Sfoglia il Catalogo feltrinelli028
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 4781-4800 di 10000 Articoli:
-
L' amico nascosto
«Antonio era restio a raccontare di sé, a farsi conoscere. E proprio per questo ho ritenuto che, oltre all'esposizione dei suoi disegni e alla proiezione del documentario ""Bergamo"""", fosse doveroso da parte mia raccogliere e valorizzare quanto ci ha lasciato sia in campo artistico che culturale al fine di far conoscere i diversi aspetti della sua personalità, il suo vissuto e l'amore per la sua Bergamo. (Frumento Cembran) Pochi sapevano che Cembran era uno della dolce vita di Cortina d'Ampezzo, uno che era in ottimi rapporti con Gianni Agnelli e Indro Montanelli, che era un pupillo della mamma di Sofia Loren. Questo libro è nato per lasciare almeno intuire la personalità di un uomo particolare, che ha vissuto un'esistenza in buona parte fuori dall'ordinario.» (Aresi). «Orientarsi tra i temi non è facile, bisogna dotarsi di una lente analogica, che lo stesso Cembran ci fornisce spesso nascosta in una parola, un segno, una ripetizione errata all'angolo del foglio. Non è una mostra """"normale"""", ma un catalogo di pensieri liberi, da consultare, un laboratorio linguistico e di immagini che stanno in equilibrio tra luoghi comuni ribaltati ad uso dello spettatore.» (Pizzigoni)"" -
Sii forte!
"Mi chiamo Gloria Ingihan Ferri, le mie origini sono bulgare. Ho scelto di scrivere la mia storia, una storia di adozione, perché il vissuto di una persona può essere di aiuto ad altre. Credo che ognuno, durante la sua vita, abbia avuto degli insegnamenti e delle esperienze che lo hanno trasformato e che possono illuminare chi si trova in situazioni analoghe.""""" -
In viaggio a Bergamo, torri e terrazze-Discovering Bergamo, towers and terraces
Facciamo parte della generazione che ha visto il professor Keating esortare i propri studenti a salire in piedi sul banco di scuola, per guardare la realtà da angolazioni diverse. Abbiamo la fortuna di vivere in una città nata e cresciuta sui colli, contornata da mura, lungo cui poter passeggiare e ricca di punti panoramici strepitosi. Ecco perché siamo salite in alto e abbiamo riletto il luogo in cui viviamo da un diverso punto di vista: dalle torri e dalle terrazze di Bergamo. Da quassù ti inviteremo a osservare la doppia città da prospettive nuove: ti insegneremo a rallentare per concederti il tempo necessario per scoprire dettagli, forme, colori su cui i tuoi occhi scorreranno lenti, per cercare luoghi familiari o riconoscerne di nuovi. Tutti movimenti che, se vissuti con calma, ti permetteranno di riempire i polmoni e respirare. Ti offriamo una guida alternativa, utile per te che risiedi qui, ma anche per te che sei in viaggio e magari ti fermi poche ore e desideri abbracciare in un unico percorso tutta la bellezza di questa città. (Le autrici) -
Desideri di narrazione. Madri e padri in viaggio in cerca di domande. Con QR Code
C’era una volta… L’incontro tra noi non era previsto, non era destino; forse perché a noi il destino non è mai piaciuto, preferiamo le scelte. Le nostre due storie si sono intrecciate e con il tempo moltiplicate, dando voce a tre, quattro… venticinque storie, infinite storie. Quelle, per esempio, di un gruppo di padri e madri che hanno deciso di mettersi in gioco, partecipando ad alcuni focus group: un viaggio nel mondo della genitorialità che si è trasformato in un viaggio alla (ri)scoperta di sé. Partendo da solidi riferimenti socio-pedagogici, il libro vuole soprattutto essere un invito ad abbandonare i percorsi certi e conosciuti, per lasciarsi andare all’esplorazione di nuove strade, nuove idee, inversioni di rotta e ripartenze. Chi ci leggerà potrà, attraverso schede cartacee ma anche link con QR code, partecipare in modo interattivo al dialogo, in un viaggio alla ricerca generativa di qualche risposta, ma soprattutto di nuove domande. -
Tra due primavere
