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L' Africa antica
L'Africa: un continente geografico e innumerevoli continenti di storia. Dagli insediamenti di 20 000 anni fa al Seicento, quando il continente venne travolto da un nuovo ordine globale, una storia millenaria di imperi e città, innovazioni tecniche e artistiche, vite nomadi o sedentarie, migrazioni e diffusione di idee.Kerma, Aksum, Mali, Kanem, Makuria, Abissinia, Ifat, Ifé, Congo, Zimbabwe, sono tante le società africane che, ben prima dell'influsso delle potenze straniere, irradiarono la propria presenza dialogando con il resto del mondo. Questo libro ci svela l'inedita storia dell'antico continente, riportandoci lungo le strade che attrassero i mercanti greci e arabi nelle grandi capitali africane, o su quelle che condussero i pellegrini saheliani da Timbuctu alla Mecca e i diplomatici nubiani da Dongola a Baghdad. L'affascinante mosaico di un continente in movimento, lontano dagli stereotipi culturali, traboccante delle singolarità sociali di pastori, cacciatori-raccoglitori, fabbri e vasai... Arricchito da più di trecento immagini, carte geografiche, disegni e rilievi archeologici, questo libro è frutto della collaborazione dei migliori specialisti delle singole aree geografico-culturali. La storia dell'Africa è il prodotto dell'equilibrio tra il periodo breve delle singole vite e quello lunghissimo delle profondità culturali. Evitando ogni cliché, il libro raccoglie una sfida: fare di ogni minima traccia una fonte di storia, presentandoci dunque siti archeologici, scritti di monaci o di scribi reali, incisioni e pitture rupestri, gioielli, oggetti di culto o di vita quotidiana, frammenti di lingue, abiti, Dna di piante, paesaggi plasmati dall'uomo, rievocazioni orali. Un cantiere di ricerca per scoprire da prospettive inedite la storia antica dell'intero continente africano. -
Uccidi i tuoi amici
Sesso, cocaina, avidità. E omicidi. John Niven fa a pezzi la scena musicale degli anni Novanta con ineguagliabile ferocia.«""American Psycho"" incontra X Factor in un profluvio di cattiveria scintillante e gratuita. Probabilmente vi assorderà, ma sarete cosí impegnati a divertirvi che non ci farete caso» – The GuardianLondra, 1997. Il New Labour è al potere, il Brit-pop è al suo apice e l’industria discografica non è mai stata cosí bene. Forse. Steven Stelfox è un discografico di successo, alla costante ricerca della prossima hit. E non si ferma mai, grazie a una dieta fatta di cinismo, sesso e quantità smodate di cocaina. Del resto, stordirsi è l’unico modo per resistere in un ambiente pieno di colleghi incompetenti e spietati, per i quali la musica è l’ultimo degli interessi. Un posto dove i sogni degli altri bruciano nelle fiamme dell’inferno. Ma via via che i successi si fanno piú rari, e la scena musicale inizia a sentire i venti della crisi che la cambierà per sempre, Stelfox capisce che è tempo di prendere sul serio – anzi, alla lettera – il motto alla base del mondo degli affari: mors tua vita mea. -
Dialoghi con Leucò
I Dialoghi con Leucò svelano la necessità storica del mito, e ne esaltano la missione: comunicare il vero sull'essenza dell'uomo una volta per tutte.«Quanti scarti, quante sorprese, quanti sottintesi nei ""Dialoghi con Leucò""! [...] Non troveremo un sistema linearmente esposto. Ci si rivelerà, però, attraverso il ricorrere di certi motivi e di un certo vocabolario, una storia del mondo: un'altra storia» – Nicola GardiniVentisette dialoghi brevi ma carichi di tensione, suadenti eppure sconfinanti nel tragico, in cui gli dèi e gli eroi della Grecia classica (da Edipo e Tiresia a Calipso e Odisseo, da Eros e Tànatos a Achille e Patroclo) sono invitati a discutere il rapporto tra uomo e natura, il carattere ineluttabile del destino, la profondità del dolore e l'irrevocabile condanna della morte. Con la loro musica ammaliante, a metà tra prosa e poesia, i Dialoghi con Leucò svelano la necessità storica del mito, e ne esaltano la missione: comunicare il vero sull'essenza dell'uomo una volta per tutte. Introduzione a cura di Nicola Gardini. Con la cronologia della vita e delle opere; l'antologia della critica. -
