Sfoglia il Catalogo feltrinelli003
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 8301-8320 di 10000 Articoli:
-
Tom Jones
«Fielding è l’Omero in prosa dell’umana natura» - George Gordon ByronTom Jones è un trovatello accolto e allevato da un ricco e magnanimo gentiluomo di campagna, Mr Allworthy. Onesto e di buon cuore, seppur tendente a una certa passionale promiscuità, Tom è circondato da persone viscide e disoneste a causa delle quali deve prima rinunciare all'amore per Sophia, figlia del vicino di casa, che non vuole concedere la mano della figlia a un trovatello, e poi è costretto a fuggire quando viene messo in cattiva luce agli occhi del suo stesso benefattore. Ha così inizio il viaggio picaresco dell'orfano, in cerca di risposte e di un modo per ripristinare la propria reputazione agli occhi dell'amato Mr Allworthy. Il romanzo ebbe un immediato successo, anche se non pochi furono quelli che si scandalizzarono per un preteso ""immoralismo"""" dell'eroe e del suo creatore. In pochi romanzi - settecenteschi e non - è dato trovare tanto robusto e ottimistico realismo, tanta forza di humour, tanta felicità di rappresentazione di una società ricca di affascinanti contraddizioni: gentiluomini di campagna violenti e grossolani e dame londinesi schizzinose nei salotti e corrive nell'alcova; ingiustizie sociali e mancanza di scrupoli e un allegro prender la vita come viene, leggi dure e spietate e rilassatezza morale. Tutto si compone in un quadro mosso e colorito, vivace e disinvolto."" -
Crepuscolo degli idoli o come si filosofa con il martello
«Come? L'uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo?»«Questo scritto, che non arriva a 150 pagine, sereno e fatale nell'intonazione – un demone che ride – è, fra i libri, una vera eccezione: non c'è nulla di più sostanzioso, di più indipendente, di più rivoluzionario: di più cattivo. Se ci si vuole fare rapidamente un'idea del modo in cui erano capovolte tutte le cose, prima di me, si cominci da questo scritto.» Legato a L'Anticristo, tanto da poter essere considerato una sorta di preambolo o antefatto di sviluppo, Il crepuscolo degli idoli continua a trattare il concetto di costruzione ingannevole della realtà, la millenaria opera menzognera attraverso la quale il mondo ""vero"""" è stato trasformato in mito, la vita naturale mistificata attraverso falsi ideali. Ciò, secondo Nietzsche, ha generato la cosiddetta """"decadenza"""", la misura moderna di ogni manifestazione morale e intellettuale nella quale l'uomo vive e di cui si alimenta. Gli idoli sono dunque le vecchie verità cui gli uomini hanno creduto sinora, mentre il """"crepuscolo"""" è l'avvicinarsi della loro fine. Con il suo gioco guerresco e teatrale Nietzsche si propone di aggirare, auscultare e rovesciare definitivamente tutti quegli """"idoli"""" che accompagnano la nostra storia."" -
Silenzio al risveglio
Diciotto racconti, gli ultimi che Fitzgerald pubblicò in vita, forse la più interessante delle quattro raccolte di narrativa breve dell'autore.«Ho saputo che hai avuto grosse perdite con il crollo della Borsa.»«Sì,» rispose, «ma tutto ciò che desideravo l'ho perso on il boom.»Scritte a partire da novelle che in molti casi erano state censurate dal «Saturday Evening Post» e da altre riviste, in un momento in cui debiti e difficoltà personali assediavano l'autore, queste storie offrono alcuni tra gli esempi più intensi della scrittura di Fitzgerald: come in Babilonia rivisitata e Pazza domenica, considerati tra i capolavori della sua produzione. In un volume che, fin dal suo titolo – il ""silenzio"""" è, in gergo militare, lo squillo di tromba suonato al crepuscolo, durante l'ammainabandiera, mentre il """"risveglio"""" è, all'opposto, il richiamo utilizzato per svegliare le truppe all'alba – segna il tono di una nuova era che si apre in chiave minore, Fitzgerald riesce a catturare e rendere vivida sulla pagina la fine dell'età del jazz. Terminata la festa sfrenata e fiduciosa degli anni venti, le luci si spengono per lasciare spazio a un'alba livida: scemata l'euforia dell'alcol, rimangono i postumi della sbornia, dolorosi e ingombranti. Ecco quindi che i personaggi di Silenzio al risveglio sono, proprio come il loro autore, uomini e donne pericolosamente in bilico in un mondo sconvolto dalla crisi economica e dalla Grande Depressione. Eventi che, dopo il 1929, travolsero non solo i mercati ma le esistenze di un'intera generazione."" -
