Sfoglia il Catalogo feltrinelli028
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 4481-4500 di 10000 Articoli:
-
Beirut. Day 41. Ediz. italiana e inglese
Il progetto che ha dato origine a questo libro è, a sua volta, figlio di molti incontri. Sacred Catastrophe: Healing Lebanon, mostra di Zena el Khalil, è stata creata con relazioni, narrazioni e strategie di vita. Hopefulmonster ha raccolto queste esperienze, queste storie e un gran numero di contributi per andare oltre i 40 giorni di conferenze e workshop, per creare una proposta aperta, circolare e inclusiva. Qualcosa per proseguire con altri incontri, lavori e relazioni. -
Stanze-Qolalka. Ediz. bilingue
Stanze narra otto anni di percorso creativo del duo di artisti e registi Gianluca e Massimiliano De Serio che, recentemente, hanno presentato Spaccapietre, unico titolo italiano in concorso alle Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia 2020. Un vissuto denso di progetti teatrali, poetici e cinematografici dedicato alla terra somala e alla critica del passato coloniale del nostro Paese, mettendo in relazione vecchie e nuove sopraffazioni. Materiali di archivio e immagini completano il volume, al fine di ripercorrere l'intero processo creativo. Il volume include, tra gli altri, un contributo di Andrea Del Boca e saggi storici di Luca Ciabarri e Gabriele Proglio. -
1994
In una ""notte nazionale"""", uomini e ragazzi si muovono circospetti, come ombre in cerca di salvezza, sicuri - però - di non poter sopravvivere a un destino tragico, fatto di colpi di pistola, esecuzioni, assassini. È la notte che l'Algeria ha vissuto per tutti gli anni Novanta, travolta da una guerra civile tra le più cruente. In una città, Algeri, descritta nei minimi dettagli, Adlène Meddi fa muovere i ragazzi, gli alter ego della sua generazione, protagonisti di 1994, l'ultimo poliziesco dello scrittore algerino."" -
Push the limits. Ediz. italiana e inglese
«Il ruolo dell'arte e della cultura è sempre più cardine e carico di responsabilità. È un motore per poter ripristinare il giusto equilibrio tra tempo e spazio. Venisse a mancare cadrebbero i presupposti dell'autodeterminazione. L'obiettivo a cui ambire ora è quello di far sentire il peso della propria sovranità, e tenere alta l'attenzione del pensiero critico. Sentiamo sempre più decisa l'esigenza di lasciare da parte personalismi, autoincensamenti, provocazioni arbitrarie ma, diversamente e con serietà, cercare di dar vita e visibilità a quell'arte capace di guardare il mondo su più piani e direzioni, aiutandoci affondando le mani a scavare nella contemporaneità. Per questa mostra abbiamo cercato l'arte che si pone sui limiti per immettere nuove prospettive immaginando uno spazio fisico e mentale che già abbia in sé ii superamento di se stesso. Uno spazio molteplice dove il tutto sia un intreccio di dettagli. Dove le opere siano domande e risposte che si incontrano tra loro. Push the Limits è un disegno poliedrico, è un progetto corale, vi si può scrivere una molteplicità di preamboli e conclusioni scorgendoli in ogni dove. È una narrazione giocata su un doppio binario, quello individuale e quello di un insieme con sovrapposizioni, rimandi, il concetto espositivo vuol essere superato anche tramite la suggerita partecipazione del visitatore. È una mostra che respira, ogni opera si alimenta dell'aria emanata dalle altre. Push the Limits è un crescendo d'immagini e di rimandi, è una partitura di parole, di gesti, di suoni... urlati o sussurrati. Sono l'arte del sognare in Shirin Neshat e in Fiona Tan, le pungenti inquietudini di Sophie Calle e di Mona Hatoum; sono le parole delle opere di Barbara Kruger, Rosa Barba, Shilpa Gupta, Emily Jacir e di Sue Williamson che si incrociano con la Storia in quelle di Carrie Mae Weems, Bouchra Khalili, Jenny Holzer; è la brama costruttiva di Maria Papadimitriou e di Chiharu Shiota a confronto con l'ordine e il disordine di Katharina Grosse, di Cinthia Marcelle e di Pamela Rosenkranz. E infine è l'ostinazione silenziosa, determinata e insofferente a ruoli e sistemi di Marisa Merz che di questo progetto è l'ospite. È una polifonia di segni ed esperienze la cui immaginazione ci parla della capacità di far transitare sulle soglie del pensiero tutte quelle realtà che sono ""oltre"""".» (Beatrice Merz)"" -
