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Reggio Calabria Istanbul. Un progetto per Galata. International urban design workshop 2019. Ediz. italiana e inglese
Un accordo bilaterale tra sedi universitarie ha, nel Marzo 2019, posto le premesse per l'invito ad una delegazione di docenti, dottorandi e studenti dell'ateneo di Reggio Calabria a partecipare, in qualità di progettisti, all'International Urban Design Workshop 2019 ""Urban Façade: Istanbul Waterfront"""", organizzato nella sede turca. Partecipano alla stessa esperienza le scuole italiane del progetto provenienti dall'Università di Parma, da Roma La Sapienza, dalla Federico II di Napoli, le scuole di restauro e disegno dell'Università di Firenze, i dipartimenti di architettura dell'Università di Rotterdam e, ovviamente la sede ospitante. Per una settimana circa ottanta, tra studiosi, studenti, dottorandi, docenti, senza distinzioni di titolo e ruolo, lavorano all'elaborazione di un'idea per una porzione del waterfront di Istanbul. La delegazione del dArTe, composta da tre docenti strutturati (Giuseppe Arcidiacono, Alberto De Capua, Antonello Russo), due PhD del dottorato di ricerca dipartimentale in Architettura e Territorio e sette studenti iscritti al terzo anno del corso di laurea magistrale in Architettura, propone, di concerto con un gruppo di studenti turchi, un'idea insediativa per il nucleo storico di Beyolu, distretto di Istanbul situato nella parte nord del cosiddetto Corno d'Oro, braccio di mare che separa l'area di Galata dal Centro Urbano. Il volume riporta le riflessioni teoriche e gli esiti grafici relativi al solo progetto proposto dall'equipe coordinata dai docenti reggini. Testimonianza di un agire italiano esso è ordinato da un meditato ascolto dei luoghi nel quale lettura, appropriazione, trascrizione sanciscono le azioni propedeutiche alla produzione di una differenza."" -
Macerie e calcestruzzo. Diario di una ricerca
Nessun altro materiale ha segnato la tradizione costruttiva e la poetica della forma architettonica del XX secolo come il calcestruzzo. Una ricerca presso l'azienda Unical S.p.A., documentata nelle forme di un diario, è stata l'occasione per una riflessione sulle potenzialità di un calcestruzzo che sperimenta nella sua composizione l'uso di materiali riciclati e per una digressione sull'antica tradizione dello spolium, da secoli testimone di un riuso come prassi consolidata nell'arte e nell'architettura. Ma anche per un approfondimento sulle inedite relazioni tra progetto contemporaneo e tecniche della produzione fondate sul riciclo, custodi di un sempre più effimero legame tra ciò che è stato e ciò che sarà, da cui è necessario ripartire per dare alle cose la possibilità di una nuova vita. -
Bercahaus. An architectural affair
What role does an architect play in a process as complicated as building? The mother? The father? Bercahaus is a curious, Berlin-based affair documenting unusual conditions for the usual act of fornication generally responsible for generating works of architecture. -
Enrico Calandra. Ritratto di un architetto
Su Enrico Calandra (1877-1946) ha pesato un lungo silenzio storiografico. Le memorie dei suoi allievi - tra questi Giuseppe Samonà, Lina Bo, Bruno Zevi - ci consegnano il ritratto di un maestro in anni che di maestri sono assai poveri. Attraverso lettere, scritti e disegni emersi dall'archivio dell'architetto, questo libro restituisce in un'unica immagine i molti volti di Enrico Calandra: quello del giovane architetto alla ricerca della modernità, quello del maestro amatissimo dagli allievi più diversi, quello dello storico dell'architettura impegnato nella definizione dei fondamenti di una disciplina che da allora, grazie anche ai suoi studi, appartiene agli architetti. Le tracce di una storia individuale e familiare che ha origine nella Sicilia di fine Ottocento ci conducono lontano verso una storia dell'architettura - e non solo - che racconta l'Italia negli anni difficili delle guerre mondiali e del regime fascista. -
