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Il pizzo strappato. Racconti sulla violenza contro le donne. Con ...
Storie di sorprendente e terribile attualità, che rileggono episodi di cronaca o denunciano la grave assenza di garanzie giuridiche per le donne.rnrnrnProtagonista della cultura spagnola tra fine Ottocento e primo Novecento, Emilia Pardo Bazán (1851-1921) promuove l'adesione degli scrittori del suo Paese alle poetiche europee con opere come La cuestión palpitante (La questione palpitante) sul naturalismo, La revolución y la novela en Rusia (La rivoluzione e il romanzo in Russia) e i corsi sulla letteratura francese contemporanea, con i quali inaugura la presenza femminile in una cattedra universitaria. Autrice di proiezione internazionale, con i suoi romanzi - fra di essi il celebre Los Pazos de Ulloa (Signorotti di Galizia) - e i molti racconti accompagna la traiettoria della narrativa spagnola dal realismo e dal naturalismo al simbolismo e al decadentismo. Intellettuale impegnata, presente come giornalista in un centinaio di testate nazionali e straniere, interviene sull'attualità politica e culturale, sostenendo i movimenti che promuovono la rigenerazione della Spagna nella crisi di fine secolo. Uno dei fronti su cui è più attiva la sua militanza è quello femminista: partecipa in rappresentanza del suo Paese ai primi grandi convegni internazionali, pubblica in Spagna i primi testi teorici europei sull'emancipazione della donna, e la serie di articoli La mujer española (La donna spagnola) viene tradotta in varie lingue. Per cambiare la Spagna è necessario, secondo Pardo Bazán, che le donne raggiungano l'emancipazione attraverso l'istruzione e l'accesso alle professioni fino ad allora riservate agli uomini. Solo così potranno evitare le violenze fisiche e psicologiche inflitte loro da sempre. -
Marimekko. L'arte della stampa. Ediz. illustrata
La pubblicazione ufficiale in occasione del 70° anniversario di Marimekko che celebra il design, i motivi e i tessuti iconici dell'azienda finlandese. Marimekko, che in finlandese significa ""vestito di Maria"", è stata fondata nel 1951 da Armi Ratia, che l'ha immaginata come un'esplosione di vita e colore per lasciarsi alle spalle il grigiore della seconda guerra mondiale, a partire dai vestiti. L'azienda ha iniziato la sua attività, infatti, realizzando quei morbidi abiti a motivi floreali e colori vivaci - ancora oggi il segno distintivo del marchio, universalmente noti e amati - che andavano così controcorrente rispetto alla moda ingessata dell'epoca. Il 70° anniversario dalla sua fondazione è l'occasione per ripercorrere in questo volume le vicende di un'impresa che ha fatto la storia del design e della moda. Dalle prime stampe serigrafiche degli esordi, interamente eseguite a mano - in cui l'errore umano veniva considerato pregio e originalità - al giorno d'oggi, con l'uso delle più moderne tecnologie e un taglio decisamente green alla produzione, gli artisti di Marimekko hanno creato circa 3.500 motivi che hanno ingentilito abiti, borse, accessori, ceramiche, biancheria da letto, tessuti e altro. Il volume racconta la genesi e l'evoluzione di questo marchio storicamente quasi del tutto ""al femminile"" - dalla fondatrice alla dirigenza, dalle designer alle operaie -, alternando foto e pubblicità d'archivio con le immagini delle campagne più recenti, e con nuove fotografie appositamente realizzate. Dalla creazione dell'iconica stampa Unikko (Papavero) alla sua applicazione su tessuti e oggetti, dalle voci dei suoi talentuosi designer a alle prospettive di questa fucina creativa, questo libro offre una full immersion nell'entusiasmante storia del successo di Marimekko, in un vortice inarrestabile di immagini sorprendenti. -
Next generation culture. Tecnologie digitali e linguaggi immersiv...