Abbandonare un gatto
Il primo memoir del grande autore giapponese: un racconto inedito per un Murakami inedito.rn«Undici anni dopo la scomparsa del padre con Abbandonare un gatto, per la prima volta Murakami Haruki scrive della sua famiglia, firmando un ritratto sincero del proprio genitore» - Francesco Musolino, Il Messaggero«È nella semplicità che risiede la bellezza della storia, toccante e sincera, a cui si aggiunge la poesia delle illustrazioni di Emiliano Ponzi» - Solange Savagnone, Tv Sorrisi e Canzonirn«Ci sono gatti che si allontanano ma poi tornano a casa, provocando ""stupore, poi ammirazione, poi sollievo"". Tornano come fanno i destini, perché, leggiamo in Abbandonare un gatto, la ""storia non appartiene al passato"" e dunque non si allontana mai veramente da noi» - Marco Del Corona, la Lettura«Mi sono tenuto dentro questa storia per molto tempo, come una spina rimasta in gola. Finché, per caso, mi sono ricordato che una volta, da bambino, ero andato con mio padre ad abbandonare un gatto su una spiaggia...»Nei suoi romanzi e racconti Murakami ha creato un'infinità di mondi, e ne ha svelato ogni segreto ai lettori. Ma c'è una dimensione in cui la sua penna non si è quasi mai avventurata: la sua vita. Con Abbandonare un gatto, Murakami scrive per la prima volta della sua famiglia, e in particolare di suo padre. Ne nasce un ritratto toccante, il racconto sincero del «figlio qualunque di un uomo qualunque». E forse proprio per questo speciale. A tradurre in immagini questo delicato racconto autobiografico, le invenzioni di uno dei più importanti illustratori contemporanei, Emiliano Ponzi, che con i suoi colori aggiunge poesia alla poesia in un'edizione unica al mondo. -
Pietro e Paolo
Prima erano inseparabili: Pietro figlio dei servi, Paolo dei padroni, un'adolescenza trascorsa in comunione con la natura, nel cuore vivo di una Sardegna selvaggia. I giochi, le parole pronunciate per conoscersi o per ferire, poi Lucia, «una giovane acacia selvatica»: sono tante le vie per scoprire chi sei, chi vuoi diventare, qual è la misura esatta del tuo potere. Quando Paolo viene chiamato alle armi, per una promessa che assomiglia a un patto di sangue si arruola anche Pietro, da volontario. Il suo compito è guardare a vista l'amico fragile, sorvegliarlo, proteggerlo. Le disparità nel loro rapporto ora non è più possibile ignorarle, s'impongono come le regole di grammatica che Paolo un tempo spiegava a Pietro: ci sono dei verbi, gli ausiliari, che permettono a tutti gli altri di spostarsi nello spazio e nel tempo. «Non lasciarmi» chiede Paolo, e Pietro forse lo tradirà o forse rispetterà la promessa, ma da quei giorni di bombe e combattimenti le loro vite, e quelle delle loro famiglie in Sardegna, cambieranno per sempre. Sino a quel mattino di gennaio in cui, ormai uomini fatti, si troveranno di nuovo uno di fronte all'altro. In una resa dei conti dove tradirsi o salvarsi può essere paradossalmente lo stesso gesto. -
Strage
La miscela che ha reso possibile il piú orrendo delitto dell'Italia contemporanea, la strage di Bologna, in un romanzo che lascia senza respiro.«Attenzione: questo è solo un romanzo. Ma come escludere che un romanzo sia piú vero della storia vera?» – Giancarlo De Cataldo«Loriano Macchiavelli ci regala un magnifico romanzo, denso di colpi di scena e di sorprendenti intuizioni che contendono alle verità faticosamente ricostruite in tante sentenze, plausibilità, razionalità, verità» – Libero Mancuso2 agosto 1980, ore 10.25. In una sala d'aspetto della stazione di Bologna esplode una bomba nascosta in una valigia abbandonata. Muoiono ottantacinque persone e ne restano ferite oltre duecento. Loriano Macchiavelli ci racconta, ricorrendo all'immaginario del genere noir , l'intera parabola che provocò quell'atto terroristico, con tutti gli aspetti inquietanti collegati al ruolo avuto, forse, dai servizi segreti italiani e stranieri, dalla politica, dalla massoneria, dalla criminalità organizzata. Un racconto di fantasia agganciato alla realtà, presentato in modo crudo, immediato, spietato, con personaggi avvincenti, ipotesi al confine della fantascienza, dolorosa e inconciliabile verità umana. Un'opportunità preziosa per rileggere una delle pagine piú nefaste della nostra storia. -
