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Scoperte e riscoperte del patrimonio artistico della Lombardia. Catalogo della mostra (Milano, dicembre 2009-aprile 2010)
Il volume è il catalogo della mostra ""Dipinti lombardi dal Rinascimento al Barocco"""" (Grattacielo Pirelli, 3 dicembre 2009-28 febbraio 2010), che propone ventidue opere dipinte tra '500 e '700 e quattro speciali approfondimenti su altrettanti capolavori: """"'Artbox'. A tu per tu con Antonello da Messina, Tiziano, Hayez, Sironi""""(3 dicembre 2009-25 aprile 2010). In occasione dell'inaugurazione dell'evento espositivo, dal 2 all'8 dicembre, la grande facciata del Palazzo della Regione è stata illuminata, con i colori e i soggetti delle opere esposte."" -
I Vailetti. Una famiglia di pittori a Lodi nel Novecento. Catalogo della mostra (Lodi, 16 ottobre - 26 dicembre 2010)
La pittura delle due generazioni dei Valletti è una celebrazione dei nitidi e poetici paesaggi del territorio lodigiano, con le sue acque, vere e proprie ""architetture naturali"""", le case e le cascine, le nebbie, i filari di pioppi e di gelsi, la ridente e fervida campagna lodigiana, il duro e faticoso lavoro nei campi; valori, questi ultimi, non solo pittorici, da tramandare alle generazioni future. Le opere esposte sono, quindi, testimonianza dell'abilità di questi artisti che con diverse tecniche dimostrano la loro bravura e maestria, opere inserite a pieno titolo nell'arte lombarda e italiana del Novecento."" -
Peter Greenaway. I misteri del giardino di Compton House
"I misteri del giardino di Compton House"""" fu presentato in concorso al Festival di Venezia nel 1982. Fra il disappunto di molti non vinse nessuno dei premi principali. Una volta distribuito internazionalmente, divenne però un caso, fornendo un'ulteriore conferma a chi voleva vedere nell'asfittico panorama cinematografico di quegli anni il fermento di una """"rinascita britannica"""". Peter Greenaway è oggi uno degli autori più complessi, eccentrici e rispettati del cinema contemporaneo." -
Armenia-Canada... Ararat. Il cinema di Atom Egoyan
Il testo ripercorre la carriera del regista Atom Egoyan, canadese di origine armena. Il suo è un cinema in cui una narrazione rallentata conduce i personaggi verso una rovina inevitabile, più morale che fisica. Appassionato di Samuel Beckett, il suo stile è stato spesso paragonato a quello di Michelangelo Antonioni. -
L' inquadratura. All'inizio del cinema
La realizzazione di un film comprende due grandi momenti: la ripresa e il montaggio. Se l'inquadratura è l'atto primo, quello che sta all'origine dell'opera, è anche l'ultima di una serie di tappe: continuità dialogata, découpage, story board ecc. Concretizzazione del pensiero di un regista, è il risultato del gesto di un solo uomo o invece del lavoro di un'intera troupe, e determina la comprensione del racconto e dello spazio-tempo, così come la percezione delle forme, dei colori e del movimento. Imparare a guardarla è scoprire cosa in essa si è prodotto, attraverso la scelta di un quadro, di una distanza, di un movimento di macchina. -
Giorni d'amore. Un film di Giuseppe De Santis tra impegno e commedia
"Giorni d'amore"""" lanciò una giovanissima Marina Vlady e consacrò definitivamente il talento di Marcello Mastroianni. Il primo film a colori di Giuseppe De Santis conserva intatte, a cinquant'anni di distanza, una freschezza e una originalità sorprendenti. Il volume ospita contributi di Giuseppe Bonaviri, Paola Marchi, Guido Michelone, Callisto Cosulich, Matilde Hochkoflet, Gaetano Carnevale; le interviste a Marina Vlady di Jean A. Gili e a Mario Silvestri di Giacomo Gambetti; raccoglie, inoltre, inediti documenti d'archivio, tra i quali l'inchiesta realizzata da Elio Petri a Fondi nel 1953 e i bozzetti di Domenico Purificato per i costumi e le scenografie." -
Esportare la democrazia. State-building e ordine mondiale nel XXI secolo
Francis Fukuyama analizza in questo suo nuovo libro un tema decisivo: la costruzione dei nuovi stati-nazione. La fine della storia, sostiene Fukuyama, non è un destino automatico e una politica di buon governo sarà sempre necessaria. Gli stati deboli e quelli falliti sono la causa di alcuni dei problemi più seri che minacciano il mondo. Fukuyama spiega in particolare come si possono trasferire a questi stati delle istituzioni pubbliche forti e funzionanti, le sole in grado di assicurare a essi e al mondo intero un futuro stabile e pacifico, e impartisce alcune lezioni tanto semplici quanto spesso disattese su come gli Stati Uniti e l'Europa possono gestire al meglio i casi più scottanti di state-building: l'Afghanistan e l'Iraq. -
Breve storia del cinema indiano
