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La colomba di Apollo. La fondazione di Cuma e il ruolo del culto apollineo nella colonizzazione euboica d'Occidente
Il volume raccoglie gli atti del Convegno Internazionale (16 novembre 2020) organizzato nell'ambito delle attività scientifiche legate al progetto Dipartimento di Eccellenza 2018-2022 presso il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell'Università degli Studi della Campania ""L. Vanvitelli"""". Il titolo evoca l'immagine descritta in uno dei racconti sulla fondazione di Cuma (Velleio Patercolo 1, 4, l) in cui è il volo di una colomba, animale simbolo di Apollo, a indicare ai coloni calcidesi guidati da Ippocle e Megastene la strada che li condurrà a Cuma. L'esigenza di tornare a riflettere sulla fisionomia dell'Apollo cumano, anche a partire dai nuovi dati archeologici disponibili, si è unita alla necessità di allargare l'orizzonte spaziale e cronologico, coinvolgendo specialisti appartenenti a tradizioni disciplinari diverse, in modo da riesaminare la ricca documentazione linguistica, storica, letteraria, archeologica e storico-religiosa e riconsiderare così origini, tradizioni locali, riscritture e rivisitazioni del culto e del rito apollineo."" -
Cane sciolto. Avventure di un alpinista triestino
Triestino, nato nel 1955, segue la tradizione locale che vuole, per gli alpinisti, un'iniziazione speleologica. Dai dodici ai vent'anni la sua attività si svolge soprattutto in seno alla Commissione Grotte E. Boegan, nell'esplorazione di alcune delle più profonde cavità d'Italia. Poi, coniugando viaggi e alpinismo, effettua numerose spedizioni leggere, per lo più autogestite, sulle montagne del mondo. La professione di geologo, che svolge tuttora in vari paesi africani e sudamericani, gli permette di visitare territori incontaminati e di intrattenere rapporti di amicizia le popolazioni di quei continenti. -
Ci sfiorava il soffio delle valanghe
L'ultimo romanzo di Paleari descrive le avventure alpinistiche e sentimentali di Oreste, guida alpina e maestro di sci che non ha mai frequentato corsi né ottenuto diplomi. L'irruzione dell'amore per una giovane cliente nella sua vita di uomo di mezza età scatena una serie di avventure, a volte tragicomiche, a volte drammatiche, a volte grottesche, che sono l'occasione per una panoramica sul mondo dell'alpinismo moderno e sul mondo moderno tout court. -
Pan e Pera
Che cosa c'è dietro quel soprannome, Pan e Pera, con cui Ugo Manera è conosciuto nell'ambiente alpinistico torinese? Neppure lui, il destinatario, ha ricordi chiari. Sta di fatto che quel Pan e Pera, l'equivalente in dialetto piemontese di ""pane e pietra"""", fissa efficacemente la smodata passione di Manera per l'arrampicata e definisce le due anime di uno scalatore tra i più attivi del dopoguerra. Il pane Ugo fin da giovanissimo se lo guadagna in fabbrica, prima come operaio, poi con incarichi via via di maggior responsabilità. La pietra, quella delle montagne di molti angoli del pianeta, lo vede protagonista di innumerevoli salite, raccontate in questo volume."" -
La Terra parlante. Dai paesaggi originari ai non-luoghi alpestri
L'autore espone una serie di riflessioni sul significato che il paesaggio ha avuto storicamente nella cultura umana, prendendo in esame i paesaggi originari di acqua e roccia, di mare e montagna. Esamina la presenza nel territorio alpestre e costiero dei ""non-luoghi"""" - elementi artificiali del paesaggio senza relazione col paesaggio stesso - individuati come evoluzione del modo contemporaneo di """"produrre paesaggi"""". """"Nelle nuvole, dai vulcani, nelle radure dei boschi, su spiagge affollate o su nevai solitari che si fondono, la voce della Terra parlante assume toni e sfumature molteplici, ma c'è sempre, e ci invita sempre ad attivare un senso ulteriore, l'unico che ci permette di comprenderne i messaggi per trasformarli in forme vitali umane."" -
Cime di guerra. Il Gasherbrum IV nel conflitto tra India e Pakistan
