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Evviva che bello! Un libro grosso di fumetti piccoli. Raccolta 2020
Il mondo è un posto misterioso e difficile, ma se c’è una cosa su cui tutti possono contare è che ogni mattina Sio posta una nuova striscia a fumetti sull’internet. Evviva Che Bello! 2020 raccoglie più di 300 strisce quotidiane, un anno intero di risate, alberi, cani, rotoli di scottecs, caffè ma soprattutto altri cani. Tutte a colori! Età di lettura: da 11 anni. -
Evviva che bello! Un libro grosso di fumetti piccoli. Raccolta 2021
Sio non è ancora morto! Quindi in quest’ultimo anno ha prodotto almeno altre 360 strisce! Bravo! In questa raccolta ci sono tutte, colorate e che sono disponibili anche senza attendere che si carichino da internet! -
Oriente. Scienza medica, arti marziali e la filosofia delle cultu...
Dopo le incursioni rivelatrici nel campo dell'archeologia, della storia, della fisica, dell'astronomia, con la riscoperta della divina legge dell'ottava che governa il mondo, e dopo essersi accorto di essere in buona compagnia con Leonardo da Vinci (Il Genio Sonico) e Giordano Bruno (L'Uomo di Dio), Proclamato affronta i segreti dell'Oriente e delle sue dottrine. Per farci conoscere che il filo sottile che accomuna il rosone di Collemaggio con la Gioconda, e lo Zodiaco di Dendera con i sigilli di Giordano Bruno, è anche alla base dello yoga come del taoismo, dell'agopuntura come del buddismo, dell'ayurveda come dell'induismo. Si tratta di una originale dimostrazione che la legge divina dell'ottava è alla base non solo dell'intero universo, ma anche della storia delle nostre civiltà. Un'emozione continua. Il perché della creazione in tutti i suoi aspetti, anche quelli sottili e sconosciuti. Il romanzo della vita sul nostro Pianeta continua... -
Un nuovo mondo
Con Un nuovo mondo, Barbara Kingsolver, una delle più grandi scrittrici americane, torna a parlare dei nostri tempi, attraverso storie, situazioni e personaggi sorprendentemente vicini a noi.rn Willa Knox e il marito sono due persone perbene, che hanno messo serietà e passione nel lavoro, amore e dedizione nella famiglia, impegno e altruismo nella vita sociale. Eppure si trovano senza lavoro e con una situazione familiare a dir poco fragile. La rivista con cui Willa collaborava ha chiuso i battenti, come tante, e l'università dove insegnava suo marito ha ridotto il personale per mancanza di fondi. I loro due figli sono precari da un pezzo e l'anziano suocero di Willa dipende da un sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti. L'unica cosa che le rimane è una vecchia casa nel profondo New Jersey, un'eredità che si rivela ben più interessante di quanto non sembri. Mentre tenta di rimettersi in piedi con tutta la famiglia, infatti, Willa comincia a fare ricerche sulle origini dell'edificio, costruito in piena era vittoriana, e sul suo proprietario, un certo Thatcher Greenwood. Attraverso i suoi documenti e le lettere scritte alla vicina di casa, l'eccentrica signora Treat, Willa ridà vita ai due fantasmi, un uomo e una donna che hanno amato la natura e la scienza, e che per questo sono stati respinti e isolati dall'ambiente puritano e bigotto che li circondava. Eppure il mondo è cambiato, nonostante le forze conservatrici. E Willa si rende conto di vivere in un'epoca altrettanto rivoluzionaria, ed è pronta ad accogliere la nuova era. -
Jackie
