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È tardi!
Libro candidato da Elisabetta Rasy al Premio Strega 2022La polivalente esclamazione ""È tardi!"""" segna l'inizio e la fine della narrazione di sette tempi di attesa di altrettante eroine del teatro lirico.Seguendo l'intreccio di piani che il narratore costituisce (memoir intimo, reinterpretazione precisa e appassionata dei libretti d'opera, storia del teatro lirico) sulla scena compaiono Violetta Valery, coraggiosa Traviata in attesa della redenzione di Alfredo Germont; Madama Butterfly, """"rinnegata e felice"""" nella devozione assoluta a un distratto ufficiale della marina americana; la Contessa mozartiana, che attende il ritorno alla fedeltà coniugale di un marito fedifrago; Carmen, gitana e sigaraia, alla conquista mortale della libertà di amare chi e quando le aggrada; Elektra, spettrale invenzione straussiana dell'attesa di vendetta matricida; Lucia di Lammermoor, eroina manipolata nel suo amore segreto, che trova posto solo grazie alla pazzia assassina; Norma, la sacerdotessa che viola ogni regola nell'attesa di essere scoperta e sacrificata a causa dell'amore per un nemico. In queste storie l'attesa si trasforma in una tensione spasmodica di tutta l'esistenza a ritrovare e affermare la propria natura. L'attesa è sempre d'amore, infine dell'amore e della cura di se stessi, anche a costo della morte, dal prologo del libro fino agli incontri dell'epilogo, ai suoi applausi finali, in cui le storie delle eroine liriche e le vicende private del narratore s'intrecciano intorno a un unico filo: ogni attesa è la paura e il desiderio, del narratore come di tutti noi, che sia troppo tardi.Proposto da Elisabetta Rasy al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:«Il libro È tardi (Wojtek) di Eduardo Savarese è un'opera davvero speciale: è insieme un ritratto da vicino di sette eroine della lirica (Traviata, Carmen e altre anche attraverso l'evocazione di celebri interpreti), una storia famigliare che si spinge fino alla seconda guerra mondiale, e soprattutto un romanzo di formazione in cui l'autore racconta la difficile scoperta e poi accettazione, anche grazie alla musica, della propria omosessualità. È un libro scritto con una prosa viva e colloquiale ma straordinariamente limpida, che ci narra in modo semplice ma incisivo come l'arte e la vita possano essere felicemente intrecciate. Per queste ragioni lo presento con entusiasmo al Premio Strega.»"" -
Una breve visita
Ai confini dell'Eliopausa, a metà del Secolo Acidificato, appare la Fessura, un'incrinatura nel tessuto spazio-temporale, fenomeno cosmico mai osservato prima. Cinque anni dopo, in maniera altrettanto inattesa, al Polo Sud compariranno enigmatici umanoidi, i Cilestrini; si tratterranno per un weekend comportandosi come turisti distratti. Se ne andranno, così com'erano arrivati, senza proferire verbo, ignorando ogni tentativo di contatto, lasciando le onde radio nel caos, i satelliti sospinti alla deriva dalle proprie orbite da un'inspiegabile repulsa e un'epidemia globale di depressione, la Panacedia, che sgretolerà in meno di un decennio governi e grandi religioni. Voci e testimonianze di questo passaggio epocale sono state raccolte nel libro, tra lacune e svarioni, da un monaco dell'ordine dei Kibernetes, cinquecento anni dopo la Breve Visita. -
Flora e fauna
Flora e fauna è una raccolta di racconti in cui Gilda Manso rielabora generi e forme della letteratura ispano-americana come il fantastico e la microfinzione. L'autrice raccoglie l'eredità dei propri antecedenti letterari nazionali (Borges e Cortétzar su tutti) e internazionali e al contempo costruisce universi narrativi originali: fondati sulla sapiente commistione della fantasia più straripante e della realtà più cruda e cupa; prodotti attraverso un'originale riscrittura di racconti per l'infanzia, miti e leggende, o mediante l'apparizione di personaggi della letteratura mondiale in nuovi spazi letterari; caratterizzati, infine, da un uso del finale aperto che riesce a condurre il lettore in una dimensione distorta e straniante. -
Gli omosessuali e altri scritti
Il centenario della nascita di André Baudry – intellettuale dallʼimpegno politico-culturale vissuto come un severo apostolato trentennale per gli omofili – dischiude lʼaccesso a questo libro-sentiero al centro del quale campeggia, in traduzione aggiornata, il saggio Gli omosessuali. Scritto con Marc Daniel e apparso in Francia nel 1973, tuttora propone uno strumento di analisi preciso, completo, anti-retorico a favore di una dimensione di vita omo-affettiva integrata nella “normalità” dei sentimenti, costumi e istituti giuridici dei nostri tempi. Da cattolico e riformista liberale che auspica l’adozione della parola “omofilia” in luogo di “omosessualità”, Baudry è tra i fondatori e direttori del movimento Arcadie e della rivista omonima: da qui inizia la sua militanza, da qui inizia il libro con una proposta di articoli e saggi pubblicati in Italia per la prima volta. Posta fine a quellʼesperienza, Baudry si auto-esilia nella costiera sorrentina dove lascia ai suoi eredi morali Le procureur, testo teatrale inedito che, frutto della sua esperienza nelle vesti di giudice popolare in un processo per parricidio, chiude il volume. ""Gli omosessuali e altri scritti"""" offre il profilo di una militanza culturale e politica conclusa nellʼanonimato di un silenzio pluridecennale, capace di farsi lascito per nuove battaglie di libertà."" -
