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«Promemoria» sull'obiezione di coscienza
Elaborato fra il luglio 1966 e il febbraio 1967, ""Promemoria"""" sull'obiezione di coscienza si inserisce nell'ampio dibattito apertosi qualche anno prima in Italia sulla liceità dell'obiezione di coscienza al servizio militare. Una questione acuta, ricca di implicazioni di carattere etico, politico e giuridico, disciplinata con un'apposita legge del Parlamento soltanto nel 1972. Ma anche un tema caldo, che riguarda principi, valori, visioni del mondo, regole di convivenza. Un problema cruciale, che pone domande radicali e investe lo stesso fondamento dello Stato democratico."" -
Dopotutto
Agosto 2008. Durante un'escursione per le vette del Gennargentu, Andrea, squattrinato praticante legale nella non lontana cittadina, s'imbatte in una ragazza francese ferita a morte. Prima di morire, la giovane riesce a consegnare un vecchio ritaglio di giornale al suo soccorritore. La breve cronaca dice di strani fatti accaduti durante un ferragosto molti anni prima a Fraus, il paese da cui proviene la famiglia di Andrea. Scosso per l'accaduto e impressionato dalla coincidenza, il quasi-avvocato intraprende un'inchiesta fai da te, senza poter immaginare a cosa andrà incontro. -
La Sardegna al tempo degli Asburgo. Secoli XVI-XVII
L'ascesa al trono d'Aragona di Ferdinando il Cattolico segna una svolta epocale nella storia del regno di Sardegna, già dal 300 legato indissolubilmente alla Corona d'Aragona. Con le riforme fernandine - che avviano il regno alla modernità e preludono al suo inserimento politico-istituzionale nella Monarchia plurale della Casa d'Austria - si apre il lungo e documentato racconto de La Sardegna al tempo degli Asburgo. Nel 500 l'isola, ormai fa parte di un vasto sistema di regni, segue i destini controversi della politica di Carlo V. Il successivo governo del Re Prudente Filippo II, sostenuto dalla Chiesa cattolica e da congregazioni religiose quali la Compagnia di Gesù, porta a sensibili progressi istituzionali, sociali e culturali. Dopo il 500 però, la Sardegna - così come gli altri regni mediterranei - deve fare i conti coi problemi legati alla crisi del 600 e alle guerre che la Spagna combatte su più fronti. Il progressivo declino economico e politico, dovuto a una spesa pubblica insostenibile per le finanze regie, alla crisi dell'agricoltura, al manifestarsi di carestie e pestilenze, sfocia in un malessere che inaugura una stagione di ribellismo signorile, congiure e banditismo. -
Ero quel che sei
Nella città dai due nomi, Epipanormo e Talattone (il quartiere alto sulla rocca bianca e quello basso umido del porto), ai giorni nostri una serie di omicidi investe l'amicizia acidula di due solitari insegnanti di letteratura. Un penetrante profumo di pesche mature è quello che resta, ogni volta, sul luogo del delitto. Una traccia che sa di sovrumano, e col soprannaturale dovranno vedersela inquirenti e protagonisti, con una spiegazione che affonda in un passato lontano e lontanissimo, con un assassino fantasma. La ricerca della verità corre per una forza invisibile, lungo la storia e i luoghi di una razza fondatrice. Dal Seicento dove sotto l'albero infelice dei frutti persiani nasce e brucia un amore esagerato, fino al Mediterraneo precristiano di un rocambolesco viaggio per terra e per mare di due ragazzi assetati di esperienza. Su questi scenari si compone la policromia di un romanzo di grande forza immaginativa, forte, ironico, grottesco e persino burlesco quando gioca con la ricerca giudiziaria della verità. -
Mia figlia follia
Maddalenina, in testa un ridicolo fiocco rosa, vive emarginata in un paesino, col sostegno economico della pensione d'invalidità ""per matti"""". Alle nove del mattino, nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, l'orologio a cucù della camera da letto le dà una risposta tanto attesa, tre nomi: Graziano Lucente, Quirico Malannata, Rocco delle Spezie. Ora Maddalenina sa. Adesso può finalmente realizzare il suo progetto di vita: mettere al mondo una bambina. L'approccio ai tre futuri improbabili mariti non sarà privo di peripezie, fra regolari sparizioni di ceri votivi dalla chiesa, il barbiere di paese indeciso se scacciare la matta o servirla, la vecchia e guaritrice muta Maria Carta (malgrado tutto eletta a confidente). Intanto la pancia inspiegabilmente si gonfia e un sogno, forse, prende letteralmente forma."" -