""Scritto nel 2002, il monologo]ackie, pur avendo una forte autonomia estetica e concettuale, è la quarta parte di una pentalogia dedicata a miti e figure femminili, raccolta in volume nel 2003 con l'allusivo titolo La morte e la fanciulla I-V Drammi di principesse (di prossima pubblicazione per La nave di Teseo). Jacqueline Kennedy si rivolge al lettore situata in un altrove che non è la vita, dalla quale si è già congedata, e nemmeno un tradizionale aldilà trascendente, ma piuttosto l'indistinto immaginario in cui questa figura continua a esistere nell'epoca della comunicazione di massa. Nel dramma non troviamo infatti un personaggio colto in un momento centrale della sua esistenza, e nemmeno la coerente narrazione retrospettiva, svolta in prima persona, di una vita giunta al suo termine. Jackie parla al presente, come se gli avvenimenti a cui ha preso parte continuassero a svolgersi incessantemente. In un certo senso la sua voce sembra un commento fuori campo a una serie di celebri sequenze filmiche e fotografiche presenti nell'immaginario collettivo, fondamento della diffusa costruzione mitografica di Jacqueline Kennedy."" (Dalla prefazione di Luigi Reitani) -
Il pianista di Yarmouk
La storia vera, raccontata in prima persona, di un pianista che ha sfidato le bombe e i terroristi in nome della sua musica. Un caso mondiale. Una commovente testimonianza di resistenza e fede nell’arte.rn«Il pianista di Yarmouk è un dramma in musica.» - Ugo Tramballi, Il Sole 24orernrnUn giovane suona il pianoforte in mezzo a una strada bombardata. Suona per i suoi vicini, soprattutto per i bambini, per distrarli dalle atrocità della guerra: un’immagine che ha fatto il giro del mondo diventando un simbolo della catastrofe in Siria, ma anche dell’inestinguibile volontà dell’uomo di opporsi in ogni modo alla distruzione. Il suono di quello strumento?ha raggiunto e commosso milioni di persone nel mondo su YouTube.rnOra Aeham Ahmad racconta la propria storia: l’infanzia in una Siria ancora in pace, l’inizio delle rivolte preludio di una guerra terribile, la fuga per la stessa via battuta da migliaia di disperati. Un lungo e pericoloso viaggio via terra, la drammatica traversata del Mediterraneo, le insidie della rotta balcanica. Fino alla nuova vita in Germania, dove ha realizzato il suo sogno di artista e si esibisce nelle più importanti sale concerti, ma è costretto a vivere lontano dalla sua famiglia di origine, rimasta in Siria. Allora come oggi, è la musica che gli ha salvato la vita a dargli conforto e infondergli coraggio. -
Gli esclusi
Vienna, fine degli anni Cinquanta. Un uomo cammina in un parco senza sapere che presto sarà picchiato da quattro adolescenti. L'uomo - soltanto una delle loro vittime, ignare e casuali - non ha colpa e i ragazzi non vogliono i suoi soldi, non vogliono niente, se non sfogare la loro rabbia in modo feroce e insensato. Sophie, Hans, Rainer, Anna: tutti diversi e tutti accomunati dallo stesso sentimento di disprezzo ed esclusione dalla società e dal futuro, come se qualcuno li avesse chiusi fuori di casa, sprangando la porta per non farli più entrare. In una città ancora assediata dai demoni del nazismo, intrappolata nella sua eredità emotiva e incapace di esorcizzarla, questi quattro ragazzi sembrano reagire a un mondo di maschere e rassegnazione con una logica perversa che li condurrà al limite estremo. -
Muri maestri
Quanti significati può avere un muro? Quante storie può contenere, ospitare, dividere? Un muro è chiusura, confine da valicare, limite ostile; è l'ostacolo della nostra azione, il perimetro istituzionale dei nostri movimenti, l'irriducibile definizione di una diversità. E tuttavia, un muro può anche saper accogliere una preghiera, un sogno; può diventare lo spazio su cui si manifesta l'aspirazione a essere, il permesso di desiderare. Dal Muro di Berlino a quello del Pianto, da Wall Street ai muri dell'artista Candy Chang, che, prima a New Orleans, poi in tutto il mondo, raccolgono i desideri più importanti, quelli che si vorrebbero compiuti prima di morire. Dal muro di John Lennon a Praga fino a quello di Hong Kong, passando per Lisbona, Zurigo, Londra, Parigi, i ""muri maestri"" sono spazi del ricordo, simbolo di fratellanza, manifesto per la ribellione, l'amore, la gioventù. Come il rondone, che ha bisogno di un muro per spiccare il volo, così il lettore viene guidato in questo libro - che si legge come un romanzo dalla scrittura limpida e tesa - alla scoperta dei muri che in qualche modo hanno contribuito a creare una storia delle idee, dei sentimenti, dei cambiamenti: una storia dei luoghi e delle loro trasformazioni, una storia di liberazione. Cosa può insegnarci un muro? -
