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Sull'altra riva
«Nel 1949 Theodor Wiesegrund Adorno asseriva che, «dopo Auschwitz scrivere una poesia è una barbarie», il che costituisce un paradosso, al quale potrebbero aggiungersi, senza sforzo, altre argomentazioni. E infatti, si può parlare più, legittimamente, di poesia, di arte, di cultura, di civiltà dopo non solamente Auschwitz, ma anche dopo Hiroshima, dopo la repressione della ""Primavera di Praga"""", dopo le atrocità della guerra vietnamita, dopo il Cile, dopo l'Afgahnistan e così via esemplificando ? Ma non si uscirebbe dal paradosso e non si affronterebbe seriamente il problema della validità attuale della poesia e, in generale, della cultura, e cioè, per dirla con Huizinga, della dimensione """"ludica"""" dell'uomo. Il motivo di vero, che innegabilmente c'è nel paradosso di Adorno, non è difficile scorgerlo, soprattutto ove si rifletta alla data della sua enunciazione. Il motivo di vero, tuttora operante, almeno nel subconscio, consiste nel senso di colpa che affligge l'umanità, anche quando si manifesta attraverso nuove esplosioni di violenza e di aggressività. Gli intellettuali, in particolare, non possono non sentirsi corresponsabili di tutte le atrocità che l'uomo compie sull'uomo, a dispetto di secoli di cultura, di """"poesia"""", rimasti senza eco e quindi sterili, quando non addirittura complici della barbarie. Senso di colpa dal quale non può essere assolto nessuno, e ciò vale, a fortiori, per gli uomini di cultura, per gli artisti, i poeti, i filosofi, gli scienziati, gli educatori e, soprattutto, i politici. E tuttavia, senza tale senso di colpa, sarebbe più possibile la creazione artistica ? L'arte non è sempre stata, anche prima di Aristotele, catarsi, purificazione dai sentimenti ?...» (Dalla Premessa)"" -
Pescatore di coralli
«Caro Duilio Farneti La ringrazio di avermi dato l'occasione di leggere i Suoi libri di poesia in dialetto romagnolo e ora questo volume di poesia in lingua che si intitola ""Pescatore di coralli"""". In tal modo mi sembra che Lei abbia colto in un'unica vocazione le Sue due Muse; in effetti il nuovo libro completa e spiega il lavoro generoso dei testi precedenti. Non c'è dubbio che in tanti anni di così vigile partecipazione il risultato generale appare quanto mai soddisfacente e stimolante. Chi legge sente che la poesia per Lei non è stata un mero divertimento ma qualche cosa che giustifica e risolve la Sua esistenza. Le auguro così di continuare, ancora per molti anni, a tenere tra le Sue mani la terra e i fiori della Sua Romagna, prima e segreta mediatrice dei Suoi giorni. Cordiali saluti. Carlo Bo» (Dalla Presentazione)"" -
Unamuno linguista
«L'interesse di Unamuno per i problemi della linguistica e della lingua ha origini biografiche lontane nel tempo, che, sul piano aneddotico, risalgono perfino alla prima fanciullezza; si consolidano nella lunghissima attività docente come grecista e filologo. Tuttavia, al pari di altri aspetti della sua produzione intellettuale, questo interesse non ha dato molti frutti sistematici, né opere specialistiche. Il complesso della riflessione di Unamuno sul linguaggio è affidato a saggi e articoli, nonché a numerosissime pagine presenti nelle opere saggistico-filosofiche e letterarie. Queste caratteristiche della sua produzione linguistica, unite al rifiuto della scienza, a partire dai primi anni del secolo — dunque dall'epoca della sua maggiore notorietà interna e internazionale —, hanno finito col darne una immagine sfocata. Che Unamuno fosse un « entendido » in questioni di linguaggio, era opinione largamente diffusa tra i suoi contemporanei. Ma la considerazione, in genere, non andava molto oltre l'idea di un intellettuale che dimostrava interesse e conoscenze linguistiche, nonché di un convinto esaltatore di « Su Majestad, la lengua espanola », che suscitava consenso ed entusiasmo nazionalistici. Unamuno cioè non veniva considerato un teorico e uno specialista. Almeno per il secondo periodo della sua vita (da quando respinge la prospettiva scientifica e razionale) ciò risponde a verità: è il momento in cui emerge con più nitidezza l'immagine del filosofo, del romanziere, del poeta e, in generale, dell'ideologo e del polemista. Ma, al di là di queste condizioni oggettive e soggettive, contribuiva anche a oscurarne l'immagine di linguista, la presenza sulla scena culturale della personalità scientifica di Menéndez Pidal (e della sua scuola) al cui segno si riduceva, in forma monopolistica, la ricerca linguistico-filologica, nella prima metà di questo secolo. [...]». (Dalla premessa di Otello Lottini). -
Disturbi del linguaggio nel bambino
