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Gastrosofia divina. Il cibo dello spirito nell'èra tecnologica
Mangiare, ingerire, assimilare. Nel nostro tempo leonico, si mangia anche e soprattutto con gli occhi: attraverso la circolazione onnimoda dei flussi finanziari, dell'interscambio di idee e merci su scala mondiale, e della loro concrezione nell'economia del consumatore, le immagini sono ingerite, e il cibo, a sua volta, diventa immagine, in un'altalena di conversioni reciproche. E così come un tempo il cibo si appoggiava, giustificandosi, su un rito sacrificale che rinviava al mondo soprannaturale, adesso anche le icone audio-visive - l'alimento spirituale della nostra epoca - dipendono dalle grandi compagnie produttrici di soft e hardware (che a loro volta convertono il loro valore «nutritivo» in valori economici) e dalle non meno grandi corporation di mezzi di comunicazione, nonché dal trionfo planetario della Mobile Age e dei social network. Gastrosofia divina. Arte dei piaceri della tavola. E la carne si fa Parola, pubblica e pubblicitaria. Date al turismo quel che è dei tour operator e all'alimentazione mondiale ciò che è della circolazione monetaria elettronica. Consummatum est. -
Le metafore teologiche di Marx. Nuova ediz.
Dussel analizza le ""metafore"""" religiose o teologiche di Marx per dimostrare che esse costituiscono un discorso parallelo alla critica dell'economia e alla filosofia dialettica della sua opera. Più che semplici """"metafore"""" religiose, esse hanno una logica propria, costituiscono una teologia """"metaforica"""" implicita. Marx usava con discernimento queste """"metafore"""" per sviluppare una critica globale al capitalismo incipiente del suo tempo. Dentro la globalizzazione, nel pieno dell'abbandono costante e crescente di una critica al sistema dominante, qui, nel centro del mondo, è necessario trovare nuove possibilità dentro il discorso di Marx. In questa opera si espone un filone di indagine scientifica mai esplorata in questa maniera: la lettura di Dussel si sviluppa con un'analisi rigorosa, attenta e anche obliqua del pensiero di Marx, senza distinzioni tra il giovane e il Marx maturo. Si tratta di una novità nel discorso filosofico e teologico per il pensiero eurocentrico, ma questo libro arricchisce già da venticinque anni il pensiero latinoamericano. A duecento anni dalla nascita di Marx si scopre che a fianco della marxiana critica dell'economia politica c'è anche una critica della teologia."" -
Montesquieu a Marsiglia
Protagonista della pièce è un dono, il più incondizionato possibile, un dono che cela l'identità del donatore per non poter essere contraccambiato. L'accadimento narrato ha basi storiche reali: Montesquieu, durante un soggiorno a Marsiglia, viene a conoscenza della disgrazia che ha colpito una famiglia onesta e decide di riscattare il loro destino, mantenendo tuttavia segreta la propria identità. Comincia allora una sorta di giallo, alla ricerca di colui che ha salvato le sorti della famiglia, laddove la generosità di Montesquieu fugge (letteralmente!) ogni forma di riconoscenza e riconoscimento. Mettendo al centro dell'attenzione drammatica le qualità umane di Montesquieu, Mercier introduce la sua teoria politica solo in un secondo momento, così che la biografia si tratteggia come presupposto della sua filosofia. Nella scrittura di Mercier il gesto generoso di Montesquieu è un paradigma etico che, in maniera del tutto inedita, intreccia vita, teatro e filosofia. -
Il pensiero. Rivista di filosofia (2019). Vol. 581: Luoghi del sapere: teatro e conoscenza.