Fuoco al cielo
Proposto per il Premio Strega 2020 da Maria Rosa Cutrufelli.Finalista del premio Viareggio-Rèpaci 2019 per la Narrativa.rnIspirato a un fatto di cronaca che ha disorientato il mondo, ""Fuoco al cielo"" racconta del male ubiquo che appartiene alla Storia ma che si rintana anche all'interno di ogni amore assoluto: perché la ""città segreta"" non è solo un luogo reale di distruzione e segregazione, ma anche il nodo più intimo e pericoloso di ogni relazione, dove i confini tra il sé e l'altro si confondono e può bastare una parola, un gesto, un grumo di silenzio per far crollare ogni cosa o metterla per sempre in salvo.rnTamara e Vladimir vivono a Musljumovo, remoto villaggio al confine con la Siberia, tra caseggiati in rovina e fabbriche abbandonate. Vivono in un'area geografica per decenni assente dalle mappe: quella della ""città segreta"", luogo sinistro da cui era vietato uscire e comunicare con l'esterno, responsabile negli anni '50 e '60 di ben tre catastrofi nucleari. Vladimir, infermiere di buona famiglia, è arrivato da Mosca, scegliendo di prendersi cura di chi non ha niente, delle persone dimenticate dal mondo. Tamara, insegnante, è invece nata e cresciuta nel villaggio, e abituata a pensare che ogni cosa sia destinata a contaminarsi e guastarsi velocemente. Incontrandosi, i due vengono sorpresi da una passione totalizzante che si appropria di ogni pensiero, e accende un bagliore salvifico persino lì, nel luogo più radioattivo del pianeta, in mezzo ai resti di una natura satura di veleno. Questo sentimento così tenace, che sembra schermarli dalle insidie del reale, li rafforza e li divora al tempo stesso, finché un evento prodigioso arriverà a sconvolgere le loro vite e le loro certezze.rnProposto per il Premio Strega 2020 da Maria Rosa Cutrufelli: «Il romanzo racconta una storia davvero singolare. Una storia dei nostri tempi, ambientata in un paese al confine con la Siberia, devastato dagli esperimenti nucleari. Qui s'incontrano Tamara e Vladimir, ma il loro amore è avvelenato come la terra che calpestano. Come la creatura che Tamara trova nel bosco, un ""bambino che non somiglia alle cose del mondo"". Un piccolo essere che forse è umano e forse no e che scatena reazioni incontrollate e incontrollabili in quel paese sperduto, abbandonato a se stesso. La vicenda è realmente accaduta ma, nel racconto di Viola Di Grado, la cronaca si trasforma e diventa subito metafora: dei mali del mondo, ma anche di quell'amore pericoloso che pretende di guarire tutto con la sua sola forza. Una narrazione che a poco a poco si carica di suspense fino a diventare una storia ""nera"", di emarginazione e di follia, scritta con un linguaggio straniante, mai artificioso. È sorprendente la capacità dell'autrice di forzare la lingua, con accostamenti azzardati e scivolamenti di senso molto suggestivi. Uno stile particolarissimo per raccontare l'amore al ""tempo dei veleni"". Un romanzo ricco: per stile, per contenuto, per l'insolita ambientazione.» -
L'università del crimine. Un'indagine del commissario Kostas Charitos