Nei mesi di allontanamento sociale i media digitali hanno vissuto un'età dell'oro, costituendo un ponte per rimanere connessi attraverso un'entusiasmante gamma di esperienze e favorendo la penetrazione nel settore culturale di linguaggi immersivi e tecnologie virtuali e aumentate. La digital transformation insegna però che è necessario ripensare i modelli organizzativi dei musei e valorizzare in modo innovativo i luoghi della cultura, favorendo attraverso il digitale un'accessibilità molto più ampia e inclusiva rispetto al passato. Affinché le realtà culturali possano capitalizzare tali opportunità occorrerà, da un lato, una collaborazione sistematica e bidirezionale fra aziende tecnologiche e operatori del settore e, dall'altro, assumere un approccio integrato, che affronti il sistema dei beni culturali nella sua complessità, valorizzando le possibili interazioni con le comunità locali, affinché queste ultime evolvano dal ruolo di fruitori passivi a cogeneratori di contenuti. Ciò consentirà di comprendere su quali forme di innovazione investire, come farlo e con quali strumenti. La tecnologia potrà così contribuire a far percepire la cultura come una risorsa condivisa e inclusiva, assegnandole un ruolo da protagonista per creare una nuova responsabilità sociale e proporre un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Il XII Rapporto Civita intende quindi fornire un contributo per lo sviluppo, da parte degli operatori culturali, di strategie innovative di valorizzazione e gestione del patrimonio, necessarie in particolare nella fase storica che stiamo attraversando. Premesse di Dario Franceschini, Gianni Letta, Adele Maresca Compagna. Contributi di Claudio Calveri, Annalisa Cicerchia, Deborah De Angelis, Italo Folonari, Simonetta Giordani, Paolo Giulini, Barbara Landi, Cristina Manasse, Anna Maria Marras, Lorenzo Maternini, Mauro Nicastri, Sarah Dominique Orlandi, Ludovico Solima, Amit Sood, Alfredo Valeri, Talitha Vassalli di Dachenhausen, Fabio Viola. -
Gli ultimi della steppa
Quando Michail Aleksandrovic? riceve dalla Mongolia i resti di un cavallo selvatico, ne rimane folgorato: il teschio che tiene tra le mani corrisponde a quello di un esemplare considerato estinto da lunghissimo tempo, tanto che il giovane zoologo di San Pietroburgo comincia subito a sognare una spedizione negli altipiani a oriente, alla ricerca della specie che affonda le sue radici in tempi remoti, forse la più antica esistente, di cui i nomadi non hanno mai smesso di raccontare. Un'impresa apparentemente impossibile, che l'incontro con un esploratore entusiasta renderà d'un tratto concreta. Poco più di cento anni dopo, Karin lascia Berlino insieme al figlio e si avventura nella riserva di Hustajn per realizzare il più grande piano di salvaguardia naturale di tutti i tempi: grazie a lei, quegli stessi cavalli un tempo liberi e selvaggi, con i quali sin da bambina condivide un legame profondo, stanno per tornare alle vaste steppe delle origini. Ce la faranno a sopravvivere? E che ne sarà di quelli rimasti nei parchi faunistici di un continente sconvolto dai cambiamenti climatici, da carestie e alluvioni, di cui Eva, in un futuro molto vicino, si prende cura nella sua fattoria? -
A che cosa serve l'arte
Nel nostro tempo, pochi hanno affinato l’arte di fare domande come Hans Ulrich Obrist, che dagli anni novanta intervista architetti, scienziati, filosofi, artisti e scrittori, stabilendo con ciascuno di loro un dialogo vitale e costruttivo. Fin dalle prime mostre «fuori formato» in cucina o all’interno di una stanza d’hotel, quest’uomo insieme «giovane e antico, elegante e dinoccolato» non ha mai smesso di interrogarsi sul ruolo dell’arte contemporanea in un’epoca caratterizzata da traumi continui, accelerazioni drammatiche e fenomeni estremi, tecnologici e sociali. Negli anni, grazie anche alle figure che ne hanno influenzato la formazione e la visione del mondo – da Giorgio Vasari a Gerhard Richter, da Édouard Glissant a Nathalie Sarraute, da Fischli e Weiss a Maria Lassnig –, Obrist ha riposto nuovi strumenti nella sua cassetta degli attrezzi, con i quali prova a rivendicare, mostra dopo mostra, incontro dopo incontro, la centralità della «parte più acuta e qualitativa dell’arte» nella storia dell’umanità. Nel tentativo di delineare un orizzonte sempre più ampio, in cui l’arte crei ponti, metta in contatto realtà, persone, conoscenze e saperi diversi, il curatore immagina un futuro che contempli il cambiamento. Ecco forse a che cosa servono l’arte e il suo valore di profezia: ad affermare con voce limpida che il cambiamento è possibile, che l’utopia non è un sogno, ma un progetto non ancora realizzato, inconcepibile finché non viene annunciato. Passando con disinvoltura dagli aneddoti personali alla riflessione sul suo lavoro come pratica culturale utile, Obrist conduce il lettore lungo un cammino per sua natura divagante e illumina gli aspetti latenti del panorama artistico degli ultimi anni. -
In caduta libera, come in un sogno. I casi di Lars Martin Johanss...
