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""In democrazia il popolo è sempre sovrano"" Falso!
Oggi quasi tutti gli Stati, i partiti, i movimenti politici si dichiarano democratici. Abraham Lincoln definì la democrazia ""il governo del popolo, dal popolo, per il popolo"""". Nelle democrazie del nostro tempo le cose stanno proprio così? Sembra ormai che il popolo faccia da comparsa in una democrazia recitativa: entra in scena solo al momento del voto. Poi, nella realtà, prevalgono le oligarchie di governo e di partito, la corruzione nella classe politica, la demagogia dei capi, l'apatia dei cittadini, la manipolazione dell'opinione pubblica, la degradazione della cultura politica ad annunci pubblicitari. E se nelle democrazie attuali questi fossero tratti non contingenti ma congeniti?"" -
Il potere della cucina. Storie di cuochi, re e cardinali
Maestro Martino è cuoco al servizio del cardinale e condottiero Ludovico Trevisan. Vive in prima persona la grande rivoluzione culturale dell'Umanesimo e, involontariamente, ne diventa uno dei protagonisti. Il suo libro di ricette, tradotto in latino ed edito dall'umanista Platina, diventa la base della rivalutazione del buon cibo e della buona cucina, dopo secoli di condanna al girone della golosità. Bartolomeo Scappi è il secondo maestro. Cuoco di tre cardinali e di due papi, dovrà vedersela col furore ascetico e controriformatore del suo ultimo datore di lavoro, il papa santo Pio v, che abolirà il carnevale e introdurrà a Roma leggi feroci contro le prostitute, gli adulteri e il lusso. All'apice della carriera dovrà rinunciare a cucinare dato che il suo padrone è un austero digiunatore, ma avrà così il tempo di scrivere il più importante libro di cucina della sua epoca. François Vatel è il terzo celebre cuoco, nonché l'interprete - tragico - della nouvelle cuisine di Luigi XIV. Per Luigi il di Borbone, l'Alessandro Magno di Francia, vincitore a 22 anni delle invincibili armate spagnole, organizza un grande ricevimento al castello di Chantilly - ospite d'eccezione Luigi XIV - di cui però non vedrà la fine. Muore suicida, apparentemente per un'assurda mancanza di... pesce. Percorrendo le vite di questi tre celebri cuochi attraverso Umanesimo, Rinascimento e Barocco, scopriamo la cucina, il gusto, le ricette del tempo, ma anche i raffinati giochi di potere che presero vita, come accade ancora oggi, sulle tavole di allora. -
Il pregiudizio universale. Un catalogo d'autore di pregiudizi e luoghi comuni
Pregiudizi, luoghi comuni, credenze:rn«sono tutte quelle cose che ognuno di noi crede di sapere sulla base non di una vera informazione, ma di una percezione più o meno passivamente condivisa. Come recita un facile aforisma, d’altronde, il pregiudizio peggiore è quello di chi crede di non avere pregiudizi.» (dall’Introduzione di Giuseppe Antonelli)rn«Un manuale utile per stare al mondo, sia perché dà informazioni di sostanza su come si sono formati alcuni luoghi comuni e sul perché non sono veri; sia, soprattutto, perché suggerisce un modo di affrontare la realtà.» – Francesco Piccolo, La Lettura del Corriere della Serarn…L’abito non fa il monaco; I bambini sono buoni; Con la cultura non si mangia; La democrazia è il governo del popolo; Le donne non sanno guidare; I giovani non leggono; Le ideologie sono morte; Gli immigrati ci rubano il lavoro; Gli insetti sono bestie schifose; L’islam è intollerante; Il jazz è difficile; La letteratura italiana è morta; La mafia è invincibile; Di mamma ce n’è una sola; Non ci sono più le mezze stagioni; La musica classica va ascoltata in silenzio; Il Nord ha colonizzato il Sud; Il pesce fa bene alla memoria perché contiene fosforo; I politici sono tutti ladri; Il pubblico ha sempre ragione; La rete non ha padroni; La salute non ha prezzo; Il Sud vive alle spalle del Nord; Gli uomini sono tutti uguali… -
Il mistero della sfinge tatuata
Ehi? Cecco? Tutto bene?"" """"Io sì! E tu?"""" """"Anch'io. Hai visto anche tu quello che ho visto io, quando è andata via la luce?"""" """"Il Generale Grievous si è mosso dal suo piedistallo"""". """"Non era il Generale Grievous! Era la statua di Ramesse II!"""" esclama Chicca. """"E vabbè... Ma la maestra? E i nostri compagni?"""" """"Spariti"""". """"Ma dove siamo?"""" """"Accidenti Cecco! Ma qui... siamo in Egitto!"""" """"Come è possibile? Non eravamo al Museo Egizio?"""". Età di lettura: da 6 anni."" -