Con una produzione di circa 800 film all'anno, quella indiana è una delle cinematografie più prolifiche del mondo. Al centro del sistema sta un pubblico di 13 milioni di spettatori al giorno, per il quale il cinema rappresenta uno dei pochi mezzi d'intrattenimento e, insieme alle festività religiose, uno dei principali momenti di aggregazione sociale. Negli ultimi anni le pellicole indiane hanno cominciato a farsi apprezzare anche in Occidente, riscuotendo un notevole successo grazie a registe quali Deepa Mehta e Mira Nair e alla riscoperta di autori come Satyajit Ray e Mrinal Sen. In questo libro Elena Aime traccia un profilo di questo fenomeno affascinante e complesso. -
I generi del cinema
La nozione di genere cinematografico, fondamentale nella produzione cinematografica e nella storia del cinema, è tema poco frequentato a causa della sua problematicità. Come si definisce infatti un genere cinematografico? Qual è la sua funzione all'interno del processo di creazione e di ricezione di un film? Non interessata a fornire un repertorio dei generi cinematografici, quanto piuttosto a trovare una chiave per il loro riconoscimento, Raphäelle Moine propone in queste pagine una lucida sintesi delle teorie e delle analisi fondate sulla nozione di genere nel cinema, illustrate da numerosi esempi. -
La musica al cinema. Per ascoltare i film
Dopo l'avvento del sonoro, e la nascita della figura del compositore per il cinema, i registi sono in grado di controllare la musica dei loro film. Se, a Hollywood, Max Steiner impone uno ""standard"""" nutrito di romanticismo europeo, grandi registi e grandi musicisti inventano nuove relazioni fra musica e immagini, per creare insieme un'opera unica: il film. Gilles Mouëllic fornisce i riferimenti storici necessari per una buona comprensione di questo affascinante tema, ma propone anche testimonianze, testi teorici e analisi che chiariscono il ruolo svolto dalla musica nella percezione delle immagini, con riferimenti a registi quali Charlie Chaplin, Orson Welles, Alfred Hitchcock, Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard, Quentin Tarantino, Nanni Moretti."" -
Il documentario. L'altra faccia del cinema
Finzione e documentario sono due direttrici di una stessa arte, i cui confini si fanno sempre più sottili e permeabili. La frontiera tra il cinema documentario e il reportage, invece, tende a definirsi in modo via via più netto. La cattura delle immagini, la ""diretta"""", così come le attua la televisione, si allontanano sempre più dall'arte della regia, la sola in grado di restituire la ricchezza e la complessità del reale. Jean Breschand poggia la propria analisi su film e cineasti: dai pionieri, i Lumière, attraverso Flaherty, Vertov, Vigo, a Jean Rouch e Joris lvens, per continuare con Abbas Kiarostami, Alain Cavalier, Chantal Akerman; da film-chiave all'opera fondamentale di Chris Marker e di cineasti contemporanei."" -
Andy Warhol. Il cinema della vana vita
La produzione cinematografica di Warhol è una dell'espressioni più tipiche e interessanti dell'underground statunitense. In particolare è importante il suo lavoro sui generi, trasgrediti e sovvertiti fino all'annichilimento. Se il suo pubblico ha difficilmente oltrepassato la cerchia degli appassionati e degli studiosi, e innegabile che la produzione dell'artista americano ha costituito il retroterra culturale e linguistico di molto cinema indipendente a partire dagli anni '60. -
Gente d'Israele. Storie, voci, destini
Ruthie ci racconta Israele com'è, appunto lasciando la cronaca ma parlando d'altro, di sesso, di soldi, di amore, di solitudine, di figli. Sa giocare con il leitmotiv delle bombe che scoppiano ovunque, ridendo della paura materna per il figlio che guida un po' ebbro e che, nell'udire le sirene, la rassicura dicendo che è ""solo un attacco terroristico"""", così come dei soliti assembramenti di fronte al metaldetector in cui ne succedono di tutti i colori, perché gli israeliani in coda danno il peggio di una cultura che non riesce a imparare l'educazione ed è certo poco britannica. Ruthie vive e pensa secondo la sua idea di libertà, senza nessun compromesso, nessuna concessione al senso comune, in costante combattimento."" -
Sophia Loren. La storia dell'ultima diva
Chi è Sophia Loren? Tutti crediamo di conoscerla perché le immagini della Tv e le cronache dei giornali ce la mostrano di continuo, nonostante sia lontana la stagione dei successi, dei film indimenticabili. Sophia è diventata col tempo il simbolo di un'Italia che continua a esistere non solo nelle sue pellicole dirette da maestri quali Blasetti e De Sica, Cukor e Chaplin, ma anche nella memoria del costume nazionale. In questo libro, Italo Moscati fa luce sui chiaroscuri di una diva mai appagata, che ancora oggi non rinuncia a cercare le buone occasioni artistiche, sul grande come sul piccolo schermo. -
