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Il suono nel cinema. Storia, regole, mestieri. Ediz. illustrata
Il sonoro di un film è parte essenziale della sua riuscita artistica e tecnica, e del suo impatto sullo spettatore. Ricostruendone la storia, analizzando le più recenti conquiste tecnologiche e illustrando le varie figure professionali coinvolte, Laurent Jullier permette al lettore di districarsi in un ambito non sempre di facile comprensione. La seconda parte è riservata a utili approfondimenti: analisi di sequenze, interviste e documenti di lavoro di autorevoli professionisti. -
Storia del cinema indiano
Con una produzione di circa 800 film all'anno, quella indiana è una delle cinematografie più prolifiche del mondo. Al centro del sistema sta un pubblico di 13 milioni di spettatori al giorno, per il quale il cinema rappresenta uno dei pochi mezzi d'intrattenimento e, insieme alle festività religiose, uno dei principali momenti di aggregazione sociale. Negli ultimi anni le pellicole indiane hanno cominciato a farsi apprezzare anche in Occidente, riscuotendo un notevole successo grazie a registe quali Deepa Mehta e Mira Nair e alla riscoperta di autori come Satyajit Ray e Mrinal Sen. In questo libro Elena Aime traccia un profilo di questo fenomeno affascinante e complesso. L'edizione è aggiornata al 2007. -
Un' odissea del cinema. Il «2001» di Kubrick
Opera mitica, nonché annoverata da molti tra i dieci capolavori del grande schermo, ""2001: Odissea nello spazio"""" di Kubrick è, sin dalla sua uscita nel 1968, un film emblematico sotto diversi aspetti: non soltanto dà una nuova dimensione al cinema di fantascienza (sebbene ci fosse già stato qualche successo in quest'ambito prima del 1968), ma riannoda anche i molteplici fili sottesi tra il grande cinema spettacolare e le ricerche sul cinema """"puro"""". Per la scarsezza di dialoghi (tuttavia determinanti) e per il modo in cui privilegia i mezzi propri del cinema - suono, luce, movimento e montaggio 2007 è anche il capostipite e il capolavoro di quella che può essere definita """"film-experience"""", in cui la proiezione del film è assimilabile a un rituale. Attinge in tal senso sia alle ricerche sonore e ottiche dell'ultimo periodo del cinema muto sia alla modernità degli anni '60 (Antonioni, Tati) da cui è nato. Incarna un sogno di cinema assoluto, che mira a un'esperienza non-verbale e universale. È uno dei film più personali e audaci del suo regista e allo stesso tempo un'opera che ci parla in una maniera straordinariamente forte della condizione umana nel cosmo."" -
Lo splendore della verità. Perché sono diventato cattolico (e sono felice di esserlo)
Milioni di persone, di tutte le età, di tutte le fedi, di tutte le nazionalità e capi di nazioni anche in guerra fra loro si sono ritrovati nell'aprile 2005 per rendere l'estremo saluto a Giovanni Paolo II. Questa mobilitazione senza precedenti nella storia ha dimostrato che la Chiesa rappresenta un punto di riferimento essenziale, non solo per i cattolici. Anzi, qualche volta sembrano proprio alcuni fra loro i più restii ad accettarne la vitalità e la ritrovata capacità di offrire un contributo di idee autorevole, anche se spesso controverso, al mondo contemporaneo. In Lo Splendore della Verità padre Neuhaus - che si trovava a Roma in quegli storici giorni e ne ha redatto un diario che conclude il suo saggio - affronta molti dei temi più dibattuti del cattolicesimo postconciliare (dal significato del Concilio alle innovazioni nella liturgia, dall'ordinazione delle donne alla contraccezione, dall'aborto e dall'omosessualità al celibato dei sacerdoti) coinvolgendo il lettore in una riflessione vibrante e profonda su cosa significa essere credenti oggi. Partendo dalla