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Zeta Ridicolo 1971. Storie dal buco nero
Insoddisfazione, psicosi e paure, sono alcuni dei tratti che caratterizzano questa raccolta di racconti horror-fantasy. Personaggi dall'identità sfuggente, come le loro ambientazioni, che inevitabilmente porteranno la tua mente a fissare punti cardine assenti, lasciandoti la libertà più bella di tutte: quella dell'immaginazione. Sono storie che naturalmente riportano tutto quello che di orribile e surreale potrebbe succedere nel quotidiano, se il lato oscuro della psiche umana, prendesse il sopravvento. -
Centone di Qzone 2019. Raccolta incompleta degli articoli apparsi nel sito
Nel web è presente un sito a nome Qzone. Parte di questi articoli sono raccolti nel testo pubblicato per permettere al lettore che lo desidera di conservare in forma cartacea quanto reperibile in rete. -
La base fisica della vita
"Perché tradurre per la prima volta in italiano """"La base fisica della vita"""" di Thomas Huxley? La conferenza che il geniale autodidatta, poi professore di Storia Naturale alla Royal School of Mines, tenne nel 1868, in che senso può, circa centocinquant'anni dopo, essere d'attualità? I contemporanei, soprattutto gli ambienti accademici vicini al potere ecclesiastico, lo disprezzarono, ma anche il più vasto contesto scientifico lo ignorò a lungo. Solo recentemente le sue idee, nella loro appassionata e anche, direi, poetica esposizione, tornano a esibire l'intuizione profonda circa la base fisica comune a tutte le forme viventi."""" (Dalla postfazione di Antonio Bianconi)" -
Celebrazione. Ediz. multilingue
"Un lettore che volesse rendere giustizia alle poesie raccolte in Celebrazione dovrà anzitutto rinunciare alla tentazione di analizzarle, di classificarle o di darne una spiegazione. Perché ciò che qui incontrerà sono incroci, scenari verbali con cura disposti a produrre la scintilla, la rivelazione di quanto sta dietro le consuetudini percettive e sentimentali, di quel qualcosa di sfuggente, che non accetta di essere definito da parole-gabbia, perché si farebbe fossile, mentre può essere intravisto, può manifestarsi, quando è invocato con parole-uccello, e così può raggiungere il corpo e la voce di chi lo trova. Tutta l'opera di Leonardo Garet aspira, più o meno dichiaratamente, a uscire da sé, a straripare nelle mani del lettore, a coinvolgerlo intimamente nella danza universale di spostamenti e metamorfosi."""" (Dalla postfazione di Eloy Santos)" -
L' abitino blu. Ediz. multilingue
"Un'antologia minima di Reginald Gibbons. E tuttavia trabocca delle tematiche che rendono inconfondibile la sua poesia. Il tema della passione amorosa anzitutto, dato che la raccolta si apre su una poesia di sensualità delicata, con sfumature quasi mistiche (Servizio religioso) e chiude su un poemetto di desiderio, violenza, morte e rimpianto (L'abitino blu). Solo formalmente si tratta di due opposti, perché i due temi della delicatezza, non solo dei sentimenti, ma del tatto, del tocco delle mani, e l'altro, dell'impulso irresistibile, rapinoso, verso l'oggetto della passione, vibrano e s'intrecciano dall'uno all'altro estremo."""" (Dalla postfazione di Piera Mattei)." -
Figlia d'Adamo. Ediz. multilingue
La poesia di Debora Greger vede al centro della scena un'adulta, negli anno Novanta dello scorso secolo, che nella sua poesia interpella quanti erano adulti e responsabili delle scelte gravissime della politica e della scienza, negli anni dell'infanzia, negli anni Cinquanta. Li interpella senza risentimento ma con un'ironia tagliente, che chiede conto non tanto della malafede, quanto dell'incoscienza. -
Regina del silenzio
"'Regina del silenzio' è un poemetto da cui altri critici potranno forse trarre significati nascosti, addirittura allusioni, allegorie. Qualcuno vi leggerà il gioco, il tentativo di seduzione. A noi piace presentarlo cosi, come un'effusione, un canto sincero, che ripete l'eco di letture e modelli letterari profondamente assimilati e amati. Modelli classici che l'Anonimo autore reinventa e rivive, nella propria originale, ribelle e persino, a tratti, scandalosa o scandalizzante, sensibilità, per dare parole a una gelosa e muta ferita. 'Regina del silenzio' si muove in un'atmosfera quasi atemporale : un'esaltazione amorosa, un sentimento forte, radicato nel corpo, nato da 'un nulla' nella chiara coscienza del nulla."""" (Dalla Postfazione di Piera Mattei)" -
Mare bianco di mezzo. Ediz. multilingue
"È stato andando a raggiungere Moncef a Mahdia, città dove è nato e dove ininterrottamente è vissuto fino a diciannove anni, che ho meglio compreso la sua ispirazione, perché Mahdia, il Mediterraneo, 'il mare bianco di mezzo' come loro lo chiamano, e la vita dei pescatori è l'universo della sua poesia. Il mare è forza rispetto alla quale misurare le proprie forze ed è inoltre risorsa vitale, nutrimento."""" (Piera Mattei da """"Tunisia, novembre 2010, diario di viaggio"""")." -
A volte muoio. Ediz. multilingue
!Dentro queste poesie Janet Nunez si trasforma in avatar di Alice di Carroll, ugualmente coraggiosa al momento di attraversare la soglia dell'apparenza. Ci conduce per mano in temibili paesaggi interiori, vediamo meglio ciò che non si vede. Seguiamo i suoi passi in città sotto il cui suolo si estende l'inverso di città identiche...""(Dalla postfazione di Eloy Santos)."" -