Territori in divenire. Scenari e progetti per la laguna di Karavasta
Nel panorama europeo della progettazione di scala vasta è rilevabile una sempre crescente attenzione ai temi ecologici e ambientali. All'interno dei progetti e delle visioni territoriali iniziano dunque ad essere inclusi specifici piani settoriali che approfondiscono queste tematiche. È questo il caso del recente Piano Generale Nazionale del territorio albanese che dedica un'ampia parte della propria struttura discorsiva alla definizione di strategie di ""metabolismo"""" territoriale. Ma con quali strumenti e con quali processi è possibile colmare la distanza che separa queste strategie generali, concentrate sulla gestione dei sistemi di scala nazionale, dalla specificità del territorio locale e dalla sua continua trasformazione dal basso? La riqualificazione del territorio di Divjakë, con i propri caratteri complessivi, offre oggi la possibilità di ripensare gli strumenti del progetto territoriale e si pone in questo contesto come un caso studio esemplare all'interno di una possibile riflessione di più ampio respiro."" -
Emmanuel Maignan e Francesco Borromini. Il progetto di una villa scientifca nella Roma barocca
Tra i progetti non realizzati di Francesco Borromini di particolare interesse è quello relativo a Villa Doria Pamphilj, concepita quale futura dimora del cardinale Camillo Pamphilj, nipote dell'allora Papa Innocenzo X. Il progetto borrominiano è accompagnato da un promemoria redatto da Emmanuel Maignan, Padre afferente all'Ordine dei Minimi, vissuto per alcuni anni presso il Convento di SS. Trinità dei Monti a Roma. Il manoscritto di Padre Maignan elenca una serie di meraviglie scientifiche concepite per adornare la villa e il parco circostante: tali giochi testimoniano il profondo interesse, in epoca barocca, per gli studi relativi all'ottica, alla gnomonica, alla pneumatica, all'acustica e al magnetismo. Il volume ipotizza una ricostruzione in ambito digitale della villa e dei giochi scientifici in essa contenuti, tenendo conto della poetica compositiva borrominiana e degli apporti matematici offerti da Emmanuel Maignan. Alla luce del clima filosofico e culturale che animò la produzione architettonica della Roma del XVII secolo, l'indagine toccherà a più riprese il pensiero di René Descartes, figura chiave nel contesto europeo di quegli anni, impegnato nella divulgazione di un nuovo metodo conoscitivo, dal quale emergono i profondi legami con la scienza della rappresentazione. -
Iuav Academics Abroad. Una «città analoga» per Venezia. Ediz. italiana e inglese
Iuav Academics Abroad è un network di Alumni Iuav che ricoprono posizioni accademiche all'estero. Una comunità che condivide radici, metodologie, esperienze e parole fondative come ponti interculturali che connettono Venezia al mondo. In questo volume si condensano visioni quotidiane e ritratti di città, letture istantanee filtrate con le lenti della comune formazione Iuav. Una ""città analoga"""" per Venezia è l'insieme di questi frammenti, uniti dal ruolo di Venezia come caleidoscopio sulla realtà contemporanea e della Università Iuav di Venezia come Scuola."" -
Il senso delle cose. Design, nutrimento e codici culturali
Il territorio, lo spazio della cucina, gli elettrodomestici, le stoviglie, le pietanze ed infine le ricette definiscono lo scenario dell'evoluzione socio-culturale e tecnologica di un popolo. Dalla società pre-industriale alla società ""liquida"""" si osservano i mutamenti dei diversi contesti di produzione e consumo degli alimenti: l'agro è ridefinito nella forma e nella gestione attraverso il principio di a-stagionalità e a-regionalità delle colture; lo spazio della cucina si espande nella zona del soggiorno e racconta l'evoluzione degli stili di vita, delineando anche i ruoli socialmente determinati in seno alla famiglia; gli oggetti raccontano i modi dello stare a tavola e del non stare a tavola per consumare i pasti; le pietanze e le ricette raccontano la dimensione tecnica della preparazione del cibo, condividendo