Sfoglia il Catalogo feltrinelli031
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 9881-9900 di 10000 Articoli:
-
Il giardino non esiste
La piccola Carmen vive un'infanzia felice con Romeo padre premuroso e facoltoso commerciante - la matrigna Flora, i suoi fratellini e le tante domestiche che animano la casa. Ma è affetta da un male innominabile e un intervento chirurgico le sconvolge la vita. Sarà la brusca fine dell'infanzia e delle fantasie di bambina, il saccheggio di un giardino popolato di amici immaginari. Il mondo vero attende Carmen: la vita prepara nuovi ostacoli. Annichilita da un lutto terribile, la famiglia andrà alla deriva. La salvezza potrebbe avere il nome della zia Olga, donna votata alla libertà, capace di parlare tanto ai bambini quanto ai folli, che prende con sé la bambina, portandola su una piccola isola spazzata da un vento dispettoso. Qui la bambina cresce e si fa donna, però il passato riemerge e domanda delle scelte. Così molto altro dovrà accadere nella vita di Carmen, dentro una fiaba tragica e carica di magia linguistica, una storia emozionante che gioca con le vie misteriose che sempre compie il destino. -
Régula castigliana. Poesia sarda e metrica spagnola dal '500 al '700
Questo articolato e documentato libro sulle forme della poesia sarda ne esplora le relazioni con le strutture della poesia spagnola (villancico, glosa, quintilla, décima, lira garcilasiana, sexteto-lira), tenendo anche d'occhio l'Italia e la Catalogna. Territorio spagnolo dal '400 al '700, la Sardegna ha espresso una letteratura in versi erede, per molti tratti, della metrica ispanica, una produzione spesso misurata su una régula castigliana. L'affascinante universo della metrica sarda si dispiega e assume consistenza storica attraverso l'analisi di forme come la sesta e ottava torradas, la deghina glosa, la battorina, la lira, la chimbina. La minuziosa indagine tecnica e il rigore filologico, applicati su un'ampia messe di testi sardi, si dimostrano strumenti per disegnare diagrammi di più vaste dinamiche estetico-culturali. Ne risulta una storia formale della poesia sarda e un inedito capitolo di ispanistica. -
Nulla
Nulla è una cittadina di provincia. Secondo le ultime stime ha un'estensione che copre tutta l'Italia, e un numero di abitanti pari ad oltre due terzi dell'intera popolazione nazionale. Nulla ha confini brulicanti e incerti, é un ammasso di periferie senza centri. A Nulla, la noia è madre del vizio, cugina dell'ozio, sorella della frustrazione. I sondaggi la danno come prima assoluta nel computo di apparecchi televisivi pro capite; nel numero di automobili in rapporto al numero di abitanti; nella carenza di proposte. Per raggiungere Nulla si attraversa un'autostrada, una superstrada o, più semplicemente, una strada sovrastata dai cavalcavia. O il mare, o il monte, o la pianura, o la statale spappolata dalle frane, o l'immensa circonvallazione incompiuta, o la bretella priva di segnaletica. Per raggiungere Nulla si possono attraversare persino gli oceani. I sondaggi la danno come prima assoluta nell'incremento della micro e della macro criminalità, nei consumi di telefoni cellulari e pastiglie dimagranti, negli abusi di alcol e droghe. I sondaggi danno in crescita i suicidi... -
Undici
4 giugno 2006: una barca di sei metri, senza nome e senza bandiera, è ritrovata da un pescatore a largo dei Caraibi. A bordo, i corpi quasi mummificati di undici uomini neri. È tutto ciò che resta di un convoglio di 47 persone partite dalle coste dell'Africa nel giorno di Natale. La scrittrice si prende il carico di dar voce agli undici senza nome, trasfondendo le loro storie in una prosa che si fa canto, ora epico, ora lirico, ora romanzesco. Gli undici si raccontano nell'attimo prossimo alla morte, raccontano i loro desideri, le ambizioni e i fallimenti. Raccontano di una società in fermento, fatta di architetti, autisti d'autobus, costruttori di piroghe, di uomini che difendono le proprie figlie da usanze arcaiche, andando contro la comunità. Nel canto del griot, poeta sacerdote mezzo uomo e mezzo dio, palpita una luminosa amara Africa. -
