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Dissonanze
(...) Un viaggio lirico che procede, sempre e comunque, nel segno dell’amore: filo conduttore, pietra angolare, realtà-simbolo, sublime strumento oppositivo alla precarietà esistenziale, paradigma e prius dell’intera opera. (...) Marina Pratici -
... e mi abbraccia anche un filo d'erba
"La natura è al centro della riflessione della silloge: la conchiglia, il rincospermum, le magnolie, l’ibiscus... suggeriscono emozioni, intuizioni, ricordi, alludono ai mutamenti ciclici del corpo femminile. Nella natura la poetessa si specchia, si riconosce come parte di un disegno universale: anche a lei, come all’ibiscus, bastano aria e acqua come nutrimento, non ha bisogno di altro. “Oltre l’umano” dicono i versi: la natura ci proietta in una prospettiva che supera i nostri limiti e ci fa sperimentare una dimensione più ampia e avvolgente, quell’abbraccio che è già nel titolo e che percorre come un filo conduttore tutta la raccolta."""" (Cristiana Vettori)" -
Le braccia dei capperi
Le braccia dei capperi riflette il genere del romanzo filosofico, e utilizza l’espediente del giallo per presentare temi e riflessioni che spaziano dalla mitologia greca alla fenomenologia husserliana, dalla letteratura latina alla russa. In un Paese fuori dal tempo e dallo spazio, un curatore di salme dovrà occuparsi di morti apparentemente identiche e inspiegabili, che gettano gli abitanti nella confusionaria ricerca di un colpevole. Privi di nome e quindi di identità, i personaggi del racconto sono soggettività mancate, caratteri, abiti sgualciti, e così anche soggettività esasperate perché in grado di vestire ogni soggetto e nessuno in particolare. La narrazione procede per immagini, che si snodano in atmosfere al limite (e talvolta fuori) del reale. -
Attesa
Le poesie si susseguono con un ritmo incalzante: e sono ricordi, emozioni, riflessioni. Tutto ciò che è umano entra a far parte del grande disegno del poeta. Anche la Fede, in un Giorno Santo, lo sostiene e lo incoraggia a non disperare, a credere in una nuova vita e in un amore universale (...) -
Alfabeto bianco
"L’efficace sinestesia del titolo suggerisce subito il senso profondo di questa nuova raccolta di Giancarlo Stoccoro, autore ormai di lungo corso la cui poesia fa da controcanto alla sua attività professionale di psichiatra e psicoterapeuta, con particolare attenzione all’opera e al pensiero di Groddeck e al lavoro sul sogno portato avanti attraverso il coordinamento di incontri di Social dreaming. (...)"""" (Giovanna Rosadini)" -
Eros Casini, il generoso
“Eros: mai nome fu più appropriato! Si chiamava così nientemeno nella mitologia greca che il Dio dell’amore.” In tale modo, nella presentazione al lettore del protagonista del nuovo godibilissimo romanzo, l’autore ne propone il nome “parlante”, che non a caso è straordinariamente appropriato nell’indicarne un tratto caratteriale davvero saliente: dotato di bell’aspetto, di modi garbati e riservatezza, affascina le donne senza averne intenzione, ne è sedotto senza essere un seduttore e senza essere coinvolto sentimentalmente.(...) -
La distanza del cuore
Cristina è sposata con Claudio da quattro mesi. Mattia, l’amico del cuore di Cristina, è stato il loro testimone di nozze. La festa di compleanno della nuova ragazza di Mattia, l’addio al celibato di un collega di lavoro di Claudio e un viaggio in India: niente sarà più come prima. La distanza sarà sempre e solo quella del cuore. -
Il secolo del teatro. Tra innovazioni e tradizione
Il “secolo lungo”, nato dalle speranze della rivoluzione francese e conclusosi con lo scoppio della Grande Guerra, viene riletto, in questo saggio, attraverso le vicende della drammaturgia. L’autore, attraverso un’attenta analisi, evidenzia le tensioni sociali, le innovazioni scientifiche, lo sviluppo delle correnti artistiche, il sorgere dei ‘’media’’ e il diffondersi della moda e dei mezzi di trasporto. Ma soprattutto viene ricostruita la storia del teatro in Occidente, con particolare attenzione all’Italia, attraverso l’evolversi del linguaggio (letterario e musicale) e delle tecniche (recitative ed espressive). Emerge così la passione per il teatro degli ambienti culturali occidentali di quell’epoca che ci hanno trasmesso un’eredità di opere (si pensi a Cechov, Ibsen, Gogol, Belasco, Verdi, Puccini, ecc.) e di modelli interpretativi (Ermete Novelli, Eleonora Duse, Giovanni Emanuel, Sarah Bernhardt) ancor oggi presenti nel panorama artistico occidentale. -
