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L' ultimo duca
In piena pandemia, Amedeo, Duca di Savignano, trascorre il suo novantacinquesimo compleanno a Villa Alda a Marechiaro, dove si è rifugiato con la servitù. Dalla terrazza guarda il mare e lentamente dal passato affiorano alla mente la figura del padre, il Duca Carlo, le tradizioni della sua nobile famiglia, una vita di altri tempi. E rivive amori, tenerezze, cattiverie, sentimenti contrastanti che ancora parlano al suo cuore. In fondo l'età non conta, contano i ricordi che possiamo mettere nel piatto della vita. -
Novelle napolitane. Nuova ediz.
... Novelle napolitane: titolo al quale io mossi sulle prime qualche obiezione, parendomi che in certo modo restringesse il significato umano di queste novelle, e ne sminuisse altresì il valore artistico, perché suggeriva l'idea che fossero «quadri di costumi» e appartenessero a quelle opere, determinate da ragioni non puramente estetiche, che sono dirette a far conoscere ai curiosi le condizioni di un popolo o di una classe sociale. Ma, poi, il titolo non mi parve del tutto improprio, considerando quanta parte della vita di Napoli - di quelle stradicciuole «dove ogni cosa nasconde e cova un dolore», - trovi il suo documento nell'arte del Di Giacomo - e di una Napoli che ora per molti rispetti si è già dileguata, la Napoli che ricordo di aver visto anch'io nella mia adolescenza, la Napoli di trent'anni fa. (dalla Prefazione di Benedetto Croce) -
Il paese di Cuccagna. Romanzo napoletano
Solo don Crescenzo conservava la sua disinvoltura e la placida beatitudine del napoletano, che ha il suo piatto di maccheroni assicurato, e che serenamente assiste alla corsa affannosa degli altri, dietro il fantastico piatto di maccheroni, o dietro molti fantastici piatti di maccheroni, nel grande, immaginoso paese di cuccagna. Carlo Cavalcanti, infervorato, giuocava, tanto che al pagare vi mise le lire che il suo cameriere Giovanni s'era fatto prestare dalla usuraia Concetta, le lire che la sua cameriera Margherita s'era fatte prestare dall'usuraio don Gennaro Parascandolo, e settanta lire che aveva avute dal Monte di Pietà, impegnando due antichi e artistici candelabri di bronzo dorato, ritrovati in una stanza di vecchiumi, a casa Cavalcanti, in tutto duecentoventi lire; e rimase pallido, scontento, malinconico, a un tratto sfiduciato sul valore di certi numeri, dolente di non aver potuto arrischiare di più su certi altri, e infine disperato di non poter giuocare tutti gli altri, tutti quelli che erano nei suoi calcoli. -
Nella vita
Un mio quadro di caratteristici costumi partenopei, colorito della vivacità del color nostro e materiato degli elementi tra malinconici e grotteschi che offrono all'assaporante o meditante gastronomia dello sguardo certe nostre vie popolane mancava appunto di quell'assai pittoresca figura senile, ch'io ricordavo d'aver più volte incontrata per la via, rincorsa dall'odiosa ragazzaglia plebea che non rispetta alcuna peripatetica sventura: una vecchia bizzarramente vestita, con certi buccoli argentei che le scappavano disotto al cappelletto tutto piume e nastrini e le sbattevano sulle gote infossate, una vecchia con un cestino infilato al braccio e, attaccato al polso ossuto della mano destra, un bastone con cui minacciava i suoi persecutori infantili. -
Tre croci. Nuova ediz.
Dentro la libreria c'era poca luce e dovevano accendere presto il gasse. Nella strada, vedevano passare sempre le stesse persone; e qualcuna si fermava a guardare la vetrina. [...] Giulio, nella sua camera, si sentiva assai più triste che nella libreria; e gli sarebbe stato impossibile rimanerci a lungo. Mangiò un pezzo di pane intinto nel vino, e andò a serrarsi dentro la libreria; a stracciare carte e a preparare i bilanci dei registri. Lavorava in fretta e con una facilità che non aveva sempre avuta. Lavorava come se avesse potuto riparare a qualche cosa; e si sentiva calmo; ma con una di quelle calme che pesano come il piombo e se ne ha paura; perché si sa che esse ci costringeranno a qualche tristizia inaudita. -
Logos. Rivista di filosofia (2021). Vol. 16
La rinascita di Logos, la rivista fondata da Antonio Aliotta e ripresa, in una seconda serie, da Cleto Carbonara alla fine degli anni Sessanta, è sostenuta, innanzitutto, dall'esigenza di dar conto di ciò che una comunità di studiosi elabora e produce nei progetti di ricerca, individuali e collettivi anche grazie al contributo di più giovani studiosi. Perciò la rivista in-tende offrire opportuno spazio a saggi o recensioni dei ricercatori e dei dottori di ricerca, introducendo anche un'apposita sezione dedicata alle relazioni sulle tesi di dottorato. Non si tratta, quindi, di una mera operazione di rievocazione e di celebrazione dell'antica tradizione napoletana di studi filosofici, ma di un consapevole progetto che intende guardare con rispetto verso il proprio passato per infuturarlo nelle nuove prospettive di ricerca. Quello proposto è uno strumento collettivo di confronto e di discussione sia sui più aggiornati itinerari della storiografia filosofica sia sullo statuto dei nuovi saperi. La filosofia napoletana si è sempre distinta per grandi innovazioni speculative e per una marcata declinazione etico-politica. -
Della ragion poetica. Nuova ediz.
