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La valutazione della scuola. A che cosa serve e perché è necessaria all'Italia
Non è la bacchetta magica, ma un moderno sistema di valutazione può aiutare la scuola italiana a rinnovarsi, evitando i rischi di declino. Come? Fornendo analisi per capire le debolezze del nostro sistema d'istruzione e le ragioni dei suoi ritardi. Offrendo a ciascuna scuola strumenti di diagnosi per fare meglio il proprio lavoro e migliorare i risultati degli studenti. Infine, mettendo a disposizione delle famiglie efficaci bussole per orientarsi. Ne è convinta la Fondazione Agnelli, che arriva a questo rapporto dopo un lungo percorso di ricerca. Non mancano certo i dilemmi da affrontare. Chi valutare? I singoli docenti, le scuole, il sistema scolastico nel suo complesso? Con quali strumenti? Quale uso fare dei risultati della valutazione? E, soprattutto, come costruire il consenso e guadagnare la fiducia degli insegnanti, superandone le resistenze? Un quadro della valutazione della scuola in Italia e le soluzioni possibili, a partire dalle evidenze che vengono dalla ricerca, dall'esperienza internazionale e dalle sperimentazioni nazionali. -
Si dice? Non si dice? Dipende. L'italiano giusto per ogni situazione
Si dice o non si dice? Più di una volta la risposta secca si o no lascia dubbiosi, perfino scontenti. Perché lo spazio linguistico dell'italiano è vasto come una galassia e non si può ridurre tutto alle due stelle fisse del sì e del no. Per orientarsi, ci vuole una mappa tridimensionale. Come questa, che spalanca al lettore la terza - decisiva - dimensione: quella del dipende. Moltissimi sì e no, in effetti, dipendono da una serie di fattori: dalla situazione, dal mezzo di comunicazione, dall'interlocutore, dal tipo di testo, dagli effetti che si vogliono ottenere. A me mi piace? Sì? No? Dipende! Penso che sei? Sì? No? Dipende! Al ragazzo della V B e al senatore della Repubblica diremo no: nel tema sui Sepolcri, nell'intervento a Palazzo Madama, non è proprio il caso di esprimersi così. Ma alla persona che chatta in rete, al romanziere che ricrea il dialogo tra due amici, diremo: sì, va benissimo. La grammatica non è piatta: la lingua ha, come i parlanti che la abitano, una sua profondità che è utile e bello cogliere. Questo libro indica, caso per caso, come muovercisi dentro con la consapevolezza di fare sempre la scelta più felice. -
L' impero del Mandato Celeste. La Cina nei secoli XIV-XIX
La Cina è ormai un argomento di cui tutti parlano e scrivono, nella consapevolezza del suo crescente ruolo nel mondo. Eppure i grattacieli di Shanghai e i monasteri buddhisti, Piazza Tiananmen e il Tempio del Cielo pongono più di un interrogativo. Il passato riaffiora continuamente nel presente così come ce lo ha ricordato la comparsa e poi la scomparsa, nella primavera del 2011, di una possente statua di Confucio nella Piazza della Pace Celeste. Un quadro della Cina degli ultimi secoli rivela la complessità di questa civiltà che ha seguito un suo sviluppo autonomo e continuo sino a oggi. Se la Cina imperiale copre un periodo bimillenario e fondamentale nello sviluppo dell'umanità, la comprensione della Cina attuale non può prescindere dalla conoscenza della sua precedente 'unità imperiale'. Il periodo in esame va dalla fine del XIV secolo al XIX e corrisponde alla fase della maturità dell'impero e alla durata delle due ultime dinastie, dall'ascesa dei Ming (1368-1644) alla vigilia della proclamazione della Repubblica (1911). Partendo dall'evoluzione istituzionale dello stato pur nel solco della tradizione, Paolo Santangelo si sofferma sui rapporti col mondo esterno, l'economia, la stratificazione sociale e le varie forme di aggregazioni, la famiglia, il ruolo della donna, le ideologie e le religioni, la religiosità e i sistemi etici, la vita privata e il modo di rappresentare le passioni quotidiane. -
«Senza proprietà non c'è libertà». Falso!
