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La spiritualità nella tradizione siriaca
La nozione comune di un cristianesimo radicato in due tradizioni - la greca e la latina - tralascia il fatto che esiste anche una terza tradizione, antichissima, e ancora viva: quella siriaca. Isolati dal resto della cristianità dalle controversie teologiche del V secolo, dalla conquista araba del VII e dalle invasioni mongole del XIII, sottoposti tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo a massacri su larga scala e a migrazione forzata - una migrazione tuttora numerosa per le note vicende politiche e sociali di questi anni -, i cristiani di tradizione sira hanno continuato a celebrare i misteri cristiani, a meditare la Scrittura, a lasciarsi fecondare da essa nella vita, creando attraverso i secoli un ricchissimo patrimonio di spiritualità. Se questo tesoro è rimasto sconosciuto agli altri cristiani e senza traduzioni in lingue moderne fino ai nostri giorni, forse oggi è arrivato il momento per tutti di condividere questa straordinaria eredità, perché ispiri anche il nostro vissuto. -
Alle fonti dell'Europa. Miscellanea. Vol. 2: In principio era l'arte.
Il mistero del mondo non si conosce violandolo, ma sbirciando dentro, per quanto ci permette, attraverso i simboli. Così si riesce a vedere tutto in una infrastruttura coesiva di fili che legano e connettono insieme ogni parte della creazione, e questo infonde nuovo significato alle cose, dal momento che fa vedere come ogni cosa è capace di assumere un significato più profondo. Per questo gli uomini di oggi hanno nostalgia della bellezza. Ma c'è bellezza e bellezza. C'è la cosmetica, e c'è la bellezza, che è organicità redenta, contemplazione dell'unità che abbraccia la terra, l'uomo e Dio, che fa del mondo un oceano di simboli e delle sue espressioni un'anticipo della trasfigurazione che il dito della mano di Dio opererà alla fine dei tempi. Un'arte che si mette al servizio di questa bellezza è anzitutto arte di vivere, cioè capacità di trasformare la nostra vita, da fragile e corruttibile, in una vita incorruttibile. L'arte diventa un rivestire i nostri corpi e la nostra realtà creaturale con l'anticipazione di quella vita che è vera proprio perché rimane e non tradisce. Diventa chiaro allora perché in principio la teologia era vicina all'arte. ""Le cose visibili sono approfondite attraverso quelle invisibili"""", dice Massimo il Confessore nella sua Mistagogia. Il mistero si rivela, pur restando sempre al di là e apparendo come nelle fenditure delle cose, in questo trasparire degli esseri e delle cose. Allora il mondo non è più esteriore, né qualcosa di muto. Tutto è un indicatore verso Dio e il suo piano di salvezza, tutto va visto in una visione spirituale, in tutto c'è una parola di Dio indirizzata all'uomo che l'uomo deve comprendere e a cui deve rispondere con parole sue."" -
Il battesimo. Ogni giorno alle fonti della vita nuova
"Gusteranno questo libro coloro che vogliono sentire i frutti del battesimo lungo tutti gli anni della vita e desiderano formarsi sulla sua misura. Ugualmente può essere di grande utilità a chi vorrebbe sapere perché i cristiani, nelle epoche in cui il battesimo era al centro della vita ecclesiale, erano così esuberanti di creatività e di vita, dal momento che coglievano il flusso che scorreva dentro di loro - la comunione con la vita personale di Dio. Il libro sarà apprezzato anche da coloro che avvertono che non si può ridurre la fede cristiana a un moralismo, un'ideologia o una esposizione di valori, e che intuiscono che essa è un fatto di vita, cioè di amore divinoumano. Soprattutto lo consiglio a quelli che solitamente non prendono in mano i libri di teologia perché li percepiscono inutili e scritti per i soli addetti ai lavori, ma cercano comunque qualcosa che li aiuti a pensare teologicamente"""" (dalla Presentazione di Marko Ivan Rupnik)." -
I racconti di Bogoljub. L'amore rimane
