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Diventa ciò che sei
Manuale di saggezza, trattato psicologico, breviario zen, ""Diventa ciò che sei"""" racchiude al suo interno diverse chiavi di lettura, con l'intenzione di offrire al lettore una via concreta per la realizzazione e la liberazione di sé, o come dice lo stesso Watts, per cogliere la propria vita «così com'è». In questi scritti Alan Watts dimostra l'intelligenza e la brillantezza di pensiero che lo hanno reso uno degli interpreti più popolari e apprezzati del pensiero orientale, e affronta da angolazioni diverse la sfida di comprendere il significato e la dimensione della propria vita. La saggezza taoista per una vita armoniosa, i limiti del linguaggio di fronte all'ineffabilità della vita interiore, la sintesi tra simbolismo religioso occidentale e orientale sono fra i vari temi a cui Watts ricorre in questi scritti per chiarire la sua posizione, e per illustrare al lettore la ricchezza di un'autentica vita spirituale."" -
L' unico mondo che abbiamo
Non confidare nell'energia rinnovabile, ma nella nostra capacità di consumare meno energia. Sostituire lo standard di efficienza industriale - più profitto, più tecnologia - con lo standard di salute ecologica - più cura, più responsabilità - per proteggere la sola fonte dell'economia umana, che è sempre l'ecosistema nel quale viviamo. Diffidare della scienza delle corporation, libera di inventare cause e liberata dalla responsabilità degli effetti. Abbandonare l'economia intesa come ""governo del denaro"""" e abbracciare l'economia come """"governo della casa"""": obbligarla a operare come un buon vicino delle comunità naturali e umane, poiché sul lungo termine solo la ricchezza delle une sarà la ricchezza delle altre. Wendell Berry, il """"filosofo contadino"""", una delle voci più influenti e critiche d'Occidente, passa in rassegna in questi dieci saggi i temi principali del nostro tempo, forse gli unici di cui valga davvero la pena parlare: il rapporto tra economia ed ecologia, il """"commercio della violenza"""" globale che distrugge comunità e terra nel nome del profitto, l'assoluta necessità d'iniziare a considerare come un """"costo"""" la sistematica distruzione dell'unico mondo che abbiamo e delle sue culture locali e localmente adattate."" -
Propaganda. L'arte di manipolare l'opinione pubblica
"Propaganda. L'arte di manipolare l'opinione pubblica"""" è un saggio del 1928 di Edward L. Bernays, 'padre delle pubbliche relazioni' e pioniere dell'arte propagandistica in senso moderno. Sebbene il suo nome sia ancora oggi poco noto al grande pubblico, l'opera e le idee di Bernays hanno influenzato profondamente le strategie comunicative e politiche dal secolo scorso e fino ai giorni nostri. In occasione dell'anniversario dei 90 anni dalla prima pubblicazione, riproponiamo con una nuova traduzione questo controverso - e per certi versi inquietante - saggio breve, divenuto nel corso degli anni un testo culto in cui si teorizza, forse per la prima volta in termini così espliciti, la necessità, per una democrazia sana, di ricorrere a tecniche """"scientifiche"""" per """"plasmare"""" e """"inquadrare"""" l'opinione pubblica: per dar luogo a quell'«ingegneria del consenso» di cui Bernays fu pioniere e primo teorico. La propaganda come strumento d'elezione per la manipolazione dell'opinione pubblica in democrazia è teorizzata da Bernays come essenziale al buon funzionamento di ogni settore della società: la manipolazione """"scientifica"""" dell'opinione pubblica - «per portare ordine laddove regna il caos» - deve essere l'obiettivo principale del moderno consulente in pubbliche relazioni e raggiungere ogni campo della vita: politica, affari, arte, scienza e servizi sociali. L'arte delle pubbliche relazioni diviene quindi essenziale per permettere la piena realizzazione della società democratica, in cui la «minoranza intelligente» riesca a plasmare la maggioranza silente e gregaria in vista di obiettivi e scopi «positivi e costruttivi», tendenti alla pace sociale e al benessere del maggior numero di uomini possibili." -
L' educazione dei figli. Un bambino è come un albero
