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Il tallone del drago. Lavoro cognitivo, capitale globalizzato e conflitti in Cina
La crescita economica senza precedenti della Cina traina la ripresa mondiale verso l'uscita dalla crisi, riconfigurando un'inedita geografia dei poteri con gli Usa e scontrandosi con l'urgenza di una nuova governance globale. Al contempo, gli investimenti sulla formazione, la nascita di nuove metropoli e il rischio di bolle immobiliari stanno profondamente cambiando questo Paese. Questo libro descrive le trasformazioni che il Regno di Mezzo si trova oggi ad affrontare, tra la sfida delle energie rinnovabili, la ricerca scientifica e una forza lavoro mobile e metropolitana. La ""fabbrica del mondo"""" si scopre sofisticata e all'avanguardia, centro di innovazione del capitale globale e sempre più abitata da lavoratori qualificati. Ma è anche il nuovo epicentro delle lotte sul lavoro. Partendo dagli scioperi della fabbrica Foxconn, produttrice degli iPhone di Steve Jobs, questo libro ci spiega come l'immagine di una Cina fatta di persone disposte a lavorare a qualunque condizione subisca forti contraccolpi. Una nuova generazione di giovani cinesi - operai, stagisti e studenti - ci mostra il volto del conflitto tra capitale globale e mondo del lavoro. Frutto di una ricerca condotta nei maggiori distretti produttivi cinesi, questo libro ci guida alla scoperta di coloro che lavorano e occupano le fabbriaàe in una Cina ormai uscita dalle periferie e sempre più protagonista nei processi di valorizzazione dell'economia della conoscenza."" -
Quel che il futuro dirà di noi. Idee per uscire dal capitalismo in crisi e dalla seconda Repubblica
La sinistra comunista ha ancora qualcosa da dire? Decisamente sì, risponde Paolo Ferrero. Perché il neoliberismo che sembrava trionfante è precipitato nella più grave crisi della storia, e nessuno - ai piani alti - sa come uscirne. Alla crisi economica, infatti, se ne sommano altre: climatica, ambientale, energetica, dei rapporti sociali. E l'umanità si trova di nuovo davanti al bivio tra socialismo o barbarie. Ma l'orizzonte della scarsità delle risorse pone il problema in modo diverso, più drastico. Richiede un di più di scienza e coscienza, di giustizia ed eguaglianza. Il socialismo torna quindi con prepotenza l.unica alternativa teorica possibile. Ma proprio gli eredi di questa tradizione - in Italia più che in altri paesi - escono da una sconfitta senza precedenti, che li ha fatti quasi scomparire dalla scena politica. Ferrero ripercorre gli ultimi tre decenni della storia del nostro paese, interrogandosi sulla serie di scelte che hanno determinato infine la frantumazione e l'emarginazione della sinistra. Fino all'assunzione del punto di vista dell'avversario. Una «sindrome» di cui invita a liberarsi in fretta, riconquistando quell'autonomia culturale e politica indispensabile per rappresentare davvero un'alternativa generale, capace di rompere la trappole del bipolarismo e del populismo: ovvero di quanto ha permesso la «resistibile ascesa» del potere berlusconiano. Prefazione di Oskar Lafontaine. Postfazione di Giorgio Galli. -
Palabras. DVD. Con libro
Santiago de Cile, un fine settimana di fine estate. Tre ragazze trascorrono il week-end fra la piscina, il campo di hockey, la cena in veranda, la spiaggia. Una di loro, Adela, racconta di un amore vissuto un anno prima, quando si trovava in missione di lavoro ad Antuco, un paesino delle Ande cilene, e aveva conosciuto un ingegnere italiano che si occupava del progetto di un'enorme diga alla quale lei e i suoi colleghi di un'organizzazione ambientalista si opponevano. Le parole di Adela, disperse nei luoghi eleganti del centro, si alternano alle immagini di quel recente passato vissuto fra il vento e le rocce nere delle montagne, dove e quando tutto era diverso, le abitudini, i gesti, le parole, i sentimenti, Adela stessa. Un periodo pieno di amore e di amicizie, di solidarietà, di impegno, di vita, che è rimasto inciso profondamente nella sua memoria, ricordi che vuole avere sempre presenti, senza rimpianti; soltanto una nostalgia serena che la accompagna, rassicurandola. -
L' idea di comunismo
