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La versione di Ivan. Storia di un resistente negli anni del populismo
Ivan Scalfarotto, da attivista, parlamentare, membro del governo, è stato protagonista e testimone diretto di alcune delle più importanti battaglie politiche degli ultimi dieci anni: dalla legge sulle unioni civili approvata tra mille ostilità al percorso accidentato della riforma costituzionale, dal naufragio del DDL Zan alla tumultuosa ascesa e caduta dei Governi Conte. Fedele a una passione per le idee e i diritti da difendere che gli è costata in più occasioni violenti attacchi dagli oppositori, e anche diverse salve di fuoco amico. Oggi che da alcune di quelle battaglie sono nate leggi dello Stato, e sono cresciute nuove sensibilità, Scalfarotto ripercorre la cronaca politica di questi anni, ne svela i retroscena inediti, e soprattutto invita ad avere il coraggio di un pensiero diverso per affrontare i tempi difficili che stiamo vivendo. ""Al mondo chiuso e costruito sulle paure dei populisti e dei sovranisti, dobbiamo contrapporre un'idea speculare e alternativa. È la Repubblica, quella disegnata dalla Costituzione: una società aperta e mobile, inclusiva e accogliente, laica, fatta di diritti e di doveri, che celebra le proprie differenze come una ricchezza e rimuove gli ostacoli che si frappongono all'uguaglianza tra i cittadini. Un Paese consapevole delle proprie possibilità e capace di farne l'uso migliore."""" (Ivan Scalfarotto)"" -
Coppie. Storie di desiderio e trasgressione
Giuseppe Cruciani racconta senza pregiudizi, con ironia e molta curiosità, quegli oggetti instabili che sono le coppie. Due persone che stanno insieme camminano come un equilibrista sul filo, ogni sbandamento può provocare una caduta fragorosa. Eppure, molti schivano gli inciampi e trovano in un’altra persona un punto di stabilità: talvolta con facilità, altre volte, come in questo libro, seguendo percorsi imprevedibili. In questi “comizi d’amore” contemporanei, Cruciani raccoglie le storie di coppie giovani e mature, vicine o a distanza, ne racconta i capricci, le sorprese quotidiane, il sesso e l’amore, gli eccessi e le abitudini. Un inedito prontuario contro il logorio della coppia moderna, che sfida anche gli argomenti degli scettici più accaniti. -
«Friends», amanti e la Cosa Terribile
"Salve, il mio nome è Matthew, anche se potreste conoscermi con un altro nome. I miei amici mi chiamano Matty. E dovrei essere morto."""" Inizia così l'avvincente storia dell'acclamato attore Matthew Perry, che ci accompagna in un viaggio che va dalla sua infanzia, segnata dal desiderio di emergere, al raggiungimento della fama e poi alla dipendenza e al recupero, dopo essere stato in fin di vita. Prima delle frequenti visite in ospedale e dei periodi di disintossicazione, c'è stato un Matthew di cinque anni, che viaggiava da Montreal a Los Angeles dividendosi tra i genitori separati; un Matthew di quattordici anni, stella del tennis canadese; un altro Matthew ancora, che a ventiquattro anni ha ottenuto l'ambitissimo ruolo da co-protagonista nel cast della serie più attesa del momento, allora chiamata Friends like us (divenuta poi famosa in tutto il mondo col titolo di Friends)... e molti altri ancora. Nelle pieghe di una storia straordinaria che solo lui poteva scrivere - e con la voce appassionata, esilarante e calorosamente familiare che lo caratterizza -, Matthew Perry racconta senza reticenze la famiglia che lo ha cresciuto (e che lo ha anche lasciato a se stesso), il desiderio di riconoscimento che lo ha spinto verso la fama e il vuoto interiore, che non poteva essere colmato nemmeno dalla realizzazione dei suoi sogni più grandi. Ma racconta anche la pace che ha trovato nella sobrietà, e come ha vissuto l'immenso successo di Friends, condividendo aneddoti sui suoi compagni di cast e sulle altre star che ha incontrato lungo il cammino. Schietto, consapevole e venato dall'umorismo che abbiamo imparato a conoscere, Perry descrive in modo vivido la sua battaglia contro la dipendenza da alcol e droghe e il motivo per cui, nonostante avesse apparentemente tutto,, nulla riusciva a renderlo felice. """"Friends, amanti e la Cosa Terribile"""" è un memoir intimo e illuminante, che offre una mano tesa a chiunque stia lottando per la sobrietà. Brutalmente sincero, divertente e a tratti tragico... Prefazione di Lisa Kudrow." -