A Bergamo, in Lombardia, in Italia, siamo stati travolti dagli eventi e abbiamo vissuto in apnea per due lunghissimi mesi, al termine dei quali molte persone non c'erano più. È stato in quel momento, quando abbiamo rialzato la testa, che ho pensato che tutto ciò che avevamo vissuto, tutte le ingiustizie, le lacune che avevo osservato e ancora osservavo, le storie raccolte al bancone della farmacia non potessero essere dimenticate e che occorreva fissare nella memoria collettiva tutti i ritardi, le inefficienze, le incongruenze di un sistema sanitario regionale che non solo si era mostrato impreparato all'evento pandemico, ma che non avrebbe nemmeno recuperato terreno nei mesi a venire. Ed è stato per quel desiderio che ho tenuto e scritto questo diario. Attraverso le storie, i dati, le emozioni, le notizie dal mondo, le vicende di un piccolo quartiere di periferia, di una famiglia come tante ho voluto fissare nella memoria, non solo mia, quanto avvenuto. Un racconto di vita, di lavoro e di politica scritto innanzitutto per ripercorrere quel tempo e meglio comprendere anche il tempo venuto dopo. -
Aldiqua. Immagini per chi resta
Che cosa è l’Aldiqua, se non la dimensione di chi resta alla vita, sopravvivendo al dolore del lutto, sospeso tra la presenza di chi è venuto a mancare, la mancanza per chi è rimasto e la memoria dei legami? L’arte, come sempre in grado di dare volti e immagini alle fragilità, ha provato a elaborare numerose risposte, se non a illuminare questa zona d’ombra, lavorando nel dominio del visivo. Il sacro si mescola al privato, il privato al pubblico e al politico, in una liturgia spesso amplificata dal posizionamento dell’opera in spazi museali che chiama in causa chi osserva, abbatte la distanza tra opera e pubblici, tra arte e vita. Così, confrontandosi con l’assenza, l’arte diventa presidio al desiderio di non dimenticare e di non essere dimenticato. ""Aldiqua. Immagini per chi resta"""" attraversa i secoli, spaziando dalla Crocifissione di Masaccio alla Morte di Marat di David, da Raffaello a Picasso, dalla Turchia di Tekin alla Palestina di Jacir, dallo spazio intimo di Paci alla storia delle dittature latinoamericane di Salcedo e dei funerali di Aldo Moro, tra il brusio della collettività e il silenzio della solitudine, facendo incontrare..."" -
Antonio Cifrondi «pittor fantastico». (Clusone 1656 Brescia 1730)
A settant’anni dalla mostra I pittori della realtà in Lombardia (1953) che lo rivelò al grande pubblico e a quaranta dall’ultima antologica tenutasi proprio a Clusone (1983), nelle sale di Palazzo Marinoni Barca (ora sede del MAT) Antonio Cifrondi torna a far parlare di sé. Nell’anno di Bergamo-Brescia Capitale della Cultura 2023 è sembrato non esserci proposta migliore che una rassegna dedicata al pittore nato nella cittadina della Val Seriana (1656) e morto a Brescia (1730) in cui mostrare i principali aspetti della sua, per molti versi, straordinaria carriera. Non una mera celebrazione ma un’iniziativa in grado di mettere a frutto gli esiti delle più recenti ricerche, condotte in parte da giovani studiosi, che hanno contribuito a chiarire molti aspetti (non tutti) dello sterminato catalogo dell’artista e della sua vicenda biografica. Le diverse sezioni della mostra e del catalogo ne restituiscono, sia pure per campioni, la sfaccettata produzione negli ambiti della pittura sacra e di storia, delle figure di genere e della ritrattistica, in un arco cronologico sufficientemente ampio - dal 1690 ca. al 1730 - per coglierne gli importanti avanzamenti sul piano stilistico e tecnico. -
Il pota
