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Il vino nell'Oltrepo Pavese
Scopriamo il vino dell’Oltrepò pavese, una regione ad alta vocazione vinicola fin dal tempo dei Greci e degli Etruschi. Un viaggio tra vitigni e sapori, spesso poco noti, di una regione la cui forma somiglia a quella di un grappolo d’uva. -
La primavera è ritornata. Ediz. italiana, cinese mandarino e inglese
Ogni pagina presenta alcuni aspetti della primavera: l’aria tiepida che fa fondere la neve, l’erba, le gemme, i fiori, gli insetti, gli uccelli che si costruiscono il nido, gli amori, i piccoli che nascono. Tutto ciò è visto dal ghiro, che riapparirà in Rapidino si perde nel bosco, in cui sarà il vicino di casa della famiglia degli scoiattoli. Età di lettura: da 3 anni. -
Taxi. Le strade del Cairo si raccontano
Khaled al-Kamissi (giornalista, regista e produttore cinematografico) ha raccolto in questo libro cinquantotto sbobinature fittizie di altrettanti dialoghi e monologhi con/di tassisti egiziani, raccolti tra l'aprile del 2005 e il marzo del 2006. A fare da cornice alle voci che si raccontano, alcune brevi considerazioni dell'autore stesso, infaticabile fruitore, come tutti gli egiziani, delle vecchie, scalcagnate auto bianche e nere che percorrono le vie del Cairo ventiquattrore su ventiquattro. Giovanissimi o molto anziani, istruiti o quasi analfabeti, quasi tutti con un passato di migrazione alle spalle, tutti oberati di debiti e sfruttati da qualcuno (governo, proprietario dell'auto o poliziotto di turno), i taxisti offrono uno spaccato realistico di una città che, si dice, ha ormai superato i venti milioni di abitanti. Chiunque abbia visitato Il Cairo non può non riconoscere l'inarrestabile loquela di una classe lavoratrice che non conosce orari o turni, la curiosità, la sagacia, la rabbia e, talvolta, la maleducazione, di uomini che vivono la maggior parte della loro vita dentro un'automobile e hanno come unico svago il rapporto con il cliente. -
Il labirinto di Putin. Spie, omicidi e il cuore nero della nuova Russia
Il labirinto di Putin inizia e finisce con l'omicidio del dissidente russo Alexander Litvinenko nel novembre 2006. Il giornalista Steve LeVine ci riporta al 1999, quando ci furono una serie di bizzarre morti di giornalisti, dissidenti e altri, ciascuna più incredibile dell'altra. Un assassinio in un ascensore. Un massacro in un musical. Una sparatoria per strada. Queste strane morti diventano una lente attraverso la quale iniziamo a vedere il prendere forma una nuova Russia. Il presidente Dmitri Medvedev e il primo ministro Vladimir Putin, vero depositario del potere nel Paese, con molta determinazione stanno lanciando una sfida all'Occidente. In una narrazione penetrante che racconta in dettaglio la vita e la morte di sei russi, LeVine ritrae la crescita di una ""cultura della morte"""": dall'assassinio mirato dei nemici dello Stato alla indifferenza del Cremlino per la strage di innocenti ostaggi. Le interviste con i testimoni oculari, con le famiglie e gli amici di queste vittime rivelano come i Russi riescano a cavarsela nel loro cammino tra il rischio di violenza sempre presente e il pedaggio emotivo che questo dedalo mortale richiede alla gente comune."" -
La danza dello scorpione
In una sala da ballo sulla costa israeliana il narratore scorge uno scorpione tatuato sul corpo di una giovane donna francese, con la quale trascorre la notte. La ragazza sparirà, sarà invece il piccolo scorpione color indaco a prendere vita e ad ossessionare i suoi sogni ogni notte, nel tenace quanto fallimentare tentativo di arrampicarsi su uno specchio dal quale scivolerà, consumato da un'estenuante e vorticosa danza. Costruito su questa metafora, ""La danza dello scorpione"""" denuncia la situazione palestinese dopo gli accordi di Oslo e il fallimento della seconda Intifada. E lo fa con grande lucidità e amarezza, con quella autoironia che è una delle caratteristiche principali della letteratura palestinese. L'impotenza dello scorpione è anche quella del padre del narratore, che ha perso una gamba - e con essa la sua virilità - non a causa dell'occupazione, ma semplicemente per un chiodo arrugginito. Tuttavia, non potendo accettarne la perdita, egli chiede a suo figlio di grattare la sua gamba amputata."" -