L' ultimo inverno
Alle sponde del fiume Tapiceddu la vita scorre lenta. Da mesi ormai non piove e le giornate degli abitanti di Pirocha si alternano immutate fra i bollori di un caldo imbalsamante. Tutto si arresta: cerimonie, spettacoli, amori, tradimenti, sono solo ricordi sbiaditi. Un giorno, le preghiere rivolte a un Dio inclemente o forse distratto, si rivelano fruttuose. Ma l'inquietante messaggio di un colombaccio è presagio di nuovi subbugli. -
Storia della Sardegna antica
La presenza fenicia, la successiva conquista cartaginese, la lunga occupazione romana e l'avvento del cristianesimo, l'insediamento dei vandali, sono solo le tappe principali della vicenda di un'isola che fu profondamente inserita nel complesso gioco di relazioni del Mediterraneo antico. La ricchezza di una storia frutto della convivenza secolare e non sempre pacifica fra culture diverse, emerge da questo articolato affresco, che definisce un ampio scenario umano. Lo sviluppo delle istituzioni, le forme di organizzazione economica, di espressione culturale, religiosa, artistica, l'influsso delle vicende sul paesaggio e la vita sociale, i rapporti fra cultura locale e cultura latina per la fase romana, sono letti alla luce dell'innovazione degli studi e della revisione, negli ultimi trent'anni, delle fonti letterarie, giuridiche, epigrafiche, numismatiche e archeologiche. Un lungo percorso che giunge fino alla nuova età del Medioevo, e da cui si erge la straordinaria forza creatrice dei popoli e delle civiltà che nei secoli contribuirono al pulsare dell'""isola dalle vene d'argento""""."" -
La punizione del maiale
Questo libro offre al lettore occidentale un Giappone insolito: quello di Okinawa, agli estremi confini meridionali. Nel primo racconto lungo (La punizione del maiale), un ragazzo al primo anno di università e tre bariste partono per un'isoletta dell'arcipelago in cerca di un utaki, bosco sacro della religione locale, per liberarsi dalla maledizione scatenata su di loro dall'irruzione di un maiale nel bar. Il viaggio innescherà una serie di disastri, tra le pantagrueliche mangiate delle tre donne, e i tentativi del ragazzo di fare i conti con il proprio passato. Ancora Okinawa fa da sfondo al secondo racconto (Di spalle all'oleandro) che si svolge nella base militare americana di Kadena. Qui s'incontrano un militare americano - sassofonista jazz, in attesa di partire per il fronte vietnamita - e una ragazza okinawese mezzosangue. La prosa realistica con cui l'autore descrive l'occupazione americana e la complessa relazione tra i due protagonisti creano un'atmosfera diversa dal racconto precedente. Lo spettro della guerra in Vietnam si intreccia con le paure e le incertezze dei personaggi. -
Chiamalo pure amore
"Chiamalo pure amore"""" ripercorre mezzo secolo, a partire dagli anni '40 fino alla fine del '900, attraverso il racconto delle vicende di quattro donne: Odette, Dolores, Cecilie, Chantal. Giacobbe scava nel profondo dell'animo umano fino a rappresentarne la più intima essenza. Nel confronto a distanza fra personaggi differenti, dalle diverse personalità in diverse geografie, ora più ora meno definite e dichiarate, si rivela l'amore nelle sue molteplici facce: l'amore filiale e quello coniugale, l'amore dichiarato e quello inespresso, l'amore incompreso e ostacolato, e ancora la solitudine, la gelosia, il sesso, la gioia e le contraddizioni, ma anche i gesti, i codici e le parole." -
Alfabeto di strade