Collemammole
Storico dell'arte di chiara fama, Alessandro Marabottini nutriva numerosi altri interessi, coltivando la pittura e la scrittura. È infatti autore anche di opere narrative quasi tutte inedite. Tra esse spicca questo corposo romanzo storico dal sapore autobiografico, che ha come sfondo la villa di Colleramole - nel romanzo Collemammole - situata sulle colline dell'Impruneta nei pressi di Firenze. Da qui ha origine la saga della casata dei Guidotti, a partire dal neobarone Ippocrate fino ad arrivare a Guido, suo ultimo discendente e voce narrante. Le vicende della famiglia non sono solo legate alla villa ma a numerosi altri luoghi, dall'Africa alla Scozia e, per restare in Italia, a Livorno e a Messina - città di origine di uno dei rami della famiglia - che nel romanzo viene ampiamente descritta nelle tragiche circostanze del terremoto del 1908. Ma Collemammole resta il punto di ancoraggio di una vicenda familiare e personale, il luogo dove i destini si intrecciano nello scenario dell'Italia post-risorgimentale, e dove, attraverso le microstorie dei tanti personaggi che qui si avvicendano, si raccontano diverse guerre, l'avvento della dittatura fascista e gli sconvolgimenti sociali avvenuti tra la metà dell'Ottocento e il secolo successivo. Pubblicato in occasione del decimo anniversario della morte dell'autore, scomparso nel 2012, questo romanzo inedito, dall'animo classicheggiante ed eroico, arriva in libreria in una edizione corredata da dipinti autografi e fotografie. -
L' arte dei prodotti eccellenti. Incantare i clienti con l'esperienza di un marchio di qualità aumentata
In un'ottica contemporanea, in cui le aziende mirano al raggiungimento di obiettivi di guadagno in tempi rapidi e perdono di vista il senso della pazienza e della cura, i marchi italiani spiccano per la loro capacità di creare prodotti di qualità superiore, in grado di resistere sia alla concorrenza del mercato che all'usura del tempo. Perché? Lo spiega, in queste pagine, Riccardo Illy, presidente di Polo del Gusto. Anche in un'era di forte concorrenza sul mercato, infatti, il Gruppoilly è rimasto ai vertici dell'industria del caffè semplicemente utilizzando gli ideali e i valori chiave del business italiano: una ricerca della qualità e della eccellenza, che non è disposta a scendere a compromessi per competere sul prezzo; una attenzione alle tecniche tradizionali, alla storia del prodotto e del marchio, capace al tempo stesso di adottare l'innovazione quando si dimostra vincente; e un impegno nella creazione di un prodotto che ""faccia bene"""" non solo a produttori e consumatori, ma a tutta la filiera dei lavoratori, al Paese e al pianeta, in un'ottica - sorprendentemente moderna - di rispetto e tutela delle risorse. In una parola: Incanto. Attraverso il suo esempio emblematico, e raccogliendo le testimonianze dirette di altre aziende a conduzione familiare che hanno fatto, e ancora fanno, la storia del business italiano e internazionale (si pensi a Riva 1912, Domori, Pintaudi, Mastrojanni, Bisazza, Zegna, Agrimontana, Damman Frères e molti altri), Riccardo Illy ci conduce all'interno della sua attività, mostrando al lettore le sue carte vincenti e descrivendo, con amore e passione, cosa significa fare impresa e farla bene secondo gli standard aziendali italiani che hanno portato il sogno di suo nonno a diventare una realtà apprezzata in tutto il mondo."" -
