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Le ricette degli altri. Scorribande fra i piatti e i sapori di tutto il mondo
C'è un vecchio adagio, presente in tutti i paesi del mondo soprattutto in relazione alla cucina. Dice così: ogni scarafone è bello a mamma sua. Cioè la propria cucina, del proprio paese, della propria regione, della propria città e soprattutto della propria mamma è sempre la migliore. Ciò detto, nessuno nega che esistano altre mamme, città, regioni e paesi dove si possa mangiare bene. Scopo di questo libro è di suffragare questa asserzione e stimolare i lettori alla curiosità verso le cucine e le ricette degli altri. E lo fa presentando, in tono lieve, le cucine dei vari paesi, dalla Germania agli Stati Uniti, dalla Mongolia alla Corea. Identificandone le caratteristiche salienti, con una particolare enfasi su quelle condividibili da tutti. -
Tutti i santi giorni
Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere come se scrivere fosse una misura di igiene mentale, una ginnastica emotiva, uno sgranchire la ragione, cercando di riattivare se stessi, ogni mattina, per non lasciarsi sopraffare dal troppo che accade. È quanto fa da anni Michele Serra su ""Repubblica"""". È un libro questo all'insegna della conversazione e della civiltà della conversazione. Un'efficace sintesi della migliore vena di Serra e dunque, implicitamente, dei suoi lettori."" -
Il tuo segno, la tua salute. Conoscere più a fondo il proprio segno zodiacale per stare meglio nel corpo e nella psiche
I due autori accompagnano il lettore in un excursus attraverso la fascia dello Zodiaco, alla scoperta delle caratteristiche più riposte e straordinarie, dei punti forti come di quelli deboli, di ognuno dei dodici segni. Inoltre utili informazioni sul modo migliore per riequilibrare l'organismo grazie alle terapie naturali, con rimedi formulati secondo le personalissime caratteristiche dei segni zodiacali. -
In quel film c'è un segreto
"C'è chi ama la musica rock, chi l'opera, chi il bricolage: ma tutti vedono film. E non c'è nessuno che non si sia trovato almeno una volta a cena da amici coinvolto in una animata discussione su un film, a difenderlo o attaccarlo con convinzione. Tutti coloro che amano il cinema sono spesso buoni lettori che forse leggerebbero con piacere libri sul cinema capaci di parlarne con la stessa passione che suscitano i film. I libri di cinema, invece, sembrano parlare solo a esperti di film o a studiosi specializzati. L'idea del testo è proprio quella di un libro che si rivolga a tutti e che sappia raccontare per quale ragione sedersi di fronte a un film, ad assorbirlo immobili per quasi due ore, è un'esperienza più misteriosa di quanto si creda e come ha fatto il cinema a diventare proprio questo: da Spielberg ai fratelli Coen, da Hitchcock a Welles, da Polanski a Coppola, il libro cerca di mostrare il modo in cui i film raccontano i propri segreti, senza svelarli."""" (Mario Sesti)" -
Settantasette ricette perfette. Spiegate per filo e per segno, nessuno può sbagliare
«L'idea del libro è nata al seguito di una mail di una lettrice. Che diceva, in sintesi: ""Mi hanno regalato 'Cuochi si diventa'. L'ho molto apprezzato ma c'è un problema. Lei nelle sue ricette postula sempre che il lettore sappia già cucinare, non precisa quasi mai l'intensità del gas, il tipo di casseruola da usare ecc. Capisco che deve e vuole essere sintetico, ma io che non sono brava ma voglio imparare, cosa devo fare? Non me la sento di affrontare le sue ricette così come sono. Le chiedo un piacere: me ne mandi una veramente completa, a prova di errore. Faccia questo sforzo e io mi industrierò per imparare ad usare 'Cuochi si diventa'... """". La lettrice aveva ragione. E quindi, subito, quella sera, le ho scritto una ricetta veramente esaustiva e precisa, però facile da eseguire. Ero convinto di avere scritto una ricetta """"perfetta"""", ma mi sono scusato dicendo: però è noiosa. La lettrice mi ha risposto ringraziando - ed eseguendola con successo. Ma nella risposta mi ha detto: """"Non è per nulla noiosa, io la trovo utile e divertente"""". Altre ricette sono seguite, utili, facili e divertenti. Il gioco era comunque divertente. Alla fine ho deciso di raccoglierle in un libro, che di fatto è una scuola di cucina. La scommessa è: imparando bene questa ricette, semplici ma """"a prova di errore"""", impari i segreti della cucina e quindi puoi iniziare a volare da solo.» (Allan Bay)"" -