Nella primavera-estate del 2002, sei alpinisti svizzeri e uno italiano tentano la salita della cresta nord-est del Gasherbrum IV, con l'intento di ricalcare le orme della spedizione italiana che nel 1958 portò Walter Bonatti e Carlo Mauri a salire per primi quella vetta di 7929 metri. Nel massiccio montuoso dominato dal K2 e, dopo l'11 settembre 2001, disertato dagli alpinisti, il gruppo vive il controsenso di un'avventura progettata nel posto sbagliato nel momento meno opportuno, proprio quando il conflitto tra India e Pakistan, che si sta trascinando ormai da anni, è giunto sull'orlo di una guerra nucleare. -
Un balilla partigiano
Nei giorni tragici e convulsi dopo l'8 settembre, un ex balilla raggiunge i famosi ""ribelli"""" sulle montagne della Valle di Susa e diventa partigiano. Il 18 aprile 1945 durante un rastrellamento viene catturato, incarcerato a Susa e condannato a morte. Lo salva il 25 aprile, la Liberazione, ma appena liberato scopre che nel frattempo la sua 114 brigata Garibaldi è stata attaccata in forze e che sono morti sedici compagni, tra cui il suo amico Giuseppe. Perché mai un massacro così organizzato e spietato a pochi giorni dalla fine della guerra? A sessant'anni dai fatti, l'ex partigiano torna sul posto, rintraccia e interroga i superstiti per chiarire l'atroce fatto di sangue. Dalla sua inchiesta riaffiora una storia vera, asciutta e drammatica."" -
Alpi liguri primo amore
Prendete un uomo molto giovane. Inoculategli un virus di montagna maligno e tenace. Quando il giovane si ammalerà d'amore per i monti di casa sua, esiliatelo per vent'anni in un paese grigio, piatto, senza vento, senza polvere, senza sole e senza luna. Lì verrà amputato della terza dimensione e costretto a vedere e a pensare orizzontale. Applicategli poi un supplemento di pena da scontare in paesi ancora più lontani, su continenti remoti. In tutto saranno trentacinque lunghissimi anni durante i quali il mondo sfilerà davanti alle sue montagne oscurandole tutte. È accaduto a Silvano Gregoli, sopravvissuto grazie all'ostinata scrittura di storie di montagna: piccole perle di autodifesa nate in momenti di acuta nostalgia. -
L' oro del deserto. Cercatori di meteoriti nel Sahara
Andare a caccia di meteoriti è come cercare un ago nel pagliaio, e se questo pagliaio è l'immenso deserto della Libia le speranze di trovarne sono ancora più esigue. In aggiunta all'incertezza del successo e alle difficoltà materiali, vi è anche il rischio di essere arrestati, oppure derubati, perché i frammenti di corpi celesti caduti sul nostro pianeta hanno un valore venale altissimo. Françoise e Michel Franco partono perciò in tutta segretezza. Soli per intere settimane, lontani dagli uomini, percorrono chilometri e chilometri di hammada sassosa esplorando il terreno metro per metro alla ricerca delle pietre cadute dal cielo, addentrandosi sempre più in un'avventura straordinaria attraverso lo spazio e il tempo. -
Vietato volare
"Corde legate direttamente ai fianchi, che se volavi potevi romperti le costole, ma se andava male crepavi; pareti di cinquecento metri dove se trovavi due chiodi in tutto potevi dirti fortunato, se no pazienza; un paio di moschettoni appesi alla cintura, un martello in tasca e via pedalare; uno zaino di tela verde, dentro il quale la cosa più importante da infilare era una buona dose di coraggio"""". In condizioni del genere - rievoca l'autore - """"la sola regola che (forse) ci avrebbe consentito di arrivare alla pensione era quella di non cadere mai. Gli alpinisti dicono """"non volare"""""""". Questo è anche il criterio che ha ispirato il titolo del volume e funge da chiave alle avventure autobiografiche di Paolo Bizzarro." -
Gli ultimi tre problemi delle Alpi
Le Nord del Cervino, delle Grandes Jorasses e dell'Eiger, tetre e smisurate, sono gli obiettivi chiave su cui si concentra l'alpinismo degli anni trenta. L'idea degli ""ultimi tre problemi"""" nasce tra gli arrampicatori bavaresi della Scuola di Monaco e nella cerchia dei colleghi austriaci che, dalla metà degli anni venti, sperimentano la nuova scala delle difficoltà in sei gradi sulle pareti del Kaisergebirge, del Karwendel e delle Dolomiti. In questo clima di strenua competizione si fa le ossa la giovane guida Heckmair. Traversando le Alpi in bicicletta, insegue da un anno all'altro l'obiettivo delle Jorasses. Quando sfuma, si getta sulla Nord dell'Eiger e, nel 1938, dopo anni di assedio costati la vita a ben nove alpinisti, riesce infine a """"risolvere il problema""""."" -
