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Colonie estive su due mari. Rovine, progetto e restauro del moderno
Le colonie marine realizzate nel corso del Novecento lungo le coste italiane costituiscono una delle testimonianze più significative della ricca e complessa vicenda dell'architettura moderna. Le sequenze fotografiche tra Tirreno e Adriatico restituiscono un panorama fatto per lo più di luoghi ""sospesi"""" in attesa di un futuro possibile; un paesaggio di rovine moderne dove convivono la dimensione indifferente del quotidiano e il tempo dilatato della storia. Le immagini sembrano suggerire l'abbandono di un progetto fondato sul primato della dimensione collettiva, che è stato in grado di dare forma architettonica a spazi e servizi di grande valore sociale. In una realtà contemporanea ormai lontana da quei valori, lo stato di degrado e la suggestiva contaminazione con la natura di molte colonie marine rendono problematica e allo stesso tempo stimolante la sfida del restauro. La condizione inquietante e feconda del rudere può così ispirare un progetto che rifugga dalle alternative estreme della demolizione o del ripristino."" -
L' effimero tangibile. Dal reale al virtuale: arti, spettacolo e prospettive di comunicazione digitale
Gli articoli presenti nel volume sono un esempio della varietà di spunti, idee e studi che si sono susseguiti negli anni e costituiscono solo un minimo campione delle fatiche, del dibattito interno e della produzione scientifica del Dottorato di Ricerca ""Digital Humanities. Comunicazione e nuovi media"""" organizzato dall'Università di Genova (nato nel 2006 e che ha attratto molti giovani studiosi, oggi docenti e funzionari, provenienti da svariati percorsi di laurea). Si va dagli studi sulle arti visive, dall'archeologia alla performance contemporanea, agli studi sul cinema, il teatro e la musica, fino ad arrivare a un'indagine sui nuovi media. Piccoli spunti di un mondo di comunicazione visiva contemporanea in perenne mutazione e destinato a trasformarsi ulteriormente nel tempo. Dunque, come capita a ogni dispositivo elettronico, anche questi studi, tra qualche anno, saranno superati da straordinarie innovazioni tecnologiche, ma resterà inalterata la potenza di un sogno e di una progettualità in continuo divenire e tutta da esplorare."" -
Le ville scomparse a Roma. Preesistenze antiche e ville storiche: permanenze e trasformazioni (1570-1870)
Il presente studio intende indagare il complesso di giardini, vigne e ville che, a partire dalla fine del XVI secolo e fino al 1870, occupò a Roma gran parte della superficie all'interno delle Mura Aureliane (nei quadranti Nord-Est, Est e Sud-Est, oggi aree del Castro Pretorio, dell'Esquilino, del Colle Oppio, del Celio e presso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme), superficie poi urbanizzata, in epoca tardo ottocentesca, per la costruzione della città Capitale. Si tratta di un complesso di giardini e architetture nel quale la relazione con l'Antico, coi ruderi, coi monumenti e con le collezioni private di scultura si accompagna sia a soluzioni spaziali di relazione attiva con le preesistenze e il panorama sia alla costruzione di percorsi e spazialità dal carattere originale e policentrico. Tra giardini nobiliari e di grandi ordini religiosi, la ricerca prova a ricostruire, con frammenti ora più densi ora più isolati, la costellazione di senso che informava spazi e architetture oggi largamente alterati o scomparsi. -
Da te o da me? L'inutile scelta
Oggi l'amore è morto un'altra volta, vittima di parole cattive, le armi letali di chi è al timone della vita degli altri. Era già morto prima, senza lamenti, l'amore, dopo una lenta agonia consumatasi nell'arena inospitale di anfiteatri angosciati, dove il silenzio si faceva ogni volta monumento. Per ritornare a vivere, nel giorno di un'inattesa pulsione universale. Viveva, rideva, viveva, piangeva e sognava, espugnando anfiteatri plaudenti. Oggi l'amore è morto un'altra volta: ricordiamolo insieme. Da me o da te, non fa differenza, c'è solo dolore nell'ultima arena. Una scelta inutile: da te o da me. E così sia. -
Le porte scolpite del Santuario di Santa Maria della Quercia a Viterbo. Storia, iconografia, araldica
