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Una storia straordinaria. Saggio su un sogno di Baudelaire
Tutto nasce dal resoconto di uno straordinario sogno erotico che Baudelaire descrive in una lettera all'amico Charles Asselineau il 13 marzo 1856. E partendo dall'analisi straordinaria di questo sogno straordinario - tutto è straordinario in questo libro -, Michel Butor traccia una straordinaria, drammatica biografia del grande poeta, nella quale i fatti, evocati di scorcio sotto una cruda ma sempre rispettosa luce interna, incalzano con una tensione, una funzionalità stringenti e rivelatrici. ""Ma soprattutto"""" come scrive Giacomo Debenedetti """"ricostruisce, attraverso certi parallelismi costanti e ripetizioni del comportamento (nell'amore, nella politica, nella poetica), il modello umano, tutt'insieme unico ed esemplare, da cui è uscita l'opera di Baudelaire"""". In tal modo l'opera, la biografia, le testimonianze, tutto ciò a cui Butor ricorre nella sua indagine appassionata, """"si mettono a lavorare come un enorme, a volte straripante e quasi indomabile contesto di quel sogno"""". Tutto da esso parte e ad esso ritorna. Con una nota di Giacomo Debenedetti."" -
Carteggio
Il dialogo epistolare tra Thomas Mann e colui che, tra gli scrittori della sua generazione, egli considerò ""il più vicino e il più caro"""", e la cui crescita accompagnò """"con una simpatia nutrita dalle diversità come dalle somiglianze"""", trae il proprio fascino dalla loro genialità, nonché dalla coerenza e dall'indipendenza con cui conferirono una molteplice e compiuta espressione a due tipi umani così diversi per origine, temperamento e stile di vita. In Germania, dopo la morte di Thomas Mann gli studi critici ne hanno permesso il pieno e obiettivo riconoscimento dell'opera e della figura, mentre il dibattito sul suo """"fratello spirituale"""" ha assunto toni prevalentemente emotivi. Eppure, paradossalmente, lo stesso Thomas Mann aveva riconosciuto in Hesse la più pura incarnazione della tradizione e della lingua tedesca, e l'aveva fatto con intento provocatorio, proprio quando il """"germanesimo"""" programmatico era in procinto di compromettere politicamente quella tradizione per interi decenni. """"Possiamo nuovamente [...] dire sì alla natura tedesca e con profondo, complesso, perduto e rinnegato orgoglio, sentirci tedeschi"""" scriveva Thomas Mann riguardo a Hesse nel 1937. """"Poiché nulla è più tedesco di questo poeta e dell'opera che è frutto della sua vita - nulla è più tedesco in quel senso antico, lieto, libero e spirituale a cui il nome tedesco deve la propria fama migliore e la simpatia dell'umanità"""". La simpatia dell'umanità senza dubbio, ma ancora per lungo tempo non quella della Germania ufficiale."" -
Il matrimonio del cielo e dell'inferno. Testo inglese a fronte
"Lavoro alle traduzioni di Blake da più di sette lustri. È un poeta difficile. Sempre, anche quando è semplice come l'acqua. Ma c'è un poeta, o un qualsiasi uomo che parli, che sia nel suo dire interamente decifrabile? Il vero poeta anela a chiarezza: è smanioso di svelare ogni segreto: il proprio, il segreto della sua presenza terrena cercando di conoscere il segreto dell'andare della storia e dei motivi che reggono l'universo, cercando d'impossessarsi, folle, del segreto dei segreti. Egli ha coscienza che la parola è difficile, ma, e se ne dispera, la rende fatalmente più oscura, più intrappolata nei significati che, cercando di nudarla e di coprirla di luce, le moltiplica."""" (dal """"Discorsetto del traduttore"""" di Giuseppe Ungaretti). Con uno scritto di Brunilde Neroni." -
Pel di carota
Contiene uno scritto di Orio Vergani. Età di lettura: da 10 anni. -
Il signor Dudron