Una notizia improvvisa scuote il commissariato di Kostas Charitos: il direttore Ghikas va in pensione e lascia proprio a Charitos il comando temporaneo della Centrale di polizia di Atene. Ma il commissario più famoso di Grecia non ha tempo di festeggiare la promozione. Viene infatti ucciso il ministro per le Riforme: nella rivendicazione si legge che il politico, già stimato professore universitario, è stato ucciso perché ha tradito la sua missione di docente per fare carriera politica, venendo così meno ai suoi doveri verso gli studenti. L'aria in città è tesa, ma Charitos e l'amata moglie Adriana assaporano una nuova felicità perché la figlia Caterina li renderà presto nonni. Quando spuntano i cadaveri di un secondo e di un terzo professore, la situazione sembra andare fuori controllo: Kostas Charitos deve abituarsi in fretta alle responsabilità del suo nuovo ruolo per venire a capo di un intrigo tra politica e università che lo vede coinvolto in prima persona, un gioco pericoloso in cui nulla è come appare. -
La scomparsa di Stephanie Mailer
30 luglio 1994. La cittadina di Orphea, stato di New York, si prepara a inaugurare la prima edizione del locale festival teatrale, quando un terribile omicidio sconvolge l'intera comunità: il sindaco viene ucciso in casa insieme a sua moglie e suo figlio. Nei pressi viene ritrovato anche il cadavere di una ragazza, Meghan, uscita di casa per fare jogging. Il caso viene affidato e risolto da due giovani, promettenti, ambiziosi agenti, giunti per primi sulla scena del crimine: Jesse Rosenberg e Derek Scott. 23 giugno 2014. Jesse Rosenberg, ora capitano di polizia, a una settimana dalla pensione viene avvicinato da una giornalista, Stephanie Mailer, la quale gli annuncia che il caso del 1994 non è stato risolto, che la persona a suo tempo incriminata è innocente. Ma la donna non ha il tempo per fornire le prove, perché pochi giorni dopo viene denunciata la sua scomparsa. Che cosa è successo a Stephanie Mailer? Che cosa aveva scoperto? Se Jesse e Derek si sono sbagliati sul colpevole vent'anni prima, chi è l'autore di quegli omicidi? E cosa è davvero successo la sera del 30 luglio 1994 a Orphea? Derek, Jesse e una nuova collega, la vicecomandante Anna Kanner, dovranno riaprire l'indagine, immergersi nei fantasmi di Orphea. E anche nei propri. -
Ti squamo. Storia di un amore screpolato
Se il cibo e la parola per venire alla luce e per morire utilizzano lo stesso canale, la stessa via, il medesimo apparato di fisicità, allora, per preservare la purezza che al parlato spetta, è necessario escludere qualsiasi contatto con il digerito. È la scelta del protagonista di questo romanzo, storia di un'ossessione dalle automatiche quanto imprevedibili conseguenze. Dall'ingestione di vocabolari e cavi telefonici incrostati di parole usurate, alla vaporizzazione del fosforo nel fiato per materializzare nell'aria un ""ti amo"" di qualche temporanea consistenza, si dipana un percorso inevitabile verso un'anoressia senza drammi e quasi gioiosa, verso un'essenzialità di verbo e di persona che conosce solo rigore e perseveranza. In una lingua che è insieme modernissima e antica, quella di un Cecco Angiolieri innamorato del surrealismo, Antonio Rezza scrive con ""Ti squamo"" una vera avventura letteraria, un trionfo quasi romantico della parola, del suo lirismo, della sua incontrastabile forza. -
Il gatto di Baudelaire e altri gatti poetici. Testo francese a fronte
Da sempre gatti e libri sono andati piuttosto d'accordo, da sempre il gatto ha avuto e ha influenza sull'animo umano: un animale affettuoso eppure indipendente, capace di infondere amore e compagnia, ma spesso distaccato e opportunista. Questa sua enigmatica duplicità lo ha reso protagonista delle pagine di molti libri, delle storie di numerosi grandi narratori. I gatti, dunque, adorano i libri e sono molto amati dagli scrittori. «I gatti creano l'illusione di metterti in contatto con il mondo di sotto, il mondo dell'inconscio, dell'intangibile» dice Nicola Lagioia, «e il rapporto che si crea tra lo scrittore e la propria scrittura non è distante dal rapporto tra lo scrittore e il proprio gatto, perché anche la scrittura non è facilmente addomesticabile.» Tra i poeti, in virtù delle numerose poesie che ai gatti ha dedicato, Charles Baudelaire è forse il primo a venire in mente: in verità il gatto è