Stoccolma 28 febbraio 1986, ore 23.20: uno sconosciuto spara alle spalle del Primo ministro Olof Palme e lo uccide. Un omicidio che lascia la Svezia sgomenta e scuote profondamente il mondo politico europeo, e non solo. Il colpevole non è mai stato trovato. Molti anni dopo, il capo della polizia nazionale Lars Martin Johansson decide che è arrivato il momento di dare finalmente un nome all'assassino del Primo ministro e di riprendere in esame le centinaia di chili di carta raccolte su un caso ""vivisezionato, smembrato e analizzato minuziosamente in tutti i suoi pezzi"" per oltre vent'anni. Sostenuto dai suoi collaboratori più stretti, Lewin, Holt e Mattei, e nonostante il solito Bäckström, Johansson incredibilmente riuscirà a individuare una nuova pista, l'ennesima, ma alla fine della sua indagine avrà anche la conferma dell'inevitabile corruttibilità di chiunque si avvicina troppo al potere. Paragonata all'opera di James Ellroy, la trilogia di Persson prende spunto da una delle più enigmatiche inchieste del dopoguerra, che ha coinvolto polizia e Servizi segreti di gran parte dei paesi occidentali e dell'ex Unione Sovietica, per sviscerare la rete di intrighi di un lungo periodo della nostra storia. Con l'ironia che ne fa uno dei maestri del giallo scandinavo, Persson tesse una trama dai risvolti sensazionali, fornendo una teoria che potrebbe decisamente avvicinarsi alla verità. -
Sirene
Samuel, sorvegliante di una vasca dove vengono allevate e nutrite le sirene destinate alla produzione della «carne di mare», si lascia tentare dal più pericoloso dei piaceri. Si unisce a una sirena femmina, sfuggendo a stento alla reazione istintiva di lei: divorare il maschio dopo il rapporto, come fanno le mantidi. Da quell'unione nasce Mia – mezzo sirena e mezzo umana – e da lei avrà, forse, origine una nuova specie cosciente. In Sirene Laura Pugno racconta la fine del mondo degli umani, costretti a vivere al buio e in città subacquee – perché la luce è diventata nemica, provoca il «cancro nero» –, dominati dalle mafie internazionali, sfiniti dal consumo di ogni risorsa planetaria. Se a essere importante non è la vita di un singolo e nemmeno la vita di una specie, ma la vita dell'intelligenza, «il passaggio di testimone a un'altra specie a cui affidare la gestione del mondo», come scrisse Tiziano Scarpa alla prima pubblicazione di questo romanzo, nel 2007, «è una via d'uscita dall'umano, dalle impasse della sua civiltà, ma anche una sua realizzazione superiore, un superamento, un autoannullamento e una paradossale salvezza». -
Come navi nella notte
Marco Ferrari è un ex poliziotto che per aver creduto nella giustizia ha dovuto lasciare l'Italia rifugiandosi in Germania, dov'è diventato uno scrittore di gialli di successo. Costretto a tornare nel suo paese d'origine per mettere in vendita la casa al mare in cui ha trascorso le estati della sua infanzia, diventa testimone involontario di un rapimento sulla spiaggia deserta. Imbarcatosi di slancio in un'ostinata indagine personale che si dipana tra una Trieste oscura e una località balneare friulana meta dell'invasione giovanile della Pentecoste, Marco si districa in uno slalom mortale tra misteriosi antiquari e inquietanti balli in maschera, politicanti corrotti e agenti nazisti. Lungo la strada, costellata di ostacoli e minacce, lo accompagna una galleria di personaggi affascinanti e ambigui - una bellissima e fatale veterinaria, un enigmatico poliziotto cinese e un giovane seminarista ucraino in possesso di un documento per cui qualcuno è disposto a uccidere -, fino al drammatico epilogo, che costringerà Ferrari a sostenere lo scontro che ha sempre cercato di evitare, quello con il suo passato. In ""Come navi nella notte"", ambientato in una cupa Italia postpandemica dove la penetrazione - ormai non più solo economica - della Cina sembra aver assunto i tratti di un vero e proprio assoggettamento, Tullio Avoledo combina sfrenata fantasia e feroce realismo, mettendo in scena un futuro molto prossimo capace di far risaltare meglio le ombre che incombono sul nostro presente. -