L'amore inutile
Ci si può innamorare di una voce? È la domanda che lei si ripete di continuo per un anno, mentre prova a guarire le sue ferite parlando al telefono con lui, il quale, in attesa di poterla incontrare, finisce per perdere ogni ragionevole certezza. Di chi e di che cosa ci innamoriamo? Le vite e le disperazioni di due giovani irrisolti alla ricerca dell’amore e di se stessi, in un’epoca governata da luoghi e rapporti virtuali. Sullo sfondo di una provincia del Sud, anonima e spenta, questo strano legame di voce e morbosità – che all’inizio sembra aiutare lei a guarire dalle sue ossessioni – finisce per mettere in crisi non solo l’identità di entrambi i giovani, ma persino il significato e la necessità dei sentimenti, dei corpi, di un amore possibile.Proposto da Valeria Parrella al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:«Il romanzo mantiene ciò che il titolo promette. È durissimo da leggere: è la storia – sembra a lungo privata, d’altri tempi, personale – di un intellettuale che ha una relazione telefonica con una ragazza frivola. I due hanno bisogno l’uno dell’altro perché uno non ha più rispetto di sé e l’altra non ha più quella bellezza fisica che riteneva essere la sua chiave d’accesso al mondo. Terribile il rivelarsi che in realtà in ballo ci siamo tutti, e lo spreco, l’inutilità non sono affatto storia d’altri.» -
Atto di dolore
C’è un uomo che scrive, inevitabilmente: si chiama Antonio Gurrado e da anni tenta invano di mettere insieme un romanzo di successo, che gli consentirebbe di abbandonare la saggistica di nicchia e le collaborazioni giornalistiche provvisorie. Il romanzo parla di un uomo che scrive, inevitabilmente: si chiama Giustino Sperandìo e su commissione produce bassa pornografia sufficiente a pagarsi depravazioni con cui alimenta la narrazione di ulteriori imprese sessuali. Troveranno entrambi una soluzione al proprio circolo vizioso con un annullamento estremo della propria identità, verso un abisso o verso Dio. Omaggio sgangherato e parodistico alla grande letteratura erotica – da Sade ad Apollinaire, da Restif a Henry Miller – Atto di dolore è un libro sul doppio: un’indagine su colpa, ossessione e confessione, sull’immagine in cui ci si specchia quando si racconta di sé e non ci si riconosce. -
Quando le belve arriveranno
Libro candidato da Riccardo Cavallero al Premio Strega 2022Un giovane uomo, tormentato da una vita familiare miserabile, si trasferisce in un'anonima cittadina con l'incarico di docente di sostegno. Malgrado i tentativi di costruirsi una nuova dimensione di normalità, tutto gli comunica messaggi indecifrabili: la realtà intorno a lui diventa, giorno dopo giorno, più allucinata e gli altri – colleghi, alunni, concittadini – sembrano mutare in creature bestiali, meschine, forse pericolose. Comincia così un deragliamento in cui si sovrappongono reale e onirico, fotogrammi dal passato ed esperienze concretissime, frammenti di verità e terrificanti fantasmagorie. Solo Haochen, l'alunno affidato alle cure del protagonista, apparirà immune alla corruzione che intacca e guasta ogni cosa.Proposto da Riccardo Cavallero al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:«È per me un piacere presentare il romanzo Quando le belve arriveranno di Alfredo Palomba, Wojtek. Dopo Teorie della comprensione profonda delle cose, il nuovo romanzo di Alfredo Palomba conferma ed esalta le doti narrative di un autore che non teme sfide coraggiose di costruzione del pensiero, dell'intreccio, di scelta dello sguardo sulla realtà. Un giovane uomo totalmente anaffettivo abbandona nonna e madre alcolizzata per andarsene a insegnare come professore di sostegno nella scuola di un piccolo, tristissimo paese di provincia. L'allievo che ha in carico è un bambino cinese microcefalo col quale instaura un rapporto di minima comprensione e umanità: l'unico, mentre tutti quelli che lo circondano (i colleghi, la proprietaria di casa, il bidello, i negozianti) rivelano poco a poco tratti, appetiti, voracità di belve. E di belve ammalate, infettate senza scampo. Attorno al fiume che scorre nel paese si consumerà l'orrore finale. Perché in questo libro dalla stupefacente compattezza narrativa, capace di spietata lucidità nel raccontare la dolorosa mancanza di empatia cui ci siamo ridotti, in cui la tensione della parola è abilmente mascherata dall'ordinario resoconto di giorni senza gloria, la salvezza è nel coraggio dell'orrore.» -
Per favore, plagiatemi!