"Dudron è un lògos, una struttura intesa a restituire conoscenza ed esperienza della qualità. Due sono gli interpreti che elargiscono i metodi, il pittore e la sua musa. La qualità è l'obiettivo finale. Il giovane studente di accademia è il destinatario dell'impresa. Questi è il terzo personaggio del romanzo nelle vesti del figlio fedifrago e dello scolaro al quale volano i pensieri pedagogici nelle fantasticherie di Dudron. Il lògos di Dudron è la paidèia, l'insegnamento, l'accademia. Mentre nella prima metafisica de Chirico rappresenta l'accademia come terreno della propria formazione, ora egli è docente. L'artista ha raggiunto la maturità (cinquant'anni circa) che ispira al pensiero la continuità nella conoscenza."""" (Dallo scritto di Jole de Sanna). Con uno scritto di Paolo Picozza." -
Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz
La Rosa e la Croce sono i simboli che agli inizi del Seicento esprimono gli ideali europei del rinnovamento politico e religioso. Tra il 1614 e il 1616 vengono pubblicati in Germania i due manifesti del movimento rosacrociano, che diffusero le idee e i programmi di una ""riforma generale delle cose divine e umane"""". Il teologo Johann Valentin Andreae (1585-1654) vive in questo clima spirituale. La sua ispirazione è alimentata da una duplice fiamma: la religiosità riformata e il pensiero rinascimentale e magico-scientifico. """"Le Nozze chimiche di Christian Rosenkreutz"""" è un romanzo alchemico, un viaggio di iniziazione spirituale per poter giungere alla visione dell'essenza della realtà e all'unione della sua anima con le forze che governano il mondo. Con uno scritto di Rudolf Steiner."" -
Il verbo degli uccelli
Le notizie tramandateci su Farid ad-din Attar, uno dei più celebri poeti mistici persiani, sono scarse e incerte. Visse tra il 1100 e il 1200, in un'epoca in cui il Sufismo era assai praticato e i problemi della metafisica erano oggetto di attiva speculazione. Per un certo tempo esercitò probabilmente la professione di farmacista (Attar significa infatti ""il venditore di droghe"""") e, per quanto si sappia ben poco della sua educazione, ebbe sicuramente una conoscenza profonda della musica, dell'astronomia, della medicina e delle teorie delle scuole dell'epoca. Tra le numerose opere che gli vengono attribuite, """"Il verbo degli uccelli"""", di cui è accertata l'autenticità, è la più celebre."" -
Introduzione al metodo di Leonardo da Vinci
"Contemporaneo di Teste dal punto di vista della genesi (anno 1894), Leonardo, al pari di Teste, non è altro che una figura di identificazione proiettiva del Soggetto o, meglio, della coscienza del Soggetto, quale si veniva articolando e formulando in presa diretta attraverso l'esercizio dei 'Cahiers', iniziato in quello stesso anno (il 1894 è la data inscritta sul primo dei 'cahiers', che porta il titolo di 'Journal de Bord'). Ma una profonda differenza distingue l'una dall'altra queste figure. Teste, è la figura della coscienza riflessa accuratamente spogliata di ogni oggetto suscettibile di fornirle una rappresentazione o una immagine di sé; Leonardo, è ancora una figura di quella medesima coscienza che tuttavia offre a se stessa la rappresentazione di sé attraverso la produzione, teoricamente illimitata, di oggetti - oggetti mentali o oggetti dell'arte -, i quali costituiscono altresì la manifestazione o la verifica, in re, dei processi di trasformazione e di conservazione che le sono propri. La coscienza di Teste è l'emblema superstite di una distruzione; la coscienza di Leonardo è il centro di gravità intorno al quale si organizza il sistema del mondo: mondo della natura, degli oggetti, delle sensazioni, dei pensieri, delle astrazioni, degli stimoli """". (Stefano Agosti)" -
Lettera al padre
Nel carattere di Kafka è curioso il suo profondissimo desiderio che il padre lo comprendesse e accettasse la sua attività 'infantile', la lettura e più tardi la letteratura, che il padre non lo respingesse fuori dalla società degli adulti, la sola indistruttibile... Suo padre era per lui l'uomo dell'autorità, i cui interessi erano limitati ai valori dell'azione efficace. Il padre rispondeva con la dura incomprensione del mondo del lavoro (...) Kafka voleva intitolare tutta la sua opera: 'Tentazioni di evasione dalla sfera paterna'..."". (Dal saggio di Georges Bataille)"" -
La cucina elegante ovvero Il quattrova illustrato
