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Quando il tram arrivava a Mondello. Storia dei ragazzi di via Papireto
La vita di un gruppo di ragazzi a partire dal primo Novecento - quando nel 1912 il tram arrivava a Mondello - con cronaca, fatti, ricordi, in un viaggio insieme alla storia e alla trasformazione del capoluogo. Esperienze umane, luoghi, ritmi di vita, fatti privati e grandi momenti storici vissuti da Giuseppe Paternò. Nel rivivere il passato dall'infanzia in poi, egli si abbandona al fluire di impressioni e ricordi che si collocano in una dimensione di esperienze vissute in momenti ora tristi, ora lieti. La drammatica condizione dei tempi in cui ha vissuto vedono sia il crollo del vecchio ma anche una nebulosa prefigurazione del nuovo. Fatalismo? No, ma speranza di chi ha fede e crede in una società che un giorno potrebbe cambiare ed essere migliore. Questi racconti rivelano la sua fede nella moralità, nella bellezza, nella verità. I sentimenti, i luoghi, gli affetti domestici, la santità della famiglia, il lavoro, restano i fondamenti di una vita vissuta per la comprensione di un mondo sempre in ""fieri"""". Prefazione di Leoluca Orlando."" -
Niente accade. Niente. Storie in Sicilia
"Tante parole per """"niente"""". Già. Perché, a dispetto del titolo (i siciliani si divertono a stupire, con le contraddizioni), quel """"niente"""" è fitto di gesti, emozioni, rabbia, rimpianti, cibo, assessori, burocrati, letterati, parroci, buttane, giornalisti e di tutto il resto dell'umanità irrequieta che popola l'Isola amata e detestata. Niente da fare, molto da scrivere. Meglio che limitarsi a mugugnare."""" (Antonio Calabrò)" -
Il bosco racconta. Linee di politica delle risorse forestali
Parla sorella Ambiente, parla sorella Agricoltura, parla sorella Sviluppo rurale, parla sorella Coesione: parla sorella Foreste che, pane al pane, incomincia a raccontare. Ma attenzione, si recita a soggetto: le foreste infatti non sono soltanto foreste ma svolgono quattro funzioni naturalistica, produttiva, protettiva e sociale, toccano quattro politiche dell'ambiente, dell'agricoltura, dello sviluppo rurale e della coesione, sono governate da quattro livelli il Mondo, l'Europa, lo Stato e le Regioni. Il bosco quindi è un sistema complesso che, dopo anni di oblio - tra Conferenze delle Nazioni Unite, Piani di Azione dell'Unione Europea, Programma Quadro del governo nazionale e, in Sicilia, Piano Forestale Regionale - è ritornato all'attenzione di tutti: le sue parole chiave, necessarie per entrarvi, si chiamavano ieri difesa del suolo e opere idraulico-forestali, legno e carbone, si chiamano oggi anche biodiversità e cambiamenti climatici, biomassa per l'energia e rete ecologica e si chiameranno in futuro servizio ambientale. Il libro, raccontato anche dalle fotografie di Melo Minnella, è presentato da Giuseppe Savagnone, Federico G. Maetzke, Francesca De Luca e Pietro Columba. -
Madri e figlie. Figure del «mostruoso» in «Anger» di Michèle Roberts
La produzione di testi incentrati sulle figure di madri e sul rapporto madri-figlie occupa uno spazio di rilievo nella letteratura inglese. Il tema ha assunto caratteri precipui nell'opera di scrittrici che come Michèle Roberts si collocano in un filone narrativo che ha preso avvio negli anni Settanta e Ottanta sulla scia di teorie e critiche letterarie femministe. Esso è ricorrente nell'opera di Michèle Roberts e questo studio ne prende in esame le figurazioni problematiche presenti nel racconto ""Anger"""" (1988), collegandole all'immagine mostruosa del personaggio mitico di Melusina. Il motivo della mostruosità viene riutilizzato sovversivamente in termini di valorizzazione dell'identità femminile anziché in quelli spregiativi della tradizione letteraria occidentale. La maternità nell'opera di Michèle Roberts si viene a configurare come legame intellettuale madre-figlia che porta alla presa di parola tramite la pratica artistica e all'autoaffermazione in ambito pubblico."" -
Pagine stravaganti di pedagogia umana. Teorie, metodi, prospettive
