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Illuminismo e questione ebraica
In questo breve e lucido testo, Hannah Arendt, che ha solo ventisei anni, si confronta per la prima volta con la cosiddetta questione ebraica, la cui origine viene rintracciata nell'illuminismo e nell'universalità del suo concetto di ragione e di tolleranza religiosa. Ripercorrendo le analisi di Lessing e di Mendelssohn, ma anche dei fautori dell'assimilazione, e dei primi romantici come Herder e Schleiermacher, Arendt delinea la posizione fin da principio paradossale che viene attribuita al popolo ebraico: stretto fra l'universalità astorica dell'illuminismo che ne fa un popolo uguale a tutti gli altri, anche a costo di sacrificarne la specificità, e lo storicismo romantico che sottolineandone l'eccezionaiità lascia intravedere la strada dell'antisemitismo. -
Il corpo senza qualità. Arcipelago queer
Tra corpo e pensiero c'è un resto che da nessuno dei due lati si può cogliere, né raccogliere. Certo, c'è un corpo-di-pensiero e c'è un pensiero del corpo che hanno occupato riflessioni importanti nel secondo Novecento. E c'è la rivolta appassionata, talvolta disperata, di tutti i soggetti ""sessuati"""" che nello stesso periodo hanno sondato modi diversi del vivere e del mettersi in questione nel mondo proprio a partire dalle possibilità del corpo. Cosicché si può ben chiamare """"queer"""" questo insieme di pensieri insorgenti e di corpi in rivolta, che si fanno cenno. Ma quel """"resto"""", che non consente un sapere assoluto del corpo e della sessualità, a cui Lacan ha dato una lapidaria forma espressiva - """"non c'è rapporto sessuale"""" - non è più solo affare dei tempi lunghi della storia ma è arrivato alla lettera della cronaca quotidiana, come a stringere d'assedio le nostre vite. Donne, omosessuali, lesbiche, transessuali, e anche taluni uomini, siamo oramai tutte/i interpellati dall'evanescenza e dalla precarietà del rapporto con l'altro, che è stato sempre la significazione di quel """"resto"""", che, come dice l'autrice, """"è diventato un prisma moltiplicativo"""" privo di figure certe: sicché è il """"totalmente altro"""" del razzismo e della discriminazione a prevalere nei fantasmi dell'epoca."" -
La democrazia in Italia
Comunque vada nei prossimi mesi la vicenda politica italiana, lo scopo di questo libro non è rincorrere il susseguirsi dei ""fatti"""", né fissare lo sguardo soltanto sulla figura di Berlusconi. Quand'anche questi uscisse di scena, il discorso egemone di cui è stato il rappresentante continuerebbe a vincolare anche i suoi successori. I saggi qui raccolti affrontano perciò una serie di questioni di fondo, che ritornano in tante interpretazioni del caso italiano: assistiamo a un ritorno del fascismo? c'è una tradizione politica che impedisce la democrazia nel nostro paese? il caso italiano va letto all'interno di un orizzonte di culture, ideologie e dispositivi di governo transnazionali o rappresenta una situazione a sé? Proprio l'analisi della situazione italiana impone un ripensamento radicale della """"democrazia"""". La fine del mondo bipolare ha partorito nel nostro paese il topolino di un'infinita discussione sulla riforma elettorale, in base al presupposto dato per assolutamente evidente che la democrazia non sia che una forma di governo e che essa s'identifichi con il liberalismo. Né forma di governo, né forma di società, qui si tenta di pensare la democrazia come ciò che eccede tutte queste identificazioni. Certo, una volta consegnata la democrazia all'apertura che le è propria, si tratta di interrogarsi, come leggerete, sul senso di una tale eccedenza e su quale sia la politica adeguata all'eccesso democratico."" -
San Paolo. La fondazione dell'universalismo
"No, non lasceremo che i diritti della verità-pensiero abbiano come sole istanze il monetarismo liberoscambista e il suo mediocre pendant politico, il capital-parlamentarismo, di cui la bella parola """"democrazia"""" nasconde sempre più la miseria. È la ragione per cui Paolo, contemporaneo anche lui di una figura monumentale della distruzione di ogni politica (gli albori del dispotismo militare chiamato """"Impero romano""""), ci interessa estremamente. Paolo è colui che, destinando all'universale una certa connessione del soggetto e della legge, si domanda con il più grande rigore quale sia il prezzo da pagare per questa destinazione, tanto sul piano del soggetto quanto su quello della legge. Questa domanda è proprio la nostra. Supponendo che si possa giungere a rifondare la connessione tra verità e soggetto, quali saranno le conseguenze che dovremo avere la forza di sopportare sul piano della verità (evenemenziale e casuale) e su quello del soggetto (raro ed eroico)?"""" (Alain Badiou)" -