«Il titolo unificante di questo volume è di oggi. I lavori che esso raccoglie sono di ieri e sono stati letti, in forma più sintetica, in occasione di alcuni Congressi nell'arco di un quinquennio (con una sola eccezione), tra il 1975 e il 1980. La provenienza dei lavori è questa: Dinamica di interazione tra processi percettivi e acquisizione del linguaggio, è stato presentato alle « Giornate di studio sul linguaggio nella Scuola Materna », Cesenatico, ottobre 1975, organizzate dall'OMEP (Organizzazione Mondiale per l'Educazione Prescolastica); Indirizzi terapeutici per alcuni disturbi del linguaggio nel bambino, al « II Congresso della Societas Logopedica Latina », Marsiglia, marzo 1970; Problemi di linguaggio nel bambino con idrocefalo, al « Simposio sui problemi del bambino con idrocefalo e della sua famiglia », Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, ottobre 1980; Sull'apprendimento del linguaggio nel bambino sordo, al « Corso di aggiornamento per Foniatri », Università di Roma, marzo 1979. I lavori qui stampati sono inediti e conservano le linee portanti ed essenziali delle relazioni, ma sono stati ulteriormente articolati ed ampliati. Oltre ad avere eliminato tutti i riferimenti discorsivi e circostanziali, sono stati arricchiti con l'aggiunta di note esplicative, di titoli ai capitoli, di grafici, ecc. Malgrado la diversità di provenienza dei lavori, e qualche inevitabile ripetizione, data l'origine del volume, essi presentano un carattere largamente unitario, poiché sono tutti fondati sui problemi dell'apprendimento del linguaggio infantile e della sua patologia. La successione dei lavori nel volume obbedisce non a un criterio cronologico di scrittura, ma a una coerente disposizione problematica...» (Dalla Premessa) -
Catilina
E' una libera riduzione teatrale in tre atti nel « De coniuratione Cati-linae » di Gaio Crispo Sallustio: vi si cerca di cogliere la meccanica modernissima della "" congiura """", la sorprendente attualità delle soluzioni tecniche escogitate da Catilina per il colpo di Stato. E a questo proposito l'Autore dissente dal giudizio di Curzio Malaparte — che pure ha goduto di una qualche fortuna — e che si trova espresso in « Tecnica del colpo di Stato »; per esso Catilina sarebbe stato un eroe mancato, un politicante senza audacia e con troppi scrupoli, un inabile manovratore, un testardo irresoluto di cui la polizia di Cicerone poté disfarsi senza fatica, con alcune spie e qualche agente provocatore. Secondo Negri il giudizio malapartiano sarebbe troppo affrettato: non si liquida così una congiura che per estensione in tutte le classi sociali, metodologia e parole d'ordine usate, disegno strategico, ferrea omertà fu tra le più pericolose per la repubblica romana, e certamente inaugurò l'epoca dei grandi colpi di Stato. Sallustio e Cicerone, in fondo, hanno dato un ritratto fedele di Catilina, cogliendo bene quel « quid novi » ch'egli rappresentava nella tradizione politica romana, e testimoni dell'attacco da lui portato nel cuore della repubblica. Da questa riattualizzazione drammatica della classica opera sallustiana, Catilina emerge nettamente come una personalità """" divisa """" e, perciò stesso, """" moderna """". Da una parte cova in lui, il risentimento per l'emarginazione subita per mano dell'oligarchia ( ben quattro bocciature elettorali ! ); ma dall'altro scoccano l'intuizione geniale dell'ideologo, il colpo d'occhio del politico di gran razza che individua i punti deboli della costruzione politica e sociale da abbattere. Introduzione di Attilio Marinari."" -
Archeologia del discorso e scienza della storia
L'idea di una «archeologia del sapere», che orienta tutta l'opera di Michel Foucault, presuppone ed al tempo stesso sviluppa un nuovo modo di guardare alla storia, essenzialmente polemico verso ogni forma di storicismo ed ostinatamente attento alla storicità del sapere. Ma questo mutamento, significativo di tutto un indirizzo di pensiero variamente sensibile all'esperienza strutturalista, non è imputabile solo ad una scelta culturale. In esso incide profondamente la condizione di discorso che il sapere filosofico contemporaneo riceve, per converso, dalla propria peculiare storicità. Per questo motivo, anche le forme rappresentative che alimentano il discorso di Foucault e ne esprimono con inquietante ricchezza la sensibilità «contemporanea», possono valere come elementi di un gioco di profondità, il cui senso sfugge all'intenzione di pensiero che le ha generate; possono rendersi oggetto a loro volta, paradossalmente, di un'analisi «archeologica», volta a mettere a nudo, attraverso e malgrado Foucault, la tessitura segreta del rapporto fra le filosofie contemporanee e l'a-priori storico che le rende possibili. In questa direzione s'impone il rinvio al nodo hegeliano di idealità e storicità: l'elisione del dramma speculativo che esso comporta è il canale attraverso il quale il discorso filosofico dei nostri giorni, pur così variamente articolato, rischia di consumare come una torta di destino tragicamente univoco, la difficoltà della sua ineludibile discendenza hegeliana. -