L' avventura teatrale. Le mie italiane
II libro è composto da due versioni del testo teatrale ""Grazie"""": la prima, quella integrale pubblicata nel 2004 dal Pennac-autore, e la seconda, quella del Pennac-attore, alla quale è approdato attraverso l'esperienza sul palcoscenico, sera dopo sera, davanti al pubblico. Fra le due, """"Mes italiennes"""", cronaca di questa insolita avventura teatrale: """"Che ci faccio qui? Che ci faccio dietro le quinte di questo teatro, dietro questa porta che sta per aprirsi sulla scena? lo! In scena! Ma cosa mi ha preso? lo, che non ho mai voluto fare l'attore! Ho un mattone in mano. Un mattone laccato, verniciato d'oro. Si presume che rappresenti un trofeo. La porta sta per aprirsi, e io sto per scaraventarmi in scena brandendo questo ridicolo trofeo. Perché? Perché io? In che razza di impiccio sei andato a cacciarti? Che cos'hai in testa, santo cielo?""""."" -
La cena delle meraviglie
Una degustazione di vini piuttosto mediocri è la scena sulla quale si intrecciano i destini di Camilla Baresani, giornalista-scrittrice, e di Allan Bay, noto giornalista enogastronomico e autore di diversi libri di cucina. Durante la cena, Camilla è silenziosa e preoccupata, mentre Allan Bay e i suoi amici Paolo e Antonio - rispettivamente un intenditore di vini e un esteta della tavola - parlano di una fastosa ""cena delle meraviglie"""" che da sempre hanno in mente di organizzare: la fidanzata di Antonio e la moglie di Paolo, stufe di sentirli descrivere nei particolari un progetto che sembra destinato a rimanere per sempre tale, li prendono un po' in giro. È qui che Camilla si scuote dalle sue tetre riflessioni per sfidare i tre amici a tradurre finalmente in realtà la loro idea: se entro quattro giorni riusciranno a organizzare quella cena perfetta, in grado di stupire e divertire i commensali, lei la racconterà nel suo libro. I tre uomini dapprima cercano di farsi concedere più tempo, ma Camilla è irremovibile e comincia così la fase esecutiva di quel progetto tanto lungamente accarezzato: c'è da fare la spesa,da decidere i vini,da scegliere le suppellettili. Teatro di questa mise en scène è la casa di Allan Bay, mentre la voce narrante è quella di Camilla che descrive con ironica leggerezza le ansie, i problemi, i piccoli incidenti di quella preparazione caotica e al tempo stesso precisa."" -
Sei sicuro di non essere buddhista?
II punto di partenza di questo piccolo libro sta nella messa a fuoco di cosa fa di una persona un non buddhista, sottintendendo che chiunque può scoprirsi ed essere buddhista, al di là di ogni rito o tradizione, gusto o carattere. I quattro principi fondamentali che un buddista deve condividere e da cui discende tutto l'essere buddhista sono i quattro ""sigilli"""" della verità, ossia: 1. Tutte le cose composte sono transitorie; 2. Tutte le emozioni sono dolore; 3. Tutte le cose non hanno intrinseca esistenza; 4. Il Nirvana sta al di là dei concetti. Per essere buddhisti """"praticanti"""" basta accettare e praticare le quattro verità da cui deriva tutto il resto, ovvero astenersi dal nuocere al prossimo e cercare di aiutare gli altri il più possibile (se non si praticano le verità è come essere un malato che legge l'etichetta della medicina senza prenderla). Il messaggio buddhista (del karma, della purificazione, della non violenza, della rinuncia come forma di ricchezza, della saggezza, della pratica dell'armonia) è portatore di pace proprio perché i buddhisti non hanno la missione di convertire il mondo e nessun buddhista è autorizzato a commettere violenza in nome del buddhismo."" -
Io sono come Omero. Vita di Lawrence Ferlinghetti
