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La donna francese. Garçonne e femme fatale
Durante la Prima Guerra Mondiale, la donna francese viene mobilitata per sostituire in diversi ambiti gli uomini che erano al fronte. Al termine del conflitto, così, si intraprende, per la prima volta nella storia, un cammino verso una difficile e contrastata emancipazione. Se da una parte la donna borghese si trova libera di subentrare in settori lavorativi prima di allora riservati ai soli uomini, al contrario, nella realtà di provincia ne rimane quasi esclusa a causa della forte reticenza ad una liberalizzazione della donna che avrebbe potuto vederla indipendente economicamente e quindi lontana dai canoni tradizionali. Gli anni Venti diventano folli tra balli, cinema e feste; palcoscenico di forti contrasti tra una dominazione maschilista che coinvolge anche la medicina, accusando le donne di perdere la femminilità e di scadere in una vera malattia deviante. Non meno importante è quel diritto alla citoyenneté non concesso, per il quale si lottava fin dai tempi della rivoluzione francese. Per comprendere meglio l’importanza di questo periodo storico se ne è analizzato il carattere anticonformista ed emancipatore partendo dal romanzo ""La Garçonne"""" di Victor Margueritte."" -
Scrittori lucchesi. Le opere letterarie di trentaquattro narratori
Un saggio che raccoglie le storie e i volti letterari di trentaquattro scrittori lucchesi. Attraverso di loro si può conoscere la nostra storia e ritrovare memorie perdute. In questo libro opere dei narratori: Romano Battaglia, Arrigo Benedetti, Alfredo Bianchi, Paolo Buchignani, Manlio Cancogni, Gino Cesaretti, Ivan Della Mea, Francesca Duranti, Umberto Fracchia, Pietro Ghilarducci, Sirio Giannini, Cosimo Giorgieri Contri, Romano Luperini, Giovanni Mariotti, Stelvio Mestrovich, Silvio Micheli, Julio Cesar Monteiro Martins, Mario Pannunzio, Vincenzo Pardini, Enrico Pea, Pia Pera, Guglielmo Petroni, Flavia Piccinni, Angelo Ponsi, Fabrizio Puccinelli, Mario Rocchi, Giuseppe Saltini, Vittorio Saltini, Remo Teglia, Dino Terra, Mario Tobino, Enrico Tomei, Marcello Venturi, Lorenzo Viani. -
Lupardo. Con notizia di Giorgio Bárberi Squarotti
Un romanzo ambientato sulle montagne ideali della Garfagnana dove i luoghi non hanno più i loro veri nomi ma fantasie. Così la Pania diventa “la favola”, il fiume Turrite diventa “il sogno”, il paese di Molazzana diventa Poggio di sogno e Castelnuovo è Castel di sogno. Infine Taso diventa Pennàlta. “Grazie signor capitano-rispose Lupardo simulatore-ma io abito su un monte e di questi tempi non potrei aiutare mio padre nelle faccende come desidero, perché non ce n’è. D'altronde sta bene, e per le nostre necessità sarebbe meglio ci andassi in settembre o in ottobre. Invece c’è qui una buona famiglia delle mie parti che mi prega spesso di restare a cena. M’hanno dei riguardi perché mi fa male lo stomaco. Ci son tre bambini che mi vogliono bene e m’ascoltano a bocca aperta la sera quando gli conto le fòle. Son biondini, è bello accarezzargli i capelli. Si chiamano Marzia, Luigi, Nicolino. Il più grande ha dieci anni. I loro genitori si son trovati bene qui, soltanto soffrono un po’ come me di nostalgia del paesello. Ci raccontiamo le cose, mi vorrebbero trattenere con loro, ma come si fa?” -
Italiani da Oscar. Il talento italiano dietro ai blockbuster internazionali. Carlo Rambaldi, Pietro Scalia, Dante Ferretti, Mauro Fiore, Giorgio Moroder
Il cinema italiano fa pena: autoreferenzialità, produzioni non esportabili, rifiuto del nuovo, ignoranza parziale dei modi e delle tecnologie più moderne, scadenza qualitativa, preparazione parziale delle nuove generazioni di cineasti, impossibilità di creare novità. La presentazione di cinque grandi italiani che hanno fatto onore ad altrettanti fondamentali reparti dell’industria cinematografica – effetti speciali, montaggio, scenografia, fotografia e musica – è idonea a far comprendere come tutti i problemi sopra citati non solo possano essere risolti, ma possano essere convertiti in un’industria di successo, importanza e valore artistico-commerciale senza pari. Per fare un buon film serve sempre un buon budget, ma non è detto che con un buon budget si faccia sempre un buon film. -
