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All'insegna del «buon corsiero»
"Questo racconto lungo ruota attorno al """"Buon Corsiero"""", luogo di ristoro per il viaggiatore, ma insieme centro di una fitta rete di passioni, curiosità, gelosie, amori: si potrebbe dire che proprio all'insegna del """"Buon Corsiero"""" tutto accade, senza che nulla in realtà accada veramente. Protagonisti ne sono una marchesa, servitori e garzoni, domestiche e un funambolo che sa arrampicarsi sulla cima di un albero per rubare uno sguardo, una parola a una donna, innescando al tempo stesso una fitta rete di sogni, speranze e rivalità."""" (Dalla presentazione di Mario Spinella)" -
La cena delle ceneri e racconto fiorentino
I racconti inediti La cena delle ceneri e Racconto fiorentino ci consegnano un frammento di Fortini solitario scrittore degli anni Cinquanta; la data di stesura, rispettivamente 1948 e 1956, non inganni il lettore, come anche il riferimento alla guerra o al periodo immediatamente postbellico. I temi e le riflessioni che avanzano tra le righe della narrazione, avvincente nell'un caso come nell'altro, sono di pregnante attualità. Attuali sono le domande intorno al significato della giustizia, l'interrogarsi sul tradimento, la consapevolezza che questa società tende a separare, più che a unire. Attuali sono le incertezze sui valori, la necessità di un investimento ideale nel sociale. Attuali, a livello letterario, l'attraversamento critico del neorealismo, lo stile e la pensosità della scrittura che mai vanno a discapito della trama o del piacere della lettura. -
Il re bello
"'Il re bello' è il racconto che dà titolo all'omonima raccolta pubblicata da Vallecchi nel 1921. Mai più ristampata (per quanto alcuni racconti siano stati inclusi nella raccolta mondadoriana del 1957), viene qui integralmente riproposta in un'edizione che riporta le ultime correzioni autografe dell'Autore. La raccolta comprende quindici racconti più o meno brevi, sospesi tra lo sberleffo e l'umana comprensione, tra risate dissacranti e beffarde, ma anche tra personaggi umbratili e analisi del loro turbamento sentimentale. In queste pagine divertite e divertenti domina un'affettuosa attenzione ai casi della vita, in un amalgama di sorriso e pietà"""" (Dall'introduzione di Rita Guerricchio)." -
Battista al Giro d'Italia. Intermezzo giornalistico
Battista va al Giro d'Italia: ma chi è Battista? E forse Achille Campanile, o un suo alter-ego? Dobbiamo davvero credere che l'uno, il noto scrittore e drammaturgo, e l'altro, il suo ""vecchio servitore"""", abbiano proprio seguito il Giro del 1932? E per di più in bicicletta? """"Battista al Giro d'Italia"""" si fa burla del Giro e di se stesso, diverte e confonde il lettore, ma racconta ugualmente la storia macchiettistica di un Giro spesso fantastico e paradossale, in un'epoca, il 1932, in cui la televisione non esisteva e il Giro era un grande evento popolare, di cui solo radio e giornali potevano trasmettere colore, odore e sapore. Premessa di Ludovico Ciferri."" -
Al Giro d'Italia. Vasco Pratolini al 38° Giro d'Italia (14 maggio-5 giugno 1955)
Della propria passione sportiva, e per il Giro in particolare, Vasco Pratolini non ha mai fatto mistero. Non solo, ""dato che sport e nostalgia sono compenetrabili l'un l'altro"""", ecco emergere i due termini che meglio qualificano la disposizione e l'atteggiamento dello scrittore nei confronti del Giro: """"vacanza"""" e, al tempo stesso, """"vacanza memoriale"""". Il Giro è dunque una vacanza che è allo stesso tempo una vacanza della memoria e nella memoria. L'autore si muove infatti tra presente e ricordi, recuperando con questi ultimi una visione adolescenziale e festosa, della corsa."" -
Circe. Il romanzo di Maria Tarnowska
