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Italia e America Latina. Storia di una idea di politica estera
Con l'America Latina il nostro paese ha vissuto storicamente fasi alter¬ne e sentimenti controversi. A volte di grande vicinanza, intesa e solidarietà, altre volte di superficiale disinteresse. In questo volume Donato Di Santo – figura di primo piano nelle relazioni tra l'Italia e il continente latinoameri¬cano – ripercorre le premesse politiche che lo hanno portato, tra gli altri, a creare in Italia uno strumento inedito di politica estera verso la regione dell'America Latina e dei Caraibi: la «Conferenza Italia-America Latina e Caraibi», incontro biennale giunto alla sua decima edizione. Attraverso le Conferenze è stato possibile riunire e far dialogare istitu¬zioni governative, mondo delle imprese, l'economia e la finanza, come pure la cultura e l'università, e le Ong di cooperazione allo sviluppo insieme al mondo sindacale e ai poteri locali. Si sono firmati accordi tra l'Italia e sin¬goli governi latinoamericani, sono stati varati programmi di partenariato economico, commerciale, culturale e di cooperazione internazionale, si è stimolata una maggiore conoscenza reciproca, premessa indispensabile per un'autentica collaborazione. Introduzione di Piero Fassino. Prefazione di Marina Sereni. Con un messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. -
Pandemia e diritti umani. Fra tutele ed emergenza
La pandemia ha portato con sé inusitate sfide al godimento dei diritti umani e ci ha ricordato che tutti i diritti sono stati toccati dalle misure prese per fronteggiare il virus. Il diritto alla vita e alla cura, ad esempio, va rispettato non solo quando la vita umana non subisce interferenze violente o nefaste, ma anche quando le vengono prestate l'assistenza e la cura necessarie. Oppure il diritto alla libertà e alla sicurezza, alla vita privata e familiare e alla protezione dei dati sensibili; il diritto alla religione, all'informazione, all'espressione del proprio pensiero, ad associarsi, a riunirsi, per non parlare del diritto alla mobilità e a stabilire la propria residenza. E che dire di quei diritti sociali che hanno enormemente sofferto? Dal diritto all'educazione, con attività scolastiche e universitarie sospese per lunghi periodi o trasferite in modalità «remota», al diritto al lavoro, colpito sia sul fronte del diritto di impresa che su quello del lavoro dipendente, fino al diritto all'assistenza sociale e sanitaria, volti a contenere il Covid e a combattere ogni altra malattia e disagio. -
Disuguaglianze, conflitto, sviluppo. La pandemia, la sinistra e il partito che non c'è. Un dialogo con Fulvio Lorefice
Tempi duri, per la sinistra italiana. I suoi rappresentanti, i suoi esponenti più significativi, i suoi gruppi dirigenti, messi a dura prova da una lunga crisi dell'economia che ha accresciuto le disuguaglianze, e da una parallela crisi della politica che ha visto svilirsi il ruolo dei partiti e crescere sempre più il divario tra governanti e governati, sono a corto di un pensiero strategico: sembrano avere smarrito il nesso tra lo studio della realtà e la sua trasformazione. Da troppo tempo manca una visione, che sappia precedere e accompagnare l'azione politica. In questo libro, incalzato dagli interrogativi che gli pone Fulvio Lorefice, Fabrizio Barca prova ad affrontare di petto il problema di una strategia d'insieme di cui si dovrebbe dotare il soggetto politico che volesse essere artefice di una trasformazione all'altezza delle sfide del presente. Tre sono i nodi principali che vengono presi in esame, alla luce della crisi determinata da Covid-19: le disuguaglianze, il conflitto e lo sviluppo. -
Noi animali umani. Ediz. a colori
«Ogni giorno ci alzavamo col sole. E andavamo a dormire col buio. Le stagioni erano il nostro calendario, e conoscevamo bene il nostro mondo. Tutto ciò che avevamo era fatto con le nostre mani. Tutto ciò che mangiavamo lo avevamo raccolto o cacciato. Certi animali erano nostri amici. Altri erano il nostro cibo. Certi altri ci consideravano il loro cibo! E altri ancora li veneravamo...». Matite, carboncino, acquarelli e un tratto rapido e deciso a mo' di bambino ripercorrono in un baleno la vita primitiva, l'abbandono della nudità, i primi villaggi, la coltivazione, la caccia, e poi l'invenzione delle arti, del linguaggio, dei primi culti. Ma «tutto questo era decine di migliaia di anni fa – dice Haine. – Il mondo oggi è molto diverso, ci sono gli aeroplani, i cellulari e i viaggi nello spazio, ma le nostre emozioni, i nostri corpi e la nostra mente sono modellati su quei tempi andati». Il richiamo di quella parte dimenticata di noi non cessa, perché «siamo ancora animali umani». -
