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Ampliamento dell'Accademia allo Scalo Farini. Indirizzi di un progetto architettonico. Catalogo della mostra (Milano, 27 febbraio-10 marzo 2019). Ediz. illustrata
"L'inaugurazione del suo nuovo anno accademico 2018-2019 all'ex Scalo Farini è l'espressione di una grande conquista per l'Accademia di belle arti di Brera, esito di un laborioso percorso che permetterà alla nostra antica istituzione di manifestare appieno le proprie eccellenze, nel cuore di quello che diventerà uno dei poli culturali più vivi nel futuro progetto di sviluppo urbanistico di Milano."""" (dalla presentazione di Ferruccio Resta)" -
Quaderno dell'Istituto di psicoterapia del bambino e dell'adolescente. Vol. 48: Modernità e complessità nelle attuali relazioni di cura.
In questo volume viene proposta una composizione di lavori che sono stati portati al Convegno Agippsa ""Identità, adolescenti alla ricerca di sé nella società complessa"""" (Milano 2017) e un estratto dei seminari clinici tenuti presso l'istituto nel 2017."" -
Bioetica e complessità. Il punto di vista di un biologo
Gli straordinari progressi compiuti dalla biomedicina nel corso del XX secolo vengono approfonditi attraverso la lente esperta dello scienziato di formazione medica. L'autore, ricercatore nel campo della biologia e della genetica, s'interroga sulle conseguenze etiche delle sofisticate applicazioni della conoscenza umana. Nonostante gli indiscutibili benefici per il genere umano e l'habitat che lo circonda, occorre aver consapevolezza dei possibili pericoli di un inadeguato impiego di queste scoperte. Da qui il richiamo a quel principio di responsabilità che dovrà costantemente accompagnare l'azione di quanti operano in questo delicato settore della ricerca. Questo volume raccoglie una parte certamente rappresentativa degli studi e degli interventi etico-scientifici prodotti dall'autore. -
Martin Heidegger. Pensare senza fondamenti
Il pensiero di Martin Heidegger vuole prendere le distanze dalla tradizione filosofica che intende come storia della metafisica. Il risultato che ne consegue consiste in una demolizione di ogni fondamento a partire, in particolar modo, dal principio di ragione, momento fondante non solo della gnoseologia moderna ma anche, secondo Heidegger, della sua ontologia. Heidegger, che resta al centro del dibattito filosofico, sale alla ribalta dell'attenzione mediatica per gli aspetti della sua lunga e tormentata esistenza, che hanno diviso gli interpreti in difensori e pubblici ministeri soprattutto dopo la pubblicazione degli Schwarze Hefte. Questa ricerca non intende entrare nella querelle sull'antisemitismo heideggeriano, ma non cerca nemmeno di evitare il problema, indagando il rapporto che il filosofo ebbe con il mondo ebraico. L'ipotesi di lavoro che si è tenuta presente è stata quella di un'anarchia del pensiero heideggeriano, di una totale assenza di fondamento (Abgrund), rispetto ai principi della riflessione metafisica, anche in virtù della voce dei poeti. -
A suon di parole. Il gioco del contraddittorio. Il format trentino del dibattito per l'innovazione della didattica
"A suon di parole. Il gioco del contradditorio"""" è la formula usata dagli autori per introdurre il dibattito nella scuola trentina dall'anno scolastico 2009-2010. Il modello di debate sviluppato ha la forma di un torneo tra classi che si sfidano attraverso l'argomentazione e la contro-argomentazione, in contraddittorio, e costituisce un fondamentale strumento di apprendimento di diverse conoscenze e abilità curricolari ed extracurricolari, nonché di educazione alla convivenza civile e alla cittadinanza attiva. L'intento di """"A suon di parole"""" è formativo piuttosto che competitivo e coinvolge intere classi, che utilizzano il dibattito nel loro percorso di formazione grazie alla forza maieutica dell'opposizione. Il format è stato realizzato a stretto contatto con i docenti e i dirigenti scolastici e si è diffuso anche oltre l'ambito della scuola perché si è rivelato adatto ad affrontare alcune tematiche poste dal territorio e dalla società civile. Le competizioni del torneo si svolgono sia in lingua italiana sia in altre lingue: rappresentano, pertanto, anche una