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David Copperfield
David, orfano di padre, vive una infanzia felice con la madre, ma questa poi si risposa con il signor Murdstone, un uomo crudele che la porta alla tomba. Privo di affetti, David sperimenta la dura scuola del maestro Creakle. Il patrigno gli impone un lavoro avvilente in un negozio di Londra. Disperato fugge a piedi a Dover, dove una zia, Betsey, accetta di occuparsi di lui. Lo manda a Canterbury, per educarlo, in casa del suo avvocato, padre di Agnes, una dolce fanciulla. Divenuto cronista parlamentare e conquistata anche fama letteraria, David sposa Dora che pochi anni dopo muore. Il giovane allora si accorge della dolce Agnes che sposa, dopo aver salvato il futuro suocero dalle trame del suo amministratore. -
I nibelunghi
«Nelle antiche leggende son narrate cose stupende di guerrieri famosi, imprese immense, di feste e di letizia, di lacrime e di pianto... di ciò udrete narrar meraviglie.»La storia d'amore di Sigfrido e Crimilde e le cruente imprese di Attila e Teodorico costituiscono i due cicli del maggior poema epico germanico scritto nel 1200 da autore ignoto. Combattendo contro i Nibelunghi (stirpe di nani che vivono nelle viscere della terra), il giovane eroe Sigfrido conquista un immenso tesoro e alcuni poteri magici: la spada che uccide ciò che tocca, il cappuccio che rende invisibili, l'anello che moltiplica le forze. Ma non sempre la magia è sufficiente a difendersi dalla morte... Crimilde vendicherà Sigfrido in un crescendo di lotte che causeranno il massacro di due interi popoli. Ne emerge un mondo arcaico dominato da una visione pessimistica della vita in cui la gioia volge inevitabilmente in una tragica fine. Un classico della letteratura di tutti i tempi, che ha avuto in Richard Wagner e nella sua ben nota tetralogia del Reno il massimo esegeta. -
Le fiabe
Il brutto anatroccolo, Il burattinaio, Il principe cattivo, La principessa sul pisello e tutte le piú belle fiabe del celebre scrittore danese Hans Christian Andersen.Storie vere e inventate di uomini, cose e animali, che hanno un'impronta indefinibile di bonarietà, ironia e ingenua finezza popolana. Un mondo a volte spietato, a volte allegro e generoso che esprime in modo semplice e genuino le paure, le malinconie e le speranze della vita. -
La seconda vita di Nick Mason
«Ho sempre avuto delle regole, si disse. Non mi hanno mai tradito, fino al giorno in cui ho cominciato a ignorarle. Adesso me ne servono di nuove»rn«Un romanzo strepitoso» – Stephen King rn«Di Hamilton leggerei qualunque cosa: è un maestro» – Lee Child rnrnNick Mason doveva scontare venticinque anni. Ma un boss che controlla il proprio giro di affari da una cella di massima sicurezza gli ha fatto una proposta. Nick potrà lasciare la prigione all'istante. Fuori troverà un lavoro di facciata, una casa zeppa di soldi, vestiti eleganti e persino una nuova – bellissima – coinquilina. Ma in cambio dovrà fare tutto ciò che gli verrà chiesto. Il suo telefono potrà squillare in qualsiasi momento, giorno e notte. E Nick Mason dovrà eseguire gli ordini. Nick vorrebbe solo riprendere a vivere da uomo libero e rivedere sua figlia. Prima però deve tornare giú in strada, a Chicago. -
Colloquio con Giulio Einaudi