"Mangiare è una cosa seria. Lettore, se non sei compreso della verità e dell'importanza, veramente vitale, di questa solenne affermazione, ti compiango: questo libro non è per te. Ma se, al contrario - e quanto ne sarei lieto! -, il pensiero di una cenetta prelibata, fin dal mattino, ha la virtù di spargere sulla tua giornata come un dolce e ansioso incanto, se l'attesa si fa in te, a grado a grado, avvicinandosi il momento di mettersi a tavola, densa e fremente, ma tuttavia pudica, se il candore della tovaglia, quando l'ora è finalmente scoccata, ha per te la pregnante suggestione del silenzio prima che scoppi il tumulto orchestrale, oh! allora vieni tra le mie braccia, siamo anime sorelle! Possiamo sfogliare insieme questo libro. Esso è simile a un programma di concerto: molte, infatti, per il buon goditore di mensa, sono le analogie tra le gioie della tavola e le sinfoniche delizie. Non si creda che il piacere della vettovaglia si fermi al palato: anch'esso può, se ammannite da mani sagaci, divenire un piacere dello spirito."""" (Dalla prefazione di Piero Gadda) Con uno scritto di Germano Celant e una nota di Lara Conte." -
Giorni e opere
"Nel suo nucleo originario, la raccolta 'Giorni e opere', il cui titolo richiama l'esiodeo 'Le opere e i giorni', contiene già la crisi testimoniata dalla venuta dell'angelo, araldo della """"vita bella"""". Le rammemorazioni, fantasie e riflessioni elargiteci da questo testo lasciano presagire la lotta attraverso cui l'anima """"ferita"""" e vessata del giovane George, pellegrino che ha ripreso la sua via ma recando in cuore una ferita che mai più si rimarginerà, potè riattingere la dimensione di una poesia che non fosse semplicemente canto della vita che si esalta di se stessa, nella più narcisistica e atroce delle solitudini. In 'Giorni e opere', vera e propria eccezione nella vasta produzione di George in quanto unico suo testo di prose, viene anzitutto frantumata la severa incastonatura delle chiuse forme metriche teorizzate alle quali l'autore si attenne, senza quasi mai transigere, nella sua lirica. Questi scritti radunano certamente liberi esercizi di alta prosa, autentici petits poèmes en prose nei quali è palese l'intento di ricongiungere al calendario storico dei """"giorni"""" quelle """"opere"""" tanto care al Faust goethiano ma che Jean Paul, riscoperto proprio da George, aveva definito 'remoti astri della notte'. Essi costituiscono, in fondo, un controaltare a quella 'prosa che uccide l'anima' che, secondo Lukàcs, è per il poeta la realtà sociale del suo tempo."""" (dallo scritto di Giulio Schiavarli)" -
Thomas Bernhard: un incontro. Conversazioni con Krista Fleischmann
Thomas Bernhard, maestro e ""artista dell'esagerazione"""", è stato anche un maestro nella difficile arte dell'intervista, riuscendo così a costruire sapientemente in vita il proprio mito. Straordinario documento di un incontro umano e professionale, le conversazioni del grande scrittore austriaco con la giornalista televisiva Krista Fleischmann rivelano un gusto beffardo della provocazione, un piacere istrionesco della parola, un impeto immaginativo superiore ad ogni argomentazione razionale. In questo gioco con la verità e la menzogna - ma in fondo, sosteneva Bernhard, ciò che conta è """"il contenuto di verità della menzogna"""" - l'autore si cimenta in prima persona con quell'arte barocca e musicale del parlando monologico che caratterizza i personaggi della sua narrativa."" -
Artemisia
"Per quante forme, per quanti modi diversi possa esprimersi il dolore di una intattezza violata, Artemisia me lo fa intendere in quest'aria di sacrificio e di pericolo che fomenta, con i rimpianti di tutti, il suo rimpianto di risuscitata invano. La nostra povera libertà si lega all'umile libertà di una vergine che nel milleseicentoundici non ha se non quella del proprio corpo integro e non può capacitarsi in eterno di averla perduta. Per tutta la vita essa si adoprò a sostituirla con un'altra, più alta e più forte, ma il rimpianto di quell'unica restò: mi pareva, con quei fogli scritti, d'averlo quietato. Ora ritorna più intenso che mai, con un moto di relitto che appare e dispare sull'onda che lo porta, e, a momenti, sembra che l'acqua limpida l'abbia digerito. Scottata mille volte al bruciore dell'offesa, mille volte Artemisia si fa indietro e prende fiato per lanciarsi di nuovo nel fuoco. Così usava un tempo, così usa oggi con me"""". Con uno scritto di Attilio Bertolucci." -
