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Harry Potter: Bacchetta Magica Deluxe di Albus Silente
Ricreazione autentica della bacchetta di Albus Silente. Oggetto da collezione fornita con la apposita custodia. Misura 38 cm di lunghezza. -
Copertina in Carta MD per Quaderno A5
Questa è una copertina per quaderni MD realizzata in carta ""Cordoba"" con una texture umida. Specifiche: Copertina per quaderno: Carta (Cordoba). Dimensioni (dimensioni del pacchetto) H220xL153xP10mm. Peso 84g. Paese di origine: GIAPPONE. Materiali: Carta. -
Agenda Castelli Milano EDEN Leopard Diary 2024 9x14 cm Giornalier...
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Tazza Mug OpenWorlds Lettura Alice con coperchio
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Preventive urbanism. The role of health in designing active cities
“We must integrate our concepts of ‘publichealth issues’ with ‘urban planning issues’.Urban planners, engineers, and architectsmust begin to see that they have a criticalrole in public health. Similarly, public healthprofessionals need to appreciate that thebuilt environment influences public health asmuch as vaccines or water quality.”Richard J. Jackson, Chris Kochtitzky“Our bodies are designed to move. Ourcities should be too.”©Nike Inc.This essay explores the broad and fast-developing field of the socalled Healthy, Active City and shifts the theoretical point of view from a medical, almost curative, issue to an urban one. Urbanism is therefore affirmed as a fundamental and preventive discipline, capable of enhancing the health and quality of life of urban populations.Especially in times of a global pandemic such as the one that beganin early 2020, the relationships between urbanism, urban health,and the built environment are of fundamental importance.The author tackles, from an urban design and planning perspective,the complex connections and cause-effect processes that link thecharacteristics of our cities to the well-being of populations, focusing on the dichotomy between urban and human bodies, with specific emphasis on physical activity because of its role as a principal contributor to health conditions. For a long time, such relationships were predominantly approached from an epidemiological and so-cial point of view, which saw the features and structure of the cityas the determinants of the levels of health and physical activity; yetthese were rarely investigated in depth. Since the industrial revolution of the mid-nineteenth century, when urbanism as a modern discipline was born, the sanitation issues of the contemporary cityhave greatly changed, as have the socio-demographic structures andpeople’s needs.Nowadays, health and the practice of physical activity must be seenas relevant goals to be achieved also through comprehensive andintegrated interventions in the physical environment, where communities live and develop, addressing through urban policies and programs, and from a design perspective, the problem of urban living in terms of sustainability, safety, accessibility, and attractiveness. -
Il tempo della fine. Prossimità e distanza della figura di Gesù
Sette brevi riflessioni su temi estratti dai Vangeli aprono accessi inusuali ad una letteratura ormai convenzionale.«Gaeta lavora sui testi avendornchiara consapevolezza della lorornstratificazione, frutto di memoriarne interpretazione di quanto Gesùrnha fatto e detto nelle diverse situazionirnin cui i discepoli si trovavanorna vivere». - Paolo Bettiolo, il Tempo«L'autore è convinto che la distinzionerntra mondo e aldilà sia molto meno nettarndi quanto possa apparirernUn concetto che torna più volterncome una sorta di basso continuo» - Sergio Velzania, L'Osservatore Romanornrnrn«Ognuna di queste lezioni trova suo luogo di origine da un versetto evangelico» - il FogliornIl problema della vita di Gesù va posto nel modo più radicale, vale a dire come poté