«Sono già tanti anni che ho conosciuto il monaco Boguljub - veramente ""caro a Dio"""", come dice il suo nome. Ricordo che mi diceva: """"Dagli incontri, dai colloqui e dalle lettere rimangono alcune immagini, alcune parole che il tempo non riesce a cancellare. Chiedono di essere tessute nella riflessione, nella fede e nella vita spirituale di te che le porti. Alla fine formano una tale unità che non sai se sono queste immagini a rivelare i contenuti della fede o se sono le riflessioni spirituali a fondersi con le immagini della vita. Così, in ogni mio racconto, c'è un nucleo che appartiene alla vita di una persona concreta, che è diventato ispirazione, pensiero e vissuto della mia vita spirituale. Dicendo questo, parlo dell'amore""""»... Che cosa è la preghiera incessante? Come si nutre il ricordo di Dio? Come certi gesti, certe parole, certi sapori riescono ad avere un gusto spirituale e fanno cogliere un po' della luce di Dio, anche quando sono intrisi della sofferenza e del buio del mondo? Questo libro non lo spiega con dei ragionamenti. Attraverso alcuni episodi del monaco Boguljub, si viene introdotti nel suo mondo interiore fino a cogliere quel velo di mistero che avvolge il monaco e che ci fa percepire un po' di quella presenza che Boguljub avverte dappertutto."" -
Maranathà. La vita dopo la morte
"Maranathà"""", """"Vieni, Signore"""", era una delle invocazioni dei primi cristiani. Secondo san Paolo, i cristiani sono """"coloro che amano la parusia"""" (2Tm 4,8), che aspettano con gioia la seconda venuta del Signore. Se talvolta non è più così, è anche perché si è instaurata la convinzione che esistano due vite diverse e che un giorno si dovrà inevitabilmente abbandonare l'una per passare all'altra. E questo rende l'uomo tragicamente diviso. Inoltre, una certa teologia ha preso i temi relativi all'escatologia (la morte, il giudizio, l'inferno, la vita eterna...) elencandoli uno accanto all'altro, trasformando i simboli in un sistema logico, senza alcun nesso con la vita concreta. L'autore esplora il linguaggio delle fonti patristiche e orientali che descrivono gli ultimi tempi come una nuova creazione, un incontro tra l'azione di Dio e la maturazione del mondo, dove la storia non è solo la materia per il giudizio, ma anche i """"mattoni"""" con cui sarà costruita la nuova Gerusalemme." -
Il cammino della vocazione cristiana di risurrezione in risurrezione
Per scoprire la nostra strada bisogna tornare dentro di sé e indietro. A monte di ogni uomo c'è una visione, una vocazione, una voce che chiama. Siamo chiamati per realizzare la visione che il Creatore ha su di noi, che è l'amore. A questo scopo, Lui ci dà il tempo, ci fa incontrare le persone, ci offre doni e talenti. E poiché il nostro fondamento è posto in un Dio che ci crea rivolgendoci la parola, a noi è accessibile attraverso il dialogo. Perciò la vocazione si realizza nel dialogo, non come l'esecuzione di un diktat. Ma l'amore presuppone un lungo cammino per giungere alla sua maturità. Ci sono delle tappe in questa chiamata. Uno si fidanza, entra in noviziato, in seminario, con una grande buona volontà, ma anche con tante sue idee. La scelta è il massimo che ha potuto fare in quel momento. Occorre allora che muoia alle sue idee, a quello che si aspetta, per risuscitare ad una vita di sinergia, sua e di Dio insieme. -
Custodi della sapienza. Il servizio dei superiori
Il governo, anche nelle comunità religiose, è una delle cose più vulnerabili ad una logica mondana. Questo libro vorrebbe portare a ragionare secondo una logica diversa: all'interno della realtà sapienziale, governare significa pensare con la Sapienza, cioè partecipare della visione che Dio ha avuto quando ha creato il mondo e ha chiamato ciascuno di noi all'esistenza. La visione di Dio coincide con la vocazione di ognuno, si condensa in Cristo e vive nella Chiesa. In questa ottica, governare vuol dire servire la salvezza, operare in modo che essa possa realizzarsi e raggiungere le persone che ci sono affidate. La ricca tradizione della Chiesa indica varie fisionomie possibili per questa figura, dovute alla complessità dei carismi. Oggi, la teologia trinitaria ci aiuta a capire meglio il loro fondamento cristologico e pneumatologico e a trarne maggior frutto. -
Il monachesimo. Secondo la tradizione dell'Oriente cristiano