Storia di un giorno in una città medievale
Una prosa lieve e arguta fatta di descrizioni minute e deliziose ci accompagna a vagabondare dall'alba al tramonto in una immaginaria città del Due-Trecento: una finestra sulla vita medievale. -
Il giubileo. Una storia
Il giubileo, o Anno Santo, è apparso sulla scena della storia nel Trecento come uno strumento economico e politico di prima grandezza della monarchia pontificia. La ricerca di risorse e fama per caratterizzare il proprio pontificato costrinse, dopo poco tempo, a prevedere anche un giubileo straordinario. Quella dell'Anno Santo è, dunque, una tradizione ambigua fatta di trionfalismi, lacerazioni e religiosità popolare. Alberto Melloni ricostruisce questa storia e analizza le ragioni che hanno spinto papa Francesco ad indirne uno proprio in occasione del cinquantesimo anniversario del concilio Vaticano II. Bergoglio lo ha promosso con parole inedite e con la volontà esplicita di ""mobilitare"""" il popolo di Dio, per chiedere ai fedeli di indicare la direzione da prendere, soprattutto dopo un sinodo nel quale la Chiesa si è misurata non con morali vecchie o nuove, ma col Vangelo."" -
Celeste e infernale. Beethoven e la musica del congresso di Vienna
È il 1814, siamo a Vienna, è in corso il Congresso che ridisegnerà la carta dell'Europa come la vorranno i vincitori di Napoleone - lo zar, l'imperatore d'Austria, il re d'Inghilterra, il re di Prussia. Un giovane, che è arrivato nella capitale al seguito del Segretario di Stato del Papa, scrive a suo zio del Congresso e del clima politico e artistico viennese. Attraverso le sue lettere scopriremo la musica di Beethoven, autore di sinfonie dalla dirompente carica innovatrice. È un momento di svolta: da qui in poi la musica non sarà più affare di pochi aristocratici. Il virtuosismo diventa in questo momento la chiave di volta per la conquista di un nuovo pubblico borghese. Le regolari stagioni sinfoniche e le regolari stagioni da camera che si diffonderanno ovunque nella seconda metà dell'Ottocento hanno una delle loro più importanti radici nella Vienna del Congresso. Fa da contraltare alla potenza di Beethoven, la musica di Schubert, l'""escluso"""", il prodigioso giovane musicista incapace di farsi largo nel mondo e di cui il mondo non s'accorge."" -
Storia della medicina e della sanità in Italia. Dalla peste nera ai giorni nostri
Dalla peste del Trecento all'Aids, alla Sars e alle altre patologie del nostro tempo. Il maggior storico della medicina in Italia racconta come siamo giunti a trattare le malattie dal primitivo empirismo medico fino alle odierne tecnologie, come sono cambiati i luoghi di cura dagli antichi alberghi ai moderni ospedali, come si è modificato il rapporto medico-paziente e medico-società, come i vari modelli di medicina hanno prodotto nei secoli benefici o pericoli, stagnazione o progresso. Una storia della scienza nella quale la lotta contro le malattie e le armi messe in campo a difesa della salute si intrecciano con le idee e le culture delle società occidentali in continua trasformazione. -
La strage dei cristiani. Mardin, gli armeni e la fine di un mondo
"Alla fine del mese di ottobre 1915, lo sterminio dei cristiani di Mardin sembrava essere concluso. Tuttavia un centinaio di persone vivevano ancora: erano vecchi, donne anziane, infermi. Il turco Bedreddin fu preso da zelo: 'Spazzateli via, e che non ne rimanga nemmeno uno'. Con questi cento sopravvissuti fece un convoglio che, deportato nel deserto, sparì per sempre"""". Mardin è una delle tante città dell'impero ottomano dove, durante la prima guerra mondiale, si è consumata la strage degli armeni e dei cristiani. Una violenza che ha segnato in profondità quelle regioni e che non è cessata: sono passati cento anni e la persecuzione in Medio Oriente continua. Anche oggi, a pochi chilometri da Mardin, oltre la frontiera turca, in Siria e in Iraq, si combatte con una crudeltà senza misura. Di nuovo, come allora, si assiste a deportazioni, massacri, sgozzamenti, rapimenti, vendita di donne e di bambini. Molti si chiedono: da dove viene tanta ferocia? Dal profondo di una religione, l'islam, o da una storia di convivenza difficile? Oggi, come ieri, si consuma una pagina della 'morte' dei cristiani d'Oriente." -