sua vicenda personale - che lo ha portato a sentire l'insufficienza della fede e della teologia luterana nella quale era cresciuto e a diventare prima cattolico e poi sacerdote -, e ricordando gli incontri con Giovanni Paolo II e l'allora cardinale Ratzinger, Neuhaus spiega quanto sia in errore chi vuole politicizzare e «democratizzare » la Chiesa, contestando o stravolgendo gli insegnamenti del Magistero. La fedeltà e la continuità, non l'autonomia e la novità, conducono a un futuro ricco di promesse. Un futuro all'insegna di una evangelizzazione planetaria, dell'unità fra i Cristiani, e di un vero rinnovamento. -
Sulle strade della fiction. Le serie poliziesche americane nella storia della televisione
Dopo un inquadramento storico del fenomeno della fiction televisiva americana a partire dagli primissimi anni '50, il libro passa in rassegna tutti i polizieschi americani, giunti o meno nel nostro Paese. Per fare solo qualche nome, si va dagli investigatori antieroi (il tenente Colombo, Ellery Queen, Jim Rockford) ai poliziotti nelle metropoli (McCloud, Baretta, Serpico, Kojak), dai detective edonisti (Mart Helm, le Charlie's Angels) ai piedipiatti tutti da ridere (Barney Miller), fino al caso di questi ultimi anni: CSI: Crime Scene Investigation. -
Con San Giacomo a Compostela
La prima parte ricostruisce la figura di san Giacomo, commenta gli episodi della vita di Gesù a cui avrebbe partecipato, accenna alle leggende che ne hanno accompagnato il culto nei secoli, parla della possibile traslazione del suo corpo, del sito di Compostela ecc. La seconda parte tratta invece della dimensione spirituale del pellegrinaggio in un'ottica essenzialmente cristiana. -
Quentin Tarantino. Pulp fiction
Quattro storie di violenza si intersecano in una struttura circolare che si chiude con un ritorno all'inizio. Come scrive Paolo Mereghetti, ""Pulp Fiction è un perfetto gioco a incastri"""", ha dialoghi paradossali e si giova di una buona direzione d'attori. Ma soprattutto """"Tarantino, da buon cinefilo che ama le citazioni, non prende nulla sul serio e sdrammatizza le situazioni più truci con un umorismo ghignante a volte irresistibile."""""" -
Andy Warhol. La biografia
Andy Warhol è stato pittore, scultore, fotografo, regista, attore, produttore di musica, uomo di televisione, modello, testimonial pubblicitario. Ed è stato il fulcro di tutto quello che di più innovativo e radicale è stato sperimentato negli anni '60, al tempo della Pop Art e del cinema underground, e negli anni '70 e '80 quando il postmoderno era agli inizi. La Factory, dove presero forma la sua pittura e successivamente anche i suoi film, era la sua Hollywood privata, una fucina di sogni e un crocevia dove si incontravano mascalzoni, prostitute, artisti e importanti galleristi. Era il luogo dove droga e sesso si praticavano liberamente, dove la rivoluzione dei costumi era all'avanguardia, dove tutto poteva succedere e succedeva. Dopo la morte vennero scoperti molti lati nascosti della sua esistenza e la maschera andò in frantumi. Ciò che solo gli amici più intimi conoscevano divenne di dominio pubblico: in primis, la sua sorprendente fede cattolica. In questa biografia ""definitiva"""", Michel Nuridsany è andato oltre i luoghi comuni che circondano l'icona di Warhol. Ha incontrato i suoi amici e i tanti artisti che hanno fatto riferimento a lui, ha ricostruito passo per passo il suo percorso, ha ricercato immagini, suoni, gesti e parole di un'epoca vicina ma perduta, si è imbevuto dello spirito e delle atmosfere di New York, per capire chi è stato davvero l'artista che ha cambiato l'arte contemporanea."" -
La bomba iraniana. Che ne sarà del mondo se l'Iran disporrà di armi nucleari e che cosa può fare l'Europa per impedirlo?
