al femminile. Una suora assatanata, una donna ansiosa e una donna in carriera, una vecchia bisbetica e una vecchia sognante, una giovane irrequieta, un'adolescente crudele e una donna-lupo. Un continuum di irose contumelie, invettive, spasmi amorosi, bamboleggiamenti, sproloqui, pomposo sentenziare, ammiccanti confidenze, vaneggiamenti sessuali, sussurri sognanti, impettite deliberazioni. Uno ""spartito"""" di voci, un'opera unica, fra teatro e racconto. Una folgorazione."" -
High & Dry. Primo amore
Yuko è in grado di vedere cose che gli altri non vedono, e di indovinare i desideri e i pensieri di chi le sta intorno grazie a una sensibilità fuori dal comune. Compiuti quattordici anni, tutto sembra assumere sfumature misteriose, e il mondo si popola di bizzarre creature. Yuko sta imparando ad assegnare un colore a ogni stato d'animo e a ogni emozione; a insegnarglielo è Kyu, il suo maestro di disegno, che ha il doppio dei suoi anni. Quando dal fusto di una pianta fuoriescono degli strani omini verdi, loro sono gli unici a vederli. Nello stesso istante, Yuko assapora l'incanto sottile del primo amore. Sospesa tra realtà e immaginazione, un'adolescente va incontro alla vita accompagnata dagli affetti più cari, e scopre, giorno dopo giorno, i turbamenti del cuore, la tenerezza dei sentimenti e la difficoltà di diventare grande. -
La meccanica del cuore
Nella notte più fredda del mondo possono verificarsi strani fenomeni. È il 1874 e in una vecchia casa in cima alla collina più alta di Edimburgo il piccolo Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine, dai più considerata una strega, salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù. La protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultare fatali. Ma non si può vivere al riparo dalle emozioni e, il giorno del decimo compleanno di Jack, la voce ammaliante di una piccola cantante andalusa fa vibrare il suo cuore come non mai. L'impavido eroe, ormai innamorato, è disposto a tutto per lei. Non lo spaventa la fuga né la violenza, nemmeno un viaggio attraverso mezza Europa fino a Granada alla ricerca dell'incantevole creatura, in compagnia dell'estroso illusionista Georges Méliès. E finalmente, due figure delicate, fuori degli schemi, si incontrano di nuovo e si amano. L'amore è dolce scoperta, ma anche tormento e dolore, e Jack lo sperimenterà ben presto. Intriso di atmosfere che ricordano il miglior cinema di Tim Burton, ritmato da avventure di sapore cavalleresco, una favola e un romanzo di formazione, in cui l'autore, con scrittura lieve ed evocativa, punteggiata di ironia, traccia un'indimenticabile metafora sul sentimento amoroso, ineluttabile nella sua misteriosa complessità. -
Tutto ciò che sono
"Tutto ciò che sono"""" è il romanzo di quattro giovani irriducibili che hanno rischiato la vita per allertare il mondo sul pericolo rappresentato da Hitler. Ruth, i cui ricordi hanno la potenza del sogno, Ernst, il leader-artista, la coscienza di un'epoca, Hans, fragile e combattuto, e soprattutto Dora, Dora Fabian, un'affascinantissima eroina della Resistenza antinazista, fino a oggi del tutto sconosciuta, una donna moderna, libera e consapevole, così coraggiosa da non riuscire a salvare se stessa. La loro storia è l'emblema della lotta per la libertà di amare, di vivere, di immaginarsi un futuro. Un romanzo di amore, sacrificio e tradimento, una storia incalzante, tragicamente vera, attenta ai dettagli, profondamente intrisa di paura, tristezza, rabbia e ricordi avvolti dalla nostalgia." -
La vita agra