Pensieri sulla democrazia in Europa
«La democrazia è soprattutto un problema educativo, e il suo intero futuro è condizionato da tale questione.»Giuseppe Mazzini, nel corso del suo esilio londinese, pubblica sei articoli che vertono attorno alla democrazia, alle scuole di pensiero in cui si era articolato a quel tempo il movimento democratico europeo, ai diritti individuali dell'uomo. Scritti in inglese, e apparsi dall'agosto 1846 all'aprile 1847 sul «People's Journal», questi interventi, di cui in Italia era nota solo la rielaborazione del 1852, inseriscono a pieno titolo Mazzini nel dibattito europeo sulla democrazia, inscrivendo il suo nome tra i suoi protagonisti più illustri: Tocqueville, Blanc, Cabet, Proudhon. Gli ultimi due articoli del volume, in particolare, rispondono ai comunisti democratici – i Fraternal Democrats – che nel 1847 invitano a Londra il ventottenne Karl Marx, allora vicepresidente della sezione di Bruxelles, per ribattere alle accuse avanzate dai ""progressisti"""" al comunismo e indicarne le nuove, possibili vie. Nell'originale e provocatoria introduzione, Salvo Mastellone collaziona il testo inglese di Mazzini e il testo tedesco del Manifesto, lasciandone emergere uno straordinario e sotterraneo contrappunto teorico. I Pensieri sulla democrazia in Europa costituiscono tuttora un testo vivo, cruciale e di sorprendente efficacia politica."" -
La locandiera
“Il pubblico si identifica con Arlecchino, che risolve sempre tutto con una fantasia straordinaria”Andata in scena per la prima volta nel 1753, La locandiera è sicuramente uno dei capolavori di Carlo Goldoni, fra le sue commedie più tradotte e rappresentate da allora a oggi. Mirandolina deve servire e tenere a bada le lusinghe dei clienti della sua locanda: un nobile spiantato, il tronfio marchese di Forlimpopoli, e un arricchito, il conte di Albafiorita, che ha comprato da poco il suo titolo e fa della disponibilità del denaro il suo carattere. A questi si aggiunge - provvisto di titolo e di mezzi - il cavaliere di Ripafratta, che odia invece le donne, ma anche, significativamente, il teatro. Proprio lui diventerà, con un ribaltamento della prospettiva, la vittima della finzione amorosa di Mirandolina. Una vendetta decretata a nome delle donne disprezzate, ma complicata da presenze dissonanti: quelle di due commedianti che, giunte alla locanda in abiti di scena, si spacciano per nobildonne. Alla vittoria della locandiera e alla rovinosa disillusione del Cavaliere segue quindi - oltre il piano di Mirandolina e, dichiara Goldoni, della trama da lui stesso inizialmente immaginata - un finale aperto e non privo di ombre, che rende più complesso e fecondamente ambiguo quello che sembra presentarsi come un ""lieto fine"""" di commedia."" -
Considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza-Dialogo tra Silla ed Eucrate
“Le occasioni che producono i grandi cambiamenti sono diverse, ma le cause sono sempre le medesime.”Roma e le sue vicissitudini studiate come caso esemplare di realtà socio-politica: il chiaro manifestarsi, nel corso della sua parabola, dei meccanismi della causalità storica consente infatti a Montesquieu di partire dal dato singolo per dar vita a una teorizzazione generale nel campo della filosofia politica. Pubblicate per la prima volta ad Amsterdam nel 1734, le Considerazioni rispecchiano la forma mentis che diventerà tipica dell’epoca dei Lumi: proprio come Cartesio e Newton avevano applicato ai fatti della natura il principio di causalità, così