Il mondo ha saputo della pericolosità del programma nucleare iraniano il 14 agosto 2002, durante un briefing tenuto a Washington dal Consiglio Nazionale della Resistenza in Iran. Da allora la comunità internazionale ha chiesto invano di poterne verificare la natura pacifica. Lungi dall'aprire le porte dei suoi centri alle ispezioni internazionali cui ha l'obbligo di sottoporsi, Teheran è andata avanti per la sua strada eludendo la trattativa diplomatica, incorrendo in cinque dure censure nella forma di risoluzioni ONU al Consiglio di Sicurezza e subendo infine le sanzioni economiche. L'incubo secondo molti è concreto: entro pochi anni l'Iran di Mahmoud Ahmadinejad disporrà di un arsenale atomico che potrà usare per promuovere le sue ambizioni egemoniche in Medio Oriente. Ma non tutti credono a questa previsione - in primo luogo la Russia e la Cina. L'Europa preferisce affrontare la crisi attraverso il dialogo e gli Stati Uniti sembrano voler prima risolvere definitivamente le loro missioni in Iraq e Afghanistan. Il dossier Iran è la questione di politica estera e di sicurezza più importante e strategica oggi sul tappeto. Ed è anche la più complessa, perché sono in gioco giganteschi e divergenti interessi economici legati al petrolio all'interno dello schieramento occidentale. ""La bomba iraniana"""" fornisce un quadro di quella che, a giudizio di Emanuele Ottolenghi, è una minaccia molto seria per gli interessi strategici dell'Europa."" -
Storia di Taizè
Taizé nasce nella Francia occupata, come comunità monastica voluta da frère Roger allo scopo di superare le divisioni tra i cristiani. In poco tempo, grazie soprattutto al carisma del suo fondatore e a una lunga serie di iniziative coraggiose, diventa uno dei luoghi di incontro preferiti dai giovani di tutta Europa, che si radunano sulla collina borgognona per pregare, ascoltare e condividere esperienze e speranze. Questo volume racconta il passato e il presente di Taizé, i risultati ottenuti e anche le critiche che nel tempo le sono state rivolte. Il cantiere avviato dalla comunità di Taizé diretta dal 2005 da frère Alois, dopo la tragica scomparsa di frère Roger -, si rivela un'opera titanica nella sua semplicità, una tra le più alte di tutta la spiritualità del XX secolo. Dopo aver assistito alla sconfitta dei totalitarismi, all'esaurimento delle ideologie e aver contribuito a riavvicinare molte voci discordi della cristianità, Taizé ha ora di fronte la sfida forse più difficile: ridare una speranza cristiana a un mondo soffocato da un relativismo privo di una prospettiva autenticamente umana. -
Chris Marker o Del film-saggio
Chris Marker è l'esponente di punta di un cinema estraneo a ogni moda e a ogni compromesso commerciale. Dall'esordio sul finire degli anni '50 sino ai giorni nostri, ha sviluppato un linguaggio cinematografico in continuo rinnovamento, dal cine-romanzo a immagini fisse di La jetée, al pamphlet di contro-informazione politica (Loin du Vietnam e Le fona de l'air estrouge), alla tecnologia digitale con il cd-rom Immemory. Nel tempo ha poi affinato l'arte del film-saggio: affascinante incrocio di riflessione filosofica, immagine documentaria, found footage, tecnologia digitale e materiale d'archivio. Il suo immaginario è formato da una memoria iperattiva alla continua ricerca di referenti simbolici e di assonanze spirituali, come quelle stabilite nel corso degli anni con Andrej Tarkovskij e Akira Kurosawa. Grande viaggiatore, o, per usare un termine a lui caro, instancabile globe-trotter, con i suoi film dedicati all'Africa, al Giappone, alla Siberia, ha offerto uno straordinario contributo di conoscenza. Si può insomma ragionevolmente affermare che Chris Marker è un autore la cui scoperta è in grado di modificare la chiave di lettura del cinema prodotto negli ultimi cinquantanni. -
Storia e pratiche del documentario
Il documentario è vecchio come il cinema, ma a differenza delle opere di fantasia non ha mai conquistato il grande pubblico e ha occupato uno spazio marginale nella programmazione delle sale o nei palinsesti televisivi. D'altra parte è sempre stato il terreno privilegiato di una riflessione profonda sull'etica, l'estetica e la tecnica del mezzo cinematografico e ha impegnato la creatività di alcuni fra i massimi registi del '900. Recentemente, poi, anche grazie ai progressi della tecnologia che hanno molto semplificato il processo produttivo, ha conosciuto un nuovo sviluppo, accompagnato da una più acuta attenzione di operatori culturali e studiosi. In questo aggiornatissimo volume, Guy Gauthier effettua una ricognizione a 36O gradi, combinando storia e teoria, critica e analisi del documentario. Le questioni che affronta vanno dalla definizione di una terminologia specifica alla poetica dei grandi autori, dall'analisi del ruolo del cineasta al problema dei mezzi tecnici e della fruizione sociale dell'opera. Ne risulta l'articolato ritratto di una forma espressiva in evoluzione costante e ricchissima di voci e di esperienze, come dimostra la filmografia raccolta in appendice, in cui sono registrati quasi trecento registi di ogni continente, dalla Francia all'Italia, dalla Cina all'India, dall'Argentina agli Stati Uniti, agli stati africani. -