Il leone e l'usignolo. Un viaggio attraverso la Turchia moderna
La Turchia, terra divisa tra Oriente e Occidente, appare sospesa tra il suo glorioso passato e un futuro pericoloso e imprevedibile. Dopo il tentato colpo di stato militare contro il presidente Erdo?an nel 2016, un evento che ha scioccato il mondo, il giornalista e romanziere Kaya Genç viaggia alla ricerca dei luoghi e delle persone che racchiudono in sé i contrasti del ricco passato del suo Paese. Mentre attentatori suicidi attaccano Istanbul, e giornalisti e insegnanti vengono imprigionati, Genç cammina per le strade dei quartieri ottomani, raccontando le storie di ordinari cittadini turchi che vivono i conflitti dell'Anatolia. Il leone e l'usignolo, intrecciando memorie, interviste e l'autobiografia dell'autore, è un viaggio contemporaneo attraverso l'anima di un Paese la cui storia è stata divisa tra violenza e bellezza, tra il ruggito dei leoni e il canto degli usignoli. -
Non siete stati ancora sconfitti
Prima traduzione italiana degli scritti del blogger e attivista Alaa Abd el-Fattah, uno dei protagonisti della rivoluzione di piazza Tahrir del 2011. Il libro esce grazie a una rete internazionale di editor e giornalisti, alla famiglia dell’autore, ad Amnesty International che da anni segue il caso dello scrittore tuttora in carcere, ad ARCI e alla collaborazione con la casa editrice Fitzcarraldo di Londra lo pubblica contemporaneamente nella traduzione inglese. Un volume in grado di restituire la drammatica situazione dell'Egitto nelle cui carceri si stimano siano reclusi oltre 60.000 detenuti politici e di coscienza, sottoposti a torture, esecuzioni capitali, ingiusto processo e lunghi periodi di detenzione preventiva, in palese violazione dei diritti umani e civili. -
Le ceneri della fenice e altri racconti
Il mondo di Ubah Cristina Ali Farah si dipana in uno spazio complesso e chiaramente contemporaneo, segnato però da profondissimi richiami a una sapienza antica e da una dimensione spesso, ma non sempre, onirica. La prima raccolta di racconti pubblicata in Italia comprende l'intero percorso letterario della scrittrice. -
Mineur Mineur. Bertille Bak. Ediz. italiana, francese, inglese
Il volume documenta il progetto Mineur Mineur concepito per la mostra allestita alla Fondazione Merz, curata da Caroline Bourgeois, dell'artista Bertille Bak vincitrice della terza edizione del Mario Merz Prize. L'artista esprime un'arte di relazione rivolta a comunità di persone più o meno consapevoli delle loro caratteristiche identitarie e a minoranze spesso dimenticate o represse. Lo stesso titolo della mostra si rifà alla video installazione Mineur Mineur (""minatore minorenne""""), che affronta il tema del lavoro minorile che ancora oggi priva dell'infanzia, della dignità e della salute circa 152 milioni di bambini nel mondo. Attraverso un linguaggio da favola che ricorre all'artificio, Bak offre una verità contemporanea fatta di destini tragici, un racconto sociale che diventa una sorta di archivio della memoria che intreccia la vita delle persone incontrate con la produzione di una nuova immaginazione comune. Il volume documenta la genesi e lo sviluppo della mostra, e include, oltre al testo introduttivo della curatrice, una sua un'ampia conversazione con l'artista e altri scritti provenienti da ambiti disciplinari diversi che raccolgono spunti di riflessione su un tema sociale così importante e urgente e sul percorso artistico di Bertille Bak. Testi di Caroline Bourgeois, Jacopo Chessa, Mohamed El Khatib, conversazione tra Caroline Bourgeois e Bertille Bak."" -