Fede, speranza e carneficina
In oltre quaranta ore di conversazioni private con il giornalista Seán O'Hagan, Cave si immerge nel suo mondo interiore per riflettere su ciò che davvero muove la sua vita e la sua creatività. Affrontando temi come fede, arte, musica, libertà, lutto e amore, questo volume ripercorre con sincerità la vita di Cave, dall'infanzia a oggi: i rapporti sentimentali, l'etica del lavoro e la sua profonda trasformazione negli ultimi anni. ""Fede, speranza e carneficina"""" è lo slancio di speranza e ispirazione di un artista visionario."" -
Nanda e io. I miei anni con Fernanda Pivano
«Aveva un braccio al collo, ma sentiva che il mondo le dava ancora ascolto. Rivolse come sua abitudine lo sguardo oltre il soffitto alla ricerca delle parole e mi dettò senza dubbi o esitazioni un articolo che rivelava il fallimento dei suoi sogni, ma non dell’entusiasmo di chi quei sogni ancora li aveva. Diceva che negli spazi sotto la luna, dove quei ragazzi avevano parlato di fiori e fatto l’amore, qualche anno dopo si era finiti a parlare di come far arrivare l’acqua calda nelle soffitte. Si era finiti a parlare di rinunce e del pericolo dei sogni. Del prezzo del petrolio e delle armi. Poi Nanda mi guardò negli occhi. “La storia la fate voi ragazzi con i vostri capelli lunghi, figli di puttana che non siete altro!” A lei, che i beat li aveva conosciuti molto bene, non restava che augurare a noi, nuova generazione di giovani sconsolati, di fare almeno qualcuna di quelle azioni libertarie.» È con dolcezza e grandissima stima che, in queste pagine, Enrico Rotelli racconta Fernanda Pivano: lo fa in qualità di suo assistente – lo è stato dal 2004 – ma soprattutto con la veemenza di un giovane non ancora trentenne che, di fronte a un futuro incerto, sogna l’avventura della rivoluzione e della letteratura. È stato al suo fianco negli ultimi anni, aiutandola nella stesura dell’opera forse più importante di tutte: la sua autobiografia. E ora, in questo toccante memoir che ha il sapore di un romanzo di formazione, rivive quegli anni, i viaggi, gli incontri con i migliori geni di un’epoca passata ma non per questo perduta, anzi sempre viva e vibrante di generazione in generazione, e compone così il ritratto – intellettuale e profondamente umano – di una delle figure più autentiche e dirompenti della letteratura italiana. -
Diari. Da «Salvatore Giuliano» a «Carmen»: il cinema della ragione (1861-1984)
A cento anni dalla sua nascita, ripensare e rileggere Francesco Rosi, uno dei registi più impegnati e coerenti della storia del cinema italiano del dopoguerra, può essere un'occasione per capire il nostro confuso presente facendo chiarezza nella nostra capacità di vedere il passato. Rileggere il pensiero di Rosi non è un'iperbole, ma si riferisce letteralmente al corpus dei suoi diari: scalette, riflessioni e appunti che hanno accompagnato la genesi di ogni suo film e che vengono qui presentati per la prima volta. Questa raccolta, corredata da una selezione di immagini inedite, schizzi e annotazioni, è anche la testimonianza di un'epoca che ha avuto una genìa di artisti e scrittori ineguagliabili, ""compagni di viaggio"""" di Francesco Rosi come Suso Cecchi d'Amico, Tonino Guerra, Raffaele La Capria, artisti e intellettuali che vedevano lo sguardo cinematografico non come una velleità intellettuale ma come un obbligo morale ed etico per intervenire sulla realtà del proprio paese. Dal film Salvatore Giuliano alla Carmen, la lettura di questi diari diventa sia specchio dell'artista Rosi e dell'evoluzione del suo linguaggio, sempre a cavallo fra l'inchiesta documentata e l'opera d'arte cinematografica, sia un viaggio in filigrana sulla storia tormentata dell'Italia, sulla storia di come il potere, in ogni società, in ogni tempo, possa compromettere lo sviluppo economico, sociale e culturale. Prefazione di Giuseppe Tornatore."" -