L' invenzione della morte
Tra disperazione e follia, il giornalista René Lallemant ripercorre le tappe della sua relazione con Madeleine Vallin e parallelamente rappresenta il processo spietato della sua grande difficoltà esistenziale. Gelosia, adulterio, delirio e suicidio, temi ricorrenti nell'opera di Aquin, vanno a comporre un romanzo che si legge come un diario personale nel quale tutte le maschere cadono, e, per prima, quella della finzione letteraria. ""L'invenzione della morte"""" porta dentro di sé le tracce di una scrittura folgorante che segnerà la letteratura del Québec e scuote il lettore con le sue provocazioni e la forza unica della sua scrittura. Un romanzo in cui è in gestazione la futura opera dell'autore, nonché il suo destino. Primo romanzo di Aquin, scritto nel 1959, quando l'autore aveva trent'anni, rifiutato dall'editore per il timore dello scandalo che avrebbe provocato, """"L'invenzione della morte"""" è rimasto inedito fino al 1991."" -
Rogers e la Via del Drago divorato dal Sole
Partendo dall'album ""The Wall"""" dei Pink Floyd, Nàgi ha creato un'opera che si colloca nel reale metropolitano contemporaneo, pur mantenendo legami con elementi leggendari e fiabeschi. Storie, desideri, visioni causate dal consumo di hashish e alcol catapultano il lettore in luoghi irreali e in situazioni fantastiche. Il muro - """"the wall"""" - rappresenta l'incomunicabilità, l'alienazione, la follia. Un'allegoria della società sviluppata attorno all'ipotetica costruzione di un muro oppressivo e invalicabile che circonda l'individuo. Un libro per chi è pronto a scoprire le fantasie, le utopie, gli idealismi, ma anche le frustrazioni di un ventenne egiziano."" -
Benvenuti a Hillbrow
"Benvenuti a Hillbrow"""" è un viaggio sconvolgente nel quartiere multirazziale di Hillbrow, a Johannesburg, città nella città, microcosmo di tutto quello che c'è di contraddittorio, affascinante e doloroso nell'anima sudafricana del post-apartheid. È qui che si intrecciano le storie di migranti provenienti dal resto del Sudafrica e da altri Stati africani, mentre la città è non solo l'aguzzino dei suoi spesso sventurati abitanti, ma anche la generosa produttrice di un continuo spettacolo di vita offerto dal suo tessuto urbano. Qui si incontrano i sogni infranti della giovinezza, la sessualità e i suoi costi imprevedibili, la xenofobia, il suicidio, la violenza onnipotente e la visione africana della vita che non termina con la morte ma continua a scorrere in un regno ancestrale." -
Ci vuole poco per fare una università migliore. Guardando oltre la «Riforma Gelmini»
La ""riforma Gelmini"""" dell'Università è fresca di stampa. Il volume di Vincenzo Zeno-Zencovich costituisce un primissimo commento """"a caldo"""" di una legge di cui molto si è discusso e che ha sollevato intense polemiche. Ma soprattutto il volume indica il percorso che l'università italiana, a prescindere dalle innovazioni legislative, deve seguire - e in larga misura sta già seguendo per fornire servizi didattici di elevata qualità, in linea con l'importanza internazionale del nostro paese. Si tratta di un ideale vademecum per valorizzare il grande potenziale rappresentato dai docenti, dagli studenti e dal personale universitario, con particolare attenzione alla difficile, ma non drammatica, situazione finanziaria degli atenei italiani. Il volume pubblica in appendice il testo della Legge 30 dicembre 2010, n. 240."" -
Amalgam
Dal Libano con humor e sarcasmo un fumetto divertente e autobiografico che racconta la vita dalle parti di Beirut di una ventitreenne audace che parla liberamente di corruzione, maschilismo e disparità sociali. Il libro è nato da un blog tra i più seguiti nel mondo arabo, che Maya Zankoul ha creato come sfogo ai problemi che i libanesi devono affrontare ogni giorno, con l'impressione di essere costantemente vittime del sistema. Un diario quotidiano a fumetti che dà uno spaccato stravagante e molto realistico del Libano di oggi. -
Racconti cubisti