Corpo teatro
"Il teatro è la cessazione del segreto, se il segreto è quello dell'essere in sé o quello di un'anima ritratta in un'intimità. È l'in se stesso o l'intimità che come tale esce e si espone. È il """"mondo come teatro"""" così come lo conosciamo fin da Calderon e da Shakespeare, ma così come in effetti tutta la nostra tradizione - almeno fin dalla caverna platonica - l'ha rimuginato, quel """"mondo come teatro"""" in quanto verità, proprio come e proprio perché il corpo si rivela la verità dell'anima: verità che si spinge anch'essa sulla scena o più precisamente verità che fa scena."""" (Jean-Luc Nancy)" -
Il bel rischio. Conversazione con Claude Bonnefoy
Tra l'estate e l'autunno del 1968 Foucault e il critico Claude Bonnefoy progettano una serie d'incontri per realizzare un libro di conversazioni/interviste. In questa trascrizione del primo di tali incontri, Foucault si abbandona a un esercizio della parola molto diverso da quello a cui ci ha abituato. In un clima di grande libertà, egli affronta per la prima e unica volta il suo rapporto con la scrittura, intrecciando in maniera mirabile elementi autobiografici e riflessione filosofica. ""Per me scrivere è avere a che fare con la morte degli altri, è essenzialmente avere a che fare con gli altri in quanto sono già morti. In un certo senso parlo sul cadavere degli altri"""". (Michel Foucault)"" -
Comunità e politica
La prima edizione dei saggi qui raccolti risale, con il titolo Politica, al 1993. Il libro contrastava l'interpretazione del collasso del comunismo di Stato come ""prova"""" di una natura umana immutabile, come dimostrazione del primato dell'individuo - atomo portatore di bisogni e interessi elementari -, del capitalismo come la forma più razionale e naturale dei rapporti tra gli uomini, della. necessità di farla finita con il """"collettivo"""", il """"comune"""" e l'""""uguaglianza"""" in politica, che collettivo, comune e uguaglianza sarebbero istanze di una soggettività inevitabilmente totalitaria. A distanza di quasi vent'anni il libro non sembra aver perso la sua attualità. Per di più, la crisi delle pratiche e delle teorie della depoliticizzazione pare riportare in primo piano proprio le questioni che allora venivano sollevate. Ma va detto che oggi conviene, forse, prestare più attenzione al dissenso che attraversa alcuni saggi del libro. È per questa ragione che la nuova edizione, modificata solo in pochissimi dettagli e con una nuova Premessa, ha come titolo """"Comunità e politica""""."" -
Ai bordi del politico
La politica non è l'esercizio del potere. La politica deve essere definita di per sé, come un modo di agire specifico messo in atto da un soggetto proprio e derivante da una razionalità propria. È la relazione politica che permette di pensare il soggetto politico e non l'inverso. Identificare la politica con la lotta per la conquista e la pratica del potere significa perdere di vista la politica. Ma ugualmente si manca la politica se la si concepisce come una teoria del potere o una ricerca del fondamento delia sua legittimità. Se la politica è qualcosa di specifico, e non solo un modo di aggregazione più considerevole o una forma di potere che si distingue per il suo modo di legittimazione, è per il fatto che essa identifica un soggetto che le è proprio come un modo di relazione che la definisce in quanto tale. E ciò che dice Aristotele quando, nel libro I della Politica, distingue da tutti gli altri il comando politico come comando su eguali, oppure quando nel libro III definisce il cittadino come ""colui che può comandare ed essere comandato"""". Il tutto della politica consiste in questa relazione specifica, un prendere parte che bisogna interrogare quanto a senso e condizioni di possibilità."" -
L' ipotesi comunista