Aminta
L'Aminta ha ricevuto nel tempo le cure di molti editori e commentatori. Il testo critico che qui si presenta al posto di quello vulgato, inaffidabile e concepito su presupposti erronei, perviene a una storia testuale del tutto nuova, come è illustrato nell'ampia nota al testo che chiude il volume. A sua volta il commento rivede in profondità la tradizione dei commenti al testo, rendendo il giusto merito ai contributi dell'erudizione sei-settecentesca, preziosi nella ricerca delle fonti letterarie sottese all'opera ma passati nel tempo sotto silenzio o dimenticati.Sul fondamento di un testo criticamente accertato, al commento è consentito di indagare piú a fondo la fisionomia linguistica e stilistica della pastorale. L’attenzione prestata alla dimensione linguistica comporta fra i suoi risultati non solo un incremento nel numero delle fonti rispetto a quelle procurate dai commenti precedenti, in specie estendendo il raggio di osservazione al di fuori della riserva costituita dalla tradizione poetica, ma anche un’analisi piú minuta dei riscontri praticabili in altre opere tassiane, in versi e in prosa. Anche quel che non resta impigliato nella rete dei rimandi intertestuali acquista, in questa prospettiva, una sua rilevanza, in quanto caratteristico dell’impasto linguistico dell’Aminta soltanto. In qualche caso l’opera di raffronto conduce a nuove ipotesi di riconoscimento per le traduzioni di testi classici avute fra mano da Tasso o per i riferimenti al contesto storico contenuti allusivamente nella pastorale: cosí vale per i personaggi di Nerina e Dafne, sinora non ricondotti a figure reali della corte ferrarese. Al termine di ogni atto una nota conclusiva pone nel debito rilievo la varietà di soluzioni, formali e insieme drammaturgiche, che sono di volta in volta esperite entro l’unità di misura della scena o dell’atto. -
Maestre d'amore. Giulietta, Ofelia, Desdemona e le altre
Questo libro è una danza. Danzano una danza d'amore i personaggi di Shakespeare, danzano la filologia e la scrittura con gli affreschi di una Londra early modern pennellata con felicità ed esattezza, danza il lettore, che entra ed esce nelle tragedie e nelle commedie di Shakespeare come fossero scene della vita. Danzano Giulietta, Ofelia, Cleopatra, Desdemona e le altre «maestre d'amore» evocate da Nadia Fusini per intrecciare a nostro beneficio il racconto, rinnovato e antico, dell'«ambiguità scandalosa dell'amore». Nessuna scrittrice come Fusini sa fare della materia shakespeariana un'autentica guida per il cuore moderno e i suoi affanni. Questo libro è una danza. Danzano una danza d'amore i personaggi di Shakespeare, danzano la filologia e la scrittura con gli affreschi di una Londra early modern pennellata con felicità ed esattezza, danzano le parole con i giochi delle parole, danza il lettore, che entra ed esce nelle tragedie e nelle commedie di Shakespeare come fossero scene della vita, anche se è consapevole nello stesso istante di vivere la gioia della letteratura, senza sosta dentro e fuori dagli intrecci e dalle trame per vedere che ne fa la letteratura della vita. «La donna è l'ora della verità per un uomo; non c'è niente di piú vero. Scrivo questo libro per dimostrare la verità di tali parole», dice Nadia Fusini al lettore e alla lettrice, chiamati in causa spessissimo nelle pagine con domande che sono inviti alla danza della conversazione: «... del resto non è forse vero che in amore siamo tutti attori? Tra gli