Alberto Masala è un poeta apprezzato a livello internazionale (performer al fianco di Hirshman e Corso) ma con pochi libri all'attivo. Autore dell'oralità, fino a poco tempo fa scansava le vie editoriali: il suo cammino era, e resta, quello della ""street poetry"""". Ma è un cammino che fa i conti con la migliore modernità poetica, in bilico fra scritto e orale, e scandisce quindi un Alfabeto di strade. Questo titolo può così raccogliere una scelta della produzione di Masala, rendendola nota al lettore. Le altre vite sono quelle di autori scomparsi con cui Masala ha dialogato e continua a dialogare, solidale. Nella sezione Il condominio il poeta immagina che questi autori siano gli occupanti di un palazzo altissimo: una comunità che supera tempi e geografie: Lucrezio, Majakovskij, Ginsberg, Césaire, Baudelaire, Kavafis, Paz, Hikmet, la Vicinelli, Pasolini, Atzeni. Presenze e vite in forza di una parola che si fa poesia."" -
Il bambino che fumava le prugne
Il tenente Santo Ateo Miserino Bonarroti vive e lavora a Ravenna da 16 anni e 7 mesi, vive da solo e non è mai riuscito ad integrarsi nella città abbattuta da un'afa che non dà tregua, esalata dall'intrico delle vicine paludi. Dorme pochissimo, il tenente Bonarroti, anche se in città non succede mai nulla. All'alba fa visita al vecchio Porfirio, pescatore stregone-eremita che vive in una baracca sugli acquitrini. Frequenta in solitudine un circolo filosofico. Passa le giornate in un ufficio dimenticato, dove insieme al brigadiere Taroni, attende vanamente uno squillo di telefono che lo sottragga all'umida immobilità. Finché un giorno, dopo 16 anni e 7 mesi di questa vita, viene trovato il cadavere di Asmodeo Baldini, archeologo dilettante, precipitato da un'impalcatura eretta nella chiesa di Sant'Apollinare mentre furtivamente era intento a picconare il mosaico che raffigurava il palazzo del re goto Teodorico. L'autopsia rivelerà che a uccidere Baldini è stato un misterioso veleno ottenuto dal seme delle prugne. -
Quelli dalle labbra bianche-Il parroco di Arasolè
Francesco Masala si può considerare il padre della nuova narrativa sarda che negli ultimi anni ha ottenuto successo nazionale ed internazionale. ""Quelli dalle labbra bianche"""" e """"II parroco di Arasolè"""" - due romanzi brevi strettamente correlati per tema e spirito - rappresentano un capitolo fondamentale nella rappresentazione letteraria di una Sardegna senza autocompiacimenti etnici e folklorici. Un giorno, nel villaggio-universo di Arasolè, il campanaro Daniele Mele, suonando a doppio, chiama a raccolta i compaesani per rendere omaggio, dopo vent'anni, ai caduti in guerra. Daniele Mele, unico superstite fra i compaesani spediti nella disastrosa avventura, è la voce recitante della memoria di una sottostoria che riporta alla trincea, al caposaldo tre della linea K sul fronte russo. Gli orrori del fronte, il ritorno al villaggio e alle sue storie si mescolano in una poesia della solidarietà contro la retorica e la logica dell'eroismo. Dal villaggio-universo di Arasolè proviene anche Don Adamo, protagonista e voce recitante del secondo romanzo. Un'eclisse solare è occasione per le sue riflessioni, per gli sfoghi di sradicato dalla originaria comunità contadina, spedito per superiore volere ad amministrare la chiesa del paese-dormitorio di un polo industriale, petrolchimico."" -
La Zolfa
A San Pinerlo, paesino della provincia italiana, tutto gravita attorno alla Zolfa, un'ex fabbrica di fiammiferi adibita a residence. Popolato da squinternati inquilini, che fanno capo al cav. Pistone, il piccolo mondo vivacchia fino all'arrivo del nuovo portinaio, ribattezzato ""Sulfo IV lo stronzo"""" (al secolo Amilcare Fusillo). Sulfo si integra nella comunità, barcamenandosi tra i quotidiani intrighi dei suoi abitanti. Quando la Zolfa rischia di scomparire, per essere trasformata in un centro commerciale, i bizzosi figuri fanno fronte comune: il cav. Pistone ordisce un colpo di Stato e, in un delirio di onnipotenza irrefrenabile, proclama la Repubblica Comunale di San Pinerlo. In un crescendo di ambizioni secessionistiche lo scontro trasmesso in diretta Tv coinvolge i più alti vertici istituzionali e religiosi italiani. E ciò che in breve si trasforma nell'assedio di San Pinerlo, diventa pasto per le """"armi di distrazione di massa"""" mediatiche, gatta da pelare per la classe politica nazionale, e terreno da evangelizzare per il Vaticano. Tra cruente rappresaglie, sparizioni improvvise e machiavellici stratagemmi, la valorosa Zolfa respingerà gli attacchi di cui è vittima?"" -