"Circe. Il romanzo di Maria Tarnowska"""" è un'opera non più editata da tempo. Appartiene all'età matura della Vivanti. L'inevitabilità di un destino prescritto e il mito della teatralità femminile dominano la scena. Ci troviamo a Kiev, nel parco della sfarzosa villa del conte Paolo Stahl. Maria Nicolaieva Tarnowska si sta esercitando al tiro con la carabina e quando il tenente degli ulani Stefano Bosewsky le dichiarò il suo amore, lei rispose: """"Allora datemene la prova: mettete la mano davanti alla canna del fucile!"""". E lui lo fece. La bella e giovane donna tirò il grilletto. Il tenente si ritrovò una mano bucata. A questo punto il conte Vassili Tarnowsky, marito della suddetta Tarnowska, sospettando una tresca, sfidò a duello il sanguinante tenente Bosewsky. La carriera di donna ammaliatrice, però, finì male per Maria che terminò la vita in prigione, perché non tutti gli spasimanti furono fortunati come il tenente Bosewsky. """"Circe. Il Romanzo di Maria Tarnowska"""" è un romanzo-confessione della contessa da cui si deduce che la sua vita e quella di Annie Vivanti terminarono in maniera diversa solo per l'intervento del caso." -
Le più belle poesie
Giovanni Pascoli (1855-1912) apre il Novecento poetico italiano. L'affermazione sembra scontata, in quanto le sue ""Myricae"""" sono state edite esattamente nell'anno 1900 e l'altra sua raccolta più nota, """"Canti di Castelvecchio"""", è apparsa nel 1903; acquista però tutt'altro significato se si considera la straordinaria carica di novità apportata da Pascoli alla poesia stessa. A cento anni dalla morte di Giovanni Pascoli, il libro propone una selezione di poesie scelte e commentate appositamente per scoprire o riscoprire uno dei maggiori poeti italiani."" -
In Toscana. Appunti
Pubblichiamo un inedito di Gabriele D'Annunzio custodito nella Biblioteca cantonale di Coira. Una raccolta di proverbi e modi di dire toscani, ordinati da D'Annunzio all'età di 16 anni, quand'era studente. Quando il Poeta scrisse questi appunti, egli era convittore nel Liceo Cicognini di Prato, che frequentò dal 1876 al 1881. La prima pagina è infatti intitolata ""In Toscana"""". Sulla copertina ha scritto semplicemente """"Appunti"""". Fu mandato a Prato o ci andò per suo espresso desiderio? Quanto ha fissato su quelle paginette di quaderno ci fa propendere per la seconda ipotesi: come altri scrittori e poeti di tutto spicco, anch' egli, seppure giovinetto, sentì probabilmente il bisogno di """"risciacquare i panni in Arno"""". Il quadernetto passò poi nelle mani di Amerigo Antoniuzzi, suo compagno di camerata che, a sua volta, lo regalò a Luigi Staffetti. Questi ne fece dono, nell'ottobre del 1908, al Dott. Domenico Mosca, amico fraterno del Pascoli. Il 9 aprile 1919 il dott. Mosca lo donò alla Biblioteca Cantonale di Coira. E lì è rimasto, sepolto fra tanti libri, finché nel 1961 l'amico scrittore e poeta Paolo Gir lo scovò e ne diede notizia sui """"Quaderni"""". Le materie trattate sono più di venti e fra queste: Rumore, Voce, Fatica e studio, Modi avverbiali, Modi proverbiali, Amore e odio, Tempo, Caldo e freddo..."" -
L' offensiva scritta col lapis (22 ottobre-4 novembre 1918). Trascrizione e riproduzione del manoscritto
In questo breve testo (si tratta di alcuni fogli di protocollo, fittamente manoscritti, ritrovati tra le carte di Cajumi conservate presso la Biblioteca comunale di Milano) un giovanissimo sottotenente del regio esercito fissa la sua esperienza personale degli ultimi giorni della Prima guerra mondiale. Queste pagine di diario, purtroppo breve e incompiuto, anticipano la manifestazione di uno spirito attento e battagliero, da intellettuale ispirato dal gusto e dal divertimento di andare contro corrente e sostenuto dall'interesse per la letteratura intesa come osservazione e raffigurazione incisiva delle umane passioni. -
Femmina. Scene di una grande capitale