Storia dell'antisemitismo. Dall'antichità a oggi
Una lettura necessaria per capire perché l’antisemitismo è un fenomeno così antico e, allo stesso tempo, così attuale, che resiste a ogni tentativo di ricacciarlo nel passato, e cosa esso significa oggi per gli ebrei del nostro quartiere, d’Israele e di tutto il mondo.«Il mio intento è stato esclusivamente quello di presentare un originale punto di vista – e, in quanto tale, personale – sull’antisemitismo nel suo sviluppo storico. Non ho bisogno di motivare nel dettaglio la necessità e l’attualità di un libro simile nelle circostanze attuali.»L'antisemitismo è di nuovo attuale e presente nelle nostre società democratiche, in parte manifestamente, in parte celato dietro dichiarazioni critiche verso lo Stato di Israele. Basti pensare che proprio nei primi giorni di ottobre 2021 l'Europa, per la prima volta nella storia, ha varato un «piano contro l'antisemitismo» per difendere la vita ebraica in Europa contro un fenomeno in continua crescita, in particolare sulle piattaforme social e nelle modalità più odiose dell'incitamento alla discriminazione. Ma quando e dove inizia l'antisemitismo e quanto sono nuove, oggi, le dinamiche che lo caratterizzano? Odio per gli ebrei, ghetti e pogrom esistevano già nell'antichità precristiana, ma furono gli scritti neotestamentari, con la loro opposizione all'ebraismo, a gettare le basi per la nascita delle leggende sugli omicidi rituali e sugli avvelenamenti dei pozzi nonché delle persecuzioni nel medio evo cristiano. Lutero esortava allo sterminio dei «figli del diavolo»; l'Illuminismo considerava l'ebraismo irrazionale; gli scienziati davano una spiegazione razziale all'odio per il popolo ebraico, e fin troppe persone hanno partecipato alla «soluzione finale della questione ebraica» o hanno semplicemente preferito voltarsi dall'altra parte. -
Dietro tutte le trame. Gianfranco Alliata e le origini della strategia della tensione
Vi è un protagonista che ha attraversato per mezzo secolo le vicende eversive italiane. Lo troviamo a fianco del presidente degli Stati Uniti e seduto al tavolo da poker con Buscetta, nella fondazione di una massoneria universale e tra i congiurati della Rosa dei Venti, vicino a Junio Valerio Borghese e in rapporti con vertici militari, della diplomazia e degli affari. È il principe palermitano Gianfranco Alliata di Montereale, uscito indenne dalle vicende penali che lo videro coinvolto a partire da quando il suo nome risuonò tra i mandanti della prima strage della Repubblica, l'eccidio di Portella della Ginestra, essendo stato il suo accusatore avvelenato per tempo in una cella dell'Ucciardone. Un'esistenza rimasta nell'ombra, su cui fa luce il saggio di Giovanni Tamburino, il magistrato che nel 1974 a Padova condusse l'inchiesta contro la struttura eversiva di stampo neofascista denominata Rosa dei Venti. Il volume attinge a una ricca documentazione inedita, custodita nell'Archivio storico della Camera, ad atti giudiziari, a fondi archivistici finora inesplorati. -
Contro tutti i muri. La vita e il pensiero di Franca Ongaro Basaglia
Franca Ongaro è stata una intellettuale di straordinario impegno civile: il suo nome è da sempre legato a quello del marito Franco Basaglia, con il quale si è resa protagonista della «rivoluzione culturale» che ha portato alla chiusura dei manicomi. Eppure, il suo ruolo non si è esaurito nell'impresa comune accanto al compagno di una vita: durante gli anni della sua attività parlamentare, come senatrice nel gruppo di Sinistra indipendente, fu capace di tradurre le esperienze e le riflessioni del movimento basagliano in attività legislativa. Puntare una luce su Franca Ongaro, attingendo alle carte del suo archivio, vuol dire riscoprire la storia di una donna che ha scritto molto ma che ha voluto si parlasse poco di sé: apparentemente discosta, rispetto alla personalità straripante di Basaglia, nel tempo un cono d'ombra ha finito per avvolgerla e sovente il suo spessore di studiosa è stato schiacciato su ruoli marginali come quello di dattilografa o di segretaria di Basaglia, non valorizzando la ricchezza del suo impegno civile che la portò a fare ricerca in modo nuovo rispetto alla cultura scientifica dominante e a promuovere prese di coscienza e lotte di liberazione che oltrepassarono i confini manicomiali. -