"L'educazione dei figli. Un bambino è come un albero"""", è un'antologia originale di scritti di Bertrand Russell: saggi, aforismi e alcuni articoli inediti in Italia sul tema dell'educazione dei figli e dell'istruzione. Tra le molteplici attività di Bertrand Russell - logico, matematico, divulgatore scientifico, filosofo e pacifista - vi fu anche quella, meno nota ma comunque centrale all'interno della sua biografia, di filosofo dell'educazione ed educatore. Dopo il disastro della prima guerra mondiale Russell vedeva infatti nell'educazione la sola forza in grado di rimodellare e riformare dalle fondamenta la società occidentale. Ma per innescare una tale riforma, per poter crescere """"uomini diversi"""", era necessario ripensare radicalmente i ruoli, le funzioni e i comportamenti delle agenzie educative su cui si regge l'educazione degli uomini moderni: Stato, genitori e insegnanti. Nella visione di Russell tali agenzie vanno non ribaltate, ma ripensate profondamente: da veri e propri ostacoli per lo sviluppo individuale - per cui l'educazione è una mera """"arma politica"""" in vista di fini esterni all'individuo - a fattori finalmente positivi, creativi, tesi all'arricchimento e al completamento della personalità, alla creazione di caratteri aperti alla cooperazione, alla gentilezza, alla pace." -
Storie di pugili
Marco Nicolini è un pugile dilettante e politico sanmarinese. Nicolini racconta di pugili è la sua pagina Facebook, è tra le pagine di racconti sportivi più lette in Italia, con i suoi 60.000 contatti che ogni giorno attendono di leggere le biografie e le imprese dei più grandi pugili della storia.rnStorie di pugili raccoglie in solo volume queste storie: gran parte sono inedite, altre sono già state pubblicate sulla sua pagina e ampliate per l’occasione.rnI più grandi campioni di questo sport sono ritratti sotto il profilo sportivo e umano, e per ognuno vengono riportati curiosità e aneddoti sconosciuti ai più, con una particolare e avvincente capacità di scrittura. È un libro importante per ogni amante della boxe e per ogni appassionato di letteratura sportiva in generale.rnLa quarta del volume:rnLa vita, in fondo, non è che un succedersi di round: alcuni li perdiamo, altri li vinciamo. Altre volte finiamo al tappeto. È per questo che i pugili più amati non sono soltanto i campioni invincibili, i trionfatori, ma coloro che alternano momenti di gloria e di sconfitta, che lungo la strada lastricata di sacrifici cercano un riscatto da una vita di ingiustizie.rnI pugili sono i veri protagonisti dell’epopea della boxe, e le loro storie rivivono tra queste pagine. I pionieri degli albori che combattevano per fuggire dalla fame, i grandiosi pugili neri e le loro storie di rivalsa, gli immensi campioni e le loro esistenze al limite.rnStorie d’altri tempi e storie recentissime, le terribili sconfitte e i grandi trionfi di uomini e donne contagiati dalla febbre del ring. -
Riccardo Cuor di leone. La maschera e il volto
Nell'immaginario collettivo, dentro e fuori della Gran Bretagna, Riccardo I ""Cuor di Leone"""" è assurto a simbolo dello chevalier sans peur et sans reproche. Fu uno dei più grandi condottieri inglesi, un soldato di altissimo valore e di ineguagliabile ardimento; sempre fra i primi, con l'esempio trascinava i suoi uomini a nuovi atti di eroismo. Quest'immagine stereotipata, veicolata dalle ballate anglo-sassoni, ha trovato la sua più compiuta sublimazione letteraria nell'Ivanhoe di sir Walter Scott, ma l'indagine storiografica ha, da tempo, di molto sfrondato tali romanticherie. In questo libro si viene a dimostrare che, nei fatti, Riccardo dovette indossare una """"maschera"""" - che egli stesso si impose, data la sua personale posizione - del re cristiano, generoso, benefattore, mistico soldato della Crociata, sotto la quale stava il """"volto"""" autentico di un normanno, crudele, selvaggio, sanguinario, volubile, avido di ricchezze. Le sue azioni, nel bene e nel male, risentono del contrasto fra essere e apparire, fra il suo status di re e i suoi impulsi celati. Talora prevaleva la maschera, talora il volto: donde l'evidente contraddittorietà dei suoi comportamenti."" -
La dispensa delle spezie e delle erbe. Prontuario per cucinare con le spezie e le erbe aromatiche
Una guida semplice e chiara all'uso delle spezie in cucina. E diverse ricette a base di spezie. -
L' uomo e l'ecosistema:?dal centro urbano alla sfida del rewilding
