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A Est del palcoscenico. Reportage dai teatri del mondo. Ediz. italiana e inglese
Sin dagli inizi, l'esperienza teatrale di Franco Ungaro ha un respiro internazionale, cominciando dagli studi con il professor Ferdinando Taviani all'Università di Lecce che orienta i suoi corsi sulle avanguardie teatrali del Novecento, da Mejerchol'd a Stanislavskij, da Barba a Grotowksi, per continuare dagli anni Ottanta e Novanta con le lunghe e quotidiane frequentazioni dei teatri milanesi, l'organizzazione delle tournée all'estero di Teatro Koreja, i numerosi inviti a convegni e festival internazionali, fino alla nuova esperienza come fondatore e direttore dell'Accademia Mediterranea dell'Attore. Attraversando le pagine del libro, immergendosi nei tanti dettagli di questo ininterrotto diario di bordo, è facile intuire come il riferimento spaziale all'Oriente richiami non solo le mete dei viaggi - nella stragrande maggioranza, Europa dell'Est, Asia e Medio Oriente - ma quel discorso ""a latere"""", quell'ampiezza di sguardo che unisce il rigore della critica alla sensibilità verso le questioni e le suggestioni dei «teatri del mondo»."" -
Quelle vite meravigliose. Storie di donne a Sud Est
Il Salento è un viaggio. Un viaggio di sole donne sulla Sud Est, la ferrovia che percorre il tacco d'Italia fino quasi al Capo di Leuca, un filo di binari che unisce un territorio diffuso e coeso in un passato che traguarda con orgoglio nel presente. Corigliano d'Otranto, Maglie, Tricase, Alessano, Gagliano... non sono solo i nomi delle stazioni della linea 6 ma un alfabeto di incontri, persone, racconti. Ogni tappa una storia, ogni storia la voce di una donna: giovane, anziana, adulta, emigrata, immigrata. Al centro della narrazione, sullo sfondo di un paesaggio di ulivi e di terra rossa, ci sono generazioni e identità, le figlie partite e quelle rimaste, le madri per forza e le madri mancate, le ribelli, le tenaci, le resilienti. Ci sono i mariti e il lavoro, l'emancipazione e la lingua antica, il futuro e le tradizioni. Come quelle rimosse, riscoperte o tramandate da questo mondo femminile operoso e capace, che è evoluto ed evolve in un tempo che cambia, senza rinunciare alla memoria. Con un'appendice di Simona Negro. -
Salvo casi imprevisti. Saggi casuali e leggeri di un narratore
Un ideale percorso, tutto umano, che attraversa le grandi domande di sempre: pensato e lavorato negli ultimi due anni, il libro di Antonio Errico conduce senza indugi nel cuore profondo dell'esistenza, tra interrogativi archetipici e rinnovate sfide del pensiero. Le possibilità e i limiti della conoscenza, l'imprescindibilità del punto di vista e le straordinarie avventure che da questo possono avere origine, il valore significativo della bellezza, e ancora il posto dell'uomo nel vasto campo da gioco dell'universo, il peso della memoria nella partita con se stessi e con la Storia, la necessità ""ontologica"""" del tentativo, nonostante la regola dell'incertezza: sono solo alcuni dei grandi temi che affiorano dal discorso di Antonio Errico. Sei «saggi casuali e leggeri di un narratore» che raccolgono un inesauribile serbatoio di pensiero..."" -
Stazione degli occhi. (O del corpo che si sottrae). Ediz. italiana e albanese