Dopo il buio. Storia di un amore malato
“...Mi costringeva a stare sola con me stessa, a mentire e a convincermi di non voler scappare. L’unica cosa che frequentava la mia mente era la paura, era lei l’unico sentimento che mi pervadeva oltre al desiderio di renderlo comunque felice, di non infastidirlo, per non indurlo ad essere ancora violento e a picchiarmi...”. ""Dopo il buio"""" è un’esplorazione profonda nella vicenda di un mancato femminicidio. Si descrivono segmenti della vita dei due protagonisti che vivono, all'inizio, la loro storia d’amore in maniera totale, finché episodi di vita mai del tutto dimenticati del passato di lui non riemergono. È un romanzo narrato a due voci, è una storia raccontata dai due protagonisti, e ognuno di loro dà la sua personale chiave di lettura."" -
Garfagnana in giallo. Antologia criminale 2016
In questa antologia: Tu mi salverai di Lucio Aimasso; L’abbiamo trovata di Sergio Cova; Le pistole non sparano sempre di Valeria De Cubellis; La vasca di Lidia Del Gaudio; Inganni del cuore di Luca Occhi; Quando la sabbia è cemento di Gianluca Di Matola; Ponti sospesi di Alessandra Burzacchini; Chissà com’era quel caffè di Sara Magnoli; Mezza caccia di fuoco di Claudio Sergio Costa; L’amore, probabilmente di Maria Rosa Aldrovandi; Prima della galleria di Pietropaolo Pighini; Un delitto da Oscar di Antonio Di Carlo; Dieci lire di mentine di Daniela Casati; Lama di cacao di Roberto Van Heugten; Oculus Dei di Francesco Pellegrinetti; Io resto qui di Giuliana Ricci; Dov’è mamma? di Bruna Baldini; Millenovecentosettanta di Paolo Puliti; Blu, giallo e rosso di Gabriella Grieco; Una sola traccia di veleno di Renzo Lambertini; L’Ombra di Luca Zambelli; Emma di Patrizia Bartoli; Lo sguardo del pesce di Emiliano Bezzon; Compagni di vita di Maria Pia Pieri; Sono stato io di Iacopo Riani; Viaggio di sola andata di Marco Bonini; Fatti in casa di Floriana Balducci; Ombramore di Stefania De Caro. -
Andrea De Vita un liberale. L'impegno civile
Rileggere i discorsi, gli articoli, gli interventi dell’avvocato Andrea De Vita aiuta oggi a capire la vera sintesi dell’impegno politico e civile al termine della Seconda guerra mondiale. Lezione di vita e di passione, ma anche e sopratutto spunti di riflessione per la politica attuale. “Ricordino i beati possidenti-scrivere De Vita nel 1945-che il voler possedere tutto non è possibile, quando i più sono privi del necessario; che le rivoluzioni sono provocate dai gretti conservatori; ed è savio consiglio dare oggi spontaneamente ciò che può essere preso domani coattivamente. E non dimentichino i diseredati dalla fortuna che non con i capovolgimenti improvvisi, ma con il lavoro e con il risparmio possono modificare la loro condizione. Ciò che non viene guadagnato col sudore della fronte non rimane nelle tasche: la farina del diavolo se ne va in crusca”. Brano tratto dall'articolo dal titolo “Il governo modello secondo gli antichi” di Andrea De Vita uscito sulla Gazzetta del Serchio numero 35 (anno II) 11-12 marzo 1945. -
La deportazione in Italia. Una pratica repressiva del colonialismo italiano in Africa
