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Siamo tutti libertini. Lettere a Sophie Volland. 1759-1762
"Nella conversazione tutto si collega; solo che talvolta è assai difficile ritrovare gli anelli impercettibili che hanno congiunto idee tanto disparate""""; la magica fluidità dell'arte più tipica del Settecento colto rivive nelle lettere che Denis Diderot scrive alla donna amata, Louise-Henriette Volland, che lui chiama Sophie come affettuoso tributo alla sua intelligenza. Per restituirle l'atmosfera dei salons parigini da cui si è allontanata, il philosophe riproduce sulla carta brillanti dispute, felici apologhi, aneddoti bizzarri con quello spirito libero e amante del paradosso che renderà la sua Enciclopédie l'opera del secolo." -
Séraphine. La vita sognata di Séraphine de Senlis
1906, Senlis, cittadina medievale a pochi chilometri da Parigi: nella solenne cattedrale gotica, la Vergine Maria ordina a una donna di quarantadue anni di dipingere. Séraphine è una domestica, figlia di povera gente, e ha sempre obbedito. Obbedisce anche ora, senza esitare; del resto il suo desiderio di dipingere è più forte del pensiero. Séraphine è un'ispirata. Non ha mai preso una lezione di pittura né di disegno, né mai vorrà prenderne. Dipinge di notte, al lume di una lampada a petrolio, cantando salmi, dopo aver portato a termine i ""lavori neri"""" del giorno, le umili fatiche quotidiane che le permettono di guadagnarsi da vivere e sono l'opposto dei suoi """"lavori colorati"""" notturni. Dipinge unicamente fiori, frutta, alberi, forse un ricordo della sua infanzia in campagna - è nata nel 1864 ad Arsy, un villaggio dell'Oise, nel Nord della Francia. Mai una figura umana nelle sue tele, mai un volto. Questa routine è spezzata dall'incontro con il collezionista Wilhelm Uhde, scopritore di Picasso, Braque e del doganiere Rousseau, che la fa conoscere ai più importanti galleristi di Parigi. Séraphine continua a dipingere grandi tele di impressionante intensità, ma la sua mente è destinata a smarrirsi. Nonostante le premure di Uhde e i tentativi di guidarla su una via di regolare creatività, la donna è sempre più in preda alle sue ossessioni. Nel 1931 viene ricoverata nell'ospedale di Senlis e l'anno successivo nel manicomio di Clermont dove resterà fino alla morte."" -
Il dottor Livingstone, suppongo... Incontri e confronti di viaggio
Se, come sosteneva Alexander Pope, lo studio dell'umanità è essenzialmente studio dell'uomo, ne consegue che un viaggiatore che si rispetti dovrebbe essere più interessato agli abitanti del paese visitato che al paese stesso. Raramente accade, vuoi per la differenza della lingua, vuoi per quella culturale, e anche quando si superano queste barriere, si è a corto di soggetti di conversazione. Ci si può parlare a gesti come succede a Harriet Martineau, ma due ore di conversazione gestuale possono sembrare incredibilmente lunghe, oppure si può imparare il tono della comunicazione in cinese, che rischia però di suscitare risate imbarazzanti. Tuttavia, volenti o nolenti, si è costretti a vivere spalla a spalla con gli indigeni, e sono loro il soggetto di questo libro. In qualche caso non sono nativi nel senso stretto della parola, o meglio, se lo sono, sono talvolta figli di coloni che non si sono mai integrati, come la famiglia inglese dei Trawnbeigh descritta da Charles Macomb Flandrau, un americano in visita nella loro fattoria in rovina nella campagna messicana. Come diceva Karl Baedeker, il primo autore e editore di guide di viaggio (1827) nei suoi consigli ai viaggiatori in Oriente: ""Si dovrebbe sempre evitare l'intimità. La vera amicizia è rara in Oriente... Quelli che capiscono come si trattano gli indigeni saranno spesso colpiti dalla loro dignità, fierezza ed eleganza di modi. Lo straniero deve perciò essere attento a mantenere un contegno al loro stesso livello""""."" -
Amarti non è stato un errore. Lettere 1929-1944