La parola ""comunismo"""" può ancora essere usata per indicare progetti di emancipazione? Ovvero, l'idea di un'alternativa globale all'attuale dominio del capitalismo parlamentare può coincidere con il termine """"comunismo""""? Per gli autori degli interventi che compongono questo libro - frutto di un incontro seminariale svoltosi a Londra nel 2009 dal titolo """"On the Idea of Communism"""" - la risposta, con le dovute varianti, è sì. A vent'anni dalla ratifica del fallimento ufficiale dell'esperienza storica del socialismo realizzato, gli autori di questo volume denunciano l'urgenza di rimettere in circolazione l'uso di questa parola, impedendo ai sostenitori del capitalismo di farne il bilancio. Perché, riaffermare l'uso della parola """"comunismo"""" significa anzitutto ribadire un'indipendenza nei confronti del consenso occidentale """"democratico"""" che non fa altro che perpetuare la propria continuità sprovvista di senso. Questo libro raccoglie gli interventi di alcuni dei maggiori filosofi contemporanei, invitati non a passare al vaglio gli errori del socialismo reale ma a misurarsi con un pensiero della trasformazione all'altezza dell'odierna crisi del capitalismo e delle democrazie rappresentative."" -
Nuvole
Questo libro parla di nuvole. È il diario di bordo tenuto da Gilles Clement paesaggista, giardiniere e scrittore - durante una traversata atlantica a bordo di un cargo da le Havre in Francia a Valparaiso in Cile. Quale l'interesse per l'inventore del ""giardino in movimento"""" di guardare al cielo? Perché tra tutti i fenomeni naturali la meteorologia resta il più inafferrabile, quello che l'uomo, nonostante i tentativi, non è riuscito in alcun modo a piegare. Ma è anche il fenomeno che più modella i climi, quindi maggiormente incide sulla flora e i paesaggi. Ed è infine quello che con un unico slancio ricopre l'intero pianeta e ci conferma una realtà che per alcuni resta imprecisa: la Terra, la nostra casa, funziona come un solo e indiviso essere vivente. Cirri, nembi, cumuli, nomi di nuvole, ma soprattutto nomi attribuiti ad acqua in sospensione, a quella fase del ciclo dell'acqua senza la quale non si dà vita. Perché per capire il vivente, occorre capire le nuvole, occorre dunque capire lo spazio complessivo in cui si dispiega il vivente. Ancora una volta Gilles Clement ci sorprende mescolando generi e temi: un journal che guarda al cielo e dal quale sbucano piante e giardini, discorsi sulla luce e sui frattali, personaggi come Jean-Baptiste Lamarck e capitani di lungo corso..."" -
Di mestiere faccio il paesologo. DVD. Con libro
"L'Italia crede falsamente di essere nazione di città. È invece nazione di paesi. E nei paesi c'è l'anima nascosta, ci sono i talenti depressi, le solitudini autentiche, i vuoti dell'emigrazione, la vita che resiste sperando che l'identico prima o poi muti. Franco Arminio, poeta vero, ha indagato i paesi, ma sopratutto ha raccontato le vite di paese, laddove tutto vive come se dovesse ancora compiersi ed è già - invece - tutto compiuto. Franco Arminio scrive di un'Italia perduta trovandone frammenti di luce. Un'Italia di paese spesso rassegnata, ma da cui tutto può partire. Anzi, o partirà dai paesi un nuovo percorso o non partirà mai."""" (Roberto Saviano)" -
L' attesa. Con DVD
Marco De Angeli e Antonio Di Trapani collaborano dal 2003: oltre alla sceneggiatura de ""L'attesa"""", realizzato i cortometraggi """"Il cuore sospeso"""" e """"Voci di rugiada"""" e il loro primo lungometraggio """"Tarda estate"""" (2010)."" -
La donna a una dimensione. Dalla donna-oggetto alla donna-merce
Se guardiamo al ritratto-tipo della femminilità attuale, per una donna l'apice della realizzazione risiederebbe nel possesso di costose borsette, di un vibratore, di un appartamento e di un uomo - senz'altro in quest'ordine. Come siamo arrivati a questo punto? I desideri veicolati dai movimenti di liberazione delle donne del secolo scorso si sono forse realizzati nel paradiso commerciale di vizietti autocompiaciuti, orecchini col coniglietto di Playboy e cerette inguinali? Che l'apice della supposta emancipazione delle donne possa perfettamente coincidere con il consumismo è un triste indice della miseria politica della nostra epoca. Ma il femminismo contemporaneo, soprattutto nelle sue formulazioni americane non sembra affatto preoccupato del