Una ricostruzione della vita di Lawrence Ferlinghetti, poeta americano nato nel 1919 e protagonista della grande stagione della beat generation. Giada Diano ha lavorato a stretto contatto del poeta, ma ha consultato anche i diari privati che le ha messo a disposizione, ha visitato amici, conoscenti e membri della famiglia. A partire da questo incrocio di notizie, la biografia ha preso una strada non canonica. L'autrice ha dato rilievo a episodi emozionali della vita di Ferlinghetti. Molti hanno a che fare con le esperienze europee del poeta e con l'influenza che la stagione culturale di cui Ferlinghetti è stato padre e nume tutelare ha avuto fuori dall'America. La vita di Ferlinghetti trae con sé stralci di altre esperienze: incrociamo Ginsberg e Pound, i gruppi anarchici italiani e i movimenti di avanguardia con cui il poeta ha avuto contatti. Ultimo testimone di un'epoca gloriosa, Ferlinghetti e la sua vicenda offrono un punto di vista sulla beat generation che rinverdisce e riattualizza, di quel movimento, le battaglie per i diritti civili, il clima di accesa tensione utopica e l'ansia di libertà professata nei fatti. -
Giovanni Frangi alle prese con la natura
Nell'arco di dieci anni, 1997-2007, Giovanni Agosti ha accompagnato il lavoro di Giovanni Frangi, uno dei maggiori artisti italiani di oggi, nel segno di una comprensione che va ben oltre l'amicizia. Lungo il filo dei testi, che rappresentano tappe e punti a capo, si vede scorrere in presa diretta un pezzo di storia dell'Italia recente, tra città diverse (Roma, Firenze e soprattutto Milano). Ci sono molti paesaggi, descritti e dipinti; molti libri; molti film; un po' di musica. Mentre si rende visita a parecchi modelli illustri di critica, non solo del nostro paese, si assiste al progressivo mutare della ricerca artistica di Frangi e della scrittura che la rappresenta, in una fuga progressiva dalla superficie limitata del quadro in direzione di una più complessa rappresentazione approssimativa della realtà. E, al tempo delle giovinezze permanenti, il libro diventa, senza che l'autore e l'artista lo abbiano voluto, testimonianza primaria del difficile passaggio alla mezza età. È dunque, e prima di tutto, un buon viatico per il mestiere più difficile: l'invecchiare con decenza. -
Cabaret mistico
Alejandro Jodorowsky porta il suo cabaret mistico sulle pagine di un libro. Attingendo alle tradizioni filosofiche, religiose e magiche più disparate, si serve di più di un centinaio di storielle umoristiche e iniziatiche per analizzare l'essere umano con i suoi problemi, le sue paure, le sue insicurezze e aiutarlo a evolversi verso un livello di coscienza superiore. Un libro spettacolo in cui l'autore svolge una ""terapia pubblica collettiva"""": ci aiuta a svuiluppare una Coscienza compiuta, a instaurare una più giusta relazione con noi stessi, con gli altri e con tutto ciò che ci circonda. Attraverso il sorriso ci accompagna alla ricerca della nostra """"verità autentica"""" per incorporarla nella nostra vita cancellando la paura della vecchiaia e della morte."" -
Uomini!
"Uomini!"""" parte da una basilare considerazione: la donna-casalinga, frustrata, alle prese con fornelli e pannolini, fisicamente esausta e sessualmente inappagata non esiste, per fortuna, quasi più. Le Bridget Jones del Duemila hanno conquistato la scena: sono indipendenti, felici e sicure di sé, sono i prodotti di una rivoluzione sessuale che ha cambiato profondamente la società e continua a cambiarla. Eppure. Eppure accade che spesso quelle donne siano sole. Perché? Isabel Losada parte alla ricerca dell'uomo perduto con analitica determinazione." -
Breviario comico. A perpetua memoria
Credevamo di poter dimenticare tutto quello che abbiamo vissuto come cittadini italiani? Michele Serra si adopera perché nessuno debba, perché nessuno possa dimenticare cosa ci ha portato sin qui. Manipolando tutti i pezzi che hanno caratterizzato la collaborazione con ""L'Espresso"""" - """"Satira preventiva"""" -, Serra disegna un tracciato da paura: satiricamente non abbiamo mai avuto la speranza di cavarcela. Ci sono molti modi di ricordare. Il meno doloroso (che non è necessariamente il più futile) è ricordare quanto comico è il mondo, in bilico tra le goffe mani della scimmia umana. Una fungaia di assurdità, paradossi criminali e crimini paradossali, vanità rovinose, disperate ovvietà: politica, giustizia, economia, religione, scuola, internet, malavita, sport, nozze reali, televisione, canzoni, scandali, catastrofi naturali, poteri artificiali. Michele Serra monta la sequenza dei personaggi e degli eventi, delle occorrenze umane, trasformando l'occasione giornalistica in un esercizio di frenetica, esilarante lettura storica. E il rumore del caos diventa una sinfonia di risate. Esercizio di pura satira. Sull'Italia e sul mondo."" -
