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Una filosofia per la medicina. Razionalità clinica tra attualità e ragionevolezza
La razionalità scientifica della medicina è sempre più in difficoltà per tre ragioni fondamentali: il radicale cambiamento culturale della concezione di malattia e di malato; la pressante richiesta di riduzione di sprechi, rischi ed errori nel campo delle pratiche mediche; la forte domanda da parte del cittadino di condivisione delle decisioni mediche che lo riguardano. Per rispondere a tali problemi, in questi anni, si sono adottate politiche di controllo sugli operatori e sui servizi che però hanno creato innumerevoli contraddizioni, tanto in ambito etico quanto in quello finanziario. Una ben ponderata azione di ripensamento della razionalità medica non è più rinviabile. Il titolo sottolinea un mutamento significativo di prospettiva: se sinora la tradizionale ""filosofia della medicina"""" aveva spiegato il modo di pensare della medicina, oggi si avverte l'urgenza di una """"filosofia per la medicina"""". Il libro si conclude con un manifesto, che costituisce un invito alla pubblica discussione delle questioni trattate."" -
Le parole ultime. Dialogo sui problemi del «fine vita»
Da sempre la morte è l'esito infausto della relativa inguaribilità delle malattie, ma oggi essa, soprattutto in ospedale, è diventata oggetto di diritti, quale parte integrante della cura. Tali diritti riguardano un certo tipo di assistenza, certe relazioni con il malato e i suoi familiari, i problemi di senso, i valori della dignità, del rispetto, della libertà, dell'autonomia della persona che muore. Ma la medicina non è preparata ad affrontare tali questioni e la bioetica in questi anni certo non l'ha aiutata. Per di più oggi i modi di morire e di soffrire del malato terminale sono oggetto di forti scontri tra le diverse bioetiche laiche e cattoliche. Da qui la necessità di creare le condizioni per un dialogo che superi prima di tutto la disumanità ideologica della discussione bioetica per poi guardare con filosofica indulgenza, caso per caso, la persona nella sua realtà. -
Il fuoco della rivolta. Torce umane dal Maghreb all'Europa
L'autrice analizza, in modo rigoroso, un tema poco indagato dalle scienze sociali negli anni recenti: il fenomeno delle autoimmolazioni, pubbliche e di protesta, in alcuni paesi del Mediterraneo, prima e dopo quella di Mohamed Bouazizi. La sua ipotesi è che questi suicidi col fuoco, accomunati dalla rivendicazione della dignità, non siano un'espressione alternativa o surrogata del conflitto sociale e della rivolta, ma appartengano in fondo alla stessa categoria fenomenica. Sulla scia dei più classici studi sociologici sul suicidio, l'autrice mostra come un tal genere di morte volontaria, sia un fatto eminentemente sociale. Esso chiama in causa i nodi irrisolti della transizione tunisina: le gravi disuguaglianze economiche e sociali, la struttura autoritaria del potere, la comparsa di ideologie religiose che esaltano la violenza e il martirio. Ma non solo: le torce umane, che ora ardono anche in alcuni paesi europei e in Israele, rivelano un malessere che non riguarda esclusivamente le società ""asiatiche"""" e quelle a maggioranza musulmana, ma pure le nostre, colpite da una crisi economica che è anche sociale e politica."" -
Il riformista che non c'è. Le politiche sanitarie tra invarianza e cambiamento