In questo libro, sosterremo quindi, anche in forma dettagliata nel caso di tre esempi (Maggio '68, la Rivoluzione culturale, la Comune di Parigi), che i fallimenti apparenti, talora cruenti, di eventi legati in profondità all'ipotesi comunista, sono stati e permangono tappe della sua storia. Almeno per tutti coloro che non rimangono accecati dall'uso propagandistico della nozione di fallimento. Cioè semplicemente per coloro che continuano a essere animati dall'ipotesi comunista in quanto soggetti politici, che si servano o meno del termine ""comunismo"""". In politica contano il pensiero, l'organizzazione e l'azione. Talvolta alcuni nomi propri servono da riferimento, come Robespierre, Marx, Lenin... I nomi comuni (rivoluzione, proletariato, socialismo...) sono già molto meno capaci di nominare una sequenza reale della politica d'emancipazione, e il loro uso si trova rapidamente esposto a un'inflazione priva di contenuto [...]. Una vera politica ignora le identità, persino quella, tanto tenue, tanto variabile, dei """"comunisti"""". Essa non conosce altro che quei frammenti del reale attraverso i quali un'Idea dimostra che è in corso il lavoro della sua verità."" -
Gli amici non si danno del tu
Quando comincia un'amicizia? Difficile a dirsi. Forse impossibile. E non per un difetto di memoria o per un suo improvviso cedimento, quanto per il fatto che il tempo degli inizi non è documentabile, è un tempo senza data: nulla di memorabile accade ai primi incontri. ""Credo - scrive Blanchot - che si sappia quando l'amicizia sta finendo (anche se dura ancora), a causa di un disaccordo che un fenomeno-logo denominerebbe esistenziale, di un dramma, di un gesto infelice. Ma si sa quando comincia? Non c'è un colpo di fulmine dell'amicizia, piuttosto un poco a poco, un lavoro lento del tempo. Si era amici e non lo si sapeva""""."" -
Decostruzione del cristianesimo. Vol. 2: L'adorazione.
Quale può essere oggi, dopo Nietzsche e Freud, il significato della parola ""religione""""? Se questa parola ha ancora un contenuto di verità al di là del dogma e degli assetti istituzionali, al di là di ogni distinzione tra politeismi e monoteismi, al di là dei riti e del sentimentalismo, questo contenuto sta nel gesto dell'adorazione. L'adorazione è la parola rivolta a qualcuno o a qualcosa, la parola rivolta a ciò che oltrepassa la significazione, l'appello trasversale che eccede il concetto e il culto e che ritroviamo nella fede, nell'amore, nella poesia, nella comunicazione mondana. Quello che questo secondo volume della decostruzione del cristianesimo cerca di pensare è una maniera, un'andatura, un contegno dello spirito in grado di rispondere alle questioni aperte da questo nostro tempo in cui lo """"spirituale"""" sembra così lontano, prosciugato, abusato."" -
Pragmatismo americano. Razza e democrazia
Dalla Dichiarazione d'Indipendenza al progetto per una Società delle Nazioni del presidente Wilson, il pensiero politico americano rivela un intreccio profondo con la questione della razza. Declinata dapprima in forma ""scientifica"""", l'idea di una superiorità razziale trova la iua tematizzazione più esplicita nel dibattito sull'evoluzionismo del secondo Ottocento. L'assunto di fondo è che come nel rapporto tra organismo e ambiente ogni forma di vita è costantemente sottoposta alle sollecitazioni di agenzie esterne di trasformazione, allo stesso modo le possibilità di sopravvivenza di un organismo sociale sono determinate dalla sua capacità adattiva. In questo senso, la democrazia, come integrazione plastica delle istanze individuali in un aggregato collettivo, è l'unica forma politica in grado di assumere la crisi come sua componente fondamentale. Il pragmatismo americano, di rimando, dimostra di essere la grande filosofia democratica nella misura in cui porta a sistemazione teorica la figura della crisi: crisi dell'ordine del discorso (Peirce), dell'ordine del soggetto (James) e dell'ordine sociale (Dewey)."" -
Americans. Città e territorio ai tempi dell'impero
