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Maria Teresa d'Austria. Il potere al femminile
Il maggio 2017 è stato segnato dal terzo centenario della nascita di Maria Teresa d'Austria, imperatrice molto apprezzata, figura inarrivabile, ma ancora poco conosciuta. Nacque nel 1717 e morì nel 1780. Suo padre, Carlo VI, fervente cattolico, le scelse come marito Francesco Stefano, duca di Lorena, che sposò il 12 febbraio 1736 e che avrebbe amato fino alla sua morte. Quattro anni dopo, all'età di 23 anni, Maria Teresa salì al trono: era una donna graziosa e intelligente, tuttavia, ancora inesperta per governare. Da lì a poco, però, avrebbe rivelato un'eccezionale fiducia in se stessa e grandi capacità strategiche. Più di ogni altra donna, fece della sua femminilità una potente risorsa: mentre era alla guida dell'impero, diede alla luce sedici figli, di cui solo dieci raggiunsero l'età adulta, e della cui educazione si volle occupare molto da vicino. Pochi storici hanno esaminato l'affascinante potere che deriva dalla fusione tra politica e procreazione. Con la sua profonda conoscenza del XVIII secolo, le sue indagini di filosofa e la sua sensibilità di pensiero nei confronti della condizione delle donne, Élisabeth Badinter ha scelto di raccontare la vita di Maria Teresa d'Austria, suggerendo nuove intuizioni e dando maggiore rilievo a questa figura poco nota. Maria Teresa d'Austria emerge come il punto focale verso il quale convergono tutti i lavori precedenti dell'Autrice. Per diversi anni Élisabeth Badinter ha viaggiato in tutta Europa per esaminare gli archivi diplomatici delle più importanti potenze del XVIII secolo, nonché gli archivi personali dell'imperatrice stessa. Con questo libro, l'Autrice offre ai lettori un resoconto storico, una riflessione intellettuale, un'analisi rigorosamente documentata, una nuova prospettiva e propone anche apertamente la sua posizione senza compromessi: ""Questa donna incomparabile del suo tempo, che inaugura una nuova immagine di sovranità e maternità, assomiglia, per certi aspetti, alle donne del XXI secolo""""."" -
Storia dell'alimentazione in 100 ricette
Tutti noi amiamo i piaceri della tavola e gran parte di noi ha un ingrediente o un piatto preferito. Nel mondo di oggi possiamo reperire il cibo che vogliamo e quando lo vogliamo, ma quanti conoscono davvero la provenienza delle loro ricette più amate, chi le inventò e come venivano in origine preparate? In questo libro William Sitwell, esperto di gastronomia nel programma ""A Question of Taste"""" della BBC e direttore della rivista """"Waitrose Kitchen"""", ci accompagna in un viaggio colorato e travolgente alla scoperta dell'affascinante storia della gastronomia. Per gettare una luce sul glorioso passato del cibo, vengono proposti i contributi di una schiera scintillante di star della gastronomia britannica, tra cui Marco Pierre White, Delia Smith, Heston Blumenthal, Nigella Lawson e Jamie Oliver. Sitwell entra in una tomba egizia per rivelare la più antica ricetta del pane e scopre il più grande party planner del Medioevo. Svela le radici straordinarie e poetiche del roast dinner e racconta la storia straziante del genio dimenticato che inventò la pentola a pressione. E molto, molto di più."" -
Le violette dell'imperatore
I due conflitti mondiali fanno da sfondo a una storia d'amore fuori dal comune che, fra il frastuono delle bombe, le piccole gioie quotidiane e il dolce aroma delle violette candite, ci racconta la storia del Novecento sul confine orientale.I protagonisti di questo romanzo, Toni e Tilde, si conoscono a Gorizia nel febbraio 1915. Lei è una bella ragazza, istruita e libera per il suo tempo. Lui è un giovane semplice, con un carattere solare e curioso che lo porterà a riscattarsi un marchio infamante e a diventare ""industriale"""" in una fabbrica di canditi. La Grande Guerra li separerà brutalmente gettando lei e la sua famiglia, profughi, nel lager di Pottendorf in Austria e lui, arruolato nell'esercito italiano, a combattere contro gli austriaci nelle tragiche dodici battaglie dell'Isonzo. La guerra finisce, Toni e Tilde si sposano tra le macerie di una città distrutta e tra quelle altrettanto terribili di un'epoca che si è sgretolata: sarà un susseguirsi di nuove sfide per i protagonisti e per la multilingue Gorizia-Gorica-Görz, che accoglierà tiepidamente il fascismo, si adatterà per sopravvivere ai tormenti di un confine instabile e alle lacerazioni provocate dalla Seconda Guerra Mondiale."" -
Gli animali della nobiltà. Dalla caccia al salotto, tra status symbol, allegoria e affetti
