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D'Annunzio e il piacere della moda. Ediz. illustrata
«Tutte le donne di d'Annunzio - amate o meno - dovevano indossare le mise scelte da lui, dovevano essere raffinate come le dame che ritraeva nelle cronache mondane romane. Le donne, però, erano liberate dal tormento dei busti, delle stecche di balena, delle stringhe, degli stivaletti severi. Esibivano finalmente le gambe, indossando abiti corti e ondeggianti, mentre sulla spiaggia comparivano i primi costumi a mezza coscia. Il corpo femminile è esibito senza trucchi e imbottiture, ma non per ciò meno malizioso o sensuale. Per le sue ""belle di notte"""" Gabriel nuntius sceglieva tessuti raffinati e leggerissimi, le rifiniture erano sempre più ricercate e il trucco - sceglieva anche quello - doveva accentuare il languore dello sguardo. Alcune di queste vesti sono ora esposte nel Museo d'Annunzio segreto al Vittoriale, altre sono ancora conservate nella Stanza delle Ospiti, l'ambiente che il Poeta creò per accogliere le poche donne cui era consentito fermarsi a dormire nella Prioria. In questo libro, Lorenzo Capellini, ha saputo liberarle: sia quelle donne, sia le loro vesti. Se spostare abiti e vestaglie dagli armadi e dalle vetrine è stato facile, difficile era dare loro vita. Non bastava farle indossare a una donna, o ragazza, bella. Lorenzo è riuscito - con la semplicità della sua arte e della sua tecnica, con la sensibilità del suo solo occhio e dei suoi sentimenti - a evitare il rischio della forzatura o, peggio, del ridicolo. Poteva riuscirci solo un grande fotografo, un uomo che ama e conosce le donne, un appassionato di d'Annunzio e del Vittoriale.» (dal testo di Giordano Bruno Guerri)"" -
Sofferenza e condizione umana. Per una sociologia del negativo nella società globalizzata
Viviamo in un tempo di grande sofferenza: non le sofferenze atroci prodotte dalle grandi tragedie del '900, ma un malessere sociale diffuso che si esprime sotto forma di sofferenza talora esplicita e mediatizzata, talora impalpabile, silenziosa e occultata dai mass media. È possibile un discorso scientifico sulla sofferenza a partire dalla consapevolezza della comune «condizione umana» che la globalizzazione induce? Elaborando una tipologia fenomenologica della sofferenza analizzata sulla base di un modello connessionista, il volume esplora quindi il contributo che tre studiosi classici (Karl Marx, Emile Durkheim e Max Weber) e tre contemporanei (Hans Jonas, Irving K. Zola e Margaret Archer) possono offrire attraverso i concetti di alienazione, anomia, razionalizzazione, limite, vulnerabilità e riflessività fratturata per una comprensione delle cause profonde della sofferenza umana. Ad emergere, è così quella «dimensione del negativo» che, spesso interpretata dalle diverse mitologie, filosofie e teodicee religiose come prova dell'esistenza del «male», rappresenta in realtà una componente intrinseca della condizione umana che una «sociologia del negativo» critica e riflessiva può consentire di analizzare sulla base di nuove piste di ricerca ormai ineludibili nella società globalizzata. -
Un giorno di questi
un caleidoscopio di personaggi improbabili, sopra le righe, eccessivi e umanissimirn«Uno dei libri più sbilenchi, imprevedibili e geniali scritti su Napoli negli ultimi tempi.» - Francesco Durante, Il Mattinorn«Un libro divertente e spiritoso. Un meraviglioso esempio di come si dovrebbe fare il giornalista.» - Enrico Vanzinarn«È una penna caustica, irriverente e acuminata quella di Marco Ciriello, giornalista e scrittore napoletano che della propria città ha una visione lucida e sopratutto assai lontana dalla retorica.» - Mirella Armiero, Il Corriere del Mezzogiornorn""Un giorno di questi"""" è un'immersione nella Napoli del decennio Ottanta - quella violentissima ed euforica che va da Cutolo a Troisi - con una breve parentesi romana tra l'onirico e il ministeriale, tra Fellini e il borghese