Montesquieu si sforza di fare altrettanto rispetto agli eventi storici, nella convinzione che, non mutando la natura umana, le stesse cause finiranno per produrre, oggi come ieri, conseguenze analoghe. Ed è proprio in ragione di ciò che quest’opera merita la massima attenzione da parte di chiunque sia interessato ai temi dell’autodeterminazione e del governo democratico. In chiusura di volume viene presentato il Dialogo tra Silla ed Eucrate, nel quale Montesquieu si concentra sulla figura di Silla, l’uomo che con le proprie azioni – e il ricorso deliberato alle liste di proscrizione allo scopo di sgomberare il campo dagli avversari politici – segna l’inizio della fine per la Roma repubblicana. -
Teeteto o Sulla scienza
«La mia arte maieutica è simile a quella delle levatrici, ma ne differisce in questo, che essa provvede alle anime generanti e non ai corpi.»Il Teeteto è un'indagine serrata sulla via che l'uomo deve seguire per diventare capace di verità. A questa via Platone dà il nome di scienza. Ma nel Teeteto la questione del conoscere rimane sostanzialmente aperta e tale interrogativo finisce per produrre un'ombra di incertezza che si proietta su tutte le questioni fondamentali affrontate nel dialogo, introducendovi una sorprendente atmosfera di modernità. A partire dal Teeteto i problemi cardinali della teoria della conoscenza fanno il loro ingresso all'interno della grande tradizione della cultura occidentale. -
Arsène Lupin versus Herlock Sholmes
«Non ci sono gesta del nostro ""ladro nazionale"""", come è stato appropriatamente definito, che non siano state segnalate nel modo più clamoroso, non uno dei suoi colpi che non sia stato studiato sotto ogni aspetto, nessun atto che non sia stato commentato con l'abbondanza di dettagli riservata di solito al racconto di imprese eroiche.»Arsène Lupin contro Sherlock Holmes: l'uomo che sfida tutti i poliziotti di Francia contro l'asso dei detective inglesi. Inizialmente pubblicato come Arsène Lupin contro Herlock Sholmes per timore di possibili cause legali da parte di Conan Doyle, il cui personaggio riscuoteva gran successo in Francia fin dal 1902, questo volume riunisce due avventure del ladro gentiluomo uscite inizialmente a puntate tra il 1906 e il 1907. «È proprio nel momento in cui non riesco a capire che i miei sospetti cadono su Arsène Lupin,» confessa il celebre segugio inglese. E quando due uomini così intelligenti si affrontano, il loro duello è un grande spettacolo. Chi ha rubato il piccolo secrétaire di mogano che conteneva un biglietto vincente della lotteria? Chi ha fatto sparire la lampada ebraica, e il diamante blu, gioiello della Corona reale di Francia? Chi gioca a passare attraverso i muri in pieno centro di Parigi? Arsène Lupin, sempre lui, eternamente innamorato della Dama Bionda, più insolente e geniale che mai, capace di eludere a una a una tutte le astuzie del detective inglese grazie ad astuzie ancora più sorprendenti."" -
La stanza di Jacob
Jacob Flanders è cresciuto sulle coste battute dal vento della Cornovaglia e, nonostante le sue umili origini, è riuscito a entrare a Cambridge, a frequentare i circoli sociali più importanti e a divenire avvocato a Londra. Tuttavia, non riuscendo ad apprezzare la vita nella caotica capitale, decide di perseguire la sua passione per l'antichità e visitare la Grecia prima che il destino decida di portarlo altrove sul suolo d'Europa. La vita di Jacob è raccontata attraverso memorie, emozioni e percezioni degli altri: la corrispondenza con la madre, le conversazioni di un'amica, i pensieri e i ricordi delle donne che hanno affollato i suoi giorni. Straordinario allontanamento dalle forme tradizionali del romanzo, il libro narra con toni elegiaci una vita ordinaria e straordinaria al contempo. Come spiega nella sua introduzione Nadia Fusini, ""se >La stanza di Jacob è un romanzo importante, è di fatto questo il motivo: qui Woolf smonta la tradizione, e apre a un nuovo inizio. E lo fa non per vacuo amore di novità, ma perché con le sue antenne sensibili intercetta intorno a sé i vagiti del nuovo mondo che chiede di venire a rappresentazione. È in questo romanzo che Virginia Woolf prende a giocare col ritmo, secondo un movimento di variazione, ripresa e ripetizione che ha la profondità della scoperta kierkegaardiana""""."" -