I sogni della città bianca
Il libro è una raccolta di ventisette racconti inediti scritti da Sergio Atzeni negli anni che precedono la pubblicazione, nel 1986, del suo primo romanzo, l'""Apologo del giudice bandito"""". A dieci anni dalla prematura scomparsa dello scrittore, nel settembre del 1995, la raccolta rappresenta un'occasione per ripercorrerne i primi passi nel campo della narrazione letteraria. I racconti, di ambientazione quasi esclusivamente cagliaritana, consentono al lettore di scoprire lo stile, la lingua e le tematiche degli esordi. L'edizione critica tiene conto delle note a penna autografe, delle correzioni e delle variazioni apportate al testo dattiloscritto dallo scrittore, una nota biobibliografica e un breve saggio del curatore."" -
L' oro di Fraus
Un giovane ragazzo di Fraus, piccolo paese di provincia, sparisce misteriosamente. Dopo giorni di disperate ricerche viene ritrovato morto in fondo a un pozzo nella campagna. La chiave del delitto, su cui aleggia il sospetto di una violenza carnale, si nasconde nella poco credibile testimonianza di alcuni ragazzini che parlano di strane luci nel cielo e di una miniera abbandonata dove accadono cose oscure e inspiegabili. L'indagine del protagonista-narratore, che prosegue ininterrottamente nonostante minacce e incidenti, scatena una trama di dicerie sospetti e dubbi che conducono alla scoperta di una realtà imprevedibile. Nei nastri registrati dal sindaco durante la conduzione della sua indagine privata è contenuta una possibile verità su quanto è accaduto. -
Matematici nel sole
Una grande storia d'amore raccontata dai confini della morte. Lui, Hus, si ammala gravemente, affronta stoico il dolore, le terapie, e prepara con lei, Wif, i dettagli di una laica e insolita cerimonia funebre. Accadesse il peggio, non intende lasciare nulla al caso. S'innesta così nel viaggio verso la drammatica incognita, la storia dei momenti fondamentali di una vicenda amorosa nata sotto la stella di una passione irresistibile. Lei più grande di lui, non senza complessi che provocano schermaglie, una vita celebrata come un'intensa cerimonia, in ogni singolo attimo, anche il più semplice e quotidiano. Una famiglia con due figli oramai adulti. Nulla sfugge a questo senso avvolgente del rito: gioie, lutti, sesso, piccole cattiverie che sono anch'esse il segno di un affetto sterminato. Il pensiero della morte accentua il senso della vita e illumina ogni sua minima manifestazione di cui Stelzer - con stile scintillante ma diretto - sa sempre compulsarne il mistero, nella sua doppia essenza: fisica e spirituale. Un romanzo senza reticenze sulla crudeltà e lo splendore dell'esistenza umana. -
Palestine
Da qualche parte in Cisgiordania, tra la Linea Verde e la cintura di sicurezza, una pattuglia israeliana è assalita da un commando palestinese. Un soldato viene ucciso, un altro, Cham, viene rapito. Ferito e in stato di choc, l'ostaggio perde la memoria. È stato accolto da una famiglia palestinese, una donna cieca e la figlia Falastin. Il fato ha voluto che Cham assomigli in modo straordinario al fratello di Falastin, Nessim, scomparso in circostanze misteriose. E così l'ex soldato rientra nel mondo, ma per viverlo dall'altra parte dello specchio e scoprire le tensioni della vita quotidiana dei palestinesi nella terra occupata. Ma come sempre accanto all'odio è presente l'amore, che raggiunge il culmine in Falastin, figura di moderna Antigone, alla ricerca dell'unione tra gli opposti, inammissibile in un mondo ancora devastato dall'afflizione. -