La deportazione in Italia di sudditi coloniali è una vicenda poco nota. Eppure ha attraversato l’intero arco della presenza italiana in Africa, coinvolgendo migliaia di individui che, strappati alle loro terre, furono trasferiti in diverse strutture di detenzione già presenti in Italia. Adottata a scopo intimidatorio a partire dalle iniziali conquiste in Eritrea di fine Ottocento, la sua pratica divenne repressiva e sistematica nel secolo successivo, quando fu riproposta dapprima in Libia, ai danni della popolazione araba, e poi in Etiopia, a discapito della vecchia classe dirigente locale. Il volume analizza e ripercorre le fasi della storia della deportazione grazie all'ausilio bibliografico degli studiosi che ne hanno trattato, dedicando a ciascun caso un capitolo specifico. -
Gallicano in guerra. Testimonianze, racconti, storie 1944-1945
Il 22 maggio 1945 il Quartier Generale Alleato della provincia di Lucca emana il primo rapporto dettagliato della situazione del comune di Gallicano: la popolazione contava 4342 persone. Cinquanta le case distrutte. Cento le abitazioni danneggiate in maniera grave e 260 con danni lievi. Nel comune si trovano 1200 profughi provenienti da altre località mentre i senzatetto sono 2289 nel capoluogo, 258 a Bolognana, 75 a Verni, 303 a Fiattone, 133 a Perpoli, 179 a Campo, 35 a Cardoso. Cinque ponti sono stati distrutti, mentre si stima che sul territorio si trovino oltre 20.000 mine nascoste su 800 ettari. Queste provocano una media di un morto ogni due giorni e di tre feriti alla settimana. Otto i partigiani del comune caduti in combattimento con un numero di 30 cadaveri insepolti lungo la linea del fronte. Le fabbriche sono state tutte distrutte. Oltre 600 famiglie del comune si trovano prive di illuminazione. Gli edifici pubblici hanno subito gravi danni; nella scuola sono andati distrutti: 15 armadietti, 9 lavagne, 9 cattedre, 135 banchi, 60 sedie, 10 tavolini, 80 quadri murali per aule, 200 quadri artistici per i corridoi, 160 testi per la biblioteca, l'apparecchio radio. -
Qualcosa sta accadendo
I sette racconti di “Qualcosa sta accadendo” potrebbero sopravvivere per conto loro, senza sapere nulla, l'uno dell'altro, perché ognuno ha la sua musica. In realtà sono parte di una sinfonia proprio come capita a ognuno di noi che è parte del mondo anche lontano dalla gente, nel chiuso di una cucina, anche quando si perde in un sogno. ""Qualcosa sta accadendo"""" vuole rendere questa idea di vissuto """"sinfonico” nel quale si intrecciano le esistenze di creature apparentemente distanti che proprio nell’esperienza della solitudine, del dolore, della morte, nella ricerca delle ragioni della propria precarietà, intimamente corrispondono. Se questo legame non fosse già abbastanza forte, basterebbe il moto sempiterno della natura che chiama con semplicità tutto ciò che esiste ad accettare le regole della vita, per quanto a volte possano sembrare ingiuste. Perché non conta il luogo e nemmeno il tempo, non conta se siamo uomini, cani o foglie: tutti viviamo in un posto che confina ovunque con il nulla e tutti condividiamo lo stesso destino."" -
Travestimento proibito e altri racconti
La valle del Serchio e la vita di paese negli anni ’50 e ’60, ma non solo, sono lo sfondo su cui si svolgono i sette racconti di questa raccolta. Sono i decenni di un difficile passaggio tra un mondo semplice, fatto di tradizioni e incrollabili regole sociali al limite del pregiudizio, e la modernità con le sue promesse di libertà e di benessere, spesso però ancora illusorie. I diversi protagonisti vorrebbero seguire le proprie aspirazioni ma non riescono ancora a liberarsi dai cliché che li imprigionano. Nascono così storie come quella di Raul, che aspira al benessere e si illude di ottenerlo con facilità. S’impelaga in traffici illeciti e vende anche se stesso, ma alla fine dovrà pagare un amaro conto alla vita. Oppure quella del ritorno di Alberto dall’inferno della guerra. Solo dopo aver superato difficili prove, riuscirà a trovare la felicità nell’affetto della famiglia e nelle piccole cose di tutti i giorni. Difficile rientro anche per Antonio, che aveva creduto alle menzogne del Fascismo e che ora subisce l’emarginazione e il disprezzo da parte del paese. Diversa è invece la storia di Anita, che aspira alla felicità senza tuttavia raggiungerla che solo in parte. -