Terra mala
Tempeste, barche e voci imploranti aiuto, un'acqua che erompe da un tempo oscuro e remoto: le notti di Adele - stralunata avvocatessa romana con un debole per i fiorellini e i vestitini arricciati - sono abitate da incubi che al risveglio si trasformano in una pelle dal sapore salmastro. Incubi che, lentamente, la stanno consumando. Decide così di rivolgersi al dottor Sainas, ambiguo psicanalista che, per curarla, la spedisce inspiegabilmente in Sardegna. Titubante e disperata, Adele si reca nell'isola per tentare di capire cosa le stia accadendo. In una Cagliari che le apparirà come un ""santuario di luce"""", incontra Gabriele - appassionato di occultismo - che la condurrà in un mondo d'amore e morte: cosa cerca ossessivamente il ragazzo in quelle sedute medianiche? E cosa lega Adele a don Pierpaolo, un prete in conflitto, diviso tra l'amore per Dio e quello per una donna? Perché il dottor Sainas sembra essere così coinvolto dalla vicenda della sua paziente? Le risposte conducono in luoghi ancestrali e marini, dove è nascosto un tesoro. Un thriller esoterico dai cupi contorni; una storia lunga cinquecento anni che, attraverso il fluire del tempo, troverà la sua compiutezza."" -
Notte a Is Arenas
In un angolo nascosto della Costa Verde in Sardegna si è rifugiato Bruno Viotti. È in fuga clandestina dentro una notte scura di rimorsi, da un passato che non può cancellare. La sua notte della paura è iniziata nella Milano dove da giornalista ha seguito i grandi fatti del terrorismo: inizia quando un commando di brigatisti uccide un collega, e anche lui si sente nel mirino, braccato. Taglia i ponti col passato (amicizie, amori, lavoro) e attende nel suo eremo sardo - prossimo alle imponenti dune di Is Arenas - che si faccia un giorno nuovo nella sua vita. L'alba di quel giorno ha gli occhi di Angela, una donna franco-italiana che si è messa sulle sue tracce perché ha saputo che Bruno è il suo vero padre e non crede che, come le dicono, sia morto. Così lo trova, non gli rivela la sua identità e Viotti finisce per innamorarsene. Il gesto proibito sta per compiersi quando, in quell'angolo di mondo dove Bruno si sente ormai rinascere, si rifà spaventosa e presente la minaccia terroristica. -
Nulla
Nulla è una cittadina di provincia. Secondo le ultime stime ha un'estensione che copre tutta l'Italia, e un numero di abitanti pari ad oltre due terzi dell'intera popolazione nazionale. Nulla ha confini brulicanti e incerti, é un ammasso di periferie senza centri. A Nulla, la noia è madre del vizio, cugina dell'ozio, sorella della frustrazione. I sondaggi la danno come prima assoluta nel computo di apparecchi televisivi pro capite; nel numero di automobili in rapporto al numero di abitanti; nella carenza di proposte. Per raggiungere Nulla si attraversa un'autostrada, una superstrada o, più semplicemente, una strada sovrastata dai cavalcavia. O il mare, o il monte, o la pianura, o la statale spappolata dalle frane, o l'immensa circonvallazione incompiuta, o la bretella priva di segnaletica. Per raggiungere Nulla si possono attraversare persino gli oceani. I sondaggi la danno come prima assoluta nell'incremento della micro e della macro criminalità, nei consumi di telefoni cellulari e pastiglie dimagranti, negli abusi di alcol e droghe. I sondaggi danno in crescita i suicidi... -
Quelli dalle labbra bianche
Pubblicato per la prima volta nel 1962, ""Quelli dalle labbra bianche"""" rappresenta un capitolo fondamentale nella scoperta poetica e narrativa di una Sardegna senza compiacimenti etnici. Ma il romanzo di Masala è soprattutto l'invenzione letteraria del villaggio-universo di Arasolè. Ad Arasolè la storia mondiale è passata col suo luttuoso lascito di guerra. Ad Arasolè, un giorno, il campanaro Daniele Mele, suonando """"a doppio"""", chiama a raccolta i compaesani per rendere omaggio, dopo vent'anni, ai caduti in guerra. Daniele Mele, unico superstite fra i compaesani spediti nella disastrosa avventura, è la voce recitante della memoria di una sottostoria che riporta alla trincea, al caposaldo tre della linea K sul fronte russo. Fra gli orrori del fronte e i ritorni al villaggio e alle sue storie nasce in queste pagine la poesia della solidarietà contro la retorica e la logica dell'eroismo."" -