Dialoghi su musica e teatro. Tristano e Isotta
Direttore d'orchestra e regista dialogano sul tema controverso dell'""interpretazione"""" a partire dal Tristano e Jsotta, opera capitale di Richard Wagner e del teatro d'opera moderno. Un'occasione unica per spiare il lavoro che cuce insieme parola e musica, recitazione e canto. I lettori - e non solo i melomani di stretta osservanza - sono chiamati a partecipare a un rito eccezionale, che è per l'appunto quello della costruzione del suono e dello spettacolo di un capolavoro chiave nello sviluppo storico della musica moderna: Wagner e il suo Tristano (così profondamente ambiguo e ricco di futuro) offrono il destro per una appassionante meditazione sulla """"realizzazione"""" di un'opera. Un'occasione unica per svegliare l'intelligenza dell'ascolto e della lettura dell'azione teatrale. Mai si è misurata tanta passione nel condividere le ragioni della creazione di uno spettacolo. Uno spettacolo che rimanda ad altri spettacoli e definisce una forma di """"fare"""" teatro d'opera che ha lasciato una traccia profonda nella cultura contemporanea."" -
101 cose da fare prima di mettersi a dieta
Le diete non funzionano e mai funzioneranno, questa è la verità. Allora, dice Mimi Spencer, godiamoci il buon cibo in santa pace, cerchiamo di scegliere quello giusto, mangiamo come dio comanda, con tanto di posate, a tavola, gustandoci ogni boccone. Avere qualche chilo in più non è la fine del mondo. O comunque non è quello il problema. Il problema è che non funziona qualcosa nelle nostre relazioni interpersonali, nei criteri con cui scegliamo cosa comprare al supermercato, nel nostro rapporto con coltello e forchetta. In breve, nel nostro modo di vita. A volte ci si infila in un modello culturale che finisce per starci stretto e fare le grinze come un abito di due taglie in meno. Un modello che parcellizza e sgretola ogni attimo della quotidianità. E che porta a spizzicare più che a mangiare e a desiderare altro da ciò che siamo. Ma è lecito sentirsi grassi e mettersi a dieta? O forse - se in effetti ci sono dei chili di troppo e non ci si sente a proprio agio - è arrivato il momento di riorganizzare la propria vita e pensare a un restyling? Le scorciatoie e i trucchi di Mimi Spencer vanno in quest'ultima direzione. Il messaggio è chiaro: smetterla di considerare il cibo un nemico. Ovviamente va da sé - con il sorriso sulle labbra. -
A colloquio. Tutte le mattine al Centro di salute mentale
Il signor L. ha una questione aperta con le donne: negli ultimi tre mesi, sei appuntamenti con sei donne diverse. E non uno che abbia funzionato. Il signor K. è molto solo, e i suoi problemi sono cominciati con una frattura. Ma non esistenziale, una banale frattura al polso. Il signor F. ha qualche difficoltà a controllare l'aggressività, almeno così dice sua mamma. Il signor C. si sente la depressione appiccicata addosso e ha cambiato decine di specialisti, ma il dottor G. gli piaceva. La signorina D. pare di un altro secolo, lontanissima nel tempo perché è lontana da tutto. La signora A. logora i nervi. Questo fa, in estrema sintesi. Lo psicologo Massimo Cirri racconta i suoi incontri in un Centro di salute mentale. Vita vissuta all'interno del Servizio sanitario nazionale, persone, dolori, umanità. E infermiere sindacalizzate, colleghi pescecani, informatori farmaceutici avvoltoi e fascinose dottoresse con cui tuffarsi in un cappuccino tra una storia e l'altra. Quando si ascoltano le storie degli altri si ripassa la propria e viene voglia di raccontarle tutte da vicino. Perché da vicino nessuno è normale. -
Murad Murad