Le relazioni tra uomini e animali hanno da sempre condizionato profondamente la storia della società. Se per le classi umili gli animali erano principalmente strumenti di lavoro e di sussistenza, per i sovrani e l'aristocrazia alcune specie, soprattutto cani e cavalli, accompagnavano in maniera costante ogni fase della loro esistenza, dall'infanzia alla morte, come fedeli amici e compagni, ma anche come simboli di ricchezza, gloria e potere. Che fosse affettiva o di rappresentanza, o un insieme di entrambi gli aspetti, tale funzione trovò nei secoli una diretta proiezione nelle arti. In tutte le epoche le raffigurazioni di animali abbondano su dipinti, sculture, stampe, tessuti, bronzi, argenti e gioielli. La mostra organizzata a Palazzo Coronini Cronberg intende ricostruire proprio il ruolo emotivo, simbolico e sociale che creature quali cani, cavalli, ma anche specie esotiche come scimmie e pappagalli, svolgevano regolarmente nella vita quotidiana delle classi più elevate, non solo come animali domestici, ma anche attraverso le immagini, gli oggetti, gli arredi e gli ornamenti che riempivano le dimore aristocratiche. -
Il vero J.R.R. Tolkien. L'uomo che creò la Terra di Mezzo
"Il vero J.R.R. Tolkien. L'uomo che creò la Terra di Mezzo"""" ripercorre la vita del famoso linguista e scrittore, partendo dai primi anni di formazione privata in casa, passando poi agli studi condotti a Oxford, per arrivare alla sua storia d'amore con la futura moglie, alle soglie della Prima guerra mondiale, e, infine, al suo fenomenale successo accademico, accompagnato dalla creazione dello straordinario mondo di fantasia della Terra di Mezzo. Questo libro si addentra nella personalità di Tolkien, ne indaga le influenze, i luoghi, le amicizie, i trionfi e le tragedie, evidenziando come la sua vita e i suoi amori, decisamente fuori dal comune, abbiano forgiato i mondi di """"Lo Hobbit"""" e """"Il Signore degli Anelli"""". Avvalendosi di fonti contemporanee e di un lungo lavoro di ricerca, Jesse Xander offre una visione unica e a tutto tondo della vita e dei tempi di uno dei più grandi autori britannici." -
Venezia. L'invenzione del mondo moderno
Come ha fatto una piccola città isolata, con una popolazione che non ha mai superato i 100.000 abitanti, anche nel suo periodo di massimo splendore, a trasformare la civiltà occidentale? L’acclamata antropologa Meredith Small, celebre oltreoceano per la scrittura del rivoluzionario “Our Babies, Ourselves”, conduce un’analisi sulla struttura sociale veneziana, esempio unico da cui ebbe origine l’esplosione di creatività e inventiva dei veneziani, sia nel materiale, che nel sociale. Che si trattasse di barche o denaro, medicine o creme per il viso, opera lirica, punti e virgola, tiramisù o leggi sul lavoro minorile, tutto questo è stato frutto dell’ingegno veneziano e da allora ha plasmato le nozioni contemporanee delle istituzioni e convenzioni. Le basi di come ora pensiamo alla comunità, alla sanità, al denaro, al consumismo e alla globalizzazione sono tutte scaturite dalla Laguna veneta. Tuttavia, Venezia è ben lungi dall’essere una reliquia storica o un museo a grandezza naturale. È una città viva, che ancora abbraccia le sue radici innovative. Con il pericoloso innalzamento del livello del mare, sintomo preoccupante del cambiamento climatico in atto, Venezia è in prima linea nel preservare la sua eredità e la sua storia culturale per ispirare una nuova generazione di innovatori. -
A Roma da Cartagine. La spada e lo scudo del legionario repubblicano
"A Roma da Cartagine. La spada e lo scudo del legionario repubblicano"""" è un percorso attraverso le fonti storiche, letterarie e archeologiche, che esplora la nascita di due degli elementi più caratteristici della panoplia romana: la spada e lo scudo. L'ipotesi affascinante che viene offerta e illustrata nel dettaglio è quella di un tramite cartaginese, poiché sarebbe stato proprio l'esercito di Annibale Barca a portare per la prima volta in Italia alcune delle armi che sarebbero diventate tra le più iconiche dell'armamento dei legionari. Attraverso un approccio pluridisciplinare, corredato da un importante apparato di tavole illustrative, l'Autore ricostruisce le tecniche, innovazioni e influenze che hanno caratterizzato la produzione di armi nell'antica Roma." -
Venezia. L'alba di un nuovo giorno 402-421