"Femmina"""" è il seguito del romanzo """"Quelle Signore"""", che suscitò scalpore e scandalo in quanto trattava apertamente dello scabroso argomento della prostituzione. Per questo Notari venne accusato di """"offesa al pudore"""" e processato (in primo grado a Parma e in appello a Milano). I processi terminarono entrambi con sentenza assolutoria per l'autore. L'eco di questa vicenda giudiziaria si rivelò un potente veicolo pubblicitario per il romanzo, le cui edizioni successive al 1906 riportavano in appendice i verbali di entrambi i processi con le arringhe degli avvocati e i dispositivi delle sentenze, e anche per il suo seguito """"Femmina"""", pubblicato nel 1906 e ristampato nel 1920 con il nuovo titolo """"Treno di lusso"""". Introduzione di Gerardo Mastrullo." -
Prima morire
"Prima morire"""", curiosamente, nacque verso il 1868 come progetto di una collaborazione a quattro mani tra Eugenio Torelli Viollier e il suo intimo amico Igino Ugo Tarchetti, che però scomparve prematuramente nel 1869. Maria Antonietta, forse esortata dal marito, riprese con disinvoltura e non senza divertimento lo spunto per cimentarsi in una trama passionale, montando un romanzo epistolare (secondo la tradizione galante settecentesca) dove la vicenda è seguita da più sguardi, fra lettere che si intersecano, gonfie di sospiri, palpiti, propositi, giuramenti, minacce... Liaisons dangereuses... Dipende dal punto di vista. Certo è che tutto sembra seguire un copione alla moda, con """"trasalimenti al piano, infervoramenti idillici presso il lago, contemplazioni di temporali, fuga adulterina a Lugano con immediato ritorno per il morbillo della bambina...""""." -
Il romanzo della guerra nell'anno 1914
"Il romanzo della guerra nell'anno 1914"""" è un piccolo libro in forma di dialogo che va dal 30 giugno al 14 novembre 1914. Il testo in realtà si avvale dei materiali più diversi, dalla riflessione storica al dialoghetto con l'amico o il negoziante all'aneddoto. Ed è grazie ad essi che si può parlare a buon diritto anche di prosa narrativa. Il diario-storia si conclude nel novembre 1914, con l'Italia ancora neutrale e indecisa. Introduzione di Gilberto Finzi." -
Come si seducono le donne
"Come si seducono le donne"""" è un breve saggio futurista composto nel 1916. Il testo si presenta, già dal titolo, come un prodotto più accessibile e """"leggero"""" rispetto alle opere sperimentali composte da Marinetti negli anni precedenti. In effetti il testo ha un'origine estemporanea, essendo stato dettato da Marinetti a Bruno Corra nel settembre 1916, durante una temporanea assenza dal fronte della Grande Guerra. Le bozze furono da lui corrette durante una convalescenza all'ospedale militare di Udine. Malgrado questa origine """"orale"""", è una delle rare opere italiane di Marinetti a rispettare le convenzioni della sintassi e della punteggiatura. Fu anche il primo vero successo commerciale dell'autore. Con un titolo del genere il libro sembrava concepito apposta per il nuovo pubblico maschile che si era formato nelle trincee. Il manuale presenta molti tratti in comune con i primi manifesti del futurismo composti da Marinetti stesso. Il tono è polemico, e i contenuti fortemente scabrosi. """"Come si seducono le donne"""" è inoltre suddiviso in 11 capitoli, come spesso sono articolati i manifesti. Per spiegare all'aspirante futurista """"come si seducono le donne"""", Marinetti ricorre frequentemente a episodi della sua vita, alimentando l'immagine di un tombeur de femmes fulmineo e irresistibile." -
Africa
"Da un labirinto si esce solo per trapassare a un altro labirinto"""" scrisse Manganelli a commento della Mitobiografia di Ernst Bernhard. Questo inanellarsi delle esperienze, che a Manganelli spesso piacque, era stato in qualche modo suggerito dal mitico Bernhard. Dopo questo Ur-viaggio africano trapassò ad altri golosi viaggi, ormai esperto, meno commosso, ma sempre mitopoietico. Nel 1970 si era creata all'improvviso una catena di casi che alla fine lo inchiodò, riluttante, a quel mutamento drammatico, quasi un cambiamento di specie. Dalla simpatica ma anche umile condizione di scrittore sempre in poltrona, o