«Il poeta, per mezzo delle immagini esprimenti il naturale e della rappresentazion viva somigliante alla vera esistenza e natura delle cose immaginate, commove ed agita la fantasia nel modo che fanno gli oggetti reali, produce dentro di noi gli effetti medesimi che si destano dai veri successi. (...) Le parole (...) portano in seno immagini sensibili ed eccitano in mente nostra i ritratti delle cose singolari, rassomigliando successi veri e modi naturali, perché in tal maniera la mente nostra meno s'accorge della finzione, dando minor luogo all'immagini che rappresentano l'esistenza delle cose contrarie. Onde l'animo in quel punto abbraccia la favola come vera e reale e si dispone verso i finti come verso i veri successi: imperocché la fantasia è agitata dai moti corrispondenti alle sensibili e reali impressioni». -
Sterminator Vesevo. Diario dell'eruzione dell'aprile 1906. Nuova ediz.
"Amico lettore, non chiedere a queste mie pagine che io raccolgo e ti offro, il prestigio dell'arte e il fascino dello stile. Esse furono scritte, giorno per giorno, con cuore tremante di dolore, con una indicibile emozione, che, spesso, fece cadere la penna di mano allo stanco e desolato scrittore: esse furono scritte, ogni notte, al ritorno dai paesi ove più l'ira sterminatrice aveva distrutto gli uomini e le cose, mentre ancora una visione di orrore mi opprimeva. Così, in cambio di una glaciale disciplina letteraria, tu troverai, lettore, in queste pagine, la storia semplice, profonda e tragica di quella che fu l'eruzione, vista coi miei occhi mortali; vi troverai fra raffigurate persone e narrati fatti: eroiche persone e nobilissimi fatti che meritano di essere evocati ed esaltati. Amico lettore, queste sono pagine di dolore e di amore: e sono scritte con cuore sincero. Non altro. Napoli, maggio 1906"""". (Matilde Serao)" -
La filosofia dell'illuminismo
Il progetto di una storia dello «spirito moderno» coinvolge le tre note monografie pubblicate tra il 1927 e il 1932: Individuo e cosmo nella filosofia del Rinascimento, La Rinascenza platonica in Inghilterra e La filosofia dell'Illuminismo, collegate da un «intimo nesso tanto nel fine oggettivo quanto nella fondamentale intenzione metodica». Così osserva Cassirer nella Prefazione all'ultima opera della trilogia, subito confermando il carattere della sua «storia della filosofia» che non punta alla ricognizione di tutti i «risultati» ma alla ricerca delle «forze operanti» dall'interno, alla «fenomenologia dello spirito filosofico», approfondito nel «suo carattere fondamentale» e nella «sua missione». -
Pulcinella prima del secolo XIX
La storia dell'origine di Pulcinella, dunque, a me pare sia questa: negli ultimi anni del Cinquecento, fra i tanti istrioni, che in quel tempo invadevano le piazze delle città d'Italia, ce ne fu uno, il quale o fu un contadino o volle contraffare i contadini di Acerra, o, per segnalarsi nella folla, fece come i ragazzi del popolo quando vogliono passare per soldati o altro, si cavò la camicia fuori de' calzoni, e su di essa mise la cintura, per attaccarvi la targa, come abbiamo visto nel quadretto del Callot. Aveva la voce stridula, e perciò lo chiamarono pulliciniello. -
La donna dei grilli
Nonna Mei è un'anziana venditrice ambulante di grilli fritti. Ha trascorso tutta la vita a friggere grilli sotto i piloni del Pearl Bridge. Ogni mattina, aiutata dalla giovane nipotina, trascina il carretto - avuto in eredità da suo padre - in prossimità degli argini del fiume, per iniziare la giornata di lavoro sino al tramonto. Il Banco dei grilli è il capannello per clienti fissi, personaggi della Cina povera degli anni '80. Tra i clienti più assidui del suo banchetto c'è il professor Ming che, con le sue idee liberali, solleverà le coscienze degli abitanti dello storico quartiere di Liwan. Eppure, quel quartiere sugli argini del Perl-River, era ormai da tempo nel mirino delle grandi società immobiliari cinesi autorizzate ad abbattere le vecchie case per far posto ai moderni grattacieli. Le idee di libertà del professore faranno breccia anche nella mente della giovane nipote della venditrice di grilli, al punto che la ragazza si metterà alla testa dei cortei organizzati per contrastare gli abbattimenti e gli sgomberi forzosi delle vecchie case. -