Ogni inizio ha le radici in una fine. Vale per i singoli e le collettività organizzate, sino alle più complesse finora elaborate dagli esseri umani: gli Stati. Venezia nasce dalla dissoluzione dell'impero di Roma e trae vita dall'incapacità dei successori dell'impero di assumere il controllo della costa veneta. Questo spazio viene occupato da quanti abitavano città e campagne della terraferma. Costruiscono una propria organizzazione, per rispondere alle esigenze e alle sfide generate da una scelta rivoluzionaria: diventare anfibi, barattando la terra con il mare. Una scommessa per vincere la quale occorrono un popolo e una cultura nuovi. Nasce una nazione, che costruisce una città e crea una repubblica. Queste pagine ne raccontano l'alba. -
Guerra senza fine 422-554
Il dissolversi della parte occidentale dell'impero di Roma, che non riesce a uscire dalla spirale di guerre civili in cui si dibatte da tempo, coincide con l'affermarsi di necessari contropoteri territoriali locali. Il fenomeno non può venir contrastato dagli eredi dello Stato romano, i cosiddetti regni romano-barbarici, per intrinseca debolezza e deficit culturale, in materia di arte di governo, delle aristocrazie guerriere al loro vertice. La costa veneta accentua il separatismo, sempre più attraente per quanti scelgono un'altra vita rispetto alla travagliata esistenza sulla Terraferma. Si rinforza anche la dimensione militare, grazie a una superiorità marittima alimentata da capacità nautiche scomparse altrove e dal crescente peso demografico. È il secondo, indispensabile, passo verso la nascita di una nuova nazione. -
La cucina goriziana di casa Rubbia. Nuova ediz.
Le ricette di cucina goriziana raccolte in questo volume sono state riprese dai quaderni di Giovanna Rubbia, risalenti ai primi del Novecento, e dalle raccolte di sua madre, Giovanna Bisiach, contenenti un buon numero di ricette ancora più antiche. Sono parte di un patrimonio di sapienza culinaria gelosamente tramandato all'interno della famiglia Rubbia, di consolidate origini goriziane, ben radicate nello storico Borgo San Rocco. Leggere questo ricettario nel suo insieme significa compiere un viaggio attraverso i sapori e gli aromi dei piatti tipici del territorio che ha per capoluogo Gorizia, da sempre crocevia di culture diverse che hanno influenzato e arricchito la cucina goriziana, rendendola unica per la rielaborazione e mescolanza di influssi differenti, dalle fule al gulash, dal liptauer agli gnocchi di susine, dalla panada al paparòt, dal cuguluf al presnitz, dalle schnitte alle pinze pasquali, dalla gubana allo strucolo in straza. -
Alla ricerca di un'identità 555-697
Nel secolo e mezzo che, secondo il Mito, trascorre tra l'invasione longobarda e l'elezione del primo doge si assiste a un cambiamento radicale nella Penisola. Per la prima volta dall'unificazione romana, l'Italia risulta divisa in realtà diverse e conflittuali. Occorreranno milletrecento anni perché tale frattura venga ricomposta. Può prendere così forma la nuova realtà politica dei Veneti della costa. A spingere alla sua definizione è, ancora una volta, la guerra a causa delle ripetute offensive longobarde, che restringono l'area sottratta al controllo dei sovrani di Pavia. Nessun aiuto arriva dall'esterno e l'unica speranza di salvezza, di nuovo, risiede nell'exercitus Venetiarum: fornirà i quadri, l'infrastruttura di base e la cultura del nascente Stato marittimo. -
Una nuova nazione 698-811
La Venetia maritima dell'VIII secolo è ormai uno Stato formato, con propria dimensione politica e ideologica. La completa indipendenza si misura sulla capacità di elaborare un'autonoma geo-strategia, basata sul disinvolto impiego dei punti di forza disponibili. Esercito e flotta ne rappresentano i cardini, oltre a esserne le radici istituzionali. Hanno permesso la nascita di una nuova nazione, comunità dai molti e diversificati apporti, che ha prodotto una propria cultura in uno spazio condiviso: la matrice dell'inesauribile vocazione imperialista presente nel carattere nazionale dei Veneziani, che trova ulteriore alimento nella consapevole scelta marittima. Venezia non nasce romana, neppure bizantina, longobarda o franca, bensì veneziana. Lo Stato prima, la città poi, vennero fondati dai soldati e i marinai che impedirono a chiunque d'impadronirsi della linea di costa da Chioggia a Grado. Conservandola libera per oltre tredici secoli. -
Serenissima: anno zero: Venezia. L'alba di un nuovo giorno 402-421-Guerra senza fine 422-554-Alla ricerca di un'identità 555-697-Una nuova nazione 698-811
I quattro volumi della collana Serenissima: anno zero sono qui raccolti in un unico cofanetto. Federico Moro ripercorre la storia della costruzione dello Stato marittimo sulla costa veneta, dalla dissoluzione dell'impero romano alla nascita di una vera e propria nazione, con un'identità propria e un profondo senso di appartenenza. -
Guerra segreta nell'antica Roma. Intelligence e spionaggio dalla Repubblica al 284 d.C.. Nuova ediz.