Le sorelle Van Gogh
Molto si è scritto sulla corrispondenza di Vincent van Gogh con suo fratello Theo, con il quale condivideva la passione per la pittura e che finanziò la sua carriera d'artista, accudendolo fino alla fine dei suoi giorni. Ben poco, invece, si sa delle tre sorelle Van Gogh: Anna, Elisabeth (Lies) e Willemien (Wil), che pure segnarono in vario modo la vita del pittore e contribuirono alla sua fortuna postuma. Attraverso l'analisi di lettere per la gran parte inedite, Willem-Jan Verlinden ripercorre le biografie delle sorelle Van Gogh, tre donne diverse per temperamento e destino, tratteggiando al contempo un quadro della condizione femminile tra la metà del XIX e l'inizio del XX secolo. Anna, la sorella maggiore, ligia alla rigida mentalità protestante dei Van Gogh, ebbe un rapporto burrascoso con Vincent, disapprovandone i comportamenti ritenuti contrari ai valori familiari. Lies intrattenne una scandalosa relazione con un uomo sposato e coltivò le sue aspirazioni letterarie, ma, caduta in povertà, fu costretta a vendere molti dei dipinti del fratello per sopravvivere. Fu però con Willemien, la sorella minore, che Vincent intrattenne il rapporto più stretto, uniti nell'amore per l'arte e per la letteratura. -
Il principe. Testo a fronte in italiano moderno
Chiosato, interpretato, adattato e spesso anche violentato, Il Principe ha troppo spesso finito per smarrire la propria fisionomia e assumere quella dei suoi ammiratori o detrattori. Questa edizione nasce precisamente dall'auspicio di favorire una nuova intimità con un grande classico più citato che letto, anzitutto giovandosi di una versione in italiano moderno appositamente realizzata da Carmine Donzelli. La traduzione accompagna, a fronte, il testo originale del Principe, mantenendo il procedere spezzato, le peculiarità e - diciamolo pure - la bellezza della prosa machiavelliana, ma al tempo stesso scioglie gli inevitabili ostacoli linguistici e permette di avvicinarsi al testo senza le consuete difficoltà della prima lettura. Alla traduzione di Donzelli si aggiungono un commento in nota e un'introduzione di Gabriele Pedullà, che, liberati del compito di spiegare la lingua e sciogliere il significato di un italiano che non ci è più familiare, seguono il filo delle teorie politiche e del retroterra storico e letterario del pensiero machiavelliano, illuminandone tutta la straordinaria forza concettuale e i legami con la cultura del tempo. -
Il principe. Nuova ediz.
Il Principe è probabilmente il trattato politico più letto al mondo ma anche uno dei più fraintesi: in qualche modo schiacciato sotto la leggenda nera che accompagna ancora oggi il suo autore. In occasione del quinto centenario, nel 2013, la Donzelli editore aveva pubblicato una prima edizione con testo a fronte in italiano moderno a cura di Carmine Donzelli, che aveva rivoluzionato la lettura del testo e riscosso grandi consensi in Italia e all'estero. A distanza di dieci anni, quell'operazione si sdoppia e si impreziosisce, dando vita a due diverse edizioni: una più agile, in cui il testo del Principe è accompagnato dalla traduzione in italiano corrente e da un nuovo commento e da un'introduzione appositamente pensati per un pubblico generalista. Nella presente edizione, assai arricchita rispetto al 2013, Gabriele Pedullà entra invece in profondità nel testo, esplorando la cultura che lo ha prodotto e rivelando un Machiavelli inedito. Giurisprudenza, medicina, teologia, astrologia, filosofia, teoria militare, pittura, scultura: tutti i campi della civiltà rinascimentale sono stati passati al setaccio per illuminare la teoria politica di Machiavelli come mai era stato fatto in precedenza. -
Storia dell'emigrazione italiana in Europa. Vol. 1: Dalla Rivoluzione francese a Marcinelle (1786-1956).