Casa Einaudi: i libri, le verità, i miti, i conflitti, gli uomini di una straordinaria avventura editoriale e di una irripetibile stagione culturale raccontati dalla voce del suo stesso fondatore. Una «lezione editoriale» di sorprendente freschezza.rn In questo Colloquio con Severino Cesari Giulio Einaudi, sottraendosi alla tradizionale elusività, ripercorre in soggettiva la storia della Casa editrice, guidando il lettore nel cuore dell'officina editoriale e riannodando l'itinerario dal progetto culturale al libro: dalle mitiche «riunioni del mercoledí» al delicato lavoro di redazione, dalla ricerca di una forma grafica alla conquista del pubblico. E narrando di libri, Giulio Einaudi delinea un ritratto inatteso, a volte anche commosso, ma sempre pubblico dei fondatori o dei veri «perni» editoriali di questa avventura: uomini come Leone Ginzburg, Cesare Pavese, Italo Calvino, Giulio Bollati, e insieme a loro, dietro di loro, un gruppo di innovatori, di grandi interpreti del lavoro collettivo: Massimo Mila e Giaime Pintor, Felice Balbo e Norberto Bobbio, Elio Vittorini e Luciano Foà, Franco Venturi e Delio Cantimori, Natalia Ginzburg e Cesare Cases. -
Mia regina
Un ragazzo speciale che sceglie la sua «regina». E in un'estate si consegna a lei. Per amore, per gioco, per desiderio di assoluto. rnrnUn romanzo iniziatico tenero e folgorante. «Un gioiello, poetico e onirico» - Le Figaro littéraire rnrn«Me ne vado.»rnMio padre non mi ha risposto perché in quel momento cominciava il suo sceneggiato preferito. Mia madre mi ha detto di finire le lenticchie e di non parlare con la bocca piena. Meglio così, in fondo: se mi avessero ordinato di restare mi sarei perso d'animornrnProvenza. Estate del 1965. A Shell piace servire i clienti nella malandata stazione di servizio dei suoi, anche se i viaggiatori che si fermano sono pochi. Da quando ha smesso di andare a scuola non ha molto altro da fare e bambini nei dintorni non ce ne sono. Ma un giorno, dopo che ha quasi appiccato il fuoco alla pompa di benzina, i suoi genitori discutono di metterlo in un istituto per ragazzini come lui. E a Shell non resta che scappare. Sull'altopiano che sovrasta la sua valle non trova la guerra che vedeva nella tivú bombata di famiglia, solo silenzio e odori del sottobosco. E una ragazza, bellissima e capricciosa come un soffio di vento, che gli appare davanti. Assieme a lei, tutto diventa possibile. Mia regina è un'ode alla libertà, all'immaginazione, alla diversità. Un miracolo di grazia spiazzante e originale. -
Inarrestabile. La mia vita fin qui
La prima autobiografia di Maria Sharapova, una delle numero uno del tennis mondiale.rn«Come si diventa numeri uno del tennis mondiale? Nella sua prima autobiografia, Maria Sharapova racconta in presa diretta l'epopea di una campionessa, l'origine della rivalità incandescente con Serena Williams e le radici della sua incrollabile determinazione» - The Guardian rnrn«Maria Sharapova non si è mai arresa, neppure quando i sospetti di doping e il biasimo unanime della comunità sportiva hanno minacciato di incrinare una carriera fin lí esemplare. Ha lottato e si è rialzata. Inarrestabile è il racconto di formazione di un'atleta unica al mondo, che ha saputo seguire la propria strada contro tutto e tutti» - Voguernrn«Potrei metterla in termini piú raffinati, ma nei fatti la mia storia è semplice: voglio vincere. O meglio: odio perdere. È la paura di perdere la mia vera molla. E forse, se non avessi cominciato a scrivere questo libro, non l'avrei mai scoperto»rnrn Florida, 1994. Un padre e una figlia scendono da un taxi scalcinato per bussare alle porte della famosa accademia di tennis di Nick Bollettieri. Vengono da un paese reduce dal crollo dell'Unione Sovietica, non parlano una parola di inglese e la bambina ha soltanto sei anni e una racchetta troppo grande per le sue braccia minute. Il padre, però, è certo che diventerà una campionessa, ed è disposto a tutto pur di far