Cambiare sesso. Suad Amiry sa benissimo che è questo l'unico modo per raccontare la paradossale condizione dei lavoratori palestinesi costretti a superare il confine con Israele per trovare lavoro. E così fa. Suad si traveste da uomo e raggiunge nottetempo un villaggio vicino a Ramallah da dove comincia il suo viaggio, lungo le strade costeggiate di olivi che conducono in Israele, insieme al fido Mohammad, a Murad - sfrontato, grezzo, tamarro, un ragazzo come tanti - e ai loro amici. Ridono, scherzano, parlano del lavoro che, forse, li aspetta al di là del confine, ma la testa è sempre altrove: ai soldati israeliani che potrebbero arrestarli da un momento all'altro, alla diffida che riceverebbero se venissero presi e che sancirebbe una ""carcerazione preventiva"""", alla pallottola sparata da qualche cecchino nascosto tra gli alberi. Quando, dopo una marcia sulle colline e una serie di traversie, riescono infine a superare il muro e a mettere piede in Israele, è tardi: il lavoro non c'è più. Si confondono con i civili israeliani e salgono su un autobus per cominciare il viaggio di ritorno verso casa. Davanti a loro un paesaggio non ignoto ma visto forse per la prima volta con occhi diversi: tutto quello che era stato """"palestinese"""" non c'è più, non c'è più memoria dell'architettura, delle coltivazioni, della vita quotidiana di un popolo che lì è vissuto per secoli."" -
Prigioniero di una stanza a Venezia
L'Harry's Bar è molto più che un bar. L'Harry's Bar è un'istituzione. Ai suoi tavoli si sono seduti re, principi, i protagonisti della Storia e le stelle dello spettacolo - da Woody Allen a Giorgio De Chirico, da Ernest Hemingway a Frank Sinatra. Arrigo Cipriani racconta con schiettezza, umorismo e agilità i cinquant'anni passati dietro il bancone dell'Harry's Bar, che nella sua narrazione diventa il centro del mondo il punto d'incontro in cui storia personale e Storia si confondono e si compenetrano. Ecco allora un Arrigo che si barcamena tra il lavoro nel bar e gli studi di Giurisprudenza mentre infuria la Seconda guerra mondiale; e ancora, gli insegnamenti ricevuti in collegio e le lezioni impartitegli da avventori abituali; le battaglie contro l'acqua alta e le visioni di donne bellissime che calcano il ""palcoscenico"""" dell'Harry's Bar."" -
Italiani, per esempio. L'Italia vista dai bambini immigrati
"Il numero di immigrati in Italia è più che triplicato solo nell'ultimo decennio. Sono oltre tre milioni. E i bambini? Nessuno lo sa con precisione. Sono meno che in altri paesi europei, ma certo in questi anni da noi il malcontento e il razzismo verso di loro è cresciuto, fomentato anche da alcuni movimenti politici. Ho iniziato a insegnare nel plesso di Reggio Emilia come maestro elementare di ruolo nel 1983. Per alcuni anni, fui distaccato dal normale insegnamento su classe per curare un progetto ministeriale per l'integrazione dei bambini stranieri. Allora c'erano solo alcune decine di bambini di origine non italiana, ora diverse centinaia, ma quel progetto è soppresso da tempo. Fin da principio ho preso l'abitudine di trascrivere parole, frasi, conversazioni, testi scritti da questi bambini. In più di un'occasione sembrava di rivivere la favola del Brutto Anatroccolo, ma non sempre. Una volta ambientati in Italia, ho chiesto loro cosa ne pensassero dell'Italia e degli italiani. Ho raccolto i frammenti di tante storie, riflessioni, confidenze piene di speranza e di paura, di realtà e di fantasie, di tristezze e di allegrie, di ingenue osservazioni e di fantastici fraintendimenti. Ne è uscito questo ritratto inedito dell'Italia di oggi e degli italiani. Ho cambiato i loro nomi per ragioni di privacy, ma non la loro età e la loro nazionalità""""." -
Vinicio Capossela. La faccia della terra. DVD. Con libro
Attori iniziali del film sono gli strumenti musicali, personaggi del suono, compagni di viaggio. La voce di Capossela ci guida. Si parte dagli interni dell'inverno milanese, finestre che guardano palazzi, tram e cumuli di neve. E la voce parla di loro, gli strumenti: il pianoforte, i fiati, il violoncello, il più arduo e solitario. E poi il viaggio inizia e sempre Capossela ci parla, senza un piano preciso, ma senza mai lasciare cadere il discorso. Si parla di show, di spettacolo e del pericoloso ""mettersi in scena"""". Senza apparenti salti, il viaggio attraversa l'oceano e si apre alla luce dei deserti americani. È un viaggio musicale, ovviamente, si incontrano musicisti, strumenti e canzoni ma soprattutto si incontrano per brevi sguardi, come dal finestrino di un'auto, persone, volti, intere vite raccontate passando. Così si compone la faccia della terra. Infine la domanda: non è l'America, grande scenografia a due dimensioni, baraccone permanente di mostri e miracoli, metafora del nostro destino, invito continuo a giocarci tutto su una scena?""