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La sposa birmana
Nella regione agricola del delta dell'Irrawaddy, sullo sfondo di una Birmania travagliata dalla lotta di indipendenza contro gli inglesi prima e contro i giapponesi poi, si consuma la vicenda di Wai Wai, giovane donna legata alla famiglia e alle tradizioni. La sua esistenza, dedita alla cura del padre e degli affari domestici, viene sconvolta dalle attenzioni del suo nuovo vicino, U Saw Han, un birmano impiegato in una compagnia coloniale, fervente sostenitore dello stile di vita inglese. Affascinata dalla raffinatezza di cui quest'uomo si circonda, Wai Wai diverrà sua sposa, trovandosi ben presto a dover rinunciare all'autonomia di cui storicamente gode la donna birmana e alle proprie radici, imprigionata in un'opprimente parodia della vita occidentale. Tra vissuto personale e metafora politica, ""La sposa birmana"""" è un'aspra critica al colonialismo che, minando l'identità culturale di un popolo, distrugge i valori e il tessuto sociale di una nazione. """"La sposa birmana"""" ha ricevuto nel 1955 il Premio nazionale di letteratura ed è il libro birmano più popolare in patria e all'estero. Prefazione di Maria Tatsos."" -
Antichi demoni, nuove divinità. Racconti tibetani contemporanei
Prima antologia di narrativa tibetana contemporanea pubblicata in Italia, il libro riunisce alcuni tra i più noti scrittori sia del Tibet annesso alla Cina sia del Tibet della diaspora che, a partire da Dharamsala, si è allargata ad altre aree del continente indiano, all'America, all'Europa. Gli autori dei quindici racconti selezionati da Tenzin Dickie scrivono in tibetano, inglese, cinese. Un panorama variegato di narrazioni che trasmettono quasi all'unisono l'identità di un popolo, malgrado le contraddizioni tra tradizione e modernità, i difficili equilibri tra mondi diversi, le incertezze di esistenze trascorse tra esilio, costrizioni, affetti, abbandoni, inurbamento. Come sottolinea la curatrice nell'introduzione, benché la letteratura tibetana abbia una storia millenaria, essa è rimasta per lo più orale e legata a tematiche religiose fino agli anni Ottanta, quando a Lhasa fu pubblicata la prima rivista in lingua tibetana. Da allora, tramite i racconti divenuti una delle più importanti forme letterarie tibetane, il Tibet può parlare di sé liberamente, esprimersi con evidente autenticità. -
Suite indocinese. Carnet di viaggio in Vietnam
Nei primi anni Novanta, Il Vietnam comunista è in un momento cruciale della sua storia, con l'apertura al turismo e ai nuovi scenari geopolitici. Jean-Luc Coatalem parte alla scoperta di questo Vietnam e porta con sé le ombre tutelari del nonno Camille e dello zio René, ufficiali dell'esercito francese tra gli anni Venti e Cinquanta nelle colonie indocinesi. Questa dimensione intima e privata si intreccia all'osservazione acuta di un Paese vitale e seducente, che suscita in lui sentimenti contrastanti. Risalendo il Vietnam da sud a nord, Coatalem ci rende partecipi di luoghi, incontri, personaggi, situazioni rocambolesche, abiti, odori, voci, creando un susseguirsi di immagini istantanee che nel loro insieme restituiscono il sapore di un Paese ancora poco avvezzo ai visitatori. Tra sonorità poetiche e riflessioni venate di un'ironia pungente, questo carnet di viaggio trasmette un punto di vista unico sul futuro del Paese e sui quattromila anni di storia e tradizioni che cominciano a fondersi nel processo di globalizzazione in atto. Questa edizione di ""Suite indocinese"""" presenta inoltre un testo inedito dell'autore."" -
Lo stregone del Lago Verde. Racconto tibetano