"La vita agra"""" segnò per Luciano Bianciardi il momento dell'autentico successo, un successo che non tardò a fare entrare in sofferenza un intelletto indipendente come il suo. Il romanzo, ampiamente autobiografico, vede il protagonista lasciare la provincia e con essa la moglie e il figlioletto per andare a vivere a Milano. L'intento iniziale è far saltare un grattacielo, per vendicare i minatori morti in un incidente causato dalla scarsa sicurezza sul lavoro (il riferimento è all'incidente alla miniera di Ribolla del 1954, in cui persero la vita quarantatré minatori). Ma il protagonista vive in perenne bilico fra voglia di far esplodere il sistema e desiderio di esserne riconosciuto... A cinquant'anni dalla prima pubblicazione nel 1962, """"La vita agra"""" resta uno sguardo sulle conseguenze umane e sociali del boom economico italiano, ricco di una scrittura irrequieta, precisa, impossibile da imbrigliare. Al romanzo si ispirò il celebre film """"La vita agra"""" di Carlo Lizzani, con Ugo Tognazzi che interpretava il Bianciardi/protagonista." -
Romanzo per signora
"Ho preso dalla provincia lombarda cinque anziani signori - due coppie e un vedovo, tutti afflitti da malanni più o meno disastrosi - e li ho portati in vacanza a Nizza. In Jaguar. In un hotel a quattro stelle, con in mano un elenco di ristoranti lussuosi e in tasca un'American Express a credito illimitato. Tra i giardini del Cimiez e una clinica privata diretta dal sosia di Daniel Auteuil, con l'aiuto di un romanzo inedito di Frederic Prokosch e di una magica sfera di hashish, Cesare, che racconta la storia, si metterà sulle tracce di Leo Meyer. Lo scrittore che negli anni ottanta ha fatto esordire e ha sostenuto come direttore letterario di una nota casa editrice. Leo, il suo amico della vita. Che dopo anni di misteriosa latitanza riappare lì, a Nizza, gli occhi incavati nel volto malato, sul sedile posteriore di un taxi in corsa. Lo so che alla fine ne è uscito un romanzo struggente, con questi cinque anziani a ricapitolare le loro vite in smobilitazione, mentre provano caparbiamente a riallacciare i fili degli affetti. Ma Cesare è fermamente deciso a non cedere di un'unghia alla malinconia e al rimpianto. Come me, che mentre scrivevo tiravo giù dagli scaffali Wodehouse, Carlo Manzoni, Marcello Marchesi, e facevo esorcismi in forma di battute. Intanto che nel romanzo, questa volta felicemente, il mistero cresceva e la trama si infittiva."""" (Piersandro Pallavicini)" -
Recita dell'attore Vecchiatto
"Recita dell'attore Vecchiatto"""" comprende la risistemazione di larghe parti di due opere che celebrano la figura di Attilio Vecchiatto, grande attore shakespeariano, ma al contempo amara metafora della situazione attuale del nostro paese: """"Recita dell'attore Vecchiatto nel teatro di Rio Saliceto"""" e """"Sonetti del Badalucco nell'Italia odierna"""". L'intervento di Celati è molto profondo e riunifica autenticamente le due opere in un nuovo testo compatto e toccante. """"Attilio Vecchiatto (1910-1993) è stato un attore italiano di fama internazionale, ammirato da Laurence Olivier, Jeanne Moreau e molti altri. Dopo trent'anni di tournée in Sud America, sbarcato nel 1965 a New York, aveva creato il suo piccolo teatro shakespeariano, in un quartiere italiano del Bronx. Invitato in Francia nel 1976, aveva portato in giro i suoi adattamenti shakespeariani in molti paesi europei, ottenendo notevoli successi. Nonostante la notorietà all'estero, in Italia, al suo ritorno assieme alla moglie Carlotta, nel 1988, non è riuscito a trovare lavoro da nessuna parte, tranne che nel piccolo teatro di Rio Saliceto."""" (Gianni Celati)" -
Fata Morgana
Il narratore risiede in un villaggio normanno. Nella solitudine brumosa della campagna, in una casa dalle scale scricchiolanti, piena di piccoli notturni rumori, raccoglie materiali documentali sul misterioso popolo dei Gamuna: le fonti maggiori sono le lettere e i taccuini di un amico viaggiatore, gli articoli di un aviatore argentino e il diario che una suora vietnamita gli legge quando egli si reca a trovarla al di là della Manica. Gianni Celati dà vita a un romanzo di antropologia fantastica ricreando la storia dei Gamuna, della loro lingua, dei loro costumi, del mistero che li circonda. -
Il lavoro culturale