La Rivoluzione francese ha generato molteplici ondate di migrazione di massa. Gli emigranti, come venivano chiamati, hanno plasmato una geografia di città di accoglienza costellata da luoghi che offrivano l'asilo della libertà. Per la prima volta nella storia europea, questo diritto è stato ufficialmente offerto a chi era perseguitato per motivi politici o religiosi. In realtà, già durante il medioevo veniva garantita una sorta d'immunità a chi fuggiva da persecuzioni di varia natura, tanto che, verso la fine del XVII secolo, si erano sempre più rafforzate in tutta Europa le migrazioni temporanee, creando un imponente potenziale umano mobile e, dunque, mobilitabile. Due secoli prima della costruzione delle ferrovie, l'intero continente era quindi percorso da lavoratori migranti, a dimostrazione che la vita non era così sedentaria come spesso si pensa e che la circolazione delle persone era assai più consistente di quella delle merci. L'imperialismo europeo sconvolse il mondo e la geopolitica, vide la nascita di quanto ancora caratterizza l'odierna società urbana, dalla cultura di massa agli spettacoli sportivi, dai giornali al cinema, e creò l'economia mondiale e il capitalismo moderno. -
Terra e telai. Sistemi di parentela e manifattura nel Biellese dell'Ottocento
Nel giro di un trentennio, tra il 1850 e il 1880 circa, la zona di Mosso, una località a venti chilometri da Biella, a ridosso delle montagne, conobbe una duplice profonda trasformazione. In un primo tempo la lavorazione domestica dei panni di lana si concentrò negli opifici. In un secondo tempo i telai a mano vennero sostituiti dai telai meccanici. Franco Ramella ha ricostruito questo processo, analizzando fin dagli anni venti le trasformazioni e i conflitti sociali che l'accompagnarono. Pubblicato originariamente nel 1984, questo libro - un vero e proprio capolavoro della microstoria, di cui fu antesignano - non è semplice - mente un capitolo di storia della classe operaia, del movimento operaio o dell'industrializzazione italiana. Ponendo al centro della ricerca elementi di solito troppo trascurati, come la forza delle strutture comunitarie, il ruolo della terra come fonte di credito e di sussistenza, l'importanza dei piccoli produttori, Ramella ci offre un quadro che mette in discussione una serie di certezze o di luoghi comuni. Le lotte operaie sono inserite finalmente nelle strutture economiche, sociali, culturali che le resero possibili. Prefazione di Maurizio Gribaudi. Introduzione di Giovanni Levi. -
Libertas. Tra religione, politica e saperi. Patavina Libertas
Universa universis Patavina libertas: così recita il celebre motto dell'Università di Padova, una delle più antiche e prestigiose d'Europa, di cui nel 2022 ricorrono gli 800 anni della sua fondazione. Nessun altro aspetto ha caratterizzato più a fondo e più a lungo l'istituzione accademica padovana rispetto alla sua celebre libertas. Dalla fondazione nel 1222 alle dispute accademiche sulla mortalità dell'anima, dagli anni in cui in cattedra sedeva Ga-lileo Galilei - al cui insegnamento nel volume è riservato ampio spazio - ai moti del 1848 sino alla Resistenza, la libertas padovana ha rappresentato un riferimento costante per chiunque abbia corso il pericolo di essere limitato nel corpo quanto nel proprio intelletto. La libertas è tuttavia un termine ambiguo, impiegato in questi otto secoli per indicare fenomeni e concetti diversi, talvolta quasi opposti. Il volume mira quindi a ricostruire la sua lunga storia, prestando attenzione alle istituzioni, agli spazi, alle pratiche e ai conflitti che più hanno costellato questa lunga evoluzione. I saggi raccolti nell'opera dimostrano da punti di vista diversi ma costantemente intrecciati come la Patavina libertas sia stata fondamentale per l'affermarsi di alcune delle libertà individuali che oggi sono considerate inalienabili. -
L' arte medica. La Scuola padovana e la medicina in Europa e nel mondo. Patavina Libertas