Cronache della mia vita
"Col presente libro mi propongo di fissare alcuni ricordi che si riferiscono a varie epoche della mia vita. Mi auguro di attirare in tal modo l'attenzione di coloro che nutrono interesse per la mia musica e per la mia persona. Sarà dunque non tanto una biografia, quanto un semplice racconto nel quale avvenimenti importanti prenderanno posto accanto a fatti di scarso rilievo; ma gli uni e gli altri hanno per me un certo significato e voglio riferirli facendo appello alla mia memoria. Non potrò naturalmente limitarmi a una nuda esposizione dei fatti. Evocando i miei ricordi dovrò necessariamente parlare delle mie opinioni, dei miei gusti, delle mie preferenze e dei miei odi. Ma so fin troppo bene quanto tali sentimenti mutino con il trascorrere del tempo. Per questo mi guarderò bene dal confondere le reazioni di oggi con quelle provate nelle diverse epoche della mia vita. Altre ragioni ancora mi spingono a scrivere questo libro. In numerose interviste da me concesse, i miei pensieri e le mie parole, e persino certi fatti, sono stati spesso snaturati al punto di divenire assolutamente irriconoscibili. Oggi mi accingo a questo lavoro con il proposito di presentare al lettore la mia vera immagine e dissipare tutti i malintesi che sono sorti attorno alla mia opera e alla mia persona."""" Con uno scritto di Pierre Boulez." -
Vita non romanzata di Dino Campana
Pubblicato nel 1938, ""Vita non romanzata di Dino Campana"""", dello psichiatra Carlo Pariani, che qui si propone con una ricca appendice di lettere e di testimonianze, è un documento utile per la conoscenza di uno dei più grandi poeti italiani del Novecento. Pariani incontrò Campana nel manicomio di Castel Pulci dove il poeta, lì ricoverato da anni, ebbe con lui una serie di colloqui tra la fine del 1926 e l'aprile del 1930. La loro trascrizione costituisce la parte centrale del libro, che l'autore concepì come uno studio dell'influenza della psicopatia sull'""""ingegno e il carattere"""" del poeta. Negli anni successivi alla sua pubblicazione, i materiali contenuti nella Vita non romanzata furono utilizzati dagli studiosi secondo due direzioni ben distinte: o per studiare la personalità e la vita di Campana, o per individuare le occasioni e i momenti di nascita di alcuni testi dei Canti Orfici. Troppo scarso rilievo, invece, è stato dato a quelle parti dei colloqui in cui esplode il discorso """"folle"""" di Campana. Una lettura libera e completa delle pagine di Pariani porterà invece a riconoscere, proprio nella compresenza e nell'intersecarsi di oscurità e chiarezza, di ragionevolezza e follia, il più impressionante valore documentario del libro e la sua più intensa carica di suggestione e di senso."" -
Degas danza disegno
"Come accade che un lettore un po' distratto muova la matita sui margini d'un libro e tracci, a capriccio della punta e dell'assenza, piccole figure o vaghe ramificazioni di contro alle masse leggibili, così farò io, guidato dall'estro, tutt'intorno a questi studi di Edgar Degas. Accompagnerò le immagini di poco testo che non si possa leggere, o non leggere d'un fiato, e che non abbia coi disegni se non i legami più lenti e i rapporti meno stretti. Insomma, non sarà che una sorta di monologo, in cui riaffioreranno a loro piacimento i miei ricordi e le diverse idee che mi sono fatto di un personaggio singolare, grande e severo artista, essenzialmente volitivo, d'intelletto raro, vivo, sottile, inquieto; che nascondeva sotto l'assolutezza delle opinioni e il rigore dei giudizi non so qual dubbio su di sé, non so quale disperazione di esser soddisfatto: sentimenti amarissimi e nobilissimi, suscitati in lui dalla raffinata conoscenza dei maestri, dalla cupidigia dei segreti che attribuiva loro e dalla presenza perpetua, nella sua mente, delle loro contraddittorie perfezioni. Nell'arte egli non vedeva che problemi d'una certa matematica più raffinata dell'altra, che nessuno ha saputo rendere esplicita e di cui ben pochi possono sospettare l'esistenza. Parlava volentieri d'arte sapiente; diceva che un quadro è il risultato di una serie d'operazioni... Degas rifiutava la facilità, come rifiutava tutto quello che non fosse l'unico oggetto dei suoi pensieri.""""" -