In questo numero: Al Lettore. F. Cambria, Le arti dinamiche, emblema di ogni conoscenza. Saggi: A. Attisani, Rifare il principio. Il sentiero neodrammatico; V. Vitiello, Die wahre Stadt - die Stadt im Hause. (Dal racconto di un alessandrino); M. Centanni, Dal rito alla tragedia: lo strappo originario e l'invenzione del teatro; E. Cicchini, Volto e carattere; C. Basile, La società-teatro. Gioco, finzione, mimesi e conoscenza di sé in Kant; M. Capasso, Una via europea al di là della tragedia. Lukács, Benjamin, Szondi; S. Tomassini, Tempo perso. Inerzia, danza e performance; C. Serra, Il costituirsi della melodia come campo di forze. Richard Wagner lettore di Beethoven; C. Sini, Il resto è musica. In dialogo: V. Vitiello, Deve la filosofia tornare a teatro?; A. Attisani, Domande, risposte, domande; M. Adinolfi, Incontro col teatro; C. Sini, La potenza del discorso. Dossier. Intorno a The Underground: A Response to Dostoevsky - Il sottosuolo: una risposta a Dostoevskij del Focused Research Team in Art as Vehicle (Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards): F. Cambria, A. Attisani, TH. Richards. Fascicolo a cura di F. Cambria. -
Il sorriso. Testo tedesco a fronte
Misterioso ed estremamente, eloquente, il sorriso col suo fascino ha stregato poeti, musicisti, scultori e pittori di ogni tempo, ispirando alcune delle opere più straordinarie della cultura mondiale: dalle molte rappresentazioni orientali del Buddha all'etrusco Apollo di Veio; dai ritratti in affresco dell'antichità alla ineguagliabile Gioconda, per sedurre infine l'arte relativamente giovane della fotografia. Al contempo, la sua spontanea insorgenza - talora apparentemente inconsapevole, talaltra pregna della massima concentrazione raziocinante - ha incuriosito scienziati e psicologi. Solitamente viene accostato al riso, come sua forma diminutiva o contenuta. Secondo Plessner, invece, il sorriso appartiene a una specie sui generis di espressione che, proprio per la sua polivalente performatività, non ha nulla a che vedere con il significato antropologico del riso e denota la straordinaria capacità dell'essere umano di allontanarsi da se stesso e assumere maschere. -
Cos'è una tradizione? Ciò di cui risponde, il suo uso, la sua pertinenza
Le società contemporanee sono segnate dall'avvento dell'individualismo. Conoscono ormai solo realtà individuali e si rivelano dimentiche di ogni tradizione religiosa o culturale. A partire dal riconoscimento di tale pluralità, quest'opera intende indicare le nuove condizioni per un possibile confronto: risulta infatti importante riconoscere sia l'eterogeneità delle tradizioni che la fecondità delle dispute, pur evitando di cadere nel comunitarismo. Questa potrebbe forse essere la strada migliore per un rinnovamento delle società attuali. Ma quale modalità della razionalità pubblica occorre mettere in pratica per superare l'urto provocato delle diverse, e spesso divergenti, logiche in gioco? E così, come ripensare le nostre identità, il nostro rapporto con il passato e la nostra immaginazione dell'avvenire? -
Charis. Omaggio degli allievi a Emanuele Severino
"Omaggio degli allievi a Emanuele Severino: l'idea mi frullava in testa da tempo, ma rimaneva lontana dal concretizzarsi. Poi, come quando un filo galleggia a lungo nel tempo e, per impreviste circostanze, viene ad annodarsi, ecco l'occasione. Convegno filosofico a Città di Castello, primavera 2017. Vi partecipano, fra gli altri, Massimo Donà e Luigi Vero Tarca, grandi pensatori. Ci mettiamo in un angolo ed espongo l'idea. La risposta, prima che dalle parole, viene dalla vividezza dei loro occhi. Decidiamo di metterci al lavoro senza indugio. Arriviamo così all'evento, che si è svolto domenica pomeriggio, 17 dicembre 2017, al Teatro Franco Parenti a Milano. E, a verificarsi, è un fatto inedito: per la prima volta uno straordinario filosofo riceve, da vivo, l'omaggio e la gratitudine dei suoi discepoli. A suggello del convegno doniamo al Maestro una targa con incisi i nomi degli allievi. Veramente dies signanda lapillo, per la commozione di tutti, la profondità dei ragionamenti, l'intensità della gratitudine, l'autenticità e la bellezza dell'incontro."""" (Dalla Premessa di Mario Capanna)" -
Fughe e rincorse. Ancora sul Novecento
Che secolo è stato, in Italia, il Novecento? Che vie ha intrapreso? Che tipo di contestazioni ha ricevuto? Seppure universalmente dominante (soprattutto nelle Americhe e nel Terzo Mondo), il genere del romanzo non ha mostrato in Italia la forza che ha avuto altrove, mentre originale e convincente è stato il percorso d'una prosa spuria e anche elzeviristica, plurale, nutrita di immaginazione saggistica. Entro questa prospettiva, il libro si propone di riaprire il dossier per riverificare la qualità di alcune importanti esperienze. Le fughe, intanto: quelle dal centro romanzesco, in direzione d'una periferia ideologicamente degradata, di certa scrittura di genere (i Beati Paoli, i gialli di Camilleri), o accademicamente sperimentale (il Gruppo 63), se non irreparabilmente kitsch (De Luca, Niffoi, Santacroce, Agus). Le rincorse poi: che ritornano alla grande tradizione romanzesca, per riproporla in diversa guisa (Deledda, Alvaro, Moravia, Soldati, Bassani, Cassola, la esplosiva e magnificamente anacronistica Morante). Non poteva mancare una ricognizione anche storica su quella che forse ha dato i migliori risultati nel secolo appena trascorso, la prosa critica (Garboli, Baldacci). -
Quaderni di Inschibboleth (2018). Vol. 9: Invisibile ed esperienza.
