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L' inconscio del bambino. Dal sintomo al desiderio del sapere
Il bambino rappresenta oggi un meraviglioso ideale. Quando però non soddisfa più le aspettative dei genitori, crea problemi. Le tecniche comportamentali riducono il sintomo a una disfunzione, mentre la psicoanalisi gli attribuisce una dimensione di verità e lo recepisce come una manifestazione dell'inconscio. Cos'è l'inconscio del bambino? Cosa ci dice sul posto del bambino all'interno della sua famiglia? Lo psicoanalista invita a raccontare ciò che accade senza giudicare né gli adulti né i bambini, coinvolti nella storia dei loro genitori. Raccontare questi legami ha delle conseguenze su ciò che il bambino vive, desidera, ma anche sulla sua famiglia. Liberato dai nodi che l'ostacolano, ritrova la libertà di scegliere la sua vita e di relazionarsi agli altri. Per raccontarlo Hélène Bonnaud offre una lettura vivida dei concetti della psicoanalisi, accessibile ai genitori così come alle figure professionali che si occupano di infanzia. -
Quattro quartieri. Spazio urbano e spazio umano nella trasformazione dell'abitare pubblico a Roma
Quattro quartieri romani di case pubbliche sono la scena dove si svolge la vicenda di cui questo volume è cronaca. È un'indagine sulla città contemporanea, più in particolare sul vasto problema dell'intervento sul patrimonio collettivo esistente: ma il lavoro che si presenta vuole essere anche una riflessione sul modo in cui, oggi, chi lavora sulla città si trova ad affrontare situazioni caratterizzate dalla densa stratificazione di spazi, oggetti, abitanti, vita. L'indagine sui quattro quartieri - Trullo, Primavalle, Villaggio Olimpico, Decima - si amplia sino a diventare una sorta di detective story, dove il soggetto da investigare non è più solo la specifica condizione degli insediamenti storici e la possibilità di una loro rigenerazione, quanto lo sguardo dell'investigatore stesso. -
Illuminismo e critica. Foucault interprete di Kant
Il ripetuto ritorno di Michel Foucault al testo di Kant ""Che cos'è l'illuminismo?"""" (1784) è rimasto per molto tempo ai margini nella ricezione del suo pensiero. Solo negli ultimi anni, dopo la pubblicazione dei corsi al Collège de France, ha conquistato una sua centralità nel vasto panorama degli studi foucaultiani. Il pionieristico lavoro di Rudy Leonelli ha l'indubbio merito di avere colto negli scritti dedicati all'illuminismo kantiano alcuni temi chiave della riflessione di Foucault, conducendo all'elaborazione di un'inedita idea di critica che è ancora carica di conseguenze per il presente. Al cuore della discussione vi è il ruolo e gli effetti del razionalismo europeo, la sua presunta universalità scossa, dopo la Seconda guerra mondiale, dalle esperienze drammatiche del XX secolo: la ragione non può essere oggetto di sacralizzazione, ma nemmeno può diventare bersaglio di una illusoria demolizione. Il problema che emerge con lucidità dalla lettura dei testi di Foucault su Kant proposta da Leonelli è quello della conflittualità interna del razionalismo moderno: la contraddizione tra l'esigenza di una critica radicale della razionalità occidentale e l'uso di mezzi essi stessi razionali utilizzati nell'analisi critica. Con grande originalità Leonelli individua una fertile biforcazione interna del progetto critico inaugurato da Kant: una via """"tedesca"""", che va dai giovani hegeliani, Karl Marx, fino a Max Weber e alla Scuola di Francoforte; e una via """"francese"""", che da Comte e dal positivismo del primo Ottocento si sviluppa nella scuola storica-epistemologica di Gaston Bachelard fino a Georges Canguilhem e allo stesso Foucault. Riportare la ragione su se stessa in modo nuovo diventa allora l'ultima fondamentale sfida non solo della modernità europea, ma anche dei nostri tempi. Prefazione di Étienne Balibar."" -