Lo stregone del Lago Verde narra la storia del giovane Galdan, costretto dal fratello a farsi monaco in una lamasseria, e del suo decisivo incontro con Badma, un temuto stregone-guaritore che abita in una grotta nei pressi del Lago Verde. Questo racconto di Marianne Pelliot (moglie del celebre tibetanista ed esploratore Paul Pelliot) con ogni probabilità ispirato da una leggenda locale, costituisce una documentazione a tutto tondo della cultura tibetana, della quale illustra le pratiche religiose, la medicina naturale, le figure spirituali mitiche - positive e negative - che popolano il cielo, nonché i riti di iniziazione e il significato del passaggio dalla vita alla morte. -
Immaginari. Tre racconti cinesi
Appena giunto in Cina, nel 1909, Victor Segalen intraprende un avventuroso tour delle province dello Shanxi, dello Shaanxi e del Sichuan, per poi imbarcarsi su una giunca lungo lo Yangtze (il Fiume Azzurro) fino a Shanghai. Da questo viaggio trae innumerevoli spunti per progetti letterari sulla Cina, primi tra tutti i tre scritti qui raccolti: La testa, La sede dell'anima e Un grande fiume. Testi molto diversi tra loro che oscillano tra esperienza autobiografica e invenzione fantastica, tra Reale e Immaginario, ma che contengono già tutti gli elementi della poetica matura di Segalen e rappresentano i primi tasselli della sua multiforme e personale ""visione della Cina""""."" -
L' infinito mare dei vent'anni
Nella Corea del Sud degli anni Sessanta, Chun, in procinto di partire per il Vietnam a combattere una guerra che non lo riguarda, ripensa alla giovinezza a cui sta per dire addio. Attraverso una serie di flashback incrociati, dove la voce di Chun si alterna a quella dei suoi amici più stretti, ripercorriamo il suo abbandono della scuola, il viaggio iniziatico per il Paese in compagnia di Inho, le aspirazioni letterarie, le prime esperienze amorose, l'arresto in seguito a una protesta studentesca e l'incontro con il ""Capitano"""" che gli farà da guida nel mondo del proletariato. Attingendo a piene mani dalla propria esperienza autobiografica, Hwang S?k-y?ng esprime il disagio e l'insofferenza di una generazione inquieta e smarrita di fronte a una società autoritaria e a un sistema educativo repressivo e fortemente competitivo. Un romanzo di formazione corale che descrive con grande realismo le contraddizioni di un periodo storico travagliato e al tempo stesso affronta con una delicata vena poetica temi universali quali l'amicizia, l'emancipazione e la scoperta di sé."" -
La guerra dell'oppio. La lettura cinese del conflitto
La Guerra dell'Oppio (1840-1842) rappresenta una svolta nei rapporti tra Oriente e Occidente. Dà inizio a quello che in Cina è considerato ""il secolo della vergogna"""", il drammatico ingresso nell'era moderna attraverso regole scritte da altri, quei """"trattati ineguali"""" che sancirono la supremazia delle potenze coloniali. Molte pagine sono state scritte dagli storici occidentali, ma quasi nulla sappiamo del modo in cui gli storici della Repubblica Popolare cinese hanno interpretato tali eventi. Questo libro, uscito nel 1979, consente di colmare le lacuna. Sotto la lente della dottrina maoista la Guerra dell'Oppio assurge a evento fondatore della Cina contemporanea. Il conflitto è visto come """"l'inizio della rivoluzione democratica messa in atto dal popolo cinese contro l'imperialismo e il feudalesimo"""", come """"testimonianza dell'indomabile spirito di resistenza del popolo cinese"""" che ha rifiutato di inchinarsi davanti agli """"invasori britannici, rapaci insaziabili"""". Una lettura certamente di parte, senza sfumature, ma che offre spunti per capire l'odierno orizzonte ideologico cinese. L'introduzione della sinologa Alessandra Lavagnino permette di ben comprendere il contesto sociopolitico in cui è nato il testo."" -