porsi e di fatto si pose a quanti tra i suoi contemporanei ebbero la ventura di vederlo ed ascoltarlo.rnSpogliato dal sistema di credenze che lo accompagna da sempre, l’«evangelo» è riproposto dall’autore nella sua figura originaria: racconto molteplice di una credenza segnata dall’eccesso degli atti, dalla parola che stupisce, dalle conflittualità insuperabili, dalla violenza della separazione, dallo sconvolgimento della resurrezione.rnEd è colto nel movimento significativamente contraddittorio che gli è proprio: l’«evangelo di Dio» proclamato da Gesù in vista dell’avvento di un regno di giustizia, trapassa nell’«evangelo di Gesù Cristo» inteso come annuncio di ciò che la sua morte e resurrezione significa per i credenti, senza tuttavia che venga meno il convincimento di vivere oramai nel tempo della fine, inconciliabile con la concezione lineare della storia.rnQuanto alla realtà storica di quegli eventi, a ciò che Gesù in particolare ha creduto e voluto, alla sua concezione del mondo e del tempo, da questi rapidi schizzi emerge una personalità connotata dalla consapevolezza di dover assolvere un compito radicale, che non ammette condizionamenti, sostenuta da una fede che contrasta l’accettazione dello stato attuale del mondo destinato a mutare radicalmente in forza del suo evangelo. -
Soggettività e potere. Ontologia della vulnerabilità in Simone Weil
Cosa significa essere vulnerabili? In che senso possiamo definire la vulnerabilità come ciò che è più proprio dell'essere umano? In che relazione sta la vulnerabilità, la possibilità, cioè, di essere feriti, soggetti a un vulnus - a ogni tipo di vulnus, fisico, psichico, sociale -, con l'esposizione a un fuori che può nutrirci o distruggerci? Simone Weil si interroga su tali questioni a partire dalle differenti forme assunte dal malheur, la sventura, concetto attorno al quale ruotano le sue ricerche. Che tipo di soggettività può farsi carico del malheur e della vulnerabilità degli esseri umani? Che rapporto c'è tra potere e malheur? La filosofia, per Simone Weil, è «cosa esclusivamente in atto e pratica». Non si può, dunque, prescindere, per rispondere a tali questioni teoretiche, dal costante riferimento non solo alla ""disciplina spirituale"", centrale per Simone Weil, ma anche alla politica, e, in particolare, al rapporto tra diritti e obblighi, pietra angolare per la costruzione di un mondo sempre più giusto. -
La vita dei concetti. Hegel, Bachelard, Canguilhem
Che cos'è un concetto? Che rapporto sussiste fra la filosofia e le scienze, due attività che consideriamo assai distanti, ma la cui separazione è, in realtà, piuttosto recente? Il libro intende rispondere a queste domande attraverso un confronto ravvicinato con il sistema della scienza di Hegel e con l'epistemologia francese di Gaston Bachelard e Georges Canguilhem. Si tratta di due prospettive filosofiche differenti, accomunate tuttavia da due elementi fondamentali: la rilevanza attribuita al problema della scientificità e la centralità della struttura del concetto. La prima parte del libro è dedicata all'esposizione, su queste basi, di una pratica filosofica intesa come epistemologia del concetto. La seconda parte mette concretamente in atto la prospettiva così delineata affrontando il problema del rapporto fra la vita e la società. Come deve essere pensato il concetto, in quanto tiene insieme vita e politica? In cosa i concetti politici si distinguono da quelli biologici? Sono queste le due domande a cui l'analisi epistemologica intende fornire una risposta, assumendo come guida principale il pensiero di Canguilhem. -
L' indecisionista. Carl Schmitt oltre l'eccezione
