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La balena e il mare. Ediz. a colori
Un racconto che con illustrazioni divertenti accompagna i bambini a comprendere il senso di responsabilità nei confronti della natura e della terra. Una balena sensibile e divertente ama il mare pulito ma tocca a tutti noi aiutarla. Una storia di amore, rispetto e partecipazione. Le illustrazioni di Lab Liu ironiche e assurde, i testi semplici e immediati, compongono un volume ideale per parlare di temi ambientali. Età di lettura: da 3 anni. -
Kamal e le stagioni. Ediz. a colori
Il libro è il racconto di un Camaleonte, Kamal appunto, che invece di mutare come tutti gli altri suoi simili a seconda del colore dell'ambiente circostante per difesa, ha la sua trasformazione per andare incontro agli altri. Per dare aiuto e conforto. La storia si svolge nell'arco temporale di quattro stagioni. Quando il piccolo Kamal si troverà in difficoltà avrà restituita in accudimento e cura tutta la gioia dispensata. Un inno gentile e silenzioso all'altruismo, quello senza condizioni. Che trasforma l'identità di Kamal e la sua forma grazie ad un inaspettato gesto d'amore. Il testo semplice e le illustrazioni, che diventano esse stesse un gioco nello stimolare la ricerca dei particolari del protagonista, sono rivolte ai bambini dai tre anni quando le relazioni con ""l'altro"""" e con la comunità esterna alla famiglia iniziano a strutturarsi. Età di lettura: da 3 anni."" -
Quasi ogni giorno
Un libro rivolto ai bambini dai cinque-sei anni ma anche dedicato agli adulti. Ci si confronta con un ""personaggio"""" che i ragazzi conoscono poco, impegnati come sono in mille attività: la Noia! Apparentemente una situazione con una connotazione negativa, eppure quando i bambini hanno modo di confrontarsi con il """"temibile"""" tempo vuoto, scoprono nuove opportunità. """"Quasi ogni giorno la Noia viene a trovarmi"""". Inizialmente viene evitata e cacciata. Ma c'è un segreto, che solo le nonne conoscono... qualche gentilezza, due biscotti al cioccolato e.... la Noia si trasforma! Che scoperte e che magie si scoprono con lei. Età di lettura: da 5 anni."" -
Fuori dai muri
Storie reali di ragazze e ragazzi. Storie vere, tutte. Di fatica, ingiustizia, amore e amicizia. Perché se un libro parla di te significa che non sei solo e se parla di altri vale la pena incontrarli. Storie slegate, ognuna per sé e finita così. Illustrazioni di Cristiano Polato. Età di lettura: da 12 anni. -
Avrei voluto giocare a pallone
"Avrei voluto giocare al pallone. Ne avevo diritto. In fondo ero un bambino di 11 anni."""" Il poeta e pedagogista Gianni Milano ci racconta la storia di Domenico Luciano detto Undici, bambino partigiano trucidato il 23 febbraio 1945 a Givoletto TO. Età di lettura: da 12 anni." -
Nella mia testa c'è un mondo. Sorridere lottare amare
L'Autrice racconta gli anni della sua vita da quando le fu diagnosticata la SLA fino al presente, che la vede attiva scrittrice mediante il puntatore ottico. -
Omero. Odissea. L'uomo che conobbe
Odìsseo impara a sue spese che il conoscere si lega strettamente al soffrire: soddisfare il desiderio di conoscere costa sofferenza e il sapere aumenta il soffrire. Questo binomio conoscere/soffrire è la nuova fondamentale acquisizione del poeta dell'Odissea, ma anche del pensiero greco e di tutta la cultura occidentale. Ed è un'acquisizione che segna un altro punto fermo rispetto, non solo alla civiltà guerresca dell'Iliade, ma anche a visioni della vita ormai indegne di un uomo che voglia veramente e pienamente essere tale e che si caratterizza, invece, soprattutto e prima di tutto, per la sua razionalità. -
Inni omerici. Gli dei
