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Porta Ticinese, oh cara. La gente della cittadella racconta...
Dichiarava Delio Tessa, il nostro massimo lirico del '900, ""riconosco ed onoro un solo maestro: il popolo che parla..."""". Questo è quanto si vuole esprimere nel libro, una raccolta di testimonianze della gente della Cittadella, città nella città, all'interno di Porta Ticinese una porta particolare, unica in Milano, anche nel linguaggio. Ricordi di un tempo fatto di povertà, amore per gli altri e solidarietà, quando anche la mala era diversa, rispettosa verso coloro che vi abitavano. Conosceremo la vera storia della Rosetta, quella della statua di Costantino, che un giorno decise di inaugurarsi da sola, la locanda malfamata di mamma Rosa, la processione dei facchini della Balla, chi piantò la quercia di piazza XXIV Maggio, la Darsena che fino agli anni '60 è stato il quinto porto commerciale d'Italia. Storie, semplici e grandi, senza trascurare l'attualità. Pagine che appassioneranno il lettore, che riscoprirà cose ormai dimenticate di un quartiere che, sebbene sia il """"cuore"""" della Milano popolare, ha avuto una storia a sé."" -
Commentario dei detti e proverbi milanesi
I proverbi sono un indiscutibile patrimonio di cultura popolare, un distillato in parole di consigli e comportamenti, da seguire o da evitare, conseguenti a quei valori passati più o meno indenni attraverso un numero indefinibile di generazioni. Molti di essi trovano ancora riscontro nella coscienza comune, altri appaiono il prodotto di una società arcaica, per molti aspetti lontana dalla vita di oggi, ma non perciò da seppellire nell'oblio: restano pur sempre memoria storica, una testimonianza a volte curiosa, a volte sorprendente, e non di rado persino commovente di un mondo dal quale tutti proveniamo e del quale perdere ricordo e consapevolezza non giova a nessuno. Amietta commenta i proverbi sia con l'ovvio intento di renderne più espliciti i significati, sia con il gusto anche ironico di segnarne i gustosi anacronismi e le singolari obsolescenze, ma anche di marcarne l'intatto valore etico e sapienziale. -
Borgo Vittoria
Emozioni: queste sono le sensazioni che si provano vedendo le fotografie e leggendo le parole di chi, avanti negli anni, ha voluto raccontare frammenti della propria vita vissuta nel Borgo. Raccontano una storia vera, non scritta da accademici, ma da persone - non solo piemontesi - che ne sono stati protagonisti. Sullo sfondo di una guerra perdurante, con le paure, i timori, le fughe dai bombardamenti, si vede e si legge di una povertà diffusa, ma vissuta con grande dignità. Si evidenzia la caparbietà di ricostruire il più in fretta possibile quello che veniva distrutto per ritornare a lavorare e a dare lavoro, convinti che solo in quel modo la famiglia, la comunità, la nazione poteva tornare a una vita normale. Si vedono i tentativi di vivere una vita normale organizzando, quando si poteva, balli, gite in collina con la bicicletta, gite balneari (alla Stura) con tutta la famiglia. Traspaiono la paura, la fatica, momenti di gioia, ma soprattutto la speranza - quasi certezza - di un domani migliore, quella che purtroppo oggigiorno non c'è. Non si legge di rimpianti per il tempo passato, forse consapevoli che quelli non erano tempi tra i migliori che un uomo possa avere. -
Borgata Lesna. Vita di un paese di città
La Borgata Lesna fino a metà Novecento era un insieme di cascine e di piccoli insediamenti attorno a una villa - un gioiello del profondo barocco - fra Torino e Grugliasco. Ma credere che la borgata sia oggi uno dei molti quartieri ai bordi di Torino dove il tram fa capolinea, significa fermarsi alla scorza. La Borgata Lesna non compare nelle guide turistiche e di conseguenza i bus panoramici transitano altrove. Perché allora frequentarla, o addirittura viverci? Il libro svela i segreti dell'anima della borgata: una comunità di paese con persone solidali, che intervengono a due mani ogni volta che qualcuno ha bisogno d'aiuto. I palazzi che negli anni settanta hanno riempito prati, aie, pergolati, cortili, non hanno soffocato quell'identità, ma l'hanno estesa da un punto all'altro. Dal viaggio in borgata non si torna indietro carichi di manufatti esotici, ma di suggestioni per vivere meglio e, forse, anche di qualche incantesimo. -
Borgo nuovo. Il rione ottocentesco costruito per nobili e borghesi