valida metodologia per l'approfondimento in action della lingua madre e delle lingue seconde. Questo modello consente di approfondire nel curricolo il confronto dialettico in forma ludica e sorvegliata e di sviluppare abilità cognitive e non, di tipo relazionale e linguistico-comunicativo, diverse e integrate, che gli studenti imparano a gestire in modo autonomo e appropriato e con un alto grado di flessibilità. I saggi del libro presentano approfondimenti teorici e testimonianze didattiche elaborate e realizzate nella scuola trentina nel corso di questi anni di sperimentazione: strumenti di riflessione a cavallo tra risultati acquisiti e sfide formative per il futuro." -
Violenza delle parole parole della violenza. Percorsi storico-linguistici
La tematizzazione della violenza comporta l'assunzione della sua dimensione culturale, mutevole nello spazio e nel tempo, e della sua connaturata ambiguità, poiché la violenza si ascrive spontaneamente alla categoria del ""male"""" ma può essere giustificata in nome di un """"bene"""" o del """"Bene"""". Superato il concetto di """"civiltà"""" pregiudizialmente etnocentrico (prerequisito necessario ma non scontato), al cui vaglio ancora soggiace certa lettura dei fatti umani, la violenza perde i connotati dell'eccezionalità. Appare come elemento permanente e invasivo della storia umana, come una componente intrinseca ai comportamenti pubblici e privati, individuali e collettivi, quasi un dato impresso nel patrimonio genetico dell'umanità. In quest'ottica ogni cultura non può che incontrare varie forme di violenza e con esse variamente relazionarsi, per gestirle, neutralizzarle, indirizzarle, istituzionalizzarle, eventualmente fruirle. D'altra parte la violenza dell'essere umano non può essere ricondotta, in nome della sua riconosciuta generale pervasività, a mero fatto biologico, ad attitudine istintuale e animalesca, né liquidata come silenzio della coscienza, poiché trova sostanza nello """"scorrere ininterrotto di pratiche, discorsi, parole e gesti costitutivi e costituenti"""". Questo libro propone una riflessione articolata e multidisciplinare sul tema della violenza verbale, cioè individuabile nella comunicazione orale e scritta, letteraria e mediatica, privata e pubblica, in modo esplicito ma anche implicito o neutralizzato. L'obiettivo è quello di cogliere aree di intersezione e contiguità come elementi di rottura, registrabili nel passaggio fra una lingua e l'altra, ma anche fra diversi contesti storico-culturali, nella convinzione che maturare una più profonda coscienza della comunicazione sia strumento indispensabile per """"incontrare"""" l'Altro."" -
«Io Franco» di Manuel Vazquez Montalbán. Il travaglio dell'identità
Questo libro è uno studio monografico dedicato alla narrazione più ambiziosa e complessa di Manuel Vázquez Montalbán (Barcellona 1939 - Bangkok 2003), autore spagnolo noto in Italia soprattutto per la serie di romanzi polizieschi con protagonista Pepe Carvalho. Militante antifranchista che in gioventù aveva subito il carcere del regime, nel 1992 Vázquez Montalbán dà alle stampe un romanzo, ""Autobiografía del general Franco"""", che come recita il sottotitolo alla prima edizione """"riscatta dall'oblio tutta la crudeltà di un'epoca"""". Si tratta di un'autobiografia fittizia di cui, in questo studio, Silvio Battaglia individua i nodi più difficili da sbrogliare inquadrando fin da subito il romanzo dal lato della sensibilità che forgia l'individuo - in questo caso, il Caudillo - molto prima dell'educazione. L'indagine di Silvio Battaglia si avvale, fra gli altri, di Hannah Arendt e Massimo Recalcati, di Maurice Merleau-Ponty e Adriana Cavarero, di Giorgio Agamben e Mieke Bal, di Paul Ricoeur e Julia Kristeva. Prefazione di Elide Pittarello."" -
Atomi, corpi, amori. Saggio su Montaigne