Foglio di via e altri versi. Ediz. critica
Quest'edizione fornisce per la prima volta un testo critico, corredato di apparati variantistici, della raccolta di esordio di Fortini: ogni lirica è accompagnata da un ampio commento, costituito da cappelli introduttivi e note puntuali ai versi, che consentono di affrontare in modo approfondito la lettura di uno dei più importanti poeti del secondo Novecento italiano ed europeo.rn«Fortini vive un esilio, una lacerazione netta nella coscienza soggettiva, che non sembra potersi definire solamente come un portato dell'""impegno"""" politico fortiniano, quanto piuttosto come uno dei tratti decisivi della grande poesia della modernità» - Massimo Natale, Aliasrnrn""""Foglio di via"""", primo organico libro di poesia dell'autore, pubblicato nel 1946, raccoglie il portato dell'esperienza del giovane Fortini. Un libro """"isolato"""", come definito dall'autore negli anni della maturità, perché scisso tra le ragioni del canto e quelle della realtà bellica. Il perno intorno a cui ruotano queste liriche è infatti la Seconda guerra mondiale, l'evento che segna irrimediabilmente la biografia e la coscienza, poetica e intellettuale, del soldato prima e dell'esule poi. Le diverse anime della poesia fortiniana sono qui già tutte presenti: lo scontro diretto con gli eventi storici; l'elegia d'amore e l'introspezione lirica; il riuso manierista e allegorico delle forme della tradizione."" -
Aperture all'immaginario. Tra archeologia africana e incertezze
Traendo frutto dalla sua lunga esperienza nel campo dell'archeologia africana, l'autore propone qui una nuova via metodologica all'interpretazione delle tracce materiali lasciate dalle più antiche culture. A essere ripensato, nei suoi metodi di lavoro ma soprattutto nel modo di guardare le testimonianze del passato, è proprio il mestiere dell'archeologo, nel suo confronto con le testimonianze ""dimenticate"""" - dell'uomo preistorico, ma anche dell'uomo contemporaneo. È un approccio che tiene conto delle tracce """"immateriali"""", più difficili da cogliere, ma inestimabili, pur nella loro fondamentale """"incertezza"""", per chi ambisca a restituire una dimensione sensoriale più estesa alla ricostruzione del passato. Solo così è possibile ascoltare il racconto che anche i più modesti reperti - odorosi di fumo, di cibo e di terra - custodiscono, rivelando, al pari dell'arte, le tracce dell'""""archeologia della bellezza"""" celata nell'immenso giacimento dell'umana quotidianità, anche in quella di un lontano passato senza memoria scritta. L'esperienza dell'invisibile e dei residui fantasmatici dell'uomo preistorico, inoltre, risulta di grande utilità materiale per l'antropologo, che può infatti riconoscere nel presente, in alcune abitudini e atteggiamenti - pratici quanto mentali - delle tribù del deserto, gli echi di un'antichità immemoriale."" -
Decostruzione o biopolitica?
L'interrogativo al centro di questo volume muove dall'esigenza di mettere a tema le differenze prima ancora che le affinità tra decostruzione e biopolitica. Attraverso un confronto critico con il lavoro dei più noti esponenti della filosofia francese della fine del secolo scorso, le riflessioni contenute in questo libro mirano a ripensare il fenomeno chiamato «French Theory», «invenzione» americana di un movimento unificato, che ha finito per livellare differenze e neutralizzare potenzialità. In seguito all'uso che il pensiero italiano contemporaneo ha fatto di alcune categorie chiave della filosofia francese, questo fenomeno appare sotto una luce diversa: aldilà di una configurazione unitaria è possibile evidenziare legami, ma anche scarti, nuovi punti di forza di un percorso che ha segnato il dibattito internazionale negli ultimi anni. -
L' architettura della villa moderna. Vol. 2: anni delle utopie realizzate 1941-1980, Gli.