Quando i fatti (ci) cambiano. Saggi 1995-2010
In ogni pagina di questa raccolta vediamorntrasformarsi in impegno pubblico larnstraordinaria qualità intellettuale di uno deirnpiù grandi storici del secondo Novecento.rnrnrn«In un’era di crescente anti-intellettualismo, i saggi di Judtrnci ricordano che cosa guadagniamo quando manteniamornstandard etici e intellettuali alti, e che cosa perdiamornquando li lasciamo scivolare via.» - Mark Mazower, “Financial Times”rnrn«Questa raccolta ci ricorda la prosa e la mente chiara di Judtrne, come scrive Homans nella sua toccante introduzione, larnsua fedeltà ai fatti e all’onesta valutazione delle cose. Nonrnc’è da meravigliarsi che questo libro rimanga così rilevante.» - rnSamuel Moyn, “The New York Times Book Review”rnrn In un’epoca che ha visto la progressiva erosione delrngiornalismo basato sui fatti e ha risentito la mancanza dirnintellettuali pubblici indipendenti, Tony Judt ha svolto un ruolornraro e prezioso, mettendo insieme storia e attualità, Europa ernAmerica, e raccontando il mondo com’era un tempo e com’èrnoggi. In Quando i fatti (ci) cambiano, la storica JenniferrnHomans, vedova di Tony Judt, ha raccolto gli articoli piùrnimportanti scritti dal marito durante gli ultimi quindici annirndella sua vita. La sua voce nella sfera pubblica amplifica le suernricerche storiche: l’idea e la realtà dell’Europa; Israele,rnl’Olocausto e gli ebrei; la superpotenza americana e il mondorndopo l’11 settembre; l’inclusione e la giustizia sociale nel nostrorntempo di crescenti disuguaglianze.rnJudt era convinto che il suo vero compito non fosse dire ciòrnche qualcosa non è bensì ciò che è: raccontare una storiarnconvincente e ben scritta sulla base dei dati disponibili e farlorntenendo presente ciò che è giusto. Per Judt questo non era solornil suo dovere di storico, ma una responsabilità morale. Quandorni fatti (ci) cambiano è una testimonianza della sua eredità. -
Postwar. Europa 1945-2005
...Un volume che è già un classico, un punto di riferimento che ha segnato il dibattito storiografico per oltre un decennio - Umberto Gentiloni, La RepubblicarnrnNel 1945 l'Europa è in ginocchio. La guerra ha lasciato ovunque macerie morali e materiali. Milioni di persone vagano per il continente alla ricerca di un luogo sicuro, della salvezza o di un vagheggiato ritorno a casa. Su questo panorama sta per calare una cortina di ferro che la dividerà in blocchi ideologici contrapposti. Oggi, a quasi trent'anni dalla caduta del muro, le 'due Europe' sono soltanto un ricordo. In un continuo confronto tra Est e Ovest, Tony Judt, una delle figure intellettuali più incisive del nostro tempo, riscrive la storia del dopoguerra a partire da un'interpretazione inedita: quell'anno fatale non è stato l'inizio di una nuova epoca, piuttosto l'avvio di una fase di transizione durata per oltre mezzo secolo. Da una parte seguiamo gli eventi che dalla rivolta ungherese del 1956 portano alla primavera di Praga, al crollo dell'URSS e al divampare dell'odio etnico nell'ex Iugoslavia. Dall'altra il Piano Marshall, le dittature fasciste di Franco e Salazar, la decolonizzazione e l'immigrazione, il '68, il pontificato di Karol Wojtyla. In questo mosaico stanno fianco a fianco con pari dignità gli effetti del boom economico, il movimento femminista, il cinema italiano, i Beatles e le mode giovanili. Il risultato è un affresco epico e attento ai dettagli, capace di restituire il carico di speranze e di fiducia nel futuro che ha rimesso in marcia il nostro continente. -
Chiesa sinodale
Un sinodo o concilio (i due termini sono sinonimi) è il luogo in cui ogni volta si forma un nuovo consenso dei credenti. Questo avviene quando la novità della storia impone di comunicare il vangelo in modo diverso dal passato. Fu questo il senso del concilio ecumenico Vaticano II, celebrato cinquanta anni fa, lo stesso senso del sinodo che recentemente ha riformulato la disciplina cattolica sulla famiglia. La prassi sinodale è tuttavia antica e risale alla stessa chiesa primitiva. Da sempre infatti - anche se il principio verrà formulato fra tarda età antica e Medioevo - nella chiesa «ciò che interessa tutti deve essere discusso da tutti». Ma quale sarà il futuro della prassi sinodale? -