L'influenza che il ""modo americano di fare città"""" ha esercitato sui processi di urbanizzazione nell'ultimo secolo è la questione di fondo con cui si misura questo libro, il quale muove dal riconoscimento della natura """"imperiale"""" dei dispositivi di produzione dello spazio urbano che emergono nel panorama statunitense tra Otto e Novecento e che risultano nel tempo operanti su una scala progressivamente globale. In questa prospettiva, vengono sviluppati tre discorsi: la metropoli ad alta concentrazione di popolazione e capitale, la suburbia della crescita intensiva e a bassa densità, la città autosufficiente di matrice comunitaria. È all'interno del rapporto tra Europa e Stati Uniti che si può concepire il carattere del potere americano, la sua aspirazione a sottrarsi al corso della storia cui tutti gli altri poteri costituiti sarebbero invece tenuti a sottostare. Ed è all'interno di questo rapporto che si è determinata una forma di dominio globale che, fino a pochi anni fa, poteva dirsi incontrastata. In una fase, come quella attuale, in cui si affacciano nuove forme di impero, quando è a rischio la stabilità economica e sociale di milioni di abitanti delle città, la pianificazione urbana si manifesta nel pieno della sua condizione dilemmatica, e ciononostante si riconosce il compito di coltivare una coscienza della crisi che si misuri con la violenza del potere capitalistico, ma che sia anche in grado di cogliere il potenziale che è in attesa di manifestarsi come nuovo progetto sociale."" -
Il sorriso della Sfinge
Nella stessa epoca in cui prendeva forma la sua opera poetica, Ingeborg Bachmann cominciò a scrivere anche dei racconti. Alcuni furono pubblicati in riviste, altri rimasero inediti o allo stato di frammento. ""Il sorriso della sfinge"""" li presenta nella loro totalità. La grande sobrietà e precisione della scrittura dell'autrice trova in questi dieci racconti, scritti tutti negli anni '50, la sua prima sorprendente espressione. Le figure che vi appaiono sono intrecciate tra loro come le lettere di un monogramma o gli arabeschi di un ornamento. Sono come ombre che permangono pur restando inafferrabili: donne e uomini tra i quali nascono e si consumano rapporti tanto intensi - talvolta anche molto violenti - quanto effimeri; donne e uomini che vivono la loro esistenza senza essere in grado di coglierne il senso. Alludere a eventi che per coloro che li subiscono rimangono un segreto, evocare destini che si incrociano in un ambiente sospeso e rarefatto: in questo consiste la singolare forza di questi racconti che, quando furono pubblicati insieme per la prima volta, all'indomani della morte dell'autrice, suscitarono l'entusiasmo della critica."" -
Politica ebraica
"I popoli che non fanno la storia ma la subiscono soltanto tendono a considerarsi le vittime di un accadere superiore, insensato, inumano; tendono a starsene immobili aspettando miracoli che non arriveranno mai. Se nel corso di questa guerra non ci sveglieremo da questa apatia, non ci sarà più posto per noi in un mondo futuro; forse i nostri nemici non riusciranno a sterminarci completamente, ma ciò che resterà di noi sarà poco più di un cadavere vivente. Gli ideali politici dei popoli oppressi possono essere soltanto la libertà e la giustizia; la loro forma organizzativa può essere soltanto democratica. Che quegli ideali e quella forma appaiano oggi compromessi nel mondo della nostra cultura e che siano stati trascinati nel fango da una bohème priva di radici è uno degli ostacoli più seri alla costruzione di una politica ebraica - e non solo ebraica. Da quasi cinquant'anni una generazione dopo l'altra manifesta apertamente il proprio disprezzo per le idee 'astratte' e la propria ammirazione per la bestialità 'concreta'"""". (Hannah Arendt). I saggi e gli interventi raccolti in questo volume, tutti inediti in italiano tranne uno, costituiscono la testimonianza della genesi del pensiero politico di Hannah Arendt durante l'esilio parigino e i primi anni del soggiorno in America. Come reagire in quanto ebrea a un avversario che ha fatto dell'antisemitismo l'assioma del suo potere assassino? È questa la domanda che viene posta nelle forme e nei toni più diversi." -
Sull'origine dell'ermeneutica del sé. Due conferenze al Dartmouth College
Il 17 e il 24 novembre del 1980, Michel Foucault pronunciò al Dartmouth College, nel New Hampshire, due conferenze, ancora inedite in Francia, con il titolo ""Subjectivity and Truth"""" e """"Christianity and Confession"""". La prima conferenza costituisce un tentativo di collocare in una prospettiva storica il peso e la specifica morfologia che caratterizzarono l'esame di sé e la confessione a partire dall'epoca greca ed ellenistica. Nella seconda, dopo aver riassunto le differenze tra le varie forme di rapporto a sé nell'antichità greco-romana e le due diverse """"tentazioni"""" del cristianesimo (quella """"ontologica"""" e quella """"epistemologica""""), Foucault si chiede se per noi oggi non sarebbe meglio fare piazza pulita del problema della scoperta e dell'interpretazione del sé, per aprire così lo spazio a una """"politica di noi stessi"""". Una conclusione che richiama ciò che Foucault aveva già detto nella prima conferenza, alludendo a una fondamentale dimensione """"politica"""" connessa al suo progetto di una genealogia del soggetto occidentale. Il volume è a cura di """"mf/materiali foucaultiani""""."" -