I monaci hanno giocato un ruolo preponderante nella concezione della vita spirituale in Oriente. Fin dall'antichità, la vita monastica è stata l'immagine della vita cristiana autentica. I grandi maestri d'Oriente consideravano che sarebbe stato un errore e un danno per tutti - monaci e non - insistere più sulla differenza che su un'uguaglianza pressoché totale. È il battesimo a costituire piuttosto una rottura con la vita precedente. ""Le sacre Scritture non conoscono affatto questa situazione, esse vogliono che tutti conducano la vita dei monaci, anche se sono sposati"""", scrive Giovanni Crisostomo. Considerando la spiritualità monastica la radicalizzazione escatologica delle promesse battesimali, la Chiesa ha riconosciuto nel monachesimo non una opzione tra le altre, non una vocazione speciale e dunque differente da quella di colui che vive nel mondo, ma un polo permanente e una incarnazione della vita cristiana stessa. Per questo motivo il libro tratta temi che non sono esclusivi di una categoria di cristiani, ma costituiscono un punto di riferimento per tutti i battezzati, proponendosi come una sintesi emblematica del cristianesimo."" -
«Vedo un ramo di mandorlo». Riflessioni sulla vita religiosa
Da tanto tempo si avverte che nella vita religiosa qualcosa non va. Si sono fatte tante analisi sulla vita comunitaria e sulle opere delle religiose e dei religiosi, come anche sulla loro collocazione nella Chiesa. Il libro mette in evidenza alcune dinamiche teologico-spirituali della storia della vita religiosa alle quali si può attribuire lo stato in cui essa si trova oggi, individuando dei sentieri che aprono agli orizzonti in cui propriamente si colloca la risposta a Colui che chiama. E lo fa mantenendo viva una creatività dinamica tra il monachesimo antico e la vita religiosa nella forma che essa ha assunto in occidente nel secondo millennio. L'aspetto della memoria, infatti, è costitutivo della vita religiosa, perché essa è in un certo senso, nella Chiesa, tra le realtà che hanno la memoria più lunga: dalla memoria dei deserti in cui è cominciata a quella della parusia, di cui costituisce un'anticipazione vivente. È nello spazio di questa memoria, allora, che essa impara a non avere il cuore imprigionato dalle proprie realizzazioni e a disporsi continuamente ad accogliere il dono. E questa è la condizione del suo servizio alla Chiesa, la possibilità di avere gli occhi attenti a saper cogliere il germoglio quando ancora punge il gelo. -
La vocazione. Riflessioni utili
A questo libretto il card. Spidlík stava lavorando poco prima della morte. Dato il carattere dello scritto e il momento della sua stesura, non è un testo esauriente sulla vocazione che ne svisceri tutti gli aspetti e li ordini in modo sistematico, ma, proprio come dice il sottotitolo, si tratta piuttosto di ""riflessioni utili"""" per la lettura e la meditazione. Se la vocazione è la strada attraverso cui assorbiamo la nostra vita terrena e mortale nella nostra vita nascosta con Cristo in Dio, le riflessioni di un anziano saggio alla vigilia del suo incontro definitivo con Dio e con questa sua identità nata dalle acque battesimali sono particolarmente efficaci. Il modo è quello delle domande, del dialogo. Domande che ci possiamo immaginare rivolte da un giovane a un anziano, facendo eco alle obiezioni, alle resistenze, alle comprensioni ridotte della vita di fede tipiche di un mondo come il nostro che non è più religioso. Succede così che la domanda, anche ingenua, impostata male, dia l'occasione di ricondurre alla prospettiva di fede con cui guardare alla propria vita, impostando una pedagogia che introduce, con un linguaggio semplice e sapiente, i contenuti essenziali del mistero cristiano e della grande tradizione."" -
L' arte della vita. Quotidiano nella bellezza
La vita nuova che ci è data nel battesimo e che ciascuno fa propria nel cammino della vocazione, se assecondata, plasma un ambiente ed uno stile di vita da cui traspare la cultura della Pasqua e che aiuta a sostenere la redenzione ricevuta. Dal cuore, con cui abbiamo cominciato, si torna alla superficie, a quello che vedono gli altri. È possibile vivere un.autentica vita spirituale e avere uno stile di vita secondo l'ultima pubblicità? Chi vive la vita dello Spirito comincia ad irradiarla anche nell'ambiente in cui si trova, a partire dalle relazioni, dai rapporti con la terra, dal vestito, perché il vestito è il prolungamento del corpo ed è uno dei linguaggi più potenti che esistano. Come il corpo è lo spazio in cui prendiamo coscienza della vita che scorre dentro di noi, così anche il vestito è un'espressione di come noi percepiamo noi stessi e ci comunichiamo agli altri. A partire dal vestito, dalla casa in cui abitiamo, si tratta di dare un'impronta personale al mondo intorno a noi. Lo stesso vale per il cibo, per lo stile con cui far festa e divertirsi... Mangiare non è il mangiare soltanto, ma è una sorta di atto liturgico che sarebbe un peccato banalizzare. Non si tratta di risolvere le cose con le regole, ma di discernere e di personalizzare tutto, in modo che trasmetta agli altri la nostra verità. -