Dopo le sorprendenti elezioni del febbraio 2012, questo libro propone alla nuova e alla vecchia classe politica, e a tutto il mondo sanitario, un progetto per rifondare la sanità. L'autore affronta le quattro principali questioni irrisolte della sanità italiana: l'interpretazione moderna dell'articolo 32 della Costituzione, la norma madre da cui tutto viene, e la ""questione salute""""; il ripensamento della medicina quale conoscenza, perché essa si adegui a una società che cambia e a un'economia ostile; il ripensamento delle professioni e del lavoro, in particolare delle professioni sanitarie (medici e infermieri); il ripensamento della sanità come sistema di governo e di organizzazione dei servizi. Da sempre il vero problema della sanità non è la mancanza di idee o di proposte, ma la politica, che da troppi anni si dimostra disinteressata al cambiamento. Questo libro si basa su fatti reali, anche se il soggetto è simbolico. Il """"riformista che non c'è"""" è un limite culturale della nostra società, che, per il bene comune, dovrà essere superato e convertito a una nuova progettualità."" -
Il potere della menzogna. Amore, politica, religione, informazione, pubblicità, scienza. Vince chi sa raccontare falsità
La vita - come ha detto qualcuno - ""è un inno alla menzogna"""". La cronaca d'ogni giorno lo conferma sempre più. Perché mentiamo? Il libro ruota intorno a quest'interrogativo. Fin dall'infanzia, infatti, l'esistenza di tutti noi in ogni Paese - è immersa nella bugia. La società stessa è prevalentemente bugiarda e finisce per influenzare in modo spesso determinante carattere e personalità di ciascuno. La manipolazione dei fatti e della realtà avviene in ogni settore vitale della società: dalla politica all'informazione, dalla pubblicità alla scienza, dalla religione ai rapporti personali, vita sentimentale compresa. Ne siamo tutti protagonisti e al contempo vittime. Basato su fatti concreti, il libro è ricco di dati, notizie, testimonianze. Uno sguardo particolare è rivolto agli aspetti legati all'ambiente e all'ecologia. Certamente, nella nostra società prevale chi, grazie all'uso abile e disinvolto della parola, riesce a modificare fatti e realtà."" -
Termodinamica dell'amore. Come salvare i rapporti di coppia investendo nella comunicazione
In una società incerta come quella di oggi, costruire rapporti solidi sembra quasi un'utopia. Ma siamo davvero condannati alla solitudine? Non possiamo far nulla per contrastare questa tendenza spontanea al disordine? Serrano ci dà buone notizie: la natura lavora da milioni di secoli per metterci in salvo investendo nella comunicazione. Quando la differenziazione sessuale costrinse i nostri antenati a investire energie nell'accoppiamento per garantire la sopravvivenza della specie, chi riusciva a comunicare meglio si aggiudicava una discendenza numerosa. Partendo da questa premessa, l'autore ci trasporta in un viaggio entusiasmante nel tempo, e ci mostra come cambiarono i corpi degli ominidi per adattarsi alle preferenze dei loro partner: labbra sporgenti, forme armoniose, genitali visibili e menti affascinanti. Forse, però, l'innovazione più sorprendente fu la comparsa del linguaggio: uno strumento capace non solo di trasmettere informazioni, ma anche di narrare storie meravigliose e sedurre il partner. -
La complessità che cura. Un nuovo approccio all'oncologia
Complessità e gravità, in ambito oncologico, sono concetti da non confondere. I tumori sono indubbiamente gravi complicazioni naturali, ma a renderli complessi sono le persone che ne sono affette e, di conseguenza, la loro condizione esistenziale. L'intimo nesso tra malattia ed esistenza, se adeguatamente compreso, elaborato e trasformato in un'idea più avanzata di oncologia, può diventare una formidabile risorsa, utile sia ai malati che agli oncologi. Questo libro, partendo dalle opportunità terapeutiche oggi disponibili, intende spiegare come la complessità del malato di tumore possa contribuire a una sua cura migliore. La complessità implica un problema ma anche la sua soluzione, è insita nella malattia ma anche nel malato e nel medico. Una visione semplificata o parziale del malato di tumore priva l'oncologia di tutta una serie di possibilità. Scopo dell'opera è quello di creare i presupposti affinché l'oncologia possa servirsi proficuamente del malato quale essere e persona, facendone un coautore della cura, dunque il principio terapeutico più importante. -