Angoli acuti
Un libro spigoloso, crudele, che mostra l’amore al tempo del consumo. In questa raccolta di racconti la bellezza dei mondi interiori si mostra fragile, di fronte alle crudeltà delle esistenze che vagano alla costante ricerca di un abbraccio, di un bacio, un sorriso. Quando leggiamo Monica Dini tutto ci sembra nostro e così le gioie, le paure, i disastri e i successi, si mescolano in un unico fuoco. Le donne sono fragili, ma anche solitarie lungo un paesaggio umano che non vede altre esistenze in vita. Gli uomini, nudi, carne mobile, tentano di essere riparatori di tremende ferite. Sono loro le protagoniste, nel bene e nel male, come lei che si racconta: “Ormai era tardi per tornare indietro. Sapeva di una stalla abbandonata. Seguì il sentiero di destra e la raggiunse. Su un lato della costruzione c’era una mangiatoia scavata in un grande tronco. Stava al riparo sotto una grondaia di lamiera. Aprì lo zaino e buttò il sacco a pelo nella mangiatoia. Avrebbe dormito lì, a giorno sarebbe tornata a casa. Nessuno avrebbe mai saputo niente. Poi pianse senza rumore come il fondersi del ghiaccio. Pianse per le sue illusioni e per quelle dei suoi figli. Per le umiliazioni. Per l’ingenuità.""""|Libri"" -
I vermi odiano il gin
Tra il visionario e il noir, tra il realismo più crudo e la fiction. Tre ferite aperte per tre racconti che non lasciano indifferenti i lettori. Sullo sfondo della nostra società i racconti che compongono il libro rispecchiano perfettamente il carattere visionario tipico di Gianni Monico. Il ritmo incalzante, il cinismo dei personaggi, i sorprendenti modi di uccidere, il tutto unito alla curiosità insopprimibile di sapere cosa accadrà nella pagina successiva, ecco gli ingredienti di un cocktail molto forte e perfettamente miscelato. Nessun punto di sutura tra il “Dottore”, “Casino” e “I vermi odiano il gin”. Non c’è speranza, nessuna illusione e nessuna apparente differenza tra vittima e carnefice. -
Soldato Salza Renato l'eroismo e l'umiltà. La storia di un sopravvissuto alle campagne di Albania e di Russia
Partito per il fronte greco-albanese nel 1941 e poi nel 1942 per la Russia il protagonista di questa storia rappresenta la dolorosa esperienza di un sopravvissuto a due campagne e anni di prigionia. Renato Salza era un soldato della divisione “Sforzesca” richiamato il 20 gennaio del 1941 nel 53° reggimento di fanteria “Umbria”. Il reggimento raggiunse il fronte greco-albanese partecipando ai combattimenti di Mali Scindeli, Mali Trebescines, Klisura. Il 9 aprile dopo quarantadue giorni di linea, il plotone di Salza venne finalmente posto a riposo e spostato nelle retrovie a Cascisti. Di 180 uomini erano rimasti solamente in 38. A luglio, dopo le ultime operazioni, l’unità rientrò a Biella. Il 26 giugno del 1942 Salza partì per la Campagna di Russia inquadrato nell’ARMIR. A Natale dopo la ritirata della “Sforzesca”, il soldato, con altri compagni, venne catturato e internato nel campo di concentramento 54/4 di Kamenka dal quale rientrerà solamente nel 1948. -
Ricordati del fuoco. Una biografia familiare a Casperia
Virginia va a fare la serva a Roma che è ancora bambina. Le propongono di sposare un vedovo depresso e inetto. Zappa, sospira, prega e mette al mondo due figli scheletrici ma svegli e intelligenti. Lei sa che loro ce la faranno nonostante due guerre, un terremoto, un’epidemia e una sequenza infinita di carestie. È ormai vecchia quando può tirare un respiro di sollievo: la vera tragedia si consumerà allora. Richetta è una bambina orfana allevata in una capanna da uno zio celibe. Mette al mondo nove figli, si fa carico di sette nipoti, protegge una famiglia di ebrei durante la guerra. Poi anche lei tira un respiro di sollievo… ed è la catastrofe. -
Casa Balboa. Stai calmo papà!