I saggi raccolti in questo volume intendono proporre delle riflessioni intorno al cruciale e delicato rapporto che intratteniamo con il mondo naturale. Quando si discute di ""crisi ecologica"""" non ci si riferisce solo a fenomeni immediatamente noti come l'antropizzazione, la desertificazione e la deforestazione, ma anche a problemi solo apparentemente di minore gravità - ad esempio l'introduzione in un determinato ambiente di specie alloctone animali o vegetali. Il recupero di una relazione sana con il mondo naturale, possibile solo mediante approcci che superino l'antropocentrismo, appare oggi urgente e necessaria. Sulla scia di quest'emergenza, il saggio di Eleonora Vecchi discute la pratica ecologica di conservazione degli ecosistemi nota come rewilding. Miriam Falco, invece, analizza le implicazioni e gli effetti benefici dell'esposizione al verde nei centri urbani, da cui consegue l'importanza di una maggiore integrazione degli elementi naturali nei contesti antropici. Il volume ospita anche un'intervista al filosofo Mario De Caro, curata da Gianluca Herold, dedicata al tema dell'altruismo. Postfazione di Matteo Andreozzi."" -
Attila l'Unno. L'arco e la spada
Attila, l'uomo che fece tremare l'Impero di Roma, è una figura misteriosa, sia per le sue origini, che per la morte inaspettata. Sappiamo quello che storia e tradizione ci hanno tramandato: guerriero spietato, razziatore implacabile e strumento scelto da Dio per punire gli uomini dai loro peccati. Tuttavia non conosciamo la vera natura del condottiero, né gli eventi che lo hanno posto alla testa delle orde unne che attraversano l'Europa gettando numerosi popoli nel terrore più assoluto. Come sconosciute sono le ragioni che permettono al generale romano Ezio di opporsi alla sua avanzata e di riuscire persino a sconfiggerlo nella furiosa battaglia dei Campi Catalaunici. Ripercorrendo quanto gli scrittori antichi hanno lasciato su di lui, Mirko Rizzotto analizza le vicende del Flagello di Dio, cercando di comprenderne i segreti delle tattiche militari e delle manovre politiche che tanto misero in crisi l'Impero romano già in evidente declino. -
Zombi, strane storie di santi
Con una scrittura vivace e moderna, pone a confronto questi aneddoti devozionali con elementi della cultura non strettamente religiosa e non ci nega ipotesi sulle situazioni di vita concreta che possano aver suscitato alcune leggende poi assorbite nei testi sacri.rn«Un libro che esplora le radici cristiane del pulp» – Il VenerdìrnrnAvevate mai considerato che la tradizione cristiana pullula di quelli che oggi, con un linguaggio cinematografico, chiameremmo «morti viventi»? Senza rischio di apparire blasfemi, possiamo dire che Gesù è il più celebre dei risorti dalla tomba e una lunga lista di santi e miracolati gli fa corona. Certo, sul piano religioso tutto ciò si lega al concetto della sconfitta della morte e del male, ma si incrocia anche con credenze popolari e bagagli culturali di provenienza differente. La questione è davvero complessa in termini storico-antropologici, filosofici e narrativi: proprio su quest'ultimo aspetto insiste l'autore di questo saggio, andando a scovare nelle Scritture riferimenti ad apparizioni, corpi redivivi e incorrotti, descrizioni disturbanti (che Casali definisce, a ragione, «agiografia splatter»). -
Il presepe nel bosco. Ediz. a colori
Luigino, un bambino di quelli che definiremmo «fortunati», è abituato ad avere il meglio: i genitori sono convinti che allenarlo al lusso e circondarlo di amici di un certo ceto sociale lo favorirà nel suo futuro. Né Luigino ha occasione di riflettere su tutto ciò, fino a quando trova in una stalla abbandonata, accanto alle statuine del presepe, il diario di Rosina, sua coetanea vissuta molti anni prima. Lei racconta della vita semplice e povera della campagna e delle privazioni che comportava, accanto alle gioie genuine. Questa scoperta apre gli occhi al piccolo protagonista, portando lui e poi a sua famiglia sulla via dell'altruismo e della condivisione. Con la consueta grazia, Alessandro Petruccelli riesce a condurre il lettore in un mondo un po' antico abitato da sentimenti però senza tempo. Età di lettura: da 4 anni. -
Potere e conflitto religioso nel nord dell'Africa. Quodvultdeus di Cartagine e i vandali