Storia dell'America Latina contemporanea
Dal colonialismo al moderno populismo, dai fallimenti del liberalismo ottocentesco ai limiti di quello contemporaneo, dal caudillismo all'autoritarismo, dall'indipendenza ai giorni nostri. Loris Zanatta ricostruisce la storia complessa e affascinante dell'America Latina. -
Il sistema della corruzione
25 anni dopo Tangentopoli la corruzione non è diminuita: semmai ha cambiato le sue forme.rnrnLa corruzione in Italia non è un insieme di episodi isolati ma un vero e proprio 'sistema’, da cui è molto difficile sfuggire per chiunque abbia a che fare con la pubblica amministrazione. Davigo racconta quando da giovane segui l'indagine che portò alla condanna per corruzione di 29 su 30 funzionari dell'ufficio IVA di Vigevano, tanto che sulla porta fu appeso il cartello 'CHIUSO PER ARRESTI': uno dei giovani impiegati gli spiegò che appena assunto fu il suo capo a mettergli in mano la mazzetta, introducendolo a una pratica che - coinvolgendo tutto l'ufficio - era impossibile non condividere, se nonrn...con un atto di coraggio!rnQuesto anche per le caratteristiche stesse della corruzione: 'serialità' (chi corrompe una volta lo fa ancora) è diffusività (per corrompere si crea una rete).rn25 anni dopo Tangentopoli la corruzione non è diminuita: semmai ha cambiato le sue forme, passando da una corruzione centralizzata attraverso i partiti nazionali a una locale, attraverso le amministrazioni decentrate. -
Non c'è più la Sicilia di una volta
Gaetano Savatteri ci restituisce un volto inedito e sorprendente dell’isola. Accanto alle rovine greche scopriremo i parchi di arte contemporanea più estesi d’Europa.rnrn«Non ne posso più di Verga, di Pirandello, di Tomasi di Lampedusa, di Sciascia. Non ne posso più di vinti; di uno, nessuno e centomila; di gattopardi; di uomini, mezz’uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà. E sono stanco di Godfather, prima e seconda parte, di Sedotta e abbandonata, di Divorzio all’italiana, di marescialli sudati e baroni in lino bianco. Non ne posso più della Sicilia. Non quella reale, ché ancora mi piace percorrerla con la stessa frenesia che afferrava Vincenzo Consolo ad ogni suo ritorno. Non ne posso più della Sicilia immaginaria, costruita e ricostruita dai libri, dai film, dalla fotografia in bianco e nero. Oggi c’è una Sicilia diversa. Basta solo raccontarla.»rnrnL’immagine della Sicilia è legata a tanti capolavori della letteratura e del cinema di ieri. Ma leggere la Sicilia attraverso gli occhi degli autori del passato è come andare in giro con una guida turistica di un secolo fa. Gaetano Savatteri ci restituisce un volto inedito e sorprendente dell’isola. Accanto alle rovine greche scopriremo i parchi di arte contemporanea più estesi d’Europa. All’immagine di Corleone si affiancherà quella di una Sicilia urbana e metropolitana. Invece della patria del machismo conosceremo il luogo in cui è nata la prima grande associazione in difesa dei diritti degli omosessuali. Al posto delle baronesse troveremo una generazione di donne manager e imprenditrici. E ancora, incontreremo un panorama letterario, musicale, teatrale tra i più vivaci di oggi. Con buona pace del Gattopardo, non è vero che in Sicilia tutto cambia perché tutto rimanga com’è: sull’isola, negli ultimi anni, quasi tutto è cambiato. -
Felicità d'Italia. Paesaggio, arte, musica, cibo
Che cosa sono le felicità d'Italia? La musica, il cibo, la biodiversità agricola, il paesaggio, la tradizione artistica e culturale. Ovvero tutto ciò che rende il nostro Paese e i suoi costumi speciali agli occhi degli stranieri che vengono a visitarlo o di quelli che ne apprezzano e adottano lo stile di vita. Ma perché queste 'felicità' hanno avuto origine proprio qui? Come mai la Penisola possiede una eredità tanto ricca e varia di questi tesori? Carlo Cattaneo sosteneva che la cultura e la felicità dei popoli non dipendano tanto dai mutamenti della 'superficie politica' quanto dall'influsso di alcune 'istituzioni' che agiscono inosservate nel fondo delle società. Sono creazioni del popolo (norme consuetudinarie, strutture