I Greci sono stati un popolo laico, caso unico, si può dire, nel mondo antico: non hanno avuto libri sacri, né caste sacerdotali. Hanno avuto contatti con realtà religiose diverse e le hanno razionalizzate; hanno cercato nella loro riflessione, più filosofica che teologica, di 'sistemare' organicamente i poteri delle varie divinità, purificando una concezione teologica troppo antropomorfica e rendendo gli dèi nello stesso tempo sempre più nobili, ma anche sempre più vicini. -
Esiodo. Teogonia. Dal Chàos al Kòsmos
Nella ""Teogonia"""" Esiodo, nel ricostruire in modo sistematico le origini degli dèi, propone un percorso che va dal chàos al kòsmos, dal 'disordine' all'ordine. Lo fa ancora nella lingua, nello stile e nell'esametro dell'epica e, in qualche modo, in continuità con i punti fermi messi dai poemi omerici, alla ricerca di elementi saldi di civiltà. Un cammino dal disordine all'ordine, è, in fondo, un cammino dall'irrazionale al razionale, dall''ira' disordinata, se così si può chiamare, degli elementi primordiali, alla 'pietà' ordinatrice di Zeus e all'umanità dell'uomo."" -
Esiodo. Le opere. Il lavoro e la giustizia
Esiodo riparte nella sua opera al punto di arrivo della Teogonia, da Zeus. Il lavoro è la 'parte' assegnata da Zeus all'uomo, è il peso che deve portare, ma anche la sua grandezza. L'esaltazione del lavoro, unita al dovere strettamente connesso di rispettare la giustizia, rappresenta la nuova conquista della civiltà occidentale. -
La bella battaglia. Santità e laicità in Giovanni Modugno (1880-1957)
La ""bella battaglia"""", di cui parla l'apostolo Paolo (2 Tm 4, 7), Giovanni Modugno l'ha sostenuta per tutta la vita, da quando, già fanciullo, amava il bello e prendeva a cuore la causa dei poveri, passando poi, negli anni degli studi scientifici e filosofici, per una appassionata ricerca della sapienza e della verità, impegnandosi nella lotta politica, da socialista prima, poi da cristiano, vivendo, come insegnante e pedagogista, una 'missione' educativa civile, umana e cristiana, sempre in 'prima linea', spesso a rischio della vita, per affermare la dignità della persona, contro le ingiustizie sociali, le atrocità della guerra, la violenza dei totalitarismi di ogni tipo. Esemplare sposo e padre di famiglia, ha fatto del suo insegnamento, della sua passione politica, del suo impegno nella Chiesa, un luminoso punto di riferimento per generazioni di discepoli, giovani e poveri soprattutto. La Chiesa di Bari-Bitonto ha avviato la sua causa di beatificazione e lo ha proposto come figura di santità laicale per il Convegno Ecclesiale a Verona (16-20 ottobre 2006) della Chiesa italiana."" -
Saffo e la lirica monodica. La cosa più bella
Nella mutata situazione socio-politica, determinata dalla seconda colonizzazione (VII-VI sec. a.C.), nasce una nuova poesia che ci attesta una ricerca di motivazioni, di riflessione, di senso. Questo lavoro ricostruisce la lirica del 'canto a solo' intorno all'interrogativo posto da Saffo (ma che è anche degli altri poeti) circa 'la cosa più bella', quella che rende la vita degna di essere vissuta, che sia l'eros del bello, l'amore e l'amicizia, la giovinezza, la forte sopportazione, il vino e la lotta politica, la poesia stessa. Non conta più la comune opinione di una società che metteva al primo posto l'aretè, il valore guerriero, la gloria delle armi, per cui ideale supremo era morire in battaglia, magari per mano di un valoroso eroe... Conta la vita personale di Saffo, conta l'uomo, ogni uomo, con tutte le sue passioni e debolezze. -
Per un cenobio laico. L'ascetismo intellettuale in Italia fra Otto e Novecento