Più grande di noi. Confessioni di un pescatore a mosca
Questo racconto autobiografico ci accompagna lungo mezzo secolo di una passione divorante, che nasce comprando una cannetta di bambù in una cartoleria e porta il protagonista al traguardo della pesca a mosca, l'unica tecnica che vanta una cultura e una tradizione plurisecolare, anche letteraria. Un'evoluzione personale e spirituale descritta con intensità trascinante, ma sempre con garbo e ironia, che regala al lettore visioni impensate, interrogativi etici assoluti, scatti narrativi da fuoriclasse. E, più di ogni altra cosa, riapre un orizzonte perduto: che la vita sia possibile anche oggi, a dispetto di tutto, nell'abbraccio della natura. Montanari, amatissimo maestro di scrittura, è un pescatore, come sono stati Thoreau, Maupassant, Hemingway, Chesterton, Carver e altri grandi. -
Tutte le camere d'albergo del mondo
L' autore, Gherardo Bortolotti, scrittore tanto raffinato quanto schivo, riesce in questa composizione geometricamente perfetta e sentimentalmente profondissima a far fiorire dal semplice uso delle occasioni contingenti, dei punti di inciampo del caso, mondi ipotetici straordinari, ultraromanzi appena abbozzati, divagazioni che repentinamente come fossero dei cobra pungono all'improvviso dritto nella vena. Bortolotti qui si ritaglia una zona d'azione compositiva che ramifica dal Calvino e dal Perec più complessi, che gli permette - dato il sopraffino scrittore che è - di riportare in queste pagine lo stupore e anche il tremito delle nostre vite fragili, insulse e mirabolanti. Siamo di fronte a un'ulteriore prova d'autore di questo nostro talento umilissimo e stratosferico. -
Mario Merz Prize. Ediz. italiana e inglese
Il piccolo libro/catalogo raccoglie le immagini delle opere facenti parte della mostra dei finalisti, allestita presso la Fondazione Merz di Torino dal 9 giugno al 25 settembre 2022, oltre alle biografie, in italiano e inglese, degli artisti e dei musicisti finalisti della Quarta Edizione del premio internazionale che la Fondazione Merz dedica alla figura e all’opera di Mario Merz cui è intitolata. -
Il taglio, l'innesto, il castello (The cut, the graft, the castle) di Domenico Mangano & Marieke van Rooy. Ediz. illustrata
Il libro racconta il progetto ""Il taglio, l'innesto, il castello"""" degli artisti Domenico Mangano & Marieke van Rooy. Si tratta di un'operazione partecipativa concepita con la finalità di coinvolgere la comunità e l'ambiente naturale, interessando sia la sfera ecologica che sociale. Origine della ricerca è un esperimento artistico nella lavorazione della ceramica, ottenuto attraverso l'innesto con la manna, una resina estratta dall'intaglio del tronco degli alberi di frassino, tipici delle Madonie. Il titolo si riferisce alla ferita da cui fluisce la manna, una sorta di incisione cicatrizzante che genera nuova linfa e nuove forme, se innestata in un'altra materia. Gli artisti hanno adottato un processo di ricerca sperimentale condotto durante la residenza artistica all'interno del trecentesco Castello dei Ventimiglia, sede del Museo Civico di Castelbuono, archetipo architettonico di residenza nobiliare, poi trasformato in istituzione civica, destinata ad accogliere l'attività culturale per la comunità e per il pubblico."" -
Binari