Homo utopicus. La dimensione storico-antropologica dell'utopia
L'utopia non è solo un concetto letterario, come spesso erroneamente si pensa, bensì un carattere originario ed essenziale della specie umana: analizzandone per la prima volta la dimensione storica e antropologica, questo libro ci consente di capire che l'uomo non è solo sapiens, ma anche utopicus. L'utopia alimenta la speranza progettuale ed è una potente forza di mutamento sociale che, sia pure in forme diverse, è sempre presente nella storia umana. Attraverso un'analisi originale della genesi della parola e un confronto puntuale con alcuni concetti similari (come mito, paradigma, ideale, ideologia) si arriverà a una definizione dell'utopia e del suo rapporto con alcuni tra i più importanti fenomeni socio-storico-culturali, come la rivoluzione, la scienza, la religione e l'ecologia. In questa nuova luce, si vedrà quindi come l'utopia possa costituire un valido antidoto culturale alle paure e al nichilismo del nostro tempo. -
L' invenzione dell'altro. Saggi sul discorso antropologico
Un unico filo rende coerente questa raccolta di saggi. Ed è la consapevolezza dell'arbitrarietà o della parzialità delle rappresentazioni che il discorso occidentale, anche quello antropologico, ha prodotto quando ha cercato di descrivere l'Altro. Decostruire la logica e i fondamenti della ""invenzione dell'altro""""; esplicitare la storicità delle condizioni di produzione della conoscenza antropologica (i rapporti di dominio, l'appartenenza dell'antropologo a una cultura dominante); sottoporre a critica nozioni-cardine come sapere e credenza, alterità e identità, uguaglianza e gerarchia, tradizione e modernità: sono i presupposti per ricostruire un'antropologia che si sottragga sia alle trappole del relativismo, sia al solipsismo dell'antropologia """"postmodernista"""". Attraverso il resoconto delle ricerche in Papua-Nuova Guinea, nelle oasi del Sud tunisino, nelle Alpi del Vallese, in Svizzera, negli spazi urbani dell'immigrazione maghrebina in Francia, Kilani mostra come sia possibile una """"invenzione dell'altro"""" più consapevole della problematicità del rapporto soggetto-oggetto e dunque meno etnocentrica."" -
La città dei gatti. Antropologia animalista di Essaouira. Ediz. illustrata
Con stile vivace e intrecciando la narrazione in prima persona con l'analisi antropologica, l'autrice disegna un ritratto singolare di questa città del Sud-Ovest del Marocco, contraddistinta da una presenza di gatti così numerosa e accettata da segnare nettamente il paesaggio urbano. Il volume, corredato da un apparato fotografico inedito, ha per tema centrale il rapporto degli abitanti di Essaouira con i gatti, ma anche con i gabbiani e i cani: questi, all'opposto dei primi, di solito poco apprezzati nelle società a maggioranza musulmana. Rivera mostra come al carattere cosmopolita della città e alla sua pluralità culturale e religiosa corrispondano relazioni con i non-umani per lo più guidate da tolleranza, empatia, compassione. E ciò riguarda soprattutto gli strati subalterni della società, che si concedono così quel che l'autrice definisce ""il lusso dei poveri"""". Ciò nonostante, anche qui si pratica il sacrificio rituale di animali, tema cui l'antropologa dedica una parte della sua riflessione."" -
Licio Gelli. Vita, misteri, scandali del capo della Loggia P2