L’aspetto del Pota è per lo più sconosciuto in quanto cambia da ospite a ospite e prende forme diverse in base alla parte corporea in cui si annida. Può prendere, ad esempio, la forma di cerume all’interno dell’orecchio, di un pelo o di un neo sulla cute, di forfora tra i capelli. Scoperto dal biologo bergamasco Giuseppe Moroni detto il Bepo, non era mai stato individuato fino alle prime scoperte di quest’ultimo, a cui si devono inoltre importanti strumenti di individuazione e studio quali il Pota-Detector e il Pota-Translator. Possiamo considerare il Pota un parassita più che un animale; infatti, si nutre del dialogo degli ospiti infettati facendogli produrre il semplice vocabolo da cui prende il nome. L’habitat naturale del Pota sono le campagne e le valli bergamasche dove viene attratto dalla “Polenta”, cibo tipico bergamasco ottenuto con il mais macinato, cotto in acqua e sale. Molto più raro è trovarlo in città dove grazie al maggior grado di istruzione della popolazione non riesce a diffondersi: ""... nella mente del colto il Pota va sdilinquendo"""" (Moroni G. 1982, """"Del Pota e il suo ospite"""")."" -
Daniele Maffeis. Divagazioni musicali. Cronache 1962-1966 pubblicate per «Il Giopì», periodico quindicinale organo ufficiale del Ducato di Piazza Pontida, Bergamo
Scritti tra il 1962 e il 1966, i ventisette articoli pubblicati sul quindicinale ‘Giopì’, organo principale del Ducato di Piazza Pontida, sono un sincero ritratto dell’anima pura ed onesta dell’autore, nei quali mette in luce le proprie personali posizioni su diversi argomenti di cultura, musica, tradizione anche attraverso il ricordo di esperienze passate, descrivendo e commentando talvolta anche proprie opere: un grande campionario della buona e profonda personalità dello ‘Zio Daniele’, compositore con a cuore il proprio passato e la propria tradizione culturale. Una dimensione profondamente umana, che parte dal proprio passato e che attraversa il tempo, giungendo anche alla dimensione religiosa: profondamente fedele, la semplicità dell’anima di Maffeis traspare attraverso la personale visione della sacralità, vissuta attraverso i luoghi e le persone incontrate. -
Danza con me! Il tempo corre... il sangue scorre
Marco, medico bergamasco, impegnato nella ricerca genealogica dei suoi avi, scoperchia ignaro un vaso di Pandora… uno di quelli pericolosi, che portano solo disgrazie e morti. Documenti secretati dalla Curia, giunti avventurosamente in suo possesso, lo proiettano nel lontano anno 1485, quando un certo Arnaldo Donadinus, forse lontano parente del novello investigatore, fugge dalla sua amata Venezia con progetti segreti per la costruzione di un particolare orologio planetario. Vorrebbe consegnarli, in cambio di una nuova vita priva delle difficoltà economiche che deve affrontare giornalmente nella Serenissima, nelle mani dei notabili di un piccolo sconosciuto paese della lontana landa bergamasca, Clusone in Val Seriana. Ma il Doge Barbarigo non può certo accettare un simile affronto, che deve essere lavato con il sangue… ma sangue chiama sangue, vendetta chiama vendetta. L’inchiesta di Marco, attraverso inaspettati colpi di scena, non si ferma al tardo Quattrocento, ma giunge sino a oggi, Anno Domini 2022. Scopre intrighi, stragi e atti di ferocia, ma anche di generosità, resilienza ed amore. Ma nel frattempo il sangue scorre dalla valle bergamasca sino alla Città Eterna… -
Che tipi a Bergamo e Brescia! I più antichi libri a stampa testimoni di una rivoluzione
“Che tipi a Bergamo e Brescia! I più antichi libri a stampa testimoni di una rivoluzione” è certamente una mostra specialistica, dedicata a un capitolo importante della storia della stampa nelle due città che, quest’anno, sono Capitale Italiana della Cultura. L’accuratezza dell’indagine non deve intimorire. Si tratta di una vicenda estremamente affascinante, una testimonianza viva di quanto, pochi anni dopo la rivoluzione di Gutenberg, i due capoluoghi lombardi siano stati capaci non soltanto di accogliere l’innovazione, ma anche di dar vita, tra i primi in Italia, ad attività imprenditoriali di rilievo nel campo della stampa a caratteri mobili. (Laura Castelletti) Bergamo e Brescia sono accomunate dalla presenza di due straordinarie biblioteche (Angelo Mai e Queriniana) di conservazione, custodi di patrimoni di inestimabile valore, che devono essere valorizzati e messi nella disponibilità dei cittadini, diventando parte integrante delle loro conoscenze. Questo l’obiettivo fondamentale delle due mostre, che mette a fuoco un tema originale e poco conosciuto, facendo anche il punto delle ricerche e degli studi, grazie all’accurato catalogo che le accompagna. (Nadia Ghisalberti) -