«I brevi, secchi capitoli di questo romanzo ci portano con spietatezza in una tragedia senza via d'uscita, vale a dire la scena in cui la persona suicida attende l'impatto. Il trauma persistente però è quello del conducente del treno, che nulla può contro l'approssimarsi ineludibile dello schianto, a dispetto di tutti i tentativi previsti dal protocollo d'intervento. La vita perduta del suicida si insinua nella vita del conducente come un elemento annidato nel profondo. I capitoli lineari e crudi in cui si ingrana questa tragedia si alternano ad altri capitoli in cui vediamo il traumatizzato cercare di gestire, nella sua vita che invece si protrae, questo suo perturbamento che gli è calato nell'intimo». Postfazione di Dario Voltolini. -
L'archivio dei danni collaterali
Nameer, un giovane studioso iracheno che ha conseguito il dottorato ad Harvard, viene assunto da alcuni registi per documentare la devastazione dell'invasione dell'Iraq nel 2003. Durante un'escursione a Baghdad, Nameer si avventura in via al-Mutanabbi, famosa per le sue librerie, dove incontra Wadood, un eccentrico libraio che sta cercando di catalogare tutto ciò che è stato distrutto dalla guerra: da oggetti, edifici, libri e manoscritti, flora e fauna, a esseri umani. Nameer rimane ossessionato dall'archivio e dal progetto di Wadood e, ripensando alla sua vita a New York, scopre quanto sia profondamente intrecciata ai frammenti del passato e del presente della sua terra. Quasi un ""esercizio di paesaggio"""", stilisticamente ambizioso, tra i relitti della guerra e il potere della memoria."" -
Il tempo che rimane
Belma Goralija è andata via improvvisamente. Non ho avuto il tempo di incontrarla nella sua casa o al caffè, come avevo pensato. Neppure ho avuto il tempo di tornare a Sarajevo, dove viveva. Complice la pandemia che ha cancellato il biglietto aereo che avevo acquistato due anni fa. Ora rimpiango questo tempo perduto da parte mia e mi sconvolge il tempo vorace della natura umana, in cui scorrono i nostri giorni. Non potremo incontrarci, parlare, ascoltare. Non potrò più scrivere quello che avrei potuto scrivere. Allora io e chiunque altro può chiedere: che fare del tempo che rimane? Proprio quel tempo, il nostro tempo che ci rimane da vivere. Prima era il tempo di correre, di scrivere, ogni giorno. Di raccontare agli altri quello che la vita quotidiana dischiudeva. Oggi mi sembra il tempo di afferrare i ricordi di chi abbiamo incontrato, perché hanno qualcosa o forse tanto da insegnare. Questo verbo mi sembra bellissimo. Il tempo che rimane è attraversato dai loro volti, dalle loro storie, da quello che ci hanno insegnato. L’indice del libro saranno le lettere dei loro nomi. -
Stiratore di luce
Bodo vive con la mamma nei pressi del Lorettoberg ( Friburgo, in Brisgovia, Germania). Bodo e la mamma lavorano nella loro bottega: lavano, stirano. A Bodo piace stirare le camicie. Le federe, meno. Quando è possibile, prima di andare a dormire, si affaccia alla finestra e la brezza che scende dal Lorettoberg lo conforta. Bodo si addormenta malinconico e sereno. E’ un cuore semplice, ma ha degli entusiasmi a volte sconvolgenti, tenuti calmi farmacologicamente. Bodo ama la mamma. Bodo si innamora di una cliente. Quando questa, con la sua famiglia, tornerà nel suo paese poco oltre il vicino confine, in Francia, l’amore di Bodo prenderà possesso di tutto Bodo. Bodo è un personaggio meraviglioso, creato dall’arte di Franco Stelzer, maestro del racconto, penna che non scrive: tatua. Bodo è un regalo che Stelzer ci fa, è una presenza che non si dimentica. Il testo ha suoni e nervature mitteleuropee, un’anima che riecheggia letteratura non italiana, ma intarsiato con una lingua profondamente italiana, bella come un cristallo di neve. Un racconto la cui dose precisa e misurata di incanto rende la prosa e il suo ritmo capaci di dipingere una simile creatura, Bodo, aderendo alla sua delicata demenza con tutta la complessità e l’intelligenza della voce che la narra. Lo scrittore dimostra una sicurezza di mano estrema. La sua empatia verso la figura che sta inventando è totale, con una punta di durezza crudele che riguarda sì Bodo, ma soprattutto, esemplarmente attraverso lui, tutti quanti noi. Questa storia d’amore è un sussurro potente. Il dolore assoluto che gli corre dentro, però, arriva al traguardo solo per secondo, perché a vincere, sul filo di lana, è invece una misteriosa e inalienabile felicità. -