Preceduto da saggi introduttivi e contributi sulle singole opere, il secondo dei volumi su ""L'architettura della villa moderna"""" descrive gli anni tra l'ascesa e il crepuscolo dello Stile Internazionale e della canonizzazione tipologica e linguistica di questo tipo edilizio. Caratteristica essenziale dell'opera, come nel primo volume, è il ri-disegno alla stessa scala di un gran numero di ville del periodo, permettendo al lettore la comparazione non solo compositiva, linguistica o tecnologica, ma anche dimensionale delle singole abitazioni, rendendo evidenti sia i congegni distributivi che le innovazioni concettuali. La casistica estremamente ampia di exempla permette non solo di seguire tutte le evoluzioni del tipo all'interno dell'architettura contemporanea, ma anche di avere una sorta di manuale di soluzioni a specifici problemi di progettazione elaborate dai grandi maestri dell'architettura. La raccolta di saggi inediti fornisce poi una serie di approfondimenti su alcune opere o determinati filoni, consentendo letture originali e trasversali che possono risultare di grande interesse per ogni generazione di studiosi."" -
Investigate (2018). Vol. 1
Contributi di: Pippo Ciorra, Giovanni Corbellini, Anna Contati, Silvia Dalzero, Giorgia De Pasquale, Delphine Desert, Sara Favargiotti, Maddalena Ferretti, Paola Galante, Guiomar Martin Dominguez, Giulia Menzietti, Caterina Micucci, Marion Nielsen, Luigi Pintacuda, Laura Pujia, Chiara Rizzi, Alessandro Tessari, Giulio Testori, Moira Valeri, Paola Zanotto. -
Guida alle reliquie miracolose d'Italia
«Se San Giorgio ha ucciso un mostro, le probabilità che si sia trattato di una balena sono scarsissime.»rnrnNel Medioevo le reliquie di santi, beati e martiri viaggiavano da un luogo all’altro d’Europa: dita, mani, gambe, piedi, teste, lingue, cuori e capelli. Le parti più pregiate riguardavano la specialità del santo: di Antonio di Padova, predicatore, la lingua; di Sant’Apollonia i denti cavati con le tenaglie: Paolo VI li fa raccogliere e ne riempie una cassetta con 3 chili e mezzo.rnQuesta guida permette di conoscere le più celebri e curiose reliquie, di cui l’Italia è piena: quelle ancora venerate perché incredibilmente miracolose, quelle cadute in disgrazia perché false e inefficaci; le vicende di chi le ha trovate e protette, oppure rubate, fatte a pezzi, falsificate e vendute. Il Santo Prepuzio, l’autentica lettera del diavolo, il corpo avventuroso di San Marco, il sangue di San Lorenzo e così via. -
Laboratorio Faust. Saggi e commenti
L’espressione magnum opus – con cui Cesare Cases era solito definire l’opera più grande e rilevante di un autore – ci pare del tutto appropriata per questo libro. Esso riunisce infatti – insieme con i saggi, gli articoli, gli interventi occasionali, le «noterelle», le lettere che Cases scrisse nell’arco di mezzo secolo sul Faust di Goethe – due corposi inediti di straordinario interesse: le osservazioni dattiloscritte che, su richiesta di Fortini e incarico della Mondadori, Cases mandava a Fortini traduttore del Faust; e le note manoscritte, poi interrotte e non pubblicate, che egli scrisse per una nuova edizione del capolavoro di Goethe. Negli scritti della prima parte Cases affronta il Faust con una varietà di prospettive e misure critiche, registri e scavi interpretativi che svariano da una breve voce di enciclopedia del 1957 a un lungo saggio introduttivo del 1965, da preziose messe a punto da grande traduttore e interprete (Due noterelle faustiane e Trono e scettro di Mefistofele) a esercizi più specialistici da germanista di rango. Il denso carteggio con Fortini sulla traduzione del Faust (1966-1968) separa gli scritti editi dagli inediti e preannuncia la serrata, precisa, implacabile revisione dell’intero Faust compiuta in tempo reale sul work in progress di Fortini. Si tratta di innumerevoli osservazioni e correzioni lessicali, filologiche, stilistiche, culturali e storiche che mostrano la sapienza critica e linguistica, ma anche l’arguzia e l’umorismo, del grande germanista e che saranno quasi sempre recepite da Fortini nella stesura finale della traduzione. Completa la seconda parte un manoscritto inedito di note per una nuova edizione del Faust (il cosiddetto «quadernone») al quale Cases teneva molto e che volle egli stesso includere nel libro. -