Tra il pamphlet e il saggio di costume, ""Il lavoro culturale"""" ripercorre le tappe di formazione di un intellettuale della provincia grossetana tra l'immediato dopoguerra e gli anni cinquanta, quando mezza Italia, fondava cineclub e circoli di cultura, analizzava problemi e progettava saggi sulla struttura culturale italiana."" -
Dove sono in questa storia
"Nel millenovecentosessantuno Jurij Gagarin volò nello spazio, e io andai a scuola."""" Inizia così il primo dei diciassette capitoli con i quali l'istrionico regista Emir Kusturica apre il proprio album di famiglia e racconta la sua storia. Senza risparmiare nessuno, né se stesso né gli altri. Ci sono voluti quindici anni per mettere insieme autobiografia, cronaca e storie degne dei suoi migliori film, e raccontare una vicenda autentica, emozionante, sorprendente e provocatoria, nella quale si riflette la storia della seconda metà del ventesimo secolo. L'infanzia, la Sarajevo degli anni sessanta, Tito e Charlie Chaplin, l'amore per la futura moglie Maja e la scuola di cinema a Praga, Fellini, Ivo Andric' e Dostoevskij, i primi lungometraggi - """"Ti ricordi di Dolly Bell?"""", """"Papà... è in viaggio d'affari"""" e """"Il tempo dei gitani"""" -, l'America, Johnny Depp e """"Arizona Dream"""", """"Underground"""" e la guerra, la fine della Jugoslavia e quella di suo padre, la morte di Dio, quella dei rapporti con i vecchi amici e con Sarajevo, Milosevic' e la malattia della madre. Autobiografia di un artista geniale, """"Dove sono in questa storia"""" è sì il """"diario politico di un idiota"""", secondo le parole dello stesso autore, ma soprattutto il racconto sincero della sua storia personale, l'adattamento letterario del film della sua vita." -
Mondoviaterra. 467 giorni, 108.000 Km. Senza bucare il cielo
Lui è grande e grosso, una matassa di riccioli ingovernabili, e proprio non riesce a stare fermo. Non sopporta i tour operator ma non ama neanche chi si improvvisa avventuriero perché stufo della grande città. Per lui la porta di casa è solo il confine facilmente valicabile tra sé e il mondo. Basta un passo e il viaggio comincia. ""Mondoviaterra"""", dice Eddy Cattaneo, """"parla di un sogno: fare il giro del mondo via terra, senza prendere aerei. In solitaria. A contatto con la Natura, senza bucarla dall'alto. Pulito, lento e circolare. Un'avventura d'altri tempi per sentire la terra cambiare sotto i piedi giorno dopo giorno, per attraversare gli oceani a bordo di cargo mercantili, come fantasticavo da piccolo, con acqua e solo acqua ovunque intorno. Uscire, chiudere la porta e unire il vialetto di casa mia con la via della seta, Karakorum e Himalaya, India, Cina, le risaie del Mekong, i templi buddhisti con le rovine Maya, Macchu Picchu e la Tierra del Fuego, la Panamericana..."""". Eddy Cattaneo racconta il suo giro del mondo via terra con orecchie e occhi sempre ben aperti, pronti a cogliere sguardi, suoni, sapori, musiche. Vite. Tutte diverse. Tutte simili."" -
Il ponte della Ghisolfa
Il ponte della Ghisolfa è una raccolta di diciannove racconti pubblicata da Testori nel 1958; essa fa parte di un disegno più ampio, una sorta di ""commedia umana"""" dal titolo """"I segreti di Milano"""", """"dove tutto - nomi e situazioni, personaggi e ambienti - si tiene, si intreccia e si conferma"""". Nel Ponte della Ghisolfa è rappresentato """"il mondo della periferia milanese, popolato di poveri diavoli che tirano la carretta in fabbrica o a bottega ma anche di sfaccendati pronti a tutto, di prostitute e ragazzi di vita, di ladri e macrò con licenza di ricattare se non proprio di uccidere, di aspiranti campioni sportivi e di torbidi nouveaux riches"""". I personaggi del Ponte della Ghisolfa sono tutti personaggi giovanissimi, operai, baristi, che, nella periferia di una Milano alle soglie del Boom economico, lottano per sopravvivere, vivono nella periferia dai grandi casoni grigi (Roserio, la Ghisolfa, Porta Ticinese), s'incontrano nei bar, frequentano le palestre coltivando la speranza di diventare campioni di ciclismo o di pugilato, passano le domeniche nei """"cine"""" o nelle sale da ballo, s'innamorano."" -