Ciascun quartiere ha un profilo riconoscibile, delineato dalla storia, dall'architettura, dagli abitanti, dalle attività. Borgo Nuovo è un quartiere ottocentesco costruito fuori delle mura abbattute da Napoleone; le sue chiese e i suoi palazzi sono (con rare eccezioni) in stile neoclassico; è un borgo ""risorgimentale"""", segnato dal patriottismo e dalla presenza degli esuli politici dopo i fatti del '48-'49; abitato (in origine) dalle famiglie nobili, in via della Rocca, e da quelle dell'alta borghesia nelle strade a sud; privo d'industria, è sede del commercio e del terziario; vari pittori lo hanno scelto per i loro studi, numerose sono le Gallerie."" -
Storie di Moncalieri. Santi, cavalieri, imprenditori e agricoltori
Moncalieri non è una piccola Torino: è la quinta città piemontese. Ma per presentare una nuova biografia della città ci vuole un'idea originale: non sono più sufficienti infatti un quadro storico e un panorama artistico e architettonico, che pur nel libro non mancano, ma occorre andare al cuore di Moncalieri attraverso i racconti dei suoi cittadini. La narrazione inizia dagli abitanti del passato: un santo, Bernardo di Baden; un rivoluzionario a sua insaputa, Carlo Tenivelli; una principessa di ferro, Maria Clotilde di Savoia; un pittore, Tommaso Juglaris, nomade fra Moncalieri e l'America; seguono i protagonisti più vicini a noi, sparsi fra centro storico e borgate, come il giardiné, la legadoira della tipografia, la massaia, il reporter, il parroco, i partigiani, il colonnello dei Carabinieri. Alcuni hanno radici profonde, altri le hanno piantate da una o due generazioni, ed è grazie a questa comunità così articolata che oggi Moncalieri si regge su un sistema produttivo compiuto. -
Mirafiori sud. Vita e storie oltre la fabbrica
Sono trascorsi tre secoli da quando il castello di Miraflores accolse, per più di sessant'anni, gli ospiti della corte sabauda in fastosi ricevimenti, sulle terrazze affacciate sul Sangone. Da allora, fino alla seconda guerra mondiale, l'area mantenne carattere agricolo e rurale. A partire dal secondo dopoguerra, Mirafiori accolse per trent'anni gli immigrati, provenienti da tutte le regioni d'Italia, che venivano a Torino per lavorare alla FIAT: le piccole case e le cascine furono così inglobate nello sfrenato sviluppo edilizio, fatto di fabbriche e palazzoni prefabbricati. Lungo un percorso architettonico fatto di chiese, vecchie cascine, case art-déco e tanti palazzi, il libro racconta, con le voci dei suoi abitanti, di come quest'area sia da sempre lo 'specchio d'Italia' attraverso le sue trasformazioni nel corso dei secoli. Qui volarono i pionieri dell'aria nel primo aeroporto d'Italia e si corsero le gare ippiche all'ippodromo, si svolsero le vicende della Bela Rosin e vennero girati i primi film muti. Oggi Mirafiori Sud non è più anonimo dormitorio di periferia, ma luogo di crescita e identità sociale e umana. -
Santa Rita. Il quartiere dei Centomila
Borgo nato agli albori del 1900, Santa Rita ha un passato antico e glorioso. Qui, in un cascinale ancora esistente, Louis de la Feuillade, pose il suo quartier generale e la logistica di comando dell'Assedio di Torino del 1706. Un giovane prete in servizio all'Ospedale Militare, don Giovanni Baloire, negli anni '20 del Novecento, volle edificare un santuario in aperta campagna e dedicarlo alla santa da Cascia, a cui era devoto. La scuola Mazzini, un gruppo di case popolari e poi la vicina Fiat Mirafiori furono germe di espansione urbanistica e demografica della zona, che negli anni '60 superò i 100.000 abitanti, epoca in cui è popolarmente denominata ""il borgo dei Centomila"""". A Santa Rita si sviluppano molte industrie legate al mondo automobilistico che fan parte della storia industriale della città ed aziende di ogni genere, i cui prodotti primeggiano nel mondo. Artisti, scienziati, umanisti, giornalisti, musicisti, attori e semplici lavoratori hanno dato e danno vita ed impegno a Santa Rita, una delle zone più vivibili di Torino. Nel libro ampio spazio è dedicato alle testimonianze della gente, il cui cuore pulsa in questo quartiere."" -
Precotto, Villa e il regio viale per Monza. Storia, fatti e misfatti di un borgo antico