Roland Barthes Club Band
Questa raccolta di saggi – redatti da autori che da diversi ambiti disciplinari provano a rimappare il complesso universo di un maestro dai molteplici interessi e dai molteplici disinteressi – è un contributo allo studio di una delle figure più intriganti della French Theory.rnrnA un quarto di secolo dalla morte e a un secolo dalla nascita, cosa resta di Roland Barthes e delle creature teoriche che ha generato? Diventato, non romanziere - come avrebbe voluto - ma personaggio romanzesco, maestro acclamato ma non capostipite di una scuola, si può dire che Barthes abbia superato la prova del tempo? Tormentato dall'ansia di auto-superarsi, di scappare dall'istituzione e dal dogma, non è però riuscito a sfuggire al suo destino di classico. Le sue categorie - piacere e godimento, studium e punctum, testo e retorica - sono ormai patrimonio comune. Ma, in questi casi, si rischia di finire nella galleria dei padri nobili, che è come dire dei libri che non si leggono più. E invece Barthes è anzitutto un autore bello da leggere e rileggere. Questa raccolta di saggi - frammenti di un dialogo amoroso con gli scritti e la scrittura di Barthes, redatti da autori che da diversi ambiti disciplinari provano a rimappare il complesso universo di un maestro dai molteplici interessi e dai molteplici disinteressi - è un contributo allo studio di una delle figure più intriganti della French Theory. -
Andare verso. La critica d'arte secondo Gabriella Drudi
«Stelle e pezzi di terra strofinati insieme»: le parole di Gabriella Drudi, scrittrice dissenziente, traduttrice e critica d'arte, somigliano a questo secondo Toti Scialoja, l'artista romano che la accompagnò per quasi tutta la sua esistenza. Avvalendosi anche delle lettere private e dei documenti inediti conservati presso la Fondazione Toti Scialoja, Maria De Vivo traccia per la prima volta la biografia intellettuale di questa atipica protagonista della scena culturale italiana del secondo Novecento, cercando di ricostruire - anche alla luce della pratica traduttiva - una ""genealogia"""" del suo pensiero. Attraversato da """"echi beckettiani"""" e nutrito dal suo rapporto con Emilio Villa e con l'arte e la critica americana (Willem de Kooning, Robert Motherwell, ma in particolare Harold Rosenberg), il suo lavoro costituisce infatti, nella sua multiforme complessità, una testimonianza dalla quale non è più tempo di prescindere."" -
Architettura e realtà. Crisi e nuovi orizzonti del progetto contemporaneo
Quale rapporto esiste, oggi, fra il progetto e la realtà in cui esso si inscrive? È a tale ambiziosa domanda che il libro cerca di dare una risposta. L'avvento delle città globali ha infatti privato l'architettura di quei sistemi di riferimento stabili che ne avevano nel tempo giustificato l'azione, e oggi vaga quasi sperduta in un inedito ""expanded field"""" (per usare l'espressione di Rosalind Krauss) che la costringe a riformulare le proprie logiche. In questo testo si illustra il delicato momento in cui, alla fine del secolo scorso, cominciò ad affacciarsi una prima consapevolezza dell'immanente discontinuità e genericità delle metropoli contemporanee, con la conseguente crisi della forma-progetto. La dissoluzione della città sul territorio e il moltiplicarsi di scorie, """"sprawl"""", residui e """"terrain vague"""", determinando una nuova dimensione dello spazio fisico, hanno infatti stimolato l'ideazione di nuove strategie di intervento, e dunque un ripensamento dello statuto stesso del progetto. L'autore si concentra in particolare sulle riflessioni teoriche degli architetti che hanno garantito alla disciplina l'apertura di inediti orizzonti: """"l'insistere di Vittorio Gregotti sul lavoro nelle condizioni empiriche del reale richiama un'azione concreta nella realtà, esattamente come fa Rem Koolhaas quando denuncia la necessità di una nuova modestia con cui guardarla. Per questo motivo i due autori, apparentemente così lontani, hanno un ruolo cardine nel testo"""". In chiusura, vengono descritte e criticate alcune tra le forme progettuali che vanno emergendo nella realtà contemporanea (ecologia, """"landscape urbanism"""", """"urban design"""", """"landscape infrastructure"""", ecc.), nell'ambito di una sorta di """"nuovo volontarismo"""" che mira a rendere indipendente il progetto in vista di piccole utopie realizzabili. Solo dotando l'architettura di una funzione """"enzimatica"""", ovvero di """"semi positivi"""", si potranno influenzare le trasformazioni della città contemporanea."" -