Il secondo numero di Camminamenti prova a rileggere il nostro tempo incerto con la lucida fermezza di chi non vuole arrendersi: il virus, il lockdown, il necessario distanziamento. Necessario? O rischioso? Cosa implica la sottrazione del corpo? Quale, davvero, la pandemia da cui trarsi in salvo, quando è il corpo che si sottrae? Le poesie in albanese di Jonida Prifti come frammenti di un monito, l'oracolo, sempre interrogativo, di una Cassandra contemporanea che sceglie di interpellare se stessa sulle ragioni del corpo che si sottrae. Accompagnate, in un lucido straniamento, dai racconti brevissimi, per frame, di Donatella Della Ratta, che cercano una risposta plausibile non solo agli interrogativi lasciati in sospeso da Jonida ma, più esattamente, all'inusuale ""essere corpo alla fine di marzo ventiventi"""". Dove finisce il corpo, la sua essenza stessa, se è costretto a sottrarsi? Dove finisce il suo reagire ad altri corpi, se anche questi si sottraggono? Dove finisce il suo essere corpo vivo, se si condensa, isolato, al centro di uno sguardo fermo alla stazione di un divenire che non sappiamo quanto tempo richiederà?"" -
Io alla taranta ci credo
"Io alla taranta ci credo"""" è un racconto corale, una tela che intreccia le vite dei personaggi. La voce narrante ci accompagna a esplorare, conoscere e ri-conoscere il Salento e le sue contraddizioni: la bellezza densa di storie dell'Orto dei Tu'rat e la cieca ferocia di chi lo dà alle fiamme. Al centro della tela Donata, una giovane donna inquieta alla ricerca di se stessa, la cui modernità deve fare i conti con una storia ancestrale. Sarà proprio l'appartenenza al territorio e alla sua cultura la chiave di volta del malessere, di quella malesciana che Donata non sa dire. È la maestria dell'autrice che tesse i fili e ne fa un racconto dalle sfumature noir, un tributo d'amore che a tratti cede alla rabbia e alla nostalgia..." -
The egg journal (2021). Ediz. multilingue. Vol. 1: Erranza/Wandering.
Questa rivista/piazza è stata chiamata ""Uovo"""" perché vuole essere un luogo vivo di accoglienza, un nucleo staminale delle varie evoluzioni e dei futuri possibili. """"Omne vivum ex ovo"""", dicevano i romani (Tutto ciò che vive viene dall'uovo). «The Egg Journal» si prefigge di contenere e alimentare l'utopia e le possibilità di nuovi percorsi e nuove visioni. Abbiamo voluto rispettare le diversità delle lingue-madri di chi scrive in modo da non cadere in scorciatoie e semplificazioni dannose che avvengono traslando i contenuti da una lingua all'altra. È bene permettere a chi scrive di esprimersi in maniera profonda e sentimentale nel proprio idioma, contribuendo così a creare un confronto anche linguistico che generi una creolizzazione dinamica ed evolutiva delle varie lingue e culture che s'incontrano in questo territorio, com'è avvenuto tante volte nella sua storia. Nasce quindi «The Egg Journal»: una piazza, un'agorà, nella quale si potranno incontrare i vari cittadini che vivono o che hanno relazioni con queste poleis che attorniano la Valle d'Itria o che vivono nella chora: la campagna/giardino che le collega."" -
Gragnano. Ricerche storiche sulle eccellenze enogastronomiche della «Città della Pasta»
Il territorio di Gragnano può vantare una presenza antropica organizzata antica di millenni. Fin dal I secolo a.C. era stato parte dell'ager Stabianus, il territorio dell'antica Stabiae, che era fittamente punteggiato di fattorie dedite allo sfruttamento intensivo delle risorse agrarie. Dopo secoli di crisi tra il tardo antico e l'alto Medioevo l'abitato prende forma di insediamento stabile ed organizzato almeno a partire dal X secolo, grazie all'azione del Ducato Amalfitano. È in questi anni che riprende forza la vocazione agricola del territorio basata sulla coltivazione della vite e la produzione del vino, a cui si affiancarono, a partire dal basso medioevo, altre colture pregiate come quella dell'olivo. Nello stesso periodo, pur non avendo riferimenti certi sulla presenza di coltivazioni di ciliegie, un'altra delle eccellenze oggi presenti nel territorio gragnanese, abbiamo documenti del XIV secolo dell'impianto a Gragnano di frutteti e agrumeti. Le eccellenze enogastronomiche di questo territorio sembrano