Calendario da muro 2023
Una selezione di pensieri e citazioni dai libri di Paulo Coelho per accompagnare l’anno attraverso i romanzi e l’opera dello scrittore più tradotto al mondo. Le parole di Coelho sono vitamine per l’anima, un messaggio positivo che invita a vivere ogni giorno come una nuova avventura da condividere con gli altri.rnPer ogni settimana dell’anno, un’immagine dedicata alla natura incontaminata e una frase dell’alchimista della parola.rnFormato: 24x32 -
Calendario da tavolo 2023
Una selezione di pensieri e citazioni dai libri di Paulo Coelho per accompagnare l’anno attraverso i romanzi e l’opera dello scrittore più tradotto al mondo.rnLe parole di Coelho sono vitamine per l’anima, un messaggio positivo che invita a vivere ogni giorno come una nuova avventura da condividere con gli altri. Per ogni settimana dell’anno, un’immagine dedicata alla natura incontaminatarne una frase dell’alchimista della parola.rnFormato: 16x17 -
Milva. L'ultima diva. Autobiografia di mia madre
Instancabile, volitiva, perfezionista, curiosa, elegante, ossessiva, generosa, eternamente insoddisfatta... Questi sono soltanto alcuni degli aggettivi che definiscono Milva, l’ultima diva di un mondo che da Goro, sul Delta del Po, ha saputo aprirsi fino a Parigi, la Germania, il Giappone... Milva, all’anagrafe Maria Ilva perché il parroco di Goro non volle acconsentire a quel nome senza santa protettrice, è come se avesse vissuto cinque vite, ogni volta diverse, accompagnate da persone differenti, e sfide e palcoscenici nuovi, ciascuna raccontata in una parte di questo libro. Di queste cinque vite, la figlia Martina Corgnati ci offre un racconto completo, dall’infanzia agli ultimi giorni, un racconto intimo come solo lo sguardo di una figlia può essere, che non risparmia le fragilità e le contraddizioni di una donna insicura nel confronto continuo con il pubblico e con la critica, ma capace di affrontare il palco, e l’esistenza, con una forza e un talento straordinari – quelli di una pantera, come si è detto. -
A tutto Mambor. L'arte di osservare. Catalogo della mostra (Palermo, 18 maggio-15 luglio 2019). Ediz. illustrata
"Ma come funzionano le immagini in Mambor? E perché a distanza di oltre cinquant’anni dal loro concepimento esse sono ancora attuali? È noto che Mambor, come tanti suoi colleghi, soprattutto italiani della sua generazione, si sia servito di immagini mutuate dai media (il che significa riprese da giornali, riviste, rotocalchi) o dalla segnaletica stradale con un fine ben preciso: ovvero quello di “umanizzarle”. Anche se Mambor aveva già esposto in alcune mostre collettive già a partire dal 1959, sarà con la mostra del 1963 alla Galleria La Tartaruga, dal titolo “Lombardo, Mambor, Tacchi. Tre pittori romani”, che irrompe sulla scena artistica romana e nazionale (per non dire internazionale, dato che a quei tempi Roma lo era a tutti gli effetti), con una serie di opere che ponevano al centro del discorso il problema della standardizzazione umana a seguito dell’influenza passiva nei confronti dei media (“Uomini - Timbro”, “Stadio”, “Folla” fanno parte di questa serie).""""" -
Piccola Russia. La collezione di arte russa e sovietica di Laura e Giuseppe Boffa. Ediz. illustrata