Discendenze impossibili. La Madama e la Loca
Un’opera teatrale. Due donne i personaggi presi dalla storia, la storia che ha fatto storia. Due personalità di rilievo che tuttavia per Cinzia Della Ciana, non nuova a queste operazioni, avevano ancora bisogno di esprimersi, di spiegarsi fra loro e di arrivare quindi a noi. L’incontro ideale sul palcoscenico. Un dialogo in cinque atti teso a restituire umanità a ciò che la storia trascura e l’uomo divide. Di chi si tratta? Di Giovanna la Pazza e Margherita d’Austria per la prima volta messe a confronto. -
Non ho chiesto di esistere
Lisa, la protagonista, ritrova due vecchie compagne di scuola, Livia e Rossella, cui è stata legata da profonda amicizia ai tempi dell’adolescenza, trascorsa a Firenze. Decidono di passare un fine settimana a casa di Rossella. Insieme rileggono il manoscritto nel quale Lisa narrava gli avvenimenti accaduti nel periodo dal 1954 al 1964. Veniva evidenziata la crisi esistenziale vissuta a causa della difficile realtà familiare, terminata con la separazione dei genitori, e dell’aggressione subita da parte di un innamorato respinto. La storia che si svolge nel passato viene differenziata formalmente da quella nel presente mediante la scrittura in corsivo. -
Rama. Un breve viaggio tra ricordi e vecchie emozioni da abitare
Rama non è solo un luogo fisico, ma è anche uno ""spazio-relazionale-neutro"""" dove i personaggi che lo abitano riescono a raccontarsi e a raccontare storie e fatti già accaduti che non possono essere modificati. Ricordi che riportano alla mente emozioni mai dimenticate e ferite che il tempo non è riuscito a guarire. La narrazione si avvale di dialoghi che i personaggi utilizzano per mettere a nudo i propri limiti, le proprie incertezze, le proprie fragilità e lo fanno servendosi di un linguaggio veloce, moderno e cadenzato da un tempo e da un ritmo in armonia con le storie riportate."" -
Sottovoce
"Vuol parlare sottovoce Maria Teresa Coppola, in una silloge poetica che si impone già con una ben precisa fisionomia. E ci meraviglia che sia soltanto la prima silloge dell’autrice, tanto da farci immaginare che la frequentazione della scrittura poetica sia in realtà di lunga data, che le poesie siano rimaste magari a lungo nel cassetto e ci sia poi stata finalmente la decisione di portarle allo scoperto, ancora con molta cautela: sottovoce, appunto. La poetessa ci regala una silloge raffinata, che ha toni delicati e lievi, come le parole che sanno cogliere i moti più impercettibili dell’anima con rispetto e discrezione (...)"""" (Cristiana Vettori)" -
Racconti a quattro zampe
"Fa parte degli uomini, ma non è come la maggior parte di loro… lei mi vuole bene. E in questi momenti si inginocchia davanti a me e mi accarezza, sulla testa, sotto il mento… e poi mi bacia… Ron Ron Ron… mi perdo nella meraviglia della vita…""""" -
Bianco porpora
In questo romanzo l’autore ci offre due chiavi di lettura: una classica e una anomala. Quella classica applica le regole del noir: un serial killer che rimane nascosto sino a poche pagine dalla fine, quando un solerte funzionario spagnolo dell’Interpol, instradato dagli altri protagonisti, viene a capo del caso, grazie alla scoperta di una impensabile teoria che lega tutti i delitti. Se il lettore invece rivolgerà la sua attenzione alla chiave anomala, dovrà abbandonare ogni teorema poliziesco per lasciarsi guidare in un viaggio che segue varie rotte: Africa, Alaska e alcune capitali europee dove i protagonisti vivono la loro vita professionale nel mondo dei fiori. I veri protagonisti, infatti, sono i fiori, ma non il negozio che tutti conosciamo, bensì il mondo delle dimostrazioni, delle competizioni, dei corsi di formazione, delle ricerche, dell’innovazione. Un mondo tanto nascosto e complesso da rendere difficile immaginarne l’esistenza. Saranno proprio i colori dei fiori a guidare il commissario alla scoperta della “teoria” e del colpevole. -