La proprietà privata, celebrata come base della libertà della persona, fonda il nostro intero sistema giuridico, economico e culturale. Ma è un nodo ideologico: mettiamolo in discussione e ci porremo domande essenziali. Perché la libertà è concepita come accumulo senza limite? Perché l'ineguaglianza è pensata come una condizione naturale e non come un'ingiustizia sociale? Perché nella proprietà privata non abbiamo riconosciuto un potere che sottrae a tutti natura e beni comuni? Sciogliere il legame fra proprietà e libertà obbliga ad avvicinare un vaso di Pandora di contraddizioni della modernità che troppi, anche i più insospettabili, non si sentono di scoperchiare. -
Ricostruire la speranza
"Se io fossi un ragazzo, non avrei tanta voglia di parlare con adulti piagnucolosi e impauriti, oppure rabbiosi e incattiviti con il mondo. Per questo invito tutti a ricominciare a dimostrare amore per le nuove generazioni, fiducia nelle loro capacità e possibilità. Dare """"valore all'altro e costruire relazioni non è un gesto isolato, è un processo continuo che si deve percorrere con determinazione e volontà. E grazie alla speranza che molte persone hanno potuto cambiare vita, anche attraverso percorsi tortuosi. Il mio lavoro è costruire speranza, che nella pratica quotidiana traduco con 'cercare il cuore per costruire progetti'"""". Cambiare è possibile: è quello che insegna l'esperienza di un prete in prima linea nell'impegno verso i giovani, nelle carceri minorili e in un'importante comunità di accoglienza." -
La città del Seicento
La storia urbana del Seicento, un'epoca che ha segnato il volto dell'Europa: dall'ascesa di Francia e Inghilterra come monarchie nazionali moderne all'emergere delle capitali nordeuropee, alle città dell'Europa cattolica, la cui immagine si confronta con Roma, dove immense risorse sono convogliate nella costruzione di una città straordinaria per fasto ed efficacia persuasiva e per la quale viene coniato l'aggettivo ""barocco""""."" -
Filiere produttive e nuova globalizzazione
Sotto la spinta della globalizzazione è in atto una trasformazione strutturale del sistema produttivo italiano. Istituzioni pubbliche e banche sono chiamate a governare tale processo, a comprenderne le dinamiche, a conoscerne la realtà e gli sviluppi. I processi produttivi sono tipicamente costituiti da una serie di stadi sequenziali. Da questo punto di vista, la produzione dei moderni computer non risulta assai diversa da quella degli spilli durante la Rivoluzione Industriale alla fine del XVIII secolo in Inghilterra. Tuttavia, oggi le catene del valore sono diventate globali, mediante una frammentazione e rilocalizzazione internazionale dei processi produttivi che ha determinato una nuova divisione internazionale del lavoro. Questo fenomeno viene denominato 'nuova globalizzazione' ed è stato favorito dalla rivoluzione tecnologica delle ICT che, affiancandosi alla riduzione dei costi di trasporto e delle barriere tariffarie, ha ridotto i costi di coordinamento a distanza di attività complesse. La frammentazione internazionale della produzione ha modificato in modo rilevante il volume, la composizione, le modalità, gli impatti del commercio internazionale e quindi l'interdipendenza tra le economie delle nazioni partecipanti alle filiere globali. Nel presente volume si approfondiscono le implicazioni delle filiere globali e si esaminano le indicazioni derivanti per la politica economica inquadrandole nel contesto dell'Italia. Prefazione di Roberto Nicastro. -
Gheddafi. Una sfida dal deserto