passaggio dalla donna-oggetto alla donna-merce. Oggi il «femminismo» sembra essere ovunque: pretesto per vendere di tutto, dai sex toys alle scarpe di lusso fino, ovviamente, alla vendita di sé. Ma com'è possibile che il femminismo sia diventato un discorso egemonico perfettamente integrato alle esigenze del mercato? Come se ne sono impadroniti i vecchi nemici? Prendendo spunto dal cinema, dalla filosofia, dall'attualità, dalla politica, dalla pornografia e dalle lotte delle donne di ieri e di oggi, il libro mostra che questa nuova forma di «unidimensionalità» non è per le donne necessariamente un destino, e che la battaglia femminista sta davanti a noi e non dietro di noi. -
Tumulti. Scene dal nuovo disordine planetario
Tumulti, insurrezioni, cortei, barricate... Parole sempre più ricorrenti nelle cronache politiche (dai moti studenteschi europei alla resistenza operaia, passando per le insurrezioni nel mondo arabo e gli ""indignati"""" spagnoli) che indicano tanto lo sconvolgimento dell'ordine esistente quanto l'emergere di pratiche che ben poco hanno a che fare con la tradizione rivoluzionaria del Novecento. Come se le categorie di Stato e Rivoluzione non riuscissero più a spiegare i processi in corso. Come se fossero inadatte a capire un'epoca in cui la politica assume la forma del tumulto, dell'imprevedibilità degli incontri e degli esiti, dell'esodo dai partiti e dalle organizzazioni. Perché la forma politica del tumulto significa disconoscimento della controparte del potere come Uno (da decapitare e sostituire); significa tenere fermi al proprio interno conflitto e pluralità; significa rifiutare la rappresentanza ma anche darsi nuove istituzioni flessibili, costituenti. Dalla """"muta"""" di Pentesilea ai Ciompi machiavelliani, passando per i """"diplomati senza futuro"""", questo libro è un testo di filosofia politica sulla forma-tumulto e l'inesorabile declino della sovranità."" -
Inventare il comune
L'odierna riflessione di Toni Negri sul concetto di ""comune"""" affonda le sue radici in un percorso di ricerca teorica e politica più che ventennale. Tutto è cominciato con la descrizione del cosiddetto post-fordismo, con l'analisi di un capitalismo che alla soggettività del lavoratore chiede creatività, innovazione e dunque libertà. Quello che Negri ha cercato di descrivere è un paradosso: il capitalismo è sempre più legato a ciò che in potenza può distruggerlo, la libertà del lavoro. E per Negri, ciò a cui questa libertà non cessa di dare forma è un territorio comune - non lo spazio pubblico dello Stato né lo spazio privato degli individui - che è contemporaneamente la conditio sine qua non del capitalismo contemporaneo. Il libro ripercorre le tappe di questa riflessione, mostrando come la teorizzazione del """"comune"""" attraversi tanto la critica al pensiero debole all'inizio degli anni Novanta quanto l'analisi della crisi della statualità, fino ad arrivare alla riscoperta di un concetto fondamentale del pensiero politico moderno, quello di """"moltitudine"""". Un testo che è un riepilogo della riflessione negriana dell'ultimo ventennio e una testimonianza del grande contributo fornito da questo autore al rinnovamento del pensiero critico."" -
Liberamilano seguito da Una mattina ci siam svegliati
"Una mattina ci siam svegliati"""": 25 aprile 1994, la sconfìtta. Un mese dopo le elezioni che portano Berlusconi e la destra al governo in Italia, il """"popolo della sinistra"""" reagisce allo smarrimento e alla frustrazione celebrando con una grande manifestazione nazionale a Milano l'anniversario della Liberazione. Radio Popolare racconta in una gigantesca diretta tutte le fasi dell'avvenimento. Da questo magmatico flusso sonoro, rielaborando e rimontando il linguaggio radiofonico nella pagina scritta, Balestrini mette in scena una partitura di voci in cui resoconti di cronisti, telefonate di ascoltatori, commenti in studio, interviste volanti, memorie di vecchi partigiani, dialoghi con studenti arrivati da ogni città si fondono in un'incalzante narrazione corale. """"Liberamilano"""": 30 maggio 2011, la vittoria. Dopo 18 anni l'amministrazione della città di Milano viene riconquistata da una coalizione di sinistra guidata da Giuliano Pisapia. Le elezioni sono seguite e trasmesse in diretta dalla stessa Radio Popolare. A questo secondo storico appuntamento politico milanese non manca Balestrini che, con il suo singolare metodo letterario del montaggio di linguaggi preesistenti, riesce a narrare l'enorme carico di emozioni e felicità collettive condensate in un sentimento di liberazione. Un """"romanzo in due fasi"""" che segna l'ascesa e il declino del potere berlusconiano." -
