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Avete pagato caro non avete pagato tutto. La rivista «Rosso» (1973-1979). Con DVD-ROM
La testata dice ""Rosso"""". Cinque lettere che sembrano di vernice fresca. """"Rosso"""" dell'estraneità operaia, delle lotte in fabbrica e della produzione che si rovescia sul territorio. """"Rosso"""" delle occupazioni, delle autoriduzioni, dell'illegalità di massa. """"Rosso"""" di Pat Garrett e Billy Kid. """"Rosso"""" delle pellicole crepuscolari di Sam Peckinpah, nell'aurora del proletariato giovanile. """"Rosso"""" della fabbrica diffusa e dell'operaio sociale. """"Rosso"""" che sulle gradinate dello stadio Meazza, Milano, San Siro, intravede """"guerriglieri"""" e non più """"foche ammaestrate"""". """"Rosso"""" delle foto in bianco e nero di Aldo Bonasia: niente distanza di sicurezza e sempre a un metro dal cordone più duro del corteo. """"Rosso"""" del """"Riceviamo e pubblichiamo"""". """"Rosso"""" dell'""""Avete pagato caro"""". E anche del """"Non avete pagato tutto"""". Secondo Lea Melandri, """"Rosso giornale dentro la confusione"""". """"Rosso"""" contro la metropoli, alla ricerca d'un altro """"Che fare?"""". """"Rosso"""" dimenticato, seppellito da quintali d'incartamenti giudiziari, cancellato da anni di carcere e decenni d'esilio. Nel corso degli anni Settanta """"Rosso"""" è stata una tra le più sperimentali e innovative riviste dell'Autonomia operaia. Fu """"Rosso"""" a promuovere la scoperta del nuovo continente politico, umano e sociale che si estendeva oltre i confini del Movimento operaio ufficiale. Fu """"Rosso"""" ad annunciare la genesi dell'operaio sociale protagonista dello scontro del 1977. Il DVD-ROM allegato contiene la raccolta completa della rivista."" -
Le figure del godimento. Cultura materiale e arti cucinarie
La tavola è stata il nostro primo altare, oggi è una biblioteca che non sappiamo più leggere. Un tempo la fame guidava gli uomini alla ricerca di se stessi, poi venne l'apparente abbondanza mercantile e gli atti alimentari sono degenerati in rappresentazioni che la modernità ha risolto in un puro desiderio senza oggetto. Dai buoi delle pitture rupestri di Lascaux ai macinati di c.a.n.i. (composti alimentari non identificabili), con i quali nell'indifferenza generale si confeziona la stragrande quantità di alimenti del XXI secolo, non sono passati che un pugno di secoli. Eppure, mai come oggi il cibo è pura forma, non più soddisfazione di un bisogno e neppure appagamento di un desiderio. Una forma che ha perduto ogni legame con quella rete di significati sovrapposti al cibo che ha fatto la storia della nostra ""cultura alimentare"""". """"Se da una parte c'è la grande massa dei consumatori di c.a.n.i., dall'altra c'è un'élite di gourmet - intesa proprio nei termini con la quale la descrive José Ortega y Gasset - per la quale il valore di un alimento non è riconosciuto, se non quando questo è perduto e seppellito dentro un coacervo d'informazioni catastrofiche. A questo punto la sua protezione segue le modalità ottocentesche della conservazione e della restaurazione museale delle opere d'arte""""."" -
Volare al sabba. Una ricerca sulla stregoneria popolare