Nel presente volume viene offerta allo studioso - nonché al colto e curioso osservatore - di entrare in dialogo con le tre porte lignee del santuario di Santa Maria della Quercia a Viterbo e comprendere i vari livelli di messaggi che queste emanano tramite le figure scolpite e gli stemmi posti in evidenza (oppure confusi tra gli intagli), nonché tramite gli sparsi simboli araldici espressi come elementi decorativi. Questa primaria finalità del libro è stata soddisfatta dallo studio di Ferruccio Ferruzzi, al quale precede un excursus storico redatto da Enzo Bentivoglio e dedicato alle porte, sia quelle bronzee decorate dell'antichità sia quelle lignee, rarissime. Il tutto, avendo quale più antico e meglio conservato riferimento Santa Sabina a Roma, anche se più congrue linee di confronto sono enunciate in relazione a porte cronologicamente più contigue: su tutte, quelle delle chiese di Santa Maria della Consolazione di Caprarola (VT) e di Altomonte in Calabria (CS) e quelle del Duomo di Todi (PG). -
Dalla conoscenza al restauro. L'esperienza pugliese nell'ambito del territorio nazionale
Il presente volume rende editi gli atti del 1° convegno organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico Assorestauro - Salone Internazionale del Restauro. Il Comitato, costituito nel 2021, ha il compito di definire e indirizzare gli argomenti di ricerca, formazione, sperimentazione e collaborazione scientifica sul tema del restauro dei beni culturali nell'ambito di iniziative di respiro internazionale. Il tema scelto riguarda il patrimonio culturale pugliese. L'importanza di questo territorio richiede un solido bagaglio di conoscenze storiche indispensabile per comprenderne la straordinaria ricchezza architettonica, urbana e paesaggistica, nonché un atteggiamento cosciente e consapevole nei confronti della cultura del restauro, del dibattito scientifico che ha guidato gli interventi sulle preesistenze negli ultimi due secoli e dei principî guida della disciplina a cui necessariamente deve fare riferimento la prassi operativa. -
Rovi e fiori
Il presente volume raccoglie una serie di testi inseriti da Muriel su Facebook tra il novembre 2019 (quando la pandemia era ancora lontana dal nostro orizzonte, ma prossima a saltarci addosso) e la primavera 2022, anch'essa travagliata e angosciosa per ben noti altri motivi... Come nelle pagine di un diario, nel libro sono raccolti piccoli racconti e riflessioni personali in cui Muriel spazia tra gli argomenti più vari - dal meteo alla politica - con leggerezza, profondità e, spesso, con ironia. Grande rilievo viene dato all'Associazione LISCLEA (www.lisclea.it), nata nel 2018 per volontà della stessa Muriel e di altre persone decise a unirsi per affrontare assieme il Lichen Sclerosus, o Lichen Sclero-atrofico (LSA), e le molte problematiche connesse a tale malattia. Muriel è oggi presidente dell'associazione, che opera in stretto contatto con medici dalle specializzazioni più varie (dalla dermatologia alla ginecologia, dall'urologia alla psicologia) con la speranza che la ricerca si occupi presto, e pienamente, di tale devastante patologia che rovina la vita di tante persone, bambini inclusi. -
Il dono di Elena. Le Storie della Vera Croce nei cicli romani dal XIII al XVII secolo
Una donna, imperatrice e madre. Il suo intuito, la sua forza interiore, la sua fede. La Croce di Cristo riemersa, insieme ad altre reliquie della Passione, dalle viscere della terra. Il suo dono di una parte di quel sacro tesoro alla città di Roma. Ma questa non è una biografia: qui, l'antica vicenda dell'augusta Elena è vista attraverso i cicli musivi e ad affresco romani. La loro analisi iconografica, incrociata con lo studio delle fonti e con le vicende e le personalità di artisti e committenti, restituisce mondi popolati da multiformi personaggi che si muovono in uno spazio storico sconfinante con la leggenda e che incarnano l'evolversi della politica, della religione e della società nella Città Eterna, tra XIII e XVII secolo. -
Cala la luna sul tempo che fu. Memorie da Regedano