Debiti illegittimi e diritto all'insolvenza. Quando sono le banche a dettare le politiche pubbliche
La spesa pubblica per gli interessi sul debito rende possibile un enorme trasferimento di ricchezza verso banche e fondi finanziari di investimento, a scapito dei redditi da lavoro. Ma l'indebitamento dei governi è anche un'arma per accelerare la messa in pratica di misure di privatizzazione e precarizzazione tipiche del capitalismo liberalizzato, finanziarizzato e globalizzato. Un documento dell'Fmi del novembre 2010 lo dice chiaramente: ""le pressioni dei mercati potrebbero riuscire lì dove altri approcci hanno fallito"""". I terribili colpi inferti a lavoratori e a giovani in Grecia e in Portogallo confermano che questo avvertimento va preso sul serio. La """"crisi del debito"""" degli Stati nasconde in modo sempre meno efficace una profonda crisi bancaria. I governi, che non hanno tassato patrimoni e capitali e che non hanno contrastato l'evasione verso i paradisi fiscali, si ritrovano oggi pesantemente indebitati nei confronti dei fondi di investimento stranieri, ma soprattutto nei confronti delle banche europee. Queste ultime hanno bilanci fragili. Hanno creato troppo credito rispetto ai depositi e ai fondi propri. Nell'autunno del 2008 sono state salvate e oggi tornano a chiederlo una seconda volta. A fronte di questo, le politiche di rigore di bilancio e di riduzione dei salari richieste da Unione europea, Bce e Fmi fanno affondare l'Europa nella recessione. Occorre dunque porre contestualmente due problemi: l'annullamento del debito pubblico e la trasformazione del sistema bancario."" -
La libera ricerca di Cesare Bermani. Culture altre e mondo popolare nelle opere di un protagonista della storia militante
Cesare Bermani, tra i fondatori dell'Istituto Ernesto de Martino, è stato tra i primi ricercatori a utilizzare a fini storici e antropologici ""fonti popolari"""" quali le narrazioni orali e i canti sociali. Questo libro raccoglie gli scritti di numerosi studiosi che, in un convegno dedicato all'importante figura di Cesare Bermani per la ricerca storica e sociale del Novecento italiano, hanno analizzato da diversi punti di vista il ricco e originale repertorio delle sue opere."" -
Il ghiaccio era sottile. Per una storia dell'Autonomia a
Nel turbinio dei sommovimenti sociali e politici degli anni Settanta, l'Autonomia è riuscita a mettere insieme Marx con l'antipsichiatria, la Comune di Parigi con la controcultura, il dadaismo con l'insurrezionalismo, l'operaismo con il femminismo e molto altro con molto altro ancora. Ma, soprattutto, nel suo agire l'Autonomia ha rappresentato una discontinuità profonda con le pratiche del Movimento operaio ufficiale. Essa non è stata un'organizzazione, bensì una molteplicità che si organizzava a partire da dove viveva, da dove lavorava o studiava. Nell'Autonomia hanno infatti convissuto tante specifiche autonomie: degli operai, degli studenti, delle donne, degli omosessuali, dei prigionieri, di chiunque scelse - a partire dalle proprie contraddizioni - la via della lotta contro il lavoro salariato e lo Stato, la via della sovversione della vita. Se il Movimento degli anni Settanta finì per soccombere alle forze congiunte della macchina statale e del Partito comunista, la storia dell'Autonomia è quella di un'avventura rivoluzionaria la cui incandescenza è più che mai attuale. -
Daddo e Paolo. L'inizio della grande rivolta. Roma piazza Indipendenza2 febbraio 1977