Montaigne è davvero un premoderno ancorato all'estenuata mimica intellettuale di coloro che oggi amano presentarsi con l'abito multicolore dei postmoderni, come decretò Jean Starobinski in un libro famoso? La lente interpretativa di Carlo Montaleone offre una prospettiva molto diversa. L'immagine dell'autore dei Saggi profilata nelle pagine di Atomi, corpi, amori richiama piuttosto i caratteri di un pensatore ""lucreziano"""", che utilizzò la facoltà di raziocinio inflessibilmente, fino alle estreme possibilità offerte dal linguaggio. Il corpo, la malattia, il senso di sé e dell'alterità, l'immaginazione, il livellamento ontologico al quale non si sottrae alcun essere vivente, la complessità della comunicazione umana e infi ne l'artiglio acuminato dell'amore: sono questi i temi, o piuttosto i passages, che Carlo Montaleone affronta e che fanno di questo libro una ricerca profondamente nuova."" -
Vecchi maestri e nuovi mostri. Tendenze e prospettive della narrativa horror all'inizio del nuovo millennio
Se la letteratura di genere ha sempre rappresentato lo spazio privilegiato per l'emersione del represso e del non detto, che posizione occupa la letteratura dell'orrore nella nostra società, e quali angosce, tensioni, conflitti si incarica di incarnare e rappresentare, seppur in maniera filtrata e ambivalente? I contributi esplorano il rapporto tra vecchie e nuove forme dell'horror nei territori della letteratura globale contemporanea, del fumetto, del videogioco, del giornalismo. Le analisi spaziano da testi di King, VanderMeer, DeLillo, WuMing, Ligotti e Lovecraft a Dante's Inferno e Go Nagai; gli interventi teorici forniscono una fondamentale messa a punto per orientarsi nella galassia di un genere - l'horror - che non smette di espandersi e rinnovarsi. -
Abitudine e follia. Studi di storia della filosofia e della psicologia
Il dibattito sui temi dell'abitudine e della follia ha attraversato l'intero arco del pensiero filosofico e psicologico. Nonostante la loro apparente marginalità o appartenenza ad ambiti di discussione specifici e specialistici, abitudine e follia rappresentano a ben vedere due categorie dalle svariate implicazioni teoriche. Ponendosi, infatti, all'incontro di più prospettive d'indagine, esse hanno avuto la capacità di favorire l'interazione tra sapere medico, psichiatrico e psicologico, ma soprattutto di sollecitare lo sguardo filosofico e condurlo a una revisione dei propri presupposti. La natura stessa di questi fenomeni, d'altronde, richiede la collaborazione di competenze tra loro eterogenee, giacché entrambi si situano in una zona di confine e incontro, dove il fisico si unisce allo psichico e il pensiero entra in relazione con l'organico. Passando attraverso vari autori e dottrine - soprattutto appartenenti alla riflessione francese ottocentesca -, questo testo intende presentare differenti letture sui concetti di abitudine e follia, mostrandone il ruolo nello sviluppo del pensiero filosofico e psicologico. -
L' inførme
L'informe, figlio incerto della volontà di metter fine al rapporto tra Kunst und Rasse (1928), è furiosa dinamo che sconvolge e scompagina - sin dentro la sua esasperata dialetticità - tutto quel che assieme a esso alberga nella rivista ""Documents"""" (1929-30). Grave errore sarebbe, dunque, considerarlo nei limiti del vocabolo o dell'immagine: esso è quasi l'estremo di un fuor-di-segno, indecifrabile e capace di mimare la propria presenza sul """"foglio del mondo""""; romito nella propria invisibile solitudine, lì dove """"ciò che è inganna il suo affermarsi"""". L'intento di questo lavoro d'analisi è di far risorgere quella criticità che l'ha generato rivolgendola contra Magistros Fetiales: criticità che non s'appresta al gioco della pacata inquietudine del ricercatore, bensì al manifesto gusto d'un verso ravacholiano; criticità necessaria affinché si surscriva quell'ipotesi figural-estetica alla quale l'informe era stato relegato e lo si restituisca alla casa del nulla, lì dove è d'ufficio e dove potrà esser funzione di destituenza."" -
Grisha Bruskin. Lessico fondamentale