Un centinaio di lettere distribuite nell'arco di un quindicennio cruciale per la storia del Novecento - dal 1929 al 1944 - testimoniano la storia d'amore di due personaggi straordinari. Da una parte Victoria Ocampo, editrice e raffinata intellettuale, dall'altra Pierre Drieu la Rochelle, uno dei massimi scrittori francesi del Novecento. L'iniziale, travolgente passione dei sensi si trasforma pian piano in un'amicizia amorosa, che si riflette in un fitto scambio epistolare e si tramuta man mano nella storia di due anime, di due modi di concepire il mondo, negli anni che portano al secondo conflitto mondiale. Entriamo nell'incandescente officina di Drieu saggista e scrittore ma ci addentriamo, al contempo, nel suo complesso e travagliato pensiero politico, che dall'iniziale fascinazione per il comunismo approderà a quel ""socialismo fascista"""" che molti intellettuali di destra pagheranno a caro prezzo, e che per Drieu culminerà nel tragico epilogo della sua esistenza terrena."" -
Elogio di niente dedicato a nessuno
Un brevissimo, fulminante divertissement retorico in cui paradosso e logica si fondono in pagine effervescenti, polemiche e di grande intelligenza. Ragionamenti serratissimi e virtuosismo linguistico costringono il lettore a seguire d'un fiato ogni parola di questo ""Elogio di Niente dedicato a Nessuno"""", per scoprire alla fine del libro che """"Niente"""" è degno di lode: non i potenti, non le opere umane, non la gloria. Neppure la vita. Con un'ironia bonaria, mai tagliente e mai amara, l'autore dell'""""Elogio di Niente"""" esorta ad accettare la relatività delle vicende umane per poter vivere meglio con se stessi e con gli altri, reinterpretando in chiave sorprendente un genere letterario antico: quello dell'elogio paradossale, cui appartengono grandi capolavori del passato, tra cui il celebre """"Elogio della calvizie"""" di Sinesio di Cirene. Prefazione di Michele Serra."" -
Un caffé a Saint-Germain
"Un caffè a Saint-Germain"""" è un racconto per immagini, il racconto """"disegnato"""" di un quartiere di Parigi ricco di storia, di memorie, di suggestioni, di echi culturali, visto attraverso le facce dei frequentatori di quattro celebri caffè - il Flore, il Deux Magots, il Bonaparte e lo Chai de l'Abbaye. L'uomo ritratto in copertina è """"l'uomo"""" di Saint-Germain: chi va a Saint-Germain non può non vederlo. Da decenni, tutti i giorni, siede accanto all'edicola intento a leggere o a fare parole crociate, all'angolo tra la rue Saint-Benoìt e il boulevard. Con una nota di Antonio Tabucchi e introduzione di Carlo Carabba." -
Amami e credimi. Lettere a Bianca Ronzani (1856-1861)
In queste lettere discrete, comprici, appassionate e sofferte, la Storia e la nascente Italia unita appaiono sullo sfondo di un anomalo, estremo romanzo d'amore. Protagonista, nei messaggi che Cavour scrisse all'ultima donna della sua vita, Bianca Ronzani, è la passione sincera di un uomo conscio delle proprie fragilità e dei propri sentimenti. Non c'è spazio per simulazione o compiacimento in questi messaggi spesso frettolosi, scritti tra il 1856 e il 1861. La politica stessa vi si mostra per quel che è, nella sua dimensione meno nobile, e i suoi protagonisti appaiono alla luce di una quotidianità che li rende più umani e ne svela tratti insospettati e inimmaginabili tristezze. In una prosa schietta, ironica e autoironica, Cavour non teme di confrontarsi con il tempo che passa, con l'amore per una donna molto più giovane e con i bilanci di una vita che non lo soddisfa più. Lasciati alle spalle tutti i desideri, la gloria e la vita mondana, uno solo è l'antidoto al peso dei giorni: ""la Bianca"""" - con lei, il tepore del suo affetto. Prefazione di Lucio Villari."" -
L' ora di punta
L'ora di punta a Parigi. Nello stesso istante in metropolitana: viaggiatori si sfiorano, si osservano, s'ignorano o si attraggono, forse si parlano. Che cosa dissimulano quei volti falsamente imperturbabili? Che cos'è quel giglio bianco che una sconosciuta sventola come una bandiera? A cosa pensa quella vecchia signora melanconica al binario? Che cosa complotta quella coppia che ride in fondo al vagone? Che febbre rode quella ragazza attaccata al palo come un naufrago? Dietro a tante facce sconosciute si nasconde un mondo, un'esistenza, un amore inconfessato. Simonnet ci narra in quattordici microstorie sotterranee quattordici intrighi legati l'un l'altro da sorprendenti coincidenze. Segreti racconti dietro la quotidiana fatica di difendersi dagli altri. -