L'autrice rintraccia le attività segrete praticate dai privati cittadini e dalle istituzioni governative e militari in epoca antica. Utilizzando il concetto moderno di intelligence, Rose Mary Sheldon spazia dalle attività di spionaggio e di controspionaggio alle azioni segrete, dalle operazioni clandestine all'impiego di codici e di messaggi cifrati. Guerra segreta nell'antica Roma: intelligence e spionaggio dalla Repubblica al 284 d.C sfata il mito secondo cui le attività di intelligence appartengano all'epoca moderna, per testimoniare invece come le antiche storie di spionaggio abbiano anche echi moderni. Molti gli interrogativi che scaturiscono da questa analisi e sui quali Sheldon indaga. Qual è il ruolo di un servizio di intelligence in una repubblica libera? Quando le esigenze di sicurezza dello Stato superano i diritti del cittadino? Se non possiamo fidarci dei nostri servizi di sicurezza, quanto possiamo essere al sicuro? Sebbene protetto dalla guardia pretoriana, il settantacinque per cento degli imperatori romani morì assassinato o sotto attacco da parte dei pretendenti al trono. Chi era a guardia dei guardiani? -
Diario di guerra 1914-1918
"Il libro nasce dalla rielaborazione formale del contenuto dei miei diari di guerra. Durante tutto il corso della guerra mi sono sforzato di mettere subito su carta le mie impressioni, tra un salto e l'altro, o al più tardi la sera stessa del giorno di battaglia. (...) Non sono un uomo di penna, tuttavia spero che, dopo aver deposto questo libro, qualcuno sia riuscito a farsi un'idea di quel che è stato fatto da noi soldati di fanteria. Abbiamo perso molto, forse tutto, anche l'onore. Ma ci resta una cosa: l'onorevole ricordo della più grandiosa armata che sia mai esistita e della più imponente battaglia che sia mai stata combattuta. Onorarlo in quest'epoca di rinnegamento e di deperimento morale è il più fiero dovere di chiunque abbia combattuto non solo col fucile e le granate, ma anche col cuore pieno d'ardore per la causa tedesca"""". Il """"Diario di guerra 1914-1918"""" di Ernst Jünger (1895-1998) è una straordinaria testimonianza di quella """"Grande guerra"""" che, a pochi anni dalla conclusione, tutti iniziarono a chiamare Prima guerra mondiale. Si tratta di annotazioni che iniziano il 30 dicembre 1914 con la partenza dell'autore diciannovenne in direzione del fronte, per concludersi all'inizio di settembre del 1918. Non esiste alcun altro diario bellico che documenti la Prima guerra mondiale dalla prospettiva di un ufficiale di prima linea coprendo un così ampio arco temporale e presentando una tale assiduità di registrazioni. Qui il personale sta accanto al militare, l'amoroso accanto al marziale, il delicato accanto al brutale, il commovente accanto al ripugnante, nel racconto di un giovane che, con uno sprezzo della morte e della vita in fin dei conti quasi insondabile, considerava la guerra un ambito esperienziale affascinante e rischioso a un tempo, e come tale cercava di goderselo. Ed è soprattutto per questo motivo che le sue annotazioni sono potute diventare la base del diario di guerra più famoso e importante della letteratura tedesca, ovvero di quei brani tratti Dal diario di un comandante di truppe d'assalto che furono pubblicati nel 1920 col leggendario titolo Nelle tempeste d'acciaio." -
Il Milite ignoto. Storia e mito