Precotto, il paese delle fornaci e dei mattoni cotti, dove gli Umiliati lavoravano i boldroni, da cui ricavavano ricche vesti cerimoniali. Un paese immerso originariamente nella campagna che precede la Brianza, dove i nobili milanesi di Porta Orientale avevano proprietà terriere e passavano l'estate. Succedeva così che nel Borghett come al Brughirolo, a Villanova o al Mandello, le cascine dei contadini stessero a fianco dei nobili palazzi degli Erba-Odescalchi, dei Visconti o dei Panza-Montaldi, in una sorta di vicinanza solidale finalizzata a ricavare dalla terra il suo miglior prodotto. Non finisce di stupire l'originalità di un borgo rurale che all'inizio dell'800 viene tagliato dal ""regio viale"""" per Monza, e un secolo dopo viene sancita la divisione urbana e sociale più sorprendente: da una parte, dove sorgono le antiche chiese parrocchiali da Turro a Gorla a Precotto, stanno le famiglie rurali e i paulott dal bianco colore politico; dall'altra parte, dove sorgo no le grandi industrie, stanno le officine dell'indotto e le case degli operai, sindacalizzati e rossi per anelito politico. Un territorio della vecchia Milano ancora tutto da scoprire."" -
Storie di san Mauro. Un'abbazia sul Po, un quartiere industriale, un castello e belle ville
Sedendo su una panchina del Ponte Vecchio si può osservare la bellezza di San Mauro: verso sud-est si ergeva possente sull'antico centro storico il campanile dell'ex-abbazia; dall'altra parte, il fiume maestoso e sullo sfondo da un lato Superga, dall'altro lo snello profilo della Mole, emergente nella foschia. La cittadina ha diversi aspetti interessanti e tipici: un modo di vivere equilibrato e civile, la presenza di numerose associazioni di volontariato capaci di collaborare tra loro a vantaggio della comunità, un tessuto urbano in cui si sono preservati e restaurati edifici artistici significativi, che la rendono un luogo piacevole in cui vivere. I Sanmauresi hanno saputo conciliare la tradizione e la cultura agricola locale con una industrializzazione importante, ma non invadente e hanno saputo utilizzare come un vantaggio la vicinanza di Torino, dove tanti studiano e lavorano, per poi tornare a San Mauro a godere gli aspetti positivi: un fiume magnifico, anche se talora ha creato gravi problemi, un bel paesaggio, monumenti da ammirare, un ricco mercato del venerdì, passeggiate nei sentieri della collina, tante iniziative culturali e artistiche. -
La Borgata Lesna in scena. La voce dei protagonisti
La Borgata Lesna - periferia di Torino al confine con Grugliasco - smentisce i sociologi catastrofisti che teorizzano lo scioglimento delle nostre comunità. La Lesna, al contrario, ha mescolato il meglio delle aree rurali e dei quartieri cittadini grazie a un'anima antica, ricca di solidarietà. Il libro La Borgata Lesna uscito qualche anno fa, non a caso aveva il sottotitolo ""Vita in un paese di città"""". Quel volume suggerì l'idea di uno spettacolo sulla memoria della borgata, da realizzare coinvolgendo gli abitanti. Nel tempo sono affiorate tante altre storie che, dopo una ripresa delle principali vicende storiche del quartiere, sono raccolte in questo volume."" -
Mai più paura di volare. Storia di un battaglia vinta
Sogna che nessun uomo possa mai arrogarsi il diritto, per nessuna ragione al mondo, di allontanare il sorriso dal volto di una donna, di impadronirsi della sua vita, di bloccarne la mente e il desiderio (...) I suoi pensieri sono già altrove e, come una farfalla Monarca, appena uscita dalla crisalide, spiega le grandi ali policrome per il lungo libero volo, senza più paura dello spazio infinito. -
30 anni avanti 30 anni indietro lungo le coste del Mediterraneo
"30 anni avanti 30 anni indietro lungo le coste del Mar Mediterraneo"""" è un romanzo autobiografico nel quale il mare, metafora del tempo, ha un ruolo determinante. Scritto tutto in prima persona, è un viaggio nel tempo verso il """"momento"""", l'attimo senza storia, dove il passato non diventa nostalgia, ma memoria dei fatti in un abbandono al fluire degli eventi, nella suggestione e nel mito del nomade andare. Ha inizio nel 1977, anno della crisi del """"movimento"""" che coincide con una crisi personale dell'autrice, per andare poi avanti e indietro nel tempo e nel mare. Vivo, triste e intenso romanzo generazionale on the road, o meglio on the beach, nel quale il percorso individuale - tutto lungo le coste del Mediterraneo - s'incrocia con gli eventi sociali, i desideri, le paure, le speranze e le lotte di una generazione movimentista, sempre alla ricerca di una propria identità. Ambiguamente e confusamente, nell'approfondire il rapporto spaziotempo, si alternano le figure della turista e della donna viaggiatrice alla ricerca di un'autonomia e di un'autosufficienza che possano affrancarla dai fantasmi e dall'angoscia della solitudine." -
Buongiorno papino!