Socrate: ""Me ne venivo dall'Accademia dritto al Liceo lungo la strada esterna che passa sotto le mura. Giunto all'altezza della postierla ove c'è la fontana di Canopo m'imbattei in Ippotale figlio di Ieronimo e in Ctesippo del demo di Paiano con un gruppo di fanciulli che stavano in crocchio con loro. E appena Ippotale mi scorse, come io gli venivo incontro: - O Socrate!, disse, dove vai? Da dove vieni? - Dall'Accademia, risposi, e vado al Liceo. - Via, vieni da noi, esclamò, cambia strada. Lo merita proprio! - E dov'è che andate?, risposi. E con chi? - Là, mi disse, indicandomi di faccia al nuovo recinto ed una porta aperta. È là che passiamo la giornata. Ci andiamo noi e molti altri bei fanciulli. - E che c'è là? E qual è il passatempo? - Una palestra, rispose, aperta da poco. Vi passiamo gran tempo in chiacchiere, alle quali ci piacerebbe che ci prendessi parte. - Bravi!, dissi io. Chi è il maestro?"""""" -
I sogni possibili. 10 favole per l'educazione all'identità di genere
Le favole ci aiutano ad avere una visione della vita meno egocentrica, a superarne il senso e il significato, a capire noi stesse/i e le/gli altre/i, a ritrovare riferimenti perduti. Spesso sono allegorie di vizi e virtù della natura umana, una denuncia ironica attraverso la quale apprendere una lezione di vita. Tutto questo rende le favole sempre attuali, anche in quest'era tecnologica che sembra aver dimenticato il grande valore che l'umanità, nonostante tutto, conserva. Età di lettura: da 6 anni. -
Gli amanti di Magritte
Due volti celati da un velo, resi immortali da René Magritte, danno vita a uno struggente dialogo dell'anima, fatto di versi e immagini. La loro decisione di uscire dal quadro aspira a una diversa esistenza: diventare un Altro e un'Altra e un giorno, forse, incontrarsi a svelare sentimenti profondi. Un testo che vaga tra due poli archetipici: maschile-femminile, velato-svelato, vita-morte, parola-silenzio, per approdare all'unica cornice che si addice ai due amanti: la poesia. -
Cortile della gomena
"La pioggia lo colse a metà strada, troppo tardi per tornare indietro e procurarsi un ombrello. Poi, sarebbe servito a poco: con quel vento, privo di un qualsiasi impermeabile, anche logoro, il parapioggia non lo avrebbe protetto. Persino il suo cappotto gli avrebbe fatto comodo in quel momento, ma il vetusto indumento faceva brutta mostra di sé nell'armadio di un sarto girgentano; un discendente, con ogni probabilità, di quello che tagliava gli abiti di don Calogero Sedàra, a giudicare dalle giacche esposte di volta in volta nella polverosa vetrina della sua bottega. Glielo aveva portato in settembre, affinché lo rivoltasse per la seconda volta; adesso era novembre inoltrato e non aveva ancora messo assieme il denaro per pagarlo.""""" -
Alle radici dell'intercultura. La filoxenia e la ricerca dell'altro nell'Odissea
«Intanto, nella capanna, Odisseo e il porcaio glorioso cenavano; e con loro cenavano gli altri pastori. Ma quando la voglia di cibo e di vino cacciarono, Odisseo prese a dire fra loro, per provare il porcaio, se l'ospitava di cuore e se l'avrebbe invitato a restare là nelle stalle o spinto in città» (Libro XV, vv. 301-306) -
Rifugiati e migranti
In questo nostro tempo, i fenomeni migratori sono nella stragrande maggioranza dei casi generati da fattori che riguardano le problematiche economiche, politiche e sociali delle diverse regioni del mondo, e in particolare, in quelle aree in cui la povertà, la fame, la mancanza di lavoro o il lavoro ridotto a schiavitù, le carestie, le guerre, la sovrappopolazione, i regimi oppressivi, le persecuzioni delle minoranze e i disastri ambientali spingono sempre più un numero di individui a cercare di raggiungere con ogni mezzo, dopo aver pagato con grandi sacrifici i corrieri di umani, a rischio della vita per raggiungere il ricco occidente. I fuggiaschi dalla miseria e dall'oppressione trovano sempre più, sul loro accidentato cammino, governi non disposti ad accogliere i richiedenti asilo per motivi politici, disattendendo le convenzioni internazionali e la Carta dei diritti dell'uomo. -
Linguaggio e conoscenza in Platone. Il «Cratilo» tra filosofia ed educazione. Nuova ediz.
