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Gli scrocconi. Per ogni italiano che lavora, dieci vivono sulle sue spalle
In questo libro tagliente e documentatissimo, Francesco Vecchi dimostra che gli scrocconi si moltiplicano mentre il nostro paese «Questo libro nasce da una domanda che non si può più ignorare: potremo tornare al livello di benessere che abbiamo raggiunto e mantenere i diritti che consideriamo acquisiti se tutto il peso poggia sulle spalle di pochi? Se sono così tanti gli italiani che non lavorano, se sono così tanti quelli che lavorano ma non pagano le tasse, potremo mai salvarci?» In Italia vivere sulle spalle degli altri è piuttosto semplice. Sono moltissimi quelli che scelgono di non lavorare, oppure di farlo ma senza dichiararlo. Sono quelli che non fanno mai la loro parte, che alzano le mani quando c'è da saldare i conti. Sanità, scuole, pensioni: per loro è tutto gratis. Bonus, aiuti e sgravi fiscali: un tesoretto da arraffare. È giunto il momento di chiamarli con il loro nome, Gli scrocconi. In questo libro tagliente e documentatissimo, Francesco Vecchi dimostra che gli scrocconi si moltiplicano mentre il nostro paese, con i suoi 60 milioni di abitanti, si regge ormai su un manipolo di italiani operosi che ""tirano la carretta"""" per tutti: 5 milioni di individui che si spaccano la schiena e che dallo stato ricevono molto meno di quanto versino in tasse (di solito, almeno la metà dei redditi). Tra sgobboni e scrocconi c'è naturalmente un'ampia via di mezzo, fatta di onesti lavoratori, disoccupati veri e famiglie in reale difficoltà. Ma in un paese che non sa distinguere tra chi è davvero povero e chi no, anche le misure di giustizia sociale rischiano di alimentare nuova iniquità: iniquità nel premiare il merito, iniquità nel distribuire i carichi, iniquità nel chiedere sacrifici. Ora che la pandemia di Covid-19 rischia di spezzare la schiena produttiva del paese, l'esigenza di un fisco finalmente equo e sensato è più pressante di qualsiasi altra. Redistribuire gli oneri dell'attività economica è urgente tanto quanto la lotta alla povertà, che spesso è solo la maschera del lavoro nero e dell'elusione fiscale. Certo, per i politici è più facile promettere redditi, assegni, bonus e altri aiutini. Ma non potremo mai più aiutare nessuno se gli italiani che lavorano e pagano le tasse si avviano all'estinzione."" -
Guardavo il cielo. Ostaggio dei terroristi islamici: la vera storia di un uomo libero
Sei mesi nelle mani dei terroristi islamici Abu Sayyaf, nella giungla filippina. Sei mesi di angoscia, paura e privazioni, ma anche di speranza, fede e libertà. Una storia vera che lascia senza fiato. Per anni Rolando Del Torchio è stato un padre missionario, in prima linea tra remoti villaggi filippini per difendere gli abitanti dallo sfruttamento di affaristi senza scrupoli. Smessa la tonaca, gestisce un ristorante a Dipolog, una delle località più tranquille del paese asiatico. Ma durante una sera di festa, mentre tutti sono per le strade a far baldoria, sette uomini armati irrompono nel ristorante e lo trascinano via. È l'inizio di un incubo durato 181 giorni. Tramortito dallo shock e dalle botte, Rolando viene portato nella giungla, ostaggio dei fondamentalisti islamici del gruppo Abu Sayyaf. Ogni giorno è costretto a camminare per ore e ore su sentieri impervi, al seguito di centinaia di terroristi braccati dall'esercito. Deve dormire per terra, nutrirsi poco e male, resistere al freddo e ai dolori alle gambe. Deve assistere ai frequenti scontri a fuoco e sopportare l'indifferenza dei carcerieri alla sua disperata solitudine. Deve convivere con la paura che ad attenderlo ci sia la sorte toccata ad altri ostaggi, a cui è stata tagliata la gola senza pietà. Ma è proprio mentre ci si prepara al peggio che si trovano forze inesplorate: nella fede, che pure a volte vacilla; nel cuore che al pensiero delle persone care si disconnette dalla paura. Neanche sotto sequestro un uomo può essere privato della sua vera libertà, quella interiore. Ed è guardando il cielo ogni notte con questa consapevolezza che Rolando ritrova la speranza, fino alla liberazione. La sua storia drammatica e stupefacente è anche la storia delle straordinarie risorse e contraddizioni dell'animo umano. La storia di un uomo libero. -