tanto la dimensione estetica quanto la gestione delle informazioni. Se è vero che l'attività principale del Design è interpretare e dare risposta alle esigenze dell'individuo e della società, il nutrimento, nella duplice valenza materiale e figurativa, è il bisogno primario che offre una prospettiva socio-culturale al contesto preso in esame da questo volume. Una prospettiva alternativa alla cosiddetta """"gastromania"""" contemporanea, che coniuga punti di vista, strumenti e metodi della indagine scientifica, afferenti alle discipline del design, dell'architettura degli interni e della sociosemiotica, al fine di contribuire alla definizione del ruolo del design come interprete dei fenomeni sociali connessi al tema alimentare."" -
Un ritrovamento inatteso. Le Corbusier a Napoli 1962. Ediz, italiana e inglese. Ediz. bilingue
Questo libro è una guida ad un'arte del progetto che lavora con le armi di un'immaginazione plausibile. Spinti dal desiderio di raccontare una storia illustrata - talmente inventata da sembrare vera - abbiamo pensato di riproporre foto, disegni e testi per costruire le pagine di un taccuino di viaggio perduto, come fosse disegnato da Le Corbusier in un sognato ritorno nella città Partenopea prima della sua morte. L'intento è quello di esprimere un nuovo punto di vista sull'architettura attraverso l'oblio di tutto, ad esclusione di una città e di un maestro solo evocati. -
Lo spazio universale di Mies
«Noi non ammettiamo che la funzione determini il piano, concepiamo uno spazio che accolga tutte le funzioni», scrive Mies. Un'idea di spazio flessibile, non predeterminabile negli usi, uno spazio oggi diremmo evenemenziale, universale perché in grado di rappresentare valori condivisi e intellegibili. Tale spazio sciolto da ogni legame, absolutus, si traduce nelle Aule di Mies in un grande interno indiviso nel quale proporzioni e assetti costruttivi si rendono sinteticamente compresenti a manifestare il carattere, il tema e la ragione che lo hanno generato. -
Carmine Maringola, scenografo/attore. La scena recitante per Emma Dante
La scenografia è richiesta già in una fase preliminare creativa, ha il compito di restituire il suo apporto drammaturgico partecipando attivamente anche alla partitura dei movimenti [...]; nei nostri lavori non arriva alla prova generale, quando ormai è tardi per lavorare ad una sua integrazione [...]. Carmine Maringola. Carmine Maringola nella scena contemporanea è un esempio di contaminazione virtuosa tra le tre componenti che ne animano la ricerca: architetto, attore, scenografo. Alla formazione di architetto associa la vocazione di performer impegnato in una ""cellula napoletana"""" del Living Theatre, perseguendone la visione rivoluzionaria; un periodo post-laurea di residenza a New York costituisce la sua vera iniziazione artistica. Tornato in Italia, si trasferisce a Palermo ingaggiato in un teatro dove, nel tempo libero dalla """"professione"""" attorica, studia la """"macchina scenica"""", recuperando dall'esperienza pratica la manualità e l'artigianalità del teatro sette-ottocentesco, guidato dalla consapevolezza degli spazi, propria ad un architetto. Dall'incontro con Emma Dante si genera un lungo e resistente sodalizio di vita e lavoro che «[...] a partire dall'innesto partenopeo nel corpus geneticamente palermitano della Sud Costa Occidentale [...]» lo vede impegnato nella ricerca delle relazioni tra azione performativa e segni drammaturgico-scenici (A. Barsotti). Il testo ne delinea un ritratto, attraverso gli spettacoli a cui partecipa come attore - guidato dalla Dante con cui firma le scene - e le opere liriche di cui è artefice delle scenografie."" -
Dopo le crisi. 1973, 2001, 2008, 2020
Federica Doglio e Mirko Zardini dialogano di città, architettura, ambiente e istituzioni in una serie di conversazioni iniziate durante l'estate 2020. Un percorso che dalla crisi odierna risale fino agli anni Settanta, delineando quella che appare una lunga crisi climatico-ambientale, energetica, sanitaria, che riguarda anche le istituzioni, le professioni e lo stesso progetto moderno. L'ambiente, lo spazio pubblico, quello del dissenso, il controllo dei dati, l'università, il ruolo dell'architetto, sono alcune tra le questioni affrontate in questo libro-intervista. -