La città sradicata. L'idea di città attraverso lo sguardo e il segno dell'altro
Scrivere la città attraverso il segno dell'altro significa pensare allo spazio abitato tramite il gesto di chi per la prima volta lo attraversa e lo conosce. Significa dare in mano ai migranti la matita per capire qual è, oggi, la città che abitiamo. In questa seconda edizione del libro il gesto dell'altro si intreccia con l'ipotesi di riscrivere un intero continente. Un fenomeno migratorio dalle proporzioni impensabili fino a dieci anni fa ha trovato in Europa una terra restia ad accogliere l'altro da sé, incapace non solo di ospitare le popolazioni che premono alle sue frontiere, ma anche di vederne il possibile contributo nel più ampio orizzonte dell'ideazione e della progettualità. 100 mappe di Milano, Bologna e Rovereto disegnate da altrettanti migranti ""al primo approdo"""" sono i registri di lettura con cui scoprire le geografie e d'un abitare contemporaneo tuttora da decifrare. Le immagini delle città che a orano dallo sguardo straniero svelano spazi non rintracciabili sulla cartografia tecnica o mai osservati nel significato che assumono per le diverse popolazioni urbane. Nel porre un piano di parità tra il disegno """"esperto"""" e quello spaesato, l'autrice mette in discussione l'implicito potere sull'altro che da sempre divide chi appartiene - a un territorio, a un diritto, a un sistema - da chi è escluso. Si delinea una via possibile con cui tracciare la geografia d'un nuovo abitare: un'Europa che intenda avanzare ipotesi di apertura a una territorialità inclusiva dovrà descriversi non con un'immagine definita una volta per tutte, ma con la variabilità delle rappresentazioni che si possono dare, da diverse latitudini e condizioni dell'abitare, di un territorio che è in evoluzione. Prefazione di Franco Farinelli."" -
La terza giovinezza di Ume-san
Pierre Loti, a bordo della corazzata Redoutable in missione nel Mar della Cina, torna a Nagasaki quindici anni dopo il suo primo soggiorno durante il quale, con un contratto a tempo, aveva sposato Kiku-san. Lì ritrova vecchie conoscenze, tra cui l'avvenente Ume-san, ex padrona di casa, e la signora Ranuncolo, ex suocera. Ma fa anche nuovi incontri sorprendenti come quelli con Pioggia d'Aprile, la ragazzina-gatto, e con Inamoto, l'innocente fanciulla custode di un tempio. Questo diario nel quale Loti ha ""voluto solamente annotare quelle cose che ci hanno divertito"""" raccoglie le esperienze di undici mesi trascorsi tra Nagasaki, Seoul, Yokohama e l'isola sacra di Miyajima sulle tracce del """"sogno del vecchio Giappone"""" - i sorrisi e i modi leziosi delle musmè, le feste tradizionali, i santuari sperduti tra rigogliose colline, le case da tè e le piccole botteghe - che il progresso stava rapidamente cancellando. """"La terza giovinezza di Ume-san"""" chiude la trilogia dei libri di Loti sul Paese del Sol levante, che tanto hanno influito sulla diffusione del """"giapponismo"""" in Europa, e insieme a """"Kiku-san la moglie giapponese"""" e """"Giapponeserie d'autunno"""" dà forma a una grandiosa raffigurazione del Giappone tra fine Ottocento e inizio Novecento."" -
Cambogia. La terra dei naga
Il libro offre una visione della cultura, della storia e della tradizione mitologica e popolare della Cambogia attraverso le pagine di studiosi locali, di esploratori e ricercatori europei che hanno soggiornato a lungo nel Paese. Ai miti e alle leggende qui raccolti, tra cui quelli della nascita della Cambogia, a opera dei naga, di Angkor e di Phnom Penh, si affiancano pagine dai contenuti più etnografici e resoconti di viaggio. Adhémard Leclère descrive, fra le altre cose, la cerimonia per l'individuazione e la consacrazione dell'""elefante bianco"""" e il rito per propiziare la pioggia. Lo storico cambogiano Khin Sok offre la documentata storia della vita del re khmer analizzandone i poteri, i doveri e illustrando i diversi cerimoniali dell'incoronazione. Jules Brossard de Corbigny nel suo diario di viaggio descrive con ironia le difficoltà degli europei nell'utilizzare gli elefanti e traccia un inedito profilo delle città di Phnom Penh e Oudong."" -