Il cuore indocile. Come amare Alessandro Manzoni ai tempi della trap
Forse non lo sapete, ma Alessandro Manzoni ha avuto un'infanzia come quella di Ghali e I promessi sposi segnano un'epoca, come Nevermind dei Nirvana. Certo, oramai siamo troppo connessi − e troppo distratti − per potercene rendere conto, ma Alessandro Manzoni ha ancora tanto da dirci. Molti degli eventi del nostro immediato presente e del nostro recente passato sono già raccontati nella vita e nelle opere del grande scrittore milanese. Viviamo in un mondo che stentiamo a capire, ma che ci può essere spiegato molto meglio da un autore nato più di duecento anni fa che da un opinionista televisivo. Prima che un autore, Manzoni è stato un uomo in carne e ossa, proprio come noi. Nel corso della sua esistenza, ha gioito e ha sofferto, ha riso e ha pianto, si è arrabbiato, si è innamorato, si è sconfortato e si è consolato. Ha vissuto abbastanza a lungo per meditare con grande acume su questa cosa tanto strana che chiamiamo vita e il suo pensiero è fluito nelle sue opere. Alessandro Manzoni non è sempre stato soltanto un ritratto stampato su un libro scolastico con accanto quattro dati da imparare per un'interrogazione. Anzi, lui è vivo e ci somiglia più di quanto possiamo immaginare. Timido e rabbioso, come molti rapper, creativo, distruttivo e geniale come una rockstar, Alessandro Manzoni è senz'altro uno di noi. -
Che fine hanno fatto i bambini. Cronache di un Paese che non guarda al futuro
Che fine hanno fatto i bambini è un testo necessario per capire cosa ci stiamo perdendo, come stiamo mettendo in pericolo il nostro futuro. E da dove bisogna ripartire. Un saggio a più voci, grazie ai contributi di Annalena Benini, Nadia Terranova, Giacomo Papi, Francesca Archibugi, Viola Ardone, Silvia Vegetti Finzi, Matteo Lancini, Chiara Saraceno, Alessandra Casarico, Alessandro Rosina, Wilma Mosca, Bruna Mazzoncini, Rachele Furfaro, Luigi Manconi.«Che fine hanno fatto i bambini?» chiedevano alcuni striscioni comparsi in diverse città italiane durante il primo lockdown, quando le scuole erano chiuse e i ragazzi erano spariti dal discorso pubblico. Quando il presidente del Consiglio e il comitato scientifico avevano dimenticato di decidere se un bambino, accompagnato, potesse fare almeno un giro intorno al palazzo, capire che il mondo non era scomparso, avere un'idea di quel che stava accadendo davvero. Annalisa Cuzzocrea, inviata di Repubblica, mamma di Carlo e Chiara, ha deciso di indagare sul perché bambini e i ragazzi non siano stati visti dal governo alle prese con l'emergenza Covid-19. Perché siano serviti mesi prima di rendersi conto di quanto pesante sarebbe stata la conseguenza della chiusura delle scuole, dell'isolamento nelle case, soprattutto per i più fragili e per chi vive in contesti difficili. Attraverso il dialogo con psicologi, scrittori, economisti, demografi, sociologi, registi, insegnanti, genitori, nel viaggio che la porta fino ai Quartieri spagnoli di Napoli e dentro la sezione nido del carcere di Rebibbia, l'autrice scopre le ragioni di fondo dell'invisibilità di infanzia e adolescenza nel nostro Paese. Dove le esigenze e i diritti dei più piccoli, dei più giovani, vengono sempre dopo. Messe dallo Stato a piè di lista, mentre troppo, quasi tutto, si delega alle famiglie di appartenenza. I bambini sono considerati ""bagagli appresso"""" dei genitori, appendici affidate alle loro cure, non cittadini degli spazi che abitano, quasi mai pensati per chi ha meno di 18 anni. È solo un problema politico o è anche e soprattutto un problema culturale? Perché l'Italia stenta a vedere i suoi figli per quello che sono, e si limita a studiarli attraverso quello che consumano? Se tutto è affidato alla famiglia, cosa si fa dove l'ambiente d'origine non funziona, non aiuta, non permette di """"fiorire""""?"" -
Vulnerabili: come la pandemia sta cambiando la politica e il mondo. La speranza oltre il rancore