In questa collezione di arte russa e sovietica c’è molto del gusto, sobrio ed elegante, di Laura e Giuseppe Boffa. Ma soprattutto c’è la testimonianza di una intensa esperienza di vita, di una adesione culturale, politica e perfino sentimentale alle vicende della Russia post-rivoluzionaria, che così tanto ha contato nelle loro biografie. Del resto, ognuna di queste opere è stata acquisita non certo attraverso un mercato dell’arte, che all’epoca non esisteva, ma grazie a una immersione totale nella vita intellettuale moscovita e all’amicizia con gli artisti o i loro eredi. È questo tocco esistenziale che conferisce alla collezione la sua singolare fisionomia, legata com’è a una stagione a suo modo eroica della storia sovietica, quella dominata dalla figuradi Nikita Chruščёv. Nelle passioni e nei conflitti di quell’epoca presero forma molte delle convinzioni che poi avrebbero guidato il loro rapporto con il mondo russo. -
L' arte senza l'arte. Mutamenti nell'era analogicodigitale
Cos'è accaduto all'arte di oggi da renderla tanto diversa dal passato? Per comprenderlo si deve riflettere sul fatto che il mondo, la realtà, il tempo, la percezione che noi ne abbiamo sono profondamente mutati da quando il digitale ha assunto un ruolo decisivo nella determinazione non solo del nostro ambiente ma anche della nostra vita. Per la prima volta nella storia dell'umanità abbiamo infatti creato una tecnologia che non è solo d'uso, e cioè utilizzabile per uno scopo specifico, ma che si caratterizza come 'esistenziale', essendo divenuta determinante nel qualificare l'esistente e la qualità dell'esistenza. L'arte, non diversamente dal resto, sta partecipando alla rivoluzione nella quale siamo, mostrando essa stessa i segni di un mutamento che non è solo riconducibile a fattori di tipo linguistico o formali, ma che insiste fin dentro la natura del suo ruolo e delle sue funzioni. -
Syrian Civilization is Still Alive. 58ª Biennale di Venezia. Syrian Arab Republic Pavilion 2019. Ediz. bilingue
[...] Il background molto vario degli artisti siriani, l’ampiezza dei loro contatti con altre esperienze artistiche in giro per il mondo, acquisite con la partecipazione ad eventi artistici di respiro internazionale hanno contribuito a rendere unica l’arte prodotta in questa regione. Per mezzo secolo gli artisti siriani hanno partecipato alla Biennale di Venezia. Tra di loro, due importanti esponenti delle arti visive siriane: Fatih Almoudares e Louay Kayali. È dal 2007 che la Siria ha il piacere di prendere parte a questo importante evento internazionale con un proprio Padiglione e avvalendosi della collaborazione di artisti internazionali che hanno adottato una grande varietà di stili. In questa edizione un ringraziamento speciale va agli artisti della madrepatria: Saad Yagan, la cui pittura si concentra sulla presenza umanitaria in Siria; Ibrahim Al Hamid, che si ispira alle tradizioni locali; Abdalah Abouassali con il suo realismo e Saed Salloum la cui astrazione guarda a mondi surreali. Con la loro partecipazione a Syrian Civilization is Still Alive, gli artisti invitati spingono oltre i confini nazionali la dimensione dialogica del proprio lavoro. [...] -
Biasio. My details. Ediz. illustrata
Tutta l'opera pittorica di Giuseppe Biasio sembra ricevere la propria spinta a esistere, a esserci, da queste due fondamentali ambizioni. Una pittura che, se si conviene con questa traccia interpretativa, è lecito immaginare perennemente in viaggio, protesa a raggiungere luoghi, oggetti, nomi, momenti che si possano dire remoti, oppure perduti. Che si lascia consapevolmente attrarre nell'orbita del desiderio - desiderio di conoscere, incontrare, carpire - affinché sulle superfici lasci la sua impronta la carne del mondo. Che racchiude nella sua materialità tanto composita, quanto seduttiva, l'idea che l'opera possa dirsi compiuta nel momento in cui 'eccede' i suoi stessi confini; che possa dirsi riuscita quando sa riferire dei suoi spostamenti ideali nello spazio o attraverso il tempo. -
Fabrizio Tedeschi. Contemporary totem. Ediz. illustrata