piccolo piccolo. Attraverso lo sguardo di un giornalista di cronaca nera si assiste all'inesorabile mutazione della città: dal fumo di contrabbando che dalle strade arriva nelle redazioni; al rapporto umano, ancora possibile, con gli ultimi guappi; fino all'arrivo della Nuova Camorra, la stessa che uccide Giancarlo Siani, raccontato qui secondo un'altra verità, quella prima affiorata e poi sommersa. Intanto, chi registra, vede scorrere avvenimenti e persone, morti, agguati e partite. Un romanzo per giorni, ogni frammento uno di questi, passati incontrando i fratelli Giuliano, Maradona, il principe di Sansevero, Nicola Pugliese, Franco Califano, Nunzio Gallo, Joe Marrazzo, Enzo Biagi. Poi il distacco e l'approdo nella capitale, a un nuovo giornale, con altre scene e altri incontri (qui si vedono De Michelis, Zeffirelli, la Pivano, la spiaggia di Ostia senza Pasolini, addirittura Marco Polo e Pablo Escobar). Infine il ritorno a Napoli, da straniero, del protagonista. Un racconto lieve, dolente, ironico, nostalgico e vitale."" -
Visioni dello stretto. Ediz. a colori
"Attraversare lo Stretto d'Inverno, quando scompaiono le due sponde e il tuo sguardo è tutto dentro una nuvola, è come precipitare negli anfratti tenebrosi della tua anima, quelli dove finisci di notte quando entri nelle tue angosce più segrete. Attraversare lo Stretto in Primavera, quando piove e tira vento, e poi appare all'improvviso un sole imperatore, è davvero stupendo. Quando tra lampi e trona arriva un arco di luce multicolore, che unisce la Madonna della montagna di Polsi con la Madonna nera di Tindari, allora capisci che cosa può essere l'Illuminazione, l'evento che ti folgora, che ti cambia la vita. Attraversare lo Stretto d'Estate, nelle piatte giornate di foschia, è come attraversare un deserto di luce, dove ogni linea scompare all'orizzonte e ti senti parte di un mondo d'acqua e vapori argentei. Attraversare lo Stretto in Autunno fa venire i brividi, è un'emozione che ti dà una carica vitale. Questo è il momento dei colori forti, dei contrasti più duri tra il bianco e il nero, tra il sole e le tenebre."""" (Tonino Perna)" -
L'officina de I viceré. La genesi del romanzo attraverso l'epistolario di Federico De Roberto
Il volume propone una ricostruzione della genesi de ""I viceré"""" (1894), capolavoro di Federico De Roberto, attraverso una corposa selezione di missive, edite e inedite, tratte dall’epistolario dello scrittore. Il romanzo derobertiano ebbe una gestazione accidentata, segnata da ripensamenti e massicce riscritture, di cui resta traccia sia nelle lettere che De Roberto inviò ai suoi corrispondenti sia in quelle ricevute. Tra i nomi ricorrenti di questo corpus si possono ricordare quelli dell’editore Carlo Chiesa, della Libreria Editrice Galli, che pubblicò l’opera, dell’amico fraterno e confidente Ferdinando Di Giorgi, dei maestri Luigi Capuana e Giovanni Verga. L’Introduzione offre, inoltre, una dettagliata ricostruzione della febbrile e instancabile attività derobertiana di quegli anni, delle sue amicizie e relazioni intellettuali."" -
Il ri(s)catto del presidente. Giovani e lavoro nell'Italia della crisi
Cosa sta significando per i giovani italiani essere cresciuti sentendosi ripetere che il lavoro è un problema, soprattutto per loro? ""Il ri(s)catto del presente"""" è il ritratto di una generazione nativa precaria, disposta a lavorare in deroga ai diritti tradizionali, con un’idea inedita del sindacato e delle tutele, capace in alcuni casi di aggirare le penalizzazioni subite nel mercato del lavoro. La ricerca confronta il punto di vista di tre diversi gruppi di under30: i figli degli immigrati, i ragazzi che sono andati a lavorare all’estero (gli expat) e quelli che invece sono rimasti in Italia, condizioni giovanili diverse, comunque sospese tra il ricatto della precarietà e tentativi di riscatto professionale. Con un contributo di Tommaso Vitale."" -
L' acropoli (2018). Vol. 1: Gennaio.