Quattro racconti che sfidano lettori esperti, privi di riverenza nei confronti della pagina stampata, capaci di saltarne qualcuna se si annoiano, di andare a leggere l'ultima per sapere chi è l'assassino e di rileggere un romanzo per apprezzarne di nuovo alcuni passaggi. In queste pagine si fondono, in un insieme visionario, prosa surreale e provocatoria, poesia, filosofia, fumetto e fantascienza. Prikedelik è creatore di eroi pongo 3D, gatti assassini, personaggi bidimensionali preda delle loro avventure, video-poesie e trip animati, ha vinto numerosi premi. Negli anni '90 legge tutto W. Bourroughs e resta colpito soprattutto dal manuale di Scrittura creativa e dal manifesto del ladro ivi contenuto. Nell'aprile 2006 gli capita un accidente e da allora comunica soltanto via internet. Per fortuna, questo evento gli garantisce la dispensa dal lavoro. -
Il matto di Piazza della libertà
Immaginate un uomo rapito e costretto a dichiarare in video di aver commesso atroci crimini in nome della religione. Oppure un viaggio di clandestini diretti in Europa che si trasforma in una carneficina. Immaginate un soldato che, rimasto chiuso in una stanza per diversi giorni con la sua amata, per sopravvivere si nutre del suo corpo e del suo sangue. Cadaveri che parlano, lupi mannari, teste mozzate, corpi dilaniati o scuoiati, padri che avvelenano le figlie, figli che portano in valigia lo scheletro della madre, morti che scrivono romanzi, suicidi, esplosioni di autobombe, neonazisti che in Europa picchiano a sangue gli immigrati. E poi matti, matti dappertutto, e un confine labile tra il reale e l'irreale. Provate a immaginare tutto questo e altro ancora. Immagini raccapriccianti e scene da brivido, come nella migliore letteratura gotica. Ma questa non è semplicemente letteratura gotica. Questo è l'Iraq. O l'Europa dei rifugiati iracheni. Talvolta, sembra dirci Hassan Blasim in questo suo libro d'esordio, la realtà supera la finzione in orrore e crudeltà. -
Qui finisce la terra. Antologia di scrittori palestinesi in Israele
Il pezzo di Palestina nella quale sono ambientati i loro racconti è quello sul quale è stato edificato lo Stato di Israele, ma continua a vivere come Palestina nelle storie personali e collettive della minoranza palestinese, e soprattutto nella sua dimensione culturale, che supplisce alla deterritorializzazione fornendo uno spazio pubblico palestinese condiviso. Le parole di questi autori fotografano la convivenza tra due popoli, ma anche le questioni sociali, come la disoccupazione e la marginalità, la condizione della donna araba nello spazio israeliano, il sesso, la religione, o politiche, come la nakbah e la naksa del '67, il terrorismo e gli attacchi kamikaze palestinesi, i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, il muro, l'attivismo pacifista. L'antologia è introdotta da Isabella Camera D'Afflitto, docente di Lingua e Letteratura araba presso la Sapienza Università di Roma. -
Lo status del personale delle Forze Armate italiane operante in missioni all'estero e in contesti di cooperazione militare
Le numerose crisi internazionali intervenute negli ultimi decenni e la volontà di rafforzare i vincoli di cooperazione militare con altri Stati, tramite attività multilaterali o bilaterali, hanno determinato, con sempre maggior frequenza, la possibilità che appartenenti alle Forze Armate italiane siano impegnati in missioni all'estero. Questo maggiore dinamismo nell'utilizzo dello strumento militare richiede però un'adeguata ponderazione delle connesse problematiche giuridiche di diritto internazionale. In particolare, tramite la predisposizione di ""status of forces agreements"""" (SOFA) e altri strumenti di rilievo si potrà definire un'adeguata cornice di tutela per il personale impiegato, definendo doveri, privilegi e immunità spettanti a questi soggetti. Questo lavoro, tramite una ricognizione e analisi delle tematiche giuridiche più rilevanti, ha quale principale finalità quella di fornire un compendio di riferimento e un ausilio interpretativo agli operatori e al personale militare impegnato in questi contesti."" -
L'autunno, qui, è magico e immenso