Il volume raccoglie i seguenti saggi: Massimo Donà, Nomos e singolarità; Iolanda Poma, L'invisibile nell'esperienza storica, esistenziale e autobiografica dell'io; Federico Croci, Drammatiche della visione. Fichte e l'esperienza dell'Assoluto; Alan D'Angelo, Prospettive sull'invisibile e l'esperienza; Alice Giordano, ""La legge secondo cui fioriscono la rosa e il giglio"""". Il concetto di sviluppo tra arte e natura in Goethe; Carmelo Meazza, La datità intenzionale in Totalità e infinito."" -
Schelling. Tra tempo ed eternità. Nuova ediz.
Prendere finalmente sul serio il tempo! Questo il principale impegno di Schelling a partire dal 1809 e dalle Ricerche sull'essenza della libertà umana; compito che avrebbero ripreso e fatto loro Ravaisson, Rosenzweig, Heidegger, Scholem e Levinas. La singolarità di Schelling è duplice: non solo ha tentato di esplorare la profondità dello spazio, ma anche «la profondità del tempo», quella evocata da Baudelaire ne ""Il poema dell'hashish"""", e si è spinto oltre, verso il «passato che riposa sotto la cenere», fino alla «notte dei tempi», immemoriale o «impossibile». Si trattava di aprire il pensiero classico a una storicità radicale alla quale può rispondere solo il racconto, inteso come mitologia e come rivelazione, il cui teatro si gioca sulla scena della coscienza, interrogando sia la diacronia che decide del suo essere-fuori-di-sé (estasi), sia gli strati incoscienti sempre pronti a rilanciare gli oscuri movimenti delle profondità."" -
Il «sistema dei bisogni» in Hegel. Un possibile itinerario
"Apparentemente, il nostro si confronta con una questione di """"filosofia politica""""; ma in realtà si dimostra perfettamente consapevole del fatto che in Hegel non v'è questione che non rinvii ed obblighi a un confronto rigoroso e radicale con la questione della """"verità"""". E quindi con i nodi speculativi che avrebbero reso imprescindibili per tutta la filosofia a venire le pagine della Scienza della logica. Ad ogni buon conto, la domanda sottesa a tutto il volume è la seguente: come può, dal sistema dei `bisogni' - normato da necessità sostanzialmente organiche e dunque rigorosamente naturali -, scaturire una filosofia che, della scissione originariamente connessa a quel sistema, riuscirebbe a fare una reciprocità affidata a individui liberi e in ogni atto realmente indipendenti?»."""" (Dalla Prefazione di Massimo Donà)" -
Quaderni di Inschibboleth (2018). Nuova ediz.. Vol. 10: Metafore.