Un libro-inchiesta che - attraverso dati, riferimenti, documenti anche inediti - ricostruisce la vita e l'operato di Licio Gelli considerato il ""Burattinaio d'Italia"""", ovvero il capo della potente e segreta Loggia P2, nonché uno dei personaggi più influenti del dopoguerra. Affiliati alla sua Loggia: faccendieri, imprenditori, giornalisti, militari, politici, magistrati, ma anche alcuni vertici dei servizi segreti. Nel libro vengono ricostruite le vicende più oscure che hanno contrassegnato la biografia di Gelli: dal crac del Banco Ambrosiano alla presa del """"Corriere della Sera"""", dalla strage di Bologna alla morte del banchiere Roberto Calvi. Intrighi, attentati, collusioni tra i poteri che hanno dominato il Paese. Non solo, dunque, la biografia del potente capo della Loggia P2, ma anche un viaggio nella storia italiana ripercorsa attraverso gli avvenimenti che hanno contrassegnato la vita sociale e politica del dopoguerra, mai svelati completamente. In appendice foto e documenti inediti e l'elenco completo degli affiliati alla Loggia P2."" -
Il cancro non è un carillon. La relazione terapeutica come metodo
La parola ""cancro"""" fa paura perché spesso designa una malattia difficilmente curabile. Il concetto di cancro rappresenta invece l'idea scientifica che ne ha la medicina oncologica, sulla base della quale organizza il suo modo di conoscerlo e curarlo. Secondo quest'idea, il cancro si configura come un carillon, ossia un complesso meccanismo biologico che suona sempre, più o meno, la stessa musica. Tanti studi e soprattutto le esperienze sul campo ci dicono, tuttavia, che nella realtà il cancro non si comporta affatto come un carillon. È certamente un meccanismo biologico complesso, ma è anche dotato di una varietà di espressioni, a seconda dei contesti culturali, delle relazioni che si instaurano con gli oncologi, della biografia dei malati; il cancro ha dunque una propria individualità. Pertanto, quasi mai l'apparato delle conoscenze generali sul cancro basta a curare un determinato paziente, giacché si tratta ogni volta di una singolarità che va affrontata nella sua specificità. La natura di questa malattia dipende dal modo in cui la si conosce, e tale conoscenza influisce a sua volta sulla maniera di curarla. Il libro suggerisce di aggiornare le prassi degli oncologi."" -
Le retoriche della città. Tra politica, marketing e diritti
Le città che hanno un futuro sono solo quelle che lo hanno già scelto: questa idea è ormai largamente condivisa in Europa e nel mondo. Il futuro non è più scontato ma va inventato e costruito. Ogni città migliore e possibile è stata sempre accompagnata, con diversa enfasi e intensità, da un discorso che la proponesse, la giustificasse e la esaltasse. Oggi, la retorica impera più che mai nello scontro che ha come oggetto il futuro della città e della sua gente. Impastata di linguaggio pubblicitario, di utopie e valori antichi, la retorica ha infatti ritrovato nella città il suo grande tema. Una narrazione appassionata e un'attenta e documentata analisi mostrano il carattere fortemente retorico di gran parte dei discorsi e delle promesse aventi come oggetto la città da costruire per il futuro prossimo, una città che si propone al passaggio del secolo come narrazione esemplare del progresso. L'autore ci propone un viaggio virtuale alla scoperta della città giusta, la città razionale, la città sostenibile, la città creativa, la smart city, la città come macchina per lo sviluppo, la città della cultura, la città evento, la città dell'accoglienza. -
Riformare la deontologia medica. Proposte per un nuovo codice deontologico
Sulla base di una analisi dei problemi deontologici riconducibili alla crisi della professione medica, Ivan Cavicchi e un gruppo di lavoro multidisciplinare - promosso e organizzato dall'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con il programma FBK per la salute della Fondazione Bruno Kessler e il gruppo di Biodiritto dell'Università di Trento - hanno rielaborato le basi concettuali della tradizionale deontologia medica per mettere in condizione gli Ordini dei Medici di riformare il proprio codice deontologico. Si tratta di una vera e propria «rivoluzione» destinata a modificare nei prossimi anni la deontologia nel nostro Paese, a influenzare la redazione dei futuri codici di tutte le professioni medico-sanitarie, ma soprattutto a cambiare radicalmente i rapporti tra medici e cittadini, tra professione e società, tra medicina ed economia. Assumendo il malato come «archè», la proposta di rielaborazione cambia postulati, presupposti, linguaggi, concetti, soluzioni e obiettivi, affrontando problematiche usualmente ignorate dalla deontologia convenzionale. -