Fare, dire, sentire. L'identico e il diverso nelle culture
I tre grandi temi indicati nel titolo di questo libro - fare, dire, sentire sono qui trattati a partire da convinzioni del senso comune colto o popolare. Il senso comune afferma che ""tutto il mondo è paese"""" ma anche che """"paese che vai usanza che trovi, e prescrive che """"moglie e buoi dei paesi tuoi"""". Forse il maggior compito di ogni antropologia è riuscire a tenere alla pari, facendole diventare utili """"verità"""", sia che """"tutto il mondo è paese"""" e sia che """"paese che vai usanza che trovi"""", per potere evitare il negativo di prescrizioni che vogliono """"moglie e buoi dei paesi tuoi"""". L'umanità a cui apparteniamo è diversa nel fare, nel dire, nel sentire, ed è uguale sempre perché sempre deve fare, dire e sentire, deve produrre e riprodurre la sua vita producendo e riproducendo beni, regole, senso. L'assunto principale del saggio di Angioni è perciò la varianza-invarianza delle culture: il coincidere in un tutto omogeneo e il diversificarsi dei modi di vivere umani. Suo scopo essenziale è quello di contribuire a elaborare un atteggiamento non etnocentrico e tanto meno eurocentrico, non chiuso in se stesso e non ostile agli altri modi di vivere."" -
Silvia che seppellisce i morti
Questa è una storia di smarrimenti e di ricerche. Di smarrimenti, perché i protagonisti hanno tutti perduto qualcosa di intimo e prezioso, arrivati a un punto cruciale delle proprie esistenze. E ricerche, perché ciascuno si adopererà con ogni mezzo anche illecito per ritrovare ciò che ha perduto. Tutti, poi, vogliono rincontrare Silvia: se ne sono in qualche modo allontanati e sanno che solo recuperando questa distanza potranno pacificarsi con se stessi. Fra i protagonisti, l'epicentro della storia è naturalmente Silvia, sempre in cammino in compagnia del suo gatto-guida. Le gravitano intorno: l'ex marito Umberto, donnaiolo e professionista del furto; il figlio Davide, tossico impenitente, amante della bella e taciturna Alice; e un misterioso uomo senza nome, innamorato di Silvia fino alla monomania, bramoso di vendicare un terribile torto subito proprio per mano di lei. Sul vertiginoso intrecciarsi degli incontri-scontri fra i personaggi, si svolge una trama fitta di colpi di scena, ribaltamenti di senso e di prospettiva, sorretta da una lingua magmatica quanto sorvegliata che cattura il lettore dalle prime battute sino al sorprendente finale. -
Doppio cielo
Ha vent'anni Luisu quando dalle dolci colline della contadina Fraus il padrone lo spedisce in groppa al puledro Baieddu nella città che Mussolini s'è inventato intorno all'industria estrattiva del prezioso carbone sardo. Ignaro, anche se scosso da un brutto sogno premonitore, Luisu è atteso da una vita di miniera, sotto un cielo diverso da quello che ha conosciuto nella sua vita campestre: la volta nera del Pozzo Uno. Stesso destino spetterà al suo cavallo, convertito in bestia da traino per cunicoli asfittici. Però Carbonia e le sue miniere, accettate da Luisu con rassegnazione, sono anche un mondo che raccoglie disparati pezzi di mondo. Nel male, come il capo mezzo teutonico che pare sempre spuntare dal nulla o le insidie del lavoro in miniera; e nel bene, come Dondi il toscano lì confinato perché sovversivo, come l'amore da scoprire quando si torna ai pochi svaghi sotto il cielo di su. Per questo ""Doppio cielo"""" è un perfetto romanzo di formazione, ma dai risvolti imprevedibili, ed è appunto un romanzo su altri """"doppi"""", sulla conoscenza dell'altro, della convivenza/conflitto fra più culture, e soprattutto del """"doppio"""", per non dire del multiplo, che sta dentro ognuno di noi."" -
Il noce. Sul paesaggio tradito