Da Vittore di Vita sappiamo che Quodvultdeus occupava la cattedra episcopale di Cartagine (sede primaziale dell'Africa) quando i vandali conquistarono la città nel 439. Non ci sono dubbi che succedette al vescovo Capreolo nel governo della sede metropolitana fino a quando, dopo la morte in esilio, nel 454 venne eletto come suo successore Deogratias. Sebbene l'invasione vandala del nord Africa assorbisse gran parte del suo impegno pastorale, non per questo nei suoi sermoni smise di prestare attenzione ai diversi pericoli interni che, secondo lui, minacciavano la sua comunità, come la rilassatezza dei costumi, la contaminazione giudaica nella pratica religiosa e le deviazioni eretiche che, a quanto sembra, costituivano pericolo costante per i suoi fedeli. L'arrivo dei barbari scosse profondamente la Chiesa cattolica, istituzione che godeva di grande ricchezza e prosperità, soprattutto dopo essere diventata più forte con la definitiva vittoria ottenuta sul donatismo. Una volta installati, i vandali imposero un regime di stampo anticattolico, i cui effetti si notarono non solo nella massiccia confisca dei beni della Chiesa cattolica a beneficio di quella ariana, ma anche in un'attiva e violenta campagna di conversioni forzate tra la popolazione nordafricana. Il vescovo di Cartagine, insieme a tutto il suo clero, oppose una strenua resistenza facendo ricorso a una predicazione aggressiva. Quest'atteggiamento di ribellione provocò l'adozione di misure drastiche da parte delle autorità barbare, tra cui spiccava l'assoluto divieto di qualunque manifestazione «propagandistica» del dogma niceno e, alla fine, l'esilio del clero cattolico, in primis, naturalmente, di Quodvultdeus di Cartagine, massima autorità. Il vescovo esiliato morirà poi in Campania prima del 454, non prima di aver prestato aiuto al vescovo napoletano Nostriano nella lotta contro l'eresia pelagiana e aver scritto la sua opera più importante: il Liber promissionum et praedictorum Dei. In essa includeva, ancora una volta, frequenti attacchi contro i vandali ariani (dolorosa evocazione dell'oppressione che, dal suo punto di vista, stava vivendo la propria terra natale) ed esprimeva in forma più elaborata la propria interpretazione provvidenzialista e millenarista della storia, motivata, senza dubbio, da un amaro vissuto personale. -
Goffredo di Buglione
Goffredo di Buglione (1060 circa-1100), duca di Bassa Lotaringia, è il protagonista assoluto della Prima crociata (1096-1099), straordinaria epopea che oltre a restituire alla cristianità il venerato Sepolcro di Cristo dopo secoli di dominazione musulmana, ha, per le conseguenze che ne sono derivate, fortemente contribuito alla definizione dell'identità Europea. Discendente di Carlo Magno, figlio di illustri personaggi del tempo Eustachio II di Boulogne, protagonista nella battaglia di Hastings e Ida di Lorena, nipote di Matilde di Canossa. La ricca produzione cronachistica, le chansons de geste e la storiografia restituiscono di Goffredo il ritratto di un uomo di raro spessore umano, pietà religiosa, valore e perizia militare. Eletto dei suoi compagni d'armi, primo sovrano latino di Gerusalemme, adotta anche il titolo di advocatus sancti sepulchri. La storia di questo grande feudale, complice la propaganda della Chiesa romana che lo ha rappresentato quale modello di perfezione della Cavalleria Cristiana, ha rapidamente alimentato un processo di mitizzazione. Colpito prematuramente da un morbo misterioso, prima di entrare nella leggenda, Goffredo getta le fondamenta territoriali ed istituzionali di un Regno che con alterne vicende sarebbe durato fino al 1291 con la conquista musulmana di San Giovanni d'Acri, ultima postazione crociata in Palestina. -
Breve storia della letteratura rosa
La letteratura rosa, così bistrattata e considerata di serie B, è un'incredibile fucina di best seller. Con i romanzi d'amore sempre in vetta alle classifiche è nata una vera e propria industria del rosa, imperi editoriali internazionali hanno capitalizzato sulle storie d'amore. La Breve storia della letteratura rosa ripercorre cambiamenti e trasformazioni di questo genere letterario, dagli albori nel diciottesimo secolo fino ai giorni odierni, tra serie televisive, app e tecnologie. Con l'obiettivo di comprendere e approfondire i dettagli dello storytelling sentimentale: dai romanzi di appendice di Carolina Invernizio per arrivare all'erotismo delle Cinquanta sfumature e alla fan fiction di Anna Todd. -
Firmato tua F.