Il volume ricostruisce una vicenda lunga più di un millennio, se si considera l'origine remota, orientale, della medicina occidentale. Questo sapere approdò anche nello Studio della Padova medievale, dove si radicò e crebbe rigoglioso. La Scuola di medicina padovana è stata in passato ed è tuttora una fucina di eccellenza. In occasione degli ottocento anni dell'Ateneo, che ricorrono nel 2022, questo volume celebra l'arte medica padovana dalle sue lontane origini ai giorni nostri. In queste dense pagine, frutto di una straordinaria opera di sintesi, è possibile ripercorrere l'intero arco degli sviluppi e dei progressi del sapere medico. Circostanze prevalentemente politiche ne hanno favorito lo sviluppo, che poté fiorire grazie alla presenza di professori e studenti decisi, gli uni, a insegnare, gli altri, ad apprendere. Uno straordinario gruppo di docenti che a Padova ha fatto la storia della medicina, destinata a diffondersi verso Oriente e Occidente. Come i traguardi raggiunti dall'anatomia padovana non ebbero confini, così anche le altre discipline, la fisiologia, la patologia, la clinica non soffrirono barriere di alcun genere. -
Nilde Iotti e il PCI. Due centenari, una storia. 1920-2022. 1921-2021
Nella consapevolezza che l’itinerario politico e istituzionale di Nilde Iotti non possa essere correttamente letto al di fuori della lunga e non sempre lineare storia del Pci, il volume, che prende spunto dalla coincidenza dei centenari della nascita della deputata emiliana e del Partito comunista d’Italia, ne ripercorre le tappe più significative. I cento anni trascorsi dalla scissione di Livorno fanno da sfondo alla storia di alcune militanti, a partire da Nilde Iotti, e al loro spesso travagliato rapporto con un partito assai mutato nel tempo ma che alle sue radici rimaneva, almeno teoricamente, ancorato. Si è voluto, pertanto, ripercorrere un pezzo della storia politico-istituzionale italiana, ricostruendo, insieme a quelli di Iotti, l’impegno e la carriera politica delle «altre» all’interno del Pci, talvolta anche «contro» e «nonostante» il partito, in particolare durante gli anni settanta e ottanta che videro, insieme all’emergere di nuove generazioni di «compagne», il raggiungimento di tanti importanti obiettivi sull’accidentato percorso dell’emancipazione femminile nel nostro paese. -
Territori in trasformazione. Il caso dell'Alta Gallura
Il libro, a partire dalla consapevolezza che le statistiche con cui siamo abituati a interpretare i territori non bastano perché non ci aiutano a cogliere i momenti di passaggio, ci invita a praticare un altro sguardo. Uno sguardo attento agli scintillii, agli stadi iniziali delle trasformazioni, su cui occorrerebbe soffermarsi per comprendere il divenire. Lo fa attraverso lo studio di una particolare area interna della Sardegna: l'Alta Gallura. Un contesto ultra periferico, secondo le categorie della Strategia nazionale per le aree interne; una delle aree meno illuminate del contesto nazionale, che si distende alle spalle del mondo delle luci della città costiera. L'autrice, facendosi guidare dagli indizi, dalle storie minime, dai dettagli, scopre che quel territorio buio è una realtà brulicante, in cui sottotraccia spingono sopravvivenze, forze ed energie che lavorano per produrre cambiamento. Raccoglie storie, progetti, osserva luoghi, forme di produzione, rileva il riemergere di sommovimenti provenienti dal sottosuolo della storia, e prova a far venire fuori l'immagine inespressa che queste linee di tendenza sembrano suggerire, mettendo in guardia sui pericoli che si annidano alla superficie del presente. -
Il mangiafiabe. Le più belle fiabe italiane di cibi e di magia
«Di bocca in bocca», è questa la forma primaria di trasmissione della fiaba, che nasce orale e popolare e scivola via via sulla carta grazie all'inchiostro dei grandi trascrittori e folkloristi dell'Ottocento che l'hanno tramandata a noi. Se questo è vero per le fiabe di tutta Europa, con i fratelli Grimm per antesignani, lo è ancor di più per l'Italia, dove il genere fiabesco annovera già tra Cinque e Seicento i suoi due capostipiti letterari universalmente riconosciuti: Straparola e Basile. Ma c'è un altro primato che il mondo riconosce al Belpaese e che pure si affida al tramite della bocca, e in particolare al palato: l'eccellenza della sua tradizione culinaria e alimentare. La bocca dà fiato alle parole che si fanno fiaba, la bocca assapora e nutre. E dunque forse non è un caso se le nostre fiabe, dalle Alpi alle isole, riservano ai cibi un posto di riguardo. È questa l'intuizione da cui nasce la presente raccolta, frutto di una consuetudine ventennale della curatrice Bianca Lazzaro con il genere della fiaba dall'Europa all'Oriente, e in particolare del suo recupero in traduzione integrale italiana del nostro principale repertorio. -