Derive del desiderio e metamorfosi del soggetto. Per una nuova critica del politico
I saggi di Iannetti compresi nella presente raccolta sono assaggi della sua infinita ricerca filosofica, che si intreccia con quella psicoanalitica e sociologica, sul tema delle metamorfosi del soggetto e della critica del politico nell'orizzonte della crisi della ragione moderna. Il suo discorso prende le mosse dalla tesi della centralità dell'angoscia nella costituzione del soggetto e nella costituzione (e critica) del politico, ovvero dalla tesi dell'esistenza di una connessione essenziale tra la ""costitutiva"""" infelicità degli uomini nel mondo moderno e la correlata costituzione della ragione del dominio e della politica. L'oggetto specifico della ricerca di Iannetti è costituito dunque non solo dalla determinazione categoriale delle strutture dell'angoscia e del politico, ma anche dalla ricostruzione delle profonde trasformazioni della ragione e del politico nel tempo della loro crisi fondamentale, ovvero nella crisi dei loro fondamenti."" -
Fobia e perversione nell'insegnamento di Jacques Lacan
Che cosa si nasconde dietro i cosiddetti 'attacchi di panico', oggetto da un lato dell'attenzione sempre più crescente dei mass media ed esempio fra i più citati dall'altro dei presunti nuovi sintomi psicopatologici? Per gli autori di questo libro, curato dall'Associazione Lacaniana di Napoli, la vecchia e cara nevrosi fobica. Si spiega così la decisione di dedicare un anno di studio, di cui il libro è la testimonianza scritta, al seminario IV di Jacques Lacan dedicato al tema della relazione oggettuale in cui campeggia un commento attento e originale della famosa analisi freudiana di un caso di fobia in un bambino di cinque anni, meglio conosciuto come il caso del piccolo Hans. Attraverso la ricostruzione critica del seminario lacaniano vengono in tal modo messe in evidenza tutte le sfaccettature della nevrosi fobica, il suo rapporto di identità-differenza con la perversione, la sua parentela con l'angoscia - il 'panico' -, gli strumenti chiamati in causa per comprenderla come l'antropologia strutturale di Lévi-Strauss. Tutto questo è affrontato nel libro, ma anche il ruolo che il seminario IV sulla relazione oggettuale ha nell'itinerario complessivo di Jacques Lacan. -
Il caso Wilson
Pubblicato nel 1966, il libro è frutto di una intensa collaborazione tra Sigmund Freud e William C. Bullitt, diplomatico americano che a metà degli anni Venti entra in contatto col maestro viennese. Che Bullitt si sia rivolto inizialmente a Freud per intraprendere un percorso terapeutico oppure no Bullitt smentirà di aver mai fatto un'analisi con Freud - la cosa non ha importanza. Fatto sta che i due stringeranno amicizia in quel periodo e continueranno a incontrarsi nel corso degli anni, tanto da decidere a un certo punto di scrivere assieme questo libro. Si frequenteranno fino alla morte di Freud, dopo il trasferimento di quest'ultimo a Londra, di cui Bullitt sarà uno dei principali artefici. Nella Prefazione, lo stesso Bullitt ci racconta a grandi linee la storia della loro relazione, senza per altro gloriarsi del suo personale contributo al salvataggio di Freud dalla minaccia nazista. -
La parte fresca del cuscino
"La parte fresca del cuscino"""" è una piccola raccolta di lettere che una madre scrive al figlio perché la memoria non vada perduta. E nella memoria di questa madre e della sua famiglia di immigrati dal nord-est, scorrono come in un film anche le vicende di una ricchissima e famosa famiglia dell'editoria milanese. Elisa Castellini racconta la vita trascorsa nella guardiola di quella casa, delle persone famose che passavano davanti alla finestrella della portineria, del dramma che si consumò in quegli anni che sono diventati una parte importante della storia d'Italia."