«Secondo Croce e Salvatore la stagione decisionista sarebbe circoscritta a un periodo molto breve, e cioè ai primi anni Venti, perché già a partire dal 11927-28 lo sguardo di Schmitt sembra spostarsi altrove. L'individuazione del cuore della sovranità nella capacità di decidere sullo ""stato di eccezione"" sarebbe così soprattutto il riflesso della polemica contro la Costituzione di Weimar, oltre che contro Hans Kelsen e Max Weber, i quali — in modo molto diverso — avevano ritenuto che la legittimità potesse risolversi nella legalità» - Damiano Palano, AvvenirernCarl Schmitt è forse la figura intellettuale più controversa del Novecento, il cui spettro torna immancabilmente a palesarsi ogniqualvolta gli ordinamenti costituzionali vengano messi sotto pressione e pongano limiti alle libertà fondamentali da essi stessi sancite. Campi di prigionia, populismi d'ogni colore, decretazione d'urgenza, misure restrittive a fronte di un'emergenza pandemica e molti altri esempi recenti di provvedimenti che limitano i diritti di libertà: ad ogni minimo cedimento degli Stati democratici, si invoca Schmitt come nume tutelare o ispiratore dannato. Ma questo uso del pensiero schmittiano è davvero fedele alla teoria del giurista tedesco? L'indecisionista offre una risposta netta, ed è un no. Al di là delle letture sclerotizzate che schiacciano Schmitt sulla triade eccezione, decisione e opposizione amico-nemico, il libro mostra come egli abbia sostenuto il ""decisionismo eccezionalista"" per un periodo assai breve, circoscritto ai primi anni Venti, e come presto vi pose mano per emendarne le debolezze. La teoria istituzionalista schmittiana - conservatrice, certo, e con chiare punte di illiberalità - mostra ben più e meglio del decisionismo eccezionalista come il cuore della politica, per il giurista tedesco, non stia nella creazione di condizioni emergenziali, ma nella selezione dei modelli e delle pratiche su cui si impernia la normalità della vita di tutti i giorni. -
Architettura dell'acqua. L'emergenza idrica come occasione proget...
L'emergenza idrica e gli effetti sui contesti urbani rappresentano non solo una grande crisi che affligge il mondo contemporaneo, ma anche un'importante occasione per il progetto di architettura. Negli ultimi decenni il fenomeno delle inondazioni urbane - fenomeno antico, ma reso sempre più frequente dai cambiamenti climatici - ha portato alla realizzazione di numerosi progetti nella città costruita, quali importanti sperimentazioni tanto tecniche quanto spaziali ed ambientali. Esiste oggi un campo di studio e di applicazione progettuale che potremmo chiamare della infrastruttura idrica contemporanea, in cui il ruolo dell'architetto è di prim'ordine. Con lo scopo di aprire sempre più questo ambito alla progettazione architettonica e urbana, il libro intende presentare i più interessanti esempi contemporanei, attraverso categorie utili da una parte alla comprensione del progetto, dall'altra a delineare precise strategie di intervento nella città contemporanea. Il libro si rivolge a un pubblico ampio, che non riguarda solo i progettisti, ma più in generale coloro che si occupano di pianificazione e gestione del territorio - come tecnici e amministratori - cui intende fornire le armi per comprendere la rilevanza dell'ampio fenomeno e le possibilità in essere. -
Categorie italiane. Studi di poetica e di letteratura. Nuova ediz.
In questo libro, rinnovato e ampliato rispetto alle precedenti edizioni, Giorgio Agamben, raccogliendo tutti i suoi scritti sulla letteratura italiana, da Dante fino a Pasolini e Manganelli, traccia, sulla scorta di un progetto elaborato verso la metà degli anni Settanta con Italo Calvino e Claudio Rugafiori, una sorta di mappa delle categorie portanti della nostra tradizione letteraria: tragedia/commedia; dialetto/lingua; lingua viva/lingua morta; biografia/favola; inno/elegia. Se la letteratura italiana trova così la sua particolare fisionomia rispetto alle altre culture romanze, più in generale è un’altra visione della poesia e della creazione letteraria, al di là dei luoghi comuni della critica e dell’estetica, che i saggi qui raccolti intendono proporre. E come in nessun altro dei suoi libri è possibile scorgere qui gli estremi fra cui il pensiero di Agamben non cessa di muoversi: filosofia e filologia, indagine genealogica e storia, passione per il dettaglio e visione panoramica. -