La quinta ruota di scorta. Ediz. multilingue
"Forse la poesia è la coda perduta dell'uomo?"""" propone in un saggio Kalju Kruusa, indubbiamente una delle voci poetiche più originali, ingegnose e colte della poesia estone di oggi. Per presentarlo conviene iniziare dal nome: in realtà Kalju Kruusa esiste esclusivamente nel mondo letterario, è lo pseudonimo di Jaanus Valk. Caratteristico della sua poesia è che il gioco sfaccettato dei significati, i paradossi logici della vita o le analogie sorprendenti tra cose e fenomeni si rivelino nel quotidiano, nei dettagli apparentemente domestici e consueti." -
Istanbul. Poetry festival 2012
Nella stupenda cornice di una delle grandi capitali europee, cronache riflessioni e immagini da una delle invitate all'Istanbul Poetry Festival 2012 -
Un gesuita tra gli estoni. Lettera di Antonio Possevino a Eleonora, duchessa di Mantova, arciduchessa d'Austria
La breve lettera del gesuita Antonio Possevino alla Duchessa di Mantova, Arciduchessa d'Austria, è documento poco noto che descrive un capitolo della storia della Controriforma. Soprattutto è un vivacissimo trattatello di antropologia sulla lingua, il carattere e i costumi degli estoni, quali i Padri gesuiti li conobbero, nella seconda metà del Sedicesimo secolo. -
Storia del primo amore e del secondo e del terzo amore di un cuore metafisico
Lo stesso autore considerava come una narrazione a parte i tre capitoli delle ""Memorie inutili"""" dedicati agli amori giovanili, che compongono il nostro volume. Questi racconti non ricadono tout court nel genere delle memorie galanti, così in voga nel Settecento. Riconosciamo lo stile insieme ingenuo e ironico, la voce blandamente misogina dell'autore è ben udibile, e le donne, tutte poco """"virtuose"""", conservano tuttavia un'incantevole innocenza, quasi fiabesca. Quanto alla lingua, il feroce disprezzo verso ogni stile contaminato da residui secenteschi, da francesismi alla moda, da vocaboli e costruzioni sintattiche plebei o dialettali, non limita in alcun modo la grandissima libertà espressiva, che arriva a foggiare, per vocaboli noti, significati originali, come quell'aggetivo """"metafisico"""" per dire l'innocenza del giovane innamorato che fino allora, sull'amore, si era formato soltanto sui libri."" -
Nessun luogo che sia mio
Un libro che permette al lettore italiano di avvicinarsi a una delle voci più intense della poesia latinoamericana d'oggi. Personalità complessa, con attitudini molteplici e un'ampia curiosità che lo porta a scandagliare con uguale successo i vari campi della letteratura, dalla critica alla saggistica, dall'aforisma alla traduzione, dalla narrativa alla poesia in versi e in prosa, Marco Antonio Campos occupa nelle lettere messicane di oggi un posto di tutto rispetto e chiaramente identificabile. Questa antologia, che si arricchisce di cinque poesie completamente inedite, si propone di offrire al lettore italiano un compendio impostato, a nostro parere, sul meglio e sul più significativo della sua produzione poetica di questi ultimi anni. -
1951. Oltre l'oceano
In questo breve scritto sono raccolte alcune impressioni del viaggio via mare, che nel 1951 portò Franco Ferrarotti per la prima volta negli Stati Uniti. A queste impressioni si alternano riflessioni sull'idea stessa di viaggio, ma soprattutto ricordi del periodo della guerra, dell'immediato dopoguerra, della collaborativa amicizia con personalità di assoluto rilievo, come Adriano Olivetti e Cesare Pavese. -
Scogli
Qui i temi fondamentali sono lo scorrere e la natura del tempo, la gioia di essere viva, sperimentando il mondo attraverso i sensi. Traspare anche la sua fascinazione per la letteratura e la cultura giapponese. Agli inizi la poesia di Henrika Ringbom aveva soprattutto attinenza con la natura sonora delle parole, del ritmo e del suono, ma negli anni la ha preso spazio la valenza metaforica del linguaggio. -
Pierre Curie, mio marito
La straordinaria e breve vita di Pierre Curie, il fisico che ha aperto la ricerca nei campi della cristallografia, del magnetismo, della piezoelettricità e della radioattività, raccontata dalla sua compagna di vita e di lavoro. -
Lupo occhio-solo. Ediz. multilingue
Il poeta lettone rivive e affronta attraverso Lupo, sua creatura di finzione, la tragica esperienza di una parziale cecità. -
Finestre su nessuna parte
Un poeta che osserva il mondo nella sua inesauribilità da un luogo imparziale, irraggiungibile. -
Cibus. Saggi, traduzioni e un racconto
Non vi è dubbio che autentica poesia del cibo sia quella che si crea e si celebra tra i fornelli e la tavola. Ma qui parliamo di parole, della materia prima della scrittura. Cominciamo quindi col frugare in quelle particolari dispense che sono i vocabolari, dove cibo non è parola frivola. Cibo dal latino cibus. E qui ci fermiamo. Si tratta di una di quelle parole che definiremmo ""prime"""", come quei numeri che resistono a ogni ulteriore scomposizione. [...] Nella sua valenza biologica e fisica insieme, è parola lontana da ogni commozione: definisce la materia organica che l'animale consuma per continuare il ciclo della vita. Cibo, se usato senza aggettivazione, è entità necessaria e potente, benché passiva nell'atto di essere consumata.""