Il cammino parallelo. Lettere 1888-1911
Due titani. Immensi, geniali e diversissimi: malinconico e tormentato Mahler, figlio di un commerciante ebreo, ossessionato dall'idea della morte e dalla ricerca di un riconoscimento mai veramente raggiunto; sereno, uomo di mondo, sicuro del proprio successo Strauss, leggenda già prima di morire e, negli ultimi anni, legato ufficialmente al nazionalsocialismo. Due mondi opposti trovano in queste lettere uno straordinario canale comunicativo, informale, discreto nei modi e nei contenuti. Destinati forse a non comprendersi mai, Mahler e Strauss tuttavia si cercano, discutono del proprio lavoro, intrecciano un tacito patto di collaborazione, impegnandosi a eseguire l'uno le opere dell'altro, curiosi, complici, consci del talento impressionante del proprio interlocutore, anche quando non riescono a capirlo. Insieme alle lettere raccolte in ""Vuole essere il mio Shakespeare?"""", già pubblicate da Archinto, questo epistolario contribuisce a delineare la personalità forte di Strauss e allo stesso tempo il travagliato percorso artistico di Mahler."" -
Tanti viaggi. Partono con lui Maurizio Cucchi e Giovanni Mariotti
Guido, i' vorrei, che tu e Lapo ed io... La barchetta degli stilnovisti segue la rotta non tanto immaginaria quanto fortemente immaginata di una passione: ancora una volta tre amici scrittori ce ne raccontano di cotte e di crude. I paesi delle meraviglie, ora, non si trovano necessariamente ai confini del mondo, dai tempi dell'Alighieri molte cose riferite allo spazio fisico in cui viviamo sono cambiate ed ecco l'infiltrato speciale alla corte di Lawrence Osborne nella tibetana Shangri-La, il visitatore di una domestica Marudo, la pattuglia avanzata chiamata Giovanni Mariotti, precipitati nell'orbita di un comune angolo visuale che coinvolge uomini e cose. Viaggiare con loro costa poca fatica, poco danaro, non costringe a elaborare tabelle di marcia spacca ossa, a patire rischi e ritardi, a ingoiare cibi per le nostre viscere esotici e neppure ad affondare nervosamente le mani nelle tasche dieci volte al giorno alla ricerca dei soldi riservati a chi, ancora oggi, negli alberghi, vive più di mance che di stipendio. -
Una vita immaginaria. Conversazioni con un amico
Il nuovo libro di Alberto Manguel ci offre libertà, humour, impertinenza e amicizia, che fluiscono come in ""presa diretta"""" dalla voce dell'autore, raccolta con affetto e perizia da Claude Rouquet. Da queste conversazioni ora sommesse ora appassionate, spesso ironiche e divertenti, costellate da uno stuolo di aneddoti su personaggi molto spesso straordinari, emerge non solo un inedito ritratto del panorama letterario ed editoriale internazionale dagli anni Sessanta ad oggi, ma anche un autoritratto umano e personale di incredibile intensità e sincerità: Manguel appare saggio e disincantato, ma al tempo stesso ancora pieno di amore e interesse per il meraviglioso mondo dei libri e delle biblioteche, scoperto con Borges e mai più abbandonato."" -
Enciclopedia capricciosa di tutto e di niente
L'""Enciclopedia capricciosa di tutto e di niente"""" è un'opera unica nel suo genere che ci guida in un viaggio virtuale nel mondo e nella vita attraverso una serie di liste che spaziano dalla letteratura all'arte, dal cinema all'abbigliamento, dai cibi ai luoghi, dalle città alle spiagge, ora con leggerezza, ora con accenti sulfurei, ma sempre con passo originale ed elegante. Si succedono così, come in uno specchio in cui ogni lettore può ritrovare se stesso, liste di capitali, di viaggi, di film da salvare per l'ultima sala cinematografica rimasta al mondo... Un'enciclopedia straordinaria, bizzarra e imprevedibile (come potrebbe essere """"capricciosa"""", altrimenti?), in cui non manca neppure una """"Lista degli uomini vestiti nel modo più ridicolo"""", tra cui spiccano David Beckham e Silvio Berlusconi... Un libro che è anche un ritratto a tutto tondo del suo autore: Charles Dantzig, uno dei più raffinati letterati contemporanei d'Oltralpe. E allora il libro si trasforma, sotto gli occhi del lettore inconsapevole, in un'autobiografia sorprendente in cui si parla di popoli, di amicizia, di luoghi e di ossessioni. Insomma, uno strumento indispensabile per affrontare una vita che """"finirebbe per ucciderci, se la lasciassimo fare""""."" -