Lunatico, Nat, dormiva accanto a lui, Strano, coperto di cartoni, su di una panchina prospiciente la sua (sua si fa per dire), sulla piazzola del giardinetto. Strano appariva un individuo barbone... forse barboso, dai movimenti lenti. Un abusivo nei modi di preparare il posto letto, con mille mosse insicure, guardandosi attorno, consapevole di abusare, vivendo. Ma per Nat non era così; seppure anche lui barbone, anche lui anziano, non era così. Lui era fiero di essere lì, in Italia, a Roma... e non aveva importanza se su di una panchina, all'aperto. L'importante era dormire, sotto la protezione di quella luna che quando era piena lo coccolava rispondendo con entusiasmo alle sue mute richieste... -
Dizionarietto. Per bambini che vogliono crescere e adulti in cerca d'identità
Non inganni l'apparente attenuazione del titolo che Giuseppe Alvaro ha scelto per la sua raccolta alfabeticamente ordinata. L'alterazione diminutiva è solo la porta inizialmente non impegnativa per dire le parole sugli uomini e sul mondo. Alvaro ci ha già abituato, in un precedente volume, a seguire il suo tratto aforistico, sentenzioso nella migliore tradizione che, da Seneca a Petrarca, e da Montaigne a La Rochefoucauld a Vauvenargues, arriva alle ""massime"""" dei grandi scrittori moralisti dell'età moderna."" -
Untitled. Testo italiano
Le migliori poesie si trovano incastrate nell'insofferenza, si trovano mescolate nel nero, nel grigio, nel blues dell'esistenza, capacità di cogliere tali sfumature evidenti, colossali; sono incomprese alla maggior parte degli animi ma ben chiare a noi animi persi. -
Circo. Un sogno, un piacere...
Del resto, io, che sembro, sogno di essere scrittore; cosa altro potrei fare se non scrivere storie inventate come i primi fecero? Storie suggerite da chi? La nonna, che l'aveva iniziata, è sparita. Forse l'ho solo sognata, ma nonostante ciò sono felice, vivo e sembro vivere di piacere; ho tanto piacere, sono veramente felice! Sono lo strampalato (direte voi) autore di una novella suggerita dalla nonna, narrata per il piacere di sembrare viva, vera e che finisce per sembrare vera, riscontrabile nella realtà attuale, in questo illusorio mondo di sembranti pazzi terrestri, ammaestratori di Orsi Tecnologici che desiderano costruire un muro col Messico e altri pazzi che minacciano di lanciare missili atomici nucleari, e altri ancora che a Bruxelles, sede europea, litigano per dare valore al denaro e altri milioni che, dal loro luogo d'origine, scappano costretti a farlo perché ancor più gravi pazzi vogliono distruggere il loro tutto-niente sembrare... -
Rape in estasi. A colloquio con l'anima
Era stato un 14 luglio (dimenticato l'anno). Glauco l'aveva vissuto inghiottendo l'enorme granchio rosso cucinato ancora vivo, che muoveva le chele e le antenne come a volerlo mettere in guardia che stava compiendo un'opera magica, quella che lo avrebbe portato di là, oltre la fittizia realtà... magari in una dimensione che lo avrebbe condotto verso un più oscuro tragitto, chissà. Ma era avvenuto, cinquant'anni prima o giù di lì, in un ristorante cinese o tailandese? Comunque orientale. Lì, alzati gli occhi dall'ignorato sapore del gustoso primo pasto, lo sguardo s'incrociò con uno sguardo meraviglioso: lei, Psiche, intrigante, incoraggiante, nuova, mai pensato che potesse esistere... o solo apparire, dea con occhi ripieni di gioia! Lì era avvenuto il suo matrimonio con Psiche? -
Sogni ricamati in poesia
Molti si fermano a pensare a cosa faranno domani. Sentono incertezza su quello che potrebbe succedere e si fermano a pensare che quello di oggi è il giusto giorno per vivere, per sorridere, per gioire e per piangere. Perché posticipare sentimenti se il presente dobbiamo viverlo appieno? Quello che chiamiamo futuro è solo il presente che dobbiamo ancora vivere, quello che chiamiamo passato è il presente già vissuto, l'unica differenza è che il presente vissuto ci lascia lezioni di vita. Se oggi compriamo qualcosa, godremo quel regalo che ci siamo appena fatti. Se ci viene voglia di un viaggio, non rimandiamolo, il presente ancora per vivere è incerto. A ogni respiro la vita inesorabilmente ci sfugge di mano e non sappiamo quale giorno sarà l'ultimo. Viviamo il presente, non il domani. Abbiamo poco tempo da vivere e un'eternità per riposare nella polvere. -
Affinità in re minore
Suoni, colori, pensieri volano nell'illusione del tempo e della mente. Si fermano un attimo per poi vorticare, cercare un senso fra le tempeste di sabbia, finché non trovano un orecchio che sappia udire, che colga la sinfonia della vita anche per un solo attimo.