Vita del signor de Molière
La biografia dedicata a Molière da uno dei più grandi, ironici e acuti scrittori russi di tutti i tempi.Un affascinante ritratto del grande commediografo francese, realizzato da uno dei più grandi scrittori russi del secolo scorso. La vita di Molière, all'anagrafe Jean-Baptiste Poquelin, è una storia di lotta e dedizione, e Bulgakov la racconta con calore e passione. Scritto nel 1932, ma pubblicato solo nel 1962, oltre vent'anni dopo la morte del suo autore, questo testo ripercorre la vita del drammaturgo francese, dai suoi umili inizi ai successivi trionfi teatrali, senza trascurarne le controversie politiche sotto il regno del Re Sole. Con una sapiente miscela di biografia e immaginazione romanzesca, l'eccentrica e satirica interpretazione di Bulgakov è capace di catturare su pagina il genio di Molière, andando ben oltre la semplice biografia. La cura per i dettagli storici, la vivace descrizione della Francia del Diciassettesimo secolo fanno sì che Vita del signor de Molière sia, per stessa ammissione dell'autore, più un romanzo che una biografia tradizionale. Il lavoro venne accolto con disapprovazione dalle autorità sovietiche, che lessero in filigrana parallelismi tra le vite di Molière e Bulgakov, e videro l'opera come una velata critica dei loro tempi. Ciononostante, resta uno dei più lucidi e appassionanti studi biografici su Molière, oltre che una splendida opera di letteratura. -
L' avaro
«Non arrossite a disonorare la vostra condizione con i traffici che fate? A sacrificare onore e reputazione al desiderio insaziabile di accumulare scudo su scudo?»Arpagone è un anziano avaro, uomo d'affari e usuraio. Tutto nella sua esistenza, dal rapporto con i figli alla gestione domestica, è influenzato dalla sua ossessione per il denaro, in particolare per una cassetta colma d'oro che considera il suo tesoro più prezioso e tiene seppellita in giardino, terrorizzato che qualcuno possa trovarla e sottrargliela. Colto da passione per una giovinetta povera, Mariana, l'avaro decide di imporre ai figli Cleante ed Elisa matrimoni con una ricca vedova e un ricco anziano, incurante dei sentimenti che essi provano per il servo Valerio e la stessa Mariana. È così che, per contrastare la tirannia del padre, figli e servi iniziano a intessere intrighi. Finché il servitore di Cleante non scova il tesoro nascosto da Arpagone, e l'avarizia dell'uomo da causa di tic e situazioni farsesche diviene spunto per mettere in scena il dolore di un uomo che ha perso il proprio bene più prezioso. Coinvolti gli sbirri, gli intrighi amorosi vengono alla luce e Arpagone è costretto a scegliere tra i propri piani e il tesoro scomparso. Più che un'opera teatrale d'insieme, Molière ha creato un personaggio che domina la scena, che non ha ""spalle"""" o antagonisti: un moderno uomo d'affari disposto a tutto pur di trarre il massimo profitto, in linea con la mentalità mercantilistica del tempo e proprio per questo ancora oggi attualissimo."" -
Tractatus logico-philosophicus
"La filosofia non è una dottrina"""", sostiene Ludwig Wittgenstein, """"ma un'attività"""". Nel Tractatus logico-philosophicus, unico suo libro filosofico pubblicato in vita, egli individua come scopo di quell'attività la chiarificazione logica dei pensieri e si propone di mostrare l'insensatezza dei problemi della filosofia tradizionale attraverso l'analisi logico-semantica del linguaggio. Partendo dai principi del simbolismo, formulati nella sua cosiddetta """"teoria raffigurativa"""", giunge all'identificazione del significato di una proposizione con le sue condizioni di verità e inaugura, così, quello che è stato