amanti chi riceve di piú? Chi spende di meno? In amore, non è osservabile il paradosso secondo il quale chi piú dà, non diventa piú povero? ... Che il godimento sessuale in sé e per sé non crei un rapporto con l'altro, lo sanno bene Antonio e Cleopatra. Non è proprio qui la tristezza del coito?» Questo è un libro sull'amore prima ancora che un libro sulla letteratura, e Giulietta, Ofelia, Desdemona, Cleopatra, la Bisbetica, perfino Jill e Jack, ci raccontano quale fu l'«immensa novità» con cui Shakespeare, la mente e il corpo di Shakespeare, pensarono il femminile e il maschile all'inizio dell'epoca moderna. Forse aiutati in parte dal fatto che a teatro i ruoli femminili dovessero essere interpretati da giovani attori, forse per l'usanza del cross-dressing che imperversava nella Londra dell'epoca, la mente e il corpo di Shakespeare ci parlano di un corpo d'amore che non è «né femmina, né maschio, ma femmina e maschio insieme», ci dicono che «per vivere, che è la stessa cosa che amare, bisogna disobbedire», che le donne vivono «l'avventura eroica di amare in una concezione paritaria della differenza». Ci parlano insomma dell'«ambiguità scandalosa dell'amore». E alla fine di tanto eros , al lettore sembra di scoprire di nuovo a che cosa serva per davvero la letteratura: non a imparare a vivere, ma a vivere. Una questione di etica. -
Fra antropologia e storia dell'arte. Saggi, conferenze, frammenti
L'antologia essenziale del grande studioso tedesco.«Figura quasi ""cristologica"", suo malgrado, per giovani studiosi affetti da ""maledettismo"", Warburg resta indefinibile.» – Rinaldo Censi, Il Foglio""A leggere la vastissima bibliografia critica – e spesso agiografica – su Aby Warburg, si ha l’impressione che la sua opera, edita e inedita, cosí spesso citata, ricordata e utilizzata. sia tuttora avvolta da una luce crepuscolare, da quella che Nietzsche avrebbe chiamato «una notte di alberi scuri». L’intento di questa silloge, che raccoglie saggi, frammenti, conferenze, è delineare un orizzonte piú nitido della sua ricerca, spesso cosí frammentaria, muovendo dagli interrogativi fondamentali che l’autore si è posto, e dalle funzioni che egli ha di volta in volta assegnato ai suoi scritti. È un tentativo – pur sempre parziale – di cogliere il senso e lo sviluppo del suo pensiero attraverso l’esercizio tipico e “violento” dell’interprete e del traduttore, che si fonda su un lavoro storico e filologico, e che si prefigge di contribuire a corrodere immagini scontate o ricorrenti mitologie. Detto altrimenti: si tratta di far emergere quella capacità di vedere in grande che un autore come Warburg richiede e pretende, visto che la sua riflessione è come una ragnatela che egli ha tessuto e tenacemente sviluppato e infittito nel corso della sua intera vita. Una ragnatela che si prefiggeva di indagare le modalità espressive che stanno a fondamento dell’orientamento umano e che sono oggettivate nei linguaggi, nei simboli, nei segni e nelle immagini. Perciò Warburg si era proposto di ampliare e amplificare la vita psicologica dell’uomo attraverso quel metodo che ha definito come psicostorico. Ma forse è destino dei grandi pensieri non comprendere fino in fondo se stessi. E Warburg è andato appunto spesso ben oltre le intenzioni che si era prefisso. Ciò spiega – almeno in parte – perché la sua opera sia stata modificata da tutti i presenti che si sono accavallati, e che non hanno esitato a interpretare e a disancorare il suo lascito dal contesto in cui era maturato. Certo è che senza decodificare il suo particolarissimo linguaggio è arduo cogliere come la sua produzione scritta e la sua attività volta a fondare la celebre Biblioteca siano connesse, siano nel loro insieme simili a un macrotesto che deve essere ricostruito e collegato internamente. Per penetrare il senso dei testi warburghiani occorre dunque adeguarsi alla mobilità delle formulazioni, distinguere ciò che è essenziale dal contingente, individuare in divenire la sua opera"".rndall’Introduzione di Maurizio Ghelardi -