20 ottobre 2011, il colonnello Gheddafi cade in un'imboscata nei pressi di Sirte e viene ucciso dopo uno spietato linciaggio. L'immagine del suo volto ferito fa il giro del mondo. Si conclude così la sua parabola di più di quarant'anni ininterrotti di potere. Il suo sogno autoritario di leader dei leader arabi, re dei re dell'Africa e imam dei musulmani, come amava definirsi, si è infranto quando migliaia di giovani arabi hanno dato vita a una rivolta civile alimentata da forze esterne e supportata da forze aeree della coalizione patrocinata dalla Nato. Una fine violenta per un regime autocratico. Ma una fine che, sotto la bandiera del ripristino della democrazia e dei diritti umani, nasconde in realtà gli interessi dell'Occidente per una nuova spartizione delle ingenti risorse del paese. Angelo Del Boca accoglie la sfida di una biografia a tutto tondo e racconta le molte facce del leader libico: lo statista, l'agitatore, il politico, il dittatore... -
La mafia non ha vinto. Il labirinto della trattativa
Se la trattativa fosse un reato, se lo Stato avesse ceduto, se la mafia avesse tratto benefici, allora le istituzioni sarebbero colpevoli. Ma non è così. Giovanni Fiandaca e Salvatore Lupo sostengono una tesi sorprendente: l'impianto accusatorio del pool di magistrati di Palermo non regge, i comportamenti di cui all'accusa non sono reato e Cosa Nostra non è stata salvata. Perché dunque si è scelto di celebrare questo processo? Perché gli italiani hanno bisogno di pensare che la mafia abbia vinto (e debba sempre vincere)? Uno sguardo nuovo su un processo ricco di ambiguità, di coni d'ombra, di nodi tecnici da sciogliere, nel quale si fondono e si confondono tre piani: giudiziario, storico-politico, etico. -
Stato e avanguardie cosmopolitiche
Gli autori che si rifanno al cosmopolitismo iniziano la riflessione da una visione ideale di come le leggi dovrebbero essere, ma omettono di considerare gli individui come essi sono; per contro, gli autori statisti perlopiù partono da un'analisi realistica della società ma tralasciano di considerare le potenzialità di trasformazione radicale delle leggi. In questo libro si propone una versione di cosmopolitismo concepito come agire politico di avanguardia. L'analisi è radicata in una concezione dialettica della giustizia sociale e dimostra come sia possibile promuovere la desiderabilità normativa dell'ideale cosmopolitico di eguaglianza grazie al contributo di forze politiche progressiste contenute nello Stato. -
Introduzione alla lettura del «Decameron» di Boccaccio
Questo libro introduce all'opera che ha mutato il cammino dell'intera narrativa occidentale attraversandone la storia compositiva, l'architettura della narrazione, i temi e il sistema dei personaggi, le coordinate della lingua e dello stile, così da proporne una nuova interpretazione complessiva. -
I demoni del potere
È stata l''invenzione della città' la grande innovazione che ha avviato la pratica di addomesticamento del potere. Al riparo delle sue mura, nello 'spazio protetto' da cui sono state tenute fuori le forze del caos, è stato possibile cominciare a porre sotto controllo le potenze distruttive con cui si era espressa fino ad allora la natura selvaggia del dominio. E immaginare un modello di ordine a dimensione umana. I due miti fondativi, di Medusa e di Perseo, da un lato, e delle Sirene e di Ulisse, di cui si occupa questo libro, dall'altro, raccontavano appunto questo passaggio dal 'numinoso' (e dal 'mostruoso') all''umano': questa sorta di trasformazione del carattere 'demoniaco' del potere, da entità selvaggia e incontrollata a strumento assoggettato a un qualche progetto 'civile'. Che accadrà ora, nel momento in cui la solidità dei 'luoghi' sembra vacillare e sciogliersi sotto la spinta travolgente dei 'flussi' finanziari, e quelle linee di confine farsi incerte e permeabili, esposte alle minacce dei primordiali 'demoni del potere'? -
Questo è il punto. Istruzioni per l'uso della punteggiatura