A metà tra saggio e romanzo, tra pièce e manifesto, ""Per favore, plagiatemi!"""" è uno dei testi fondamentali dell'argentino Alberto Laiseca. Le questioni legate alla composizione e alla ricezione letteraria, alla forma e alla storia della letteratura sono drammatizzati: la relazione con i maestri e con il canone; la ricerca di forme nuove e la riarticolazione di quelle vecchie; il legame con il proprio tempo e la distanza dal proprio tempo; l’inevitabile persistenza del già pensato e già detto in letteratura. Si tratta di conflitti serissimi e ridicoli, questioni di vita o di morte e pretesti di parodia sfrenata – conflitti la cui unica soluzione è il meccanismo elementare di appropriazione del senso e della forma: il plagio. Terzo titolo della collana Ostranenie, """"Per favore, plagiatemi!"""" è un testo in cui l'oggetto dell'osservazione, il procedimento compositivo del plagio, per via di uno sguardo ossessivo e di un umorismo radicale, diventa soggetto e motore dell'intreccio: teoria e pratica risultano inscindibili."" -
L'amore al fiume (e altri amori corti)
Un campo militare estivo fra i boschi, il fiume e un paesello di poche anime: in una situazione di solitudine collettiva e di eccitante reclusione all'aperto si muovono i giovani bersaglieri protagonisti di questi sei racconti. Il vento di un desiderio irresistibile e vago ad un tempo muove ciascuno di loro verso una meta confusa, che occasionalmente può trovarsi a coincidere con la meta di un altro, chiarendosi allora ad un tratto nelle parole o nei gesti prima ancora che nei progetti, piuttosto imprecisi. È sabato, la disciplina già blanda del campo gode di ulteriori indulgenze, la sensualità dell'aria di giugno, la complicità delle ombre, i sussurri della natura spingono a passi inattesi. La misteriosa bellezza del paesaggio avvolge quella ancor più misteriosa dei corpi, e niente più della guerra è lontano dai cuori. -
M. C.
Se il mondo fosse un'azienda – la Cosmodemonic – e M.C. il suo capo idolatrato, che nessuno ha mai visto e che plasma i suoi dipendenti omologandoli, come ci piegheremmo, in cosa ci trasformeremmo? Saremmo precari, golem, tossicomani, finti-animali obbedienti, prostitute, schizofrenici ridotti a lottare per non finire in una piramide maleodorante di cadaveri: loro sono i protagonisti della Cosmodemonic. E se così deformati, trasformati, non fossimo neppure più capaci di riconoscerci nelle nostre nuove sembianze, riusciremmo a descrivere ciò che la Cosmodemonic e M.C. hanno fatto di noi, sul nostro corpo, sulla nostra vita? Ferruccio Mazzanti scrive un romanzo-caleidoscopio osando l'assemblaggio più ardito e dal sarcasmo umanissimo tra generi, trame, stili e linguaggi. L'invisibile e onnipresente M.C. è il grande specchio dove osservare la devastazione praticata dalla contemporaneità neoliberale sui nostri giorni e le nostre opere. -
Lampreht
In questo libro in cui l'inizio è la fine e la fine è l'inizio il protagonista, Kazmir Lampreht detto Mirko, si racconta in quattro tempi, procedendo a ritroso e come percorrendo una spirale. Le quattro parti, ciascuna caratterizzata da uno stile e un ritmo narrativo suo proprio, dipingono le parentesi lavorative ed emotive di un giovane ventottenne affetto da psicosi. Quella di Kazimir è infatti una voce narrante che si spezza, s'inarca, divaga, spaura e lui è uno che si perde e si ritrova, ma non rinuncia mai a confessarsi. Anche quando i contorni del tutto ciclicamente sfumano senza rimedio, Kazimir, attraverso l'atto del raccontare, è capace di restituirci una fenomenologia della coscienza scissa - per quanto sincopata e a tratti comica - e ci spinge a questionare il mondo cognitivo e percettivo dei non diversamente sensibili. -
Diario del caos
