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Le Isabelle. Dal Teatro della Maddalena alla Isabella Andreini. Vol. 2
Dopo il volume in cui si ripercorrevano le motivazioni che portarono alla nascita del Teatro della Maddalena, in questo secondo libro delle Isabelle Marida Boggio delinea finalità e caratteristiche professionali di quel Teatro rispetto all'associazione ""Isabella Andreini"""", e lo fa attraverso un ricco excursus documentario. Un'ampia sezione fotografica testimonia i primi spettacoli della Maddalena e le attività della """"Isabella"""", mentre articoli e contributi qui presentati forniscono una documentazione accurata su figure e aspetti di un movimento che negli ultimi decenni del Novecento ha portato le donne a scrivere per il teatro non più in forme sporadiche, bensì come esigenza espressiva di tematiche non solo femministe, ma anche legate all'attualità e a scelte poetiche. Arricchiscono il volume i primi testi rappresentati al Teatro della Maddalena e un saggio di Franca Angelini sull'evoluzione della donna in teatro, da attrice ad autrice di diari fino all'approdo a una scrittura drammaturgica finalmente autonoma."" -
Le gloriose tradizioni del Pacifico e altre storie. Antologia di racconti dalla Nuova Zelanda alle Hawaii
Storie di viaggi, di sconfinamenti e cortocircuiti narrativi capaci di ammaliare i fatti e gli immaginari degli esploratori: sono questi i temi delle prime scritture in Nuova Zelanda e nel resto del Pacifico, quando i viaggiatori e i coloni raccontavano per tentare di dare al Vecchio Mondo un'idea di quello che era il Nuovo. Oggi vi sono anche altri motivi ricorrenti nella narrativa di questa vasta area geografica, fra cui la preoccupazione per l'ambiente, temi sociali come la difficile condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in alcune società ancora tribali, la crisi - a volte irreversibile - di tradizioni consolidate da secoli. Anche il senso del mistero e dell'occulto, che fa parte della vita di queste popolazioni e ha ispirato i racconti di tanti scrittori e viaggiatori occidentali (si pensi a Robert Louis Stevenson), è un elemento ancora presente nella tradizione letteraria del Pacifico. Questa piccola antologia vuole aprire una finestra su un mondo complesso e lontano, ma nel quale si agitano problematiche civili e sociali spesso non dissimili da quelle che animano il dibattito culturale nel vecchio continente. -
Streghe
C'era una volta, I'incipit degli incipit è il grande innesco di una narrazione infinita che si intreccia alla varietà delle culture e degli immaginari uniti da questo comune denominatore. Un mantra che è soprattutto un orologio dalle lancette sospese su un tempo altro, il dettaglio di un mondo in cui tutto è possibile poiché quel mondo è la fiaba. In questo mondo ci trasporta Streghe. Un varco per grandi e piccini, una carrellata di tipi umani. Le streghe sono donne - madri, sorelle, nonne - che nascondono un segreto: a mezzanotte le loro anime abbandonano i corpi per compiere delitti sanguinosi, spesso ai danni dei propri ignari familiari. Per sconfiggere le forze del male bastano però l'ingegno e l 'astuzia, di cui sono portatori uomini semplici e poveri, che in questo modo si guadagnano la gratitudine e la riconoscenza dei parenti delle streghe e riescono anche a migliorare la propria situazione economica. -
La linea di Teodosio torna a dividere
I problemi dell'Albania di ieri e di oggi alla luce della sua storia e di quella europea. Le tensioni politiche, culturali e religiose di una nazione in bilico da secoli, letteralmente spaccata dalla cosiddetta Linea di Teodosio, cioè dal confine che dal 395 segnò definitivamente la scissione tra Occidente e Oriente. Nei secoli che ci separano da quella data, le radici di un lembo d'Europa da sempre terreno di contraddizioni e drammi, di giochi di potere e costruzione di una coscienza nazionale. Postfazione di Piro Misha. -
Fanny Owen
Un giovane rampollo sfaccendato, un gazzettiere e futuro grande romanziere, la figlia di un ufficiale inglese di stanza in Portogallo in un'epoca conturbata di invasioni e guerre civili sono i protagonisti di questa storia. Ma è un triangolo amoroso atipico quello che Fanny Owen racconta, fatto più di parole e fiumi d'inchiostro, amicizie incallite e amori frustrati, passioni che rasentano il morboso. Misurandosi con un episodio reale della vita dello scrittore Camilo Castelo Branco (1825-1890), Agustina Bessa-Luís crea pagine che si contraddistinguono per una scrittura aforistica. Da questo romanzo, il regista Manoel de Oliveira trasse il film ""Francisca"""" (1981), segnando l'inizio di una delle più proficue collaborazioni nella storia del rapporto fra cinema e letteratura."" -