Vittorio Emanuele Parsi ci guida nel futuro, accompagnandoci con stile cristallino e appassionato tra i possibili scenari della politica mondiale. Il post-pandemia potrebbe alimentare il rancore diffuso, oppure rinfocolare una nuova speranza. Potremmo ritrovarci in un clima di Restaurazione, oppure in un nuovo Rinascimento. Per questo abbiamo il dovere di metterci in gioco affinché la ricostruzione che ci attende sia paragonabile a quella del dopoguerra, non solo nella sua dimensione materiale ed economica, ma anche in quella politica e spirituale.Con il Covid-19 l'umanità si è riscoperta vulnerabile. Ci siamo risvegliati di colpo, sbandati, come una nave senza timone. Quando si è in mare, la sopravvivenza dell'equipaggio è il punto fondamentale per l'efficienza del ""sistema-nave"""". Al contrario, siamo noi l'anello debole delle catene dell'interdipendenza globale: catene di informazioni, dati, denaro, merci e anche persone. Ma catene pensate per le cose e non per le persone. L'umanità deve sfruttare l'occasione della pandemia per ripensare la sua navigazione e la sua rotta. L'egemonia mondiale americana è al tramonto, oppure la sconfitta di Trump rilancerà gli Stati Uniti? La Cina, da cui si è diffuso il virus, supererà l'Occidente e diventerà il nuovo modello di riferimento? La grande svolta del Recovery fund potrà diventare il volano di una reale trasformazione dell'Unione Europea? Saranno i più deboli a pagare le conseguenze sociali della pandemia, o sapremo rispondere allo shock nel segno dell'equità e della sostenibilità ambientale? La democrazia riuscirà a sopravvivere al rischio di un nuovo autoritarismo, trovando un rapporto più equilibrato tra politica ed economia? Vittorio Emanuele Parsi ci guida nel futuro, accompagnandoci con stile cristallino e appassionato tra i possibili scenari della politica mondiale. Il post-pandemia potrebbe alimentare il rancore diffuso, oppure rinfocolare una nuova speranza. Potremmo ritrovarci in un clima di Restaurazione, oppure in un nuovo Rinascimento. Per questo abbiamo il dovere di metterci in gioco affinché la ricostruzione che ci attende sia paragonabile a quella del dopoguerra, non solo nella sua dimensione materiale ed economica, ma anche in quella politica e spirituale."" -
Anatomia di un cuore selvaggio. Autobiografia
Asia Argento ci racconta la sua storia, senza concedere sconti a nessuno, tanto meno a se stessa.«Ci vuole coraggio a prescriversi da soli una auto-autopsia completa, non so in quanti sarebbero soddisfatti dell'esito dell'analisi spietata di se stessi. E allora coraggio, questa è la mia e, prima di giudicare, vi invito a fare altrettanto.»rnrnCon queste parole e contro ogni falso pregiudizio e perbenismo, Asia Argento inizia a raccontare la sua storia, senza concedere sconti a nessuno, tanto meno a se stessa. Un'infanzia difficile, la sua: una bambina abbandonata e cresciuta troppo in fretta che fa la spola tra una casa e un'altra, sola nella notte romana, e che deve fare i conti con due genitori artisti, due ""egoismi enormi"""" che si trovano a gestire una famiglia sgangherata e disfunzionale. Poi, l'adolescenza tra rave party e i primi flirt, la sua carriera sul set, iniziata a nove anni, in balia di registi geniali, ma anche sadici. Anatomia di un cuore selvaggio sembra racchiudere tante vite insieme per la quantità di eventi che incalzano il lettore come in un romanzo mozzafiato. È col fiato sospeso infatti che il lettore leggerà di Asia nel mondo degli orchi, ma lei non si tira indietro neanche in questo caso e sviscera tutto, anche le note più crudeli, le più difficili da raccontare. Le parole di Asia sembrano scritte con il cuore in mano e un coraggio di ferro, e si viene presto risucchiati in questo viaggio che è la sua vita, dove a ogni dolore corrisponde una forza nuova per rinascere."" -
C'era una volta a San Siro. Vita, calci e miracoli
Nelle parole di Gianfelice Facchetti, figlio del grande Giacinto e straordinario narratore di sport, la Storia con la S maiuscola si intreccia alle nostre vite e alle nostre passioni. Perché San Siro è la nostra storia.Che sarà di San Siro? Le società di Milan e Inter, cittadini, comitati e istituzioni s'interrogano e si scontrano sul suo futuro: rinnovare la Scala del calcio italiano o abbatterlo e ricostruire un nuovo stadio più funzionale? Difficile rispondere, soprattutto dopo che la pandemia, oltre alle nostre vite, ha stravolto anche il pallone, con porte chiuse e conti in rosso. C'era una volta a San Siro ci invita allora a riguardare il film di ciò che è successo, ricordando