sdraiato a letto dove passava pomeriggi con la matita in mano a leggere il libro preferito, trapassò di colpo a scrittore in cammino per il mondo. Occhio prensile che fissa mentalmente paesaggi e architetture - mai con la macchina fotografica - palato che gusta esotismi vari, naso che annusa incensi in chiese sparse ovunque. Se il motore primo era stato l'iperuranio Bernhard, la sua longa mano terrena fu Silvana Radogna, sua discepola. Silvana in quegli anni era sposata con Carlo Castaldi, dirigente fantasioso e munifico di Bonifica, una società multinazionale per cui progettò di tracciare una strada lungo la costa dell'Africa Orientale, dal Cairo a Dar es Salam, la Transafricana 1 (in breve TA1)... Postfazione di Viola Papetti." -
La bicicletta
Il libro di Alfredo Oriani, ""La bicicletta"""", fu pubblicato la prima volta nel 1902 a Bologna presso l'editore Zanichelli e poi nel 1918 a Bari da Laterza nella collana """"Opere di Alfredo Oriani"""". L'editore Capelli di Bologna ne pubblica ben tre edizioni: nel 1925, 1931 e ancora nel 1939, con prefazione di Giovanni Papini, nella collana """"Opera omnia di Alfredo Oriani"""". L'ultima edizione, infine, è pubblicata a Ravenna nel 2002 dall'editore Longo, con prefazione e cura di Ennio Dirani. Il libro non è un romanzo sul ciclismo, né una raccolta di racconti, né un trattato tecnico-sportivo e neppure un manuale pratico sulla bicicletta. Per certi aspetti è qualcosa di diverso, ma anche un po' tutte queste cose insieme. Il libro è una sorta di incunabolo sull'arte ciclistica e sulla passione per questo sport. Al suo esordio la moda delle due ruote non era in realtà tanto condivisa. Anzi, la neonata bicicletta incontrò l'ostilità delle classi popolari, che vi vedevano uno status symbol elitario, a causa dei prezzi elevati delle prime biciclette, peraltro gravate da una sorta di bollo o tassa di circolazione da pagare al Municipio. Oriani, naturalmente, scelse subito da che parte stare e il 23 giugno 1894 esordi capeggiando una manifestazione di ciclisti contro un provvedimento del sindaco di Faenza che consentiva l'ingresso in città ai cosiddetti """"cavalli di ferro"""" soltanto se condotti a mano."" -
Poesie sparse
Guido Gozzano è considerato uno dei più importanti poeti del primo Novecento. La sua arte appare quasi rivoluzionaria, in quanto riesce, attraverso un'apparente imitazione, a superare e a capovolgere la tradizione letteraria del passato. Dice bene a questo proposito Eugenio Montale: «Gozzano fu il primo dei poeti del Novecento che riuscisse ad ""attraversare D'Annunzio"""" per approdare a un territorio suo». Gozzano riesce a fare propria la poetica di D'Annunzio, ma la rielabora in modo critico e personale, fino ad arrivare al punto di superarla e perfino capovolgerla."" -
I neoplatonici
I Neoplatonici"" è un breve racconto dello scrittore e patriota Luigi Settembrini ritrovato, sotto forma di manoscritto, presso la Biblioteca Nazionale di Napoli nel 1937 da Raffaele Cantarella, studioso crociano, con il titolo """"I Neoplatonici"""", per Aristeo di Megara, traduzione dal greco e pubblicato postumo nel 1977. """"I Neoplatonici"""" sono una fantasia omoerotica ambientata nella Grecia antica. Scritto durante la prigionia (vale a dire fra il 1858 e il 1859), il manoscritto fu inviato dall'autore alla moglie come (presunta) traduzione di un testo greco antico. Lasciato alla morte del Settembrini fra le carte inedite, il manoscritto fu esaminato fra gli altri da Benedetto Croce, che pose il veto alla pubblicazione, giudicando l'opera un «lubrico e malsano [...] errore letterario del venerato maestro, martire patriottico dei Borbone», e per questo motivo rimase inedito fino al 1977. """"I Neoplatonici"""" è uno scritto breve, ma rivelatore delle fantasie intime del suo autore. Privo di una vera trama, segue passo passo le vicende di due ragazzi che s'innamorano l'uno dell'altro e divengono amanti, e si conclude con le contemporanee nozze dei due. Il racconto comprende descrizioni di rapporti sessuali che non hanno paralleli nella letteratura italiana di quell'epoca."" -