A partire da un fatto, un paese, una condizione di volta in volta ritenuti emblematici di una purtroppo diffusa insensibilità per il rispetto dell'ambiente, Giorgio Todde ha scritto dal 2003 a oggi una serie di pungenti articoli per uno storico quotidiano . Questo libro li raccoglie, rendendo la testimonianza di delitti commessi a danno del paesaggio, e quindi a danno di se stessi, a presente e futura memoria. L'azione degli amministratori, 'padroni del territorio"" e delle comunità che essi rappresentano. I centri storici devastati o snaturati. La confusione drammatica tra 'chi amministra e chi fa impresa"""" che talvolta sono la stessa persona. Il caso clamoroso della necropoli punica di Tuvixeddu. La 'debolezza culturale"""" della società isolana davanti al nuovo e al moderno che spinge un intero popolo a ripudiare il proprio paesaggio e dunque perfino se stesso. L'isola considerata allegoria dell'intera nazione che si divora da sé. Gli interventi di Todde disegnano anni critici durante i quali il paesaggio, peggiora con una velocità mai prima registrata. Descrive la vittoria della ferocia edificatoria sulla bellezza dei luoghi e va, per tutto questo, alla ricerca di un perché."" -
L' amore del figlio meraviglioso
Anni '60 del Novecento: Sardegna. Stranieri venuti dal mare nominano Costa Smeralda quella parte inabitata di litorale che i nativi galluresi chiamano, nel loro sardo-corso, Monti di Mola. Così inizia la favola turistica, un inizio ignorato dalle odierne cronache mondane delle estati ""smeraldine"""". Alle origini di quella favola, e nei profondi retroscena della leggenda, va invece il nostro narratore, per dirci la storia mai detta di un luogo che si ritiene a torto di conoscere. La storia s'incarna nelle vicende e passioni di un'intera famiglia che ha venduto le sue proprietà terriere ai costruttori del paradiso vacanziero. Il patriarca pastore di capre, resistente ma con un destino di spaesamento e sensi di colpa. Una moglie costretta nella mediazione fra vecchio e nuovo. Il luccichio del nuovo che abbaglia due dei tre figli e in particolare la donna, Caterina, tutta tesa all'abolizione incondizionata di un cupo passato. E il terzo figlio, che ha studiato in Continente e alle favole è disposto a crede ben poco. Amore, sesso, modi di vita, senso delle cose e degli uomini... niente sfugge a un cambiamento istantaneo e senza precedenti nella storia dell'Isola, dove due mondi s'incontrano, senza comunicare o integrandosi in suadenti quanto folcloristiche finzioni."" -
È colpa di chi muore
Nella zona portuale di una città innominata, sotto la pioggia di un'alba gelida, un ragazzo spinge una sedia a rotelle con sopra un vecchio inebetito. Il ragazzo entra nell'unico, bar aperto a quell'ora. Porterà il gelo là dentro, fra gli avventori, quando a un barista svogliato e scontroso dirà platealmente che sua madre s'è appena impiccata e che, se non porta subito un caffè al padre sulla sedia a rotelle, si ammazzerà anche il vecchio. Come la vita di Ermes e Ivan, padre e figlio con troppi anni di differenza, sia arrivata fino a questo punto si saprà ascoltando il racconto delle 36 ore precedenti. L'odissea urbana è narrata dalla voce di un ragazzo cresciuto molto in fretta fra una giovane madre modesta cantante d'opera, in fuga da tutti e da se stessa, e l'assistenza al padre, menomato nel corpo e nella mente. Un precipitare di eventi, aperto dall'impatto con la morte violenta, costringe a un'ulteriore comprensione del mondo, che può risultare persino peggiore di come il protagonista se l'era immaginato. E gli avvenimenti impongono una nuova dolorosa lettura del passato che porta alla percezione di una inquietante verità, ma può anche portare a riscrivere il proprio futuro. -
Pro s'indipendèntzia. Ediz. sarda e italiana
Questo libro-provocazione affronta il tema dell.indipendenza della Sardegna nelle sue implicazioni culturali e politiche e nelle sue possibilità. È un atto d'amore, ma tutto concreto e per nulla utopistico, per un'isola che potrebbe trovarsi a una svolta della sua storia, dopo le scelte autonomistiche e le vie di mezzo politiche. Una riflessione stimolante che porta il discorso indipendèntzia fuori dalle secche del separatismo, dentro una visione moderna della autodeterminazione, attraverso la rilettura di concetti cardine come popolo, nazione, insularità, identità, locale e globale, discutendo anche sul ruolo dei partiti e della donna in politica. -