Si può imparare a usare la punteggiatura divertendosi come quando si guarda un film? La risposta è sì, se a spiegarci come e dove mettere il punto e la virgola ci pensa una sceneggiatrice con un passato da linguista. Ecco che allora, tra una divagazione narrativa e l'altra, il grande narratore russo Isaak Babel' si trova catapultato nello stesso universo di Perry Cox - il medico scorbutico e irresistibilmente comico della serie televisiva Scrubs creata da Bill Lawrence - per aiutarci a capire come va usato quell'insieme astruso di segnetti che costituisce la punteggiatura. Francesca Serafini usa tutto questo e molto altro (attingendo gli esempi a un serbatoio variegato di materiali: dalla grande letteratura al videogioco, dai social network alla linguistica scientifica) per dimostrare come, per imparare a usare punti e virgole, bisogna superare la vecchia concezione secondo cui la punteggiatura serve a riprodurre nello scritto le pause della respirazione nel parlato. I segni interpuntivi sono infatti, prima di tutto, un prezioso strumento sintattico che, usato consapevolmente, rende chiara la scrittura ed efficace la comunicazione. Nella guida pratica contenuta nel libro, a ogni segno corrispondono regole ed eccezioni d'autore, in una successione di consigli utili a chiunque scriva per mestiere, per passione o semplicemente per comunicare, in un'epoca in cui - tra Facebook, Twitter, e-mail e sms - la scrittura, a dispetto della complessità, conosce un'espansione sorprendente. -
Potere e contropotere nell'età globale
Sempre più individui commerciano su scala internazionale, hanno un lavoro internazionale e amori internazionali, si sposano, vivono, viaggiano, consumano, cucinano in una dimensione internazionale, i loro figli vengono educati in un contesto internazionale, cioè plurilingue, e nel 'nessun-luogo' generalizzato della televisione e di Internet. Sta prendendo forma una nuova politica delle frontiere, un intreccio di mancanza di confini, vecchie e nuove dinamiche, che però devono essere comprese non più in termini nazionali, bensì in chiave transnazionale, entro il quadro di riferimento di una politica interna mondiale. Dobbiamo avere l'intelligenza di staccarci dalla fissazione su ciò che ci è familiare e immediatamente vicino e accettare che le esistenze divise in più luoghi, la mobilità permanente, il numero crescente di persone con doppi passaporti, sono già una realtà imprescindibile. Se la globalizzazione è fatta dai potenti contro i poveri, l'immaginazione cosmopolita rappresenta l'interesse universale dell'umanità per se stessa. ""Ciò a cui mi riferisco sono i valori della pluralità riconosciuta e vissuta, che pervadono tutte le istituzioni sociali e i contesti storici. È il tentativo di ripensare l'interdipendenza e la reciprocità al di là dell'arroganza nazionale, nello spirito di un realismo cosmopolitico che apre e affina lo sguardo sulle reti 'giocali' in cui viviamo e agiamo""""."" -
Romagna mia!
"Non avrei mai potuto scrivere questo racconto della mia Romagna senza gli anni di studio forsennato ai tavolini del Bar di Sopra, a Casola Valsenio (Paese dei Matti, di Alfredo Oriani, delle Erbe Aromatiche e dei Frutti Dimenticati). Mi sono ammollato nell'avventura di questo libro anche per dare un po' di pace alla folla di voci che mi fanno compagnia da una vita intera, e che non stanno mai zitte. In una terra di chiacchieroni come la nostra, popolata da gente che bacaglia da mattina a sera, il passato e il presente si mischiano in continuazione e niente ha mai davvero un principio e una fine. E come unità di misura, ho usato la mia dolcissima e sgangheratissima famiglia. Mi è stata donata una infanzia selvatica e """"ingavagnata"""", dignitosamente povera e felice, trascorsa in un minuscolo appartamento delle Case Popolari insieme a mia mamma e i miei nonni materni, gli unici nonni che abbia mai avuto; non avevo nemmeno bisogno di andare al cinema per godere di un qualche spettacolo, mi bastava aspettare l'ora di pranzo, e qualcosa di mirabolante sarebbe sicuramente accaduto. Sono uno degli ultimi della mia generazione a essere nato in dialetto, tra persone che parlavano solo quello, e sono cresciuto in una lingua meticcia italiano romagnola in cui le cose accadevano diversamente.""""" -
Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce
Una società priva di memoria e di registrazioni è inimmaginabile, poiché ogni ruolo e ogni accordo poggia sulla memoria, e ogni comportamento sull'imitazione: ecco perché gli archivi e i documenti sono centrali nella vita della società e dei singoli. La centralità della 'documentalità' è ancor più evidente di fronte ai fenomeni macroscopici degli ultimi anni: l'esplosione dei sistemi di registrazione e di scrittura, dai computer ai telefonini al web, che non solo hanno trasformato la nostra quotidianità, ma che hanno anche messo in luce l'essenza della realtà sociale, il fatto cioè di basarsi in modo non accidentale, ma essenziale, su iscrizioni e registrazioni. -
Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione
Ha spezzato l'immagine di una Chiesa matrigna, ha rifiutato la pompa imperiale, non conosce barriere tra credenti e non credenti, nessun pontefice europeo ha vissuto come lui la miseria degli emarginati, è vicino alle angosce di uomini e donne di ogni credo. È immerso nella modernità, pratica la tenerezza e la compassione. Ma in Vaticano crescono le resistenze ai suoi audaci programmi di rifondazione della Chiesa come la partecipazione dei vescovi al governo ecclesiale, l'inserimento di donne ai vertici decisionali, l'approccio nuovo a divorziati e omosessuali. Ripulire lo Ior e le finanze vaticane è una fatica immane. L'episcopato italiano è un problema per il papa argentino. La rivoluzione è agli inizi: l'esito è incerto e il tempo non è molto. ""Francesco tra i lupi"""" è la storia, mai raccontata prima, delle sfide nascoste alla rivoluzione di Bergoglio e dell'opposizione al papa più popolare dei nostri tempi, con particolari inediti sulla sua elezione."" -
Mafia republic
"Mafia Republic si basa su due semplici principi: il primo è che fra le tre grandi mafie italiane esistono molte più differenze di quanto potrebbe sembrare a prima vista. L'altro principio è che a dispetto di queste differenze le mafie hanno molto in comune, innanzi tutto il rapporto perverso con lo Stato italiano. Uno Stato in cui si sono infiltrate, con cui hanno collaborato, contro cui hanno combattuto. L'Italia non ha entità criminali statiche e solitarie, ma un ricco ecosistema malavitoso che continua ancora oggi a generare nuove forme di vita."""" Questo è il racconto di una storia lunga più di sessant'anni che si intreccia in molte, troppe, fasi con quella della Repubblica italiana." -
La presa di potere dell'inquisizione romana (1550-1553)
I primi anni Cinquanta del Cinquecento vedono uno scontro durissimo tra il Sant'Ufficio e papa Giulio III, sempre più in conflitto con gli inquisitori che di fatto non riconoscono la sua autorità, ma troppo debole e screditato per proporre una linea alternativa. La battaglia si apre con il lungo e drammatico conclave del 1549-50, quando Gian Pietro Carafa (il futuro Paolo IV) non esita a formulare esplicite accuse di eresia contro alcuni dei più autorevoli esponenti del sacro collegio. Forte del suo ruolo istituzionale di supremo difensore della fede, il Sant'Ufficio riesce a imporre il primato dell'ortodossia teologica su ogni altra considerazione di natura politica e pastorale, ergendosi cosi al rango di supremo tutore e garante della Chiesa e del suo magistero. A dispetto degli ordini del pontefice, l'Inquisizione continua ad accumulare prove e documenti processuali per eliminare i propri avversari anche avvalendosi delle denunce di persone screditate o di documenti falsi. Massimo Firpo tratteggia un quadro inatteso delle origini della Controriforma, colte negli aspri conflitti ai vertici della Chiesa di Roma, con esiti destinati a lasciare un segno profondo e duraturo sulla sua identità storica, teologica e pastorale. -
«Dobbiamo restituire fiducia ai mercati». (Falso!)
Oggi la speculazione domina la finanza. La finanza controlla l'economia. L'economia determina le scelte politiche. La politica impatta sulla vita delle persone. Quello che dobbiamo fare è semplicemente ribaltare l'attuale scala di valori e leggere al contrario le frasi precedenti.