Rivista bimestrale di politica e varia cultura diretta da Giuseppe Galasso. -
Guida archeologica della Calabria antica
La Calabria, terra aspra, varia e multiforme, posta al centro del Mediterraneo, caratterizzata da diversità strutturali e culturali, è raccontata in questo volume, che vuole tracciare la storia della presenza umana a partire dalle fasi pre e protostoriche, sino all'arrivo dei Greci e al loro incontrarsi con gli indigeni, gli enotri, e poi in epoca ellenistica la discesa delle popolazioni italiche dei lucani e dei brettii e infine la presenza dei romani sino alla fase tardoantica e all'altomedioevo. Il volume narra nella prima parte, utilizzando le fonti letterarie e soprattutto la documentazione archeologica, le vicende storiche della regione, non prescindendo da un suo quadro ambientale e geografico. La seconda parte illustra, in forma di itinerari, i principali contesti archeologici della regione, le poleis, i centri romani e indigeni, ma anche le chorai, i territori, cercando di delinearne la storia e le principali vicende, la forma urbana, le strutture pubbliche e quelle private, i luoghi di culto, le aree funerarie, le forme di occupazione del territorio attraverso differenti tipologie di insediamenti, i principali contesti di materiali. Gli itinerari, in tutto tredici, sono organizzati secondo una scansione che coniuga, per quanto possibile, l'unitarietà geografica e territoriale con lo sviluppo di insediamenti che tra loro presentano un'omogeneità culturale. Essi, inoltre, offrono una descrizione, puntuale e aggiornata, anche di tutte le aree visitabili, i parchi archeologici, i siti e i principali monumenti, ma anche dei relativi musei, con la presentazione delle collezioni e dei reperti di maggior pregio e interesse. Si tratta di un agevole ma completo strumento, corredato da un ricco apparato grafico e fotografico e da un'ampia e aggiornatissima bibliografia, indirizzato ai turisti che vogliono scoprire le bellezze della Calabria, ai cultori dell'antico, agli archeologi e ai giovani studenti universitari, ma soprattutto rivolto ai calabresi, che tutti dovrebbero leggere per riappropriarsi consapevolmente del loro importante passato. -
Trilogia gioachimita
Tre opere teatrali sull'abate Gioacchino da Fiore. Il suo pensiero ha raggiunto Guglielma di Boemia, Guglielmo di Occam, Dolcino da Novara, Francesco d'Assisi, Dante, Michelangelo, Cristoforo Colombo, Joyce, Obama. In Davanti alle mura di Gerusalemme le tre religioni monoteiste del Mediterraneo si confrontano. Ragione e fede, l'esclusione della donna dal rapporto col divino, dalla filosofia, dalla politica, dall'arte, dalla storia. Il dono del male è l'incontro con Riccardo Cuor di Leone e Filippo II di Francia. La richiesta di una profezia. L'immaginario medioevale gravido di Dio e di Satana. Gioacchino legge la storia in una visione progettuale. La Confessione dell'imperatrice Costanza d'Altavilla. Il risentimento della donna, madre di Federico II, Stupor Mundi. -
Il coccodrillo si è affogato
Il coccodrillo si è affogato. Il Paese è al bivio: abbandonare il Mezzogiorno al suo sottosviluppo e allo spopolamento, perdendo inevitabilmente dimensione demografica e peso internazionale, oppure rimettere il Sud al centro delle politiche di sviluppo, non con l’assistenzialismo, ma utilizzando le risorse dei mercati internazionali? Intervenendo per ripristinare le condizioni di Stato minimo: dalla perequazione infrastrutturale alla sicurezza, all’efficienza amministrativa ad alcuni vantaggi competitivi, per essere in condizioni di attrarre dall’esterno dell’area quegli investimenti indispensabili per dare allo zoppo la sua protesi e farlo tornare a gareggiare. Un approccio lineare, che individua le esigenze del territorio, effettuando confronti internazionali, sfatando una serie di luoghi comuni che caratterizzano il dibattito sul Mezzogiorno, proponendo soluzioni concrete e coerenti, con una chiara visione euro-mediterranea di sviluppo e di integrazione economica e sociale. -