organizzative, tradizioni culturali) che sono state elaborate dal basso e che contano più delle scelte dei governi per il progresso dell'umanità. Il libro racconta la storia di quattro di queste 'felicità': l'alimentazione, dipendente dall'originalità storica e geografica dell'agricoltura italiana; le città, con il loro patrimonio di bellezza, che per secoli hanno costituito la forma più alta di organizzazione della vita sociale; la musica e la canzone napoletana, esempi della creazione di un immaginario poetico da parte di un popolo; la tradizione cooperativa, che ha dato un'impronta di egualitarismo sociale e di avanzato civismo. -
Prima lezione di diritto penale
Che cosa va punito? In che modo? Con quali obiettivi? Come dobbiamo intendere la responsabilità e la colpa? Questioni come queste sono strettamente correlate ai mutevoli contesti politico-ideologici, alle tendenze culturali, all'evoluzione del pensiero filosofico e anche ai paradigmi elaborati dalle scienze. Il libro offre un quadro dei temi e dei problemi di fondo del diritto penale contemporaneo, sottolineando il rapporto di forte tensione, e in alcuni casi di contraddizione, tra i principi che dovrebbero conformare un diritto penale liberaldemocratico degno di questo nome e il concreto diritto penale che viene applicato nei tribunali. -
Che cosa sa fare l'Italia. La nostra economia dopo la grande crisi
L'economia del nostro paese sembra avere smarrito la capacità di accrescere reddito ed efficienza produttiva. Perché? Per capirlo e per avanzare delle soluzioni, gli autori mettono a fuoco alcune variabili chiave dell'economia italiana: chi genera ricchezza; che cosa, dove e come si produce; quali sono i problemi di molte imprese, familiste, poco produttive, scarsamente innovative; quali i punti di forza della nostra competitività internazionale. Far nascere nuovi imprenditori, convincere quelli che ci sono a far crescere le loro imprese, separandole dai destini della famiglia, premiare il coraggio e l'inventiva, disincentivare le rendite di posizione devono essere gli impegni prioritari della politica economica oggi in Italia. Suscitare attese favorevoli e lavorare per la loro realizzazione potrebbe liberare le energie di cui il nostro paese resta ricco. -
Con parole precise. Breviario di scrittura civile
Non è possibile pensare con chiarezza se non si è capaci di parlare e scrivere con chiarezza. Sono parole del filosofo John Searle, teorico del rapporto fra linguaggio e realtà istituzionali. Le società vengono costruite e si reggono essenzialmente su una premessa linguistica: sul fatto cioè che dire qualcosa comporti un impegno di verità e di correttezza nei confronti dei destinatari. Non osservare questo impegno mette in pericolo il primario contratto sociale di una comunità, cioè la fiducia in un linguaggio condiviso. L'antidoto è la scrittura civile, cioè quella limpida e democratica, rispettosa delle parole e delle idee. Scrivere bene, in ogni campo, ha un'attinenza diretta con la qualità del ragionamento e del pensiero. Implica chiarezza di idee da parte di chi scrive e produce in chi legge una percezione di onestà. -
Londra Italia
Il lupo della City e la stella dei tabloid, il venditore di caramelle (digitali) e gli editori da Oscar, il ragazzo prodigio del ""Financial Times"""" e la mezzobusto degli arabi, l'uomo dei telefonini e l'uomo delle stelle. E poi studenti, professori, medici, avvocati, architetti, agenti immobiliari, broker, banchieri, commercialisti, cuochi, baristi e cameriere, barbieri e parrucchiere, giornalisti e scrittori, artisti, attori, cantanti, ecologisti, galleristi, pierre, perfino qualche politico e una libraia. Tutti insieme fanno almeno mezzo milione di italiani, la non tanto piccola 'Little Italy' di Londra, quinta più grande 'città italiana' nel mondo per numero di abitanti dopo Roma, Milano, Torino e Napoli, invasa ogni anno da ondate sempre più grosse di immigrati del nostro paese in cerca di lavoro, di sfide e di una società che premi il merito anziché la raccomandazione, le regole invece della sregolatezza. Chi sono? Perché si sono trasferiti sotto il Big Ben? Come ce l'hanno fatta? Cosa possono insegnarci? Andiamo a fare, per scoprirlo, una passeggiata dentro Londra Italia.""