Un tempo berlinese
Un uomo di origini algerine, emigrato da circa venticinque anni in Germania, torna nella sua terra negli anni Novanta e trova un'Algeria a un passo dall'inferno, preda della guerra civile e del terrorismo. Il viaggio del protagonista è accompagnato dalla presenza di un sedicente amico d'infanzia, che insegue l'uomo in ogni suo spostamento, lo pedina, lo assilla, sostenendo di volergli raccontare la storia della sua famiglia, dimenticata e messa da parte dopo il trasferimento a Berlino. Il finale, sconvolgente e imprevisto, proietta il romanzo in un'atmosfera dai contorni noir, in cui ossessioni e spettri personali diventano reali. Sullo sfondo, un paese dilaniato dalla paura e dal sospetto, in un clima che ricorda da vicino il nostro presente sotto la minaccia del terrorismo. -
Fiabe greche
Da Il vecchio boscaiolo e il leone a La lepre e le rane, da Il re e gli insetti a Il cestaio intelligente, le fiabe popolari della Grecia raccolgono motivi ed elementi della favolistica di Esopo, raccontando di un mondo popolato da uomini astuti e da animali saggi. Una civiltà spesso povera e contadina si muove sullo sfondo di paesaggi campestri e marini sempre suggestivi, alla ricerca di un riscatto o semplicemente di un po' di felicità. Nelle storie di questa raccolta, tutto è regolato dal sentimento di giustizia che anima i protagonisti, e che ha a che fare spesso con le energie misteriose dell'universo. Alla fine, a trionfare è sempre il bene. Con due saggi di Daniele Giancane. -
Fiabe cretesi
A Creta, isola micenea di mare e fantasmagorici palazzi, di tauroctonie e di una misteriosa dea, di Cnosso e Festa, si conserva un patrimonio fiabistico singolare, che se da una parte può essere ricondotto a quello greco tout court, dall'altra ha suoi precisi elementi distintivi: le fiabe cretesi sono fiabe di mare e di relazioni difficili coi potenti, narrazioni di viaggi e di improvvise soluzioni ai casi umani, con una maggiore apertura al fantastico e soprattutto con una forte connotazione identitaria. Allo strapotere turco il popolo cretese risponde con l'arguzia e lo sberleffo, in sostanza con un sentimento di superiorità intellettuale. Le Fiabe cretesi qui raccolte in un'edizione a cura di Daniele Giancane sono dunque fiabe lievi e spesso ironiche, che mirano a raccontare lasciando un messaggio, una scia, un segno per gli ascoltatori e per i posteri. Storie che vogliono aiutare a districarsi nell'esistenza umana, tra sofferenza e sogno. -
Il male pugliese. Etnopsichiatria storica del tarantismo
Apparso per la prima volta nel 1963 sulla prestigiosa rivista scientifica ""Bulletin of the History of Medicine"""", questo breve ma denso saggio può considerarsi a pieno titolo uno dei primi studi che coniugano i concetti della psicodinamica con l'archeologia degli antichi saperi curativi. Grazie a uno scavo profondo ed esteso, corroborato da una formidabile mole di fonti bibliografiche e sostenuto da un'idea aperta della società e del diritto alla salute, George Mora perviene a un'avanzata teoria interpretativa del fenomeno tarantismo e ne mette in risalto il paradigma terapeutico e l'importanza nella tradizione antecedente al nascere della moderna clinica dei disordini mentali. In appendice, a confermare come lo stretto legame tra problematica della salute comportamentale e fenomenologia religiosa risalga all'antichità e attraversi tuttora le scienze psichiatriche contemporanee, un prezioso documento dei primi del Novecento, che tratta di ripetuti casi di possessione nella Turchia ottomana."" -
Durante il regno di Gioacchino Murat. Diario di un capitano dei Lancieri
Vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, Giuseppe Maliardi è stato - come lo descrivono le cronache del tempo - un ""gentiluomo polignanese della metà dell'Ottocento"""", depositario di una grande storia che ha attraversato i secoli per giungere fino a noi in tutta la sua maestosità. Capitano dei Lancieri di Murat, Maliardi - partendo dalla cittadina pugliese di Polignano a Mare - ha raccolto minuziosamente e con costanza certosina la cronaca delle sue avventure di soldato al servizio di Giuseppe Bonaparte, nelle file dell'esercito di Gioacchino Murat. In questo Diario, che grazie all'impegno e alla cura dei discendenti è giunto fino a noi, Maliardi ripercorre quelle vicende, offrendoci una testimonianza rara e preziosa di uno spaccato ampissimo della storia mondiale, di una storia che affascina ancora oggi per la magnificenza dell'impresa che vi è raccontata. Per otto anni e mezzo, dal 1807 al 1815, Giuseppe Maliardi ha riversato nel suo Diario - quasi quotidianamente - le vicende, i sentimenti, le emozioni e le descrizioni dei luoghi che hanno caratterizzato l'impresa di Napoleone, grande condottiero e imperatore dei francesi. Dalla Campagna di Russia alla Battaglia di Lipsia, fino alla spedizione italiana, tutto è condensato nelle pagine fitte e appassionate di questa meravigliosa testimonianza. Fonte imprescindibile per la storiografia internazionale, Durante il regno di Gioacchino Murat apre oggi al lettore, allo studioso, all'appassionato, uno squarcio insolito sulla grande storia, portandoci nel vivo di una quotidianità che ci avvicina ancora di più alle vicende del passato."" -
Tarantolismo nella superstizione e nella scienza
"Il tarantolismo nella superstizione e nella scienza"""" è uno studio che anticipa di oltre cinquant'anni quello che sarà l'approccio di De Martino al fenomeno del tarantismo, preso in esame all'interno di una sfera complessa, che intreccia credenze, saperi e pratiche della cultura popolare. L'autore, che nei primi anni del Novecento era un giovane aspirante medico, con questo lavoro si avvicina all'etnografia, raccoglie storie di tarantati, fornisce testimonianze, analizza dati, pubblica fotografie di grande interesse documentario, che ritraggono giovani donne tarantate le quali, in preda alla transe, corrono e danzano per la stanza, aggrappate a una fune che pende dal soffitto." -
La regina dei cornetti salati
Una raccolta di storie ambientate fra Belgrado e Roma, sul fil rouge di ricordi, segreti e nostalgie che resistono allo scorrere del tempo. Un vecchio tassista si ritrova a essere involontario custode dei frammenti di vita di un avvocato. Un amore sospeso e mai vissuto ritorna deflagrante a distanza di anni. Le mani di una donna-regina creano miracoli da un grumo di farina, qualche goccia d'acqua e cristalli di sale grosso, piccole gemme capaci di stregare un grande poeta. Sono solo alcuni dei protagonisti di questi racconti di Tijana M. Djerkovic, intrecciati a formare un mosaico cangiante e prezioso chiamato -
Fiabe e leggende norvegesi
Storie narrate oralmente, intorno al fuoco o a un camino, le ""Fiabe e leggende norvegesi"""" qui raccolte contengono innumerevoli motivi legati all'immaginario popolare e rendono al meglio le atmosfere del pre-Romanticismo. Si odono spesso in questi racconti voci che provengono dal bosco, dal mare, o dai fiumi. E sono voci che avvertono, minacciano, consigliano. O preannunciano gli eventi. Per coloro che le vivevano, infatti, tutte le leggende avevano lo stesso fascino inquietante di essere """"voci"""", grida trasformate in dicerie. Fiabe e leggende sono brusii della natura che sovrasta gli individui, li aiuta o li spaventa. Discorsi sovrumani il cui senso - benevolo o malevolo che sia può essere colto solo al termine del racconto, quando tutto è compiuto."" -
Edgar Allan Poe. La sua vita, le sue opere
Questo volume raccoglie due saggi che Baudelaire scrisse come prefazione alle raccolte di racconti di Poe da lui tradotte in lingua francese.rnNel primo saggio, intitolato Edgar Poe. La sua vita, le sue opere (1856), Baudelaire racconta la vita dello scrittore americano tracciandone un profilo intellettuale e psicologico, ed evidenziando le difficoltà attraverso cui l’autore s’inserì nel panorama letterario statunitense.rnIl secondo saggio, Nuove note su Edgar Poe (1857), è incentrato sulla poetica e lo stile dello scrittore, le cui convinzioni estetiche e filosofiche Baudelaire condivide così profondamente da dare l’impressione, in alcuni punti, che l’analisi dell’opera di Poe sia un pretesto per parlare di se stesso e della propria poesia. -
Racconti del tempo del sogno. Miti, leggende e favole aborigene