Ecity. Antropologia della tecnica
Il volume elabora uno sguardo sul politico sostenuto da una visione storico-antropologica. Esso descrive la trasformazione degli individui moderni fino alle soggettività globalizzate. Il mondo contemporaneo - che l’autore identifica con la città elettronica (ecity) -, immerso nella tecno-scienza e retto dalla sovranità delle organizzazioni politico-finanziarie internazionali, appare scosso da un dinamismo vorticoso che attraversa i singoli spazi del mondo tendendo ad uniformarli, cancellandone le differenze e le peculiarità. Lo scopo ultimo della ecity è il distacco integrale da culture e identità, sia individuali sia collettive, oltre che l’erosione di facoltà imprescindibili dell’umano, quali la memoria e l’attesa progettuale: si può affermare che l’iper-tecnologizzazione abbia stretto una “sacra alleanza” con il turbo-capitalismo e spinga verso il completo sradicamento dell’umano da se stesso. Ciò che rimane è - appunto - la ecity globalizzata nella sua luccicante presenza nichilistica. In questo orizzonte, qual è lo stato di salute dell’homo democraticus e quali risorse è possibile mobilitare oggi per investire, nonostante tutto, sul suo futuro? -
Le dinamiche culturali della globalizzazione
L’analisi delle dinamiche culturali della globalizzazione è un ambito di ricerca che ha acquisito crescente rilevanza nelle scienze sociali e politiche contemporanee. Nella prima ondata di studi erano molto diffuse letture incentrate prevalentemente sulla natura economica, politica o tecnologica della globalizzazione. Non si intende, in questo libro, mettere la cultura al posto di altre variabili adottando una logica mono-causale, si tratta piuttosto di andare verso un approccio più multidimensionale in cui alle dinamiche culturali sia riconosciuto un ruolo non meramente epifenomenico. I contributi raccolti nel volume intendono muoversi in questa direzione mettendo in luce alcuni processi culturali che sembrano particolarmente importanti per comprendere i processi in corso nello scenario globale. -
Religione, laicità e società nella storia contemporanea. Spagna, Italia e Francia
Durante l'età contemporanea i rapporti tra la Chiesa cattolica e gli Stati europei sono stati spesso caratterizzati da forti tensioni, determinate dai percorsi con i quali le istituzioni religiose e civili hanno affrontato i processi di modernizzazione. Il profilo storico di Spagna, Italia e Francia negli ultimi due secoli è stato certamente delineato, seppur attraverso crinali differenti, dall'evoluzione dell'appartenenza religiosa dentro la modernità socio-politica e dal prendere forma di un articolato cammino di secolarizzazione. È questo lo scenario nel quale si collocano i ventuno saggi del presente volume, frutto di un gruppo di lavoro europeo composto da studiosi italiani, spagnoli e francesi. Gli studi permettono, così, di indagare in chiave comparata le dinamiche di interdipendenza che caratterizzano istituzioni civili, organizzazioni ecclesiali, movimenti laicisti e associazioni sociali, sia al loro interno, sia nelle loro relazioni. In tale percorso di ricerca sono state superate accomodanti rappresentazioni storiografiche per approdare ad una maggiore comprensione della realtà storica. -
Il ritorno alla ragione