il paradigma dominante nello studio della semantica del linguaggio naturale per tutto il corso del Novecento e oltre. Da questo nucleo discendono la spiegazione della natura della verità logica, dell'inferenza e della probabilità. Uno degli aspetti più caratteristici dell'opera risiede nel fatto che, in base ai principi logico-semantici che fissano i limiti di ciò che si può dire sensatamente, finiscono per cadere oltre quei limiti non solo il discorso metafisico, ma anche quello etico, estetico e religioso. Questa è la sfera di cui, secondo Wittgenstein, """"non si può parlare"""" e su cui """"si deve tacere"""". A partire dal Circolo di Vienna, le concezioni del Tractatus ebbero un impatto che andò ben oltre l'ambito specifico della filosofia del linguaggio e della logica e che arrivò a determinare in larga parte i successivi sviluppi del pensiero novecentesco." -
La casa in collina
La bombe della Seconda guerra mondiale imperversano su Torino, ma in collina, dove Corrado, insegnante di chimica in un istituto della città, si ritira ogni sera, la vita continua imperturbabile. Tra le passeggiate solitarie con il cane Belbo, gli impacciati rapporti con le due donne che lo ospitano, l'incontro casuale con un gruppo di operai che si riuniscono in un'osteria, Corrado ritrova anche un vecchio amore di gioventù, Cate, ora madre di un ragazzino. Tra boschi e frutteti a prevalere è il ritmo delle stagioni, il cui ciclo incessante sembra l'unica verità possibile, più reale del trascorrere lineare degli anni. Ma a volte la storia esilia il mito, e gli anni si vendicano del culto delle stagioni. È quel che accade nell'estate del 1943, con la caduta di Mussolini, l'armistizio e la creazione della Repubblica di Salò. Mentre tutti intorno a lui – gli amici dell'osteria, i colleghi di scuola, Cate, e persino il figlio ragazzino di lei – prendono posizione, affrontano il tumulto, Corrado deve finalmente fare i conti con le proprie personali miserie. Come mostra Matteo Marchesini nella sua illuminante introduzione, «La casa in collina è il referto di un nascondimento impossibile [...]. Il professor Corrado, che [...] vede la sua giovinezza sparire senza per questo approdare alla maturità, e che deve sostenere un confronto impari con chi, mentre lui stagnava nella solitudine, ha imparato ad affrontare la vita, è l'alter ego pavesiano più credibile e più spietatamente ritratto». -
L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. Edizione integrale comprensiva delle cinque stesure
Qual è il destino dell'arte nel contesto delle trasformazioni radicali indotte dall'invenzione e dalla diffusione di nuovi dispositivi tecnologici quali la fotografia e il cinema? La riproducibilità tecnica capace di annullare la distinzione tra originale e copia è il tratto che accomuna queste nuove forme e che determina lo sconvolgimento del tradizionale rapporto tra il pubblico e il mondo dell'arte. Negli stessi anni in cui nazismo e fascismo minacciavano di prevalere e di cancellare la tradizione europea, Benjamin vede profilarsi una nuova epoca nel rapporto fra arte, tecnica e politica. Ed è per questa analisi così vicina al nostro presente che si rinnova ancora oggi l'attualità di un saggio che costituisce un momento decisivo della riflessione di Benjamin sul Moderno. L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica fu caratterizzato da un'avventurosa vicenda editoriale e da una pluralità di stesure – ben raccontate nell'Introduzione di Fabrizio Desideri –, che ne fanno un lavoro ancora alla ricerca di uno sviluppo teorico e di un'esposizione adeguati alla complessità e profondità della sua intuizione originaria. Allo spirito e alla lettera di tale complessità questa edizione intende rimanere fedele, offrendo al lettore italiano le cinque stesure del saggio scritte tra l'autunno del 1935 e l'estate del 1936. -
La mente umana. Cinque saggi