Fino all'illusione del luogo. Ritorno dal web
«Spesso ci illudiamo di essere in un luogo che in realtà non esiste... percepiamo la sua luce, i suoi colori, la sua essenza, ma noi non tocchiamo i suoi bordi, semplicemente li viviamo...! Non possiamo graffiare la sua superficie, le nostre mani non ne accarezzano le forme, eppure, noi esistiamo...! Allora mi chiedo quale sia l'Architettura giusta per un'Illusione, quale l'atteggiamento per poterla creare e percepire». «Oggi, le guerre economiche, impiegano il tempo di un ""fremito da dubbio"""" per cancellare un intero paese e inghiottirlo nei cavò delle banche di un altro, senza sparare un solo colpo di arma da fuoco, ma provocando danni ben più letali». La vera svolta sta proprio in questo: «E...) tutto ciò che avviene nello spazio dei numeri coesiste con ciò che avviene al suo esterno. Nessuna fine drammatica della nostra memoria, delle nostre abitudini, dello spazio che ospita il nostro vivere dell'Architettura appunto»."" -
Elementare & complesso. La città per isole. Grammatiche insediative per la città contemporanea
Studiando il lavoro sulle ""composizioni alla scala della città"""" che Antonello Russo ci propone attraverso le elaborazioni dei suoi studenti, appare subito evidente un pensiero sulla forma urbana. Si manifesta subito l'idea di costruire gli isolati residenziali come singole architetture, nuclei urbani concepiti come un'unica grande casa in cui gli spazi liberi fra gli edifici diventano luoghi del progetto. È in questi spazi che la città rivela il suo intento rappresentativo, che si rende riconoscibile, che diventa teatro della vita degli uomini. Il libro di Antonello Russo è testimone di un'idea di città in cui sono contenute le aspirazioni di una moderna cultura dell'abitare, un'idea di spazio dove poter ritrovare una nuova dimensione """"sociale"""". (Marco Mannino) Partendo dallo studio dei quartieri manifesto del razionalismo italiano e allargando lo sguardo all'intero territorio urbanizzato, [il volume] individua i primi """"isole identificabili come porzioni concluse dell'urbano"""" ed il secondo come """"un arcipelago di insediamenti di piccola scala"""", organismi al cui interno sono riconoscibili sia la forma urbana che li sottende, sia la grammatica insediativa che li compone. (Rita Simone)"" -
From Within. Between interior. Architecture and Design
What is the actual difference between architectural and interior design? To answer the question, this book looks into the actions of interior disciplines, to understand what they do, not only what they are. In doing so, it studies them through intersection, to identify the essential principles that characterise this kind of design. From typology to topology, from context to palimpsest, from space to place, the result is a story - particularly focused on the Italian tradition - of the ideas and projects that defined a particular design sensibility that knows no limits of context or scale. -
Bruno Vaerini. Architetture d'Atelier. Ediz. illustrata
Bruno Vaerini, artista e architetto, autore e professionista, è un progettista che usa l'arte per ricercare la bellezza nell'abitare contemporaneo. Questo libro ripercorre 50 anni di lavoro tra arte e architettura ed è composto da varie sezioni che tracciano le tante sfaccettature di un'opera cangiante. Si parte con una narrazione fluente dove le storie della vita privata e professionale si intrecciano per la determinazione di un metodo progettuale e si arriva a una trattazione analitica dove si entra nel racconto dei singoli progetti tra allestimenti e installazioni, tra interni domestici e progetti edilizi. A dare il ritmo alla scoperta del lavoro di Vaerini, oltre a un intervallo dedicato al rapporto speciale con Gabriele Basilico, tanti interventi critici di autori e messaggi di ami che hanno dato il loro contribuito a questo libro mitnografico e stereofonico, che vuole riportare l'architettura all'arte, per una loro continua ""reintegrazione"""". Prefazione di Mario Botta. Contributi di Remo Dorigati, Maurizio Vogliazzo, Pierre-Alain Croset, Gabriele Neri, Massimo Curzi, Beppe Finessi, Giovanna Calvenzi, Roberta Valtorta, Alberto Veca, Gabriele Basilico, Maria Luisa Ghianda, Manolo De Giorgi, Marco Belpoliti e Bruno Vaerini."" -