I ""Racconti del tempo del sogno"""" che compongono questa raccolta appartengono alla tradizione aborigena australiana e si rifanno a quel periodo che viene definito """"Dreamtime"""" (il Tempo del Sogno) ed ebbe inizio con le gesta dei mitici antenati totemici, in grado di trasformarsi in uomini o animali a loro piacimento. Nella mitologia aborigena, il Sogno è un'epopea primordiale, vaga, nebulosa e tuttavia reale, una dimensione in cui gli uomini sono anche animali e gli animali sono anche uomini. Tramandate attraverso la tradizione popolare, le straordinarie avventure degli antenati totemici raccontano di uomini che si trasformarono negli animali che oggi vediamo in Australia, uomini, che con le loro gesta generarono il paesaggio fisico della regione e diedero vita alle tribù che popolano quelle terre. Solo apparentemente ingenui, questi racconti rivelano sbalorditive similitudini con miti comuni a tutte le antiche civiltà, sotto ogni latitudine: i racconti biblici, le leggende del Graal, le storie celtiche e quelle degli indiani d'America."" -
Il mio grido
Candore e sensualità costruiscono la mappa emozionale di queste poesie di Mimoza Ahmeti. Aspetto intrigante dei versi di questa poetessa albanese è l'ambiguità sessuale che pervade molti componimenti: un'ambivalenza, un'offuscazione poetica del maschio e della femmina che rende la scrittura ancor carica di significati nascosti tra le righe. -
La terra dei monsoni
"La terra dei monsoni"""" annoda un sofferto e appassionato dialogo fra i due mondi, quello occidentale e quello orientale. Napo, un piccolo villaggio della Thailandia rurale, sperduto nella piana sconfinata delle risaie disseccate dal sole, attende l'arrivo dei monsoni. E quando finalmente questi si annunciano, uomini e animali sono percorsi da una strana eccitazione e frotte di bambini scalzi festeggiano, danzando, l'arrivo della pioggia. Uno di loro, Prem, detto """"il muto"""" o """"il girino"""", diventerà monaco buddista, attraverso un percorso circolare che lo porterà lontano, in Europa, per ritornare infine nel suo villaggio." -
Storia dei Balcani
Nell'immaginario storico e letterario, i Balcani si stagliano come un grande spazio spaventoso e mal definito e sono spesso visti negativamente, come una regione abitata da popoli tormentati dall'odio razziale ed etnico, sempre pronti allo scontro. Lo storico Andrew Baruch Wachtel ridefinisce quest'area in termini positivi, ripercorrendo la storia dei Balcani dalla Preistoria al XX secolo come un passato di prestiti unici e stratificazioni preziose, in cui alcune tra le più grandi civiltà del mondo si sono sovrapposte dando vita a una regione complessa e straordinariamente ricca. -
L'Anschluss italiano. La guerra in Albania (1939-1945)
Il presente saggio ripercorre in sintesi la storia dell'Albania nei sei anni che precedettero la fine della Seconda Guerra Mondiale, dall'occupazione italiana (che segna l'inizio della parabola discendente del Fascismo) fino alla presa di potere da parte del Partito Comunista albanese di Enver Hoxha, sul finire del 1944. Il volume fornisce una visione completa delle traversie di un popolo alle prese con problemi interni a volte assai intricati, per via del retaggio di una mentalità bizantina ereditata da secoli di invasione turca, dello scontro con gli interessi di vicini per niente amichevoli e per il basso livello di istruzione di un popolo al quale solo verso la fine del XIX secolo fu permesso di coltivare la propria lingua. ""L'Anschluss italiano"""" rappresenta la prima opera storica documentata che tratta del periodo più contrastato e meno conosciuto della storia albanese, in modo imparziale ed esauriente. Un testo per comprendere l'Albania moderna e - di riflesso, tramite il coinvolgimento nello scenario balcanico - anche l'Italia contemporanea."" -
Nel nome del figlio
Nella notte in cui sua moglie l'ha abbandonato e l'uliveto di famiglia sta bruciando, un giovane scrittore vaga tra le strade della città montenegrina di Dulcigno ripensando ad anni di liti familiari e al rapporto conflittuale con il padre. Dirigendosi verso il centro della città, presa d'assalto dai turisti, il protagonista si imbatterà in una schiera di personaggi bizzarri e grotteschi, ciascuno dei quali lo costringerà a fare i conti con l'origine di ogni sua ossessione, ovvero la figura del padre.