Golan Haji, poeta curdo siriano, attraverso le sue poesie riesce con analogie, similitudini, ellissi prodigiose e urticanti paradossi a descrivere la guerra, la bellezza, il sangue e l'amore. Della guerra le punte delle lance che trasformano il corpo della terra in contundente. Della bellezza lo sguardo di bambino che lievita nella poesia di luoghi magici e il desiderio nascosto dietro la spalla e sotto le ciglia. Dell'orrore, violenze e paure, gli effetti collaterali, l'abbandono e il sudario di silenzio che tutto ricopre. Della condizione dell'esilio l'alternanza di domande, disperazione e ironia nello sguardo della storia. Questi alcuni temi che compongono la prima raccolta italiana delle poesie di Golan Haji, scritte negli ultimi due anni, proposte al lettore italiano con il testo arabo originale a fronte. Il poeta, nato nella cittadina curda di Amouda nel nord-est della Siria, che in filigrana abita queste pagine, scrive in arabo. -
Speranze e paure nel futuro delle rivolte arabe
Gli avvenimenti catalogati sotto l'etichetta di 'primavera araba' sono il filo narrativo sul quale s'innestano le interviste con testimoni, studiosi ed esperti che parlano, da diverse angolazioni, di temi centrali per comprendere quanto sta accadendo, a partire dal dicembre 2010, nell'area del Mediterraneo, dove Europa, Africa e vicino Oriente si affacciano insieme. Il riverbero geopolitico di tali eventi legato a problemi di sicurezza e instabilità in tutta l'area, le trasformazioni sociali e culturali che vi sono implicate, i condizionamenti religiosi sulle riforme costituzionali, il ruolo dei social media e delle nuove generazioni, sono alcuni di questi temi. -
Riga magica. Cronache dal Baltico
Fondata nel 1201 come avamposto cristiano contro le popolazioni pagane, membro della Lega anseatica, seconda capitale del Regno di Svezia poi inglobata nell'Impero russo all'inizio del 18° secolo, Riga è una città dalla storia ricca e secolare, eppure ancora poco conosciuta. Tra ricordi personali, episodi storici e reminiscenze letterarie, l'autore restituisce la magia di una città crocevia tra Russia, Europa Occidentale e Scandinavia che, dopo il declino conosciuto in epoca sovietica, si è contraddistinta per una vivacità culturale senza precedenti. Con uno stile originale ci accompagna attraverso il quartiere di Maskavas, i vicoli della Città Vecchia e i luoghi tragici dell'Ebraismo lettone; ci racconta i capolavori dello Jugendstil baltico, le spiagge bianche di Jurmala - stazione termale frequentata dalla nobiltà europea dell'Ottocento - e gli aneddoti legati a personaggi vissuti nella capitale lettone come Richard Wagner e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. -
Il silenzio e il tumulto
Nel caldo torrido di un polveroso paese mediorientale dominato dalla dittatura, Fathi Shin, un famoso scrittore accusato di antipatriottismo ed al quale è stato imposto il divieto di pubblicare nuovi libri, vive una giornata di assurdità kafkiana. Mentre una folla esaltata, scomposta e incontrollabile si riversa in città per volere del leader, nel giorno dei festeggiamenti dei vent'anni dalla salita al potere, Fathi cerca di sfuggire al tumulto per trovare il silenzio - quiete e calma - e far visita alla madre e alla sua amante, ma appena varca la soglia del suo appartamento iniziano i guai... ""Il silenzio e il tumulto"""" è un romanzo sulla vita sotto e durante la dittatura: è l'affresco vivido di un popolo dominato dalla paura. Una storia urgente da raccontare, sensuale, capace di far sorridere anche in un periodo dominato dalla violenza, un atto di coraggio di uno scrittore siriano."" -
NonnaDiciannove e il segreto del sovietico
Luanda, Praia Do Bispo. In un tempo imprecisato tra l'Angola postcoloniale e l'età dell'oro della fanciullezza, due bambini hanno una missione: far esplodere il Mausoleo del Compagno Presidente Agostino Nheto, la cui costruzione minaccia la distruzione delle case del quartiere e il trasferimento dei suoi abitanti. -
Se ti chiami Mohamed
Ispirandosi al giornalismo investigativo, Jérôme racconta di vite precarie, di frequenti umiliazioni, di una complessa tessitura di rapporti che i tanti Mohamed hanno mantenuto con il paese d'origine e con quello d'accoglienza. Racconti autentici, lontani dai cliché, di grande forza emotiva, che abbracciano vari temi, dalla ricerca identitaria all'integrazione, dall'esclusione sociale al razzismo, proponendo dubbi e interrogativi che coinvolgono oggi più che mai ogni cittadino europeo. Un graphic novel, che con semplicità e chiarezza ricostruisce la storia dell'immigrazione maghrebina.