Pinoli
L'opera della maturità di un autore che, dimessamente come è sua indole, è ormai entrato a buon diritto nel canone della migliore poesia italiana.Già nelle sue piú recenti raccolte si vedeva come la poesia di Consonni tendesse a concentrarsi in forme brevi, immagini sintetizzate in pochi versi incisi nel bianco della pagina, e nel silenzio. Questa tendenza si accentua nel nuovo libro in cui, accanto ad alcune composizioni piú articolate e piú narrative condotte sul filo della memoria, prevale una poesia molto simile all'haiku: brevi o brevissime descrizioni naturali fatte di una sola frase, a volte senza nemmeno un verbo. Sfilano cosí animali di varie specie, quasi sempre di piccole dimensioni: merli, pettirossi, lucertole, branzini, cefali, farfalle, cicale, libellule... E anche fiori, piante; e venti come il grecale, e nuvole, e aurore e tramonti. Poesie piccole, come i pinoli del titolo, che contengono però tutto il sapore della natura, che riescono a intercettare il «lievitare del canto che sale dalla terra», trovando la via segreta per mostrare la bellezza nascosta del mondo. Poesia fatta di apparenze che subito diventano astratte, metafisiche, come in certi quadri di Cézanne. L'opera della maturità di un autore che, dimessamente come è sua indole, è ormai entrato a buon diritto nel canone della migliore poesia italiana. -
Tantra. Illuminazione e rivoluzione. Ediz. illustrata
Riccamente illustrato con capolavori di scultura, pittura, stampe e oggetti rituali provenienti da India, Pakistan, Bangladesh, Nepal, Tibet, Giappone, Gran Bretagna e Stati Uniti, il volume offre nuove prospettive su una filosofia che cattura la nostra immaginazione da oltre un millennio.«Il particolare interesse del volume e della mostra, sta nell'appuntarsi sulle produzioni figuratiche che restituiscono, a differenza della trattatistica, un volto più vasto del fenomeno. Ovvero una proliferazione iconografica che veicola concetti particolarmente espliciti ed espressione universale di più vaste aree delle società rispetto alla lingua scritta» – Simone Verde, RobinsonrnI Tantra sono una celebre raccolta di testi sacri dedicati a pratiche volte al raggiungimento dell’illuminazione spirituale, ma anche all’ottenimento di poteri terreni e sovrannaturali attraverso riti destinati a risvegliare la nostra divinità interiore. Questi antichi testi hanno trasformato e influenzato in profondità il panorama religioso, culturale e politico dell’India e dell’Asia. Concentrandosi sul potere di feroci divinità maschili e femminili, essi sono parte integrante di fondamentali pratiche meditative e filosofiche dell’induismo e del buddhismo. Originatasi nell’India medievale, questa filosofia radicale, spesso ricondotta in Occidente alla dimensione puramente erotica, si è diffusa in tutto il mondo, generando successive ondate di pensiero rivoluzionario: dalla sua emersione nel vi secolo d.C., alla lotta indiana per l’indipendenza, fino all’espansione mondiale della controcultura negli anni Sessanta. Animato dall’immenso potere della divina energia femminile, il Tantra ha ispirato la straordinaria ascesa del culto della dea in India, arrivando persino a influenzare il pensiero femminista contemporaneo e alcune pratiche artistiche.«La percezione tantrica del corpo segna una profonda trasformazione negli atteggiamenti nei confronti della corporeità: invece di considerare il corpo un portatore imperfetto e decadente di sostanze impure e un ostacolo alla liberazione spirituale, come nelle tradizioni induiste e buddhiste ortodosse, gli insegnamenti tantrici lo considerano lo strumento per eccellenza dell’autodeificazione e lo specchio microcosmico dell’universo. Le pratiche mentali tantriche comprendono la visualizzazione di divinità, attraverso l’uso di strumenti materiali come dipinti, sculture e diagrammi geometrici (yantra e mandala); inoltre per invocare la presenza del divino si possono usare ritualmente sillabe sanscrite che incarnano la natura di un dio o di una dea (mantra) […] Mentre i percorsi dell’induismo e del buddhismo ortodossi consideravano il moksa e il nirvana obiettivi ideali ma remoti, la cui realizzazione è possibile solo gradualmente nel corso di molte vite, si credeva che i rituali tantrici avanzati trasmessi dal guru al discepolo fossero così potenti da consentire di raggiungere l’illuminazione nel corso di una sola esistenza». -