partire quindi da lontano. Non è poi un caso che proprio all'età angioina risalgano i primi documenti che parlano di molini nel fiume di Gragnano. Queste notizie indicano che è già presente l'attività molitoria del grano che sarà alla base della nascita dell'industria della pasta di Gragnano. Questa avrà un grande sviluppo nel XIX secolo e farà di Gragnano la città della pasta e dei pastifici. Un importante centro per la molitura del grano non poteva poi non dar luogo anche a una forte tradizione di panificazione. È proprio in questa prospettiva che bisogna inquadrare la creazione del panuozzo, l'ultima eccellenza gragnanese, nata negli anni a ridosso della Seconda Guerra Mondiale. In sintesi le eccellenze gragnanesi, il vino, l'olio, le ciliegie, la pasta e il panuozzo, sono tutti prodotti che si inquadrano perfettamente nella dieta mediterranea e discendono in modo diretto o indiretto da una tradizione secolare. In una tradizione di alimenti così antica non potevano mancare una serie di ricette della tradizione. Avvalendoci della consulenza di un giovane e affermato chef abbiamo provato a riproporre dei menù della tradizione collegati alle principali festivitàà dell'anno, fondamentalmente legate al calendario liturgico. In queste occasioni vengono riproposti una serie di piatti che in alcuni casi venivano preparati solo in quella ricorrenza, ma che avevano precise corrispondenze con i prodotti di stagione. Le ricette erano solo apparentemente comuni per tutte le famiglie di Gragnano, visto che nella realtà erano personalizzate, nei dettagli e in piccoli segreti, in ogni famiglia. Sono ricette costruite utilizzando i prodotti del territorio ed esaltando sempre i sapori semplici, ma talvolta anche decisi, tipici della nostra cultura alimentare che meritano di essere conosciuti e difesi. Con ricette della tradizione e menù tipici selezionati dallo chef Giulio Coppola. -
Nuova luce sui vangeli
I Vangeli colpiscono sin dall'inizio per la loro forma narrativa. Il vantaggio che offre il metodo d'interpretazione del Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov, sta nel considerare questi brevi racconti, reali o simbolici, come altrettanti dati e stati psicologici. Le dieci vergini invitate alle nozze dello sposo, il ricco proprietario che chiede i conti al suo economo, il padrone che va ad assumere dei lavoratori per il proprio campo, ma anche i discepoli terrorizzati dalla tempesta che svegliano Gesù addormentatosi nella barca e la questione dell'imposta dovuta a Cesare, sono così spogliati del loro carattere pittoresco e di cronaca, dunque esteriore e di portata limitata, per apparire come realtà costanti della nostra vita interiore, in seno alla quale si affrontano e si riconciliano le forze antagoniste dello spirito e della materia. -
Il linguaggio delle figure geometriche
"Il mondo dei simboli è il mondo della vita. La vita lavora con i simboli e si manifesta tramite loro: ogni oggetto è un simbolo che contiene la vita. Per riuscire a capire la vita, bisogna lavorare con i simboli e, inversamente, per scoprire i simboli e comprendere tutto ciò che essi contengono, bisogna vivere la vera vita""""." -
Voi siete dei. L'essenza divina che è in noi
Il volume presenta, con l'ausilio conoscitivo della scienza iniziatica, le parabole dei vangeli in modo particolarmente intenso. Le narrazioni bibliche, le parabole evangeliche non contengono eventi a noi lontani ma celano leggi e principi applicabili a tutte le situazioni psicologiche ed a tutte le realtà della nostra vita interiore. Dunque non un trattato storico o una dissertazione teologica ma un libro argomentato in modo puntuale che ci avvicina all'insegnamento dei vangeli. -
Scritti filosofici. Vol. 1: Corpo ermetico, Asclepio.