Alfred Hitchcock. Nodo alla gola
Nell'ambito del cinema classico hollywoodiano, ""Nodo alla gola"""" costituisce senz'altro il caso più radicale di impiego del piano-sequenza come alternativa alla discontinuità del montaggio. Non sorprende quindi che, almeno inizialmente, sia stato soprattutto questo aspetto ad attirare l'attenzione della critica. Giudicato da alcuni un affascinante esperimento, da altri un vuoto esercizio di stile, solo in anni recenti il film è divenuto oggetto di attente letture che hanno messo in luce l'interesse dei temi affrontati, alcuni dei quali risultano inediti - come i riferimenti filosofici presenti nella sceneggiatura - mentre altri rinviano a ossessioni ricorrenti in tutta l'opera di Alfred Hitchcock: dal tema del delitto perfetto al motivo del transfert di colpa, dall'idea dell'omicidio come esercizio artistico alle implicite ma palesi connotazioni omosessuali. Raccogliendo i suggerimenti presenti negli studi sul regista britannico e nei contributi specifici su """"Nodo alla gola"""", il presente lavoro - il primo interamente dedicato a questo film - si propone di fare piena luce su una tappa importante dell'itinerario hitchcockiano."" -
Matolda. Una storia longobarda
Ultimi anni dell'VIII secolo, in Val di Susa, nel Piemonte occidentale. Rachi, il padre di Matolda, si mette in marcia verso Taurino per avvisare re Desiderio che il figlio Adelchi è stato tradito da uno dei suoi duchi. Ma è troppo tardi. Rachi viene ucciso, mentre l'esercito di Carlo Magno sorprende alle spalle le truppe longobarde e le spazza via come fa il primo vento d'inverno con le foglie gialle ancora attaccate ai rami. In mezzo alla follia della guerra, Matolda diventa in fretta adulta e inizia una nuova vita. I boschi nei quali fino a poche settimane prima giocava allegramente con il padre ora la nascondono dal nemico che depreda e razzia ogni villaggio. Costretta a una vita randagia nella sua stessa terra, in fuga dalle ombre, atterrita dai rumori, divisa tra il ricordo struggente del passato e la speranza di ricostruirsi comunque una vita, Matolda scoprirà di non essere sola. Un giovane soldato franco sta percorrendo i suoi stessi sentieri, lontano dalla violenza degli uomini. In una terra di confine aspra e selvaggia, in un tempo remoto e misterioso, Matolda incontrerà la forza dell'amore, capirà il significato dell'amicizia, ritroverà la speranza e, soprattutto, sconfiggerà l'odio e la sete di vendetta che come una tenebra avvolgono i cuori e spengono le menti. -
Verso il califfato universale. Come l'Europa è diventata complice dell'espansionismo mussulmano
Tre anni dopo il successo di ""Eurabia"""", Bat Ye'or torna a occuparsi della resa dell'Europa all'islam sotto l'abile regia dell'Organizzazione della Conferenza Islamica, che riunisce 57 paesi e più di un miliardo di persone. Lungi dal pianificare conquiste di tipo militare (almeno nelle forme tradizionali), la strategia dell'OCI è sottile e insinuante. Controlla la politica del Vecchio Continente con la minaccia del terrorismo e l'arma dell'immigrazione (insieme a quella, connessa, della demografia). Lo ricatta economicamente grazie al petrolio. Lo inibisce culturalmente facendo leva sulla mancanza di un'identità condivisa e sfruttando i sensi di colpa di élite ostaggio del """"politically correct"""". Lo insidia sul piano religioso, incoraggiando il proselitismo e le conversioni, mentre la predicazione (e anche la semplice pratica) cristiana resta un tabù in molti paesi musulmani. Ma soprattutto l'OCI si muove innanzitutto sul piano legislativo e giuridico per veder sancito in tutto il mondo il principio in forza del quale i musulmani sono soggetti solo alla legge islamica, la sharì'a, ovunque risiedano. Questo principio è uno dei cardini della dhimmitudine e ha trovato la sua prima applicazione europea nel 2007, in Gran Bretagna, quando la sharì'a è stata ufficialmente riconosciuta come fonte di diritto - in materia di divorzio, eredità e violenze interne alla famiglia."" -
Teilhard de Chardin. Eretico o profeta?