Dopo gli anni del concettualismo e del neo-espressionismo e dei suoi epigoni, l'opera d'arte torna a darsi un progetto fatto di forme e significati dati dalla immediatezza espressiva. Questa nuova ricerca è articolata sia come elaborazione di forme più o meno inedite sia come riflessione su un possibile rapporto fra la stessa e il mondo. Ma come ebbe a scrivere Mario Perniola ""si annuncia un tempo che contiene tutte le arti e un'arte padrona di tutti tempi, una contrazione di tutti tempi in un unico tempo che possiede tutte le forme e una mescolanza di tutte le forme, nessuna delle quali ha più intenzione di imporre la propria unicità in nome della necessità storica o della logica delle alternanze stagionali"""". Quindi oggi l'arte è caratterizzata da una molteplicità di proposte, non riconducibili ad un unico movimento, come nel passato, ma si realizza grazie a una specifica e personale cifra stilistica all'insegna della sobrietà e del distacco mentale."" -
Eugenio M. L'amore e la grande Guerra
Un romanzo che scorre tra la Sicilia, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia ma che coinvolge tutta l'Italia, finalmente unita. Un libro che è uno spaccato di umanità attraverso gli occhi di Eugenio M. poeta, marito, amante, padre e soldato. La sua storia d'amore si intreccia al fervore e agli eventi dei primi anni del '900; poi travolto anch'egli dalla Grande Guerra. Sopravvive agli orrori del conflitto scrivendo su due quaderni neri con i bordi rossi; i suoi stati d'animo, le sue amicizie e i fatti che realmente gli accadono. -
Chef Cristina Bowerman incontra Eugenio Tibaldi. Ediz. italiana e inglese
"Questo libro parla di una grande chef, Cristina Bowerman, e di un grande artista, Eugenio Tibaldi. E affronta le loro relazioni creative, le loro differenze, le loro sintonie e i lunghi anni di evoluzione della loro ricerca. Imbarcarsi in una collana editoriale che mette a confronto artisti e cuochi può essere al contempo la scelta più scontata del mondo (assimilare cucina e creatività ormai è cosa sdoganata) e l’impresa più complicata possibile. [...] Arte e cibo, dicevamo in premessa, sono ambiti creativi che sperimentano le loro sovrapposizioni ormai da anni. Solitamente con una banalità fastidiosa, ai confini dell’inutile e ai bordi del dannoso per entrambi i versanti. Ma la superficialità può andar bene ed essere tollerabile quando ci si misura con la dimensione effimera dell’evento, non certo quando si raccoglie la sfida di una pubblicazione libraria chiamata a resistere al tempo nelle librerie, nelle biblioteche, nelle case, negli atelier e nei ristoranti. E allora qui si è dovuti andare necessariamente a fondo. A fondo non soltanto nei legami professionali tra i due protagonisti, ma anche nella relazione fertile tra arte e cibo in generale. Del perché sono storie e approcci che meritano di essere raccontati assieme, perfino nello stesso libro…"""" (Massimiliano Tonelli)." -
Dante 699. L'Inferno illustrato. Ediz. illustrata
«A 699 anni dalla morte di Dante Alighieri, questo libro rappresenta la versione più compiuta del modo in cui Giuseppe Fanfani, per tutti Beppe, rende omaggio alla Divina Commedia. Così l’artista lavora all’illustrazione del celeberrimo scritto, in cammino, anche lui, nell’onda di un’altrettanto illustre tradizione: dando vita a un binomio arte-letteratura dalla soluzione del proprio essere, insieme, autore e scrittore. E tale condizione si fa precipua e strumentale, perché in questa maniera egli scopre e riscopre di continuo la sua ambivalenza. Il libro tratta la versione iconografica dell’Inferno dantesco, che l’artista realizza mirando all’emozione comunicata non tanto tramite una tecnica figurale curata e minuziosa, quanto contaminando la figura stessa di soluzioni quasi informali, immerse in atmosfere dense, cariche, turbate, stranianti, coltivando spontaneità e immediatezza: sentimenti che si lasciano voluttuosamente trasmettere all’occhio e alla mente di chi osserva. [...]»