Sullo scetticismo
Lo scetticismo non si è mai sognato di negare la verità dei fatti; ma solo sempre ha negato che essi siano ragione e perciò deducibili (nei loro elementi essenziali) dalla ragione pura; ciò che esso ha solo sempre negato è la razionalità e il razionalismo. Si può dire che esso neghi la verità, solo se si intende la parola verità in senso razionalistico, nel senso cioè di spiegabilità o deducibilità mediante la ragione, razionale; se essa si indende, secondo la definizione vichiana, come «mentis cum ordine rerum conformatio». Solo posta la distinzione vichiana tra la verità così intesa, e la certezza, la quale semplicemente ""nititur auctoritate nostra sensuum"""" (De uno universi Juris etc. Proloq.), non esiste per lo scetticismo verità, ma esiste però allora certezza, e soltanto certezza. Se, invece, come abitualmente, la verità si identifica alla certezza, allora anche per lo scetticismo vi è verità: la verità delle cose sperimentalmente constatabili, dei fenomeni, dei fatti."" -
L' irrazionale, il lavoro, l'amore
Non v'è nella realtà nessuna ragione. Anzi non v'è in essa né ragione, né non-ragione. Perché i concetti ""razionale"""" e """"irrazionale"""", sono soltanto concetti della nostra mente, contributi recati unicamente da essa nel suo concepimento dei fatti, ma che a questi non appartengono. [...] Nella realtà non v'è che la realtà sola, cioè i fatti. Essi non sono né razionali né irrazionali. Non sono dominati o diretti da una forza chiamata """"razionalità"""" o """"irrazionalità"""", come, diceva Hume, non sono dominati da una forza chiamata """"necessità"""", """"necessità logica"""", che li costringa ad essere quello che sono, e che, già prima del loro manifestarsi, escluda che essi possano essere diversi dal come si manifesteranno. Né razionali, né irrazionali, né necessari, sono i fatti. Sono semplicemente. Non fanno che essere. Non fanno che prodursi. È soltanto la mente umana che contemplandoli dappoi vi scorge la razionalità, l'irrazionalità, la necessità - ossia vi aggiunge e vi immette arbitrariamente questa che è una sua contribuzione."" -
Racconti a colori
Un racconto può nascere dalla propria esperienza, da un'emozione, da un ricordo, da un luogo, da una musica, da una foto, da un quadro. E proprio dall'emozione suscitata da alcuni quadri sono nati questi racconti. I nostri non sono saggi critici, ma solo dei racconti che danno voce, movimento, sentimenti a delle figure statiche creando situazioni drammatiche, ironiche, scanzonate, a volte dissacranti. Le nostre storie non coincidono con quelle dei pittori, sono diventate altre storie: le nostre. I racconti non hanno colore, sono scritti con inchiostro nero su fogli bianchi, ma se scaturiscono dall'emozione provata davanti a un quadro, ecco che diventano racconti a colori! Potere della fantasia! -
Il commissario Iovine. La verità che non si può dire
Una serie di delitti, apparentemente sconnessi, delinea una storia intricata, un ginepraio malavitoso che investe uomini e istituzioni. Districare questa complicata matassa è compito del commissario Iovine, che dal cuore di Napoli passando per le calde piantagioni della Colombia e i mercati di Karachi tenterà con ogni mezzo a sua disposizione di contrapporre la sua capacità investigativa alla nebbia che cela un oscuro mistero. -
Storia di due anime. Nuova ediz.
La storia di due anime, Mimì e Gelsomina, del loro amore mancato, dei loro amori, sullo sfondo di una Napoli d'altri tempi di cui pare di poter realmente udire i rumori dei vicoli, il vociare delle persone, di sentire gli odori e di vedere i colori dei luoghi mirabilmente tratteggiati ""dal vero"""" come soleva dire Matilde Serao."" -
Il conflitto della civiltà moderna. Nuova ediz.