Ada come tante
L'amicizia forte, vera, fra Ada e Francesca che percorre tutta la loro vita è un profondo sentimento che consentirà a Francesca di entrare in contatto con Ada, di sentirla e vederla anche dopo la morte. Ada le confiderà del transito vita-morte svelandole cosa “vede”. -
Io sono il Princeps
Il protagonista del romanzo, Giuseppe Calopresti, soprannominato Mimmo, viene condotto in un carcere situato sopra un’isola, L’Isola senza Tempo, in seguito a una rivolta in un centro diurno per anziani. Qua incontra alcuni detenuti bizzarri come i'Savonarola, un frate che sostiene di parlare con i morti, tra cui spicca Niccolò Machiavelli, che avrà l’occasione di insegnare a Giuseppe Calopresti l’importanza della teoria rispetto all’azione, usando un linguaggio colorito. Direttrice del carcere è Maria Antonietta, moglie quasi separata di Federico IV, governatore dell’isola e soprattutto del Centro Commerciale La Rinascente, creatura che sovrasta la città dei Non Vivi. A fare da sfondo, uno psichiatra che ha in terapia un mafioso nostalgico di un mondo malavitoso meno compromesso con il potere politico, due Vigili Urbani che si improvvisano degli improbabili detective, ex fuorilegge romantici e idealisti, personaggi dei cartoni animati e tribuni della plebe. (...) -
Livorno. Storia e personaggi
Quante città contiene Livorno? Nel Seicento c’è la città del Porto e delle Nazioni, nel Settecento la città dei teatri e della musica, tra Sette e Ottocento la città dei salotti, dell’editoria e del patriottismo, poi ancora quella degli artisti. Nel “secolo breve” ci sarà la città delle guerre e quella dei geni della musica, della poesia e dell’arte. E poi i personaggi – dieci donne e dieci uomini – che hanno animato la storia di Livorno e ne hanno portato nel mondo la fama e l’ingegno. -
Emozionarsi. Parole nuove per antiche storie
La psicoterapia è il dialogo tra due persone, paziente e terapeuta, che si incontrano nella stanza di terapia e, insieme, entrano in un tempo e in uno spazio che diventa privato, unico e soprattutto intimo. Qui il dialogo si trasforma in un testo scritto capace di emozionare e avvincere. I casi clinici esposti diventano materia viva, personaggi in cerca di ascolto e accoglienza, di cura e riconoscimento, prima ancora che di interpretazione. L’autrice entra con gentilezza nelle loro interiorità e insieme si avviano in un percorso fatto di parole silenziose, parole che nutrono, che svelano, che curano. Le nove storie, o meglio le schegge di storie qui narrate, sono eventi del presente che chiedono di essere accolti e rivisitati, nel momento in cui avvertiamo che il passato non può più essere ignorato, ma può diventare un utile elemento per dare un senso nuovo al nostro presente. -
Senza nome è questo vento
"[...] La raccolta di Daniela Gregorini è a tratti l’esibizione di tante diverse divagazioni stilistiche. Una esibizione simpatica e coinvolgente per la sua incredibile varietà. [...] Si esibisce in più casi con la composizione considerata un pilastro della poetica classica, il sonetto petrarchesco, la composizione più ardua di tutta la poesia occidentale. [...]"""" Rodolfo Vettorello" -
La luna ha le unghie
"Esce sotto il segno della Luna questa corposa raccolta di poesie. E tanti sono i rimandi che subito suscita. Dalla dannunziana nascente luna, in cielo esigua come il sopracciglio della giovinetta, alla celeberrima invocazione di Leopardi: Che fai tu, luna in ciel/Dimmi che fai, silenziosa luna? Che fai, dunque, Luna dalle lunghe unghie rosse grifagne, che guardi dall’alto della tua lontananza questa terra oppressa da ogni genere di mali? Dove la libertà è una “nobildonna vilipesa” e la natura “ride” beffarda, imponendo le sue catastrofi, illudendosi poi di riparare ai danni semplicemente facendo tornare la primavera. Che risposte saprai dare tu, archetipo femminile per eccellenza, signora dell’alternarsi dei cicli naturali, alle tante domande che Adriana, e i lettori con lei, ti rivolgeranno?"""" (Annalina Molteni)"