Se ""Canti del caos"""" apriva il millennio esplorando territori del tutto nuovi, con """"Diari del caos"""" Moresco spalanca le porte del laboratorio dove concepì quel capolavoro: radiografa le fasi del processo creativo, chiarisce le intenzioni originarie, ragiona sugli aspetti controversi da risolvere, chiamando a raccolta frammenti apparentemente bizzarri di saggi, articoli e interviste che lo avevano incuriosito in fase di gestazione, immortala il momento della nascita dell'idea raccontando dell'alternativa poi non praticata. Tra confessione, autocommento e irripetibile lezione di scrittura, """"Diario del caos"""" si snoda pagina dopo pagina con andatura romanzesca: Moresco resta narratore di razza rara anche quando circumnaviga i processi della finzione. Dono prezioso ai lettori e fonte privilegiata per gli specialisti, questo diario costituisce un sorprendente ingresso secondario per chi si addentra per la prima volta nel mondo di uno dei più grandi autori viventi."" -
2:40:1. Ediz. italiana e inglese
Un uomo viaggia da solo nella sua auto e ritorna sempre allo stesso punto, quello di un incidente. Sembra intrappolato in una sorta di circolo infinito, in un cortocircuito nel quale non riesce a interagire con i personaggi che incontra, ma comprende che quel luogo ha un significato e alcuni particolari gli suggeriscono che l’incidente è sempre lo stesso. Altre immagini rimandano invece a un altrove che piano piano si mischia alla vicenda principale, che rende sempre più comprensibile una storia fatta di asfalto, mostri, pioggia, dolore, e colpa. Forte è infatti la relazione tra la vita del padre e quella del figlio, con un senso di solitudine e responsabilità che si apre alla speranza solo dopo un eterno ritorno di consapevolezza. Storyboard, cinema e fumetto si fondono insieme per creare questo graphic novel, e chiamano a raccolta anche la musica. “2:40:1” è un esperimento con il quale Giuseppe Cristiano dà il via alla collana Cinecomics: schema narrativo del film, stessa ratio dell’inquadratura e della vignetta; niente testi o dialoghi, a eccezione delle strofe di alcune canzoni di Peter Gabriel, David Bowie, Talking Heads, Genesis, XTC e Talk Talk... -
A Desert Journey. Ediz. bilingue
A Desert Journey è un viaggio, un percorso autobiografico che accomuna ogni artista e ogni essere umano, che comprende la paura di fallire, di non realizzare i propri sogni, di essere traditi, di morire. In questo graphic novel, Giuseppe Cristiano rende omaggio a Jean Giraud, in arte Moebius, che ha incontrato molti anni fa, quando non sapeva ancora quale sarebbe stato davvero il suo percorso artistico e professionale. La storia è quella dell’uomo che si confronta con la ricerca della perfezione, che cerca un’ispirazione non sempre complice, che si perde nei propri viaggi quotidiani e immaginari. L’uomo si confronta con l’artista che fa parte di sé, che desidera accogliere e che guarda con timore. Ma “A Desert Journey”, nella sua progressione spesso psichedelica, è anche una storia circolare, che inizia con la figura paterna e finisce con quella in cui è Cristiano stesso ad essere padre. -
So disegnare, e adesso? Ediz. illustrata
Questo libro non promette di rivelare meravigliose formule magiche, ma vuole invece mostrare come è andata nella vita dell’autore, che da anni è uno degli illustratori e storyboard artist più affermati al mondo. Un artista alle prime armi non vuole solo consigli e teoria. Vuole vedere dell’arte capace di ispirarlo, vuole conoscere l’esperienza di chi fa già questo mestiere. E, più questa esperienza gli sembrerà familiare, più sarà interessato a proseguire per la sua strada.Non è un percorso facile, ma pieno di ostacoli e forse pure di pericoli. Bisogna sapere che per raggiungere una certa stabilità economica sono necessari tempo e dedizione. E che, a volte, soprattutto all’inizio, è bene continuare un altro lavoro capace di garantire un certo sostentamento, anche se la cosa può essere frustrante. Non tutte le persone comprendono la necessità di creare e, molto spesso, l’arte è contemplata come un semplice hobby. Giuseppe Cristiano ha sperimentato tutto questo di persona e racconta il proprio percorso, con casi concreti e suggerimenti. Con “So disegnare. E adesso?” cerca di essere d’aiuto e di ispirazione. -
Cronache di Camorra quotidiana. Tre giornate di «mala vita»