Così anche noi in un'eco. Carteggio 1961-1968
È il 1961 quando Enrico Filippini, allora responsabile della letteratura straniera per Feltrinelli, propone a Franco Fortini di curare un'antologia del poeta tedesco Hans Magnus Enzensberger. A sua volta, Enzensberger si impegna a tradurre Fortini per Suhrkamp. Il progetto è all'origine di un carteggio portato avanti dagli autori fino al 1968. Ai suggerimenti scambiati in vista della traduzione reciproca, Fortini ed Enzensberger accompagnano una serie di riflessioni sulla metrica, sulle sorti delle due Germanie, sull'industria culturale degli anni Sessanta e su Brecht, l'autore che del loro dialogo rappresenta una fondamentale premessa. Le lettere che compongono il carteggio, conservate presso l'Archivio Fortini dell'Università di Siena, sono qui presentate in ordine cronologico, annotate e affiancate dalla traduzione dei testi in lingua. -
Cantatrix Sopranica L. E altri scritti scientifici
Divertentissime parodie scientifiche di uno dei migliori autori francesi del Novecento.«Quando gli scrittori si divertono a inventare teorie scientifiche, ne escono fuori narrazioni bizzarre. Di esperimenti (pseudoscientifici) racconta Georges Perec in Cantatrix sopranica L. e altri scritti scientifici, riproposto ora da Quodlibet, ottima introduzione al meraviglioso mondo del Perec parodista scientifico» – Domenica - Il Sole 24 Ore«Più si tirano pomodori alle cantatrici, più esse urlano.»Il primo scherzoso e sapientissimo saggio (che dà il titolo al libro) descrive nell’inglese da congresso e con scientifica acribia l’effetto del lancio di pomodori su una cantante d’opera, con diagrammi e comica bibliografia; segue un gustoso saggio pseudo entomologico; la biografia di due illustri e inesistenti scienziati; e altri scritti in veste di storico e di iper filologo. Giochi letterari prossimi all’Oulipo, l’associazione per una letteratura potenziale fondata su regole arbitrarie, di cui Perec fu il più apprezzato esponente. -
Omero. Odissea
L’Odissea riletta da un grande illustratore americano: un racconto vivissimo e attuale dove la più scrupolosa fedeltà all’antico poema omerico si accompagna a invenzioni grafiche mirabolanti.rnSe il coraggio di affrontare l’ignoto e l’astuzia tecnologica sono due famose doti di Odisseo, ecco che in queste pagine l’eroe del Cavallo di Troia si sposta con navicelle spaziali, aerei, razzi e altre fantastiche diavolerie. Eppure i personaggi sono sempre loro: i ciclopi, le sirene, i lotofagi, Penelope e i famelici Proci, e poi porcari, mendicanti, streghe e indovini, ninfe e ovviamente, sopra a tutti, gli dèi con le loro collere e i loro capricci. -
Eresie
Come nascono le eresie? I casi e le questioni di cui si parla nei saggi qui raccolti appartengono per lo più alla storia della cultura e della vita religiosa italiana nella prima età moderna, segnata dalla Riforma protestante e dalla reazione cattolica.«Adriano Prosperi ha scelto una sola parola per riunire in un unico, ponderoso volume, trentasette saggi e articoli pubblicati nelle sedi più varie, che partono dal 1975, cioè quasi dall'inizio della sua nutrita produzione storiografica e arrivano fino ad oggi, inclusi alcuni scritti finora inediti.» – Guido Dall'Olio, Tuttolibri - La Stampa«Per chi studia la storia religiosa del Cinquecento, questi greatest hits sono un ritorno ai fondamentali. Chi invece non ha fatto della ricostruzione della storia religiosa del Cinquecento italiano un mestiere, ma guarda a essa come un problema aperto che segna ancora il nostro presente, troverà in questo libro una geografia e storia della religione italiana, dove i centri maggiori e più noti del dissenso religioso