Pochi studiosi e pensatori moderni hanno saputo, come Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), intrecciare nella loro opera gli interrogativi della scienza e le certezze della religione. Formato dai gesuiti (cui successivamente si unì), ordinato sacerdote all'età di trent'anni, Teilhard affiancò allo studio della teologia un'assidua attività di paleontologo e geologo che lo portò a viaggiare in tutto il mondo e a trascorrere gran parte della vita lontano dalla natia Francia, soprattutto in Cina e negli Stati Uniti. Questa duplice vocazione, tanto fertile quanto poco ortodossa negli esiti, gli alienò i favori delle gerarchie ecclesiastiche, che negarono fino all'ultimo l'imprimatur ai suoi scritti, tutti pubblicati postumi, a cominciare dal suo libro più celebre, ""Il fenomeno umano"""". Accusato di panteismo e apertamente ostacolato nella carriera accademica, Teilhard rimase per altro sempre fedele alla Chiesa e obbediente al suo magistero, seppure in una condizione di intima sofferenza. Oggi il suo pensiero appare per molti aspetti profetico e in ogni caso sorprende per la sua capacità di andare dritto al cuore di molte delle questioni più controverse riguardo al rapporto fra scienza e fede."" -
L'umanità perduta. Saggio sul XX secolo
Il XX secolo ha lasciato al nuovo millennio un'eredità tragica. La più radicale affermazione di autonomia - di liberazione - dell'uomo che la storia abbia conosciuto, l'umanesimo figlio della modernità, si è risolta nel suo esatto contrario, la riduzione in schiavitù e lo sterminio di milioni di esseri umani sotto il Terzo Reich così come in Unione Sovietica e in Cina, in Cambogia sotto il regime dei Khmer Rossi, in Ruanda e nel Darfur. Dopo che tutto questo è avvenuto, l'idea di umanità non può più essere pensata innocentemente. Essa ha bisogno di essere concepita in modo nuovo. Secondo Alain Finkielkraut è il compito del nostro tempo, che, assumendolo, non deve però fraintenderne il significato profondo: né una generica compassione né un astratto umanitarismo possono infatti riscattare davvero i mali sofferti dagli uomini e dall'idea di umanità. Se l'uomo moderno continuerà a essere dominato da quella disposizione affettiva che Hannah Arendt ha definito ""risentimento"""" - verso """"tutto ciò che è dato, anche contro la propria esistenza"""", verso """"il fatto che egli non è il creatore dell'universo né di sé stesso"""", un risentimento che lo spinge a """"non scorgere alcun senso nel mondo quale gli si offre"""" e a proclamare che """"tutto è permesso"""" - allora il XX secolo, con il suo carico di dolore e di morte, sarà trascorso invano."" -
Paradiso Boulevard
Anno 1951. Los Angeles è una città sfacciata, vanitosa. Palme, bionde sui tacchi, calabroni panciuti, Lincoln impolverate. Rudy Paradiso è un giovane italoamericano di New York. Sfrontato, ingenuo. Determinato, a suo modo. In California sbarca il lunario facendo a tempo perso da interprete e accompagnatore ai matrimoni degli immigrati come lui. Ma soprattutto sta con Joyce, la ragazza dei suoi sogni, cameriera al Mondigo e aspirante scrittrice per il cinema. Ecco, a Los Angeles il cinema sembra dappertutto. Lo respiri nell'aria. Lo senti nei discorsi. Lo vedi per strada: produttori e starlette, registi e comparse, segretarie e investigatori privati. E lo cerchi, se non hai niente da fare come Rudy, e