Caro Christopher. Lettere a Christopher Isherwood (1929-1939)
Conosciutisi a Oxford nel 1928, Spender e Isherwood, interpreti della «red decade», strinsero un’appassionata amicizia che resistette al tempo e alla lontananza. -
Fine al tormento. Ricordo di Ezra Pound
Un affascinante viaggio nel passato, sotto forma di diario, compiuto da H. D. alla ricerca del suo rapporto con Ezra Pound, compagno di studi, amico del cuore e infine mentore letterario: il testamento di due tra le maggiori personalità creative del Novecento. -
Elogio del riposo
In quest’epoca di nevrosi del fare, Paul Morand ci illustra con ironia e leggerezza come fare tesoro del tempo libero. -
Legami e conflitti (lettere 1931-1965)
La storia di un sofferto confronto fra due generazioni, protagoniste, pur in modo diverso ma critico e costruttivo, di uno squarcio di storia italiana al bivio tra liberalismo imprenditoriale e socialismo rivoluzionario. -
Ifigenia in Aulide
Dalla tragedia di Racine Gluck mette in musica il mito greco di Ifigenia, giovane e innocente principessa, figlia di Agamennone, che affronta il proprio tragico destino con dignità e coraggio. -
Lettere a Scottie. Con lettere inedite di Scottie Fitzgerald
Una serrata corrispondenza con cui Fitzgerald guida la figlia adolescente, indicandole corsi e letture, parlandole di matrimonio, di ragazzi, spaziando sugli eventi dell’epoca e la guerra ormai alla porte. Per la prima volta accanto alle lettere di Fitzgerald sono pubblicate quelle di Scottie al padre, inedite anche in America. -
La verità su mio padre
Narrando la vita di famiglia, dapprima pacifica e in seguito segnata dalla grave crisi che coinvolse lo scrittore dal 1880, il quartogenito di Lev Tolstoj descrive i travagli morali del padre e i sospetti e gli intrighi della madre per impossessarsi di un testamento che la escludeva dall’eredità. -
Cartoline-lametta
Novello non è stato nella vita italiana soltanto un personaggio del costume, ma la parabola intellettuale che c'è stata nella sua vita conferma il contrario e dimostra la sua capacità di vedere lontano più che da vicino, avanti più che nel passato. Novello stesso è sempre stato il primo bersaglio della sua ironia, della sua satira, come affermano del resto anche queste cartoline, dove Novello al mare e ai monti viene ironizzato senza pietà. In queste cartoline-lametta infatti, cancellando qua e là con una lametta da barba che teneva sempre nel taschino, Novello si inserisce nel paesaggio con una poesia sottile e scherzosa e con un inconfondibile spirito ironico. Prefazione di Alberto Cavallari. -
Lettere di Ernesto a Ernesto e viceversa
19 novembre 1938, viene pubblicato sulla ""Gazzetta Ufficiale"""" il decreto legge n. 1728 intitolato """"Provvedimenti per la difesa della razza italiana"""". Dopo pochi giorni Ernesto Nathan Rogers, ebreo, giovane architetto razionalista e membro dello studio BBPR, comincia a scrivere """"Lettere di Ernesto a Ernesto"""" e vicevena, che porterà a termine nel marzo del 1939. Il manoscritto, tornato finalmente alla luce, viene presentato in tutta la sua drammatica realtà. Una sequenza di brevi, intense lettere che l'autore rivolge a se stesso instaurando un doloroso dialogo interiore in cui indagare la nuova condizione di anonimo tra la folla. Gli scritti di Rogers, che inizialmente erano una naturale reazione al trauma subito, diventano con il passare del tempo una lucida riflessione sulla condizione dell'individuo nella società moderna. Insieme essi testimoniano di un cambiamento nella percezione di sé nel mondo che risulterà fondamentale per capire il ruolo che Ernesto Rogers acquisirà nel dopoguerra italiano e internazionale.""