protagonisti e prodigi compiuti grazie alla santa alleanza tra spalti e campo. Riavvolgendo il nastro dell'epopea, davanti agli occhi di San Siro vediamo sfilare protagonisti celebrati e dimenticati, derby rosso-nerazzurri, fratelli di campo e fratelli di sangue, gol indimenticabili e gol annullati, notti azzurre, notti magiche o da incubo. Tanti i campioni e gli squadroni cui San Siro ha impresso il marchio dell'immortalità: l'attuale padrone di casa Peppino Meazza e il Grande Torino, il Milan di Rocco e l'Inter di Herrera, Gigi Riva e Pelé, gli olandesi di Sacchi e i tedeschi di Trapattoni, capitan Maldini e capitan Zanetti, Maradona, Totti, Baggio e Del Piero. Ma San Siro siamo anche noi, tifosi che dopo quasi un secolo siamo ancora ai piedi della cattedrale del pallone, confessandole i nostri affanni sottovoce, cantando o gridando, trasfigurandoli in emozioni. Rinnovando amore e fedeltà di anno in anno con un anello – primo, secondo o terzo non fa differenza. Nelle parole di Gianfelice Facchetti, figlio del grande Giacinto e straordinario narratore di sport, la Storia con la S maiuscola si intreccia alle nostre vite e alle nostre passioni. Perché San Siro è la nostra storia. -
Storia sentimentale del mondo. Come le emozioni hanno plasmato gli ultimi 3000 anni
Studiare la storia significa tentare di conoscere il passato, e come possiamo farlo se non cerchiamo di capire che cosa provano le persone?La storia ci dimostra che le emozioni sono potenti, che hanno costruito il mondo, al pari di qualsiasi tecnologia, movimento politico o pensatore. Che hanno gettato le basi delle religioni, delle speculazioni filosofiche, della ricerca di conoscenza e ricchezza. Ma anche che possono essere una forza oscura, capace di fare a pezzi mondi interi attraverso la guerra, l'avidità e la sfiducia. In molte occasioni il desiderio, il disgusto, l'amore, la paura e talvolta la rabbia sembrano impadronirsi di una cultura, spingendo le persone a fare cose che possono rivoluzionare tutto. Questo è un tour a trecentosessanta gradi che, attraverso i tanti modi in cui la gente ha interpretato le proprie sensazioni, racconterà come queste abbiano cambiato il mondo in forme di cui ancora oggi avvertiamo gli effetti. Dall'antica Grecia all'intelligenza artificiale, dalla costa del Gambia all'arcipelago del Giappone, dalla potenza dell'Impero romano a quello ottomano, fino all'ascesa degli Stati Uniti, con una sbirciatina nel futuro, Storia sentimentale del mondoè un saggio originale, affascinante e provocatorio che mette gli ultimi 3.000 anni sotto la lente di una luce particolare in cui le complessità, le meraviglie e le diversità delle civiltà si risolvono in interpretazioni nuove e curiose. -
Quando una mamma non lo sa. Risposte semplici a domande complicate con la psicologa Anna Rita Verardo
In questo libro Elena Santarelli offre spunti preziosi, storie di vita e consigli pratici per provare a rendere più semplice il mestiere più difficile del mondo: quello del genitore.La vita ha insegnato a Elena Santarelli che con i figli nulla deve essere dato per scontato, che i momenti belli devono essere considerati un dono e tenuti sempre nel cuore perché l'unica cosa che conta davvero nella vita è l'amore. A volte però l'amore non basta per essere una buona madre, e anche se i genitori sono in grado di leggere dietro uno sguardo o un sospiro e intuire, grazie a quella magia che si chiama istinto, cosa sta provando il proprio figlio, sanno anche che durante la crescita di un bambino si possono avere dubbi e che spesso tante domande non trovano risposte. Le regole, la gestione dei compiti, la relazione tra fratelli e poi gli eventi della vita quelli che fanno vacillare ogni certezza. Come comportarsi davanti a un lutto o a una separazione, e come gestire le emozioni che provano i bambini, rabbia, paura, insicurezza e vergogna? Come si può essere rigorosi ma al tempo stesso amorevoli? Come crescere un bambino facendolo sentire al sicuro? Partendo dalla sua esperienza di mamma imperfetta (come quasi tutte), e grazie al confronto con la psicoterapeuta Anna Rita Verardo, in questo libro Elena Santarelli offre spunti preziosi, storie di vita e consigli pratici per provare a rendere più semplice il mestiere più difficile del mondo: quello del genitore. -