La riconciliazione «sorella del battesimo». Come vivi tornati dai morti
Il Battesimo ci ha dato la vita nuova in Cristo, ma non ci ha tolto la libertà. Possiamo tornare a vivere per noi stessi e la mentalità dell'uomo vecchio può riaffiorare e imporsi nuovamente. Il Signore Gesù ha dato alla sua Chiesa non solo le acque del Battesimo che lavano il peccato, ma anche due occhi che possono piangere le lacrime della penitenza. È il sacramento della riconciliazione, che gli antichi chiamano anche «sorella del Battesimo» e «Battesimo laborioso». Dopo ogni peccato, la Trinità santa continua ad immergerci nel suo perdono per farci tornare come nuovi. Il libro ci introduce al mistero trinitario della riconciliazione: il Padre ricco di misericordia ci salva in Gesù, il medico delle anime e dei corpi, che nella Pasqua effonde sulla Chiesa lo Spirito Santo, che è la remissione dei peccati, e fa di noi un corpo di figli perdonati e di fratelli che si perdonano. La Chiesa realizza la sua santità non prendendo le distanze dai peccatori, ma sedendo alla loro mensa e offrendo la compassione e l'amore redentore di Cristo. Nella sua millenaria tradizione, ha celebrato il perdono del Signore con diversi riti e pratiche ascetiche. Nella memoria della sapienza penitenziale dei Padri d'Oriente e d'Occidente e nell'attenzione alle esigenze spirituali dell'uomo moderno, si suggeriscono alcuni spunti su come il cuore diventa penitente e guarisce dalle ferite del peccato, e su come il cristiano di oggi può celebrare la confessione personale e la riconciliazione comunitaria. -
Il Natale. Ediz. illustrata
Le immagini del Natale accompagnate da brevi commenti teologico-spirituali e da citazioni patristiche e liturgiche che ci guidano all'approfondimento del mistero dell'incontro tra Dio e l'umanità, della salvezza che ci viene offerta con il Bambino deposto in una mangiatoia, della Luce che vince le tenebre e inaugura la trasfigurazione del mondo... L'incarnazione del Figlio di Dio manifesta il grande mistero nascosto da sempre nel cuore di Dio: Dio ha determinato in anticipo, prima della fondazione del mondo, che noi saremmo stati per Lui dei figli (cf Ef 1,5), e ha stabilito che l'uomo ricevesse questa filiazione tramite la sua unione al Figlio unico. Perciò l'incarnazione è al centro del mistero cristiano. Con i mosaici di M. I. Rupnik e dell'Atelier del centro Aletti. -
«Guarderanno a colui che hanno trafitto». Via Crucis con i mosaici. Ediz. illustrata
Sempre da più parti la gente può ammirare i mosaici realizzati da p. Rupnik con l'Atelier d'Arte del Centro Aletti e sempre da più parti chiede di poter avere qualche immagine da portare con sé. Per venire incontro a questa esigenza, è nata l'idea di una collana dove le immagini sono affiancate da un testo semplice, ma intenso. Questa volta si tratta di una Via crucis dove le immagini sono accompagnate da un breve commento teologico-spirituale e da una breve citazione di Padri della Chiesa, sia d'Oriente che d'Occidente. -
Paolo di Tarso. Evangelo di Gesù
Non si può diventare cristiani se non cominciando da Gerusalemme. Non esiste rottura tra la fede di Israele e il vangelo di Gesù. Esiste piuttosto una ""continuità trasfigurata"""". Con questa convinzione, Francesco Rossi de Gasperis presenta la figura di Paolo di Tarso, apostolo delle genti, ma prima di tutto evangelista di Israele, rimasto un fariseo zelante anche dopo esser diventato discepolo di Gesù. Paolo, contemplato e studiato come persona-figura di questa unità e continuità trasfigurata, svela come la Nuova Alleanza conduca la Torah di Mosè al suo ultimo rinnovamento."" -
Liturgia. Modello di preghiera, icona di vita
La vita di un ministro nella Chiesa di oggi, occupato nel ministero pastorale e distratto dalla cura dell'amministrazione di una parrocchia, è realmente così assorbente che talvolta fa nascere l'idea che esista una sorta di dicotomia tra l'attività pastorale e la personale vita di preghiera. Esiste uno stile di preghiera adatto per i sacerdoti, che li aiuti a pregare dentro quello che fanno e quello che sono? È ciò che suggerisce padre Taft, proponendo un tipo di preghiera e di vita spirituale che consiste nell'interiorizzare"" il ministero pastorale e liturgico proprio ai sacerdoti, in maniera che ciò che è celebrato diventi il movimento del proprio cuore. Se la vita nuova inaugurata dalla risurrezione di Cristo ci è data nella sua celebrazione sacramentale, la liturgia è allora quella realtà in cui, attingendo alla comunione con il Risorto, in sinergia con Lui, la celebrazione e la vita divengono ormai inseparabili."" -