fruttare il suo talento. Quella bambina è Maria Sharapova, e a soli diciassette anni vincerà il torneo di Wimbledon sconfiggendo la storica avversaria Serena Williams. È il primo atto di una rivalità unica nel tennis femminile e l'inizio di una carriera costellata di trionfi. In queste pagine, per la prima volta, è Maria stessa a raccontarcela. Dai primi anni in Ucraina ai durissimi allenamenti sotto l'occhio vigile del padre manager, fino al successo planetario e agli scandali che non sono bastati a fermarla. Nel mezzo, una strabiliante serie di record e vittorie, che l'hanno resa una delle atlete piú amate e invidiate di tutti i tempi. Maria Sharapova è nata a Njagan , in Siberia, nel 1987, e si è trasferita negli Stati Uniti all'età di sei anni. È la seconda tennista piú giovane della storia ad aver vinto il torneo di Wimbledon dopo Martina Hingis, una delle dieci donne ad aver completato il Grande Slam e la terza tennista in attività per titoli vinti, alle spalle di Venus e Serena Williams. -
Superficie
Prendete un luogo comune, smontatelo, rovesciatelo, trovategli amici e parenti, coniugi e amanti, nemici e complici. Denunciateli. Poi accostatelo a una battuta.rn«Mentre ritornano come un ritornello alcune ossessioni personali, De Silva inanella sogni che si possono sottoscrivere ad analisi sociologiche sul carattere degli italiani.» - Cristina Taglietti, Corriere della Serarnrn«Quando sono di buonumore, poi mi passa. Il preservativo si trova sempre nel cassetto del comodino opposto. Sono d'accordo con Baudelaire» Prendete un luogo comune, smontatelo, rovesciatelo, trovategli amici e parenti, coniugi e amanti, nemici e complici. Denunciateli. Poi accostatelo a una battuta, a un aforisma, a un nonsense: accendete la miccia e aspettate. Ad esplodere, sarà la vostra risata. È un gioco, sí, ma è una sarabanda dell'intelletto. Perché è vero: molti discorsi umani sono irresistibilmente comici, sembrano costruiti solo per iniziare e non andare mai a fondo. Sono grandiosi tentativi di semplificazione impastati in un chiacchiericcio che supera ogni pretesa di profondità per diventare, gioiosamente, superficie. E vanno inchiodati a se stessi, accostati ad altri o ad altro, perché nel flusso torrenziale si producano attriti, urti, ribaltamenti di senso. Proprio come avviene nelle reazioni chimiche, vanno messi accanto a un reagente che, consumandosi, li trasformi. Questo libro gioca con la nostra stupidità e la nostra intelligenza. È fatto di frasi fulminee il cui accostamento produce cortocircuiti spiazzanti e comicissimi. Come se Woody Allen, Groucho Marx e l'amico cretino di vostro zio si trovassero nella stessa stanza e parlassero ognuno per conto suo. È fatale: quando meno ve lo aspettate, scoppierete a ridere. -
Voglia di tenerezza
Aurora ed Emma, una madre e una figlia che non potrebbero essere piú diverse: una ha un guardaroba immenso, abita in una villa con giardino e fa impazzire chiunque abbia la sventura di invaghirsi di lei; l'altra indossa magliette extralarge, vive in un minuscolo appartamento e cerca pazientemente di andare d'accordo con il marito. Diverse in tutto, Aurora ed Emma, ma quando la vita si mette per traverso sono solo madre e figlia che combattono dalla stessa parte.