Oggetto della storia nel suo significato più alto appare essere il mutamento delle forme della civiltà. Questa è la manifestazione esterna, di cui la storia, come scienza empirica, s'accontenta, in quanto essa pone in luce in ogni singolo caso i concreti esecutori e le cause di quel mutamento. Ma il lato profondo della cosa sta in ciò, che la vita, in forza della sua essenza, che è il moto, lo sviluppo, lo scorrere oltre, lotta di continuo contro i suoi propri prodotti diventati rigidi e non moventisi insieme con essa. Poiché però essa non può possedere la sua stessa esistenza esterna tranne che appunto in qualche forma, così questo processo si rivela in modo visibile e determinabile quale sostituzione della vecchia forma mediante una nuova. Il mutamento continuo dei contenuti della civiltà e da ultimo dell'intero stile di questa, è l'indice o piuttosto la conseguenza della infinita fecondità della vita, ma anche della profonda contraddizione in cui sta il suo eterno divenire e mutarsi con l'obbiettiva validità e l'affermazione delle sue manifestazioni e forme, con le quali o nelle quali essa vive. Essa si muove tra morire e divenire, divenire e morire. -
Nel mondo dei libri. Bizzarrie
Ma la libreria è un piccolo mondo. Oltre le opere del genio, c'è tutta una moltitudine sterminata che si agita, che ride, che piange, che ciarla, che impreca, che sogghigna. Guardando quei libri con l'occhio scrutatore, vi vedete passare davanti, in una corsa vertiginosa, gl'ispirati, i prepotenti, i consolatori, i pessimisti, i decaduti, gli umili, i biricchini, i superbi, i pedanti, i burloni, i maligni, gli spensierati, i poliziotti, i misteriosi. Alcuni con una potenza diabolica tentano risvegliare in voi quegl'istinti che con tanti sforzi cercate reprimere e soggiogare; altri con soave linguaggio vi sollevano a più spirabil aere; altri infondono nel vostro animo un forte entusiasmo spingendovi a grandi cose, ma il riso beffardo di uno scettico, vi rende perplesso e dubbioso. Qui un filosofo delira e vi nega tutto, anche il mondo corporeo, là un mistico vi accenna il cielo come ultima meta.[...] Che cosa sarebbe l'umanità senza questi libri? Per essi voi siete uomo, per essi conoscete il passato, vivete nel presente, interpetrate il futuro. I grandi scrittori sono i veri condottieri dei popoli: essi guidano l'umanità, suscitano tanti avvenimenti, determinano tante diverse epoche. Il germe di tutte le rivoluzioni, di tutte le riforme, di tutte le fasi del progresso e della civiltà è qui, sotto i vostri occhi. -
L' urgenza di un moderatismo radicale. Emanciparsi senza dilaniarsi
Moderatismo radicale significa che bisogna essere il più possibile radicali nella lotta contro tutte le forme di dominio, ma non al punto che un radicalismo eccessivo si ritorca contro la lotta che viene portata avanti. Oggi si parla soltanto della Russia e dell'Ucraina. È una buona occasione per ricordare come la radicalizzazione dell'ideale comunista l'abbia condotto a ritorcersi contro sé stesso, e oggi, più di un secolo dopo la rivoluzione del 1917, a minacciare non soltanto l'Ucraina ma anche i vicini più prossimi, e a poco a poco, l'Europa e il mondo intero. -
Istoria del Vesuvio e del Monte di Somma
Siniscalco descrive le eruzioni vesuviane succedutesi dal 79 d.C., (di cui riporta le lettere di Plinio a Tacito) sino al 1872. La cronistoria dell'evoluzione vesuviana è corredata da 57 tavole illustrative. Un documento utile a comprendere l'evoluzione del Vesuvio e del Monte Somma, da cui esso è generato. La cronistoria delle eruzioni lascia anche intendere che nonostante la ricca attività vulcanica di queste terre l'uomo le ha sempre abitate, ieri come oggi, convivendo con lo Sterminator Vesevo. Magnifica la descrizione del Monte Somma. ""Ora tutto mirasi coverto di sabbia, fiancheggiato da una piccola catena di monti di forma concava, tutta di filoni metalliferi, e per conseguenza di origine ignea, facendo sette principali cime ed a certa distanza fra loro, chiamate: la prima, canale di Massa; la seconda, canale dell'Inferno; la terza, punta del Nasone; la quarta, gamba del Diavolo; la quinta, Croce di S. Maria a Castello; la sesta, canale dell'Arena; la settima poi, la punta della montagna Rossa, la quale trovasi alle spalle di Ercolano"""".""