Dagli inizi degli anni Sessanta, sulla scia delle ormai classiche ricerche di Ernesto de Martino sul mondo magico dell'Italia del Sud, Cesare Bermani ha condotto una lunga ricerca sul campo, ricostruendo l'universo magico imperniato sulla figura della strega, ancora presente fino alla metà del Novecento, a partire dal caso di un paese dell'Abruzzo. I comportamenti che definiscono una strega, le sue trasformazioni animali, i suoi voli sciamanici, il suo gioco con i bambini al sabba; la funzione dei maghi, i rituali di difesa, le fatture, ('""invidia"""", i morti che tornano, il """"mazzemarille"""" e il lupo mannaro vengono qui esaminati in un lavoro che coniuga la ricerca storica e antropologica con un'analisi di tipo psico-antropologico. La ricerca mette in luce non solo le radici greco-romane del mondo magico dell'Italia del Sud, ma anche la presenza di elementi di sciamanesimo d'origine centro-europea e di fenomeni assai simili a quelli dei """"benandanti"""" a cavallo tra Cinquecento e Seicento studiati da Carlo Ginzburg."" -
La speranza, sempre. Conversazioni con Manu Chao
Su Manu Chao, ex cantante dei Mano Negra e solista da milioni di dischi venduti, si è scritto moltissimo. Perché un altro libro? Perché colui che senza volerlo è diventato il portavoce dei no global, accertata l'affinità con il suo interlocutore, il giornalista musicale Philippe Manche, in questo libro abbandona ogni reticenza e si racconta: l'ambiente stimolante dell'infanzia, l'adolescenza punk, l'impegno politico, i buffi segreti della creazione. Si racconta in un viaggio in compagnia dell'amico giornalista, con il quale ripercorre le vicende del suo primo gruppo e le avventure della sua carriera da solista. Veniamo così scaraventati nei backstage di Bruxelles e Colonia, di Amsterdam e Nancy. Spiamo i bagordi del dopo concerto in un giardino marsigliese o nello squat di una Belgrado ancora ferita dai bombardamenti Nato. Facciamo tappa nel suo barrica Barcellona, dove Manu vive. E nell'agosto 2007 approdiamo a Parigi, dopo la riconquista degli States. Mentre il suo ultimo disco, La Radiolina, scala le classifiche come quelli precedenti. Il ritratto di un artista atipico che, nonostante la popolarità e i dischi venduti, fa di tutto per non assomigliare a un divo. -
La «banda 22 ottobre». Agli albori della lotta armata. Con DVD
Per la prima volta è qui raccontata, nello scenario della città di Genova, la storia della ""banda 22 ottobre"""". Una delle primissime aggregazioni della lotta armata in Italia che fiancheggiò i Gruppi di azione partigiana costituiti dall'editore Giangiacomo Feltrinelli all'inizio degli anni Settanta, contemporaneamente alla nascita delle ben più note Brigate rosse. Il volume contiene un DVD con un filmato di Stefano Barabino e Andrea Teglio """"Tre della ventidue""""."" -
Peter Whitehead. Cinema, musica, rivoluzione
Peter Whitehead è una figura culto del documentario politico e musicale degli anni Sessanta. Ha filmato Allen Ginsberg e Ferlinghetti, Mick Jagger - un amico - e Syd Barrett - un fratello. E poi Nico, una delle sue numerose fidanzate e Mark Rudd, leader dei Weathermen Underground, organizzazione della nuova sinistra radicale americana. Passando per Vanessa Redgrave mentre canta una canzone rivoluzionaria cubana e i concerti psichedelici dei Pink Floyd... L'opera di Peter Whitehead era scomparsa da quando, alla fine degli anni Settanta, questa anomala e straordinaria figura del documentario underground era fuggita dal cinema andando a vivere in Arabia Saudita per allevare falchi. Oggi Peter è tornato alla ribalta, conquistando il pubblico delle giovani generazioni. I suoi film sono infatti materiali preziosi su un periodo ormai leggendario: gli anni Sessanta e la nascita della controcultura. Questo è il primo libro su un cineasta che sta per entrare nella storia del cinema; un libro di critica cinematografica ma anche una biografia che ci aiuta a ripercorrere le vicende politiche e culturali di uno dei periodi più fecondi della nostra storia recente. -
Vesti la giubba di battaglia. Miti, riti e simboli della guerra partigiana