«Vi farà ridere e vi farà piangere». - The New York TimesrnCapricciosa, dispotica e tranchant: cosí è Aurora Greenway, vedova quarantanovenne di Houston, in Texas. In compenso ha capelli stupendi e un corpo che mantiene sodo cucinando in modo sopraffino e mangiando di gusto. Gli spasimanti, quindi, non le mancano, ma come scegliere tra il vicepresidente di banca impacciato, la vecchia fiamma sentimentale e il vicino che la spia con il binocolo, quando lei stessa sa che «solo un santo riuscirebbe a vivere con me, e io non riuscirei a vivere con un santo»? Di tutt'altra pasta è sua figlia Emma, una ragazza pacata e malinconica alle prese con un matrimonio sbagliato (cosa che Aurora non perde occasione di rinfacciarle). Suo marito, docente di letteratura e aspirante scrittore, dopo soli due anni ha già perso interesse nei suoi confronti, la loro vita sessuale è noiosa, le conversazioni litigiose. Forse un figlio sistemerà le cose? Non è di questo avviso sua madre, che al dolce annuncio anziché felicitarsi dà in escandescenze: chi, chi mai vorrà accompagnarsi con una nonna? La vita matrimoniale non sembra granché nemmeno per Rosie, la combattiva e instancabile donna di servizio di Aurora, che dopo ventisette anni e sette figli scopre che il marito le ha fatto un torto ben peggiore dell'occhieggiare la padrona sotto il suo naso. Bisticci, tumulti e scaramucce si smorzano nella birra e nel bourbon, fra tragicomici blackout di lucidità e giudizio. Ma una sotterranea rete d'amore lega le protagoniste, pronta a entrare in campo quando la vita colpisce piú duro. -
Per alleviare insopportabili impulsi
Nove racconti in cui ironia e disillusione, farsa e tragedia, s'intrecciano di continuo.rn«Tra le qualità dei grandi scrittori c'è il coraggio di provare a scrivere la cosa piú difficile. Englander di coraggio ne ha da vendere» - Paolo Cognetti rnrnUn uomo molto religioso, dopo l'ennesimo rifiuto della moglie, non sa piú come contenere gli irrefrenabili istinti sessuali e il suo rabbino gli consiglia di ricorrere all'aiuto di una prostituta. Un giovane un po' strambo, che non ha mai pubblicato neanche una riga, si ritrova in prigione per essere giustiziato insieme ai piú grandi scrittori ebrei dissidenti nella Russia di Stalin. Charles Luger è colto all'improvviso da un'illuminazione mentre è a bordo di un taxi: è ebreo. Non l'ha mai saputo, ma ha sentito dentro di sé muoversi una yiddishe neshama e dunque deve esserlo per forza. Nove storie in cui ironia e disillusione, farsa e tragedia, s'intrecciano di continuo. Racconti che s'inseriscono nella piú luminosa tradizione ebraica ma parlano a tutti; perché al fondo di ciascuno c'è la ricerca, eternamente irrisolta, del proprio posto nel mondo. -
Il canto degli alberi. Storie di grandi connettori naturali
Gli alberi, grandi connettori naturali, ci insegnano ad abitare in relazione con ciò che è la fonte, la sostanza e la profonda bellezza della vita stessarnrn«Per i greci di Omero, kleos , la fama, era fatta di canti. Le vibrazioni nell'aria racchiudevano la misura e la memoria della vita di ognuno. Ascoltare, dunque, significava apprendere ciò che è durevole. Ho prestato orecchio agli alberi, in cerca del kleos ecologico. Non ho trovato eroi, singoli individui intorno a cui intrecciare la storia, bensí ricordi vivi di alberi, raccontati dai loro canti che parlano di una vita comunitaria, di una rete di relazioni. Noi esseri umani partecipiamo a questa conversazione, come parenti di sangue, membri incarnati di questa comunità. Ascoltare, dunque, equivale a sentire le nostre voci e quelle della nostra famiglia. Ogni capitolo di questo libro è dedicato al canto di un particolare albero: la fisicità del suono, le storie che danno vita a tale suono, e le nostre reazioni emotive, fisiche e mentali. Gran parte di questo canto si svolge al di sotto della superficie acustica. Ascoltare, dunque, significa appoggiare uno stetoscopio sull'epidermide di un paesaggio, e sentire