Dall’antichità classica sono pervenute molte opere di varia natura: filosofiche, teologiche, astrologiche, alchemiche e di occultismo, attribuite alla figura di Ermete Trismegisto (Tre volte grande). Si tratta di un nome mitico, che racchiude in sé il dio greco Ermes e il Thoth del Pantheon egiziano, ovvero, uno dei principali esempi di sincretismo tra la cultura ellenica e la tradizione orientale. La fusione tra le concezioni filosofiche e religiose ellenistico-romane e la cultura egizia costituisce infatti la prerogativa essenziale dell’ermetismo. Negli scritti ermetici, e in particolare in quelli teologico-filosofici, come i trattati del Corpo ermetico e l’Asclepio, si trova una summa dell’intero sapere classico, che assimila stoicismo e neo-platonismo, miti gnostici ed ebraici, astrologia, alchimia, scienze occulte e altro ancora. I testi in questione, presentati per lo più sotto forma di dialoghi tra Ermete e i suoi discepoli, raggiungono in molti casi – come nel Poimandres, primo trattato del Corpo ermetico – vette di autentica poesia. Il testo è introdotto da un saggio sul sincretismo di Pierre Dalla Vigna. Le traduzioni e le note critiche sono di Carlo Tondelli. La letteratura ermetica, riscoperta dall’Umanesimo e dal Rinascimento, è stata per lungo tempo un punto di riferimento della tradizione alchemica e teosofica, e in tempi più recenti la sua importanza è stata riconosciuta anche dalla psicanalisi di Jung, nonché da diversi teorici dell’ecologismo contemporaneo. Il presente volume fa parte di un più vasto progetto di presentazione dell’ermetismo nei suoi molteplici aspetti, del quale finora sono stati editati, per i tipi di ‘Mimesis’, i seguenti titoli: 1. Scritti teologico-filosofici I: Corpo ermetico, Asclepio; 2. Scritti teologico-filosofici II: Kore Kosmou, la fanciulla del cosmo; 3. Scritti astrologici: Liber hermetis; 4. Inediti ermetici egizi e armeni di filosofia e astrologia: L’Ogdoade e l’Enneade, Definizioni ermetiche; 5. al-Biruni, L’arte dell’astrologia; 6. Un trattato attribuito al filosofo arabo al-Kindi: De Radiis, teorica delle arti magiche (quest’ultimo nella collana ‘i cabiri’); 7. Picatrix, trattato arabo di magia naturale; 8. una raccolta di testi alchimistici medievali: Lo specchio dell’alchimia; 9. una raccolta di testi magici rinascimentali: Lo secchio della magia. -
La decisione di Tertulliano
" A sorpenderlo così, raccolto in se stesso, nell’oscurità di quel locale privo di ogni ornamento, uno spettatore avrebbe esitato tra la testimonianza di un estremo malore e quella di un’ascesi eccessiva. Tra i due casi, prevaleva la sensazione di un estremo oltranzismo. Evidentemente, quest’uomo apparetneva al novero di coloro che passano facilmente i limiti, giungendo a ignorarli o a travolgerli nella loro foga. L’iniziale indecisione si sarebbe dissipata immediatamente incrociando il suo sguardo. Esso brillava di una vilenza sorda, che atterriva. Tutta l’energai di quel debole corpo pareva esservi confluita""""." -
La deriva di un continente. Conflitti e territorio nella modernità
I conflitti contemporanei, nonostante la fine dei dualismi e dei blocchi contrapposti nel mondo, continuano a manifestarsi come fenomeno endemico del presente. Il territorio appare nel moderno sempre più come la posta in gioco di tensioni politiche, sociali ed economiche e che, pur essendo diversificate e talora contraddittorie, hanno in comune la necessità di riscrivere, di ridefinire lo spazio del vivere sia individuale che collettivo. Questioni come il riaffermarsi del neoetnico, la sperimentazione dei luoghi collettivi, delle strutture sociali, le catastrofi ecologiche, le guerre in atto, i conflitti urbani