Il ""Ritorno alla ragione"""" di Guido de Ruggiero del 1946 racchiude buona parte degli articoli che il grande storico del liberalismo europeo pubblicò nel settimanale «La Nuova Europa», diretto da Luigi Salvatorelli. È suddiviso in tre parti: nella prima, de Ruggiero analizza le premesse speculative dello storicismo crociano; nella seconda, denuncia in particolar modo, e con toni illuministi, le derive irrazionalistiche del pensiero tedesco; nella terza parte sono presenti alcuni studi sul liberalismo, sulla democrazia, sul nazionalismo, sul pensiero socialista e sul rapporto dialettico fra destra e sinistra: in breve, verte sugli orientamenti politici maturati dalla Rivoluzione francese fino al secondo immediato dopoguerra."" -
La scuola italiana del cinema. Il Centro Sperimentale di Cinematografia dalla storia alla cronaca (1930-2017)
«Il Centro Sperimentale di Cinematografia ha una storia lunga e complessa, che si intreccia in modo inestricabile alla storia del cinema italiano e alla storia d'Italia. Nato per volontà del fascismo negli anni '30, è stato svaligiato dai nazisti durante la guerra, ha vissuto gli anni del dopoguerra e del boom, è stato protagonista della stagione fervente e caotica del '68, ha condiviso tutte le crisi e tutte le rinascite del nostro cinema e della nostra società. E in questo XXI secolo, nel quale il cinema è ""circondato"""" da nuovi media e nuove tecniche ma continua eroicamente a voler essere protagonista, accompagna la trasformazione del cinema stesso in qualche cosa che ancora non conosciamo, ma che sarà entusiasmante conoscere»."" -
Le fantasticherie del camminatore errante
Elogio dell'erranza e dello smarrimento: è il senso di questo libro, in cui l'autore afferma che, per trovare la via, bisogna necessariamente perderla. ""Le fantasticherie del camminatore errante"""" è un'affascinante narrazione di viaggi, che ci conduce per mano in terre favolose, ma anche nell'intimità più riposta di ciascuno di noi. Nella prima parte, """"Per una archeologia del cammino"""", l'autore declina la sua personale idea del camminare come scavo, scoperta, preghiera, ascesi. In commossa consonanza con Rousseau, Hesse, Thoreau, von Humboldt, Wordsworth. La seconda parte, """"Le erranze e le fantasticherie"""", è un alternarsi di brevi racconti di viaggio e di riflessioni sulla vita, sui luoghi, sul creato, sull'uomo. Il risultato è un magma fluido, onirico, di paesaggi, avventure, emozioni, raccolti come nel diario di un pellegrino del Medioevo. Un po' monaco errante, un po' sciamano, un po' eremita, che anela ad una clausura nel tempio immaginifico delle montagne, delle valli, delle foreste. Tanto lontano dal mondo, eppure sempre nel cuore del mondo."" -
La Cina e la nuova via della seta. Progetto per un'invasione globale
La Cina in pochi anni da semplice e umile ""fabbrica del mondo"""" diventerà la protagonista globale. La sfida strategica, economica, militare e ideologica è in corso, ma sia l'Europa che l'Italia, non hanno ancora capito il gigantesco sforzo che sta compiendo la Cina per diventare un insostituibile attore. Una concreta alternativa, anche militare, all'Occidente, un partner globale a cui rivolgersi, un solido punto di riferimento in grado di offrire protezione e vantaggi economici, monetari e politici. Il grande """"sogno cinese"""" passa anche attraverso la politica condivisa delle infrastrutture: """"la via della seta"""" è uno degli strumenti utilizzati per affermarsi. Il più grande progetto di espansione e di conquista globale si divide in due rami: uno terrestre e l'altro marittimo. Un'incredibile rete formata dal controllo di rotte oceaniche, canali strategici, ferrovie, autostrade e strade, cavi, comunicazioni. Un insieme anche di approvvigionamento energetico e di espansione militare. Introduzione di Mario Caligiuri."" -
Max Stirner. La sua vita e la sua opera