Gli anni di «lavoro critico». Cultura e militanza intellettuale a Bari dopo il Sessantotto
Per la prima volta, in questo volume, un'organica ricostruzione dell'esperienza della rivista «Lavoro critico», fondata e diretta da Arcangelo Leone de Castris (1975-1998). «Lavoro critico» fu un laboratorio di critica e di ricerca nato nella scuola dell'italianistica barese e aperto a una ricca e varia partecipazione di giovani studiosi di altre aree scientifiche (filosofia, scienze storiche e sociali, politologia, letterature europee e americane, ecc.) e geografiche (Napoli, Pisa, Torino, Milano, poi Roma, Palermo, ecc.). La sua storia seppe incrociare e veicolare in una prospettiva originale i fermenti del marxismo critico e delle nuove scienze umane, le suggestioni dei nuovi saperi e delle contaminazioni fra essi, sull'onda dei movimenti politico-culturali di massa che anche a Bari influenzarono non superficialmente la vita delle comunità e dei gruppi intellettuali. La prima parte del volume, storica e saggistica, comprende la ricostruzione dei percorsi e della linea editoriale della rivista, partendo da una cronistoria delle riunioni e degli incontri che resero possibile la sua fondazione e lo sviluppo del suo progetto. La seconda parte, documentaria, ripropone gli editoriali delle prime annate e fornisce gli indici analitici completi dei fascicoli e le liste dei collaboratori. Saggio introduttivo di Francesco Fistetti. -
Sguardi sulla città moderna. Narrazioni e rappresentazioni di urbanisti, sociologi, scrittori e artisti
Il saggio affronta in maniera assolutamente innovativa e interdisciplinare il tema delle città - in particolare Parigi e Londra - profondamente trasformate dal processo di modernizzazione. I grandi cambiamenti dovuti alla rivoluzione industriale e all'ascesa della borghesia non investono solo la forma fisica e l'organizzazione sociale delle città, ma anche la coscienza e l'esperienza dei singoli individui. Sono mutati la cultura e i modi con cui la città è vista e raffigurata, sono cambiati gli sguardi. La grande trasformazione - tuttora in atto - viene narrata e rappresentata da poeti, romanzieri, pittori, fotografi e musicisti che, diversamente dagli urbanisti e dai sociologi, vedono la città dal basso, con l'occhio della quotidianità, cogliendone varietà e ricchezza talvolta meglio degli esperti. È grazie alla loro narrazione che è nato il mito sempre vivo di Parigi. Il volume analizza dunque, oltre alle opere di urbanisti e sociologi, quelle di scrittori e artisti mostrando come essi riescano non solo a rappresentare la ""città nuova"""", ma anche a offrire """"occhi nuovi"""" per leggere e affrontare il complesso mondo della metropoli. E soprattutto sono in grado di intravedere e domandare un'altra città, possibile e migliore, affermando - ieri come oggi - il """"diritto alla città""""."" -
Razzismo. Gli atti, le parole, la propaganda
È su una montagna costituita anche da cattive parole e pessime retoriche che si è sedimentato, riprodotto e legittimato il razzismo quale oggi si manifesta in Italia: un sentimento di ostilità verso tutti gli estranei, i diversi, gli Altri, occupanti abusivi del ""nostro territorio"""". In questa raccolta di brevi saggi, Annamaria Rivera porta avanti un'analisi puntale del circolo vizioso che alimenta il razzismo, attraverso riflessioni colte che colpiscono per la loro originalità e la loro attualità. Mostra così la dialettica perversa fra il razzismo istituzionale, il ruolo dei media e della propaganda, e