Mettere a nudo l'ipocrisia di una società che, con vestiti eleganti, cerca di far sembrare tutti gente per bene, è lo schiaffo narrativo delle storie di Balboa. La vicenda di una famiglia sbandata che, anche nei tre precedenti romanzi, era specchio di una realtà, certamente enfatizzata, ma corrispondente a quella che viviamo ogni giorno in questo mondo diventato incomprensibile. Qui, come nei precedenti Balboa, il sesso ha un'importanza fondamentale, specie per papà Balboa, che cerca in esso forse l'affetto che gli è mancato, specie da ultimo in famiglia, ma che è anche un sano sfogo alla sua irruenza esistenziale. Ossessionato dalla moglie Sofia che lo ha abbandonato anni prima, tra una litigata e l'altra, Balboa si sfoga con l'amante Manuela, vive nuovi incontri come in una catena di montaggio e consumo facendo apparire l'erotismo come un giocattolo ripetitivo e incessante che si rinnova senza storie e futuro. In realtà è tutto un gioco nel quale Mario Rocchi si diverte, con una prosa sciolta e sboccata, a mettere a nudo una società falsa e meschina, vuota e perduta, senza miti, idee e valori. -
Voci e ombre dal Don. Lettere, documenti, memoriali, immagini dell'ARMIR in Russia
La tragedia dell’Armata Italiana in Russia (ARMIR) è ancora oggi molto sentita in chi ha ereditato da genitori o nonni, il dubbio. Il non aver mai conosciuto la fine di migliaia di alpini, fanti e artiglieri provenienti da tutto il paese, ha generato nel tempo un forte desiderio di scoprire, di ritrovare, di rintracciare, i segni o i resti di quei ragazzi. Questo libro riunisce tante storie attraverso documenti, lettere, memoriali e aiuta a riprendere le ricerche. Dal mistero di Giuseppe Accettura a Enea il pacifista; passando attraverso Ceriani l’elettricista o Pons “il bombarolo”; e ancora le lettere del nonno Gastone o di Giuseppe Piervitali. Ma sono tantissime le storie raccontate in questo ultimo lavoro di Pino Scaccia, che è diventato negli anni un punto di riferimento per chi sta cercando i dispersi di Russia. Questo libro esce in prossimità dell’inizio dello scavo delle fosse di Kirov. La grande speranza per i familiari dei dispersi dell’Armir che sono ancora più o meno quarantamila. Una cifra enorme. Tante saranno le storie ancora da scoprire, racchiuse nella gigantesca fossa comune venuta alla luce a ridosso della ferrovia Transiberiana. -
La speranza del futuro. Le ragioni della sinistra
La storia della Sinistra è piena di sconfitte, con avanguardie generose ma incapaci di comprendere gli strati popolari o nomenklature distaccate dalla base. Per superare questa impasse la Sinistra deve essere un soggetto politico espressione di grandi masse popolari e capace di utilizzare l'esistente elaborando visioni alternative. -
Finale di partita
L'azione si svolge quasi interamente a Milano e dintorni e poi a Bergamo Alta, in Sardegna e nella Svizzera francese. I protagonisti fanno parte dell'alta borghesia milanese, imprenditori e professionisti di successo. Un mandante, sconosciuto fino al termine del romanzo, decide di far uccidere un imprenditore milanese. Con ogni cautela prende contatto con un killer cui affida un preciso mandato: la vittima deve essere eliminata ma la sua morte deve apparire come casuale e non premeditata. Il piano tanto spietato, quanto accurato, mira a evitare che gli inquirenti investighino nell'ambiente frequentato dall'industriale. Il complotto criminale ha successo, anche se l'imprevista coraggiosa reazione della vittima designata riesce quasi a farlo fallire. -
Una stagione milanese
Il romanzo ricostruisce il sapore degli anni Ottanta a Milano: via della Spiga, il liceo classico Parini, il bar Giamaica con le sue colazioni del sabato. Il libro si concede qualche fuga da Milano direzione Parigi e una vacanza a Panarea passando attraverso la moda, le canzoni, i Mundial dell'82, la notte prima degli esami di maturità, le top model, i viaggi, una miscela di tutto quello che gli anni Ottanta hanno rappresentato.