Alla fine della Prima guerra mondiale, i Paesi di tutta Europa parteciparono a un rituale senza precedenti in cui fu sepolto un unico corpo anonimo a simboleggiare il trauma profondo lasciato dall'esperienza dei campi di battaglia. ""Il Milite Ignoto. Storia e mito"""" indaga la creazione e l'accoglimento di questa simbolica sepoltura nazionale come emblema del lutto moderno. Riunendo letteratura, resoconti di giornali, corrispondenza in tempo di guerra e cultura popolare, questo libro esamina come la figura del Milite Ignoto sia stata percepita nei diversi contesti nazionali e utilizzata da partiti politici radicalmente opposti. Laura Wittman sostiene che questo monumento abbia creato una connessione tra il corpo dell'uomo ferito e sottomesso alla macchina da guerra e un'identità moderna definita dalla comune consapevolezza della mortalità e dall'alienazione sociale. Altamente originale e interdisciplinare, Il Milite Ignoto. Storia e mito collega in maniera potente il linguaggio simbolico e l'etica del lutto a un rituale nazionale di rilievo. A corredo della trattazione di Wittman, una ricca raccolta di fotografie originali dell'epoca ripercorre le tappe principali del viaggio che nel 1921 condusse la salma del Milite Ignoto da Aquileia a Roma per la cerimonia solenne della tumulazione presso l'Altare della Patria. Il libro è completato da un testo inedito del Generale Fabio Mini che tocca il tema del Milite Ignoto."" -
Ludwig di Baviera
Grazie ad una meticolosa indagine condotta negli archivi del regno di Ludwig II di Baviera, Jean des Cars riesce a insinuarsi nella personalità di questo re a lungo vittima di una reputazione ingiustificata, svelandone i pregi, i successi, e i lati più misteriosi e nascosti della sua vita. Da sovrano, fece costruire fantastici castelli che esaltano l'etica della cavalleria medievale e il genio della Francia del ""Grand Siècle"""". Salvò Richard Wagner dalla disperazione e dalla bancarotta, imponendo il suo lavoro, ma trovandosi poi costretto a esiliare il musicista per il suo comportamento oltremodo interessato. Fu il primo mecenate del Festival di Bayreuth, ma a causa della sua omosessualità provocò scandalo e chiacchiericcio all'interno delle corti europee. Fu per lungo tempo l'intimo confidente della sua bellissima cugina, la famosa Sissi, imperatrice d'Austria e regina d'Ungheria, l'unica donna capace di comprenderlo. Combatté per difendere l'identità del suo regno contro quello di Prussia, ma, travolto dal crollo francese del 1870, si rifugiò tra le sue montagne, costruendosi un mondo che nessuno avrebbe potuto raggiungere o distruggere. Morì sulla riva di un lago, in circostanze enigmatiche. Ludwig II non è solo il più famoso dei re bavaresi, ma anche il più misterioso. Il suo destino ha affascinato poeti, architetti, psichiatri e registi. Grazie a una ricerca approfondita, attingendo anche da fonti inedite o poco conosciute, Jean des Cars riesce a spiegare la vita e la morte di questo monarca visionario, riscattando la sua figura dalle molte critiche."" -
Ideali democratici e realtà
Nel 1904, Halford John Mackinder, allora direttore della London School of Economics, pubblica un saggio intitolato ""Il perno geografico della storia"""", nel quale enuncia per la prima volta la sua teoria dell'Heartland - Cuore della Terra -, una regione strategica estesa entro precisi confini geografici, dal cui controllo dipende il dominio del Continente Antico, che Mackinder definisce World-Island - Isola del Mondo. È su questi concetti chiave che egli fonda il suo pensiero, dando così avvio a una nuova disciplina: la geopolitica. Nel 1919, mentre scrive """"Ideali democratici e realtà"""", Mackinder è un parlamentare britannico del Partito Conservatore in procinto di essere nominato dal Ministero degli Esteri quale Alto Commissario per la Russia meridionale a sostegno dell'Armata Bianca impegnata nella guerra civile contro i bolscevichi. Il testo, redatto in tutta fretta per contribuire al dibattito post-bellico sulla ricostruzione dell'Europa e per inviare un ammonimento agli uomini di Stato riuniti alla conferenza di pace di Versailles, rappresenta una grande visione insieme storica e geografica del mondo. In """"Ideali democratici e realtà"""" l'Autore sviluppa ulteriormente la sua tesi di inizio secolo e profetizza anche l'avvento della Seconda guerra mondiale, che egli immaginò come una nuova grande lotta per il dominio dell'Heartland. Mackinder fu, infatti, incredibilmente lungimirante nel notare l'enorme