sembrano sempre più delinearsi come realtà costitutive e permanenti del vivere quotidiano. Paul Virilio, in questo contesto, ci delinea un territorio espropriato della sua stessa estensione, sussunto dalla velocità delle comunicazioni nonché del potenziale distruttivo delle nuove tecnologie. In Europa, ad esempio: ""il problema dello sfruttamento del territorio continentale non si pone più tanto nei termini di organizzazione dell’estensione europea, quanto in termini di sfruttamento del tempo: di quel ‘tempo reale’ che cancella, con le peculiarità dello ‘spazio reale’ delle regioni, la realtà stessa delle loro culture"""". Interventi e saggi di Valerio Corzani, Ubaldo Fadini, Michel Foucault, Carsten Juhul, Augusto Ponzio, Tiziana Villani, Paul Virilio, Adelino Zanini. Intertesti poetici di Benjamin Fondoianu e Stefano Raimondi."" -
Oltre i sigilli dell'apparenza. Itinerari di filosofia
La filosofia è conoscenza di quel che più importa, attraverso l’esame delle possibilità intellettuali ed esistenziali poste a confronto con la realtà. La realtà può essere conosciuta nella sua autenticità solo mediante la rimozione dei simulacri decettivi, mediante la rottura dei sigilli dell’apparenza e la liberazione dalle ombre della caverna: questo è il compito dei filosofi, i quali svolgono il ruolo di custodi degli orizzonti della realtà autentica, interdicendo il ritorno di antiche e nuove apparenze e indagando sui diversi piani della realtà, i quali, proprio attraverso la rottura dei sigilli, rivelano se stessi nella loro capacità di essere sorprendenti e fantastici. I principali riferimenti culturali degli “itinerari di filosofia” della presente opera sono stati Platone, Hegel, Whitehead. -
La differenza non indifferente. Comunicazione, migrazione, guerra
Una riorganizzazione del sociale in cui non il tempo di lavoro ma il tempo disponibile sia la misura della ricchezza. Una riorganizzazione del sociale che converta la liberazione dal lavoro astratto, dal lavoro differenziato, in tempo disponibile per l'alterità propria e altrui, e impieghi l'accrescimento della produzione reso possibile dallo sviluppo dell'automazione in lavoro utile in funzione dei bisogni dell'intera comunità globale come il sistema capitalistico da cui deriva, ma, a differenza di esso, in grado di aprire il sociale all'alterità, di liberarsi dalla ossessione dell'identità, di realizzarsi quindi come non-identitaria, extracomunitaria a se stessa, altra, senza confini, territori, appartenenze, radici, fondata non sul lavoro ma sul tempo disponibile per l'alterità, non sulla differenza ma sulla differenza non indifferente, che fa di ogni essere umano un prossimo per l'altro. -
Una stagione in fuga
La metropoli, con i suoi tracciati labirintici e sempre eguali e se stessi,è un luogo dove perdersi è fin troppo facile. Basta deviare dalla trama della vita abituale per smarrire il senso stesso dei propri atti e della propria vita. Marco, il protagonista del romanzo, è proprio uno che si è perso, e che tenta disperatamente, tessendo e troncando rapporti, cambiando lavoro e abitazione, spostandosi in continuazione, di riconoscere una città che gli è divenuta improvvisamente estranea. Le esperienze limite che contraddistinguono la vicenda di Marco sono una sorta di cura di sé attraverso lo spaesamento. -
Confessione. La prima versione del mito di Faust nella letteratura antica