Leggere la Bibbia con i Padri. Per una lettura credente delle scritture
La Bibbia ha formato generazioni di cristiani, ha rimodellato l'intera configurazione del mondo antico, quando la società pagana divenne cristiana, plasmando il linguaggio, la mentalità, i costumi, e divenendo anche un mezzo di potente innovazione culturale. Se essa ha potuto svolgere questo ruolo è perché è stata vista come il perno di un mondo, quello della rivelazione. Perciò non era isolata da tutto il resto che esiste in questo mondo. C'è un'unità della rivelazione, e la ragione di questa unità è la vita che ci sta sotto e che vuole comunicarsi. Solo un approccio all'unità della Parola di Dio ci aiuta a trovare nella Bibbia la fonte della vita. Per questo esistono delle chiavi di lettura che valgono per la Scrittura e che sono la nostra condizione per entrare in essa. Le pagine di questo libro sono un tentativo di descriverle, con l'aiuto dei Padri delle diverse tradizioni cristiane. -
Una conoscenza integrale. La via del simbolo
La vita divina ricevuta nel battesimo ci comunica anche ""un'intelligenza rinnovata in Cristo"""". Non si può pensare più nei termini dell'uomo vecchio. Diventare cristiani significa quindi imparare anche un altro modo di pensare. La vita che si è ricevuta è una vita di comunione, poiché in Cristo si è compiuta l'unità delle cose di quaggiù e di lassù, di quelle visibili e invisibili, del cielo e della terra. Si tratta di una unità impossibile se non a partire dalla fonte, cioè da Dio, che ci dà anche le categorie per pensare e comunicare la vita nuova. L'intelligenza rinnovata in Cristo è allora un'intelligenza in cui il frutto della conoscenza non si gusta staccato dall'albero della vita, ma innestato in essa. È pertanto un'intelligenza capace di abbracciare nella comunione personale anche la materia dell'universo, è un pensiero organico, in grado di tener conto dell'insieme, di cogliere il significato delle cose, della storia, degli avvenimenti nella chiave della comunione realizzata in modo personale da Cristo. Ecco allora tutta l'importanza di riconoscere la struttura simbolica del mondo, attraverso cui il visibile si fa comunicazione dell'invisibile e dà accesso al suo mistero."" -
«Una fontana inesauribile». La Bibbia nella tradizione siriaca
La metafora della fontana applicata alla Bibbia si trova all'inizio di uno dei commentari alla Scrittura di Efrem il Siro. Di essa, ci dice Efrem, lasciamo molto più di ciò che prendiamo, come persone assetate che bevono ad una fontana... Perché è importante anche per noi la Bibbia siriaca? Perché tutte le più antiche versioni della Bibbia ci aiutano a raggiungere qualcosa di più di questa inattingibile Parola, ci aiutano a penetrare più a fondo nel mondo biblico, offrendo così un'occasione ulteriore di ispirazione spirituale. Questo vale tanto di più per la Bibbia siriaca, che condivide con il mondo ebraico in cui sono nate le Scritture l'appartenenza ad uno stesso contesto culturale, quello semitico. Il libro è corredato di una piccola antologia di testi che offrono alcuni esempi di come era letta creativamente la Bibbia nella tradizione siriaca. -
L' esame di conoscienza per vivere da redenti
L'uomo della riconciliazione è un battezzato adulto, maturo, con un gusto ormai inconfondibile di Dio. L'esame generale di coscienza ha la sua funzione proprio nel custodire questa realtà e nel garantire un ambiente spirituale dell'agire cristiano: le opzioni che il cristiano intraprende e il suo agire morale nascono così nell'ambito di questa nuova vita nella quale tutte le cose cominciano a parlare di Dio, portano il suo profumo e coinvolgono anche l'ambiente circostante in questa nuova direzione. Uno strumento della Tradizione che ci aiuta a prendere coscienza della vita divina in noi, di dove ancora esistono in noi i blocchi oscuri impenetrabili dell'individualismo, dell'autosalvezza, del volontarismo, e dove la nostra persona è già entrata nella relazione con Dio e in questa relazione coglie anche le novità suggerite dallo Spirito.