Tra i classici della psicologia cognitiva e dello sviluppo del primo Novecento, lo psicologo russo Lev Vygotskij è da circa venti anni il più studiato a livello internazionale per l'attualità della sua concezione storico-culturale della mente umana e le applicazioni in campo pedagogico dei suoi studi. Osteggiato dal regime stalinista, dopo la sua morte trascorsero oltre trent'anni prima che il suo pensiero arrivasse in Europa, e ancora oggi la sua opera è conosciuta solo attraverso traduzioni da edizioni russe parziali o censurate. In particolare, per quanto riguarda gli scritti di interesse psicopedagogico, non sono disponibili in lingua italiana versioni integrali. Questo volume si propone di offrire un panorama della teoria vygotskiana attraverso cinque saggi integrali, che consenta ai lettori italiani di avere una visione completa del pensiero di quello che fu definito il ""Mozart della psicologia"""". I saggi che lo compongono, due dei quali mai pubblicati in italiano, trattano i sistemi psicologici, il ritardo mentale, ma soprattutto l'area per cui lo psicologo è più conosciuto, la pedagogia. In particolare sono affrontate in queste pagine l'analisi pedologica del processo pedagogico, il problema dell'insegnamento connesso all'apprendimento e quella per cui Vygotskij è forse più conosciuto dal grande pubblico, la teoria del gioco."" -
America
Quando Charles Dickens parte per l'America nel 1842, è forse l'uomo più famoso del suo tempo a recarvisi. Severo e attento osservatore della realtà sociale del suo paese, arriva nel Nuovo Mondo convinto di trovarvi realizzati gli ideali rivoluzionari di libertà, giustizia e progresso. Esplora così le regioni della costa orientale e dei Grandi Laghi degli Stati Uniti e del Canada, osservando da un punto di vista distintamente britannico la vita che vi si conduce. Di volta in volta critico, spiritoso e incisivo, questo diario di viaggio è uno sguardo unico sul Nord America del XIX secolo. Le descrizioni franche e spesso umoristiche raccontano tanto il viaggio per mare, comicamente miserabile, quanto il meravigliato stupore per la magnificenza delle Cascate del Niagara. Ma non tutto ciò che Dickens incontra sulla sua strada è destinato a suscitare ammirazione, e le rosee aspettative del famoso romanziere si infrangono di fronte agli aspetti più controversi di quella terra rivoluzionaria che, in capo a qualche tempo, comincia ad apparirgli come governata dal denaro, costruita sulla schiavitù, e male informata da una stampa corrotta. America è quindi la storia di un rapporto di amore e odio, verso gli Stati Uniti e i suoi abitanti, da parte di uno dei più moderni e ""americani"""" rappresentanti del Vecchio Mondo."" -
Misura per misura. Testo inglese a fronte
A Vienna vi è un'immoralità diffusa. Il duca Vincenzo, preoccupato per gli atteggiamenti dei sudditi e il loro disprezzo per l'istituzione matrimoniale, finge di assentarsi e affida il governo a un vicario all'apparenza retto e intransigente, Angelo. Travestito da frate, osserverà l'incapacità di Angelo di governare con autentica equità e giustizia, attaccato com'è al semplice dettato della legge e travolto dalle stesse passioni che dovrebbe punire. Fra tutte le scelte severe di Angelo spicca quella di condannare a morte il giovane Claudio, promesso sposo di Giulietta, colpevole di averla sedotta prima che il matrimonio fosse celebrato. Ma questa durezza Angelo non la applica a se stesso: quando la virtuosa sorella di Claudio, la novizia Isabella, lo supplica di graziare il fratello, il vicario le propone di esaudire la sua richiesta a patto che la giovane gli si conceda. Shakespeare scrive qui un testo in equilibrio fra commedia e tragedia, dove la luce del comico è continuamente bilanciata dalle ombre di un'amara riflessione sull'iniquità dei potenti e il vizio che si cela in chi si pone come moralizzatore. Una seria proposta politica e, insieme, una irridente sfida del teatrante ai poteri costituiti. -
Orestea. Testo greco a fronte