Rammendare. Il lavoro sociale ed educativo come leva per lo sviluppo
Il lavoro sociale ed educativo deve cambiare, imboccare una strada nuova. Quella indicata dagli esempi di cittadinanza attiva delle piccole realtà e associazioni: micro-modelli - di cui gli autori di questo libro hanno avuto esperienza diretta - in cui ad essere vincente è una concezione del fare sociale non assistenzialista ma fondata sul coinvolgimento di tutti. La vera crescita è possibile solo attraverso un'opera di rammendo: non solo occuparsi della cura e dell'assistenza degli esclusi e dei fragili ma allargare lo sguardo alla comunità intera, potenziando le capacità di ciascuno, chiamando tutti a un'opera di sutura delle fratture prodotte dalle disuguaglianze. Come i fili che nelle Città invisibili di Calvino collegavano ogni casa di Ersilia, così gli autori tracciano con la penna un unico lungo filo che connette ogni porta o sportello sociale, dai singoli abitanti ai vertici istituzionali. Questo testo è un forte appello al mondo del lavoro sociale perché ripensi sé stesso e il proprio modo di operare e di raccontarsi all'esterno, ma è anche un appello al decisore politico perché riconosca a chi lavora con i marginali e i deboli un ruolo attivo nell'orientare l'allocazione delle risorse in arrivo con il Pnrr. -
L' emigrante
Ogni emigrazione è una rottura fondamentale nella vita. Sradica una persona, la rende priva di voce, sola e invisibile. Con spietata onestà, Günther Anders racconta la vergogna sperimentata nella propria esistenza da esule, vittima della persecuzione nazista, costretto a emigrare perché ebreo. Il suo brillante saggio - uscito su rivista nel 1962, pubblicato ora per la prima volta in volume e mai tradotto in italiano - getta nuova luce sulla principale «miseria morale» del XX secolo. Come mostra programmaticamente il titolo, la figura al centro è quella del soggetto migrante, che non vede se stesso come «immigrato», dunque proiettato su un luogo di arrivo, ma sempre in relazione alla propria origine e al proprio passato perduto. Nonostante le differenze di circostanze storiche tra l'emigrazione indotta dai regimi totalitari del Novecento e quella del nostro mondo globalizzato, questo breve e folgorante scritto ci porta direttamente al presente, un tempo in cui - osserva Anders - la fuga e l'esilio non sono più casi isolati o estremi ma si configurano come un'«esperienza generale». -
Valchirie rosse. Le rivoluzionarie dell'Est Europa
Cinque ritratti di rivoluzionarie socialiste che hanno cambiato la storia politica, sociale e culturale delle donne in Europa e nel mondo. L'aristocratica Aleksandra Kollontaj, protagonista della Rivoluzione bolscevica; la pedagogista radicale Nadezda Krupskaja, che fu moglie di Lenin; la passionale Inessa Armand, che fu stretta collaboratrice di Lenin e forse sua amante; l'infallibile cecchina antinazista Ljudmila Pavlicenko; la partigiana bulgara Elena Lagadinova, scienziata e leader del movimento globale delle donne: attraverso le vite di queste attiviste vissute a cavallo tra Otto e Novecento, Kristen R. Ghodsee traccia un'affascinante storia alternativa del movimento femminista. Le Valchirie rosse furono promotrici di un femminismo originale, e in parte inesplorato, che si sviluppò nell'Europa dell'Est, distinguendosi, per modalità e fini, da quello occidentale. Convinte, come scrive Noemi Ghetti nella prefazione al volume, che «l'auspicato avvento dell'uomo nuovo non ci sarebbe mai stato senza la formazione di una nuova donna», queste rivoluzionarie ripensarono radicalmente il ruolo della donna nella famiglia e nella società, spesso scontrandosi con le resistenze dei compagni maschi, che consideravano la questione femminile un obiettivo secondario rispetto alla rivoluzione e all'edificazione dello Stato socialista.