Il volume raccoglie i seguenti saggi: Giulio Goria, Un luogo è una metafora. Diversità e incompatibilità a partire dalla dimensione estensionale della metafora; Michele Capasso, Lo spirito della lettera. Peter Szondi tra ermeneutica e filologia; Ernesto Forcellino, Dire due volte la stessa cosa. Fenomenologia e tautologia; Filippo Silva, Esegesi dell'invisibile. Agostino e il problema dei signa translata; Angela Arsena, Per un'ermeneutica del mito: Hermes ed Hestia, metafore dell'epifania della parola; Guido Bianchini Il libro e il suo al di là. Interrogazioni ""altre"""" di una metafora fondamentale; Silvia Dadà, Dio metafora delle metafore. L'idea di Dio in Levinas dalla metafora alla traccia; Maurizio Maria Malimpensa, Alcune note sull'Immaginazione produttiva nella Grundlage der gesamten Wissenschaftslehre; Giuseppe Mascia, Esserci e differenza. Figure della ritrazione nel pensiero del Mitsein; Antonello Nasone, Il melanconico barocco e lo Stato moderno; Nazareno Pastorino, L'Io come metafora dell'altro. Note sul pensiero di Merleau-Ponty; Fabio Vander, Lex da rex. Rex da res. Metafora e fondazione nello Zibaldone; Pier Alberto Porceddu Cilione, La metaforica improprietà del linguaggio."" -
Qui, accanto. Movimenti del pensiero. Nuova ediz.
"Con simili strategie, infatti, si pensa ancora che ci sia qualcosa da fare, che il pensiero debba aprirsi strenuamente un cammino, che vi sia magari qualcosa contro cui esso urta e che perciò dia a pensare. Si dà forza al pensiero rendendo ardua la sua meta, perché - si dice - «come potrebbe accadere che la salvezza fosse trascurata quasi da tutti se fosse a portata di mano e la si potesse trovare senza grande fatica»? Se ciò non può accadere, tuttavia, è forse perché questo è veramente il più difficile da dire e pensare: che la salvezza stia qui, semplicemente accanto: a portata di mano.""""" -
L' enigma dell'umano. Per una soluzione biologica
A partire da un'interpretazione eterodossa dell'evoluzionismo, P. Alsberg avanza nel 1922 un'originale proposta che, per quanto spesso fraintesa e misconosciuta, risulta cruciale per il pensiero antropologico tedesco: la differenza tra esseri umani e animali è per Alsberg di tipo essenziale e non di grado, poiché la loro evoluzione poggia su due principi diversi, anzi opposti. Se l'animale perfeziona il corpo, secondo il principio dell'adattamento, l'essere umano al contrario se ne libera grazie all'utilizzo di strumenti esosomatici (tra i quali rientrano anche la parola e i concetti), secondo il principio della disattivazione del corpo. L'essere umano non è affatto un essere originariamente carente e la conformazione del suo corpo è invece, di volta in volta, il risultato di un graduale processo di disattivazione. L'opera fornisce così una spiegazione bio-culturale dell'ominazione in cui la natura umana si rivela essenzialmente tecnica, al di qua dell'opposizione classica tra natura e cultura. L'edizione proposta è la seconda, pubblicata nel 1937 in una versione ridotta dall'autore stesso, a vantaggio di una maggiore coerenza speculativa e di una più incisiva formulazione di tesi. -
Il pensiero. Rivista di filosofia (2018). Vol. 571: Fuori luogo.
In questo numero: Al Lettore. Saggi: Massimo Adinolfi, Dieci paragrafi sul luogo della filosofia; Andrea Tagliapietra, Il filosofo come gaffeur. Per finirla con l'eroismo del pensiero; Flavio Cuniberto, Il luogo degli oggetti fuori luogo. Riflessioni sul museo come forma simbolica della modernità; Michele Dantini, Religioni politiche. La storia dell'arte alla prova degli studi su fascismo, antifascismo e Resistenza; Carlo Galli, Vecchie e nuove ""perdite del centro""""; Walter Tocci, La politica fuori luogo; Alfonso Di Prospero, Gli spazi vuoti della comunicazione: i luoghi impossibili del significato; Piero Coda, Uscire dall'accampamento verso di Lui. Fede cristiana e paradosso del """"luogo"""". In dialogo: Vincenzo Vitiello, Da Kelsen e Schmitt a Benjamin e Vico. Discutendo con Biagio de Giovanni; Biagio de Giovanni, Risposta a Vincenzo Vitiello. Corsivo: Silvio Perrella, I luoghi ci battezzano."" -
Il pensiero. Rivista di filosofia (2018). Vol. 572: Da Dante a Vico. Ripensare la tradizione italiana.