Centosedici cinesi, circa
Il romanzo rivela un episodio semisconosciuto della storia italiana durante la seconda guerra mondiale. Nel 1941, la Cina (in quanto stato nemico del Giappone, membro dell'Asse) diventa nemica dell'Italia. I pochi cinesi nella penisola il governo italiano li fa rinchiudere nell'ex monastero di Isola (ai piedi del Gran Sasso, in Abruzzo), adibito a campo di concentramento. Il campo non ha sbarre, e i guardiani sono piuttosto tolleranti. Malgrado i rapporti con gli abitanti di Isola siano sporadici e difficili, gli internati vengono guardati con rispetto. La vita di questi centosedici individui travolti dalla Storia, cambia con il crollo del regime fascista. Se alcuni decidono di rimanere, altri scappano facendo perdere le proprie tracce, mentre altri ancora si uniscono alla Resistenza. Durante l'evasione un cinese vede ""passare l'aereo che avrebbe cambiato tutto"""", diventando testimone inconsapevole della fuga di Mussolini dal Gran Sasso. L'autore sceglie di non dare la parola agli internati e di farne emergere l'umanità, i ricordi, le paure e i sentimenti attraverso una scrittura precisa, rarefatta, dove ogni parola è pesata, una scrittura capace nella sua pregnanza di catturare e restituire l'inesprimibile che abita in fondo ai cuori di questi come di tanti altri immigrati. L'elenco finale con i centosedici nominativi restituisce ai protagonisti l'individualità cancellata dalla Storia, e che solo il romanzo può riportare in vita."" -
Lettere al boia. Scrivere a Stalin
Dagli anni del Terrore staliniano, un'epoca della quale restano pochissimi documenti privati, ci arrivano oggi queste lettere rimaste nascoste per decenni negli archivi sovietici. Sono le voci di alcune vittime che cercavano di sfuggire all'arresto, o si riconoscevano colpevoli, o chiedevano pietà (più raramente giustizia) per sé, i propri cari, il proprio paese. Erano scrittori, intellettuali, militari, diplomatici, dirigenti politici caduti in disgrazia. Si rivolgevano all'unica persona che sarebbe potuta intervenire in loro favore, la stessa, peraltro, cui dovevano la loro condanna: Stalin. Tranne in un caso, non li salvò dal boia nessuna di queste lettere, che restituiscono una visione tremenda della società sovietica negli anni dello sterminio di massa. -
Lettere non spedite
"Seguire sul foglio bianco il tratto della matita, considerare le complesse variazioni che da esso si potevano trarre, sino a giungere alla chiusa tessitura delle ombre, era per me un diverso modo d'intendere la luminosità, nel suo valore musicale, nel suo silenzio; un silenzio che era tutt'uno con quello che regnava nella stanza e con il mio, così simile alla quiete silente della conchiglia che serba nel suo segreto il fragore senza pace del mare in tempesta. Una partecipazione profonda ai lutti e alle sofferenze, alle ansie e alle incertezze che il futuro proponeva, un consenso dissimulato nell'assorta dedizione all'arte."""" (l'autore). Postfazione di Gualtiero De Santi." -
Il fiore delle Odi
Nelle trenta Odi che compongono questa antologia oraziana, il classicismo raggiunge il suo vertice per la limpidezza delle immagini e l'universalità dei contenuti. Si percepisce anche la componente ellenistica nella grande raffinatezza stilistica, ottenuta attraverso un intenso labor limae e nella varietà dei metri e degli argomenti. Per quanto riguarda le tematiche amorose, non presentano l'immediatezza della passione, in quanto Orazio da saggio epicureo, abituato ad osservare la realtà senza lasciarsi troppo coinvolgere, mantiene un certo distacco. Genuinamente epicureo è il tema dell'amicizia, che è resa più intima da quel tipo di complicità, che consente di rievocare piacevolmente anche episodi poco edificanti, come la fuga e l'abbandono dello scudo in battaglia e che spesso si lega alla consuetudine del convito rallegrato dal vino. Un ruolo importante ha la natura che nulla ha di manieristico, ma palpita di una vita panica colta nei suoi vari aspetti. Profondamente amata dal poeta, spesso è assunta a metafora dei sentimenti umani o è evocata come luogo dell'anima. Sotto il profilo esistenziale ciò che caratterizza questo gruppo di Odi è uno struggente sentimento della caducità di ogni forma dell'esistere. Da qui l'invito al carpe diem, che non è un'esortazione a godere la vita, ma una massima di saggezza, un consiglio a non fare affidamento su un domani incerto e a cogliere piuttosto ciò che di buono l'oggi ci offre. -