Laura Vitaletti (Roma, 1952) ha conseguito il Diploma Magistrale nel 1970 e ha lavorato nella Scuola per quarantuno anni, di cui otto in qualità di docente nella scuola elementare e i restanti nel ruolo di amministrativa. Appassionata di lettura e Storia e affascinata dalla scrittura, è qui al suo esordio come narratrice. Quella pubblicata nel presente volume è peraltro una storia semplice, volta a rievocare i momenti da lei vissuti nel paese natio di suo padre, Regedano (Marche): un viaggio per rivivere luoghi, personaggi, tradizioni e vita di una comunità. Una storia che non vuole affatto essere malinconica, mirando anzi a suscitare emozioni che arrivino al cuore di chi la leggerà. Un racconto per meglio conoscere le proprie radici e tramandarle, affinché nulla vada perduto... -
Palazzo Cesi in Via della Maschera d'Oro a Roma. L'ampliamento e le trasformazioni operate dal XVI al XX secolo nel palazzo, già Gaddi, ora sede della Giustizia Militare
Il presente volume dedicato a Palazzo Cesi è stato pubblicato al fine di valorizzare tale edificio, già palazzo Gaddi, anche nella prospettiva di individuare le rimanenze degli sgraffiti che ne decoravano la facciata, eseguiti da Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze prima del 1527. Attraverso le fonti d'archivio, il volume ricostruisce le varie trasformazioni del complesso architettonico, individuando le fasi di ampliamento operate dalla famiglia Cesi, prima a Ovest della facciata originaria e poi a Est. Vengono individuate le fasi costruttive dell'ala su via degli Acquasparta dove si trovava l'ingresso secondario, e documentati i molteplici passaggi di proprietà del palazzo fino al suo esproprio nel 1940 (per essere destinato a sede del Tribunale Supremo Militare). Lo studio in oggetto ha infine consentito d'individuare le originarie funzionalità degli ambienti, di descrivere con esattezza araldica i vari stemmi raffigurati negli affreschi e di riconoscere i personaggi e i possedimenti dei Cesi affrescati all'interno della Sala al piano nobile al tempo di Federico II Cesi, che qui fondò, nel 1603, l'Accademia dei Lincei. -
Il «Tiziano inglese». Thomas Lawrence e l'Italia
Nel presente volume sono indagati i legami tra Sir Thomas Lawrence (1769-1830) - l'acclamato ritrattista di Giorgio IV e dell'aristocrazia inglese, membro e presidente della Royal Academy dal 1820 - con la cultura pittorica italiana. Nel maggio 1819 è inviato a Roma dal reggente e futuro re Giorgio di Hannover per eseguire i ritratti di papa Pio VII e del suo Segretario di Stato Ercole Consalvi, per la Waterloo Chamber del castello di Windsor, progetto pittorico che doveva rendere omaggio agli 'attori' della sconfitta di Napoleone. Il pittore rimase incantato dalla città, ancora considerata la 'Capitale delle Arti', e vi si fermò per sette mesi. Qui entrò in contatto con diverse figure di spicco, frequentando regolarmente artisti del calibro di Antonio Canova e Vincenzo Camuccini e venendo accolto in vari circoli culturali, in primis quello di Elizabeth Hervey, duchessa di Devonshire. L'amore per l'arte italiana, già coltivato in patria, si consolida profondamente, portandolo poi a intensificare gli acquisti per la sua straordinaria e immensa collezione di disegni di artisti italiani, in particolare quelli di Raffaello e Michelangelo. -
Il castello di Carbognano residenza di Giulia Farnese. Le trasformazioni tra il XV e il XVII secolo. Storia, architettura, decorazioni pittoriche
Il presente volume ricostruisce la storia delle fasi costruttive del castello di Carbognano dal XV al XVII secolo, dei personaggi che vi si sono avvicendati e delle trasformazioni avvenute. L'analisi dell'architettura, effettuata da Simonetta Valtieri, ha riscontrato l'esistenza di due fasi, una tardo medievale e una quattrocentesca, precedenti alla trasformazione del castello come residenza di Giulia Farnese. Nel complesso apparato di note vengono presi in esame sia il personaggio Giulia sia le figure dei suoi familiari. Gli elementi stilistici e gli stemmi hanno anche consentito di datare le modifiche seicentesche effettuate da Egidio Colonna, terzo principe di Carbognano. Il volume è poi arricchito dai rilievi del castello accompagnati da ipotesi ricostruttive sullo stato dell'edificio al tempo di Giulia e dall'analisi delle decorazioni pittoriche presenti al primo piano, indagate da Daniela Gallavotti Cavallero che offre una nuova interpretazione di alcuni stemmi datati al primo decennio del Cinquecento. -
I colloqui di Napoleone con Canova