Partendo da antecedenti illustri della letteratura europea - Dante, Rabelais, Ariosto - insieme ad alcune suggestioni di matrice nietzschiana, i quattro capitoli del volume approfondiscono, nell'ambito della letteratura italiana, i risvolti di un topos letterario codificatosi fra XIX e XX secolo - il 'cenobio laico' - destinato a estendere il suo fascino lungo percorsi culturali impensabili: dal monastero fantastico dell'Undecimo comandamento (1881) di Anton Giulio Barrili, alle soluzioni claustrali vagheggiate dal poeta Rosario Altomonte, per giungere alla provocatoria inchiesta ""Per un cenobio laico"""" della rivista di Lugano """"Coenobium"""". A questa battaglia filomodernista prese parte anche Fogazzaro, i cui romanzi sono pervasi dall'irresistibile fascino della vita monastica, sia pure nell'ottica ambigua del laico riformista. In tal modo, la riscoperta di autori, luoghi e opere, rimasti sino ad ora poco conosciuti, ci permette di comprendere meglio la vita letteraria italiana a cavallo di due secoli."" -
La filosofia e le scienze della mente
Uno degli interrogativi essenziali, cui l'uomo sembra non riuscire ancora oggi a fornire una risposta soddisfacente, è quello relativo alla definizione del concetto di mente. Le difficoltà nell'indagine di questo tema, definito metaforicamente da Schopenhauer nodo cosmico o enigma ammantato di mistero, nascono fondamentalmente dal fatto che, per dirla con le parole di Edelman, ""a differenza di ogni altra entità, che possiamo descrivere come oggetto esterno nei due differenti modi del senso comune e della scienza, nel caso della coscienza noi siamo ciò che descriviamo scientificamente..."""". Nel corso dei secoli è emersa una molteplicità di approcci a tale problematica. L'ipotesi più interessante, a cui è dedicato questo lavoro, è degli ultimi decenni e deriva dalle teorizzazioni di alcuni noti neurobiologi. Questi affermano che una corretta analisi dei meccanismi di natura fisica e biologica, che presiedono al funzionamento della mente, considerata non più come una sostanza ma come un processo, non possa prescindere dall'apporto di discipline apparentemente molto distanti, in particolar modo da quello fornito dalla filosofia."" -
Luzi oltre Leopardi. Dalla forma alla conoscenza per ardore
Gli ermetici furono probabilmente i primi a raccogliere l'eredità di Leopardi e a riflettere sulla sua lezione di sfida aperta alla modernità. Francesco Medici indaga la presenza del Recanatese nella coscienza poetica e critica di Mario Luzi, con particolare riferimento alla prima produzione luziana da La barca (1935) a Onore del vero (1957). Leopardi si rivela per Luzi un modello irrinunciabile da cui avviare una rifondazione della poesia a partire dalla sublimazione della vicissitudine nella forma, fino al suo stesso superamento in favore di una conoscenza animata dall'ardore della realtà. Chiudono il volume un'intervista al poeta e una postfazione di Marco Beck. -
Il cantico nuovo. La musica e il canto nel Nuovo Testamento
Il canto nuovo è quello degli uomini nuovi della nuova alleanza inaugurata da Gesù nel suo mistero pasquale. Musica e canto hanno una parte importante nei testi del Nuovo Testamento, non solo quando propriamente parlano in concreto della lode di Dio nella comunità cristiana, ma anche quando i termini del linguaggio musicale sono usati metaforicamente per definire la novità di vita dei credenti in Cristo. L'analisi di una settantina di passi individuati nei Vangeli, negli Atti, nelle Lettere, nell'Apocalisse, condotta esegeticamente nel contesto della tradizione musicale ebraica e di quella greca, mette in luce una prima comunità che canta nella gioia la Pasqua del Signore, e può costituire un prezioso riferimento per il canto delle nostre assemblee liturgiche. -
Compendium musicae