Sangue. La storia della ragazza Masai che lotta contro le infibulazioni
Tra Io sono Malala e Il cacciatore di aquiloni, una storia commovente di riscatto e lotta. Nice Leng'ete è un'attivista keniota Masai che da anni si batte contro le mutilazioni genitali femminili insieme ad Amref. La sua è una storia straordinaria. Nata in una sperduta cittadina al confine tra il Kenya e la Tanzania, Nice perde entrambi i genitori quando è ancora piccola; poi, poco più grande, si rifiuta di subire la pratica dell'infibulazione e, aiutata dalla sorella maggiore, fugge via dal suo villaggio. Per la giovanissima Nice inizia una vita da ""reietta"""": non c'è spazio nella cultura Masai per una donna che si ribella. Dimostrando un coraggio fuori dal comune, Nice cresce, incontra persone solidali e si convince di avere una missione chiara: battersi con tutte le sue forze affinché le cose cambino. Inizia a girare l'Africa e poi il mondo intero portando avanti un messaggio rivoluzionario, fino a diventare portavoce di un'importantissima campagna umanitaria, che ha l'ambizioso obiettivo di abolire le mutilazioni genitali femminili entro il 2030. Nice è il simbolo di una battaglia necessaria che cambierà il destino di centinaia di migliaia di giovani donne. E la sua storia rappresenta un chiaro esempio di empowerment femminile."" -
La giudicessa. Storia di Eleonora di Arborea
Una guerriera, una giurista. Una donna disposta a tutto per liberare il suo popolo.rnrn1350, Oristano. Eleonora è poco più che una bambina quando, allontanata dalla città dal padre Mariano, giudice di Arborea, a causa della peste e della malaria che stanno decimando la popolazione dell'isola, comprende ciò che desidera per il suo futuro. Cresciuta per diventare una donna colta e raffinata, e per fare un matrimonio di convenienza, Eleonora vede nel padre, stratega e condottiero ineguagliabile, e nella madre, donna dolce ma determinata e fedele consigliera del marito, i suoi due modelli. Un matrimonio d'amore, il loro, così inconsueto per quei tempi. Ed Eleonora vorrebbe lo stesso per sé, ma, ascoltando i racconti della madre sulla storia del regno, sente anche di voler lasciare il segno nella storia dell'amata terra in cui è nata. Come ora il padre è impegnato nella guerra per l'indipendenza dal regno d'Aragona, così anche lei vuole legare il proprio destino a quello della patria. Sembra impossibile per una donna, terzogenita con un fratello maschio a cui tutto spetterebbe, eppure sarà esattamente questo il suo destino. Eleonora di Arborea, giovanissima, diventerà la prima e unica donna a ricoprire il ruolo di giudicessa. Sarà decisivo il suo comando per l'indipendenza dell'Arborea e, soprattutto, cambierà per sempre la storia del diritto del suo paese, aggiornando un codice, la Carta de Logu , che resterà in vigore fino al 1827. Per giungere a questo, dovrà lottare strenuamente contro chi vorrebbe relegarla al mero ruolo di moglie, quando lei è destinata a essere molto di più. Ma nulla potrà fermarla dal suo proposito: portare a compimento il sogno del padre, un regno di Arborea unito e indipendente. -
Il sole nasce per tutti
Questo libro è la mano tesa di Lucia, un viaggio nella sua storia e nelle sue emozioni, ma anche tra le parole di donne e uomini del mondo della poesia, dell'arte, del cinema che l'hanno aiutata a scoprire fiducia, coraggio, resilienza. Perché anche dopo la notte più nera, il sole sorge per tutti.rnLucia Gravante è molto amata, soprattutto da chi segue il docureality ambientato in un collegio di cui è tra i protagonisti, per la sicurezza e la determinazione che sa infondere negli altri. Ma non sempre è stata così. Con parole sincere e senza filtri, Lucia torna agli anni in cui era una ragazzina insicura, timida e frenata dal senso d'inadeguatezza. Anche quando la vita ci riserva soltanto pensieri oscuri, non bisogna mai perdersi d'animo. Lucia ha imparato a lottare per trovare il suo posto nel mondo e ha capito che ognuno di noi può superare i condizionamenti e la paura di non farcela. Spesso la salvezza arriva da una mano tesa al momento giusto, da una frase che spalanca prospettive inaspettate, da una lettura in grado di mostrare che un'altra storia è possibile. Questo libro è la mano tesa di Lucia, un viaggio nella sua storia e nelle sue emozioni, ma anche tra le parole di donne e uomini del mondo della poesia, dell'arte, del cinema che l'hanno aiutata a scoprire fiducia, coraggio, resilienza. Perché anche dopo la notte più nera, il sole sorge per tutti. -