Enigma Cerro Torre
Un'ascensione straordinaria e tragica sulla montagna più bella e difficile del mondo. Un'impresa diventata il più intricato e appassionante giallo della storia dell'alpinismo. L'anno è il 1959. La cima è il Cerro Torre, 3128 metri, il simbolo della Patagonia. La parete è la Nord, che per quasi mezzo secolo ha resistito a ogni altro assalto. Lassù è morto l'austriaco Toni Egger, e la scarica di ghiaccio e neve che lo ha spazzato via durante la discesa ha sepolto anche la documentazione fotografica dell'ascensione. Il suo compagno di cordata, Cesare Maestri, è sopravvissuto, ma a sua volta è stato poi travolto da una valanga: quella dei dubbi e dei sospetti. I due alpinisti sono davvero arrivati in vetta? La domanda è ancora senza risposta certa. Questo libro-inchiesta esplora l'enigma dando per la prima volta voce a tutti i salitori del Grido di Pietra coinvolti. -
La mia Cuba
Un padre avvocato di origine spagnola; una madre andalusa per metà ebrea; una balia haitiana che con i suoi racconti accende l'immaginazione del piccolo Eduardo; una folla di amici cattolici e marxisti che detestano Francisco Franco, che si accapigliano e si riconciliano, che sostengono Fidel Castro o che partono in esilio... La mia Cuba è l'autobiografia di Eduardo Manet, vulcanico e lucido intellettuale, compañero dei rivoluzionari, che dopo il Sessantotto sceglierà di trasferirsi in Francia, deluso dall'evoluzione del ""marxismo tropicale"""". Ma è anche il ritratto di un'epoca e di un paese esuberanti - e soprattutto """"autentici"""" - ai quali non si può non guardare con nostalgia."" -
Frontiere di sabbia. Da Palermo a Samarcanda
In un viaggio attraverso le labili frontiere che uniscono più che separare l'Occidente dall'Oriente, l'autrice ripercorre luoghi che videro nascere e scomparire civiltà, fiorire arti e progredire la scienza ereditata dal passato. Terre ricche di miti e di storia che assistettero a scontri fra nazioni e culture e che, più spesso, accolsero popoli con fedi e usanze diverse, testimoniando la possibilità della convivenza e l'arricchimento materiale e spirituale che ne derivava. -
Il solitario dei Poli
Il Solitario dei Poli raccoglie il racconto dei due exploit, compiuti nel 1997 in Antartide, passando per il Polo Sud, e del 2001 in Artide, toccando il Polo Nord. Nel rievocare fatiche, ansie, timori e lo spaesamento della solitudine, il protagonista svela la motivazione che, al di là della breve gloria di un primato e della pur grande soddisfazione di aver superato prove al limite delle possibilità fisiche e psicologiche, lo ha spinto a queste imprese apparentemente irrazionali: una passione infinita. -
In vetta a occhi chiusi. Autobiografia di un alpinista cieco
Erik ha pochi mesi quando i genitori scoprono che i suoi occhi si muovono in modo strano. A tre anni, dopo mille visite e consulti, la diagnosi di un luminare di Boston è una mazzata: retinoschisi, progressivo distacco di entrambe le retine. Presto sarà completamente cieco. E così accade. Occhiali spessi e uno speciale monocolo gli permettono per qualche anno una vita quasi normale. Ma al liceo Erik deve rassegnarsi a camminare con il bastone bianco, a reimparare a leggere, questa volta il Braille, a muoversi con un cane guida. Eppure non si perde d'animo. Scoperta l'arrampicata, mentre prosegue gli studi, si laurea, comincia a insegnare e si sposa; realizza anche scalate incredibili, che farebbero felice ogni alpinista dalla vista buona: McKinley, Aconcagua, Kilimangiaro, addirittura l'Everest e i mille metri di granito del Capitan. La sua autobiografia fonde appassionanti vicende sportive in una storia intensamente umana. -
Il giorno dell'astragalo