Il ""Compendium musicae"""" (Compendio di musica, redatto nel 1618 e pubblicato nel 1650), di René Descartes (1596-1650), è un trattato di teoria musicale rinascimentale, in cui sono indagati i rapporti matematici che regolano le consonanze, le dissonanze e le tonalità. L'opera, scritta da Descartes all'età di ventidue anni, costituisce un dono personale dell'autore al suo amico Isaac Beeckman (1588-1637), scienziato olandese, che lo incoraggia alla ricerca nel campo delle applicazioni della matematica alla fisica. Lo studio degli intervalli e l'utilizzo degli armonici fisici sono, in realtà, interpretati a partire da considerazioni puramente esperienziali. Infatti, effettua prima di tutto fisicamente gli esperimenti che devono portare alle consonanze, ma pone alla base di tutto un'attitudine estetica. La teoria è, nel caso della musica, asservita al piacere: una musica deve piacere, e i criteri affinché piaccia non sono celesti o numerici, ma umani. Per Descartes, le reazioni umane alla musica sono soggettive, variano a seconda delle circostanze, ma la scienza musicale è oggettiva: le sue leggi sono un prodotto della natura che non rispetta il capriccioso giudizio umano."" -
Pindaro e la lirica corale. L'ebbrezza e la misura
La lirica corale è poesia pubblica, che il poeta compone su commissione per manifestazioni civili e/o religiose. Pindaro, Simonide, Bacchilide, Alcmane, Ibico propongono nel loro canto una continua revisione del mito, della religiosità, della tradizione, alla ricerca di nuovi valori, tra ebbrezza del vivere e misura sempre da ritrovare, in un conflitto spesso 'tragico', ma perciò degno dell'uomo, di un uomo che è sempre più 'animale politico'. Nel progredire della coscienza civile, risalta un amore per la vita, che proprio perché si confronta con limiti inconoscibili, va continuamente ricercato, desiderato e, per quello che è possibile, anche tragicamente, conquistato. -
L' ordine violato. Il tradimento nell'opera di Alessandro Manzoni
Il tradimento attraversa la cultura occidentale con profonde ramificazioni e antichissime radici. Adamo, rompendo i patti con Dio, precipita l'umanità nel peccato a cui Cristo rimedia attraverso l'infedeltà di Giuda, antonomasia del traditore. Accusa infamante come nessun'altra e crimine meritevole di morte, il tradimento prolifera nella vita politica e allunga la sua ombra inquietante sulla vita quotidiana, non risparmiando la sfera dei sentimenti tra familiari, amanti e amici. Il traditore, figura esecrata, si ammanta tuttavia di un fascino ambiguo per la potenza del segreto che custodisce, il gioco coperto e pericoloso che conduce con astuzia e abilità teatrali fin quasi sulla soglia della follia. Il cattolico Manzoni coglie con drammaticità la diffusione generalizzata del tradimento nella storia, lo sviamento che crea nei disegni stabiliti dall'alto, l'inutile retorica che si accompagna alla ridda dei punti di vista. Pronto a usarlo quale strumento estetico di svolta nelle narrazioni, si confronta soprattutto con la sua portata morale. Ci offre così, sempre affondando il bisturi dell'analisi, figure complesse di traditori in trame aggrovigliate, cercandovi con fatica una via d'uscita che ristabilisca, infine, l'ordine violato. -
Montezuma
Esule negli Stati Uniti durante il fascismo, Giuseppe Antonio Borgese compone in inglese, fra il 1938 e il 1941, un libretto d'opera in versi sulla conquista del Messico, che vide contrapposti il condottiero spagnolo Hernán Cortés e il leggendario re azteco Montezuma: dietro la filigrana epica, affidata alla suggestiva voce fuori campo dello storico Bernal Díaz del Castillo, si cela una violenta polemica contro il nazionalismo fascista, ispiratore di un colonialismo tardivo. Il testo, per il quale Roger Sessions compose la partitura musicale, rimase inedito e viene qui proposto a stampa per la prima volta, con la traduzione italiana di Sabina Colella, autrice anche di un denso saggio introduttivo e dell'apparato di note filologiche e interpretative.