Dalla leggendaria asta organizzata da Sotheby's a Mosca il 7 luglio 1988, una tela di Grisha Bruskin, Fundamental'nyj leksikon, cambiò per sempre la valutazione dell'arte contemporanea russa. Al di là della quotazione allora ottenuta - che meritò la prima pagina del ""New York Times"""" - quell'occasione consacrò agli occhi del mondo la fisionomia lucida, analitica, visionaria di un artista capace di rivelarci le profonde analogie tra mondo ebraico e impero sovietico, di progettare affascinanti prospettive di archeologia del futuro, di dare forma all'inquietante terrore che pervade la nostra epoca, costantemente alla ricerca di un nemico. La monografia di Silvia Burini rilegge per intero il percorso dell'artista ma riempie più di un vuoto nel panorama della storia e della critica dell'arte contemporanea europea: chiarisce """"perché dobbiamo occuparci dell'arte russa"""" anche in Italia (in Germania e nei paesi anglofoni lo si fa da tempo, senza che questo costituisca una sorta di stravagante devianza). Il volume è un'originale riconsiderazione dell'arte russa e sovietica che connette organicamente per la prima volta l'attualità e la storia senza i superflui ideologismi della critica, grazie all'attento impiego di uno strumento di analisi efficace e appropriato, quello della semiotica della Scuola di Tartu, che Silvia Burini, la maggior specialista in Italia della riflessione di Jurij Lotman, gestisce con grande consapevolezza."" -
Melchiorre Sessa tipografo ed editore (Venezia 1506-1555)
Melchiorre Sessa e i suoi eredi furono, prima di tutto e in senso pieno, editori. La loro attività si estendeva sui due versanti dell'editoria, quello della produzione e quello della vendita dei libri. Da una parte erano attenti agli autori, ai testi e alla loro resa tipografica, in una parola alla formazione del catalogo, anche grazie ad accordi con altri tipografi più di loro versati in particolari tipi di testi. Sul versante delle vendite i Sessa si inserirono con efficacia su una rete commerciale già ben consolidata che, partendo da Venezia, consentiva di far giungere ogni sorta di mercanzie in tutta Italia. Dobbiamo, pertanto, essere grati a Silvia Curi Nicolardi che, in anni di continuo lavoro in archivi, biblioteche e ultimamente anche sulla rete, ha costruito questa bella macchina di documentazione e di analisi delle edizioni di Melchiorre Sessa, cui possiamo d'ora in poi attingere con grande profitto per la conoscenza della sua produzione editoriale, specchio fedele della vita e della cultura veneziana e italiana del Cinquecento. -
Vita nello spazio. Sull'esperienza affettiva dell'architettura
Sin dalla fine del XIX secolo, il termine spazio ricorre costantemente nella letteratura architettonica: tuttavia, a fronte di questa centralità, la riflessione teorica in merito appare oggi inadeguata, minata da una vaghezza che la rende inapplicabile come strumento per la pratica del progetto. Nelle scienze umane, negli ultimi venti anni si è assistito a uno spatial turn che ha investito trasversalmente la geografia umana, l’antropologia e la filosofia, con ramificazioni nelle scienze cognitive. Le ricadute di questa evoluzione culturale sull’architettura sono state occasionali e asistematiche: questo volume si pone dunque l’obiettivo di declinare tali saperi verso il progetto architettonico, tramite la descrizione di un modello di spazio che tenga conto della complessità e ricchezza dell’esperienza che il soggetto fa dell’ambiente. Al centro dell’indagine viene posta la relazione dinamica tra percezione, movimento ed emozione, basata sulla corporeità del soggetto e sulla sua risposta preriflessiva. -
To the digital observer. Il cinema giapponese contemporaneo attraverso il monitor
Nel 1979 Noël Burch pubblicava ""To the distant observer"""", uno dei testi più noti e discussi sul cinema giapponese. Cos'è cambiato quarant'anni dopo? Che ne è stato di quell'osservatore e di quella distanza? In un contesto digitale, polimorfo e convergente, il cinema giapponese è mutato nella sostanza, ma non solo: nuove pratiche discorsive e di fruizione hanno trasformato la sua ricezione all'estero, favorendo l'emergere di determinate sue espressioni a scapito di altre. Tra i nuovi osservatori digitali del cinema giapponese, rilocato su una moltitudine di schermi, troviamo non solo cinefili a caccia di cult movies, ma anche folte schiere di """"cosmopoliti pop"""" attratti da un'immagine diversamente giapponese. Nelle loro pratiche virtuali, sia gli uni che gli altri contribuiscono a portare in superficie e a riplasmare questa immagine: diffondendola e sollecitando nuovi tipi di performance culturale, ma anche disperdendone la """"fragranza"""" e occultando tutto ciò che vi si cela dietro."" -
La filosofia futura (2018). Vol. 11: Sul linguaggio.