Canto residuale
«È, questa, una raccolta ove le impressioni, istantanee, tendono alla condizione lirica, scattando da veloci note di occasioni e momenti di vita, da evocazioni di città e di natura proposte come ricordi e attualizzate come sentimenti. Del resto, dopo il dissolvimento ormai tanto lontano della sintassi semantica e metrica dell'Ottocento, l'interrogazione su quel che suol dirsi interno e su quel che suol dirsi esterno e sull'osmosi che tra l'uno e l'altro si presume intercorrere, quando s'intenziona a produrre una ""aura poetica"""" si dispone spontaneamente — di solito — proprio in forme e strutture di elementare semplicità: strutture e forme certo non omologhe alle spinte ora neocostruttivistiche, ora agglomeranti e congeste, della poesia contemporanea, perlomeno da quando questa ha inteso farsi strada tra nuove e complesse — per quanto instabili — tecniche del rapporto tra immagine e parola (...)». (dalla prefazione di Vittorio Stella). Presentazione di Italo Capizzi."" -
La polemica di Hegel con Gustav Hugo
In appendice i testi. -
Andrea Camilleri
Arricchito da una bibliografia che raccoglie tutti gli interventi su e di Camilleri, il testo passa in rassegna le opere dello scrittore, dopo avercelo presentato con un esauriente profilo critico-bibliografico. Un'intervista originale rilasciata per l'occasione da Camilleri stesso conclude il volume con la voce del diretto interessato. -
Tiziano Sclavi
Tiziano Sclavi è l'autore di Dylan Dog, il celebre fumetto per il quale lo scrittore è diventato famoso. E' la narrativa di Sclavi a essere presentata in questo volumetto che ci consente di comprendere l'originalità di un autore in rapporto costante con cinema e fumetto. Conclude un'intervista originale rilasciata da Sclavi. -
Nodo sottile. Vol. 2
«Lenti o veloci che siano i pensieri per vivere hanno bisogno di essere fissati dalla pazienza di un foglio di carta o dalla mobilità di una pagina web. La scrittura è un lavoro fisico; correzione, soppressione, aggiunta che a strati successivi rivelano i contorni essenziali del pensiero. Le parole sono il vestito con il quale ci presentiamo nella casa degli altri, sono la pista che la nostra voce lascia dietro di sé. Viviamo un tempo ciarliero e ridondante d'immagini che hanno sottratto valore alla parola che invece è un luogo lontano, di confine verso il quale bisogna trovare una strada e dopo che l'hai raggiunto devi saperlo portare dentro di te. Tutto questo appare ancora più rischioso e faticoso quando a scrivere sono le giovani generazioni per loro natura così inquiete ma anche portatrici di una tensione creativa coraggiosamente curiosa. In presenza dei tanti segni, segnali e linguaggi che la creatività giovanile produce appare ancor più netto il compito delle Istituzioni. Non si tratta di appropriarsi o guidare questi processi quanto piuttosto di costruire occasioni che ne permettano l'emersione e la promozione verso il grande pubblico. Sostegno dunque che nel caso di Nodo sottile 2 si concretizza in incontri con esperti del settore, letture pubbliche in librerie e biblioteche, collegamenti con rassegne simili, pubblicazione di un'antologia con i lavori degli autori selezionati da parte di una casa editrice fiorentina. Un piccolo percorso di opportunità che, incrementando le occasioni della precedente edizione, facilitino il cammino degli autori, regalando loro qualche conoscenza in più utile per il loro viaggio. Tutto questo nella speranza che essi possano fare i giusti passi per seguire il filo e soprattutto, dipanalo». (Dalla presentazione di Simone Siliani, Assessore alla Cultura del Comune di Firenze). Prefazione di Marco Marchi. -
Malalisandra
Davide Raguti ha poco più di trent'anni, una fidanzata, una bici rossa e non molto altro. Intorno a lui tracce confuse di ricordi, fantasmi che tornano, voci che disturbano e presenze inquietanti che insinuano sottili paure. Ed è proprio allora che incontra la Malalisandra. Sulla soglia tra magia e consapevolezza delle cose, la storia si accende, si infittisce di misteri e si inoltra in un percorso che conduce il protagonista nel cuore della propria vicenda. Una scrittura delicata e passionale, luminosa e piena di ombre, che muta e si adatta alle fasi della narrazione, anzi da esse si fa forgiare senza perdere vitalità, proprio come una sonata di Chopin. Come la salamandra che il fuoco non può intaccare. -