La più celebre fra le opere di Eschilo, unica trilogia sopravvissuta del ricco corpus teatrale greco antico, l'Orestea mette in scena la sanguinosa catena di vendette che devasta la famiglia reale di Argo. In Agamennone l'eroe, di ritorno trionfante dalla guerra di Troia, trova ad attenderlo la moglie Clitennestra, decisa a vendicare la figlia Ifigenia, sacrificata dal marito agli dei in vista dello scontro con la casa di Priamo. Ma nemmeno la morte di Agamennone è destinata a rimanere impunita, e altro sangue si prepara a essere versato, stavolta per mano di Oreste, figlio esiliato che nelle Coefore ritorna nella terra natia e, incitato da Apollo, pianifica di uccidere gli assassini del padre. Un ulteriore delitto che scatenerà l'ira delle divinità protettrici del diritto materno, le Erinni, protagoniste delle Eumenidi, che perseguitano coloro che alzano la mano contro la propria madre. Attraverso la tragedia di una famiglia, Eschilo mette in scena la nascita e l'affermarsi della democrazia ateniese, un nuovo ordine che succede a un periodo di caos e distruzione. La vicenda degli Atridi diventa così metafora del passaggio da un mondo basato sul legame familistico a un altro, in cui sono le leggi a costituire il legame che unisce gli uomini e fonda la società. -
Tifone
Una tempesta si profila all'orizzonte del canale di Formosa e ogni indizio, dalla lunghezza delle onde all'assenza di vento, lascia pensare che sarà di natura eccezionale. Il piroscafo Nan-Shan, battente bandiera siamese, sta proprio navigando incontro a quella furia. Al suo comando il capitano Tom MacWhirr, un uomo di poche parole che ha lasciato un lavoro sicuro come bottegaio nella natia Belfast per prendere il mare e che ha fatto carriera e ottenuto la guida del Nan-Shan – come spiega Marco Rossari nella sua postfazione – «soltanto perché è un tipo che riga diritto, un uomo così stupido da prendere alla lettera anche le frasi più banali». La sua stolidità gli impedisce di deviare dalle regole consuete per evitare il fortunale, e lo spinge invece a proseguire dritto verso il tifone. Eppure, man mano che la tempesta cresce d'intensità, l'ottusa mancanza di immaginazione di MacWhirr si trasforma da tratto caricaturale a risorsa decisiva per affrontare con fermezza i momenti più disperati, suscitando la meravigliata ammirazione dei suoi collaboratori – e del lettore stesso. MacWhirr emerge così come l'eroe privo di eroismo, il protagonista ambiguo di un romanzo enigmatico e affascinante, che non può non accompagnarci a lungo finita la lettura e che forse resterà con noi per sempre. -
Lucente stella. Poesie scelte
“Via, via, voglio volare a te, non portato da Bacco e i suoi leopardi, ma sulle ali invisibili della poesia.” “Il Poeta è la più impoetica delle cose che esistono, perché non ha identità, è continuamente occupato a riempire qualche altro Corpo, il Sole, la Luna, il Mare e gli Uomini e le Donne... tutte creature naturali, naturalmente poetiche, ma il poeta no, non ha identità, è certamente la più impoetica di tutte le Creature di Dio.” Chi scrive queste parole in una lettera che diverrà un fondamento della conoscenza poetica è John Keats, morto a soli ventisei anni in una stanza di Piazza di Spagna, a Roma. Forse conscio della brevissima durata della propria vita, egli fu in pochi anni autore di un’opera vastissima, che esprime tutta la gamma della poesia. Dalle odi – celeberrime quelle all’Urna greca, al Sonno, all’Usignolo, a Psiche, alla Melanconia –, ai sonetti – i più importanti della lingua inglese dopo Shakespeare –, alla ballata, al poema, al dramma in versi. Sulla scia dei grandi poeti romantici inglesi, dal padre Coleridge ai contemporanei Byron e Shelley, la poesia di Keats è splendidamente lirica, ma racconta: egli è un grande narratore in versi, purissimi ma incalzanti. In questa raccolta antologica, curata da Roberto Mussapi, il lettore vedrà scorrere tutto il mondo, variegato e complesso, di John Keats, in una nuova traduzione d’autore che ne esalta la forza e la suggestione.