«Arrivato alle lettere dell'alfabeto, Theuth disse: ""Questa conoscenza, o re, renderà gli egiziani più sapienti e capaci di ricordare, perché è stata inventata come farmaco per la sapienza e la memoria"""". Ma il re rispose: """"O Theuth, sommo esperto di tecniche, altro è la capacità di concepire una tecnica, altro è giudicare il danno e il vantaggio che essa arreca a chi la adopererà. Quello che tu, in qualità di padre delle lettere dell'alfabeto, ora dici per affetto nei loro confronti, è il contrario di ciò che esse sono in grado di fare. Perché indurranno l'oblio nelle anime di quanti le avranno apprese, per mancanza di esercizio della memoria; infatti, affidandosi alla scrittura, essi richiameranno alla mente non più attingendo all'interno di loro stessi, ma da segni esterni. E così hai trovato un farmaco non per la memoria, ma per richiamare alla memoria. E procuri agli allievi non la sapienza vera, ma la sua apparenza, perché, avendo orecchiato molto grazie a te, ma essendo privi di insegnamento, sembreranno onniscienti e saranno per lo più ignoranti e insopportabili da frequentare, perché apparentemente sapienti ma non veramente dotti""""». Postfazione di Leone Agnello."" -
I sandali di Ermes
L'epifania di un bambino riporta un uomo alla ""seducente profondità della memoria"""", ponendolo di fronte alla contraddittoria esperienza di privarsene. L'appuntamento si ripete e i due, nel vortice dell'oblio, compiono il numinoso percorso di chi è chiamato all'arte. La storia di una iniziazione che comincia dalla fine, quando non c'è nulla da dire nell'incanto della realtà che appare a chi è artista da sempre."" -
Arditi rombi nisseni. Storie di gentiluomini felici e veloci. Viaggio negli audaci anni Venti
"Questa pubblicazione costituisce la risposta alla ricerca sugli avvenimenti riguardanti la città di Caltanissetta e la sua Provincia, dall'inizio del XX secolo al 1925. Tra queste, la vicenda motoristica trattata in questa opera che, in considerazione della mia sfrenata risaputa passione per l'automobile e le corse, mi ha reso felice. Ho avuto dunque modo di osservare come le cronache relative alla posa della statua oggi in cima al monumento ai caduti nisseni nella Grande Guerra del 1915-1918, all'epoca, si intersecarono con un esaltante avvenimento sportivo motoristico, il 'Circuito Automobilistico di Caltanissetta - Premio della Coppa Nissena', che per il breve volgere di un triennio si propose come momento parallelo all'altro - più celebre - avvenimento mondano-sportivo, ideato da Vincenzo Florio, la 'Targa Florio'. I fatti e i documenti rinvenuti in archivi pubblici e in collezioni di privati mi hanno spinto quindi a trasfondere la mia 'curiosità' in un testo e quindi ad accompagnare lo stesso con vecchie stampe di dagherrotipi e riproduzioni di fotografie raccolte da oltre venti anni."""" (L'autore)" -
Cosa avete fatto al mare?
"Il libro non è un granché: ne sono consapevole. In più, racconta, ancora una volta, storie di povertà e di desolazione. Non posso farci niente. L'essere umano è miserabile per sua natura, e neanche quando soffre riesce a venir fuori dalla sua sordidezza, a salire quello scalino, per quanto piccolo, che lo metterebbe al riparo dal fluire della vita. È che i tempi sono tutt'altro che eroici, e se una lotta c'è, non fa udire strepito di battaglia. È piuttosto una resistenza silenziosa ai miserabili, ai capetti, ai prepotenti, ai falliti, ai viscidi, ai furbi, ai pressappochisti, ai posteggiatori, agli accomodanti, ai sepolcri imbiancati che fanno della nostra nazione un paradiso in terra per patetici mediocri. Nessuno mi ha incoraggiato a scrivere Cosa avete fatto al mare, anzi. Nessuno, tranne una poveretta che ho costretto con lusinghe e minacce, ha letto con sincera attenzione il manoscritto. Nessun editore, a parte Toni Saetta, ha atteso con impazienza di averlo tra le mani. Al diavolo"""". (L'autore)" -
Tra il cielo e il mare
Tra la primavera del '42 e l'estate del '43, in Sicilia, si compie la vicenda umana di Nino, il protagonista di questo romanzo. La sua è una delle tante microstorie, accadute o anche solo possibili, che si sono svolte durante la seconda Guerra Mondiale. Nino ha quasi sessant'anni, è uno dei tanti ""sfollati"""" che la guerra aveva convinto a lasciare le grandi città per rifugiarsi nei piccoli centri ritenuti più sicuri. La storia di Palermo e dei bombardamenti cui fu sottoposta fin dal '40 è la cornice in cui si inseriscono le vicende personali di Nino e di coloro che lo circondano. La guerra che si materializza sempre più, diventa metafora della condizione umana fino a rappresentarne, con la coincidenza di simboli ed eventi, il destino e l'epilogo. Nino ha l'opportunità di essere ancora se stesso, di trovare affetto e solidarietà e ricevere anche l'amore come dono inaspettato e insolito; ha tempo e modo di ragionare sul passato e sulla sua identità, fino a trovare il coraggio che un uomo come lui non aveva mai mostrato di avere..."" -