Durante la guerra di Liberazione, come in altre circostanze simili, lo scontro tra i contendenti avviene sul piano dell'offesa armata, della distruzione di corpi e cose, ma anche su quello dei segni e dei significati culturali: un conflitto parallelo tra contrapposte visioni del mondo che uomini e donne impiegano per mostrare le proprie ragioni, per distinguersi, per esistere. Dall'universo simbolico che scaturisce, dalla forte carica emotiva spesa da quanti rimasero coinvolti nasce il senso di questo libro. Riti, consuetudini, apparati simbolici e miti sono gli argomenti che si indagano dell'avventura partigiana; un'avventura inizialmente priva di precise norme e, per questo motivo, capace di dare sfogo a una sorta di ""creatività a caldo"""" che, nell'immediatezza degli eventi, costruisce e controlla l'immaginario."" -
Abecedario di Andrea Camilleri. DVD. Con libro
Lasciare che un grande autore scelga un proprio lessico: un abecedario di parole chiave attraverso le quali parlare di letteratura,apolitica, lingua, teatro, regia, autori, opere, personaggi, incontri... Dal generale Patton a Robert Capa, da Leonardo Sciascia a Elio Vittorini, da Mario Mafai a Giovanni XXIII... Il tutto nella forma di un'intervista video della durata di oltre cinque ore. -
Avant'ieri. Storie di emigrazione e cultura contadina tra la Sila, Torino e Buoenos Aires
Un libro che raccoglie una serie di immagini capaci di descrivere la socialità contadina di un paese della Sila più profonda nel mezzo degli anni '60. Posture di uomini alle prese con il pascolo e la marchiatura del bestiame. Volti di donne - maestose madonne ""in nero"""" - che si scambiano sguardi e parole in un mercato. Bambini che giocano miniando la scena della crocifissione rappresentata in una sagra religiosa. Immagini che sembrano appartenere al set di un film in costume; non solo gli abiti sembrano di un'altra epoca ma anche la pelle e i tratti dei volti, gli oggetti, gli scorci dei paesaggi. Alla sezione iconografica seguono i testi: cronache di incontri con persone di età tra i cinquanta e i novantanni in tre differenti luoghi: la Sila, Torino e Buenos Aires. I temi prevalenti riguardano la vita nel meridione nei primi anni '60, le conseguenze psichiche e sociali dell'emigrazione, le analogie con gli immigranti che oggi giungono da noi e la storia di una stalla - data alle fiamme da anonimi nel 1997 - che gli intervistati hanno costruito e dove hanno lavorato oltre quarantanni fa."" -
Morti di scienza. Crimini, scienziati e scoperte
Ci si può suicidare per un'equazione? Si può uccidere per un nuovo modello di telegrafo? Se chiedessimo ai criminologi ci direbbero di no. Ma questo libro prova il contrario. Immaginate scienziati in anticipo sull'epoca in cui vivono che non sopportano più l'incomprensione dei loro contemporanei. Geniali inventori, vittime del potenziale economico delle loro innovazioni, piratati da avidi investitori. Dispute di attribuzione che si trasformano in tragedie. La storia della scienza è disseminata di scene del crimine, esattamente come quelle di un romanzo giallo. Ma quelle qui raccontate sono tutte vere. Questo libro mostra come la ricerca scientifica sia il teatro di tragiche passioni, dove tra i ricercatori omicidi e suicidi sono la principale causa di mortalità, ben più degli incidenti sul lavoro. Un'altra storia delle scienze, insieme divertente e crudele, dall'antichità ai giorni nostri. Un libro per aneddoti e personaggi che per ogni scoperta scientifica ci rivela il suo ""dramma"""" e il rivolo di sangue che l'accompagna."" -
Blackout e altro