Misteri per orchestra
Perché la musica di Richard Wagner è associata senza scampo alla figura di Adolf Hitler? Per quale ragione Nicolò Paganini appare avvolto da ombre demoniache? A che cosa fu dovuto il repentino ritiro dalle scene di Gioachino Rossini, sebbene fosse il più celebrato compositore del suo tempo? Quale fu la vera causa della morte di Tchajkovskij? E che cosa accadde a Mozart, al di là della leggenda? Melomane ed esperto di musica classica, Filippo Facci ricostruisce vicende formidabili e sconosciute della storia della musica, veri e propri «cold case» che sono rimasti perlopiù appannaggio di musicologi e appassionati. «La musica classica – scrive l’autore – può essere rapimento, anima messa a nudo, riflessione scomoda, rallentamento interiore, consapevolezza del nostro nulla. Può essere grandiosa e poetica, ma anche linfa distruttiva che scorre nota dopo nota, irrequieta o dolce come la parabola atroce della vita; può rendere felici o infelici e non è sempre chiaro perché dovremmo ascoltarla. Il perché non lo conosciamo, non possiamo conoscerlo, preferiamo non conoscerlo.» -
Elementi essenziali di farmacocinetica
Farmacocinetica facile presenta il difficile argomento della farmacocinetica in modo semplice e facile da capire ed è quindi adatto per un vasto pubblico, che comprende i medici, gli operatori sanitari e gli studenti di farmacologia, medicina ed infermieristica. L'approccio fisiologico adottato nel libro permette di affrontare i temi clinici della terapia farmacologica, con le applicazioni dirette alle situazioni pratiche. Caratteristiche principali: domande di auto-valutazione per verificare la comprensione concettuale dello studente; un glossario dei simboli e delle relazioni farmacocinetiche importanti; equazioni per descrivere i fattori fisiologici alla base dei processi farmacologici importanti. In questa edizione aggiornata, il libro è stato aggiornato in base ai recenti sviluppi ed è stato aggiunto un nuovo capitolo intitolato ""Come determinare i parametri farmacocinetici di un farmaco"". Ogni capitolo ha anche una nuova caratteristica: un elenco di punti principali che riassumono il contenuto per migliorare la comprensione e l'accessibilità. -
Vademecum dell'infermiere
""Il Vademecum dell'infermiere, terza edizione, è la risorsa perfetta per la vostra raccolta di informazioni sulla salute. Questo libro compatto contiene un riassunto conciso ma completo di informazioni mediche ed assistenziali. Come il suo compagno, il Manuale dell'Infermiere, Ottava Edizione, la guida contiene informazioni complete su valutazione, trattamento ed interventi assistenziali per virtualmente tutte le aree che riguardano l'assistenza infermieristica. Questa è l'unica guida che prende in considerazione condizioni mediche e chirurgiche, pediatriche, psichiatriche e della maternità. Come l'ultima edizione, le condizioni e le malattie sono organizzate in formato alfabetico per le condizioni medico-chirurgiche, pediatriche e psichiatriche. Questo consente un accesso alle informazioni diretto e rapido per quanto riguarda una condizione particolare e, in questa edizione, dei nuovi segni alfabetici sulle pagine velocizzano la vostra ricerca."" (Dalla Prefazione). -
L' esame neurologico. Quadri normali e patologici