Quando nei discorsi tra conoscenti, negli articoli dei quotidiani o nei servizi dei telegiornali viene fuori la parola “camorra”, il pensiero corre subito alle morti violente, allo spaccio, al pizzo, ai boss e ai loro affiliati, e a tanto altro ancora. Ma c’è anche la camorra quotidiana, come la chiama il narratore di questa storia. È quella in cui, consapevolmente o meno, sono coinvolte tutte le persone comuni, molte delle quali subiscono passivamente gli eventi della quotidianità: a volte è più facile lamentarsi che porvi rimedio. Nel romanzo di Francesco Martino i personaggi ricoprono il ruolo di piccole pedine nell’ingranaggio del malaffare. A volte si tratta di veri e propri insospettabili, altre di comportamenti palesi, ma tutti i protagonisti celano un doppio volto. A raccontare le cronache di un pugno di persone è una figura come tante, che ha subito più di un torto dalla vita. Per lui, i bei sogni sono rimasti tali in fondo a un vecchio e malandato cassetto. Si ritrova quindi a dipingere tre giorni, di personaggi tanto diversi tra loro quanto accomunati dallo stesso tragico destino, vittime e carnefici del malaffare, del malcostume locale, globale. -
Guida!
Quando Tess Reed si sveglia in mezzo al deserto, senza ricordare come ci sia finita, non ha idea di essere in un gioco mortale, che non può sperare di vincere. Tutto ciò che possedeva è sparito: il telefono, la carta d’identità e perfino la memoria. Riesce a malapena a ricordare qualche elemento del suo passato, e le uniche cose che ha a disposizione sono la sua stunt bike e un biglietto incollato al casco, dove c’è scritto solo “Ride”. Ed è proprio quello che fa: si mette in moto e guida. Deve affrontare nemici pericolosi e combattere con le unghie e con i denti. Deve cercare di capire dove si trova, come fare a scappare e, cosa più importante, chi è veramente. -
Confessioni di una camgirl
In questo libro è tutto abbastanza esplicito, perché è un diario personale. Sally racconta in prima persona la sua esperienza come camgirl, le chat con i clienti, le giornate nell'agenzia dove lavora e il rapporto tra i mondi reale e virtuale. Si collega solo a tarda sera e scrive continuamente cosa le accade in ufficio e con gli utenti della chat. C'è chi le chiede di spalmarsi del cibo addosso o di mettersi lo smalto; chi preferisce solo parlare; chi, dopo aver pagato una sessione, le fa anche dei regali. Sally non ama uscire di casa, è germofobica e ha problemi alimentari. Tutti questi elementi condizionano continuamente le situazioni che vive, proprio come fa il suo passato familiare e sentimentale. -
I re del Subbuteo
Tre amici tutt’altro che avvezzi alla vita sociale si ritrovano obbligati a partecipare a un torneo di Subbuteo, gioco del quale non sanno assolutamente niente. Consapevoli della rumorosa umiliazione che li attende, sperano comunque di limitare i danni e iniziano a credere sempre di più nella loro rivincita sul mondo. A costringere Marco, Paolo e Giorgio è il Giangi, rampollo eccentrico dall’intelligenza per nulla sopraffina e forte dei danari del padre, ricco e influente politico. Dietro a quello che potrebbe sembrare un normalissimo appuntamento in una cittadina di provincia si muovono interessi più o meno loschi, a partire dall’attenzione della criminalità organizzata guidata dal King che mette in piedi un giro di scommesse e che trucca la competizione, fino alla lotta intestina tra tre acerrimi rivali del mondo nerd. “I re del Subbuteo” è dedicato agli outsider, all’amicizia con i suoi alti e bassi; ai litigi, alle frustrazioni. Nonostante la presenza di Internet, smartphone e social network, non è inquadrato in un anno ben preciso, in modo tale da farne una narrazione che in fondo è quella di ogni tempo. -
Art noir. Ediz. italiana e inglese
Il nero è dominante. Condivide la pagina con il bianco e spesso viene usato sia per i soggetti che per i paesaggi, come alla ricerca di un attimo sospeso; come nella scena immobile di una storia, fatta di pochi tratti e di contrasti. Per “Art noir”, Giuseppe Cristiano ha cercato di disegnare con la luce e di eliminare le linee di costruzione. In questo libro sono raccolte alcune delle sue illustrazioni più significative, dedicate a quello che Henry Matisse ha definito “un colore in sé, che riassume e consuma tutti gli altri”.