La biografia di Max Stirner, redatta da John Mackay in tre diverse stesure, resta l'unica compiuta descrizione della vita del filosofo che ha pure la pretesa, come si legge nel titolo, di trattare del suo libro. Mackay, come lui stesso ci informa, scoprì per caso l'opera di Stirner nel 1887, leggendo la ""Storia del materialismo"""" di Lange, un'opera del 1866 nella quale c'è un breve rinvio a Stirner e al nucleo del suo pensiero. La lettura del libro di Stirner fu per Mackay una vera folgorazione: lui, militante anarchico, di quella tendenza dell'anarchismo che si richiamava esplicitamente all'individualismo, pensò di aver trovato in Stirner e nella sua opera il teorico dell'anarchismo individualista e la più compiuta espressione della filosofia e della visione del mondo di questa corrente di pensiero. Dal momento in cui legge """"L'unico"""", Mackay si sente investito di una missione: divulgare il verbo stirneriano e ricostruire la vita del filosofo di Bayreuth. La biografia appare come un tentativo di conciliare i due aspetti: ricostruire la vita del filosofo dalla nascita alla tomba e dedicare un intero capitolo del suo libro, il quinto, all'opera di Stirner."" -
Banditi a Orgosolo. Il film di Vittorio De Seta
"Banditi a Orgosolo"""" è un film girato in Barbagia, nel cuore della Sardegna agli inizi degli anni Sessanta. Un lavoro lontano dai moduli produttivi tradizionali, realizzato da una troupe ridottissima e interpretato da attori non professionisti. Premiato come miglior esordio al festival di Venezia nel 1961, da subito ottiene riconoscimenti in tutto il mondo: a New York (1962) viene premiato perché è «un'opera creativa di eccezionale valore nel campo della cinematografia documentaria» e a Boston il premio per la miglior regia gli viene attribuito «per la qualità del risultato nella ricerca creativa col mezzo cinematografico». Martin Scorsese molti anni dopo l'uscita lo definirà un capolavoro indiscusso, ma ancora nel 1963 il critico di una rivista della Cuba di Castro e Che Guevara, recensendo il film scrive: «Se mi chiedessero quale regista sarebbe più utile per Cuba io direi Vittorio De Seta perché dimostra che il cinema è un'arma importante nella lotta per il futuro dell'umanità». Questo libro, progettato con lo stesso Vittorio De Seta quando era vivo, raccoglie i materiali che documentano la realizzazione di Banditi a Orgosolo - appunti, fotografie, la sceneggiatura desunta - introdotti da un saggio che analizza la pellicola e ripercorre la genesi del film e la sua ricezione." -
L' arte borghese della guerra proletaria
Uno spaccato della storia d'Italia che va dagli anni di piombo ai Duemila, con sullo sfondo una Milano spettrale e vorace, quella del disfacimento politico-giudiziario e del tracollo economico. Carlo Donini, in gioventù contiguo al terrorismo rosso prima e all'attività golpistica di destra dopo, è un manager spregiudicato, ingranaggio funzionale dell'opaca classe dirigente che domina il Paese. Il suo agire è guidato dalla constatazione che se la guerra proletaria è stata persa, conviene ora esercitarsi nell'arte borghese dell'affarismo sfrenato, oltre ogni limite tra lecito e illecito: se tutto era consentito un tempo, in epoca rivoluzionaria, lo è altrettanto adesso in epoca di capitalismo estremo. Solo fino a quando il meccanismo non si incrina e anche il suo passato, che sembrava definitivamente sepolto, non si riaffaccia obbligandolo a fare i conti con i propri deliri di onnipotenza. Una partitura ben orchestrata che sa intrecciare gli avvenimenti e i protagonisti della vita pubblica alle vicende particolari di una singola e tormentata esistenza. E che indaga, in definitiva, sull'essenza del Potere e sull'uomo come ostaggio del proprio destino e della Storia. Un noir, che è anche l'autobiografia collettiva dell'Italia repubblicana il cui atto di nascita, nefasto, reca il timbro insanguinato di piazza Fontana.