Dall'ottobre 1976 al gennaio 1977 contro la riforma Malfatti e il governo Andreotti, appoggiato dai comunisti, parte la protesta di studenti e ricercatori: le università vengono occupate, da Palermo a Napoli, da Roma a Bologna. C'è un nuovo soggetto politico in Italia, la generazione che va dai venti ai trent'anni. È il frutto della scolarizzazione di massa, dell'urbanizzazione delle periferie, della diffusione della militanza e di un'opinione di sinistra nei quartieri e nei luoghi di lavoro. Questa ricomposizione di classe diventa biografica. Daddo viene da una buona famiglia borghese romana che abita in un quartiere alto, alla Balduina, dove ci sono medici, avvocati, professori universitari; Paolo viene da Primavalle, un quartiere che sta sempre al limite tra la dignità proletaria e il degrado sottoproletario. La loro amicizia, la loro comune militanza è il prodotto di queste trasformazioni: entrambi stanno tradendo le loro origini, i loro quartieri, i loro destini. Per farsi strada, questo nuovo soggetto economico e politico sa che solo l'estremismo, l'illegalità, la violenza è il mezzo. Lo sa d'esperienza, non di testa. Contro tutto e contro tutti: contro i fascisti, contro la scuola, contro i riformisti, contro lo Stato, contro i padroni, contro la sinistra istituzionale. E il 2 febbraio 1977- A Roma c'è una manifestazione contro l'aggressione fascista del giorno prima all'Università. A piazza Indipenza si spara. Un fotografo continua a fare scatti... -
Crak capitalism
"Oggi, forse più che mai, il mondo è di fronte a un bivio. Da una parte, una chiusura spaventosa. Chiusura delle vite, delle aspettative, delle possibilità, delle speranze. Questo è il nucleo dell'attacco capitalista. Questi sono i tempi dell'austerità. Dovrete imparare a vivere nella realtà. Non aspettatevi di trovare facilmente un lavoro. Non aspettatevi di trovare una borsa che vi permetta di studiare. Non aspettatevi neanche di studiare, se i vostri genitori non hanno i soldi. Soprattutto non sognate di creare un mondo diverso. Questa è la dura realtà oggi, scordatevi dei vostri sogni. Ci potevate giocare quando eravate bambini, adesso no, questa è la crisi finanziaria, questo è il regno del denaro. Guardatevi intorno, non c'è alternativa, non c'è altra possibilità che quella di accettare la disciplina del denaro. Guardate gli italiani, guardate i greci, siete stati avvertiti! Forse, se soffrite in silenzio, se lavorate duro, anche senza essere pagati per niente all'inizio, se lasciate perdere i vostri sogni sciocchi, forse allora tra qualche tempo ci sarà per voi un futuro nel capitalismo, se siete fortunati. Dall'altra parte, c'è una spinta decisa verso l'apertura. No, non accetteremo. Non accetteremo le misure di austerità, non accetteremo la disciplina del denaro, non accetteremo la morte della speranza. Non accetteremo le diseguaglianze oscene di questo mondo in cui viviamo..." -
Pixel. La realtà oltre lo schermo dei media
"Quanta fiducia nelle notizie resta nei lettori di giornali, nei teleutenti, nei frequentatori della rete? Da alcuni anni, in un lasso di tempo che è coinciso con la progressiva eclissi delle grandi visioni del mondo, sembra di essere, insieme, pieni e vuoti. C'è una ridondanza di notizie (pieno) che ha come effetto una sorta di indifferenza (vuoto), tanto che forse abbiamo persino perso interesse per la loro verificabilità. Che cosa succede oltre la cortina sgranata dei pixel? Si ha la sensazione che là, """"oltre"""", si sia fatto molto sottile il confine tra informazione corretta e informazione di basso profilo e contenuto, mentre dilagano noninformazione e chiacchiera, pseudo-notizie e fiction. A volte sembra che tutt'insieme queste zoomorfie mediatiche costituiscano un'unica grande bolla in cui il fruitore viene inghiottito, si perde e si assuefa all'indistinzione tra realtà e costruzione manipolatoria di una realtà parallela (se non più decisamente: invenzione). Oggi sembra necessario porre con forza il tema di un codice della notizia che stabilisca quale sia una notizia e quale non lo sia. Questo discorso vale sia per i media tradizionali, sia per quelli nuovi ed emergenti, ma dovrebbe interessare soprattutto le persone in carne e ossa che adoperano i media come voce critica e libera da condizionamenti. Bisogna fare luce sugli angoli bui di inerzia e assuefazione che l'impero delle emozioni mediatiche crea in tutti noi, non soltanto nei patiti dei reality o nei lettori/spettatori..." -
Slot art machine. Il grande business dell'arte contemporanea