«Generosity». Un'agiografia di David Bowie
Uno scrittore visionario come Gianluigi Ricuperati interpreta il mito di David Bowie sotto la lente delle vite dei santi, con uno stile originalissimo, insieme emotivo e cerebrale. «Cosa ci può insegnare un santo laico? Parte da questa domanda, che l'autore si è posto, la stesura di un libro che commemora una delle cose più malinconiche che il mondo artistico per intero si troverà a dover celebrare il 10 gennaio 2021: i cinque anni dalla morte di David Bowie» - Francesca Angeleri, Corriere della SeraBowie, per me, è soprattutto un maestro religioso di generosità- Un maestro che parla per miracoli - le canzoni. David Robert Jones è stato un artista unico, ma la sua unicità - a differenza di altre rockstar - non si è basata su un modello tolemaico dell'ego, ma su una costellazione, su un arcipelago di incontri, relazioni, ispirazioni, modelli, amici, eroi e avventure. Tutte le persone più vicine al Duca Bianco, scomparso 5 anni fa, ne hanno sempre elogiato la peculiare generosità. D'altronde Bowie è quel tipo di persona che all'apice della fama appena conquistata ha dedicato immediatamente risorse, tempo ed energie per tirare fuori dal pantano emotivo esistenziale due tra i suoi miti, Iggy Pop e Lou Reed. La generosità non è dare un pezzo di ciò che si ha. È dare più di quanto si ha. Contraendo un debito con l'essere, si produce un'energia meravigliosa che funziona quasi come un pilota automatico. Inoltre, nel cuore del libro, l'autore ha inserito un vero e proprio racconto lungo in cui ha ridato vita a Nathan Adler, uno dei tanti alter ego di Bowie, rendendolo un antieroe nella ""guerra finanziaria"""" del nostro tempo. Uno scrittore visionario come Gianluigi Ricuperati interpreta il mito di David Bowie sotto la lente delle vite dei santi, con uno stile originalissimo, insieme emotivo e cerebrale. La storia del Duca Bianco, delle sue mille trasformazioni, delle sue canzoni e dei libri che ha letto attraverso gli episodi di generosità che costellano gli anni terreni di David Robert Jones, l'uomo delle stelle, il pensatore segreto, l'icona gender fluid, il crooner, l'attore, il pittore, il collezionista, il businessman."" -
Volevo una mamma bionda. Storia di un'adozione miracolosa
Susanna Petruni è stata un volto noto del Tg1. In questo struggente racconto ricostruisce la storia di sua figlia Stella, bambina di origine rom, e di un'adozione complicata e miracolosa. Tutto comincia nel 2010: Stella ha 4 anni e cerca di sopravvivere nonostante il padre padrone, nonostante le botte, nonostante non abbia una mamma, nonostante il poco cibo che, a fatica, riesce a procurarsi. Una mattina la polizia irrompe nel campo e la trova fuori dalla fossa in cui venivano nascosti i bambini per sfuggire alle retate. Denutrita, con i capelli lunghi fino ai piedi e piena di pidocchi. La bimba viene portata in una casa-famiglia. Ed è qui che il destino fa incontrare Stella con i futuri genitori. Ma niente è facile e i desideri a volte faticano a realizzarsi. Susanna e suo marito, in un iter complicato ma pieno di speranze, toccano con mano le difficoltà legate al mondo delle adozioni e dei bambini abbandonati; vengono truffati e le scartoffie burocratiche sembrano non finire mai. Fino a un evento straordinario: l'incontro di Susanna e suo marito con papa Francesco, che simbolicamente cambierà il corso degli eventi. ""Volevo una mamma bionda"""" è una storia forte, di amore e resilienza, scritta da una mamma che, con uno stile mai patetico o tragico, apre il cuore al lettore, rendendolo partecipe di un'avventura straordinaria e commovente."" -
I delitti dei semi d'arancia. Paris noir. Le indagini dei giovani artisti. Vol. 3