Il racconto cinematografico
Questo libro è articolato in due parti: la prima, dopo aver definito la peculiarità del racconto cinematografico, ne sintetizza la storia (a partire dal cinema delle origini) e i principali problemi tecnici; la seconda presenta documenti, testimonianze, analisi di sequenze, che offrono al lettore un istruttivo ""dietro le quinte""""."" -
Noi, i moderni
Se la ragione deve illuminare il mondo e non incendiarlo, è bene che indaghi sui propri limiti e rifletta sulla propria fallacia. E magari riconosca che la modernità, con tutte le sue certezze, è stata l'ultimo, grande mito del '900. Oggi il presente ci interroga con durezza e ci chiede risposte non evasive. Attraverso quattro ""lezioni"""" (""""Bisogna essere moderni?"""", """"Le due culture"""", """"Pensare il XX secolo"""", """"La questione dei limiti""""), l'autore affronta i problemi più brucianti di questo tempo."" -
Inchiesta sui miracoli di Lourdes
Dal 1958 seimila persone si sono dichiarate ""miracolate"""". La scienza ha giudicato inesplicabili duemila di queste guarigioni, ma la Chiesa non ha riconosciuto che 66 miracoli. Come procede la medicina per verificare l'autenticità di una guarigione? Quale tipo di inchiesta conduce invece la Chiesa per stabilire che si tratta di un miracolo? Ci sono state guarigioni eccezionali in altri santuari mariani?"" -
Vite a riscatto
Non è semplice crescere all'interno di una dinastia imprenditoriale e lavorare nella principale industria di famiglia. Sopratutto quando l'idea di famiglia è vissuta come un'ideologia, anche a costo di diventare il problema di quell'industria. Può succedere allora che le vite dei singoli risultino schiacciate, e che il riscatto arrivi per vie taverse e imprevedibili. Il libro è la cronaca malinconica di un tramonto e la descrizione di un viluppo inestricabile di infelicità individuali. -
Italia odia. Il cinema poliziesco italiano
Forse nessun altro genere all'interno del cinema popolare italiano ha saputo convogliare gli umori e le paure del paese come il poliziesco. Questo saggio ne ripercorre la storia, dall'immediato dopoguerra a esempi recentissimi come ""Romanzo criminale"""" di Michele Placido, e con particolare attenzione agli anni '70, quando l'exploit commerciale di """"La polizia ringrazia"""" apre la strada a un nugolo di epigoni e variazioni sul tema: le contaminazioni con il film di mafia, le derive comiche, l'ibridazione con la sceneggiata napoletana. Malvisto dalla critica, che lo bolla con il termine spregiativo di """"poliziottesco"""", il filone ha però il merito di mettere in scena la realtà del tempo. Dietro alle storie di eroici commissari """"di ferro"""" e spietate """"belve col mitra"""", emerge l'immagine di un'Italia inquieta, segnata dal '68 e sconvolta da atti di violenza, conflitti sociali e spinte eversive. Ma le vicende del poliziesco italiano consentono anche di seguire il percorso di un'industria cinematografica sull'orlo del collasso, fino alla resa allo strapotere catodico negli anni '80: il poliziesco emigra sul piccolo schermo, mutando pelle e segnando in maniera indelebile l'evoluzione della fiction televisiva fino ai nostri giorni."" -
Il Dalai Lama. La sua vita, il suo pensiero
Il 6 luglio 1935, da una famiglia di poveri contadini di Taktser, un villaggio nella regione dell'Amdo in Tibet, nasce un bambino di nome Lhamo Thondup. Nel 1939, dopo aver superato varie prove, il giovanissimo Lhamo viene portato nel monastero di Kumbum e qui, oltre a essere riconosciuto come la reincarnazione del XIII Dalai Lama Thubten Gyatso, è proclamato Dalai Lama a sua volta e ribattezzato con il nome di Tenzin Gyatso, ovvero «Oceano di saggezza». Inizia così la vicenda di un uomo fuori dal comune, che è allo stesso tempo una grande guida spirituale e la suprema autorità dei tibetani: dall'educazione a Lhasa dove gli viene conferito il titolo accademico più importante, il «Geshe Lharampa», all'assunzione anzitempo, nel 1950, della carica di capo di Stato del Tibet in seguito all'occupazione cinese delle regioni dell'Amdo e del Kham; dai difficili rapporti con Mao Zedong al fallimento della rivolta popolare contro gli invasori e alla conseguente fuga, nel 1959, a Dharamsala, in India, dove risiede tuttora con il governo tibetano in esilio. Da quel momento, Tenzin Gyatso è diventato il primo Dalai Lama a viaggiare in ogni angolo del mondo, per promuovere la causa del suo popolo e soprattutto per far conoscere i principi del buddhismo. I suoi appelli per una soluzione della questione del Tibet, sostenuti da una indomita forza morale e dall'insistito richiamo a una resistenza non armata, gli sono valsi, nel 1989, il premio Nobel per la Pace.