I taccuini di Randolph Carter
Stelle si dilatarono fino a farsi albe e albe esplosero in fontane d'oro, carminio e viola - e ancora il sognatore cadevarn«La prima volta che Randolph Carter fa la sua comparsa è in un breve racconto datato 1919. Come spessissimo accade in Lovecraft, la scintilla creativa che ha dato origine alla scrittura va rintracciata in un sogno; la sua inarrestabile vita onirica lo spinse col tempo a darsi un compito: afferrare l'impalpabilità delle visioni prodotte dal suo subconscio per poter riversare ogni cosa sulla pagina. Svegliandosi nel pieno di un incubo - con le immagini ancora vivide impresse nella memoria, cercando di prolungare a dismisura lo stato di dormiveglia - si metteva a scrivere tutto quanto riuscisse a ricordare prima che svanisse ogni traccia. E fu cosí che in una notte di dicembre Lovecraft sognò, e poi trascrisse sul suo taccuino nella maniera piú accurata possibile, la storia di un uomo (se stesso, a cui avrebbe dato il nome di Randolph Carter) che insieme a un amico si avventura in un cimitero spingendosi «nelle spire del puro orrore». Il suo alter ego piú importante era appena nato». - dalla prefazione di Marco PeanornNoto soprattutto per i «Miti di Cthulhu», Lovecraft ha parallelamente edificato un universo di altipiani desolati, lande sterminate, abissi senza fine, giardini lussureggianti e antiche rovine. Un paesaggio inafferrabile eppure concretissimo che testimonia un passato fatto di palazzi dalle guglie dorate e di mari tempestosi a cui si può accedere soltanto sognando. Sono luoghi dove la nostalgia e il fantastico compongono un impasto unico e prezioso. È proprio in questo contesto che si muove e agisce Randolph Carter, riconoscibilissimo alter ego dell’autore e protagonista di un ciclo di storie composte tra il 1919 e il 1932: questo volume vuole illuminare una zona meno esplorata della narrativa di Lovecraft, quella onirica, dove l’orrore è soltanto suggerito, bisbigliato, intravisto. Un tassello fondamentale nel percorso di un autore che non cessa di parlare al nostro presente. -
Biblioteche in fiamme
Un viaggio fatto di tante storie, affascinanti e spesso strabilianti, attraverso le biblioteche di tutti i tempi e di tutto il mondo.Dalle tavolette sumere d'argilla alla prima biblioteca di Alessandria, dall'alchimista di Baghdad che tinse di tutti i colori i dorsi dei suoi libri alla Biblioteca del Futuro, i cui libri potranno leggersi solo nel 2114, dalla biblioteca delle donne di Fez a quella dei libri proibiti o perduti, dalle biblioteche resistenziali di Sarajevo o della Shoah al progetto circolare di Aby Warburg... Questo libro è un viaggio fatto di tante storie, affascinanti e spesso strabilianti, attraverso le biblioteche di tutti i tempi e di tutto il mondo. Da sempre infatti le biblioteche, lungi dall'essere semplici teorie di scaffali, sono luoghi vibranti di sogni, scoperte, incontri e drammi, popolate di personaggi fantastici. Teatro di accese controversie sui fondamenti del sapere, bersaglio prediletto dell'odio etnico e religioso, le biblioteche accompagnano la storia dell'umanità. Al pari di imperi, popoli e individui, esse sorgono, rifulgono, languiscono e scompaiono, per tornare ogni volta a stringere con le loro raccolte di argilla, pietra, legno, papiro, bambú, carta e megabyte il patto di ogni epoca con il passato e il futuro. -
Freddo a Luglio