La filosofia futura mette in questione quella che da sempre è ritenuta una evidenza assoluta, secondo la quale ogni cosa del mondo è soggetta all'eterno flusso del divenire. La filosofia futura mostra che tale evidenza è il perimetro all'interno del quale il pensiero occidentale da sempre si stabilisce, e la civiltà dell'Occidente, ormai planetaria, va manifestandosi. L'uomo va alla ricerca del rimedio contro l'angoscia del divenire perché, innanzitutto, crede che il divenire esista. Quando si inizia a mettere in discussione questa fede, si incomincia a mettere in questione la logica stessa del rimedio. -
Prospettive su Wagner. Filosofia, musica e letteratura
Il volume raccoglie i contributi di un gruppo di studiosi che si sono confrontati sull'opera di Richard Wagner; si tratta del risultato di una serie di seminari, diretti da Giuseppe Di Giacomo, che hanno coinvolto filosofi, musicologi e studiosi di letteratura. I contributi interpretativi e teorici presentati da questa raccolta di saggi rappresentano una molteplicità di voci che mostrano come sia possibile avvicinarsi a un'opera tanto complessa e profonda, senza la presunzione di raggiungere alcun risultato definitivo. Da questo punto di vista, filosofia, letteratura e musicologia determinano lo spazio dell'indagine su un artista essenziale per la comprensione della modernità musicale e della cultura dell'Ottocento e del Novecento. -
Verbum et imago coincidunt. Il linguaggio come specchio vivo in Cusano
I saggi qui raccolti sono dedicati alla natura, al potere e alla finalità della parola e dell'immagine nel pensiero di Niccolò Cusano. Una metafisica del linguaggio si esprime in un complesso coordinato di congetture che è in grado, da un lato, di abbracciare e sovrapporsi a tutto il reale e, dall'altro, di tradurre la verità, sebbene sempre in modo approssimativo ed enigmatico. La parola, in cui alberga il germe della sapienza, può distendere il suo valore veritativo secondo la logica transitiva della ragione oppure intensificare la propria carica simbolica nel segno di una scienza enigmatica. Il piano della congettura vibra, allora, tra la raffigurazione e l'enigma, tra la positività dell'immagine e la lontananza della verità. La congettura è, nel contempo, immagine della divinità e rappresentazione della natura, stretto varco verso il nascosto e l'incommensurabile e passaggio all'esperienza del mondo sensibile. La parola congetturale, inoltre, è in grado di rappresentare lo statuto dell'essere umano: un ente che è insieme viva immagine di Dio e problematica contrazione della divinità. -
Rete oppio dei popoli. Internet, social network, tecno-cultura: la morsa digitale della civiltà
Tutti oggi celebrano la vita online. Fruitori disinteressati, entusiasti sostenitori, ma anche critici e alternativi, non hanno dubbi: la tecno-cultura, di cui internet e i social media costituiscono il suggello più moderno, è una manna. Eppure, a trent'anni dall'invenzione del web, è sempre più chiaro che la promessa di un mondo trasformato in un villaggio globale di persone libere e sapienti è stata solo l'ennesima esca. Quel che la rete ha portato nella nostra vita non ha nulla a che fare con ciò che gli illusionisti della Silicon Valley (e i loro missionari disseminati ovunque) hanno promesso e continuano a spacciare: mentre si regge sulla sistematica distruzione del pianeta e sullo sfruttamento schiavistico di popolazioni intere, la società digitale sta compromettendo gli ultimi residui di socialità e di autonomia individuale, rendendo ogni soggetto un utente indifferenziato sempre più isolato, omologato, dipendente dal tecno-mondo. Allo stesso tempo, rinchiude tutti in un claustrofobico universo di sintesi totalmente programmato, mercifi cato, iper-sorvegliato. Enrico Manicardi prosegue qui la sua analisi critica della modernità. La società dell'interconnessione non è una ""rivoluzione"""": è solo l'ultima fase di quella millenaria guerra alla natura che abbiamo chiamato civiltà."" -
Odissea embrionale. Fecondazione in viro, eterologa e surroga di gravidanza: problemi di salute, giuridici e sociali
Le tecnologie riproduttive rappresentano un'arena di conflitto che attraversa appartenenze politiche e religiose, campi del sapere e movimenti sociali (pensiamo alle fratture nel femminismo e nella galassia Lgbtia Queer). Questo lavoro è frutto di un approccio multidisciplinare: offre contributi di tipo medico, giuridico, sociologico e scritti politici. Ospita idee diverse e anche confliggenti su alcuni nodi riguardanti eterologa e surroga di gravidanza - aprendo interrogativi anche sulle tecniche di fecondazione in vitro, di cui non si possono più tacere i rischi per la salute di bambini e bambine. Un'altra peculiarità di questa raccolta è la presenza di contributi sia accademici sia provenienti dal mondo dell'attivismo - ove persiste la difficoltà di trovare una posizione ""mediana"""" tra il divieto assoluto ben motivato dal fronte abolizionista e un neoliberismo riproduttivo, acritico nei confronti delle tecnologie e dei suoi costi umani. Forse proprio questi ultimi - finora rimossi dal dibattito - possono rappresentare un terreno di ricomposizione politica.""