potenziale e il pericolo del cambiamento demografico nel mondo e all'interno dell'Europa, nonché l'importanza dei territori dell'Europa Orientale per la conquista del Cuore della Terra. Celebre la sua citazione: """"Chi controlla l'Europa Orientale comanda il Cuore della Terra. Chi controlla il Cuore della Terra comanda l'Isola del Mondo. Chi controlla l'Isola del Mondo comanda il Mondo"""". Da allora, la teoria dell'Heartland è diventata una pietra miliare della dottrina geopolitica e continua a influenzare pensatori e pianificatori geopolitici ancor oggi. Questa prima edizione in lingua italiana è arricchita da un'inedita riflessione di Sergio Romano sul pensiero di Mackinder ed il suo impatto sulla geopolitica del Novecento. Con la prefazione di Sergio Romano."" -
Tullo Morgagni. Il giornalista «volante» che inventò il Giro d'Italia
Questo volume ripercorre, per la prima volta in maniera sistematica ed approfondita, l'eccezionale parabola esistenziale di Tullo Morgagni (Forlì, 1881 - Verona, 1919). All'alba del Novecento, appena diciottenne, giunge a Milano, dove si costruirà rapidamente una fulgida carriera giornalistica, dapprima nel quotidiano politico ""L'Italia del Popolo"""", poi nel mondo dell'emergente stampa sportiva. Diventa redattore-capo de """"La Gazzetta dello Sport"""" (1905-1912), poi dal 1913 fondatore e direttore de """"Lo Sport Illustrato"""", infine guida illuminata della prima rivista nazionale integralmente dedicata all'industria del volo umano, """"Nel Cielo"""" (1917). Frutto di un lungo scavo archivistico (in particolare nel Fondo Tullo Morgagni, conservato presso la Biblioteca comunale di Forlì), la ricostruzione realizzata dallo storico Domenico Guzzo recupera immagini inedite e documenti dimenticati per raccontare l'epica avventura di Tullo Morgagni, che a soli ventotto anni portava già i galloni di """"padre"""" della stagione ciclistica italiana - avendone ideato l'evento di apertura, il Giro di Lombardia (1905), quello di chiusura, la Milano - Sanremo (1907), e la sua manifestazione centrale, il Giro d'Italia (1909). Un percorso oltremodo brillante che s'interromperà tragicamente e prematuramente a soli 37 anni, nella prima grande catastrofe aviatoria della storia italiana (il cosiddetto """"disastro di Verona"""" del 2 agosto 1919, nel quale perirono 17 viaggiatori), ma che ci viene adesso restituito in tutta la sua valenza globale. I frutti dell'inesauribile inventiva e dell'ossessiva ricerca del limite umano espressi da Tullo Morgagni, rappresentano ancora oggi un misconosciuto pilastro dell'informazione giornalistica, della pratica sportiva, della mobilità collettiva in Italia e in Europa."" -
Vittorio Emanuele III
Vittorio Emanuele III regnò sull’Italia dal 1900 al 1946, ma non fece nulla per conquistare la celebrità. Sfavorito da un aspetto fisico particolarmente ingrato, taciturno e riservato, critico nei confronti dell’apparato monarchico, è stato un sovrano invisibile, chiuso nelle sue residenze private e nella vita familiare. Eppure il suo regno, iniziato dopo l’assassinio del padre Umberto I, attraversa tutte le convulsioni della prima metà del XX secolo, le lotte ideologiche, le due guerre mondiali e il fascismo. In particolare, Vittorio Emanuele III prende tre decisioni che avranno conseguenze importanti per la storia d’Europa: nel 1915 trascina il Paese nella Grande Guerra, nel 1922 nomina Mussolini primo ministro e nel 1943 lo priva del proprio favore attraverso un colpo di mano della monarchia che non basterà a salvare la sua corona. Con il Duce intratterrà relazioni complesse fatte di complicità, reciproca fascinazione e momenti di forte tensione. Costretto all’esilio nel 1946, muore l’anno successivo ad Alessandria. Questa equilibrata biografia di un personaggio molto controverso in Italia si basa su documenti d’archivio, alcuni dei quali inediti, e consente di comprendere uno dei sovrani più enigmatici del XX secolo.