Identità sotto chiave. Lingua e stile nel teatro di Saverio La Ruina
La drammaturgia di impegno sociale di Saverio La Ruina, caratterizzata dalla peculiare ritrosia dei suoi personaggi e da una narrazione lieve e pudica, ha reso il drammaturgo, regista e attore uno dei nomi più noti della scena italiana contemporanea. Il volume si concentra sulla produzione teatrale più recente di La Ruina, la cui forza autoriale si è imposta con i monologhi in dialetto calabro-lucano Dissonorata e La Borto, che affrontano il tema della violenza di genere e dell'aborto, con Italianesi, assolo tragico a sfondo storico sull'identità migrante, con Polvere. Dialogo tra uomo e donna, indagine tagliente sulla violenza psicologica e verbale nel rapporto di coppia, e con il recentissimo Masculu e fiammina in cui l'autore torna al monologo per affrontare il tema dell'omosessualità. Con la sua sola, potente presenza scenica La Ruina si dimostra capace di una ricerca antropologica minuziosa, in grado di restituire - con precisione quasi calligrafica - il dolore dei suoi personaggi e la ferita aperta del loro Sé lacerato. Questa prima monografia critica sull'autore si propone di indagarne, oltre all'impegno «politico», anche la lingua e lo stile, secondo due direttive di ricerca parallele e strettamente intrecciate: l'indagine tematica sulll'«identità sotto chiave» che, con declinazioni diverse, accomuna i protagonisti delle sue pièce, e l'analisi testuale, uno strumento indispensabile - come troppo spesso si dimentica - alla decifrazione di ogni poetica. -
Food and space
Produzione, distribuzione e consumo del cibo hanno da sempre rilevanti «effetti collaterali» sulle comunità e sui territori. Tuttavia, oggi, i mutamenti materiali e concettuali legati alle diverse fasi industriali della nutrizione incidono sulla vita degli uomini a tutte le scale: dalla dimensione minima dell'ambito domestico all'equilibrio ecologico globale. Questo volume intende appunto contribuire a una rinnovata consapevolezza della centralità storica del cibo, considerato nel suo inscindibile rapporto con il contesto sociale e fisico di cui costituisce l'ossatura. Nella prima parte dell'opera, professionisti di diversa estrazione disciplinare descrivono la concreta possibilità di innescare un circuito virtuoso di produzione, distribuzione e consumo del cibo, trasformando questa rete in un efficace dispositivo di progettazione dello spazio urbano-rurale. La seconda parte raccoglie invece puntuali riflessioni sugli effetti che le scelte politiche in materia di food hanno determinato nel paesaggio costruito, in un mosaico di interventi che finisce per diventare un'indagine sull'heritage delle filiere alimentari, e sul cibo come nuova forma di patrimonio culturale. -
Gaggini. Le Alpi e il tropico del cancro
Una cava di marmo abbandonata su una montagna piemontese e una fontana monumentale nella piazza più importante dell'Avana: due soggetti lontanissimi nello spazio e apparentemente senza nulla in comune, ma invece legati dalla sottile trama di vicende ormai cadute nell'oblio. I fatti salienti rimontano agli anni 1834-1836. Intrighi e maneggi occulti costellano la storia della concessione delle cave di Rocca Bianca e Rocca Corba in val Germanasca, da cui debbono al più presto venire i marmi per la nuova sala da ballo del Palazzo Reale di Torino. La committenza della Fuente de la India e la collocazione dell'opera in un ritaglio di suolo accuratamente scelto portano all'acme lo scontro di potere tra il capitano generale Tacón e il conte di Villanueva, entrambi funzionari statali della colonia, ma anche alfieri di due partiti contrapposti, quello dei mercanti-negrieri spagnoli e quello dei latifondisti creoli. Cave e committenza toccheranno infine al genovese Giuseppe Gaggini (1791-1867), artista e imprenditore del marmo, ultimo di una discendenza di scultori rinomati. -