Forse non tutti sanno che l'astragalo è un ossicino del piede. Un piccolo osso bastardo che se non funziona, o peggio, se si rompe, sono dolori seri perché si rischia di restare zoppi. Avete già capito che a quell'ossicino è successo qualcosa, probabilmente qualcosa di spiacevole. Per saperne di più bisogna leggere questo nuovo libro di Alberto Paleari, guida alpina che ama raccontare storie, naturalmente autobiografiche, e pubblicare articoli anticonformisti sulle riviste specializzate. Questo nuovo libro che contiene una dozzina di racconti rievoca episodi, vicende e personaggi che ridestano questioni per nulla scanzonate che appartengono alla professione di guida alpina, ma anche alla nostra condizione umana. Come altri mestieri, e certo più dei mestieri ""normali"""", quello della guida di alta montagna può cogliere l'intensità della vita e il limite della morte."" -
Il marinaio nella neve. Jack London e il Grande Nord
Un viaggio nel viaggio di un altro viaggio. Nel 1897 Jack London lasciò San Francisco per l'Alaska sulla scia della febbre dell'oro scoppiata in quegli anni. Tra mille peripezie raggiunse il Klondike, e proseguì al di là delle montagne, fino a Dawson City in Canada e lungo il fiume Yukon. Non trovò l'oro che cercava ma riportò a casa qualcosa di più prezioso: la messe di osservazioni e di ricordi che trasformò poi nei suoi racconti più famosi. A Dawson City il giornalista Dick North, partito dalla California sulle tracce di Jack London, rimase per oltre vent'anni dopo aver rintracciato i luoghi da lui descritti e aver identificato la capanna di tronchi dove Jack aveva trascorso un intero inverno.In questo libro North ricostruisce l'avventura di London collocandola in un mosaico che ricrea il sapore di epopee e di terre lontane. L'edizione italiana è curata da un altro appassionato conoscitore di London e del Grande Nord, Davide Sapienza, che nel 2006 ha ripercorso le tracce di North e di London nello Yukon. Con un saggio inedito di Jack London sulla corsa all'oro. -
La valle di ognidove
La Valle di Ognidove, è un romanzo- viaggio che si snoda lungo sette tappe, scandite da sette formazioni rocciose solitarie chiamate ""nunatak"""" fino alla meta incognita di Ognidove. Sono sette capitoli nei quali il protagonista, Ishmael, percorre territori reali (il grande nord europeo e i ghiacci del Canada artico, le Alpi dove vive l'autore), territori immaginari e territori culturali (la storia della prima guerra mondiale sulle Alpi italiane, la storia di Gesù). Giunti alla meta, si chiude il libro ma si aprono le porte di accesso alla Valle di Ognidove, che è anche il punto di partenza per un nuovo viaggio al quale può unirsi il lettore, perché Ognidove è un luogo che appartiene a Ogniuomo e che ciascuno può visualizzare secondo l'immagine dei propri territori - che conosce o che si figura - nei quali colloca ciò che la lettura del libro gli ha suggerito. A questo secondo viaggio condurrà l'autore con uno stratagemma che collega la parola stampata alle immagini e a nuove parole e a nuovi percorsi che verranno resi accessibili tramite un sito Internet dedicato a questo libro e segneranno un nuovo modo per avvicinarsi al viaggio e alla riscoperta della natura."" -
Prigioniero dell'Annapurna
È il 1992. Jean-Christophe Lafaille, dopo gli exploit sportivi messi a segno sulle Alpi, è alla sua prima spedizione himalayana, portato dal fortissimo connazionale Pierre Béghin a quella che sarebbe diventata una vera vocazione all'alta quota. I due francesi tentano l'Annapurna per una via nuova. Ma a 7000 metri, costretti a ripiegare nella bufera, Béghin cade per la rottura di una protezione. Inizia così per Lafaille un'epica marcia verso la salvezza. Nonché una ""storia privata"""" con l'Annapurna, allo scopo di poter un giorno mettere piede sulla sua cima. Il che accade esattamente dieci anni dopo, il 15 maggio 2002. Il libro racconta l'avvincente relazione tra un uomo e una montagna. La faticosa ripresa, fisica e psicologica, dopo la morte del compagno e la propria sopravvivenza strappata con i denti, i difficili rapporti con l'ambiente alpinistico, i tentativi a vuoto delle spedizioni successive, la volontà incrollabile di ritrovare se stesso attraverso il compimento di un'ascensione. Jean-Christophe Lafaille scomparirà il 27 gennaio 2006 sul Makalu, suo dodicesimo ottomila, scalato in solitaria.""