Jcosameron
L'Jcosameron, romanzo in venti giornate di Giacomo Casanova di cui si è provveduto a dare una scelta il più possibile significativa senza costringere i suoi eventuali lettori a una frequentazione in alcuni casi impraticabile per il pubblico contemporaneo, non è il frutto di un puro capriccio di avventuriero che vuole procurarsi dal nulla una patente di letterato né nasce come una sorta di fungo dopo la pioggia sull'umido tronco di una vita bizzarra e tormentata. Conclude, in realtà, un percorso culturale (una vocazione a ripetere la scrittura di romanzi) ed esistenziale (la trasgressiva passione per l'incesto come piacere massimo in amore) che attraversa una vita intera: e che vita! avrebbe detto di essa lo stesso veneziano illustre. (dalla presentazione di Giuseppe Panella) -
Le due Marianne. In appendice: I coniugi Spazzoletti
Questo testo data presumibilmente 1896, anno della sua rappresentazione presso il teatrino ""familiare"""" di Paderno Dugnano, luogo di villeggiatura dei De Marchi. La messinscena fu dello stesso autore che ebbe un ruolo nella recitazione accanto ad altri attori dilettanti. L'intera commedia prende le mosse da un fortuito scambio di mogli dallo stesso nome, le due Marianne del titolo, verificatosi in una stazione ferroviaria al momento della partenza di un treno. L'equivoco innesta subito il confronto comico, e fra i quattro protagonisti si propone un felice contrasto, sia per la differenza di età, sia per la diversa estrazione sociale. Ciò che attrae il lettore, tuttavia, non è soltanto la """"fabula"""", ma i vari registri linguistici e stilistici con cui De Marchi compone il suo testo, rivelatori non solo della maestria dell'autore, ma insieme specchio e simbolo di una realtà sociale che l'autore è sempre incline a misurare e interpretare."" -
Gozzano ospite di Puccini (e viceversa)
Debitore nei confronti di una circostanza tanto ""localizzata"""" quanto felicemente """"ibrida"""" (un incontro, promosso a Lucca nel dicembre 2016 dalla «Fondazione Giacomo Puccini» e dall'«Associazione Culturale Amici del """"Machiavelli""""», in occasione della stampa di """"Tutte le poesie"""" di Guido Gozzano, curate dallo stesso Rocca per Mondadori; e tuttavia inteso a dar voce a entrambi gli artisti rappresentati a titolo), il volume per un verso recepisce la relazione inaugurale di quella giornata, e per un altro si incarica di esplicitare il reticolo di indagini (d'ordine letterario, musicologico e, più specificamente, """"librettistico"""") ad essa sotteso. Donde la necessità di affiancare a un testo di per sé suggestivo, ma pur sempre """"colloquiale"""", un ampio supplemento di annotazioni, vòlte a illuminare, traendo spunto da una missiva nella quale Gozzano confessava di aver posto mano a un «libretto» espressamente concepito per la musica di Puccini, e da una serie di rilievi """"bifronti"""" dovuti all'intuito critico di Montale, consanguineità e analogie (psicologiche, prima ancora che estetiche) vigenti tra due «artisti di ieri» pur distanti fra loro per prerogative anagrafiche oltre che ambientali. Ciò non senza coinvolgere una nutrita schiera di letterati (Serra, De Robertis, Debenedetti, Sereni, Sanguineti), e di musicologi-musicisti (Barilli, Pizzetti, Bastianelli, Torrefranca, Gavazzeni). All'interno della quale figura, inatteso, anche il giovane Proust, al cui Eloge de la mauvaise musique (1896) è da ricondursi l'origine del moti tali ano culto della «musica impura», ovvero del """"paradigma operistico"""" (insieme nutrito di «umorismo e commozione», secondo quanto dallo stesso Puccini osservato in merito alla prediletta Bohème), caratterizzante le prove migliori del poeta subalpino così come del musicista lucchese. Presentazione di Massimo Marsili.""