vengono messi a contatto con realtà meno familiari.» – Lucio Biasiori, Alias - Il Manifesto«Leggere il libro di Prosperi ricuce e restaura una vecchia foto di famiglia, quella degli italiani, nel ricordare i nomi e il pensiero di quelli che al momento furono sconfitti, gli eretici, ma che forse — piace crederlo — alla distanza seminarono di più.» – Michela Valente, la Lettura - Corriere della SeraSi è discusso in passato se eretico sia colui che è giudicato tale dalla Chiesa (Benedetto Croce), o se invece non sia chi sceglie di esserlo ribellandosi a ogni e qualunque comunione ecclesiastica (Delio Cantimori). In questo libro si incontrano eretici tanto dell'uno quanto dell'altro tipo, ma non solo: ci fu anche chi criticò la Chiesa senza per questo incorrere in condanne, anzi provocando un chiarimento positivo. Del resto, l'eresia (etimologicamente, ""scelta"") era stata giudicata dall'apostolo Paolo, nella cristianità allo stato nascente, un contributo utile alla ricerca della verità. Ma la parola, insieme con i fenomeni che designava, doveva attraversare secoli di storia e della storia non poteva sfuggire alla legge fondamentale: il mutamento. Così, man mano che i confini dell'ortodossia della Chiesa venivano fissati, ci fu sempre meno spazio per l'eretico, il che non impedì alla pianta del dissenso religioso di mettere radici e moltiplicare le sue forme. La frattura dell'unità religiosa europea e i nuovi legami formatisi tra poteri statali e confessioni religiose dovevano esportare i confronti e i conflitti oltre i confini del vecchio mondo. Al contempo, è in quest'epoca che nasce lo studio moderno della religione quando, con Machiavelli, ""religione"" diventa un termine neutro, valido per indicare e confrontare religioni diverse, e si accantona la distinzione tra l'unica vera e le false. -
Il normativo, il giuridico e i compiti del diritto
Llewellyn propone ben più che una teoria giuridica: il compito del diritto è nientemeno che assicurare la sussistenza dei gruppi sociali, permetterne la trasformazione interna e garantirne un’integrazione virtuosa con l’esterno.C’è un sapere speciale che consente di porre riparo ai conflitti in un modo che nessun altro sapere saprebbe garantire: non la politica, non l’economia, non la filosofia, non la religione. Questo sapere è il diritto. Così Karl Llewellyn si fa cantore delle virtù ristoratrici del sapere giuridico, che conferiscono al diritto una ineguagliata capacità di assicurare la continuità della vita sociale. Nel suo saggio più compiuto e maturo, Il normativo, il giuridico e i compiti del diritto, pubblicato nel 1940, egli delinea una teoria che supera gli steccati disciplinari e presenta il diritto come l’ambito che si fa garante della vita sociale. Il diritto è una tecnica capace di porre riparo ai conflitti e che dalla risoluzione dei casi più complicati sa trarre un’energia e una capacità d’imporsi tali da assicurare una plastica resistenza agli urti. Un sapere rimediale, quindi, che però s’irradia via via su tutti quegli aspetti della vita umana in cui interessi divergenti e aspettative deluse potrebbero creare frizioni e strappi. Come tale – questa l’intuizione folgorante di Llewellyn – il diritto è un sapere ubiquo, su cui deve poter contare qualsiasi gruppo (da due persone in su) voglia resistere alle aggressioni del tempo e dei conflitti interni. A partire da questa innata diffusività, Llewellyn illustra come dal diritto interno ai numerosi gruppi compresenti nello stesso contesto geo-storico si arrivi alla creazione di un sistema giuridico più ampio, valido per tutti i gruppi. -
Ulisse, o dell'amore. Lettura della poesia di Umberto Saba