Masterpieces. Based on a manuscript by Mario Modestini
Cosa c'è dietro le opere d'arte che ammiriamo nei più grandi musei del mondo? Quali segreti vi sono celati? E qual è il modo per poterli riportare all'antico splendore rimanendo più fedeli possibile alla volontà originale dell'artista? Dianne Dwyer Modestini, restauratrice del capolavoro Salvator Mundi attribuito a Leonardo da Vinci, apre per noi una finestra sull'affascinante mondo dell'arte e del restauro offrendoci un libro scritto con passione, impreziosito dalle memorie del marito, l'altrettanto importante restauratore Mario Modestini. Ricco di aneddoti straordinari e di vicende ricostruite con paziente ricerca, «Capolavori» si rivela interessante per qualunque lettore, dal professionista del restauro allo storico dell'arte, dall'appassionato al semplice curioso. -
Romano Bilenchi: storia e antologia della critica, 1933-2018
La figura intellettuale e l'opera di Romano Bilenchi rappresentano un passaggio cruciale del Novecento. Dall'esordio negli anni Trenta alle ultime prove, la rivisitazione dei racconti e dei romanzi è affiancata in questo libro da un'ampia ricognizione della critica che, lungo gli anni, ha accompagnato l'autore di alcuni capolavori della narrativa italiana moderna: Conservatorio di Santa Teresa, Gli anni impossibili, Amici. Ne scaturisce un profilo teso a mettere in evidenza la ricchezza di sfaccettature del lavoro di Bilenchi, che fu non solo narratore penetrante e raffinato, ma anche saggista, giornalista e organizzatore culturale, traduttore, consulente editoriale; infine uomo civile, militante con passione nelle più aspre battaglie delle idee. Completano il volume la bibliografia aggiornata, mentre l'antologia della critica presenta una nutrita schiera di brani d'autore, con testi talora non facilmente reperibili insieme alle letture di maestri come Franco Fortini, Gianfranco Contini, Giacomo Debenedetti, Maria Corti, Luigi Baldacci. -
La storia di Pik Badaluk
Edizione tascabile di un libro storico dei primi anni del '900, il primo titolo in assoluto pubblicato all'interno del catalogo delle Edizioni E.Elle. Età: da 4 anni. -
Il castello di carta
Come realizzare un sogno? Ivo vorrebbe tanto costruire un castello, un castello vero. Ma per le mani non ha altro che libri, i mille libri di suo padre. Il padre di Ivo sogna di scrivere una poesia. Mentre i due si muovono indipendentemente per trasformare il sogno in realtà, scoprono che solo con l'aiuto reciproco possono realizzare i loro desideri. Età di lettura: da 7 anni. -
La strega Pienadira e la risata che uccide
Che le streghe siano invidiose e cattivelle è risaputo: basta non stuzzicarle. Ma stavolta l'hanno combinata grossa: per colpa della strega Pienadira e delle sue orripilanti figlie - Esecrabile, Piagnucolosa e Rancida - un intero paese viene privato delle risate dei bambini e rischia di sprofondare nella malinconia e nella tristezza più nera! Per questo i troll e gli animali della foresta, alleati del piccolo Jake, dichiarano loro guerra. Sembra uno scontro ad armi impari, perché la strega ha la magia dalla sua, ma... ride bene chi ride ultimo! Età di lettura: da 8 anni. -
Storie di foglie e di cielo. Ediz. illustrata
Protagonisti di questo volume sono due aerei personaggi di Nicoletta Costa, l'albero Giovanni e il Signor Aquilone: entrambi vivono sempre all'aria aperta, uno in un giardino, l'altro su una nuvola, sempre pronti a giocare con il vento. Età di lettura: da 3 anni. -
La gallina di nome Gianna
In un pollaio popolato da belle galline grassocce regna un clima di assoluta tranquillità. La nonna adora Gianna e tutte le altre, Pinin va volentieri a dar loro da mangiare. Ma l'improvviso rapimento di Gianna getta lo scompiglio nel pollaio. Occorre fare qualcosa: ci devono pensare Pinin e Gianno il gallo! Con coraggio e astuzia la loro sortita ha il successo meritato. Gianna ritorna a casa: una bella festa è il giusto coronamento alla brutta avventura. Età di lettura: da 5 anni. -
Papà che avventura!
Di papà ce ne sono di tutti i tipi: sportivi, sognatori, dolci, severi. Con un papà si possono fare le coccole, giocare ed imparare moltissime cose. I papà hanno i loro pregi ma possono avere anche dei difetti! Ci sono dei papà che possono essere sempre presenti e dei papà che lo sono meno. Questo libro, racconta in modo dolce e divertente i piccoli e grandi momenti del rapporto tra i papà e i loro bambini. Età di lettura: da 7 anni.