Birmania. Il Paese delle pagode d'oro e dei nat
La raccolta offre l'opportunità di conoscere alcune particolarità della Birmania (oggi Myanmar) attraverso le testimonianze di scrittori ed esploratori che tra il XIX e il XX secolo visitarono o vissero nel Paese. George Orwell critica la corruzione dell'amministrazione coloniale inglese prendendo spunto dalla sua esperienza di caccia a un elefante fuori controllo. Il Forest assistant C.V. Warren racconta come si svolgeva l'attività di taglio e trasporto del tek nelle foreste birmane con l'ausilio degli elefanti. La visione della Pagoda Shwedagon a Rangoon folgora due grandi scrittori come Rudyard Kipling e Pierre Loti che la descrivono con dovizia di particolari in testi ricchi di suggestioni. L'esploratore Eugène Gallois raccoglie nel suo diario di viaggio acute osservazioni sulle città, le pagode e gli usi della popolazione. A complemento dei testi vengono proposti alcuni miti della tradizione birmana tra cui spicca quello legato al culto dei 37 nat. -
La rosa di Bakawali
Frutto dell'incontro fra la cultura hindu e quella musulmana nell'India del Nord, ""La rosa di Bakawali"""" è un romanzo allegorico che trasporta in un mondo dove non esistono confini tra terra e cielo, umano e divino, sacro e profano. L'eroe della vicenda, il principe Taj-ulmuluk, affronta incredibili avventure alla ricerca di una rosa dai poteri miracolosi in grado di restituire la vista a suo padre, il sovrano del regno del Sharquistan. Per conquistare l'ambito fiore, il protagonista si introduce con astuzia nel giardino della bellissima Bakawali, una ninfa celeste della quale si innamora perdutamente. Da quel momento i due amanti dovranno superare mille difficoltà prima di poter coronare il loro amore. I rimandi biblici, le citazioni coraniche, i riferimenti alle concezioni sufiche e ai sonetti persiani inquadrano il viaggio e gli amori di Taj-ulmuluk nella tradizione dei racconti mistici, il cui fine consiste nel proporre al lettore una riflessione sulla natura umana."" -
Una spia giapponese in Tibet. I miei dieci anni sotto copertura
Durante la Seconda guerra mondiale il diciassettenne Hisao Kimura parte volontario per la Mongolia Interna, allora sotto il dominio giapponese, spinto più dal senso di avventura che dall'ideologia imperialista. Lì si appassiona allo stile di vita dei nomadi mongoli e ne apprende alla perfezione la lingua e le usanze. Nel 1943 ottiene dall'intelligence nipponica l'incarico di infiltrarsi negli oscuri territori dell'Asia Centrale battuti dai banditi e pattugliati dalle armate della Mongolia Esterna, delle regioni musulmane e del Kuomintang. Sotto le mentite spoglie di monaco mongolo e con due soli compagni, Kimura inizia la sua straordinaria impresa attraverso le steppe, i passi himalayani e i luoghi più sacri del buddhismo tibetano. Al termine del conflitto, ritrovandosi a essere una spia senza patria, si rifugia in India, dove i servizi segreti britannici, continuando a crederlo un mongolo, lo incaricano di una nuova missione nei confini orientali del Tibet minacciati dai cinesi. Una lettura che riecheggia le atmosfere del Grande Gioco e che offre il punto di vista inedito di un giapponese su popoli, personaggi e dinamiche che hanno segnato il quadro geopolitico di una delle parti più remote dell'Asia. -