Il paese del vento
"Nonostante tutte le precauzioni e i provvedimenti del caso, il nostro viaggio di nozze fu disastroso. Ci si sposò di maggio, e si partì subito dopo la cerimonia: un bel mezzogiorno ventilato, fragrante di fiori. Rose, rose, ci accompagnavano: le fanciulle le gettavano dalle loro finestre, con manciate di grano e sguardi d'invidia amorosa: la stazione ne era tutta inghirlandata; e rosseggianti anche le siepi della valle. Rose e grano: amore e fortuna: tutto ci sorrideva. La mèta del nostro viaggio era sicura, adatta alla circostanza: una casetta fra la campagna e il mare, dove il mio sposo aveva già qualche volta villeggiato: una donna anziana, discreta, brava per le faccende domestiche, da lui già conosciuta, doveva incaricarsi di tutti i nostri bisogni materiali. E noi si sarebbe andati a spasso, lungo la riva del mare, o fra i prati stellati di ligustri, o più in là fra i meandri vellutati di musco della pineta canora""""." -
Alba dei giorni bui
A trentasei anni Alba Pistis osserva smarrita le macerie della propria famiglia. È la sorella maggiore - big sister, sorri manna - di due gemelli, maschio e femmina, ma nei loro confronti si è sempre sentita come una madre, e il carico è aumentato dopo la morte dei genitori. Ma qualcosa è cambiato, lei se ne accorge troppo tardi, dopo anni di vita al rovescio, di lavoro notturno all'istituto di genetica. Alba non riconosce più questi suoi fratelli cresciuti di nascosto che ormai disconoscono il suo ruolo, mentre vi ritrova, con sgomento, i genitori defunti: nelle parole, negli atteggiamenti e nei silenzi d'ogni giorno. Con un silenzio che fa male, senza spiegazioni, partirà Valentina, non prima di aver confessato il segreto suo e di Carlo. -
L'ultima parola. In viaggio. Nel jazz
Questi appartati scritti di Jack Kerouac testimoniano ancora una volta due grandi motivi dello scrittore americano: il viaggio e il jazz. Meglio: in viaggio e nel jazz, perché ad imporsi nella lettura di Kerouac è il dinamismo della sua prosa e l'immersione della scrittura nel suo oggetto. ""Se chi scrive è la musica, Kerouac diventa musica. Se chi scrive è il viaggio, lui si fa percorrere dalle visioni, diventa strada. Così diventa occhio, mano che impugna una fotocamera nelle mani di Robert Frank... Diventa toro, sangue, e chi scrive è la stupidità umana... diventa gente, e linguaggio della gente: Dave, il ragazzo messicano, l'umanità di Tangeri con Burroughs, gli irochesi, la patetica visione dell'eroico country quotidiano di un'America bambina che non vorrà mai crescere. E Kerouac diventa America. Ma, come i bambini, la rompe e la rifà diversa""""."" -
Vincendo l'ombra
Già eroine nel romanzo ""Oltremare"""", le sorelle Grazia e Antonia tornano a essere protagoniste. Prosegue l'appassionante vicenda che dopo quindici lunghi anni le vede ancora divise: una in Argentina con l'intera famiglia dal 1913, l'altra sola a Olai, paesino dell'entroterra sardo. L'assiduo scambio epistolare ha consolidato il legame. Ora, in pieno Fascismo, c'è da affrontare l'insidioso ostacolo della censura: un'ombra sinistra che invade e vigila creando nuove distanze. Se la vivace corrispondenza da Buenos Aires racconta di una progressiva ascesa sociale per gli italiani di nuova generazione, Antonia riserva ai suoi cari solo una verità mutilata. Ma in lei si rifugia uno spirito sensibile a ogni forma di disagio, ribelle alle costrizioni, pronto a vivere più di un amore scomodo. Seppur in sordina, Antonia si forma una coscienza politica perché è ancora la Grande Storia ad abbattersi con ferocia sulla comunità di Olai: con la guerra che travolge i giovani; la tragedia degli sfollati da Cagliari bombardata; la sotterranea resistenza al regime.""