Il volume raccoglie i seguenti saggi: Le radici sensibili del pensiero. S. Bassi, La fiducia nei vincoli. Bruno e la magia; E. Dattilo, «Impulso di conoscente natura». Unità dell'anima e conoscenza sensibile; G. Carillo, Colpo di fulmine. Vico e il tempo barbaro; Scorci politici. M.L. Ardizzone, Dante and the Natural Logic of Politics. Instict, Intellect, Economy; F. Del Lucchese, Machiavelli and Constituent Power. The Revolutionary Foundation of Modern Political Thought; A. Tagliapietra, Gioacchino da Fiore e le origini teologiche del pensiero italiano contemporaneo; F. Valagussa, La favella mutola e il visibile parlare. Da Vico aDante; C. Claverini, Spaventa, Gentile e la tradizione italiana. -
Figure dell'alterità
In modi diversi, i saggi raccolti nel presente volume si impegnano in una riflessione filosofica sul tema della metafora a partire dalla questione dell'alterità, una riflessione che guarda alle metafore come figure dell'alterità. Il risultato è una raccolta di saggi che da prospettive diverse documentano la complessità e la ricchezza di un tema di assoluta attualità nella discussione filosofica contemporanea. Gli autori richiamati nelle diverse figure proposte abbracciano tutto l'arco della storia della filosofia, da Platone a Ricoeur passando per Aristotele, Agostino, Cusano, Heidegger, Jaspers, Levinas, Derrida e altri ancora. In questo lavoro di riflessione apporti fruttuosi provengono da un dialogo con ambiti diversi dalla filosofia, come la letteratura, la mistica e il teatro. -
La promessa delle sirene. Filosofia dell'opera lirica
«Chi sa solo d'opera non sa niente d'opera». Questo aforisma - sotto il cui segno si svolgono gli Aperitivi Culturali, propaggine filosofica dello Sferisterio Opera Festival di Macerata - bene compendia la 'chiave musicale' dei saggi qui raccolti, che sono le letture tenute dall'autore proprio in quella sede. Resistendo a qualsiasi pretesa di chiusura disciplinare e consapevole che la musica, e in particolare quella lirica che intrattiene con la parola un rapporto strettissimo, eccede la sua stessa configurazione sonora, l'autore ha cercato di investigare la pluralità dei testi che tramano in filigrana le opere liriche analizzate, di ciascuna evidenziando lo statuto strettamente filosofico. Perché filosofare significa tendere al lógos e quindi mettere in relazione (légein) i distinti con il resto, in una arcipelagica armonia. Questo processo di contaminazione tra varietà di mezzi espressivi si sviluppa pienamente nella sezione posta a suggello del volume, che contiene tre interviste impossibili a celebri eroidi del melodramma e due divertissements mozartiani. -
Negare il mondo? Sullo spirito dell'India e la gnosi occidentale
Il venire al mondo e la sua misteriosa banalità; il mondo come avversario e sfida, nella sua impossibile appropriazione: sono queste le questioni-cardine che Peter Sloterdijk ritrova all'origine di ogni interrogare filosofico, sia in Occidente che in Oriente. In questo testo esemplare, che si situa a metà tra la storia delle religioni comparata e l'analisi metafisica, il filosofo di Karlsruhe si misura con quella che è forse la più inquietante delle domande lasciate in eredità dalle religioni antiche al mondo contemporaneo: ""È possibile negare il mondo?""""."" -
Phàsis. European journal of philosohy (2018). Vol. 5: retrait, Le.
"Un pensiero del ritiro non può che interrogare ancora una volta la differenza ontologica. Più radicalmente ancora non può che interrogare la questione stessa della differenza. Nel proporre questo tema, la direzione di Phàsis ha voluto sollecitare l'urgenza di un certo bilancio di una lunga stagione in cui la questione della differenza ha occupato un rango speciale. La differenza ha attraversato in vario modo diversi continenti del saper, ha lavorato la logica dei segni e l'universo semiotico, il campo fenomenologico-ermeneutico, ha toccato la sfera teologica segnando la nozione stessa di alterità."""""