Malesia
Per la prima volta tradotto in Italia, il romanzo di Henri Fauconnier vincitore del premio Goncourt 1930 contiene le pagine più appassionate scritte da un occidentale sulla Malesia. Alla fine della Prima guerra mondiale, Lescale si imbarca per la Malesia. Qui ritrova Rolain, eccentrico proprietario di una piantagione di caucciù nel cuore della giungla che aveva conosciuto durante una notte in trincea. Rolain assume Lescale come sovrintendente e lo introduce alla natura selvaggia e misteriosa della Malesia, alla sua cultura, alla sua poesia e alle diverse espressioni religiose, nonché a una forma di pensiero libera da preconcetti. La loro esistenza verrà però scossa dalla furia omicida del servitore malese di Rolain colto da amok. Un romanzo di formazione/emancipazione precursore dell’esistenzialismo, dove la scoperta della Malesia va di pari passo con la scoperta di sé, con la ricerca di un modo di “essere al mondo” fondato su valori alternativi a quelli dell’opprimente società europea. La presente edizione è arricchita da una nota biografica sull’autore scritta dal figlio Roland e dal primo capitolo del seguito del romanzo mai pubblicato. -
Spigolature nei campi di Buddha. Giappone, cultura e spiritualità
Pubblicato in origine nel 1897, ""Spigolature nei campi di Buddha"""" raccoglie undici scritti in cui Lafcadio Hearn, spaziando con disinvoltura tra diversi generi e temi, penetra la cultura popolare, la sensibilità estetica e la spiritualità del Giappone, Paese nel quale ha trovato una patria d'adozione. Il buddhismo con i suoi influssi su ogni aspetto della vita giapponese è il filo conduttore del libro che, attingendo dal patrimonio folclorico e religioso locale, affronta concetti quali il Nirvana, il Karma, le preesistenze e le rinascite successive, ponendoli in un appassionato dialogo con le esperienze personali dell'autore e con il pensiero filosofico e scientifico occidentale dell'epoca. Agli aspetti teorici si affiancano spunti di riflessione sulla rappresentazione dei volti nelle stampe Ukiyo-e, sulle canzoni di strada e sugli interni delle case, insieme a pagine più descrittive in cui Hearn, con raffinato stile impressionistico, racconta i viaggi a Kyoto e Osaka, trasportandoci tra i quartieri, i templi, le feste e gli stili di vita delle due città che in quel momento erano rispettivamente l'emblema della tradizione e della modernità del Giappone."" -
Il fiore vinto dal gelo-L'artista tibetano
Vengono qui proposti due racconti particolarmente rilevanti dello scrittore Dhondup Gyal che nei primi anni Ottanta ha contribuito più di ogni altro al rinnovamento della letteratura tibetana. ""Il fiore vinto dal gelo"""" è riconosciuto come """"la grande storia d'amore"""" della narrativa tibetana contemporanea. Il racconto mette in scena un confronto tra tradizione e modernità intorno alla pratica, ancor oggi diffusa in Tibet, del matrimonio combinato, caratterizzandosi per una costruzione abile e originale. Ciascuna delle sette parti in cui è suddiviso esprime il punto di vista di un personaggio diverso: testimonianze spesso discordanti che si incastrano tra loro rivelando i veri moventi delle azioni e i tragici fraintendimenti. Ne """"L'artista tibetano"""" l'autore si contrappone all'imposizione delle autorità cinesi di veicolare esclusivamente messaggi sociali nelle opere letterarie e attinge a sentimenti umani universali raccontando un controverso rapporto tre padre e figlio all'interno della rinomata comunità artistica dei pittori di thangka della contea di Rebkong."" -
Il Mekong