non vuoi un lavoro. In un'imprevedibile sequenza di incontri che gli appaiono come svolte del destino (a cominciare da quello con Frank Sinatra, con cui farà anche a botte), Rudy Paradiso entra nel mondo luccicante di Hollywood, la scorciatoia che porta dritto al sogno americano. L'unico posto dove pagano a peso d'oro chiunque abbia delle storie da raccontare. Storie incredibili, come le sue. Ma dove si allunga l'ombra minacciosa del maccartismo e della sua spietata caccia alle spie rosse. Rudy è una miccia che sta per accendersi e brucerà ogni cosa, lasciando dietro di sé il bagliore accecante del successo e l'odore acre del tradimento. -
Mattinate in Messico
"I bianchi scrivono sempre, o quasi sempre, in modo sentimentale degli indiani. È così per tutti: antropologi, trascrittori di miti e quant'altri. Dovunque si ritrova quella nota di sentimentalismo strisciante che fa sì che chi legge alzi le spalle e mandi al diavolo gli indiani e una quantità di altre sciocchezze. Bisogna smitizzare gli indiani, così come i cowboy. Quando si sono smitizzati i cowboy, non rimane quasi niente. Ma le sciocchezze sugli indiani non le hanno inventate gli indiani. Le abbiamo inventate noi. Per i bianchi è quasi impossibile avvicinare gli indiani e sfuggire al sentimentalismo o all'antipatia. Perché? Nel bianco entrambe le reazioni sono dovute a un'unica sensazione. L'indiano non è come noi. Tutto il suo essere percorre una strada diversa dalla nostra. Quanto prima ci renderemo conto di questo e lo accetteremo, tanto meglio sarà: e smetteremo di cercare, con nauseante sentimentalismo, di ridurre l'indiano ai nostri termini. Pretendere che tutto fluisca in un'unica corrente significa andare in cerca del caos e dell'annientamento. Pretendere di esprimere una corrente nei termini di un'altra, per renderle identiche, è opera falsa e sentimentale. L'unica cosa che si può fare è cercare di avere dentro di sé un piccolo spirito che riesca a vedere entrambe le vie, o persino molte vie."""" D. H. Lawrence" -
Stat veritas. Seguito a «Iota unum»
Pubblicato postumo nel 1997, ""Stat Veritas"""" analizza e commenta in 55 chiose la Lettera apostolica """"Tertio Millennio Adveniente"""" indirizzata il 10 novembre 1994 da Giovanni Paolo II all'episcopato, al clero e ai fedeli in preparazione del giubileo dell'anno 2000, per definire gli orientamenti pastorali per la Chiesa del nuovo millennio. Insieme a """"Iota unum"""", """"Stat Veritas"""" è l'opera fondamentale di Romano Amerio, il massimo rappresentante dei fautori della continuità della Chiesa. Amerio contesta all'insegnamento cattolico nato dal Concilio Vaticano II di aver trascurato la Verità metafisica del Logos divino - che non è unidimensionale né astratta, come oggi la ritengono anche molti cattolici, ma è una realtà di persona -, e di essersi concentrato sul tema della Carità, riducendo la Chiesa a mero soggetto storico, sociale e culturale che si confronta con le varie opzioni filosofiche e morali proposte dalla società moderna. Deprivato del suo principio più specifico - la sovrannaturalità, la fede, la dottrina perfettamente """"impersonata"""" dal Logos -, il messaggio cattolico ha così smarrito la sua identità rispetto alle altre religioni e si è dimostrato impotente di fronte al diffondersi, anche all'interno del mondo cristiano, della secolarizzazione e del relativismo.""