"Differentemente dall'epica tradizionale, che canta il racconto delle Origini in toni favolosi proprio perché l'aedo si pone a grande distanza dagli avvenimenti, questa di Balestrini è un'epica che si scrive """"in diretta""""; e prende allora, piuttosto, i toni della cronaca. Proprio le cronache degli avvenimenti vengono ritagliate, montate con altri materiali e (convenzionalmente) versificate. Questa struttura, tendenzialmente aleatoria (si ricordano gli esperimenti di poesia al computer degli anni Sessanta), raggiunge un massimo di rigore in quello che appare, al lettore """"postumo"""" di quella stagione, un autentico capolavoro - certo uno degli esiti più compiuti di Balestrini, nonché di tutta la poesia degli anni Settanta: il quadripartito poemetto Blackout. Il risultato è un concentrato assolutamente espressivo, al quale la sofisticata complessità dei rimandi culturali e l'implacabile rigore compositivo - che può per certi versi ricordare quello, a base matematica e aleatoria, della sestina lirica medievale - non tolgono un grammo di urgenza emotiva ed efficacia icastica. Anzi."""" (Andrea Cortellessa)" -
Perché io, perché non tu
Un libro che fa economia di parole per esprimere il senso di scelte che hanno trasformato una vita, molte vite, la vita stessa di un paese. E insieme un dolore, sempre in bilico tra fatti pubblici e sentimenti privati, nutrito da una lunga e dura carcerazione speciale. Poi i primi passi incerti, le prime parole balbettate, i primi sguardi allucinati in una libertà costantemente vigilata, e ricattata. Una narrazione che accende improvvisi fasci di luce su eventi esistenziali anche minimali trasformandoli poi, come d'incanto, in secche metafore di consapevolezza di errori e sconfitte, mai disgiunte però da una ferma, orgogliosa rivendicazione di un'etica della dignità. -
Le cose non sono le cose
"E quel concerto, finalmente, viene a vederlo la mia amica Giovanna e finalmente viene a vederlo con un ragazzo nuovo di fianco e un nuovo languore nelle sue braccia lunghe. Giovanna, dopo che si dibatteva da tempo in una storia di quelle che ti dibatti, che improvvisamente mentre parlava con me smetteva di parlare e le veniva da piangere, adesso viene con questo ragazzo nuovo e con lui ha tutti dei gesti di tenerezza, lo fa passare davanti quando entrano nel locale, lo regge per la schiena, gli accarezza le braccia, come se avesse una scorta di gesti da morosa che aveva accatastato per anni e non era mai riuscita a usarli. E quella sera, che per il resto è stata una sera memorabile, quando esco dal locale con Bassotuba vedo un poliziotto e di fianco una macchina con su scritto polizia, tutta piena di poliziotti, e mi vien da sputare tre volte. Bassotuba mi chiede Cos'hai da sputare? Mi succede sempre così, le rispondo, che quando vedo un poliziotto o un carabiniere, delle volte anche un vigile urbano, mi vien da sputare tre volte per terra. Come facevano i russi nel secolo scorso col diavolo, le dico, e secondo me è un'altra forma di profilassi morale, oltretutto, che bisognerebbe insegnarla ai bambini quando son piccoli.""""" -
Viaggio cucinario nell'immaginario dei sapori
Non solo ricette insolite o curiose, ma il cibo come un filo che racconta e lega i piaceri della tavola alla vita corrente di uomini e donne, alla civiltà dei sapori, alle astuzie dell’onnivoro, alle cerimonie della convivialità e ai peccati della carne che la esaltano.L’autrice, giornalista e gastronoma, ci guida alla ricerca degli odori, degli aromi, dei flaveurs che eccitano i nostri sensi e suscitano il nostro appetito e il nostro godimento alimentare, senza tralasciare l’aneddotica che, dalle olive e fichi secchi di Platone al body-sushi, accompagna la storia degli atti alimentari.Come si prepara l’hamburger che non mangerete mai in un fast-food? Che