Un thriller crudo e carico di umorismo nero. Un distillato purissimo della scrittura di Lansdale, già considerato un piccolo classico.Richard Dane, un pacifico corniciaio, ha ucciso un uomo. Non riesce a smettere di sentir rimbombare il colpo dell'arma da fuoco nelle orecchie, e non può togliersi dagli occhi l'immagine del sangue sulle pareti del suo salotto. Ma tutti nella cittadina di LaBorde, Texas, sanno che ha agito per legittima difesa. Tutti eccetto Ben Russel, l'ex galeotto padre del ragazzo che si è introdotto a casa di Dane. Russel vuole la sua vendetta. Ma quando la vendetta sta per compiersi, per uno strano scherzo del destino Ben e Richard scoprono una cospirazione che nasconde il più vile dei crimini e ci restano invischiati fino al collo. Rischieranno di rimetterci la pelle, tra poliziotti corrotti, trame mafiose e brutali criminali da due soldi. Insomma, Lansdale al suo meglio, capace di mettere i brividi anche in una bollente notte d'estate texana. -
Parlare da soli
«Quando un libro mi dice quel che volevo dire io, mi sento in diritto di fare mie le sue parole, come se un tempo lo fossero state e ora le recuperassi.»Il mondo è un posto meraviglioso e orribile. Meraviglioso perché, malgrado tutto, siamo creature sempre capaci di stupirci, di desiderare e di amare. Orribile perché i legami si corrodono e certe vite a volte svaniscono prima del tempo. È quello che sta succedendo a Mario: i suoi ricordi e il suo corpo si stanno lentamente spegnendo. Cosí decide di mettersi in viaggio con il figlio Lito, a cui sente di dover lasciare qualcosa che non si può dire. A casa resta Elena, moglie e madre, che sulle spalle porta il peso del dolore e cerca riscatto nella carne di un altro uomo e nei libri che sono intrecciati a doppio filo con la sua esistenza. Parlare da soli racconta di come l'esperienza della perdita trasforma la nostra percezione della memoria, del desiderio e del corpo; e di come il sesso e la lettura possono rivelarsi straordinarie forme di resistenza. -
L'età dell'oro e del ferro. Una storia del mondo moderno
Una fitta trama di fili storici corre lungo i secoli che vanno dal tramonto del medioevo agli esordi della civiltà industriale. Alcuni si mostrano in tutta evidenza; altri, sottili, impalpabili, si fanno cogliere solo a uno sguardo più attento. Osservati a distanza si combinano nelle figure che dominano la vicenda della storia moderna: il confronto tra l’Occidente e i grandi imperi dell’Asia, lo sviluppo dello Stato in Europa come soggetto emergente nella rivalità fra i poteri, l’assoggettamento e la trasformazione delle Americhe, la crescita impetuosa del capitalismo commerciale. È l’età dell’oro dei grandi tornanti culturali come l’Umanesimo e la Rivoluzione scientifica, delle straordinarie vicende delle esplorazioni oceaniche, del fasto delle corti barocche e della lotta dell’IIluminismo per l’emancipazione dell’uomo. È anche l’età del ferro del genocidio dei nativi americani, delle guerre di religione che travolgono l’Europa, delle strette maglie del controllo e della repressione della devianza, della nascita e dell’apogeo della schiavitù delle piantagioni. -
Ritorno a Jean-Paul Sartre. Esistenza, infanzia e desiderio
La filosofia di Sartre è scomparsa dal nostro orizzonte culturale. Con questo libro Massimo Recalcati propone un ""ritorno a Sartre"". Non tanto rileggendone l'opera alla luce della psicoanalisi, ma mostrando quanto potrebbe essere utile per la psicoanalisi contemporanea non dimenticare la lezione sartriana.Se pochi intellettuali hanno influito in misura cosí decisiva nella cultura del Novecento quanto Jean-Paul Sartre, oggi il filosofo francese, per una sorta di vendetta dell'indifferenza, appare messo indebitamente ai margini dal pensiero dominante. Tanto piú criticamente suggestivo è per questo il ritratto inedito che ne propone Massimo Recalcati. Al centro il rapporto tra libertà e destino, necessità e contingenza, invenzione e ripetizione, costituzione e personalizzazione. E soprattutto un'idea d'infanzia concepita non tanto come tappa evolutiva o residuo archeologico, quanto piuttosto come presenza inassimilabile che l'esistenza ha il compito di riprendere incessantemente. In tale processo il confronto con Freud e Lacan diventa decisivo: come liberare il desiderio da quel miraggio di totalizzazione compiuta che Sartre definisce «desiderio di essere»? come consegnarlo a una mancanza capace di essere davvero generativa? -