Il presente volume contiene diversi brani estrapolati dall’opera Della Vita di Antonio Canova di Melchiorre Missirini (1824), un testo che l’autore si sente obbligato a redigere essendo egli stato, rispetto a Canova, “per sì lungo tempo della sua benignità ed amicizia onorato, e colmo dei suoi favori”. Il rapporto di Canova con l’abate Melchiorre Missirini (1773-1849), di dichiarate simpatie napoleoniche ed eletto nel 1819 segretario dell’Accademia di San Luca, iniziò nel 1814, allorché questi svolse per l’artista mansioni di segretario, ragionando con lui d’arte e letteratura. Nel dettaglio, le parti di testo qui riportate mettono in evidenza esclusivamente le parole dette e le argomentazioni esposte, liberate dalla narrazione costruita dallo stesso Melchiorre Missirini, al fine di ricondurle alla immediatezza dei momenti in cui – tra il disegnare e il modellare dell’Artista, il desinare dell’Imperatore e l’ascolto di Maria Luisa d’Austria – avvenivano tali dialoghi. I quali , come Missirini ci tramanda, furono da Canova annotati “di sua mano in fogli privati, ben prevedendo che un giorno la lettura de’ medesimi sarebbe stata ricerca d’assai [...]""."" -
Communico. Linguaggi, immagini, algoritmi
Nel libro si traccia un disegno ad ampio raggio della comunicazione, una dimensione culturale in cui convergono e si fondono saperi diversi. Numerose sono le voci prese in considerazione dall'autore - da McLuhan a Barthes, da Pasolini a Castells, solo per citarne alcuni - per analizzare, prima, i processi di civilizzazione dall'alfabeto alla tecnologia digitale e per mostrare, poi, come il sistema dei media prende possesso della società e come, nell'età dei consumi di massa, il ruolo critico dell'opinione pubblica è indebolito dal mercato e dalla pubblicità. Infine, l'attenzione si sposta sullo scatto che conduce ai nostri giorni: l'algoritmo è la tecnologia pervasiva e dominante, la personalizzazione operata dalla comunicazione digitale produce nuove forme di mitologie individuali. -
Cultural diplomacy & heritage
"Cultural Diplomacy & Heritage"""", scritto da Eric Yong Joong Lee e Olimpia Niglio, inaugura l'omonimo progetto editoriale che pone al centro della propria analisi e riflessione il dialogo tra diplomazia, cultura e patrimonio, promuovendo il valore della cultura quale strumento di dialogo internazionale e diplomatico. Il primo numero della collana è composto da una raccolta di articoli già pubblicati su riviste scientifiche internazionali, che sono il risultato di riflessioni frutto dell'esperienza diretta degli autori e mettono in relazione differenti contesti e paradigmi culturali muovendosi tra Asia, Europa e America. Il volume è diviso in due parti: """"Foreign Affairs and International Law"""" e """"Culture and Heritage"""". Questa struttura permette il dialogo di due discipline fondamentali nell'ambito della diplomazia culturale: il diritto internazionale e il patrimonio culturale, un connubio imprescindibile per la cooperazione e il dialogo tra culture." -
Prozac. La pillola della felicità
Il libro affronta un tema che riguarda milioni di individui - donne, uomini, bambini - raccontando casi di depressione di gente comune che ha scritto alla rubrica ""L'indignato speciale"""", nonché vicende di personaggi noti alla storia: Nietzsche, secondo quanto riportato dal grande psichiatra Irvin Yalom; Hemingway, che si è suicidato nonostante fosse un uomo di talento, ricco, famoso, adorato dalle donne e vincitore di un Nobel per la letteratura; Robin Williams - attore poliedrico, divertente, famoso, una vera star - anche lui morto per propria mano. Il Prozac è croce e delizia per l'uomo moderno: da una parte per coloro che non vogliono più soffrire e non accettano come dignitosa la sofferenza basata su un malessere che non si può toccare, palpare, esportare chirurgicamente; dall'altra per gli artisti, che un tempo usavano l'oppio per stimolare l'estro e oggi invece il farmaco. Il libro, infine, non è e non vuol essere un j'accuse alla farmacologia antidepressiva: l'obiettivo è parlare e far parlare di un male oscuro quanto pericoloso. Prozac è la fotografia di un mondo reale scattata da un cronista del disagio."" -
Il terzo uomo dell'Affaire Dreyfus. La vita romanzesca di Maurice-Henri Weil