Questo testo è indirizzato agli specializzandi di neurologia ed agli studenti di medicina particolarmente motivati allo studio della neurologia, ma anche a tutti i colleghi (medici di base, medici del Pronto Soccorso, specialisti in oculistica, otorinolaringoiatria, ortopedia, fisiatria e geriatria) che spesso visitano pazienti con possibili patologie neurologiche. La conoscenza di alcune manovre semeiotiche e della terminologia neurologica è sicuramente utile anche ai fisioterapisti perché molti dei loro pazienti sono affetti da patologie neurologiche. Il testo può sembrare di dimensioni più vaste di quelle attese, ma ciò dipende dalle moltissime figure che sono state inserite per rendere più semplice l'apprendimento e la memorizzazione delle differenti manovre semeiotiche. -
Atlante di istologia. Con correlazioni funzionali e cliniche
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Biologia cellulare e botanica farmaceutica
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Trigger point. Approccio terapeutico integrato
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Come funziona il sistema immunitario
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Procedure laser in medicina estetica. Guida pratica
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Interazioni piante-ambiente
In un giorno imprecisato un anonimo atomo di carbonio, figlio di una lunghissima storia cosmica, “ebbe la fortuna di rasentare una foglia, di penetrarvi, e di esservi inchiodato da un raggio di luce”. Così si rinnovò il prodigio biochimico della fotosintesi, “fulmineo lavoro a tre, dell’anidride carbonica, della luce e del verde vegetale”, la stretta porta che, mediamente ogni duecento anni, fa entrare e rientrare ogni atomo di carbonio presente in atmosfera nel grande ciclo della vita. L’immortale atomo di carbonio divenne allora parte di una molecola di glucosio: “viaggiò dunque, col lento passo dei succhi vegetali, dalla foglia per il picciolo e per il tralcio fino al tronco, e di qui discese fino a un grappolo quasi maturo. Quello che seguì è di pertinenza dei vinai”. Fu infatti ingollato da un bevitore umano, parcheggiato qualche giorno nel fegato, ritrasformato in glucosio e trasportato verso un muscolo, quindi incluso in una molecola di acido lattico e poi espulso di nuovo in atmosfera sotto forma di anidride carbonica. Lo ritroveremo molti anni dopo, in Libano, imprigionato dentro il tronco di un cedro, e ancor più avanti in un bicchiere di latte, metabolizzato il quale l’atomo di carbonio finisce dentro a un neurone. Il tutto grazie alle “nostre sorelle silenziose, le piante, che non sperimentano e non discutono”, ma da cui la nostra intera vita dipende. Questo viaggio per nulla immaginario è raccontato dal chimico Primo Levi in “Carbonio”, l’ultimo celebre capitolo de Il sistema periodico (1975), ed è un buon viatico letterario per intraprendere lo studio di questo originale compendio delle interazioni tra le piante e l’ambiente. Relazioni di ogni tipo - collaborative, competitive, mutualistiche, simbiotiche, endosimbiotiche – al cui centro stanno sempre le piante. Relazioni tra piante e cambiamenti o stress ambientali, tra piante e parassiti, piante e funghi, funghi e alghe, piante e batteri, piante e insetti, piante ed erbivori, e naturalmente anche piante e umani. Noi sedicenti sapiens abbiamo addomesticato alcune piante per i nostri fini una dozzina di millenni fa, anche se già i Neandertal avevano imparato a selezionarle non solo per fini alimentari ma anche di auto-medicazione. Ci siamo così convinti di dominarle per mezzo di incroci mirati e selezione artificiale. In realtà, evolutivamente parlando, sono loro ad aver addomesticato noi, usandoci come impareggiabile veicolo di diffusione e impregnando ogni aspetto delle nostre nicchie eco-culturali, dato che con le piante mangiamo, scriviamo, ci vestiamo, costruiamo abitazioni e mezzi di trasporto, ci abbelliamo, ci coloriamo, ci droghiamo, ci avveleniamo e ci curiamo. Ciò nonostante, le piante avranno di che temerci in futuro, visto che la frammentazione degli habitat causata dalla deforestazione, la diffusione di specie invasive, il sovrappopolamento urbano e l’inquinamento agricolo e industriale stanno generando un’estinzione di massa della biodiversità (anche vegetale) che ha come precedenti soltanto le cinque maggiori catastrofi degli ultimi cinquecento milioni di anni. Ora che alla miscela poco sopra descritta si aggiunge il riscaldamento climatico, di cui si parla profusamente in questo volume, alcuni scienziati hanno proposto il modello della “tempesta perfetta”:... -