L'autrice Katyg nel libro descrive poeticamente, in versi brevi ma essenziali, quello che si definisce un ""amore malato"""". Narra con delicatezza, mettendo il giusto accento a un bipolarismo tipico di quella vittima che si trova ad avere a che fare con uomo narcisista. Tale uomo ha bisogno di continui apprezzamenti, per questo sceglie sempre belle donne, insicure o magari in fasi di più bisogno emotivo; in loro ricava apprezzamenti, lodi, amore... quando esaudisce questo, si nutre come un vampiro, sparisce e, poi ritorna affamato. Fin quando il suo ego viene riempito non si allontanerà mai. Spesso la vittima è consapevole di essere manipolata, usata, logorata da questo amore malato, ma si crea una catena, un gioco di sofferenza, di ipocrisia, un limbo, dove la sofferenza prende il posto dell'illusorio sentimento. Solo quando la vittima inizierà a specchiarsi, a riprendere il respiro, conoscenza e consapevolezza, non sarà più dipendente e finalmente salva."" -
Il gatto Epifanio e la Befana. Ediz. a colori
Quanto lavoro c'è da fare e quante calze da riempire! Tutto deve esser pronto per la consegna dei doni, ciò sarà possibile grazie all'aiuto di Epifanio, l'affezionato gatto della signora Befana, che l'accompagnerà in un emozionante viaggio fra cieli stellati e sorprendenti paesaggi. Un'esperienza che lo porterà non solo a conoscere il mondo fuori, ma che lo condurrà anche alla scoperta dei propri ""doni"""" riconoscendone il loro valore. Età di lettura: da 4 anni."" -
Pizzinnìas. Infanzie
Il racconto si snoda in modo chiaro e preciso e da esso affiora il desiderio, mai sopito, di riandare agli anni - chi scrive dice nel bene e nel male - di un'infanzia non certo felice. -
Il buio dell'anima
Il neo commissario Nello Santi viene incaricato nei primi nove mesi nella sede torinese di Via Nizza. Con solerte impegno e grande coraggio affronta le bande organizzate del crimine, che dilaniano il bellissimo capoluogo piemontese tramite le varie manifestazioni di corruzione e di infiltrazione nei ceti pubblici più importanti. Nello Santi combatte aspramente e senza alcun ripensamento o tentennamento i diversi atti criminali in un intreccio spasmodico e incalzante, incontra personaggi pubblici che hanno perduto il senso della morigeratezza dei valori etici e sociali, che per la loro avidità tessono facilmente rapporti e alleanze con i criminali peggiori. Il bene alla fine trionfa sul male, perché gli ideali sani ricopriranno un ruolo preponderante. -
Karen Greenlee necrofila. A Giuliano Vasilicò
L'ormai anziano Gianni Bertini, vittima di disturbi neuronali che lo portano a confondere i sogni con la realtà, navigando su Internet legge l'intervista di Karen Greenlee, una ragazza che, nel 1978, fu arrestata dalla polizia di Sacramento, in California, con l'accusa di necrofilia. Trentasei anni dopo, a Genova, il protagonista di questo avvincente noir studia la psicanalisi di Freud e il teatro d'avanguardia di Giuliano Vasilicò, amico fraterno, nella speranza di guarire la sua amata Karen. Bertini è, infatti, convinto che, se lui e la sua ""regina necrofila"""" interpreteranno Le 120 giornate di Sodoma, le loro lancinanti e vaganti anime troveranno la liberazione nella riconciliazione di Eros e Thanatos. Lo spettacolo sarà messo in scena e tutti gli enigmi rappresentati dalla catarsi artistica, si risolveranno."" -
Il digiuno dell'anima: una storia di anoressia
"Quella perfida vipera si era impossessata completamente della mia vita''. La """"perfida vipera'' è il nome con cui la protagonista di questa storia di vita, raccontata in prima persona, definisce l'anoressia. Una malattia debilitante, apparentemente inesistente, in grado di distruggere gli affetti e di divorare paradossalmente il proprio ego. Il libro di Maria Vittoria, è un lungo viaggio attraverso il tunnel del tormentato rapporto tra l'io e il cibo, che diventa il campo di battaglia di una guerra lunga ed estenuante, dove la mente non risparmia colpi bassi, sferrati anche sul piano estetico oltre che psicologico. Perché il vero problema dell'anoressia """"è fondato sull'apparenza che ci cuciamo addosso, o che gli altri ci attribuiscono, mentre non riusciamo a vederci come in realtà siamo''. Nella seconda parte del libro, dopo una prolungata e dura terapia, l'autrice narra come si rapporta con la realtà e come si impara a reinventarsi, mettendosi alla prova per scoprire le vere risorse interiori e le proprie capacità di rinascita lontano dal paese, affrontando la grande città, con tutte le sue insidie e gli imprevisti della vita di tutti i giorni. """"Il digiuno dell'anima"""" è una vera e propria testimonianza del drammatico problema dell'anoressia e nello stesso tempo un esempio di speranza per tutti coloro che affrontano il suo terribile iter, a volte arrivando a ben più tragiche conseguenze."