cosa si agita lí sotto»rnrnrnDavid George Haskell rivolge le sue straordinarie capacità di osservazione a una dozzina di alberi in giro per il mondo, per dimostrare come la storia, l'ecologia e il benessere dell'umanità siano strettamente intrecciati con la vita delle piante. Che si trovi immerso nel fitto fogliame di una foresta dell'Amazzonia, all'ombra di un pero cinese a Manhattan o di un ulivo di Gerusalemme, Haskell è sempre in grado di entrare mirabilmente in contatto con la complessa energia vibrante di interi ecosistemi. Allertati, i suoi sensi s'affinano: non vi è poro di foglia, granello di polline, molecola atmosferica, riverbero di un canto d'uccello o ritmico crepitare di pioggia che sfugga all'acume del suo sguardo e alla finezza del suo udito. E il lettore, rapito dalla lirica sensibilità della sua prosa, ammira e ascolta bellezze e paesaggi altrimenti inimmaginabili. Un albero del corallo ci fa comprendere il ricco tumulto ecologico della foresta tropicale minacciata dai giacimenti petroliferi. A migliaia di chilometri di distanza, le radici di un abete balsamico del Canada sopravvivono in terreni poveri solo con l'aiuto di funghi e una rete di connessioni di quasi due miliardi di anni. In Giappone, la ricerca del luogo d'origine del pino bianco rende lampanti inaspettate parentele tra le piante dell'Asia orientale e quelle dei monti Appalachi. Le sequoie pietrificate nelle Montagne Rocciose raccontano come il clima della Terra si sia sviluppato attraverso gli scambi tra alberi, comunità dei viventi e atmosfera. Sebbene le azioni degli uomini stiano sempre piú recidendo le reti biologiche del pianeta, gli alberi, grandi connettori naturali, ci insegnano ad abitare in relazione con ciò che è la fonte, la sostanza e la profonda bellezza della vita stessa. -
Da Berlino a Gerusalemme
Un'affascinante autobiografia intellettuale che è anche una definizione in progress dell'identità ebraicarn«Ciò che che Scholem vuole tramandare è soprattutto il senso delle scelte politiche e culturali della sua generazione.» - Giulio BusirnrnrnIn questo libro Scholem racconta la sua «infanzia berlinese», le precoci discussioni sul sionismo, le influenze e le divergenze con Martin Buber e Franz Rosenzweig, e poi le tappe di studio a Heidelberg, Jena, Berna, Monaco e Francoforte, la scoperta per caso dei testi della mistica ebraica, i suoi primi pionieristici studi che avrebbero «inventato» una nuova disciplina. Nella seconda edizione, riscritta in ebraico poco prima di morire, aggiunse una parte finale che non c'era nella versione in tedesco, raccontando i suoi primi anni in Palestina, il suo impatto con la nuova realtà e i rapporti col mondo politico e culturale della comunità ebraica di Gerusalemme. Un'affascinante autobiografia intellettuale che è anche una definizione in progress dell'identità ebraica. Per Gershom Scholem la Germania rappresentò molto presto un territorio ostile. Il suo sionismo nacque ancora sui banchi del ginnasio, e fu innanzitutto una scelta culturale. Allo scoppio della guerra, rifiutò qualsiasi coinvolgimento personale ed emotivo nel conflitto, e si sottrasse all'obbligo militare. Un simile atteggiamento era, per l'epoca, estremo, e il giovane Scholem lo mise in pratica con sorprendente determinazione. Le pagine dell'autobiografia dedicate alla guerra e ai sotterfugi per ottenere il congedo sono singolarmente prive di pathos, e contrastano con l'alternarsi di entusiasmo bellico e amara disillusione che caratterizzò la Germania tra il 1914 e il 1918, coinvolgendo in pieno anche la minoranza ebraica. Gershom sembra aver vissuto quegli anni secondo un diverso ritmo temporale, intento alla preparazione dell'esilio volontario, e quasi indifferente a un dramma tedesco che riteneva di non dover condividere. Fin da adolescente, dunque, si nutrí di un pervasivo senso d'estraneità, preparandosi a un'altra terra simbolica; un altrove spirituale e geografico in cui trasportare il proprio ebraismo. La sua decisione a favore della cultura ebraica fu precoce e totale. -