Tra i protagonisti dimenticati dell'Affaire Dreyfus, che tra il 1894 e il 1904 ha scosso la Terza Repubblica francese e continua a suscitare largo interesse, c'era Maurice-Henri Weil, esponente della media borghesia ebraica in rapida ascesa sociale, grande storico militare dell'Italia napoleonica finito sotto la lente d'ingrandimento dei servizi segreti italiani. La sua avventurosa biografia offre lo spunto per tratteggiare un singolare spaccato della società europea - dalla strage dei comunardi ai maneggi dell'intelligence francese, dai ludi equestri alla persecuzione antisemita - poco prima della catastrofe. -
Il pensiero estetico di Paolo VI. Verità e bellezza nell'azione pastorale dell'Arcivescovo Montini poi Papa Paolo VI dentro la realtà del mondo e della Chiesa
Il libro presenta una completa e precisa ricognizione sul pensiero estetico di Montini-Paolo VI (1897-1978): una riflessione sul ruolo dell'arte sacra contemporanea, le cui origini risalgono agli anni del suo sacerdozio, prendendo la forma di una ""dottrina estetica"""" durante il suo episcopato milanese, per poi riassumersi in una """"teologia della bellezza"""" negli anni del suo pontificato. Grazie ai saggi scientifici qui raccolti il lettore può ripercorrere la parabola di un momento significativo della biografia di Giovanni Battista Montini: la sua azione pastorale rivolta al mondo delle forme artistiche elaborate in funzione dello spazio sacro. Analizzando gli eventi e i testi che Montini-Paolo VI dedica alla riflessione sull'arte, sulla fenomenologia artistica in generale, sulla funzione religiosa dell'opera d'arte in un contesto che è prevalentemente quello specifico dell'arte """"sacra"""", dell'arte """"liturgica"""", si può notare che si tratta di una compiuta e significativa disamina - debitrice del pensiero filosofico, nello specifico """"estetico"""", in particolare della teorizzazione di Jacques Maritain."" -
Modelli sanitari e value based health care system. Possibilità di sviluppo nell'ordinamento italiano
Le problematiche emerse rispetto alla possibilità di trasporre nel nostro ordinamento i principi della Value Based Health Care impongono un'analisi di tipo costituzionale. Questa necessità è dettata dalla portata sistemica e dalle ricadute che una piena applicazione del sistema avrebbe nel nostro ordinamento. Il sistema sanitario nazionale si basa sul rimborso delle singole prestazioni erogate, pertanto, un modello di gestione della sanità pubblica basato su logiche differenti di presa in carico del paziente andrebbe a riscriverne gli assetti fondanti. Inoltre, si deve rilevare la fattispecie di vincolo costituzionale al bilancio vigente nel nostro ordinamento che condiziona ulteriormente la pianificazione inerente alla spesa sanitaria. L'obiettivo delle istituzioni deve essere quello di assicurare ai cittadini, per tutta la vita, un'efficace tutela sanitaria volta al benessere complessivo, garantendo delle prestazioni adeguate, indipendentemente dal luogo di residenza, e agevolando la diffusione delle conoscenze, delle migliori abitudini di vita e delle nuove applicazioni della medicina. Il volume risponde a esigenze di aggiornamento in materia e propone sviluppi innovativi per la medicina e le altre discipline che contribuiscono a una visione ""integrale"""" della persona."" -
Ars intelligendi. Un'indagine sull'intelligenza e sul pensiero dalla prospettiva di Hofstadter
Che connotazione avrebbe l'intelligenza se la esaminassimo senza il pregiudizio dei limiti umani? Osservare le peculiarità dell'intelletto dell'uomo porta infatti a chiedersi se non sia solo una delle possibili espressioni dell'intelligenza. Secondo un antico proverbio ebraico, focalizzarsi sui dettagli non permette la visione del quadro completo. Sarebbe possibile, per una forma di intelligenza evoluta, spingersi così in là con la comprensione da poter vedere con chiarezza i meccanismi alla base del pensiero? Fino a oggi la letteratura scientifica si è soffermata principalmente sull'intelligenza artificiale come strumento di comprensione di quella umana, mentre l'autore riflette sulla possibilità di analisi dei caratteri principali dell'intelligenza nella sua espressione più pura, libera da quelle caratteristiche così umane che sembrano imprigionarla in una delle sue possibili manifestazioni. Un'intelligenza non umana sarebbe capace di schemi di pensiero molto diversi, offrendo nuovi orizzonti altrimenti preclusi