Ruzzoloni
Con la maturità stilistica e l’abilità di strutturare temporalmente la narrazione che hanno richiamato su di lei l’attenzione fin dal suo recente esordio, Francesca Zupin costruisce un racconto limpidissimo in perfetto equilibrio tra dolore e grazia. Ricomponendo in una sequenza caleidoscopica un quarantennio di vite, Zupin ci porge una storia di amori sottotraccia, di quasi amicizie, di morti silenziose, di relazioni disincantate: ma in verità l’incanto è tutto profondo ed è fatto di sentimenti e disillusioni potenti che si muovono sotto le vite dei personaggi come lontani, invincibili magneti. Il fulcro sta nel personaggio di Nina, una figura che resterà nelle meditazioni che saprà suscitare nei lettori e nei loro cuori. Zupin tratteggia con eleganza i luoghi che accolgono queste vicende piccole e intimamente grandissime, la città di mare, i suoi gentili e struggenti luoghi d’incontro, due balconi, una pasticceria, certi gradini. Con altrettanta finezza convoca luoghi lontani – Stati Uniti, Germania – con partenze, ritorni, una nave che salpa, lettere che arrivano. Il timbro sicuro della voce di questa scrittrice, una singolare miscela di sontuosità e di sobrietà, è una nuova e bella presenza nella nostra letteratura. -
Clic
Nel monologo “Clic”, dell’indimenticabile autore di “Codice”, la scena è accennatamente ospedaliera. Esiste, evocato da un mero nome, il che ne fa un personaggio assai potente, un certo dr. Dickmans. Il monologante parla apparentemente a ruota libera di temi e questioni varie, produce proprie riflessioni su di sé, sul mondo, sulla situazione che sta vivendo. Ma noi seguiamo questa voce con un’inquietudine crescente, poiché ci appare a ogni passo sempre più chiaro che l’andamento stesso del raccontare è il racconto, non ciò che la voce dice. Infatti la voce viene spesso interrotta da un segno/suono, cioè “clic”, che spezza il suo corso così come contemporaneamente spezza la nostra ricostruzione mentale della scena. Le continue fratture sono quindi tanto del monologante quanto del lettore/ascoltatore. Questo semplice ma geniale “clic” ci lega al monologante più di qualunque altra trovata empatica, o narrativa, o visiva, o esperienziale. -
Costruire il suono. Manuale pratico per musicisti e sound engineers. Vol. 1
Opera sviluppata in tre volumi separati. ""Costruire il suono"""" si propone come un manuale essenzialmente pratico per quanti, musicisti o sound engineers, vogliano conoscere le tecniche e le tecnologie relative a tutte le fasi della catena audio. Lo stile adoperato nei testi è volutamente discorsivo e semplice e deriva dalla esperienza didattica dell'autore in corsi specializzati sulla ripresa microfonica."" -
Costruire il suono. Manuale pratico per musicisti e sound engineers. Vol. 2
Questo volume è quasi interamente organizzato in forma di schede tecniche e fornisce le indicazioni relative a tutte le fasi della ripresa, con numerosi esempi di ripresa di musica leggera live e musica classica, con commenti, illustrazioni e spiegazioni. Le schede contengono, per ogni configurazione, un mini progetto di esecuzione, dal microfono da utilizzare alla posizione dei monitor spia al mixer. Vengono inoltre illustrati i vari modi di disporre i microfoni per riprendere gli strumenti musicali e le modalita di intervento per tutte le fasi della ripresa (pre-amplificazione microfonica, equalizzazione, compressione, noise gate e processori per effetti).