L' antisemitismo. Riflessioni sulla questione ebraica
"Non ci sarà un francese libero sin quando gli ebrei non godranno la pienezza dei loro diritti, non un francese vivrà in sicurezza sin quando un ebreo, in Francia e nel mondo intero, dovrà temere per la propria esistenza"""". Con in appendice gli scritti di Franco Fortini, Bernard-Henry Lévy e François Collin." -
L' Imam nascosto
"L'avventura spirituale che ci è narrata in queste pagine da Henry Corbin, fra i tanti segreti accanto ai quali ci fa sostare, uno ce ne sussurra, dei più preziosi. Si riferisce al tempo. Noi leggiamo queste storie meravigliose, entro le quali si cullano i sogni della coscienza che si desta alla conoscenza, e subito ci avvediamo che esse non sono l'opera di un arbitrio del fantasticare puro, che i contorni della fantasia che le genera non sono quelli, molli ed evanescenti, del rammemorare mitico. Perché la libertà e l'incanto di ciò che qui si narra sono inscritti, piuttosto, entro le linee ferme e intransigenti di una dottrina, anzi di una religione. Ma al tempo stesso, la ferma sobrietà che, sotterraneamente e senza sforzo, disciplina il rigoglio dell'ispirazione, è come non avesse peso, come si liberasse leggera al di sopra di qualsiasi greve storica puntualità. Gli eventi che si raccontano sono determinati e precisi, hanno un rilievo, non sono fantasmi irreali; il loro profilo, però, è quello immateriale, benché obiettivo, di un viso in uno specchio, di un 'raggio di luce che attraversa una vetrata'."""" (Dallo scritto di Gianni Carchia)" -
Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi
Nel 1880 Antonio Ranieri pubblicò ""Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi"""", rompendo dopo mezzo secolo """"il più religioso silenzio"""" in polemica con scritti fra i più """"indiscreti"""" e """"infausti"""" che cercavano di sminuire il suo """"apostolato"""" e """"l'ineffabile olocausto"""" di sua sorella Paolina al servizio del poeta. Il racconto di quegli anni è in parte una interminabile litania dei """"più grandi sacrifizii"""" che """"due mortali possano fare per un altro"""". Leopardi è lodato in modo generico mentre abbondano le notizie sui suoi """"gravi ed irreparabili disordini fisici e morali"""", dei """"più incredibili eccessi"""". Nonostante i molti """"falsi"""" e l'abitudine di non riferire nemmeno una frase del poeta, la presenza di Leopardi finisce per ammantare di prestigio l'operetta. Con un'introduzione di Giulio Cattaneo e uno scritto di Alberto Arbasino."" -
I pittori cubisti. Meditazioni estetiche
"È ad Apollinare che spetterà il posto più eminente fra i critici del cubismo, e il libro che presentiamo al pubblico italiano ne è la più limpida testimonianza. Del tutto consapevoli che non tutte le affermazioni dello scrittore trovarono conferma negli sviluppi successivi della tendenza propugnata, crediamo opportuno pubblicarlo nella sua integrità originaria, come documento di un'epoca ricca di esperienze e di vive passioni. [...] Il poeta dimostra infatti, col linguaggio che gli è proprio, che a due bisogni risponde l'arte figurativa moderna: il primo consiste nel sottomettere la natura alle virtù plastiche, alla purezza e all'unità; il secondo vuole che la pittura sia riportata in una realtà indipendente dal fenomeno visivo naturalistico. A questo si aggiunga che il cubismo si dichiarò subito contro le incontrollate passioni ed ogni ideologia romantica volendo che la fantasia dell'artista fosse dedotta con consapevole coscienza. All'empirismo artistico Apollinare oppone lo spirito creatore di una dialettica che tende a continuare la grande linea classica senza il concorso delle vecchie abusate formule."""" (Dallo scritto di Carlo Carrà)"