cosa sono i «ditalini della fata»? È facile cucinare un mole poblano? Che cos’è il fonio e perché è fondamentale nell’equilibrio alimentare dell’Africa? Come si prepara una torta di pere allo zafferano? Qual era il piatto più amato dai clienti del mitico «Cotton Club» di Harlem? Che cos’è il poutine? È vero che i belgi soffrono di fritetudine? Com’è finito il dirigibile Zeppelin nel piatto dei lituani? Solo alcuni dei temi trattati in questo piccolo viaggio cucinario.In post-fazione al libro una riflessione sul gusto di Gianni-Emilio Simonetti, docente di Food-Design presso il Politecnico di Milano-Bovisa. -
In forma di fotografia. Ricerche artistiche in Italia dal 1960 al 1970
Periodo di grandissimo fermento culturale, gli anni Sessanta rappresentano uno snodo cruciale per l'arte contemporanea italiana, orientata verso sperimentazioni dalla forte carica innovativa e radicali mutamenti estetici, in sintonia con il clima di generale trasformazione sociale e politica all'origine del Sessantotto. È in questo contesto di rinnovamento che si colloca la svolta decisiva nel rapporto tra arte e fotografia oggetto del libro: il medium fotografico si rivela il principale fattore di discontinuità e di rottura rispetto al decennio precedente, entrando in modo sistematico nella ricerca delle neoavanguardie. Una ricostruzione analitica, dunque, dell'uso della fotografia nell'ambito della sperimentazione italiana degli anni Sessanta che coinvolge gran parte dei protagonisti del panorama artistico dell'epoca, da Mario Schifano a Michelangelo Pistoletto, Tano Festa, Giulio Paolini, Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Giovanni Anselmo, Luigi Ontani, Giuseppe Penone, Renato Mambor, Luca Patella, Lamberto Pignoni, Sergio Lombardo, Giosetta Fioroni, Fabio Mauri, Claudio Parmiggiani, Franco Angeli, Laura Grisi, Mimmo Rotella, Umberto Bignardi, Gino Marotta, Gianni Berlini, Gianfranco Baruchello, Emilio Isgrò, Nanni Balestrini, Eugenio Carmi, Eliseo Mattiacci, Michele Zaza, Franco Vaccari, Maurizio Nannucci, Mario Cresci, Emilio Prini, Claudio Cintoli e numerosi altri. -
La violenza rivoluzionaria. Le esperienze di lotta armata in Francia, Germania, Italia, Giappone e Stati Uniti
Questo libro racconta gli esiti di quella parte del '68 che non si è esaurita in una modernizzazione dei costumi e delle istituzioni utile alla continuità di potere nelle democrazie occidentali. Il '68 ""cattivo"""", quello minoritario dei """"piccoli gruppi radicali ed estremisti"""", ha continuato la lotta teorizzando e praticando l'uso della violenza come mezzo indispensabile per un cambiamento rivoluzionario. È in questo contesto che Europa, Stati Uniti e Giappone vedono nascere e poi svilupparsi gruppi come la Frazione dell'armata rossa, Action directe, le Brigate rosse, la Weather Underground Organization, l'Armata rossa giapponese. Organizzazioni armate che questo libro analizza nelle loro variabili e analogie, attraverso uno sguardo che ne fa un fenomeno di tipo mondiale. Una prospettiva, dunque, che di ogni formazione armata consente di vedere la nascita, la crescita e la diffusione, come la crisi e il definitivo fallimento; le matrici ideologiche, le logiche della clandestinità, le forme di guerriglia... Un excursus su alcune pagine della nostra storia recente che ci rivela come i cosiddetti """"anni di piombo"""" abbiano coinvolto tutti i principali Paesi dell'Occidente."" -
Storia politica della moltitudine. Spinoza e la modernità