Materie dell'architettura
La semplicistica collocazione dell'architettura in una posizione intermedia tra scienza e arte trova in questo testo alcune riflessioni, critiche, ricerche iniziali intorno ai temi proposti da tredici tesi di laurea triennale in Scienze dell'Architettura nella Scuola di Cagliari. La risposta che si è provato a dare risiede nelle ""materie"""" stesse dell'architettura, quelle tangibili della sua costruzione, tecnica e materiale, ma anche quelle della sua percezione, dell'essere """"fatto osservato"""" e da cui """"osservare il mondo"""". Emerge un'ulteriore conferma nello studio e nel primo approccio al progetto di architettura: la materia principale è il """"luogo"""". Esso è qui interpretato come il lavoro costante di piccoli manufatti e trasformazioni quotidiane - architetture e paesaggi, autori e osservatori - figure e opticon, di necessità e utopie che solo questa disciplina """"intermedia"""", fin dai suoi studi, può restituire in senso immaginifico e operativo."" -
Spazializzare strategie. Il Masterplan del Politecnico di Torino 2016-2020. Ediz. italiana e inglese
Il Masterplan del Politecnico di Torino si configura come un processo di spazializzazione delle strategie, una costruzione permanente di scenari possibili che promuove lo sviluppo del processo attraverso il progetto e la morfologia. Perché non esiste strategia, senza visione spaziale. Il progetto di architettura può allora assumere una nuova e inedita valenza, affrancandosi da una dimensione puramente figurativa e assumendo una continua e determinante rilevanza tattica. -
Lo spazio dei Castiglioni
I memorabili allestimenti di Pier Giacomo e Achille Castiglioni mettono in scena tutta la potenza narrativa dello spazio e lo fanno con una rara capacità di sintesi. La narrazione è fondata sul rapporto sensoriale con l'osservatore ma, al tempo stesso, è paradigmatica nel definire gli statuti di un assunto spaziale serissimo e divertito. Non sono gli oggetti a parlare ma la dimensione spaziale in cui il visitatore viene proiettato, con gli strumenti semplici e potenti con cui lo spazio si fa maestro: misura, tempo, luce. -
La città storica un tempo era nuova. Cinque considerazioni
Questo libro origina dall'aspirazione a contribuire al formarsi di una lingua comune, capace di gettare ponti di comprensione tra i diversi attori preposti alla gestione del patrimonio. Perché l'insieme delle voci dei soggetti coinvolti non produca una cacofonia, bisognerà lavorare per costruire una lingua condivisa. Una lingua capace di esprimere posizioni generali, seppur differenziate per disciplina. Una lingua, in breve, capace di sviluppare parole che tutti possiamo comprendere e usare, pur nelle rispettive accentuazioni. Il libro costituisce anche il tentativo di inquadrare alcune aporie che hanno determinato la condizione di stallo corrente, in materia di gestione di beni culturali; aporie che riguardano alcuni concetti chiave quali: il nuovo, il patrimonio, la storia, e infine i valori che attribuiamo alle cose che ci vengono dal passato. Il testo è concepito in forma di successione di brevi capitoli che possono essere letti autonomamente, e per questo motivo ognuno di essi è strutturato in modo da sviluppare una tesi in sé parzialmente definita. Nondimeno, essi possono essere meglio letti in sequenza, percorrendo tutti i passaggi che aiutano a configurare i presupposti per approcciare un profondo cambio di mentalità, condizione necessaria per rimettere al centro della scena una rinnovata cultura del progetto.