Filosofia, religione e critica della modernità
Il libro riunisce e analizza l'intreccio di relazioni che caratterizzano la triade di temi che compongono il titolo. Delle tre parti in cui si articola, la prima affronta il tema di Dio nel rapporto con il nomos, individuando nella scomparsa del divino, simbolicamente annunciato dalla sentenza nietzschiana della morte di Dio, l'atto di nascita e il compimento della modernità. Il significato specifico della secolarizzazione che investe il nomos è che, perdendo il suo carattere di sacralità, esso diviene prima legge di natura e poi costruzione formale ed astratta, priva di qualsiasi valore simbolico finendo con l'imporsi solo per la forza o per l'ideologia che lo sostiene. Perdendo in tal modo anche la sua razionalità, il nomos perde anche la sua umanità attraverso l'autosacrificio dell'uomo perpetrato emblematicamente dai tragici eventi distruttivi del Novecento: Auschwitz, Hiroshima, Nagasaki. La seconda e la terza parte del libro prendono in esame la riflessione di due pensatori influenti ma controversi del Novecento: George Santayana e Leo Strauss. -
Santa Rosalia. Immagini, curiosità, preghiere, canti
"Il tanto invisibile della nostra città così, per il tramite e per intercessione della santuzza, si svela, esce dall'anonimato buio di una grotta, diviene visibile. In prosa, in poesia, in immagini e in odori, in siciliano, in italiano. Ogni palermitano, nato a Palermo o in Sri Lanka o in qualunque altra parte del mondo, comunque palermitano sia, si fa la 'sua' santa Rosalia. Nobile e popolana, colta e analfabeta, saggia e ribelle, in sontuosi palazzi in bui tuguri, in enormi dormitori e in splendidi alberghi, parte, la santa, tra la Palermo al di qua e la Palermo al di là del fiume Oreto, a monte e a valle della circonvallazione, tra i meriti e i bisogni, tra sprechi e fame, tra il monte Pellegrino e i giardini di Ciaculli, tra vecchi senza denti e così tanta memoria e ragazzi con sorriso splendente e tanto futuro tra il mare e le colline."""" (L'autore)" -
Non voglio fatti, ma parole
"Io non voglio fatti, ma parole. Amo le parole scritte che compongono le nostre frasi e dicono chi siamo, come i nucleotidi in successione che compongono una molecola di dna e rendono unico ogni essere umano; ciascuno ha dentro di sé il proprio linguaggio personale, irripetibile, che si esprime sul foglio come fa il genoma dentro ogni cellula, e parla solo di noi. A volte, parla per noi.""""" -
L' autobiografia di Simone Corleo
«Mi son determinato a mettere in carta e a lasciare questi appunti autobiografici, non perché io creda la mia vita degna di essere conosciuta, e molto meno di essere studiata dai posteri; ma perché so che, quando si lascia qualche libro alla posterità, vengon poi quelli che voglion tessere la vita dello scrittore e per tesserla si approfittano di tutte le referenze, le quali non sempre sono esatte. Trovando invece degli appunti autobiografici, si ha un termine di paragone abbastanza sincero per rifiutare quelle notizie che con essi non possono concordare. Inoltre mi ha spinto un'altra ragione speciale a scrivere questi appunti. Ebbi la disgrazia di passare in misero stato la mia fanciullezza e la mia gioventù; perocché, quantunque la mia famiglia fosse stata tra le nobili del mio nativo paese e un tempo fosse stata agiata, pure la povera madre mia, rimasta vedova in poco più di 10 anni di matrimonio con 5 figliuoli, non ebbe che la sola fatica delle sue braccia per poterci alimentare: così sapranno quei molti che si trovano dalla prima età in simili condizioni dolorose, che l'uomo onesto ne possa uscire a forza di buon volere, di lavoro e di risparmio». -
Il teatro di Jean Tardieu
Sull'influenza della musica nel teatro di Jean Tardieu è centrato il saggio di Mireille Brangé. Il legame strutturale che intercorre tra alcune pièces è ben descritto da Nicola Pasqualicchio, mentre Riccardo Benedettini si è soffermato sui problemi connessi alla difficoltà di affrontare il sonno, più volte sottolineate dal poeta e che trovano una loro realizzazione nella Cité sans sommeil. Il rapporto con Paul Valéry, figura molto importante nella formazione artistica del poeta, e le affinità di vario genere che talora li accomunano, al di là dell'esperienza prettamente teatrale, è ripercorso da Elisa Gregori. Così come, nell'insieme dell'opera di Jean Tardieu, Nicola Baudo ha sottolineato la linea di ricerca che implica il lavoro dell''artigiano'. Le riflessioni di Alix Turolla ci aiutano infine a meglio capire alcuni aspetti della sua attività creatrice.