"La differenza fra me e Hobbes, della quale mi chiedete - scrive Spinoza a un suo ansioso e preoccupato corrispondente - consiste in questo, che io continuo a mantenere integro il diritto naturale e affermo che al sommo potere in qualunque città non compete sopra i sudditi un diritto maggiore dell'autorità che esso ha sui sudditi stessi, come sempre avviene nello stato naturale"""". Negli anni Settanta del XVII secolo, nel cuore dell'epoca contrattualistica e agli albori del liberalismo moderno, la sfida viene così lanciata: è possibile - e anzi necessario - per Spinoza pensare la sovranità in un rapporto di assoluta immanenza alla comunità politica, concepire lo Stato come subordinato al diritto, immaginare la potestas come una funzione e un'espressione della potentia. La libera moltitudine non è più rivolta verso il volto rassicurante del sovrano, come nel frontespizio del Leviatano, perché non ha più bisogno di essere rappresentata per esistere. Non si tratta, per Spinoza, di rendere gloria a un nuovo dio mortale (la moltitudine invece del sovrano). Si tratta piuttosto di fondare la consistenza ontologica del soggetto (di ogni soggetto, quello singolo come quello collettivo) nella rete immanente delle relazioni individuali che, in politica, si chiamano rapporti di forza: mantenere il diritto naturale nello Stato significa, per Spinoza, mantenere integro un vero e proprio """"diritto di guerra"""" fra i sudditi e il sovrano.""""" -
Caccia al Cristo
Dalle macerie di un paese sfinito come il nostro riaffiorano dal silenzio vicende che hanno dell'inverosimile. Leggende post-moderne che si barcamenano tra una tradizione svilita e una linearità logica ormai svuotata di senso. In questo caso la vicenda di un pastore che da anni viene scelto per fare il Cristo alla Processione del Venerdì Santo, e a nulla valgono le sue richieste di non volerlo fare, di essere lasciato in pace. Il meccanismo della tradizione è ormai così ben collaudato che ogni anno lui si vede costretto a tentare la fuga sulle sue amate montagne. La fuga innesca una caccia che diventa a sua volta parte di una tradizione accanita e sempre più folle, come in un circolo vizioso che somiglia a un cappio e di cui nessuno ormai è vero gestore e padrone. -
Le furiose
Perché Jeanne Lhomond si è data alla latitanza subito dopo aver attirato l'attenzione della poliziotta Dipietri, parlando in italiano davanti al corpo di un'asiatica defenestrata da un commissariato di Belleville? Chi è Mister Ho e in cosa consiste un ""malore attivo""""? Cosa c'entra una vecchia storia del 1969 che vede un anarchico precipitare dalla finestra di una prefettura italiana? Perché il misterioso Mister Ho vuole fare secca la commissaria Dipietri? Cosa cerca Jeanne Lhomond nel Périgord? E riuscirà a vendicare la morte di Giuseppe Pinelli?"" -
Impìccati! Storie di morte nelle prigioni italiane
La prigione è dolore, solitudine, lacrime, paura, pena, vergogna, rabbia. In carcere si muore, come fuori e per le stesse cause: malattia, suicidio, omicidio. Ciò che non dovrebbe accadere mai, però, è morire di carcere: per mano di chi ti ha in custodia o per negligenza di chi ti ha in cura. In questo libro sono narrate otto storie di persone che in carcere sono entrate vive e ne sono uscite solo per i loro funerali: Aldo Bianzino, Diana Blefari, Luigi Acquaviva, Sami Mbarka Ben Gargi, Stefano Frapporti, Camillo Valentini, Niki Aprile Gatti, Stefano Cucchi. Otto storie di persone diverse per età, cultura, appartenenza di classe, stile di vita. Otto storie tra le migliaia che continuano a sbiadire in desolate udienze di solitari tribunali, dove sfilano familiari, testimoni, medici, agenti, direttori, assistenti, operatori, volontari... alla stanca e spesso vana ricerca di uno scampolo di verità. Otto tragedie esistenziali emblematiche della realtà giudiziaria e carceraria del nostro paese.