Confessione di Cipriano è un romanzo agiografico del IV secolo d.C. che utilizzando il tema della conversione, ha dato origine a uno dei miti più suggestivi della letteratura, quello del patto col demonio ed il Faust. Cipriano, mago antiocheno, assetato di sapienza, viaggia instancabilmente da un santuario pagano all’altro, e viene iniziato a molti culti misterici, prima dell’accordo col principe dei demoni, generoso elargitore di poteri soprannaturali, ma esigente padrone. Quest’opera, celeberrima fino al Seicento spagnolo, è la fonte principale della mitica figura del sapiente in bilico tra al curiosità implacabile e la caduta nelle mani delle forze trascendenti e malefiche; l’eroe di Marlowe, di Calderòn, di Goethe. Completa il testo una altro celebre racconto prefaustiano, la vicenda di Teofilo, il primo a siglare un autentico contratto con un demonio più simile a un burocrate scrupoloso che al maligno della tradizione. -
Spazio e potere. Heidegger, Foucault, la televisione
La comunicazione generalizzata e l'affermarsi sempre più capillare del linguaggio televisivo stanno mutando radicalmente la nostra cultura. Numerosi sono gli studi che sono apparsi in questi anni e molteplici le prospettive che vi assumono, dalla critica sistematica all'apologia celebrativa. Questo saggio di Emiliano Bazzanella tenta invece di dislocare la questione, indagando soprattutto quei presupposti teorici che hanno consentito la diffusione del nuovo stile comunicativo. Rileggendo in modo originale Heidegger e Foucault emerge una dimensione ontologica contaminata e caotica, in cui le nostre concezioni abituali dello spazio e del potere devono essere completamente riviste nel senso dell'etica e della microfisica -
L' arte della memoria. Le ombre delle idee
Il presente testo è la prima traduzione integrale dell’opera d’esordio di Giordano Bruno, pubblicata a Parigi nel 1582. Neoplatonismo e copernicanesimo si intrecciano nell’elaborazione di una nuova e rivoluzionaria visione del mondo naturale, del divino e dell’uomo. Si apre così la via all’esaltazione della libertà dell’atto conoscitivo in un universo infinitamente esteso e pervaso di vita. L’arte della memoria, da mero strumento di erudizione o affermazione sociale, diviene struttura conoscitiva nuova e aperta. Bruno costruisce così una geniale sintesi di teoria e pratica: l’agilità e la potenza dell’immaginazione sono la chiave di un’arte che intende “imitare” e inglobare una natura rinnovata, in cui il movimento non è più inteso come mutevolezza ma come fondamento stesso di una vita emergente dall’abisso divino e insondabile della materia infinita. L’opera di Bruno è anche documento fondamentale di uno “strappo” culturale prodottosi agli albori della modernità nel cuore dell’Europa rinascimentale, oltre che di una consapevole sfida alle consuetudini e alle chiusure politico-culturali del suo tempo.Studiosa di Bruno e Leibniz, Manuela Maddamma ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Storia del pensiero filosofico e scientifico del XVI Secolo presso l’Ecole pratique des Hautes Etudes di Parigi. Ha pubblicato vari saggi e traduzioni su diverse riviste di filosofia. -
Filosofie dell'intensità. Quattro maestri occulti del pensiero italiano contemporaneo
Spesso e volentieri, nel dibattiro culturale italiano, sono state oscurate figure di grande rilievo, che pure hanno avuto un ruolo fondamentale, sebebne poco riconosciuto e sotterraneo, nella filosofia e nella letteratura di questo secolo. Tra questi ‘maestri occulti’ del pensiero, che solo da pochi anni sono stati riscoperti dalla critica — e vengono nuovamente rieditati e fatti oggetto di corsi universitari — sono qui presentati Carlo Michelstaedter, Cristina Campo, Antonio Sarno e Dino Campana. Si tratat di quattro autori notevolmente diversi tra loro per molti aspetti, ma il cui pensiero è innanzitutto una risposta a ogni omologazione e appiattimento spirituale, anche a prezzo di scelte estreme irreversibili.