Poesie. Testo milanese a fronte
«Vorrei evitare ai futuri milanesi la disgrazia di non poter piú comprendere e gustare Carlo Porta.» - Carlo Dossi, Note azzurrernrnrnCarlo Porta è uno dei piú grandi poeti italiani, e anche uno dei meno letti perché ha scritto i suoi versi in dialetto milanese, difficile ormai per gli stessi milanesi, e per i non milanesi quasi una lingua straniera che non si sa neppure come pronunciare. E sí che è un poeta molto divertente, molto narrativo: come ha scritto Raboni, «Porta e Belli non sono stati ""soltanto"""" dei grandi poeti; sono stati anche - all'insaputa dei loro contemporanei e, forse, di loro stessi - i nostri Gogol´, i nostri Dickens, i nostri Balzac». Dunque questo libro nasce dal desiderio di far conoscere Porta al di fuori della cerchia dei filologi e degli specialisti in cui è finito. E nasce soprattutto dalla grande passione portiana di Patrizia Valduga, che ha selezionato i testi piú belli del poeta milanese e ha saputo riprodurne in italiano il verso e le rime mantenendone la straordinaria espressività."" -
Il morso della reclusa
Nebbioso, beccheggiante, indolente. Sempre perso nelle sue vaghezze. È il commissario Adamsberg, capo dell'Anticrimine al tredicesimo arrondissement parigino. rn- Non ci posso credere, - disse Danglard, - non ci voglio credere. Torni fra noi, commissario. Ma in quali nebbie ha perso la vista, porca miseria?rn- Nella nebbia ci vedo benissimo, - replicò Adamsberg in tono un po' secco, appoggiando i palmi sul tavolo. - Anzi, meglio che altrove.rnQuindi sarò chiaro, Danglard. Non credo a una moltiplicazione delle recluse. Non credo a una mutazione del loro veleno, cosí grave e cosí improvvisa. Credo che quei tre uomini siano stati assassinati.rnrnrnrnIl commissario Jean-Baptiste Adamsberg è costretto a rientrare prima del tempo dalle vacanze in Islanda per seguire le indagini su un omicidio. Il caso è ben presto risolto, ma la sua attenzione viene subito attirata da quella che sembra una serie di sfortunati incidenti: tre anziani che, nel Sud della Francia, sono stati uccisi da una particolare specie di ragno velenoso, comunemente detto reclusa. Opinione pubblica, studiosi e polizia sono persuasi che si tratti di semplice fatalità, tanto che la regione è ormai in preda alla nevrosi. Adamsberg, però, non è d'accordo. E, contro tutto e tutti, seguendo il proprio istinto comincia a scandagliare il passato delle vittime. -
Trilogia dell'Area X: Annientamento-Autorità-Accettazione
«Trilogia dell'Area X somiglia a Lost ma anche a Hunger Games e a Philip K. Dick: si legge come si guardano le serie tv, per abbuffate e senza riuscire a staccarsi.» - Vanity FairrnrnrnL'Area X è un territorio in costante espansione dove un fenomeno sconosciuto altera le leggi della fisica, trasforma gli animali, le piante e manipola lo scorrere del tempo. La Southern Reach è l'agenzia governativa che deve esplorarla e nasconderla all'opinione pubblica. Ma chi o cosa ha generato l'Area X? E qual è il vero scopo della Southern Reach? -
Disobbedienza civile