Renzo Piano prima di Renzo Piano. Masters and beginnings
This book explores Renzo Piano's formative years, before the major achievement of the Centre Pompidou. The striking success of an architect little more than thirty years old in the famous 1971 international competition has long tended to eclipse his previous experience, which is fundamental to understanding the genesis not only of the Beaubourg but all Piano's subsequent work. The dense ramifications of his experience, spreading in many different directions, have now finally been retraced by Lorenzo Ciccarelli, the first scholar to have access to the archives of the Renzo Piano Foundation. The chapters of the book seek 'to offer a coherent and many-sided understanding of the magmatic energy that drove Piano's remarkable works, while preserving the rhapsodic qualities of a true ""portrait of the artist as a young man"""".' Immediately after graduating, Piano built a series of radical and innovative experimental structures, combining his mastery of prefabrication with an instinctive interest in industrial design."" -
Anaciclosi. Sguardi sulla città antica di Napoli
Il centro antico di Napoli, realtà complessa, intricata, difficilmente descrivibile, ha una sua anaciclosi. La sua è un'evoluzione che ciclicamente ritorna alla sua fase di origine, nella sua forma primordiale, originaria, e da questa trae spunto per il suo sviluppo, per la sua rigenerazione e il suo sostentamento. Il volume propone diversi approcci di lettura a questa realtà. Sguardi sensibili sono accompagnati a letture più sistematiche della composizione urbana, descrizioni rese sempre nella consapevolezza che unico imprescindibile maestro resti la città costruita. Vengono indagati i temi prevalenti all'interno del complesso manufatto urbano cercando di cogliere, nella sostanza del costruito, dove potrebbe risiedere quella qualità senza nome spesso evocata, dell'architettura della città. Il centro antico di Napoli si rivela così come un archivio mobile, incontenibile, errante, dove ciascun dettaglio architettonico o vicenda umana ad esso intrecciatosi sembra reclamare un naturale diritto di rappresentazione, uno spazio nella memoria prima individuale e poi collettiva. -
La dissertazione in progettazione architettonica. Suggerimenti per una tesi di dottorato
Questo libro è rivolto a coloro che iniziano l'avventura della ricerca nel mondo complesso e affascinante dell'Architettura attraverso un corso di Dottorato. È una sorta di breve indirizzo in termini di questioni e metodi e contiene alcuni avvertimenti per aiutare i giovani ricercatori a trovare un metodo di lavoro il più possibile sicuro e affidabile nel difficile campo della Progettazione architettonica, dove è impossibile pretendere insiemi organici di principi e regole, ma in cui è necessario muoversi per tentativi, entro mappe cognitive provvisorie che spesso indicano traiettorie instabili e soprattutto sempre discutibili. -
Bouvard e Pécuchet
«È un monumento alla stupidità e siccome la stupidità è infinita e si declina in infiniti modi Flaubert non riuscì a completare il suo enciclopedico romanzo» - Paolo Mauri, Il Venerdì«""Bouvard e Pécuchet"""", romanzo mirabile, famoso e di divertente lettura, di Gustave Flaubert, l'ultimo che ha scritto e che non ha terminato, anche se ha annotato come avrebbe dovuto concludersi; pubblicato nel 1881, un anno dopo la morte. I due copisti, il gioviale Bouvard e il segaligno Pécuchet, lasciato il modesto lavoro d'ufficio a Parigi, si insediano in campagna, dove per occupare il tempo si avventurano, da principianti inesperti ed eroicomici, in tutti i campi del sapere umano, con risultati ogni volta disastrosi e spassosi: agronomia, giardinaggio, arte delle conserve (ma tutto va a male e i barattoli scoppiano), chimica, medicina, geologia, teatro, politica, spiritismo, religione, pedagogia... in uno scivolamento di scienza in scienza, di mania in mania, sempre dissolto dalla loro ridicola incapacità. Eroi del fallimento perenne, prototipi della nostra umanità tutta scienza, progresso e stupidità. E finiranno come? A fare l'unica cosa che sanno fare, i copisti. Libro profondamente dissacratorio e satirico». (Ermanno Cavazzoni)""