Le indagini dell'imbalsamatore (Efisio Marini)
Il personaggio storico Efisio Marini (1835-1900) medico inventore di una rivoluzionaria tecnica di pietrificazione dei cadaveri, la cui formula segreta è andata perduta con la morte dello scienziato è l'indagatore della serie di romanzi concepita da Giorgio Todde fra il 2001 e il 2007, e ancora in via di sviluppo. Questo volume raccoglie i cinque romanzi che compongono l'intera serie finora pubblicata: dal fortunato Lo stato delle anime (2001) a Paura e carne (2003), proseguendo con L'occhiata letale (2004), E quale amor non cambia (2005), L'estremo delle cose (2007). In una Sardegna ottocentesca, fra i quartieri di Cagliari sul mare e i paesi del centro montuoso dell'Isola, si muove lo spirito inquieto di Efisio, pervaso da un razionalismo e nutrito da inusuali conoscenze scientifiche che servono a smascherare i responsabili di delitti brutali e sofisticati allo stesso tempo. -
Un leone nel cuore
È una gelida giornata di fine autunno 1794. Nel ducato di Brunswick il castello è in fermento per l'arrivo di un ospite illustre. Lord Malmesbury, ambasciatore del re inglese Giorgio III, rappresenta il principe di Galles nel matrimonio per procura con la quattordicenne Carolina. Per i Brunswick, a capo di un piccolo regno, si tratta di una straordinaria e inattesa opportunità. Sconfitti i timori iniziali Carolina parte per l'Inghilterra piena di speranze, consapevole che il suo destino sarà governare quel paese a lei estraneo. Ma per una giovane principessa educata in modo non conforme all'alta aristocrazia britannica, l'ambiente di corte si annuncia carico di insidie. ""Un leone nel cuore"""" trae spunto dalla vera storia di Carolina di Brunswick. Coraggiosa e fin troppo moderna per il suo tempo, questa Lady Diana del Settecento fu tanto amata da re Giorgio e dal popolo quanto invisa alla corte, detestata da un marito assente e corrotto, osteggiata dall'implacabile regina madre."" -
Il nostro padrone
«In quel tempo, circa trent'anni or sono, da Macomer a Nuoro si viaggiava ancora in diligenza, e quasi sempre di notte. La strada era ben tenuta, ma poco frequentata e non sempre sicura; il vetturino, quindi, che era allora un vecchietto energico e dispettoso, aveva cura di frustare i cavalli, e se per caso si addormentava, dopo un attimo si svegliava di soprassalto, bestemmiando. Unico viaggiatore, in quella notte di aprile, era un capo-macchia, cioè uno di quei carbonai per lo più toscani, che in Sardegna dirigono il taglio dei boschi. Era un bel giovane, alto e svelto e dal viso pallido i cui lineamenti regolari avevano però alcunché di duro; e i suoi capelli dritti e i baffi spioventi sul mento forte e sporgente erano dello stesso colore biondo-scuro del suo vestito di fustagno.» -
Salvatore Satta. L'impegno civile di una vita
Il libro raccoglie gli Atti degli incontri di studio per il 40° anniversario della morte di Salvatore Satta (1975-2015). Tre incontri che, iniziati nel 2015, hanno visto il richiamo annuale per il 2016 e 2017, affrontando rispettivamente l'aspetto giuridico, quello letterario e quello di un argomento specifico, ""la morte della patria"""", del De profundis. Lo scopo, in continuità con i Convegni precedenti promossi dal Comune di Nuoro, è stato quello di approfondire la particolare attualità delle tematiche trattate dal Giuristascrittore, di recuperarne i momenti inesplorati della vita e dibattere quelli adombrati da discusse e discutibili ambiguità. Insigni studiosi e prestigiosi testimoni hanno scavato nella miniera inesauribile della sua opera, rivelandoci il patrimonio del suo impegno civile, alla cui fonte preziosa possiamo fortunatamente attingere, drammaticamente convocati come siamo dagli impegni inediti e gravosi di un tempo turbolento e minaccioso come il nostro.""