le forme sempre più diffuse di xenofobia """"popolare"""". Negli ultimi anni tale dialettica si è mostrata nel modo più palese (basti pensare alle ultime politiche contro l'immigrazione o ai recenti episodi di violenza raccontati dalla cronaca), e tuttavia essa ha antecedenti qui ricostruiti con precisione, per evidenziarne la lunga durata. L'autrice decostruisce inoltre pseudo-nozioni quali """"razza"""", """"etnia"""", """"colore"""", """"identità"""" e mette in luce l'apparato lessicale e comunicativo che contribuisce a riprodurre discriminazione, ineguaglianza ed emarginazione. Un'opera per riflettere su quello che sta accadendo oggi attorno a noi."" -
La scienza tra etica e politica. L'eredità di Carlo Bernardini e le prospettive future
Oggi più che mai è evidente che solo grazie alla scienza e alla ricerca è possibile tutelare e far progredire la nostra società. In che modo società e scienza si influenzano reciprocamente? Che ruolo giocano la politica e l'economia rispetto all'etica e ai valori scientifici? Prendendo spunto dalle idee del fisico Carlo Bernardini, giornalisti, sociologi, filosofi, scienziati e letterati riflettono sul mondo contemporaneo. Di ampio respiro i temi trattati: migrazioni, Comunità Europea, globalizzazione, democrazia, politiche di sviluppo, ma anche responsabilità della scienza. -
Come affrontare le nuove epidemie
Come si mette la mascherina? Quando va usata? Come dobbiamo lavarci le mani? Quali precauzioni possiamo prendere in casa? È opportuno assumere antibiotici? Che ruolo hanno i vaccini? A causa del Covid-19 il mondo sta affrontando oggi un allarme sanitario senza precedenti... ma è davvero così? Non tutti sanno che nel 1918 l'influenza ""spagnola"""" fece 60 milioni di vittime e la pandemia durò 15 mesi alternando picchi e periodi di remissione. Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 è allora l'ultimo di una serie di virus capaci di mettere in ginocchio la sanità mondiale. Come affrontarli? Per predisporre sistemi di prevenzione efficaci, e garantire la salute di tutti, è necessario mantenere alto il livello di informazione e di attenzione: questo libro - in una nuova edizione con prefazione di Giovanni Rezza e postfazione di Monica Serafini - ci presenta i più insidiosi nemici virali e ci offre strumenti pratici per comprendere i rischi a cui siamo esposti e affrontare i pericoli senza allarmismi e con consapevolezza."" -
Mezzogiorno di scienza. Ritratti d'autore di grandi scienziati del Sud
«Napoli è, con Londra e Parigi, una delle tre grandi capitali d'Europa», andava sostenendo il francese Marie-Henri Beyle, più noto come Stendhal, all'inizio del XIX secolo. Il Mezzogiorno può essere definito una grande disgregazione sociale, in cui, malgrado la presenza di grandi intellettuali, è centrale il problema della mancanza di classi dirigenti», sosteneva Antonio Gramsci all'inizio del XX secolo. Sono due visioni in apparenza diverse, quelle dello scrittore francese e del politico sardo. Eppure colgono entrambe due caratteristiche che segnano il Mezzogiorno d'Italia. Miseria e nobiltà, verrebbe da dire, con Eduardo Scarpetta. Esiste una sterminata letteratura sulla storia del Mezzogiorno e sul suo essere perennemente in bilico tra modernità e arretratezza. Non è nello scopo di questo libro entrare nel merito della condizione generale del Meridione in rapporto al resto d'Italia e d'Europa. Il nostro obiettivo è più limitato, ma non meno importante. Osservare il Sud da un angolo particolare, solo in apparenza ristretto: quello della scienza e degli scienziati. Vogliamo raccontarvi le storie di 14 donne e uomini nati nel Mezzogiorno tra Settecento e Novecento e che hanno svolto attività scientifica in maniera particolarmente brillante. A raccontarla, salvo una sola eccezione, sono comunicatori di scienza a loro volta meridionali...» (Dalla Prefazione di Pietro Greco)