protagonista delle poesie dei più grandi poeti della letteratura mondiale. In effetti non si possono non citare, tra i francesi, Michel de Montaigne, Victor Hugo, Alexandre Dumas, Émile Zola, Guy de Maupassant, Théophile Gautier, Pierre Loti, Jules Renard, Colette, Apollinaire, Rostand. Ma il catalogo degli scrittori che hanno dedicato ai propri gatti un loro testo si estende e si arricchisce con Yeats, Eliot, Burroughs, Bohumil Hrabal Doris Lessing, Neruda, Jun'ichiro, Tanizaki e, tra gli italiani, Giorgio Manganelli, Alberto Bevilacqua, Gina Lagorio, Emilio Cecchi, Elsa Morante, Elémire Zolla. In questo volume si potranno leggere numerose poesie che alcuni tra i maggiori poeti della letteratura mondiale hanno dedicato all'amico felino. Tutte le voci internazionali sono presentate con testo originale a fronte. Molte traduzioni sono state effettuate dal curatore dell'antologia, altre sono state riproposte dai repertori nei quali le opere sono state individuate, che spesso non riportavano il nome del traduttore. Anche per queste poesie, per quanto possibile, si è provveduto a rivedere e ammodernare la traduzione. -
A bon droit. Il piacere della vendetta
1380. Lo Stato visconteo, il più esteso dell'Italia settentrionale, è governato a ponente da Gian Galeazzo, mite figlio di Galeazzo II, e a levante dal suo crudele zio Bernabò il quale non perde occasione per intromettersi nella vita privata e politica del giovane nipote. I cinque anni durante i quali si svolge la vicenda narrano le numerose traversie affrontate da Gian Galeazzo: il matrimonio combinato con la cugina Caterina, figlia di Bernabò; la misteriosa morte di Azzone, figlio di Gian Galeazzo e suo unico erede; il suicidio di Maffiolo Mantegazza, fedele sostenitore della sua famiglia, e le odiose cacce al cinghiale. Unica nota positiva di questo cruento passatempo organizzato dallo zio, è l'incontro con Agnese dalle trecce nere, il vero amore della sua vita. Pur sopportando le angherie del temibile parente, Gian Galeazzo, in questi anni, medita vendetta aiutato anche dalla madre Bianca di Savoia e dall'amico Jacopo dal Verme fino a riuscire, nel 1385, a spodestare il perfido zio diventando così il primo, e amatissimo, duca di Milano. -
Come il ramo di biancospino. Antologia della poesia provenzale. T...
Fu nei sontuosi castelli di Provenza, verso la fine dell'XI secolo, che si sviluppò il primo movimento poetico in lingua volgare: la lirica trobadorica o occitanica. Trovatori, così furono detti i poeti provenzali, sono coloro che ""trovano"", cioè compongono il testo (e talora anche la melodia) delle loro liriche, destinate a essere cantate con accompagnamento musicale, sulle note del liuto o di altro strumento a corde, davanti al raffinato pubblico di corte. Tale derivazione conferma il legame profondo fra parola e musica, 'motz' e 'sons', che fu uno dei caratteri più importanti della poesia provenzale. Il luogo dove tale poesia venne composta ed eseguita fu la corte: tale poesia può dunque essere considerata il primo esempio di poesia ""cortese"", che si rivolge espressamente a un pubblico scelto e aristocratico, di cui rispecchia le idealità e i comportamenti sociali. -
Saggi. Prima e seconda serie. Testo americano a fronte
I ""Saggi"" di Emerson, pubblicati in due serie, sono di capitale importanza e contengono nuclei essenziali dell'orientamento filosofico dell'autore. Sono considerati da gran parte della critica come un'opera ""cerniera"" tra la prima fase trascendentalista e una seconda fase di pensiero, caratterizzata da una viva attenzione agli aspetti etico-pratici del ""fare"" umano. Saggi come ""Esperienza, Storia, Carattere"", infatti, spianano la strada agli scritti successivi che diverranno, in maniera sempre più consapevole, il terreno di origine della riflessione pragmatista tout court. I Saggi si dividono in due ""serie"", pubblicate a distanza di tre anni tra loro: la prima nel 1841, la seconda nel 1844. La prima serie include: Storia, La fiducia in se stessi, Compensazione, Leggi spirituali, Amore, Amicizia, Prudenza, Eroismo, La superanima, Circoli, Intelletto, Arte. La seconda serie include: Il poeta, Esperienza, Carattere, Maniere, Doni, Natura, Politica, Nominalista e realista. -