Quando l'arte si tinge di giallo tocca a tre giovani pittori risolvere crimini e delitti.Per una di quelle coincidenze di cui la vita è piena (o forse per un capriccio del fato), Berthe e Lisa furono le prime ad accorrere sul luogo. Nel salottino turchese di villa Bain-Mergnac era disteso uno splendido esemplare di femmina umana, per usare le parole di Charles Darwin. Ed era morta.Proprio quando sembra che il ricevimento di nozze dei Bain-Mergnac stia per concludersi, in una delle sale più defilate della villa si sente un grido agghiacciante. Una cameriera scappa inorridita e Berthe trova una splendida donna a terra, priva di vita. Poche ore più tardi, la giovane artista è con Claude e Pierre nell'appartamento di rue Sarrazin, decisa ad andare a fondo: la ragazza si chiamava Eloise e faceva la modella. Chi può averla accoltellata nel bel mezzo della festa? Ma ciò che i futuri maestri dell'Impressionismo ancora non sanno è che quello è solo il primo di una scia di delitti accomunati da un dettaglio misterioso. Sui cadaveri delle ragazze ci sono sempre dei semi bianchi e allungati. Semi d'arancia. Età di lettura: da 10 anni. -
Il ragazzo nel bunker. Storia di Bernard Mayer, sopravvissuto alla liquidazione del ghetto di Drohobycz
Diciassette mesi nascosti sottoterra: l'avventura di quarantasei ebrei nel diario di un ragazzo che sfuggì ai nazisti.Nei primi mesi del 1943 l'ombra della liquidazione incombeva sul ghetto di Drohobycz, una cittadina polacca ai piedi dei Carpazi. Gli ebrei scampati a due anni di occupazione nazista sapevano di essere condannati e cercarono di nascondersi in attesa dell'Armata rossa. Alcuni di loro, raccolti attorno alle famiglie Mayer e Schwartz, spesero le ultime risorse per costruire un bunker sotto una villa. Sedici persone, poi diventate quarantasei, si seppellirono in un buco di pochi metri, ma collegato alla rete elettrica e dotato di cucina. In quella comunità clandestina si pregava e si faceva l'amore, si cantavano canzoni yiddish, si giocava a scacchi e si litigava, sospesi tra il dolore per le atrocità vissute e il terrore di essere scoperti. Le notizie dal fronte arrivavano dalla radio, il cibo veniva fornito da un giovane ucraino ambizioso che nel bunker aveva due amanti. Nel racconto della loro lotta per la sopravvivenza, ricostruita grazie al diario e alla testimonianza di Bernard Mayer, allora quindicenne, Antonio Armano fa rivivere un luogo distrutto per sempre prima dalla Shoah e poi dal comunismo. Un mondo di mistici chassidim, affaristi senza scrupoli, eroi anonimi, personaggi romanzeschi quali Aron Szapiro, il geniale artefice del rifugio, soprannominato Al Capone per la somiglianza con il gangster, e lo scrittore Bruno Schulz, protetto dal nazista viennese Felix Landau, ma poi ucciso. Un mondo di persecuzioni, vendette feroci e ostilità inestinguibili nel quale gli ebrei, una volta usciti dalle loro tombe, dovettero riprendere a fuggire. -
L' uomo del fiume. I pensieri della foce
Con una scrittura magnetica e letteraria, pensata come una sinfonia, Raul Lovisoni si fa portatore di un'esperienza unica e radicale, capace di ponderare e illuminare tutte le riflessioni esistenti riguardo l'uomo, la natura, il mondo.«Nulla e nessuno è riuscito a impedirmi di remare sul fiume, in direzione ostinata e contraria.»Raul Lovisoni nella sua vita è stato molte cose: musicista, insegnante, deputato della Repubblica italiana, fine pensatore. Ma in questi ultimi anni, dopo essere sopravvissuto a un cancro, è diventato un uomo che ha riscoperto se stesso abbandonandosi ai ritmi della natura. Sulle rive dell'Ausa, in Friuli, e con la sua canoa, Lovisoni risale il fiume della sua infanzia e della sua intera vita e nel farlo tratteggia quella che è stata un'esistenza straordinaria fatta di passioni musicali e politiche, di rivoluzioni e sperimentazioni personali, alla ricerca della verità e dell'essenza della vita. Un Robinson Crusoe contemporaneo che si spoglia del benessere e del cicaleggio delle società contemporanee per abbracciare il senso profondo dell'essere al mondo, in mezzo alle bellezze di madre terra. -
L' ultimo ospite