Perché se lo stato è da sempre amministrato nell'interesse dei pochi continuiamo a non fare nulla? Se invade e schiavizza, perché, in nome di una legge che non ci rappresenta, dimentichiamo di essere uomini? Perché per convenienza non seguiamo più il nostro senso di giustizia? Sono le domande fondamentali che si pone Thoreau in queste pagine. Domande che anche oggi ciascuno di noi dovrebbe farsi ogni giorno, per ricordarsi di essere prima un uomo e poi un cittadino. Perché solo tenendo fede alla propria umanità si potrà arrivare a fare la cosa giusta. Completa il volume il saggio ""La schiavitù nel Massachusetts"""". Introduzione di Leonardo Caffo."" -
Le cure domestiche
Con questo romanzo poetico e potentissimo Marilynne Robinson, quasi venticinque anni prima di Gilead, entrava magistralmente nel mondo delle grandi lettere, oltre che nella mente e nel cuore dei lettori, per non abbandonarli piú. rn«Le cure domestiche è tuttora un capolavoro, un'indimenticabile dichiarazione di intenti immaginativi e letterari.» - The Guardianrn«Non è un romanzo da leggere in fretta, perché ogni sua frase è una delizia.» - Doris LessingrnrnQuando le acque scure del lago di Fingerbone inghiottono Helen, le figlie, Ruth e Lucille, sono sul-l'uscio della sua vecchia casa natia con un pacco di biscotti da sgranocchiare per ingannare l'attesa. A occuparsi delle due bambine, rimaste orfane, torna la piú giovane delle zie materne: Sylvie. Sylvie indossa abiti leggeri sotto un cappotto informe, ama la luce e gli spazi aperti, prepara pasti frugali e fa lunghe passeggiate senza orari. Sa che il miglior antidoto alla perdita è non possedere nulla e crede che la casa sia piú un luogo dell'anima che di regole e mattoni. A Ruth e Lucille non sarà difficile imparare ad amarla, pur sapendo che, presto o tardi, anche lei svanirà dalle loro vite. Con questo esordio poetico e potentissimo Marilynne Robinson è entrata da subito nel mondo della grande letteratura, oltre che nei cuori di migliaia di lettori. Traduzione di Delfina Vezzoli. -
Le illusioni della certezza
Siri Hustvedt affronta coraggiosamente la questione irrisolta del problema mente-corpo che tanto a lungo ha distorto e confuso il pensiero contemporaneo. rn« Le illusioni della certezza è uno dei migliori libri sul problema mente-corpo che abbia mai letto. Siri Hustvedt ci accompagna in un viaggio affascinante al cuore di una domanda troppo spesso rimasta senza risposta: cosa significa essere umani?» – Vittorio Gallesernrn«In questo libro, tanto importante quanto godibile, Hustvedt riesce ad andare oltre il trito dibattito sulle “due culture”: mostra i vantaggi di combinare insieme arte e scienza por indagare la condizione umana.» – Antonio Damasio rnrnrn La mente si colloca in un punto esatto del corpo? È solo il cervello a pensare oppure, a modo loro, pensano anche gli altri organi? E, soprattutto, cosa vuol dire pensare? Con questo libro Siri Hustvedt guida il lettore in un'incantevole flânerie tra scienza, psicologia, arte, letteratura e vita in cui il piacere di perdersi è dato dalla puntuale certezza di ritrovarsi. « Le illusioni della certezza è uno dei migliori libri sul problema mente-corpo che abbia mai letto. Siri Hustvedt ci accompagna in un viaggio affascinante al cuore di una domanda troppo spesso rimasta senza risposta: cosa significa essere umani?» «In questo libro, tanto importante quanto godibile, Hustvedt riesce ad andare oltre il trito dibattito sulle ""due culture"""": mostra i vantaggi di combinare insieme arte e scienza per indagare la condizione umana». «Una delle poche verità universali quando si parla di idee può essere che le domande sono solitamente migliori delle risposte», suggerisce Siri Hustvedt, da