Il misantropo-L'arbitrato. Testo greco a fronte
""Il misantropo"" è l'unica commedia di Menandro che ci sia pervenuta pressoché completa (a parte piccole lacune) di tutta la cosiddetta Commedia Nuova dell'antica Grecia. Fu presentata per la prima volta nelle festività delle Lenee nel 317 a.C. e valse a Menandro il primo premio. Il titola dell'opera allude al brutto carattere del protagonista Cnemone. La commedia è messa in moto dal dio Pan, che fa innamorare Sostrato, un ricco ed elegante giovane di città di una ragazza di campagna, figlia di un vecchio misantropo, Cnemone, un contadino che vive in casa con la sua unica figlia e una serva. Della commedia ""L'arbitrato"" restano ampi frammenti, da cui è possibile dedurre la trama. Il pastore Davo, che il giorno precedente aveva trovato un neonato, si fa convincere dal carbonaio Sirisco ad affidargli il pargolo, ma trattiene per sé i suoi effetti personali. Sirisco li reclama per il trovatello. Per dirimere la controversia, i due stabiliscono di rivolgersi a un arbitro, scegliendo casualmente il vecchio Smicrine. Questi è in realtà, senza saperlo, nonno del piccolo, in quanto sua figlia Panfile, poco prima di sposarsi, era stata violentata da uno sconosciuto. -
Gitanjali. Con testo Bengalese a fronte
Gitanjali, che significa ""offerta di canti"", è una raccolta di poesie scritte originariamente in lingua bengalese, tra il 1906 e il 1910. Le liriche qui raccolte si rivolgono sempre a un destinatario preciso - ora chiamato ""maestro"", ora ""signore"", ""re"", ""sole"" e perfino ""amico"" -: dio. Il dio di Tagore, identificabile con Krishna fanciullo, tuttavia, è allegro, gioviale, perfino giocoso. A lui Tagore si rivolge con un tono confidenziale, tanto affettuoso da apparire simile a una relazione amorosa. Per quanto giochi e si faccia ""desiderare"", il dio presente nelle poesie di Gitanjali, però, non è mai un'entità indifferente e distante: si avvicina all'uomo, questa creatura transitoria e imperfetta, per offrire il suo amore; sorride al fianco del poeta, gli chiede di cantare, gli fa percepire la sua presenza e il rumore dei suoi passi. Nelle poesie del Gitanjali sono presenti, oltre al rapporto tra il dio e il poeta, anche temi più popolari: la siccità della terra, le miserie della gente bengalese, l'arretratezza culturale del Bengala. -
La mia primavera. Testo giapponese a fronte
Ne La mia primavera il quotidiano viene sublimato in situazioni emotive universalmente condivisibili. La presenza di bambini orfani o adottati, di madri premurose o crudeli, di esserini bisognosi di dare o ricevere affetto, finiscono per rendere quest'opera una grande metafora sull'amore genitoriale, che si declina attraverso non tanto i legami di sangue, ma piuttosto attraverso l'affetto, la protezione e la salvezza che un essere vivente può regalare a un altro. -
Agesilao. Testo greco a fronte
L'opera, considerata uno dei primi esempi di scritti biografici, è un encomio dedicato al re e generale Agesilao II, nato a Sparta nel 444 a.C. e morto a Cirene nel 360 a.C. Senofonte conobbe Agesilao nelle piane dell'Asia nel 396 a.C. Il sovrano lacedemone era impegnato in una spedizione contro i Persiani, il gentiluomo ateniese vagava con un manipolo di mercenari da ormai quattro anni. Senofonte non si separò più da Agesilao e al suo fianco combatté nel 394 a.C. a Coronea contro la sua stessa città che aveva stretto un'alleanza antispartana con Tebe, Corinto e Argo. La sua scelta gli costò cara: il popolo ateniese lo condannò all'esilio.