Questa non è una storia di fantasmi. È la storia degli scricchiolii nelle case vuote, è il vento, una porta che si chiude. Non è niente. Potrebb essere tutto.All'inizio è solo una sensazione, un fastidio. L'odore di polvere mista a muffa, certo. Ma anche qualcosa di stonato, un dettaglio fuori posto. È questo ciò che prova Letizia quando mette piede per la prima volta a Olimpia d'Arsa, una villa antica e quasi in rovina in cui è costretta a rinchiudersi per qualche giorno con Flavio, il notaio che le ha dato un lavoro e una ragione per ricominciare. La proprietaria della casa è morta novantenne senza eredi né testamento e i lontanissimi parenti si sono fatti avanti come bestie avide e feroci, pronti a scannarsi tra loro per impossessarsi della tenuta. E di tutto quello che c'è dentro. Un incarico come tanti. Ma non questa volta. Sono solo piccoli dettagli che non combaciano, un cuscino spostato, una serie infinita di armadi nascosti nella boiserie, il cane di Letizia, che in quella casa non vuole entrare, e una luce azzurra, comparsa per brevi istanti una notte dalle bocche di lupo del seminterrato. Sono solo scherzi della mente, si ripete Flavio, compreso nella propria razionalità. Ma Letizia è certa che non sia così e la sua fervida immaginazione si accende quando trova oggetti infantili sepolti nella casa, ciocche di capelli biondi, muffole, piccoli trofei. Perché una donna senza figli né nipoti avrebbe dovuto conservarli? Perché avrebbe dovuto nasconderli? Ora Flavio e Letizia sono dentro senza possibilità di uscire e il più atroce dei dubbi si insinua nelle loro menti così diverse: e se non fossero soli? -
La speranza è una bambina ostinata. Pensieri notturni di un sognatore centenario
Pensieri notturni di un sognatore centenario«Questo è per me, oggi, la fede: dar credito a una promessa di vita infinita, perché ho finalmente capito che non posso fare a meno di sperare in essa. E la speranza è presente in me non per obbedienza al mio credo o alla mia Chiesa, ma perché sono uomo, ho dentro l'infinito e voglio la vita.», Nella lunga confessione contenuta in queste pagine, don Antonio Mazzi dà molto spazio alla speranza, un sentimento che non invecchia, che accomuna persone di fede e non credenti, che ci aiuta a guardare a noi stessi e agli altri fiduciosi di ricevere amore e salvezza e di poterne dare a nostra volta. Rivolgendosi idealmente a un giovane interlocutore, il sacerdote che ha dedicato la vita ai ""ragazzi cattivi"""" ripercorre alcune sue esperienze per consegnarci, in un amorevole testamento spirituale, i pensieri che più gli stanno a cuore: la dimensione vitale, corporea, universale del Vangelo; il senso di essere prete e padre; l'importanza dell'ascolto e dell'accoglienza; il ruolo del perdono; la bellezza della preghiera; la necessità di aprirsi agli insegnamenti paradossali di Gesù per vivere in pienezza. Con la passione, la schiettezza e l'energia che lo caratterizzano, don Mazzi ci trascina a scandagliare, insieme a lui, il mistero che riguarda tutti e ciascuno di noi."" -
Il supremo. Ascesa e caduta di un comandante del male
Armati di una prosa che intreccia romanzo e true crime, Andrea Galli e Giuseppe Lumia tratteggiano l'epopea di un'esistenza tenebrosa e insieme un mosaico storico, antropologico e sociale della criminalità organizzata, scavando a fondo per ricostruire la genesi di un regno del Male capace di unire globale e locale, innovazione e tradizione. Ma nemmeno il potere della 'ndrangheta è invincibile, e sul cammino del Supremo incombe un avversario più tenace, pronto a battersi senza tregua.rnQuesta è la storia di una lunga guerra, che affonda le radici nell'antica leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, approda sulle coste del Sud per tramutarsi in mito fondativo, bagna di sangue una regione e si impone nelle odierne connection criminali tra gli hub e le metropoli d'Italia, d'Europa, del mondo. Una storia così terribile da trascendere quasi la realtà, e che ha un protagonista d'eccezione. Cresciuto ad Archi, antico quartiere di Reggio Calabria che affaccia sullo stretto di Messina, Pasquale Condello milita precocissimo nelle cosche, diviene fidato scudiero del potente clan dei De Stefano, killer letale della prima guerra di 'ndrangheta e stratega vincente della seconda. Fino a diventare il numero uno: il Supremo. Dal contrabbando di sigarette negli anni Settanta all'esplosione del narcotraffico su scala internazionale, passando per le confluenze con sfere corrotte dell'imprenditoria, della politica e della massoneria deviata, lo scenario in cui si esprime l'irresistibile ascesa di Condello copre trent'anni di Repubblica italiana, lasciando un'interminabile scia di efferati delitti.