tempo consapevole che la questione è molto piú complessa – e affascinante – di quanto non sembri. Armata dell'accuratezza di una studiosa e della passione di una scrittrice, decide di portare il problema mente-corpo sul banco degli imputati della filosofia. L'indagine si snoda tra questioni teoriche e storiografiche, ripercorre gli eventi essenziali per determinare le coordinate del dibattito contemporaneo, scandaglia i fondali della letteratura, scientifica e non. Ecco quindi chiamati a deporre personaggi solitamente trascurati o poco ascoltati – Margaret Cavendish con il suo strano ibrido di panpsichismo e panorganicismo; il Diderot de Il sogno di d'Alembert ; il Vico de La Scienza Nuova ; un conoscente qualsiasi colto alla sprovvista – nel tentativo di rendere cristallini alcuni aspetti chiave della condizione umana. Con l'incedere armonioso della narratrice, Siri Hustvedt interpella scienza, natura e cultura per esaminare l'immaginazione, i desideri, le credenze, i sogni che influenzano la coscienza e riempiono di vita gli esseri umani. Quale sarà il verdetto sulla mente, il cervello, il corpo, il pensiero? Impossibile emettere una sentenza: solo attraverso il dubbio si può osservare la realtà e imparare qualcosa in piú su se stessi e sul mondo. Dalle sensazioni del feto alle relazioni intersoggettive che plasmano la nostra persona, dall'esperienza dell'essere vivi ai tentativi di intelligenza artificiale: con Le illusioni della certezza Siri Hustvedt affronta coraggiosamente la questione irrisolta del problema mente-corpo che tanto a lungo ha distorto e confuso il pensiero contemporaneo."" -
Chiedo scusa
Valter si burla del mondo perché da sempre è abituato a perdere. Pensa che il mondo debba chiedergli scusa. Ma quando una malattia lo porta a un'odissea senza fine nel dolore, sente che invece è lui a dover chiedere scusa a tutti. Perché quello che credeva il suo dolore è una goccia del dolore del mondo. Una goccia dell'ingiustizia senza rimedio e spiegazione. E allora, forse, Valter può scoprire la gioia. La gioia di accettare e di vivere. La voce beffarda e innocente di un uomo che si è sempre rifugiato nel sarcasmo e nel risentimento per non soccombere. La sua caduta e rinascita diventano, in questo romanzo asciutto e commovente, il tentativo di risarcire ognuno per la misera condizione di essere umano di fronte al potere spesso crudele della natura. Ma anche un'indimenticabile dichiarazione di speranza. Saverio Mastrofranco è il nome con cui un ""intenditore"""" di cinema chiamò Valerio Mastandrea chiedendogli un autografo per strada. Da quel giorno l'attore lo usa per piccole incursioni sulla scena musicale e letteraria. Dall'incontro con il giornalista Francesco Abate, il racconto di una storia vera: la vita ha sempre un lato comico, e questo libro, nudo e limpido come una pietra preziosa, lo scopre nel luogo piú impensato. Nel più estremo dolore."" -
Intrigo italiano. Il ritorno del commissario De Luca
C'è stato un omicidio a Bologna, una città coperta di neve in cui i tram scampanellano sulle rotaie e la gente affolla i ristoranti per i tortellini di Natale: la bella moglie di un professore universitario è morta annegata nella vasca da bagno del trappolone, l'appartamento da scapolo del marito. Il Servizio vuole sapere chi è stato, e per questo c'è bisogno di uno come De Luca, che sembra finalmente trovarsi alle prese con un'indagine da giallo classico, fatta di indizi, tracce, impronte e orari. Ma non è così, naturalmente. E De Luca deve scegliere se seguire il suo vecchio cuore di cane da caccia o quello nuovo di cane bastardo.