Il villaggio di cartone
In una vecchia chiesa ormai in disuso un anziano prete assiste impotente allo smantellamento di tutti i simboli religiosi fino alla sparizione del grande crocifisso e alla trasformazione della casa del Signore in un centro di accoglienza per gli immigrati, ""i veri ornamenti del tempio di Dio"""". Il vecchio prete, senza più un luogo in cui officiare i suoi servizi, si troverà a prendersi cura dei disperati che, inseguiti dalla polizia, hanno cercato un rifugio nella chiesa dismessa, e grazie a loro ritroverà una fede ormai vacillante. Il messaggio di Ermanno Olmi non lascia spazio a dubbi: via i simulacri, dentro gli uomini. La sceneggiatura del film del grande regista lombardo, presentato fuori concorso all'ultima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e accolto dal giudizio unanime dei critici come un piccolo capolavoro, è stata scritta valendosi delle considerazioni di Claudio Magris e Gianfranco Ravasi ed è qui accompagnata da un saggio introduttivo del teologo Vito Mancuso."" -
Dèi e dee della Grecia spiegati ai giovani
Come sono nati gli dèi? Perché sono oggetto di culto? Che cos'è l'Olimpo? Che importanza rivestono le divinità di sesso femminile? Pauline Schmitt Pantei soddisfa tutte queste domande e altre ancora. Accanto alle figure mitologiche più conosciute, delinea il ritratto di divinità meno note ma che ebbero un'influenza fondamentale sulla civiltà greca, offrendoci una serie di ""istantanee"""" su un mondo solo apparentemente lontano. Un libro per tutti coloro che desiderano rendere più attuali le proprie conoscenze nel campo della mitologia greca o scoprire per la prima volta le avventure di dèi ed eroi e, al contempo, un'occasione per apprezzare un sistema aperto e tollerante che ha consentito alla civiltà greca di espandere la sua influenza culturale senza combattere """"guerre di religione"""", ma semplicemente assimilando e facendo propri i valori dei popoli con cui entrava in contatto."" -
Disunita ombra
"'Disunita ombra' raccoglie il lavoro recente di una delle voci più vive e autentiche dell'attuale poesia italiana, un lavoro la cui cifra di fondo consiste in una grande libertà di forme espressive e di intonazioni formali. Spaziando dal respiro lungo del 'petit poème en prose' alla colloquialità prensile del racconto in versi, dai timbri di una moderna elegia della memoria al battito verticale ed epifanico delle accensioni improvvise, Luigi Fontanella ci accompagna con i suoi versi tra i luoghi, le persone, le emozioni e gli eventi dalla sua complessa, vasta esperienza fra l'Italia, l'Europa e l'America. Proprio in una città magmatica ed estrema come New York possono paradossalmente scaturire richiami arcaici e inviti alle suggestioni del mito, un mito tuttavia mobilissimo, rivissuto dall'autore tornando, da una parte, alle radici profonde del suo immaginario, e dall'altra evocando il mondo variegato e cosmopolita da lui frequentato. Libro multiforme e seducente, corrusco e tenero, realistico e visionario, 'Disunita ombra' sa parlare in modo indimenticabile delle paure, dei desideri e dei sogni dell'uomo scisso e sofferente di oggi, ridando fiato a una parola ricca di forza salvifica."""" (Paolo Lagazzi)" -
Lettere da New York. 1929-1930
Sbarcato in America nel giugno del 1929, Federico Garda Lorca vi rimase fino all'aprile del 1930. Affascinato e sconcertato dal dinamismo degli americani, dal miscuglio di razze, dai neri di Harlem, dal crollo di Wall Street - cui si trovò ad assistere per caso -, il giovane poeta spagnolo raccolse le sue impressioni nei versi di ""Poeta en Nueva York"""". Le quindici lettere ai familiari, qui proposte insieme al testo della conferenza in cui Lorca illustrava quella raccolta, costituiscono una testimonianza sul soggiorno americano e una prima stesura dei temi elaborati in poesia. Prefazione di Angela Bianchini.""