L'architettrice
«Tirar su una casa. Scegliere le tegole del tetto e il mattonato del pavimento. Immaginare facciate, logge, scale, prospettive, giardini. Per quanto ne sapevo, una donna non l'aveva mai fatto.»«Mazzucco raggiunge qui una vetta per la ricchezza inesauribile dei particolari e al tempo stesso per la tenuta trascinante dell'insieme» – Alberto Asor Rosa«La verità dell'""Architettrice"" è la forza della letteratura. È la straordinaria penna di Melania Mazzucco» – Angelo GuglielmiNel maggio del 1624 un uomo accompagna la figlia sulla spiaggia di Santa Severa, dove si è arenata una creatura chimerica. Una balena. Esiste anche ciò che è al di là del nostro orizzonte, è questo che il padre insegna a Plautilla. Una visione che contribuirà a fare di quella bambina un'artista, misteriosa pittrice e architettrice nel torbido splendore della Roma barocca. Mentre racconta fasti, intrighi, violenze e miserie della città dei papi, e il fervore di un secolo insieme bigotto e libertino, Melania G. Mazzucco ci regala il ritratto di una straordinaria donna del Seicento, abilissima a non far parlare di sé e a celare audacia e sogni per poter realizzare l'impresa in grado di riscattare una vita intera. -
L'amore è eterno finché non risponde
Certo che esiste l'amore eterno: è quello non corrisposto. Lo sa bene Olivia, di mestiere fa divorziare le persone. La sciagura sentimentale è il suo pane quotidiano, tanto che divide i clienti in due categorie: i Lascianti e i Lasciati. Accomodanti e solitamente muniti di un amore nuovo di zecca i primi, agguerriti i secondi (hanno già perso nel matrimonio, non hanno nessuna intenzione di perdere nel divorzio). Anche Olivia è stata lasciata, ma siccome Dario continua a mandarle messaggi su WhatsApp è sicura che tornerà da lei, manca pochissimo. Del resto, «lasciarsi non è mai quando ci si lascia: è una cosa che succede quando non puoi piú negare che il tuo ex si è innamorato di un'altra». E oggi per scoprire che all'improvviso lui non è piú «disponibile», basta sbirciare su Facebook – comodamente da casa, in pigiama, versando lacrime sul sushi ordinato a domicilio. Con un'acutezza un po' spietata e il talento raro della battuta fulminante, Ester Viola ci regala un romanzo divertentissimo, affilato, cosí corrosivo da risultare terapeutico. Perché capita a tutti di toccare il fondo, ma è meglio se capita a qualcun altro. -
Lo scarafaggio
Con l'intelligenza, lo spirito e la caustica ironia che gli sono inconfondibilmente propri, Ian McEwan rende omaggio al genio di Franz Kafka e alla tradizione satirica inglese che ha in Jonathan Swift il suo piú eminente rappresentante.«Questo è quello che fa Ian McEwan: scrivere della contemporaneità cercando di trarne qualcosa che abbia valore nel tempo» – Salman RushdieJim Sams si sveglia da sogni inquieti per ritrovarsi trasformato, dallo scarafaggio che era, in un essere umano. La creatura che fino al giorno prima sfrecciava tra mucchi di immondizia e canaline di scolo è diventata il piú importante leader politico del suo tempo: il primo ministro inglese. Tuttavia, forte della grande capacità di ogni scarafaggio di sopravvivere, Jim Sams si adatta rapidamente al nuovo corpo. In breve presiede le riunioni del Consiglio dei ministri, dove si rende conto che gran parte del suo Gabinetto ha subíto la stessa sorte e che quegli scarafaggi trasformati in umani sono piú che disposti ad aiutarlo a portare a termine la sua missione: fare la volontà del popolo e condurre il paese alla rovina. Qualunque riferimento a fatti e persone reali non sembra da escludere.