Nel 1866, l’ammiraglio de La Grandière istituisce la “Commissione per l’esplorazione del Mekong” e organizza una missione per individuare, risalendo il grande fiume, una rotta commerciale che colleghi la Cocincina alla provincia cinese dello Yunnan. Louis de Carné, unico membro civile della spedizione, fornisce qui il resoconto della parte più dura del viaggio, da Luang Prabang fino al confine con la Cina. Le sue annotazioni ci rendono partecipi delle enormi difficoltà incontrate dagli esploratori sia nella sfiancante marcia attraverso le foreste del Laos, in balia delle piogge monsoniche e delle febbri tropicali, sia nei rapporti con gli infidi funzionari laotiani, birmani e siamesi delle zone percorse. -
Lettere dal Giappone
Il giovane Kipling, appena prima di diventare il vate della letteratura mondiale che tutti conosciamo, con questi undici scritti consegna al lettore il ritratto inedito di un Giappone in pieno fermento durante il periodo Meiji. Lettere dal Giappone raccoglie le corrispondenze redatte da Kipling nel 1889 per il giornale dell'India britannica «The Pioneer» nel corso del viaggio che dall'India lo avrebbe riportato a Londra facendo scalo in diversi paesi asiatici e negli Stati Uniti. La meraviglia di fronte ai paesaggi e ai siti storici giapponesi e l'ammirazione per le pregiate manifatture locali si accompagnano all'attenzione per i costumi e le riforme socio-politiche - non senza un certo sdegno per la massiccia occidentalizzazione che a giudizio dell'autore mal si sposa con l'innata raffinatezza nipponica - e al tentativo di prevedere il futuro ruolo del Giappone nel consesso mondiale. Come una raccolta di istantanee che catturano lo spirito e l'immediatezza del viaggio restituendole attraverso la lente dell'epoca e dell'ambiente culturale di Kipling, le Lettere dal Giappone, con la loro ricchezza di incontri, aneddoti e ironia costituiscono un tassello importante, e per nulla minore, nella storia della visione occidentale del Giappone. -
A Taiwan! Ediz. a colori
Cittadino di Taipei, Marco Liu con le sue illustrazioni ci guida in una passeggiata attraverso le strade dell'isola di Taiwan alla scoperta dei suoi luoghi tipici, delle sue peculiarità architettoniche, dei cibi e degli stili di vita locali. Attento osservatore dei più piccoli aspetti della quotidianità, Liu, con il suo tratto delicato e la sua ricchissima palette cromatica, interpreta la realtà che lo circonda facendo esplodere i colori nei suoi minuziosi disegni ad acquerello. Una preziosa edizione in formato leporello (libro a fisarmonica), un road trip visivo accompagnato da brevi approfondimenti bilingui (cinese-italiano) che è una gioia per gli occhi e costituisce una piccola guida per chi vuole avvicinarsi a questo Paese di cui troppo spesso si parla solo in ottica geopolitica. -
Il signor Han
Han Yong-dok è un giovane e promettente professore del Collegio di Medicina di P’yongyang. Allo scoppio della guerra di Corea, nel 1950, viene assegnato all’“Ospedale del Popolo”, dove si trova a lavorare in condizioni molto precarie. La sua posizione è ancora più difficile a causa del suo scarso impegno politico che lo ha reso inviso alle autorità comuniste. Dopo essere miracolosamente sopravvissuto a un’esecuzione di massa, Han decide di fuggire nel Sud, lasciandosi alle spalle la famiglia. Ad attenderlo sarà un tragico destino di profugo stritolato nelle storture della Storia e via via privato della propria identità: non più insegnante, non più medico, non più padre, ma semplicemente “signor Han”. Hwang Sok-yong, attraverso le vicende di questo personaggio mutuato dalla figura dello zio materno, rievoca con asciutto realismo l’esperienza della guerra e della prigionia, i traumi della separazione e della persecuzione di una generazione di coreani che ha vissuto sulla propria pelle un’epoca di profonda e insanabile lacerazione.