10 regole per fare innamorare
Chi non vorrebbe scoprire la formula supersegreta della Coca-Cola? Si conoscono gli ingredienti ma non le proporzioni esatte degli stessi né tantomeno la ricetta. Ecco, sta tutto lì, nella proporzione e nella ricetta, cioè nella capacità di assemblare il tutto per un risultato perfetto! Allora prendiamo un Lui e una Lei, i nostri ingredienti. Qual è l'alchimia perché due perfetti sconosciuti si innamorino l'uno dell'altra? Quali sono gli ingredienti, l'ideale combinazione degli stessi, la ricetta per farli innamorare? Chi non vorrebbe scoprire le regole dell'amore? Guglielmo ha provato a elencarne ben dieci e per farlo ha chiesto aiuto ad Alessia Pelonzi, amica carissima e necessario alter ego femminile. Hanno poi interrogato i loro amici, rivisto l'album delle loro vite, letto libri e analizzato tantissimi film. Non hanno trascurato neanche interi album dei Ricchi e Poveri e di Riccardo Cocciante. Insomma, sono diventati dei super esperti nell'arte sublime del fare innamorare. Nelle pagine di questo libro la ricetta c'è. Ed è una ricetta che ben si adatta a ciascuno di voi. Per quella della Coca-Cola, ci stiamo attrezzando! -
Il vile agguato. Chi ha ucciso Paolo Borsellino. Una storia di orrore e menzogna
A Paolo Borsellino, spazzato via venti anni fa da un'autobomba sotto casa di sua madre, in via D'Amelio a Palermo, piaceva citare dal Giulio Cesare di Shakespeare la frase secondo cui ""è bello morire per ciò in cui si crede. Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola"""". Il fatto è che l'omicidio di Borsellino è ormai diventato uno di quei buchi neri della storia italiana, simile in questo al rapimento Moro, in cui come in un gorgo si annodano e si raccolgono tutti i misteri, i protagonisti, le inconfessabili verità di un paese che ha sempre avuto molto da nascondere, in primo luogo a se stesso. """"Questo è stato il destino del nostro eroe; e l'Italia non è un paese per eroi. La ricerca della verità sul suo assassinio implicava un contributo di onestà, che è stata soffocata. Difficile ormai che si possa recuperare il tempo perduto, perché ormai quella stessa ricerca della verità è strettamente connessa (i luoghi, i palazzi di giustizia, i contesti) con la ricerca delle ragioni della disonestà di chi doveva cercarla. E dunque, diventa un'impresa quasi impossibile."""" Ma quello che è possibile fare è mettere insieme tutti i pezzi, ripulirli a uno a uno e metterli nell'ordine giusto, per raccontarli a chi li ha dimenticati, o li ricorda solo confusamente. Questo è ciò che Enrico Deaglio ha fatto in questo libro. Con una nuova introduzione dell'autore."" -
Johnny Cash. La vita, l'amore e la fede di una leggenda americana
Quando da bambino, con le mani ancora segnate dai fiocchi di cotone, Johnny Cash si avvicinava alla radio accesa in casa, non sapeva che la sua voce avrebbe viaggiato ben oltre Nashville. Poi iniziò a cantare, lo fece per decenni in compagnia di Luther Perkins e Marshall Grant. Calcò mille palcoscenici nella profonda provincia americana, portando il boom chicka boom oltre i cancelli delle prigioni. Quella voce scura, intensa, fatta apposta per cantare di Dio, di omicidi e di amore, sedusse pubblici sempre più vasti. Cantastorie instancabile, finì in tv, con uno show dall'America e sull'America, si sentì rubare l'anima mentre mostrava un altro lato della musica alle giovani generazioni, fino all'Australia di Nick Cave e all'Irlanda di Bono. L'uomo che pensò fosse stato Dio a mandargli le anfetamine, che ritrovò se stesso nella caverna di Nickajack, che produsse un film su Gesù, che suonò alla Casa Bianca di Nixon e che oltre vent'anni dopo ricevette un'ovazione al Glastonbury Festival è una delle figure epiche della musica americana. Fu fiaccato dalla sofferenza, dai lutti, ma fu sempre ossessionato dalla vita. La biografia ufficiale di Johnny Cash, ricostruita minuziosamente attraverso la stampa, le sue memorie, le interviste a familiari, amici e collaboratori.