Il sistema dell'arte, per come è venuto configurandosi negli ultimi decenni, somiglia a una slot machine. Cioè a una macchina per fare soldi imbrogliando la gente e premiando di tanto in tanto qualcuno, e conservando così l'illusione di facili guadagni. Nel caso del sistema dell'arte, la macchina è truccata due volte, la prima come tutte le slot machine, la seconda perché i soldi non vengono distribuiti a caso ma solo ad alcuni giocatori, gli stessi che l'hanno costruita: mercanti, case d'asta internazionali, musei, collezionisti professionali, banche, cordate di affaristi, curatori e artisti manager. Questo libro smonta e ricostruisce questo complicato dispositivo, mostrandone la vera natura e la distorta influenza esercitata su uno dei settori più significativi della creatività umana. L'arte, anziché espressione di una libera ricerca estetica, diventa una merce dalla quale il sistema cerca di spremere il massimo profitto. Una forma particolare di merce che possiede un unico valore, quello di scambio. E così l'acquisto dell'opera di un autore affermato diventa un'operazione simile a un investimento in borsa. I collezionisti diventano speculatori e il pubblico è sottoposto a un sistematico lavaggio del cervello che tende ad accreditare quello che resta di un'arte ormai fredda, cinica, ripetitiva e autoreferenziale. Business, tecnica, comunicazione, marketing sono i nuovi protagonisti dell'arte del XXI secolo... -
Manifesto per un'Europa egualitaria. Come evitare la catastrofe
Disoccupazione di massa, lavoro precario, assenza di garanzie sociali e collasso dei diritti democratici rappresentano la cupa tendenza dell'Europa di oggi. Processi che si sono radicalizzati con la crisi economica globale e inaspriti con i programmi di austerità, aggravando gli squilibri tra i paesi europei. Di fronte a questo, l'Eurozona e l'intera Unione Europea rischiano il tracollo, sul fronte economico (con l'esplosione di povertà su vasta scala) e sul fronte politico (con l'emergere di destre estreme e nuove spinte nazionalistiche). Figura centrale dell'odierno assetto europeo è la Germania, che ha portato a compimento la propria ascesa a potenza economica dominante e che si oppone apertamente a ogni iniziativa volta a riequilibrare i rapporti economici e politici. Eppure, nessun ritorno alle sovranità nazionali, politiche o economiche, è ormai possibile. La risposta sta in altri presupposti. Se vuole guardare al proprio futuro, l'Europa deve infatti ascoltare quei movimenti che contestano l'addebito dei costi della crisi alle classi più popolari; rispondere alle richieste delle fasce sociali maggiormente colpite; promuovere processi di cambiamento in tutti gli ambiti della vita sociale, economica e culturale dentro un nuovo progetto di Europa democratica e federale. Solo a queste condizioni sarà possibile evitare la catastrofe. -
A sarà düra. Storie di vita e di militanza No Tav
Da oltre un decennio, pressoché l'intera comunità della Val di Susa è mobilitata per impedire la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità (Tav). In contrapposizione a partiti politici, forze dell'ordine, magistratura e media, un movimento di massa non cessa di crescere e, iniziativa dopo iniziativa, consolida la consapevolezza di poter vincere. I militanti e le militanti del Centro sociale Askatasuna, insieme a molti altri protagonisti di questa lotta, raccontano le ragioni di un movimento che ha saputo costruire una diversa cooperazione sociale, produrre un'altra scienza, diffondere un sapere alternativo, traducendosi in una resistenza di massa. Il movimento no tav interpella il senso di alcune parole della politica, declinandole con nuovi significati: cos'è un'""istituzione"""", quando essa assume il volto della repressione di un'intera comunità? Cos'è la """"democrazia"""", quando il parere del """"maggior numero"""" viene del tutto ignorato? Cos'è lo """"sviluppo"""", quando l'infrastruttura proposta è mera speculazione? Cosa sono le """"risorse"""", quando il Tav appare come un gigantesco e insensato consumo di risorse naturali? Per le popolazioni della Val di Susa nel conflitto no tav è anzitutto in gioco un diverso modello di società, di economia e di politica. Un modello che già vive dentro le forme di una soggettività radicale e massificata che diventa punto di riferimento e proposta di metodo per un nuovo agire sociale e politico.""