Londero si avvale degli strumenti prìncipi della critica – filologia, stilistica, metrica – restituendo a Ulisse il suo spessore testuale e al pubblico una lettura dei versi capace di rendere l’intreccio delle funzioni molteplici che la poesia manda a effetto.Ulisse è una tra le poesie più note di Umberto Saba (1883-1957): pubblicata in conclusione a Mediterranee (Mondadori, 1946), nel 2021 compie 75 anni. Nei versi la critica intravede la consueta ripresa del modello omerico e dantesco di Odisseo che si riversa semplicemente sull’io lirico. Ma perché suggellare Mediterranee (un libro intriso d’eros) e Il Canzoniere (fino all’edizione 1958, il libro di una vita) con una poesia memoriale e avventurosa? Sotto la patina odisseica, lo studio scorge in Ulisse il piano metaforico della navigatio vitae, declinata sub specie Amoris. Ecco che l’io lirico non riesce a raggiungere «il porto» (figura di sicurezza, compimento, anche di morte) perché, oggi come nella «giovanezza», Eros lo «sospinge ancora», lo conduce capricciosamente «al largo» senza che possa scorgere una meta. È l’incessante innamoramento, la presenza costante di Amore, della passione amorosa mai sopita o completamente appagata, a turbare la navigatio dell’io. Lo studio vuole scostare Ulisse dalle precedenti letture, sostenute da poche supposizioni contenutistiche affioranti sulla superficie di una costruzione poetica insondata nelle sue profondità. -
Il terrore
Prima guerra mondiale. In un angolo remoto del Galles la popolazione deve fare i conti con una serie di morti raccapriccianti e di eventi inspiegabili. Presto il terrore si diffonde nelle campagne e, in un crescendo di angosciose supposizioni, la comunità arriva ad addebitare gli incomprensibili omicidi ai tedeschi, che si suppone abbiano creato un vero e proprio Stato sotterraneo. Si scoprirà tuttavia che non sono loro gli artefici del misterioso terrore calato inesorabilmente sulla placida campagna inglese, e prenderà sempre più corpo un’ipotesi sconvolgente, e cioè che l’ordine cosmico sia stato sovvertito e che (forse) non sia più possibile tornare indietro. -
Storia naturale dei giganti. Nuova ediz.
«D’ora in poi non saremo più di questa terra, mendace, condominiale, illogica, giovanilista».«Un mirabile esempio di pastiche come già altri romanzi dello scrittore emiliano, da ""Vite brevi di idioti"" a ""Gli eremiti del deserto"".» – Alberto Riva, il Venerdì - la RepubblicaUna pazzoide storia d’amore e di gelosia che cresce via via, mentre il giovane studioso innamorato prende appunti per un trattato sui giganti dei poemi cavallereschi, i loro usi, costumi e la loro sgonfia attività sessuale, che li ha portati a degenerare e all’estinzione. Intanto degenera anche la gelosia: lo studioso spera che gli extraterrestri rapiscano chiunque abbia avuto contatti carnali con la sua bella e troppo emancipata signorina. Forse più che una speranza è una truffa, che lui nella sua passione ossessiva subisce. Il romanzo, rispetto alla prima edizione del 2007, è stato abbondantemente revisionato e riscritto dall’autore, con capitoli nuovi aggiunti. -
Il vampiro, la diva, il clown. Incarnazioni poetiche di spettri c...
Nel secondo Novecento il cinema ha acceso l'immaginario dei poeti. Tre emozioni mediali, tre icone si sono più di altre impresse nella loro coscienza e nei loro versi: il vampiro di Dreyer, la diva Marilyn, il clown Charlot. Saba, Govoni, Pasolini, Sanguineti, Zanzotto, Gatto, Luzi, Magrelli: tutti scrittori che hanno fatto un uso poetico delle emozioni mediali. Nei loro lavori trovano posto alcune figure archetipiche della storia del cinema: il vampiro, la diva, il clown. Tre personaggi, tre icone, tre leggende-guida che intercettano altrettante fondative tipologie culturali: il romanzesco (il conflitto col maligno); il tragico (la dea è mortale); il comico (le agrodolci vicissitudini di un marginale). Ma anche tre diverse e conflittuali latenze della psiche dei moderni: sogno e realtà, eros e thanatos, individuo e massa. Con loro, attraverso di loro, il contemporaneo prende forma; con loro, attraverso di loro, i poeti vengono a capo della forma del contemporaneo.