Chimica propedeutica alle scienze bio-mediche
""Gli autori di questo testo, tutti professori di ruolo universitario, insegnano da anni Chimica in corsi di laurea (CdL) in Medicina e chirurgia di importanti atenei italiani e hanno intrapreso la stesura di questo libro nella convinzione che una buona comprensione delle basi della chimica sia non solo un importante ausilio per affrontare lo studio di altre importanti discipline biomediche, come la Biochimica, la Fisiologia e la Farmacologia (solo per citare quelle che più si fondano sui concetti basilari della chimica), ma rappresenti anche una tappa fondamentale per la formazione di una mentalità scientifica negli studenti dei CdL in Medicina e chirurgia."" (dalla prefazione) -
Ematologia di Mandelli
Dalla Prefazione: ""Una nuova edizione di un libro è sempre motivo di orgoglio per gli autori perché significa che il libro è stato apprezzato e la prima edizione è esaurita. Questa seconda edizione esce a distanza di 5 anni dalla prima per volontà dell’editore Piccin. In questo periodo la nostra specialità ha conosciuto notevoli e numerosi progressi che hanno consentito l’entrata nella pratica clinica giornaliera di terapie considerate sperimentali nella precedente edizione. I capitoli sono stati tutti rivisti e aggiornati dagli autori e collaboratori e questo ha avuto un riflesso nel numero delle pagine di testo che sono aumentate di circa 70 rispetto alla precedente edizione. Oltre il 90% del testo ha subito delle revisioni più o meno profonde e questo si riflette anche nelle voci bibliografi che aggiornate, in alcuni casi, al 2019. Purtroppo, il Prof Franco Mandelli, nostro maestro, non ha potuto vedere la luce di questa seconda edizione. A lui va tutta la nostra riconoscenza per gli insegnamenti che ci ha dato e che nel suo spirito abbiamo cercato di trasmettere con questa seconda edizione. Credo, comunque, di interpretare la volontà di tutti gli Autori se questa seconda edizione viene dedicata al Prof. Francesco Lo Coco, cui ci ha legato un’amicizia ed una collaborazione pluriennale, scomparso pochi giorni prima dell’uscita di questa edizione. Chi era il Prof Francesco Lo Coco non c’è bisogno di spiegarlo ai Colleghi ematologi, ma alcune cose vanno dette e ricordate per i pochi che non lo conoscevano. Francesco, come tutti noi lo chiamavamo, era prima di tutto un amico sempre pronto e disponibile verso chiunque, era uomo di profonda cultura dotato di quella modestia profonda e sincera propria dei grandi. Il suo sorriso e la sua intelligenza trasmettevano immediata simpatia, entusiasmo ed energia a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di lavorare con lui o anche solo di incontrarlo. Francesco era conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo come dimostrato dai numerosi premi e riconoscimenti ricevuti nel corso della sua carriera. Il suo contributo per giungere ad ottenere la guarigione di oltre il 90% dei pazienti affetti da leucemia acuta promielocitica, una forma una volta definita “la vera leucemia acuta”, è stato fondamentale. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nell’Ematologia italiana.rnrnCaro Francesco, ti dedichiamo questa edizione come segno del nostro ricordo e a tua memoria per i Colleghi e i giovani medici che leggeranno queste pagine.rnrnGrazie Francesco, ci mancherai."" -rnrnGIUSEPPE AVVISATI